1. Prima di incominciare la meditazione devo dirvi una cosa: che un canarino... Se io chiedo al nostro Tony, là, grande artista, se el ga più grande el cuore un canarin o un bo, lu el me diria: "El canarin lo ga più piccolo de un bo". Cosa ghin dixìo? Nol ga mai vardà el cuore de un canarin, ma pensando, insomma, forse el cuore de un bo te lo ghe visto qualche volta, no? Bene: il canarino ga el cuore più piccolo del bo.Ora, l'apostolo dovrebbe avere il cuore ancora più grande del bo.Ghe xe don Umberto che dixe che qua semo matti.Guardate che l'apostolo dovrebbe avere un cuore grande, grande, grande... non materialmente, perché se Beppino gavesse el cuore de un bo, poareto, el s-cioparìa da na parte, no? Come San Filippo Neri che l’è s-ciopà un pochetin, un par de costole. Però guardate che una delle cose che noi dobbiamo avere è un cuore grande. Guardate, se uno fosse muto, muto, non potrebbe andare sacerdote perché non può predicare. Chiaro? Se uno è sordo, non lo ammettono al sacerdozio perché non può confessare... Ma se uno non ha un cuore grande, non può essere ammesso a essere né sacerdote né diacono.Vedete, forse tante volte di queste cose un po' esterne ce ne accorgiamo.Se si presentasse qua Beppino: "Mmm, mmm, mmm". "Don Venanzio, cosa hai portato qua, benedetto dal Signore? In che buso lo gheto trovà?". Giusto, no? Come si può far vegner fora un prete, un santo prete? Sarà un santo anacoreta, ma un santo prete che comincia a predicare... niente. O un sordo. Venisse qua... Mi avessero portato a casa Tarcisio sordo. Comincia... e non sentisse una parola. Come si fa? Come si fa a intavolare una...L'apostolo deve avere queste doti, no? Chiaro? Ora, come avete fatto a portarmi in casa uno senza cuore, uno senza cuore? Venanzio, come hai fatto a trovare fuori uno senza cuore? Il cuore si mostra in tante piccole cose. Per esempio, ieri sera mi hai fatto fuori tutta l'acqua e stamattina, ora di Messa, non c'era neanche l'acqua nell'ampollina... Senza cuore! Vero o no? Vedete, vedete, scusate se l'ho presa un pochino allegramente...
MO319,2 [27-08-1970]
2. Ma, guardate, una delle cose, proprio, che dovremmo proprio... Chi è il responsabile di una Congregazione, dovrebbe essere un esame severissimo che si dovrebbe fare... eh, no, a don Giuseppe, sai... cioè vedere se c'è cuore, se c'è cuore, se uno è capace di amare. Ma guardate che essere capace di amare vuol dire capaci di dare, no capaci di avere. Perché uno può amare, supponiamo, Battista, perché sa che Battista a casa ha un figaro e coi fighi boni: ama Battista... cioè ama i fighi... cioè ama Battista per i fighi, vero? Come diceva monsignor Snichelotto che uno può sposare la dote con la relativa femena, sposa la dote con la relativa femena. È chiaro! Si può amare il dono con la relativa persona che lo porta questo dono, no? E può essere anche: uno tu lo ami perché ti dà soddisfazione col suo modo di fare, con la sua presenza; fin che te ne dà lo ami... o finché ha qualche cosa da darti, lo ami. Come è successo per gli amici del figliol prodigo, no? Il figliol prodigo è stato amato dagli amici finché aveva soldi nella borsa; co non aveva più soldi, non aveva più niente.Ora, attenti, l'apostolo deve essere capace di amare.Dopo andremo avanti un pochino con la nostra meditazione, perché è proprio un cantico sull'amore questa qui... Ma deve essere capace di amare... cioè, voglio dire, deve essere capace di sacrificarsi, di dare, di dare.Vedete, vedete, l'esame della vista, della lingua, o che so io, della lingua o che so io, dell'udito... si fa, si capisce subito. Ma guardate che anche l'esame sull'amore, sapete... quando uno ha un po' di esperienza di vita si accorge subito se c'è o non c'è.Io volevo bene a mia mamma e a mio papà... Io credo che non mi avete mai sentito dire male di mio papà e di mia mamma, no? Perché? Perché io amavo mio papà e mia mamma. Ma sono convinto che volendo guardare, ma non voglio guardare, troverei difetti in mio papà e anche in mia mamma.Ora, l'amore, guardate, è un qualche cosa che passa sopra a tutto.
