Anche in questa meditazione don Ottorino si serve del libro di A. ANCEL, Il sacerdote secondo il Vangelo, Editrice Trevigiana, Treviso 1966. Le citazioni, prese dalle pagine 34-35, vengono sempre riportate in corsivo senza ulteriori richiami.
Il capitolo “Amore di amicizia” è suddiviso nel libro di mons. Ancel in tre punti: “1 - Rendersi presente 2 - Comprendere 3 - Fare del bene”.
Il prof. Marcello Peretti era un pedagogista, docente presso l’università di Padova, che spesso don Ottorino invitava per incontri e lezioni sul metodo di Gesù maestro.
Nell’ultimo anno del corso teologico c’erano Luciano Bertelli e Luciano Rizzi, mentre Luciano Cavaliere e Luciano Parise frequentavano il 1° anno del corso liceale.
MI209,1 [19-11-1967]
1 Abbiamo incominciato la prima meditazione che ci deve preparare alle altre meditazioni. Se vi ricordate abbiamo trattato dell’amore di amicizia. Abbiamo visto il primo e il secondo punto, cioè: l’amore di amicizia rende presenti e sa comprendere. Ci siamo fermati a considerare che Gesù è presente, sempre presente; è presente nell’Eucaristia ed è presente in tutte le azioni della nostra giornata. Abbiamo visto inoltre che Gesu è l’unico che sa comprenderci, che ci comprende più della mamma, più di qualsiasi amico sulla terra, perché è l’unico che può realmente comprendere anche quello che gli altri non possono comprendere e quello che noi non possiamo descrivere. Tante cose noi non siamo capaci di descriverle, come certi stati d’animo. Lui invece ci capisce e ci comprende anche nelle nostre debolezze. Non è come noi che diciamo: “Una o due volte sì, ma poi basta! Sta’ attento! Te l’ho detto due, tre volte; ora basta!”. Gesù invece ci comprende anche nelle nostre debolezze. Ho detto che prima è necessario fermarci su questa meditazione per poter poi fare le altre meditazioni insieme con Gesù, per fare il viaggio insieme con lui, perché è una cosa diversa considerare le cose insieme con lui. Facciamo un passo avanti. “Fare del bene”. L’amicizia di Gesù fa del bene. Un vero amico fa del bene; non soltanto cerca di essere presente, non soltanto cerca di comprendere, ma fa del bene. Tante volte, amici miei, è facile che noi facciamo del bene ad un amico perché troviamo soddisfazione umana nel farlo, per essere corrisposti nell’amicizia, perché troviamo gusto più che gioia qualche volta nell’amicizia. E allora facciamo del bene, come diceva quella sera il professor Peretti definendolo amore “sui ipsius”: io voglio bene a Luciano perché poi Luciano mi dà qualche cosa che mi soddisfa. Diverso invece è il bene che la mamma nutre per il figlio: se un figlio è deficiente, non capisce, non dà segni di comprendere, e la mamma fa del bene a quel figliolo, è un amore vero, è una donazione, è il vero far del bene, è un amore disinteressato. Sbagliamo?ESEMPI Eucaristia
GESÙ
amico
PREGHIERA meditazione, contemplazione
ESEMPI vari
Cfr. Mt 11,28.