MO319,3 [27-08-1970]
3. Poniamo ipotesi, che io trovassi uno che è rimasto, supponiamo, cinque anni nella Casa dell'Immacolata, e a un dato momento, perché don Ottorino o un altro gli fa un piccolo dispiacere, veramente, che io mancassi di carità... E a un dato momento quello, dietro alla schiena dovesse dir male di don Ottorino... Quello non ha carità, non ha amore. È come uno che è muto e non può andare a predicare. Perché l'amore perdona, l'amore sopporta, l'amore comprende, l'amore sa passare sopra, sa vedere solo i benefici ricevuti e sa passar sopra anche a eventuali cose che ha ricevuto... dispiaceri, affronti, che so io. Se uno non ha questo amore, non può predicare il Vangelo: è come un muto che non può predicare il Vangelo. Perché deve avere, come dicevamo prima, un cuore grande che assomiglia al cuore di Dio che è infinito, che ha sempre parole di perdono, sempre parole di comprensione per il peccatore, che là sopra la croce si rivolge ai crocifissori e poi guarda in alto: "Padre, perdonali", che stende le braccia a un Giuda che va con un bacio per tradirlo. State attenti che se non abbiamo questo cuore, non possiamo sconvolgere il mondo.Ieri sera, parlando con quel sacerdote lì, con Paolo, mi sono soffermato un pochino - c'era anche don Gaetano presente e qualche altro - a dire una cosa che mi pare che sia importantissima: oggi c'è una crisi nel mondo di santi. Se mi si domandasse: "Di che cosa ha bisogno tutto quel mondo sottosviluppato?". Abbiamo una parte del mondo, no, che soffre e patisce la fame. Potreste dirmi: "Ha bisogno di trattori, ha bisogno di soldi, ha bisogno...". Io vi dico: "Ha bisogno di santi”. Caro Beppino, ti spaventi? Il mondo oggi ha bisogno di santi. Perché? Chi è il santo? È uno che è in contatto con Dio e manifesta agli uomini l'amore di Dio. È giusto? È in contatto con Dio, vive solo per il Signore, ma cammina in mezzo agli uomini, manifestando tra gli uomini l'amore, la potenza di Dio, i doni di Dio, facendo vedere agli uomini la strada che conduce a Dio. Questa è la missione che è riservata a noi.
MO319,4 [27-08-1970]
4. E per arrivare a questo, fratelli miei, bisogna avere il cuore di Dio. Perciò qui ci vuole un chirurgo - quello là nell'Africa me pare che la sia andà storta, no? - e viene fatto un cambiamento di cuore. Mi pare che tu, Giuseppe, disprezzi un pochino le operazioni: come operatore o come operato? Operatore può essere Toni, magari, no? L’è abituato elo a Grumolo, qualche operazione chirurgica... Qui bisogna proprio, assolutamente, guardate, fratelli miei, che tutti ci mettiamo sul tavolo operatorio e ci facciamo operare, che cediamo il nostro cuore e che lasciamo che venga intromesso dentro di noi il cuore di Dio. Poi possiamo partire e...Si dice... Vi racconto una storiella che ci raccontavano quando eravamo ragazzi. Dato che oggi è un po' di festa... teniamo un po' leggera, no? Raccontavano che avevano cambiato il cuore a due ragazzi: a uno avevano messo il cuore di un maialino e a uno il cuore di un gatto. L'avete mai sentita? E quello al quale avevano messo il cuore di maialino, a un dato momento, va camminando e vede una seccia de spoentaure, no: "Bo... bo... bo... bo... le spoentaure". "Ma cossa gheto? Cossa galo sto toso, no?". Insomma, tutti i desideri del mas-cio li gaveva, per parlarse in termini proprio... Invece quello che gaveva el cuore del gatto, el ga visto delle moreje, el ga visto el lardo, el ga visto... tutto quello che desiderava un gatto, lo desiderava lu. Ecco. Ci raccontavano queste storielle quando eravamo da asilo, e ci dicevano: "Vedi, se tu metti il cuore del maialino hai tutti i desideri del maialino, se tu metti il cuore di un gatto tutti i desideri... rubare, grattare, eccetera... di un gatto, se tu metti il cuore di Dio hai tutti i desideri di Dio".Tiriamo via l'immagine, perché adesso poi il cuore potrebbero anche cambiarlo su in qualche modo, no, e andiamo nella realtà: se io mi sforzo di mettere in me l'amore di Dio, io praticamente, vero, ho il cuore di Dio.Del resto qualcuno potrebbe dirmi, qualche sacerdote della diocesi di Padova: "Ma, insomma, questo è un modo semplicistico di parlare!".Quando il Sacro Cuore di Gesù, che forse se ne intende più di noi di queste cose, è apparso a Santa Margherita Maria, ha mostrato il suo cuore fiammeggiante di amore e ha mostrato quel cosino piccolo piccolo, nero nero, e ha detto: "Questo è il cuore che ha tanto amato gli uomini. E vidito quel mestiereto nero là? L’è' el tuo, l’è el tuo". E l'ha messo qua.Ecco i santi che parlavano con tanta semplicità! Qualche volta hanno azzardato anche di dire al Signore: "Signore, femo el cambio: mi te dao el mio e ti te me dè el tuo". Ora, se noi dobbiamo essere il Gesù che continua...
MO319,5 [27-08-1970]
5 Io ieri sera ero lì in chiesa ed ho cominciato a prendere paura: "Io devo essere Gesù che continua. Io devo essere il Gesù. Perciò io mi presento alle persone, devo essere Gesù". Ma, cari miei, quanta roba differente tra el modo di pensare di Gesù e il mio modo di pensare! Il modo di agire, modo, eccetera... verso me stesso, verso Dio, verso i fratelli. Quante cosette, no, Beppino, che bisogna tirar via o che bisogna zontare qualche volta? Ora, vedete, io direi proprio: questa deve essere la preoccupazione nostra.Perché quando io prenderò Battista e lo manderemo nel Mato Grosso, perché penso che posti migliori per lui non ce ne siano, vero... io dovrei scrivere a monsignor Faresin o a qualche altro: "Carissimo collega - no collega perché mi sia vescovo, ma perché gerimo compagni de scuola - Carissimo don Camillo, ti mando Gesù, ti mando Gesù".Quando, per esempio, chiederanno da Marte una spedizione... Don Gaetano, per forza, sarà lui che saprà quella lingua... ne sa tante, no, vero, Gaetano? Ai marziani: "Noi della Pia Società vi mandiamo Gesù, il quale Gesù ha anche un soprannome, che è Gaetano".Quando poi si tratterà di mandare in mezzo, che so io, ditemi qualche bel posto, nel Kenya... Non avete nel Kenya, voi, la missione? Ci vorrà qualcuno nel Kenya e allora manderemo don Umberto. "Carissimo... - là c'è mons. Moletta - Le mandiamo, vero, Gesù, che si chiamava una volta don Umberto, o si chiama anche adesso don Umberto".Ecco, bisogna che arriviamo a questo: che anche se non lo scriviamo su un pezzo di carta, devono sentire l'arrivo del Cristo. Guardate che ai primi tempi della Chiesa sentivano l'arrivo del Cristo quando arrivavano i cristiani o quando arrivavano gli Apostoli. Xe sbaglià? E devono sentire. Ed è in proporzione di quello che sentiranno della presenza del Cristo che si incendierà il mondo.Se io vado in un bosco con l'elicottero, e butto giù un ettolitro di acqua calda, cossa vuoi... acqua calda la xe! Ma se butto giù qualcosa... per esempio, del kerosene, del kerosene e del cotone acceso, eccetera... butto giù, a un dato momento, da lontano la gente: "Oh, ghe xe un incendio là!". E ho buttato giù magari due tre chili solo di roba. Con un DC8 tu puoi buttar giù anche settecento litri di acqua calda o settecento quintali anche di acqua calda, no? Con un DC8 puoi buttar giù anche settecento quintali di acqua calda! Però, amici miei, non incendierai il bosco. Ed è appunto questo calore che il Signore domanda a noi.