MI209,2 [19-11-1967]
2 I nostri cari fratelli che sono in America sono partiti da qui non per portare a casa dell’oro, non per andare a ricevere, ma per dare. Può darsi poi che ci siano anime che danno un po’ di ricompensa anche umana, ma loro sono partiti per dare, senza pretendere di andare a Rio Hondo o a Estanzuela per avere: sono partiti per dare. Voi vi siete donati al Signore per dare, ma ricordate che il primo che si è donato è Nostro Signore. È meraviglioso vedere Gesù che vuol dare, dare sempre a noi. ”Venite a me e dimorate in me”, dice il Signore; “Venite a me voi tutti che siete affaticati e non ne potete più e io vi darò riposo!”. Dovremmo a volte guardare alla nostra vita passata ed essere un po’ riconoscenti verso di lui e saper vedere quello che lui ci ha dato! A un bambino che guardasse le sue cose e cominciasse a dire: “Di chi sono queste scarpe? Mie!”, si potrebbe domandare: “Chi te le ha date?”, e allora lui dovrebbe rispondere: “La mamma”. “Questi calzoncini? Miei! Questa giacchettina e questa camiciola? Mie!”. “Chi te li ha dati questi indumenti?”. Il bambino dovrebbe sempre dire: “Tutto me lo ha dato mia mamma. Sono tutte cose mie, ma perché mi sono state date dalla mamma; è stata la mamma a darmele! Quel giocattolo? La mamma! Quella pappa? La mamma!”. Se guardassimo un po’ indietro, se esaminassimo le nostre cose, i doni che il Signore ci ha dato, incominciando dall’intelligenza... Perché non siamo scemi? Perché Dio ci ha dato la grazia di non esserlo. Perché non siamo sordi o muti? Perché, ringraziando il Signore, siete arrivati a finire la prima elementare e a essere licenziati in filosofia o in qualcos’altro? Perché? Perché? Perché abbiamo vinto certe tentazioni? Perché non siamo caduti nel fango? Perché? Bisogna saper vedere la mano di Dio!MISSIONI
CONSACRAZIONE generosità
GESÙ
amico
ESEMPI Dio amore a Dio
DOTI UMANE
L’assistente Vinicio Picco aveva, fra le sue molteplici funzioni nella Casa dell’Immacolata, anche l’incarico di infermiere.
MI209,3 [19-11-1967]
3 Io voglio fare un passo più avanti: dobbiamo saper vedere la mano di Dio anche nel dono che il Signore ci fa delle croci. È difficile vedere in questo la mano del Signore! Tu, Luciano, vai a farti le iniezioni; supponiamo che tu debba farti fare le iniezioni da Vinicio. Quando tu vai a farti le iniezioni da Vinicio, poi lo ringrazi, anche se ti ha dato una bella puntura e magari ti ha fatto anche male. Bisogna sapere vedere la mano di Dio anche quando il Signore passa con le piccole e grandi croci. Bisogna saper capire che quelle croci sono necessarie come il sale nella polenta perché altrimenti non si può mangiare. Le croci fanno parte della nostra formazione, della nostra santificazione; guai se il Signore non ci mandasse croci, non permettesse che avessimo croci, se non ci dovesse dare questo sale necessario per la nostra formazione spirituale! È difficile capire questo, capire che questo è proprio un dono di Dio. Tu vai dal dentista a farti estrarre un dente: ti fa male e tu lo ringrazi, anzi lo paghi, lo paghi perché ti ha tolto un dente. Tante volte la croce è passata vicino a te, hai ricevuto un dispiacere, forse dal tuo compagno, forse da un tuo superiore, forse a scuola, e tu hai il coraggio di ribellarti contro la mano che ti ha colpito, perché, forse, non hai guardato la testa che ha mosso quella mano. Forse avevi bisogno di una umiliazione, forse ti credevi qualcosa e hai fatto un pensierino di superbia, forse stavi cullandoti un pochino e ti è capitato uno scapaccione da parte di Nostro Signore per svegliarti un po’.VIRTÙ
fede
CROCE
ESEMPI croce
FORMAZIONE
CONSACRAZIONE santità
CROCE sofferenze morali
Nel testo registrato don Ottorino confonde perché dice “pubblicano” invece di fariseo, come risulta nella famosa parabola di Lc 18,9-14.
Il riferimento è a don Pietro De Marchi, che da poco aveva iniziato l’anno di noviziato.