MO319,6 [27-08-1970]
6. Premesso questo, leggiamo."Non sarà per come parlate, ma per come amerete, che convertirete i cuori. - siamo arrivati qua ieri mattina, no? - Troverete peccatori? Amateli. Soffrirete per discepoli che si traviano? Cercate di salvarli...".Ecco adesso, per esempio.Ieri mi è stato detto da una persona: "Ma, sa... Guardando in alto, guardando qua, guardando là, non ci sono santi, perciò...". Per gnente! Avessimo anche il Papa che bestemmia... - lo gavìo sentìo bestemmiare? No, eh! - el Papa che bestemmia, il vescovo che tira porchi... tutti i vescovi... - me par de aver sentìo Girolamo stamattina... - tutti i vescovi tirano porchi, il Papa che bestemmia, tutti i preti, vero, assassini, ladri, briganti, assassini... tutti. Va bene? Ciò non me scusarla. Ti fatte santo. "Ma sa... come si fa?". Fatte santo ti, vero. Dirìa monsignor Luna: "Benedetto dalla Madonna!". La Madonna non tira mia porchi, vero? Gnanca l'Eterno Padre contro lo Spirito Santo; le tre persone della SS. Trinità almeno le va d'accordo. Se tutti i baruffa, almeno quei tre lì i va d'accordo. Giusto, no? È uno solo.Sarìa come dire... sa... che xe bella, no? Sarìa come dire: "A semo drio andare in bicicletta, semo in quaranta che corremo in bicicletta, trentanove se rabalta e va xo par el fosso... Ah, vao xo anca mi". "Scusa, sito così bauco? Sta in pie ti, no? Daghe una man per sollevarli. Ma parchè gli altri va nel fosso, vao anca mi!".Xe mezzogiorno, pieni de fame. Uno dixe: "Mi non go fame... Mi non go fame...". E allora Battista: "Non magno gnanca mi". Ve par giusta sta roba qui? Me par che la xe una roba da manicomio, no?Ora, trovar scuse perché gli altri non amano il Signore, perché gli altri mormorano: "Mormora tutti... critica tutti; critico anca mi. Bestema tutti... bestemo anca mi!". "Anima de Dio! Tu domani dovrai rendere conto al Signore del tuo amore, della tua azione. Se gli altri vanno nel fosso, vuoi andare nel fosso anche tu?". Ora, eccolo qui: tutto il gregge e le anime che sono andate nel fosso, e queste anime possono essere i cristiani. "Ma i xe proprio quelli dell'Azione Cattolica! I xe proprio tutti i preti...". "E cosa importa? Tu cerca di fare il tuo dovere bene, comincia a rivoluzionare il mondo rivoluzionando te stesso".Scusa, se tu hai visto di sopra tutte le stanze sporche, unte, eccetera... "Oh mamma mia! Tutte le stanze sporche!". Mèttete a posto la tua, intanto... Dopo, se quando hai messo a posto la tua, hai un po' di tempo, comincia piano piano a mettere a posto anche quella che è vicina a te, in modo che i sorzi della camera vicina non i vegna dentro nella camera tua, no? Dopo, un pochino più in là. Finché piano piano, con l'aiuto... Vedrai che qualche altro, vedendo che tu ti metti a posto, vedendo che tu alla mattina sei pulito e l'altro è sporco, vero, dirà: "Ben, speta, anca mi! Speta, anca mi!". Sente che tu sai profumo e l'altro sa spussa... piano piano... È una infezione che porta...Ma guardate che tante volte noi siamo schiavi un pochino del mondo che abbiamo attorno. E invece di andare a convertirlo, ci lasciamo convertire noi, e invece di tirar su, ci lasciamo tirar giù. Tante volte, vero, tante volte può capitare questo...
MO319,7 [27-08-1970]
7. Scusate, andiamo per immagini, vero, stamattina. Battista l’è sentà in cima al figaro, là ch’el magna fighi; arriva un gruppo... gli altri no? "Oh... come si fa? Come si fa?". E allora Battista, da furbo, el vien zo dal figàro. Ma no, fiolo! Tirali su gli altri se i vole magnar fighi, se no non te magni fighi né ti gnanca lori. Perché almanco fin che ti si in sima ti, qualchedun te poi buttarghine anca xo, no? Ma se te vien xo anca ti, che aiuto ghe deto agli altri? Cerca de tirarli su, e se proprio non te si bon de farli su, ciapa qualche figo e buttaghelo xo, no, e daghe na man.Ora, se il Signore ti manda in un posto dove trovi che tutti tirano giù, che tirano giù, anche quelli che non dovrebbero tirar giù, fa un piassere, resta in sima al figaro ti, e magna... perché dopo te ghe da darghe na man; co te ghe magnà te ghe più fià. E se puoi, buttane giù qualcuno che i senta quanto dolsi che i xe. E quando che i sente che i xe dolsi, te dixi: “Adesso vegno xo e ve dao na man"; ma no: “Xo mi, vegno xo con na man par tirarve su”.Ora, non dobbiamo scendere dal posto dove che il Signore ci ha messo, per la scusa di dire: "Andiamo in mezzo a loro e così andiamo su in compagnia". Dobbiamo scendere sì con il cuore, parlare in mezzo a loro, ma non scendere dalla virtù, state attenti, non scendere dall'unione con Dio, non scendere dalla preghiera, con la scusa di andare in mezzo a loro e poi tirarli su. Perché vorrebbe dire andar xo, e dopo co se xe xo non aver più la forza de andar su... perché intanto el figaro se rompe, magari."Cercate di salvarli con l'amore. Ricordate la parabola della pecorella smarrita...!".
MO319,8 [27-08-1970]
8. Un'altra distrassion. Stamattina la va a distrassion. Cosa direste voi, se la pecorella smarrita, - facciamo conto che sia una pecorella rossa, Virginio - smarrita, è andata via. Sa, a un dato momento ga baruffà coll'assistente... sbatte le porte: "Basta, vao via, vao via, vao via!". E cosa succede? Che allora c'è uno che va in cerca della pecorella smarrita. Michele: "Adesso vado in cerca". Ah, il buon pastore in cerca della pecorella smarrita! Va in cerca di qua, va in cerca di là... Dice a don Venanzio: "Vado in cerca... Non mi darò pace finché non l'ho trovata. Quando l'avrò trovata, ghe dao un baseto, me la carico sulle spalle e me la porto a casa. Non scopeloti, un baseto e la porto a casa". Sennonché camminando, cammina, cammina, arrivato vicino a Giovanni: "Oh, Giovanni...". "Entri un po'". E, insomma, lui entra, beve un bicchierino, dopo un altro bicchierino.... E prende una di quelle sbornie, vero... In modo che la pecorella smarrita magari torna a casa e dopo, verso l'una, le due di notte i compagna a casa anche il pastore che è andato in cerca della pecorella smarrita...Guardate che sono fatti che capitano, fratelli miei, sono fatti che capitano. Potrei tradurli in altra lingua... E don Umberto, e don Giuseppe, e don Gaetano, i più vecchi, e Toni... potrebbero darmi ragione. Quante volte l'apostolo, con la scusa che va in cerca della pecorella smarrita, va, va... ma un po' leggermente. E a un dato momento la pecorella, dopo un pochino di tempo torna a casa, e lui invece non torna più a casa.Cosa ghe xe?UNA VOCE: "Va a smarrirsi".Va a smarrirsi lu, sì, va a smarrirsi lu. Con la scusa di andare a vedere da Giovanni se per caso l’è dentro, se per caso l’è dentro, resta dentro lu...Don Umberto, dico brutte robe?Guardate che oggi c'è questo grave pericolo, grave pericolo: di andare in cerca della pecorella smarrita... e siccome per la strada c'è una bella strada asfaltata e c'è una bella osteria... ed è più facile sedersi là e bevarne un goto che non andar su per i boschi, de qua e de là, in cerca de quel singano che xe scapà via, vero, è più facile... Magari, può darsi anca questo: che la pecorella sia dentro là, no? Può capitare anche questo: che la pecorella è dentro là, e allora: "Ecco...". A un dato momento la pecorella capisce che non è al suo posto e va via, e l'altro resta là. Potrei parlare con esempi che hanno un altro nome... Ma guardate, c'è questo pericolo.