MI209,4 [19-11-1967]
4 Quando vi capita qualche croce un po’ pesante o anche non tanto pesante, provate a guardare dentro di voi e vi accorgerete che tante volte voi stavate cullando qualche tentazione, voi stavate cullando, forse, un po’ quel senso di autocompiacimento farisaico: “Ah, beh, ringraziando il Signore!”, come il fariseo che diceva: “Ringrazio il Signore...”. Non dite proprio: “Non sono come gli altri”, ma un po’ siete contenti di voi stessi; riconoscete che è tutto dono di Dio, frutto della bontà di Dio, ma siete contenti di voi stessi. Per questo tante volte arriva una bastonata da Dio per svegliarvi un pochino, forse perché siete un pochino contenti di voi stessi; non siete arrivati proprio alla superbia, ma la superbia minaccia di entrare dentro di voi, e allora il Signore viene e ci pensa lui. Vi scuote e vi passa la voglia di insuperbirvi. Tante altre volte il Signore viene con un dono di questo genere quando sta per concedervi una grazia, e mette subito una base di umiltà: una piccola caduta, un’impazienza, una brutta figura, una arrabbiatura, e poi state male perché avete offeso il Signore e avete fatto una brutta figura. Insomma pensa lui: vi manda una croce preventiva. Se voi osservate quando le nostre buone mamme mettono via le braciole, che cosa fanno prima? Le salano e poi le mettono via. Il Signore fa così. Quando vede il pericolo in casa nostra, appunto perché ci ama manda qualcosa che ci colpisce. Quando sta per darci qualche grazia o sta per servirsi di noi per compiere qualche azione grande, il Signore, o prima o dopo, ci mette il sale; molto spesso lo mette prima. Perché? Perché non pecchiamo di superbia, perché ci convinciamo che è lui che fa e non siamo noi che facciamo. Se osservate bene il Signore nel Vangelo, vedrete che usa sempre questo stesso sistema. Questo è amore! Non so se don Pietro sia d’accordo con noi. Questo è amore, ma è così, è così... Bisogna saper vedere questo passaggio di Dio. Mettiti in chiesa un momentino e rifletti: “Oggi mi è capitato questo e questo... Mi è capitata una tentazione fortissima, ed era un pezzo che non mi venivano tentazioni di questo genere. Che situazione! Come sono!”. Fermati un momentino, va’ indietro un pochino: e questa mattina? “Sì, questa mattina ero contento perché mi era riuscita bene quella cosa!”; e ieri? “Sì, è vero, il Signore ha permesso questo perché io conosca la mia debolezza, perché non abbia da alzare la testa. Signore, se non mi tieni una mano sulla testa, prima di sera io casco nel peccato impuro; se non mi tieni una mano sulla testa, prima di sera chissà che cosa farò!”. Ecco, bisogna vedere il Signore così.VIZI superbia
DIO passaggio di...
DIO scoperta di...
DIO stile di...
CROCE
VIRTÙ
umiltà
PECCATO
ESEMPI croce
PAROLA DI DIO Vangelo
DIO amore di...
DIO cuore di...
DIO bontà
di...
Pochi giorni dopo, il 12.11.66, moriva in un incidente stradale l’assistente Giorgio Pieropan.
MI209,5 [19-11-1967]
5 Scusate se vi dico questo, ma guardate che nella vita apostolica è più facile forse vedere queste croci come opera della cattiveria dell’uomo e non vedere la mano di Dio. Provate a vedere la mano di Dio in queste croci, vedere l’amicizia di Dio che vi manda queste croci, la bontà di Gesù che vi è vicino con queste croci, e allora non vi peseranno più. E ricordatevi che a un dato momento direte: “Venga la croce!”. Guai a quel giorno in cui non arriva la croce! Se volete guardiamo un caso particolarmente significativo. L’anno scorso abbiamo avuto una grazia speciale in cattedrale, il 4 novembre, con la consegna dei crocifissi ai primi dodici missionari. A un dato momento sarebbe stato facile per noi cadere in un sottile atto di superbia. Tac , e si abbassa la testa. Una croce sulla strada! Le grandi grazie, o prima o dopo, sono accompagnate da colpi perché è tutto sempre proporzionato. Se hai da mettere via dieci grammi di carne di maiale, ci metti un pizzico di sale, ma se devi conservare un quarto di maiale, devi buttarci molte manate di sale. Non si fa così quando si ammazza il maiale? Se noi guardiamo la croce con questo spirito non ci pesa più, perché vediamo che è una croce amorosa. Quell’iniezione che Vinicio ti fa, per esempio, non è più una bastonata che ti dà un nemico, ma una cosa necessaria per avere un bene, e allora tu sei contento, tu lo ringrazi, tu lo paghi, anche se ti fa del male. Nel mondo si va dall’infermiere per fare l’iniezione e si paga. Gesù ce la fa senza pagamento, perché ci vuol bene. Ricordo che quando mia mamma faceva le iniezioni alla povera gente, a povere donne, alla fine, dopo aver fatto venti o trenta iniezioni, venivano a ricompensarla con due o tre uova o con un piccolo salame. Portiamo anche noi questo piccolo salame al Signore; portiamo due o tre uova al Signore, ringraziandolo delle croci, di queste punture che ci dà per strada. Leggiamo. “La vera amicizia esclude ogni egoismo. Infatti, quando leggiamo il Vangelo, vediamo che Gesù vuol farci del bene. Ci chiama: “Venite a me e dimorate in me”; ma se egli ci chiama, è per il nostro bene. Ci dice: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e non ne potete più e io vi darò riposo” (Mt.11,28); ci dice di credere in lui, ma è perché noi possiamo avere la vita e perché la possiamo avere in abbondanza (Gv.10,10); ci chiede di dimorare in lui, ma “colui che rimane in lui porta molto frutto” (Gv. 15,5)”.CROCE
DIO amore di...