MO319,9 [27-08-1970]
9. "Oh! Per secoli e secoli essa sarà il richiamo dolcissimo lanciato ai peccatori. Ma sarà anche l'ordine sicuro dato ai sacerdoti miei. Con ogni arte, con ogni sacrificio, anche a costo di perdere la vita nel tentativo di salvare un'anima, con ogni pazienza, voi dovrete andare cercando gli smarriti per riportarli all'ovile".Un altro pericolo di oggi è qui: "... con ogni sacrificio, a costo di perdere la vita nel tentativo di salvare un'anima, con ogni pazienza voi dovrete andare cercando gli smarriti per riportali all'ovile". Il pericolo di oggi è questo: che con la scusa di andare a cercare le anime smarrite, si va invece, così, a cercare delle amicizie e a soddisfare noi, in un certo qual senso, con le amicizie... ma buone! Non parliamo di amicizie cattive, eh, intendiamoci bene; ci fermiamo ancora nel campo buono. Vado in una famiglia, mi fermo là... Naturalmente, sa, qualche discorso buono vien fora... e naturalmente...Ma, amici miei, guardate che Gesù quando andava in casa di Lazzaro restava là soltanto il tempo necessario per fare del bene, non si fermava una notte di più, una sera di più, un'ora di più.Il pericolo di oggi, proprio... Il demonio... Una delle tentazioni credo più grandi che ci sia oggi per i sacerdoti buoni, buoni, è quella di perdere tempo di qua e di là, e non si accorgono queste creature che vanno in cerca proprio di una certa soddisfazione umana. Così, si va: “Vado cercare l'uno, l'altro, mi fermo, ciacolo una mezz'ora, un'ora, eccetera”, così e così!Amici miei, noi siamo degli specializzati.Un medico, quando va in una casa, va come medico: non si ferma là un'ora a ciacolare de verze, de capussi, de una cosa, l'altra, st'altra... perché el ga tutti gli altri ammalati e bisogna che li cura. Altrimenti in una giornata avrà curato tre ammalati, ma non ne ha curato quei venti, trenta che il Signore voleva che fossero curati.
MO319,10 [27-08-1970]
10. Ci deve essere in noi, vero, un amore per le anime.Vi ricordate la storiella... - andiamo a storielle, no? - quella del lupo e dell'agnello, del lupo che è andato a confessarsi, no, e a un dato momento si è confessato che aveva rubato questo e quello... A un dato momento vede un agnello, là: "Padre, mi dia presto la penitenza; non ne posso più...". L'altro credeva che avesse dolore dei peccati. Insomma... "El fassa presto, - el ga dito - ghe xe un agneletto là, se no el scappa e dopo non lo ciapo gnanca", el ga dito, no?Ora, mi pare che l'anima dell'apostolo dovrebbe continuamente vedere anime, vedere anime, aver fretta per correre vicino a un'altra anima. Quando lui è con un'anima e vede un'altra passare: "Ho fretta di finire per andare a prendere quell'altra anima e portarla su". Ci deve essere questa sete di anime. E perciò se io vado con delle persone... ma anche vado in una casa, devo subito attaccare il discorso, devo sentire dentro di me qualcosa che mi spinge a portare su quest'anima. Quasi come il Bambino Gesù che è nel seno purissimo della Vergine, che comincia, vero, a lanciare i suoi raggi di amore verso il piccolo Battista che ha ancora da nascere. Noi siamo i portatori di Cristo, figlioli!Queste cose, guardate, si capiscono solo ai piedi del tabernacolo. Queste cose si capiscono solo quando l'esame di coscienza lo facciamo continuamente dinanzi a Dio sul nostro lavoro apostolico, sulle nostre azioni apostoliche. E questo spirito o lo acquistate fin che siete ancora giovani qui, finchè vi chiamate Beppino, Carlitos, eccetera, eccetera; ma quando incominciate a chiamarvi Ottorino a cinquantacinque anni, o Vinicio a quarantadue, vero? Ormai, quello che siamo siamo, quello che siamo siamo. Basta, distrazioni basta!Queste parole: "... con ogni arte, con ogni sacrificio". Ogni arte: ci vuole arte per salvare anime. Ci vuole sacrificio; bisogna inventare qualcosa per le anime. E i santi erano, si può dire, degli artisti in questo punto qua."L'amore vi darà gaudio. Vi dirà: 'Non temere'. Vi darà un potere di espansione nel mondo quale Io stesso non ebbi".Quando voi avrete un cuore grande, come dicevamo prima, della grandezza di Dio, voi avrete un potere di espansione, troverete sempre cose nuove... Guardate i santi: trovavano sempre qualcosa di nuovo, qualcosa di nuovo; sono degli inventori, no? Invece gli altri... ripetitori... Tu vedi qualcuno che sa inventare qualcosa di nuovo. Il santo inventa sempre qualcosa di nuovo. Perché? Perché è pieno di amore, e l'amore dà un potere di espansione. È un rivoluzionario il santo. Ma perché? Perché ha l'amore di Dio.
MO319,11 [27-08-1970]
11. "Non deve più l'amore dei giusti futuri essere messo come un segno esteriore sul cuore e sul braccio, come dice il Cantico dei Cantici. Ma deve essere messo nel cuore. Deve essere la leva che spinge l'anima ad ogni azione. E ogni azione deve essere sovrabbondanza della carità che non si appaga più di amare Dio o il prossimo soltanto mentalmente, ma scende nell'agone, in lotta con i nemici di Dio, per amare Dio e prossimo anche contingentalmente, in azioni anche materiali, vie ad azioni più vaste e perfette che terminano alla redenzione e santificazione dei fratelli".Tu vedi allora i santi che amano Dio, e vanno là in mezzo al deserto per predicare Dio, no; ma non si accontentano allora soltanto di predicare Dio, ma impiantano il tubo sottoterra e viene su l'acqua, e fanno divenire anche materialmente un'oasi.Guardate, noi, per esempio, abbiamo mandato i nostri cari confratelli in America Latina, eccetera... Tu vedi che sono andati pieni di amore di Dio, con l'intenzione di predicare il Vangelo, ma naturalmente, proprio vorrei dire, di seguito, insieme, è venuto il laboratorio, è venuto qualche cosa. Tu vedi che in ogni posto dove sono andati i nostri fratelli è nato qualche cosa. Anche a Crotone, Monterotondo, sta nascendo qualche cosa.Perché se tu ami veramente, poi vedi... Allora vedi il Santo Curato d'Ars che impianta anche lui qualche cosina di opere caritative. Non parliamo del Cottolengo, non parliamo di altri santi. Non si può vedere un fratello che soffre la fame e non prendere un pezzo del tuo pane e portarlo al fratello. Non si può, andando a visitare una povera ammalata e vedendo che patisce la fame, non prendere e portare qualche cosa. Sono le cose più belle di un apostolo queste. Dopo di aver dato... Non dare il cibo materiale perché ci sia quello spirituale, ma...Mi ricordo le prime volte da sacerdote, quando che andavi a trovare qualcuna di queste povere creature ammalate, croniche, eccetera. Con quanta gioia si passava prima dal macellaio a comperare un pezzettino di carne e te lo mettevi in tasca, e andavi da questa povera donna e poi ci buttavi là questa..."Ma no, padre"."Lasci stare, è stata la provvidenza, è stata una persona che mi ha dato per... Lasci stare, è stato Dio, e ringrazi il Signore! Il Signore ci vuole tanto bene".Che bellezza! Che bello che è fare questa carità!
MO319,12 [27-08-1970]
12. Guardate, giorni fa ho avuto occasione di incontrami con una persona, che proprio aveva bisogno, proprio aveva tanto bisogno. E, naturalmente, non mi ha domandato la carità; è solo venuta, questa persona, a chiedere, guardate... - è una persona anche distinta - è venuta a chiedermi soltanto una preghiera. È venuta su apposta. Dice: "Senta, ho sentito parlare dell'Istituto, eccetera... So che la provvidenza vi segue. Avrei bisogno che il Signore mi aprisse una certa via", eccetera. E mi ha spiegato un po’ tutto... "Vorrei solo che lei pregasse la Madonna per me, che si unisse a me a pregare la Madonna. Io voglio fare la volontà di Dio solo, ma che mi aiutasse a pregare". Un uomo che viene così, solo chiedendo preghiere. E poi ha cominciato a parlare un pochino; io ho preso diecimila lire e gliele ho date..."Non faccia...".Si è messo a piangere come un bambino... "Mi faccia la carità. Non voglio niente... Mi faccia...".Insomma gliele ho date e me la ha buttate indietro."Allora le tenga la e mi dice una Messa per me"."La Messa gliela dico lo stesso. Faccia un atto..."."Ma, don Ottorino, mi scusi...".Insomma gliele ho messe in tasca: "Faccia un atto di obbedienza a Dio e si porti via questi soldi per i suoi figlioli".Guardate, un professore! Si trovava in questa situazione... tutto dire, no? Un professore, che si trovava in questa situazione tragica, familiare, eccetera... e ho detto:"Faccia un piacere, faccia un atto di umiltà di ricevere..."."Ma no, io non ho mai domandato la carità a nessuno; prendere è un’umiliazione per me..."."No! Faccia questo atto di carità. Guardi, siamo fratelli, siamo figli dello stesso Dio, fratelli di Gesù, siamo della stessa famiglia. Li accolga da un fratello della stessa famiglia".Mi pare che questa è la carità; dobbiamo farla, dobbiamo farla, senza tante arie. Ve l'ho ricordata qui, perché vi ricordiate che tante volte si fanno...Quante volte mi è capitato nella mia vita pastorale di non toccare i soldi dell'Istituto, ma prendere il pane da una parte, e dire: "So che c'è una persona che soffre"; e andare là a chiedere 100.000 lire e portarli là. Guardate che l'ho fatta più di una volta, sapete! Si va da una persona e dici: "Guardi, c'è una persona che soffre, nell'umiltà, eccetera... Ha bisogno di questo. Mi faccia una carità". E farglieli arrivare per un'altra parte. Quante centinaia di carte da mille ho fatto arrivare in città, in questo modo, in questa forma, senza che nessuno lo sapesse, da chi e da dove sono arrivate!Ma l'apostolo deve far questo, figlioli; senza sbandierare niente, ma lo deve fare. Perché se no non è apostolo. Non può dire: "Ma...". Predicare... Non potrei dirvi queste cose che vi dico stamattina se non l'avessi fatto... E ve lo dico con semplicità, perché è il mio dovere. Direi: è un dovere professionale, come uno stradino ha il dovere di pulire le strade. Devo predicare la verità, devo predicare l'amore, ma poi devo anche aiutare quanto mi è possibile.