DIO cuore di...
DIO bontà
di...
GESÙ
amico
CONGREGAZIONE storia
ESEMPI croce
AUTOBIOGRAFIA famiglia
DIO riconoscenza a...
MI209,6 [19-11-1967]
6 È più facile dimorare con lui quando sappiamo vedere che la croce ci è data da lui che non quando le cose vanno bene. Quando le cose vanno bene, anche apostolicamente parlando, è facile qualche volta dimenticarci di lui. A un dato momento vai fuori, vai fuori e cominci a moltiplicare i pani, a fare i miracoli, e a un dato momento fai confusione, non sai più se ciò che operi sia tuo o sia di Gesù: cominciano ad incensarti ed è facile che il fumo dell’incenso ti faccia perdere la testa; ma quando tutti tirano sassi, allora senti il bisogno di andare con il Signore e di stare insieme con lui. Benedette quelle ore, figlioli, che passerete davanti al tabernacolo quando sarete calunniati, offesi, incompresi; quando andrete a piangere davanti al tabernacolo quelle lacrime saranno come un ascensore che vi porteranno su, su, alla santità! Un sacerdote e un diacono che lavorano e lavorano e poi sono ricompensati con l’ingratitudine, poi sono trattati male: hanno aiutato, supponiamo una famiglia, e poi vengono calunniati da quella famiglia... questo, figlioli, è oro, è oro prezioso! L’uomo di Dio che ha lavorato per anni e anni e poi si vede buttato per terra, veramente buttato per terra, e allora si inginocchia davanti al tabernacolo e piange davanti al tabernacolo... quand’è che un uomo di Dio è più grande che in quel momento? Che grande è questo sacerdote, che grande è questo diacono, colpito innocentemente: ha fatto del bene e viene colpito, viene calunniato, e si trova davanti al tabernacolo. Non c’è niente di umano: c’è solo lui e il suo Dio. Che scambio d’amore, che scambio di cuori in quel momento! Ah, caro Vinicio... questo è il nostro pane quotidiano, e bisogna capirlo questo pane; e lo capiremo un domani se lo comprendiamo oggi. Se oggi nelle piccole cose siamo capaci di vedere la mano di Gesù, un domani, anche se fosse necessaria la crocifissione, vedremo la mano di Gesù, vedremo la mano di Dio. “Nessuno ci potrà amare di un amore di amicizia come il Cristo. Non per nulla la Chiesa ha voluto che il giorno dell’Ordinazione, alla fine della Messa il Vescovo ricordi il testo del Vangelo sull’amicizia: “Non vi chiamerò più servi, ma amici” (Gv. 15,15)”.DIO rapporto personale
CROCE
EUCARISTIA tabernacolo
DIACONATO diacono
SACERDOZIO prete
APOSTOLO uomo di Dio
CONSACRAZIONE santità
APOSTOLO chi è
l’
Il riferimento è a Fernando Murari, che all’epoca frequentava il 2° anno del corso liceale.
Con questo titolo comincia un nuovo capitoletto nel libro di mons. Ancel.
MI209,7 [19-11-1967]
7 Se Gesù, amico nostro, vuole donare sempre qualcosa a noi, e ci dà anche qualche caramella amara, noi dobbiamo fare altrettanto con lui: continuare a dare. Non preoccupatevi di dare caramelle amare a Gesù, perché già gliele diamo lo stesso anche involontariamente. Lui ci dà caramelle amare per farci del bene; noi, purtroppo, nello scambio dell’amicizia ci ridiamo. Facciamo come Luciano Rizzi che va a farsi fare una puntura, e dopo, magari, dà un pugno a Vinicio perché gli ha fatto male. Pressappoco facciamo così. Però, in questo scambio di donazioni, lui dà a noi e noi diamo a lui: diamo la vita, purché sia una vita viva, non una vita morta. Non basta che tu, Fernando , dica: “Signore, io mi do tutto a te”, e ti metta fra le braccia di Gesù, ti metta a dormire tranquillo: “E adesso fa’ tu, pensaci tu a dare da mangiare a Fernando, e ogni tanto mettigli il ciuccio in bocca!”. No, no, deve essere una vita viva quella che doniamo al Signore! Non dobbiamo donarci al Signore da morti, ma donarci da vivi: è diversa la storia! Io mi dono al Signore: “Signore, io penso a te e tu pensi a me”; bellissima cosa, ma pensa a Gesù come lui pensa a te, in una forma viva, in una forma attiva. Perciò le preoccupazioni del Signore siano le tue, gli interessi del Signore siano i tuoi. Se io mi dono veramente al Signore in una forma viva di amicizia, dovrebbe accadere come dice monsignor Luna: “Cari figlioli, bisogna perdere la pace della coscienza”, perché a un dato momento tu senti che il problema del mondo è un problema tuo, senti che la salvezza di tutti gli uomini è un problema tuo, senti la questione delle vocazioni come problema tuo, il problema della riparazione dei peccati come problema tuo. E allora senti il bisogno di pregare, di riparare, di soffrire. Amici miei, lui si dà fino alla morte, e io mi dono alla stessa maniera. Andiamo avanti! “Amore di Salvatore Il Cristo ci ama dunque anzitutto di un amore di amicizia. Egli ci ama anche di un amore di Salvatore. Rileggiamo insieme il testo della lettera agli Efesini che conosciamo bene, perché lo leggiamo a tutte le Messe di matrimonio. Ecco il testo: “Cristo ha amato la sua Chiesa: egli ha dato se stesso per lei, per santificarla, purificandola con il lavacro dell’acqua unito alla parola, volendo presentarla a se stesso, questa Chiesa, tutta splendente, che non avesse macchia o ruga o altra cosa del genere, ma fosse santa e senza alcun difetto” (Ef 5,25-27). Questo testo è scritto riguardo alla Chiesa, ma possiamo applicarlo alla morte di Cristo per ciascuno di noi. Avete notato che S. Paolo su questo punto ha due frasi corrispondenti? “Il Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi” (Ef 5,2). E: “Il Cristo mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal 2,20). Ciò che è vero di tutti, ciò che è vero della Chiesa, è vero anche per ciascuno di noi. Bisogna dunque, leggendo il testo, realizzare attraverso la fede la presenza di Cristo Gesù. “O Cristo, tu mi hai amato e tu sei andato incontro alla morte per me”.GESÙ
amico
ESEMPI Amore di Gesù
CONSACRAZIONE offerta totale
APOSTOLO salvezza delle anime
PECCATO
PREGHIERA
Cfr. Filippesi 2,7.
MI209,8 [19-11-1967]
8 Noi adesso siamo troppo abituati a sentire: “Cristo è morto per noi, Cristo è morto per me!” Supponiamo, Fernando, che dovessero tagliarti le braccia perché hai un’infezione. E io, perché ti voglio bene, vengo all’ospedale e mi faccio cavare le braccia perché le mettano a te. Adesso ci incontriamo noi due: io, Cristo rotto, senza braccia e tu con le braccia. Tutte le volte che mi vedi senza braccia resteresti indifferente? E se io ti domandassi, per piacere, di portarmi un bicchiere d’acqua, ti negheresti con quella mano che è mia e che io ho dato a te, ma che è diventata tutta tua, tutta mia e tutta tua, mi negheresti il piacere di portarmi un bicchiere d’acqua? E se io ho bisogno di soffiarmi il naso, non mi faresti il piacere di soffiarmelo tu, con la tua mano? Potresti dire: “Ah, non ho tempo!”. Ma scusa: quelle mani te le ho date io! Fratelli miei, ci rendiamo conto che il Signore ha fatto molto e molto di più per ognuno di noi? È questo che bisogna che ci mettiamo in testa. La meditazione deve farci capire la profondità di questo “exinanivit semetipsum, formam servi accipiens...”. Il termine “exinanivit” è intraducibile in italiano: “prendendo la forma di servo”. Perché? Il Verbo eterno si fa uomo. Perché? Immaginate che muoiano tutti gli uomini, immaginate che non siano mai esistiti: sono io solo, sono io solo, e per me è impossibile l’entrata in Paradiso. Lui, Verbo eterno, si fa uomo per salvare me. Figlioli, è impossibile non farsi santi pensando a queste cose, è impossibile! Non solo resta in mezzo agli uomini “factus oboediens usque ad mortem, mortem autem crucis”, ma anche si consegna. È come se io andassi all’ospedale a consegnarmi per farmi tagliare le braccia per darle a te. Lui si consegna ai carnefici per essere ucciso di una morte infame proprio per me, perché mi vuole vivo, mi vuole salvo. Tu senza braccia, avrai le braccia; tu senza vita, avrai la vita a costo della mia morte. Amici miei, è possibile non amare Gesù quando pensiamo a queste cose? La forza del nostro amore deve partire dalla contemplazione di quello che lui ha fatto per me.GESÙ
salvatore
GESÙ
amico
ESEMPI Amore di Gesù
PREGHIERA meditazione, contemplazione
GESÙ
servo
GESÙ
incarnazione
MI209,9 [19-11-1967]
9 Quando, per esempio, tu vedi uno che parte da Roma per venire a darti una mano, lo ricevi a braccia aperte: “ Sei partito da Roma?”. “Non c’erano treni, non c’era niente e sapevo che tu avevi bisogno e allora sono venuto”. Il Verbo è partito dal cielo... “Ma come, Signore, sei nato in una grotta, nella miseria?”. “Beh, ma almeno adesso ti tratterò bene!”. “No, non importa, sono venuto a darti il sangue, a morire per te”. Figlioli, guardate che bisogna meditare di più la passione del Signore, ma non meditare la passione del Signore staccata dalla nostra vita: Gesù è morto per i poveri dell’India, Gesù è morto per i poveri Cinesi... ingrati Cinesi! No, no, Gesù è morto per me. Lasciate stare gli altri, perché voi sapete che è stato crocifisso ed è morto per me; siamo io e lui. Quelle mani mi devono dire qualcosa. Guardando il crocifisso io devo pensare che se io non avessi mai fatto peccati, forse non sarebbe andata così. Lasciate stare adesso le questioni teologiche, lasciamo stare i teologi. Si tratta che lui è morto e io, io, io l’ho messo in croce. “Ma io - dice Fernando - nella mia vita ho fatto solo un peccatino piccolo, piccolo, piccolo”. Pensa che cos’è il peccato, pensa che cos’è il peccato, chi abbiamo offeso e nessuno potrà dire: “Io non c’entro!”. Forse don Pietro, ma tutti gli altri... Nessuno può dire: “Io non c’entro”. Beh, allora l’abbiamo messo in croce insieme! No, sono stato io! Guardate che la santità nasce dall’ ‘io’, non dal ‘noi’. Non so se sbaglio. Sbaglio? ‘Io’ ho fatto queste cose. Se noi non comprendiamo Gesù salvatore, Gesù crocifisso, è difficile comprendere la Messa, è impossibile capire la Messa, è difficile capire l’Eucaristia, è impossibile capire l’Eucaristia. Prima di capire Gesù presente in un’ostia consacrata, bisogna capire Gesù, Verbo eterno, fatto uomo e crocifisso. Se io capisco Gesù, allora lo capisco presente nell’ostia.ESEMPI Amore di Gesù
GESÙ
incarnazione
PREGHIERA meditazione, contemplazione
GESÙ
crocifisso
PECCATO peccatore
PECCATO
CONSACRAZIONE santità
GESÙ
salvatore
Grande diva del cinema italiano.
MI209,10 [19-11-1967]
10 È inutile, per esempio, che adesso mi dicano: “Giù è arrivata Sofia Loren !”, perché non m’interessa Sofia Loren. Se invece mi dicono: “Giù è arrivata tua mamma”. “Ma è in Paradiso!”. “Sì, è arrivata adesso mandata dal Signore!”. Capisci bene che mi rompo le gambe per andare giù a trovare mia mamma: è la mia mamma! Se mi dicessero che è arrivata mia mamma direi: “Ma come?”. “Sì, il Signore le ha dato libera uscita per poche ore ed venuta a trovarti!”. Mi dispiace, ma lascio stare tutti e vado a salutare mia mamma. Dico male? La corsa la fai a seconda della persona che c’è giù. Voi forse correreste giù anche per Sofia Loren, per vedere almeno che bestia è; sì, perché il suo nome comincia con la ‘esse’ e a Grumolo hanno tutte le mucche con il nome che comincia per ‘esse’. Tutti i vitelli che nascono quest’anno hanno nomi che cominciano con la ‘esse’: sindaco, segretario, sterlina, stella... ma la prossima che nasce sarà ‘sterlina’, perché è stata svalutata la sterlina e allora le mettono nome sterlina; io avevo fatto la proposta di chiamarla Sofia, e per questo mi è venuto in mente l’accostamento. Se io so che c’è una persona che conosco e che amo, faccio un salto; in caso contrario resto indifferente. Ora è inutile che diciamo tanto: “Gesù è presente nell’Eucaristia e bisogna sforzarsi di credere che Gesù è presente nell’Eucaristia”. Prima di sforzarci di credere che Gesù è presente nell’Eucaristia, dobbiamo sforzarci di capire chi è Gesù, perché quando tu hai capito chi è Gesù e sai che è presente nell’Eucaristia, allora fai un salto per andare in chiesa a trovarlo, allora stai con lui. Ma se non sai chi è lui, penso che poco ti interessa che nell’Eucaristia ci sia lui. Per capire chi è lui bisogna che ci fermiamo, individualmente, a meditare: lui eterno, lui nel tempo, lui nella crocifissione, lui nell’Eucaristia. È il punto di arrivo, ma è anche il punto di partenza per la nostra santificazione, perché quando tu ti incontri con il Cristo, ad un dato momento lui ti rinnova e si diventa ‘uno’.NOVISSIMI paradiso
ESEMPI conoscenza di Gesù
ESEMPI Eucaristia
PREGHIERA meditazione, contemplazione
CONSACRAZIONE santità
MI209,11 [19-11-1967]
11 Per arrivare a questo bisogna partire da là. E allora, vi prego: fermatevi qualche volta a meditare la passione del Signore. Noi facciamo la Via Crucis insieme una volta alla settimana, e ci tengo che venga fatta insieme, ma voi fatela qualche altra volta per conto vostro, anche se non girate attorno alla chiesa. Fermatevi a meditare una stazione della Via Crucis. Lui condannato a morte. Vi rendete conto? Condannato a morte! Lui condannato a portare lo strumento della sua passione. Immagini di fermarlo per la strada e di dirgli: “Signore, che cosa fai?”. “Vado a morire per te”. “Ma perché?”. “Perché voglio portarti in Paradiso, perché ti voglio salvo; perché tu, altrimenti, con quelle passioni che hai addosso, con quelle passioni impure, con quei demoni che hai dentro di te, caro figliolo, se io non muoio... Devo morire, devo morire per te, devo aiutarti! Solo con la mia morte posso farlo!”. Ad un dato momento, quando tu hai capito questo, scappi in giro per il mondo a far conoscere Nostro Signore. Fai come Santa Maria Maddalena de’ Pazzi che si alzava di notte e diceva: “L’amore non è amato”. E allora non ridi più se senti che questa monaca si alzava di notte e andava gridando per il convento queste cose, perché capisci anche tu che davanti a Cristo che ha fatto tutto questo per te, tu devi fare qualche cosa per lui: l’amore non ragiona più. Mi sembra che il Signore mi abbia amato così tanto che non ha più ragionato, è andato fino in fondo, fino in fondo. Ebbene, quando anche tu avrai capito, darai a lui il tuo amore e non ragionerai più. Ed ecco i santi, allora, che tu vedi inquieti di giorno e di notte, di qua e di là: non ragionano più. Perché? Perché l’amore in questo caso dà completamente tutto. E così sia.PREGHIERA meditazione, contemplazione
GESÙ
Via Crucis
PREGHIERA dialogo con Dio
NOVISSIMI paradiso
DIO amore a Dio
CONSACRAZIONE offerta totale