MO319,13 [27-08-1970]
13. Se viene Battista da me e vedo che ha bisogno estremo, eccetera... viene a confessarsi, eccetera... Io non gli dirò mai: "Adesso ti do qualche cosa...". Non unire il sacro al profano, ma non devo dimenticarmi che ha bisogno. E se so che ha dei rapporti con Venanzio, dirò a don Venanzio: "Senta... ho sentito, so che quella data persona così e così... Guardi, non stia a dire, mi faccia un piacere, perché non voglio unire il sacro al profano. Lei gli faccia avere queste cose qui". Dopo un po' di tempo lui dirà: "Sa, Battista, c'è stata una persona che mi dato così e così". E non saprà mai che sono io lo strumento. Lui verrà ad aprirsi da me e tornerà la volta seguente: "Sa - dice - guardi; ha avuto ragione lei sa. Mi ha detto di pregare e di confidare nella provvidenza. C'è stata una persona... Guardi, le dico che abbiamo pianto in casa, abbiamo sofferto, abbiamo pianto in famiglia. Ma proprio la provvidenza ci ha aiutati sa, ci ha aiutati. Pensi che è venuto il parroco, proprio sere fa, che mi ha portato 50.000 lire; ho potuto pagare l'affitto, ho potuto mettere a posto un pochino...". "Beh, guardi, non stia spaventarsi. Guardi, confidi...". E magari dopo trovo don Giuseppe, e faccio in modo che don Giuseppe gli trovi il lavoro.Scusa, il Signore si serve degli uomini, e noi dobbiamo fare qualche cosa. È troppo facile dire solo quattro parole: "Confida nel Signore". Digo male, don Gaetano caro? È sbagliato? L'amore, l'amore è questo. Ma queste cose devono uscire dall'amore di Dio, dall'umiltà, dall'umiltà. Non devo far vedere tutto quello che faccio. Devo far di tutto per nascondere...
MO319,14 [27-08-1970]
14. Guardate, mi ha fatto tanta impressione nel Chaco, - scusate... continueremo un’altra mattina - mi ha fatto impressione nel Chaco, e mi è stato un esempio meraviglioso. La prima volta che sono andato con don Aldo c'era l'alluvione, e monsignor Di Stefano - sapete che ometto che è, no, monsignor Di Stefano! - ci ha condotto a visitare gli alluvionati. C'erano tutti i grandi magazzini del cotone che allora non servivano per il cotone: ogni magazzino pieno di gente. Tutta povera gente, buttata per terra là, su un sacco o un po' di paglia, tutto attorno; sembrava proprio un lazzaretto. Su una sala grande sette otto volte questa qui, e tutto attorno gente sdraiata... In mezzo i piccoli e due tre pignatelli, qualcosa... In mezzo c'era la cucina comune, con tavolini, bagoletti... per terra... Bene, siamo arrivati in uno di questi stanzoni, che era lungo quaranta metri... Insomma così... perché si andava a visitare un po' tutti, quelli che erano sdraiati a terra e quelli che erano su... Saranno state più di duemila persone, eh, in questi agglomerati...E arrivati lì, una donna... e dice: "Sa...", eccetera, eccetera. E cominciamo... Ha domandato com'è: "È venuto il medico?". "No!". Il vescovo ha detto: "Beh, confidiamo... do la benedizione", eccetera, eccetera, e non ha voluto far vedere che era lui, no? E invece che continuare il giro alla porta di là: "Andiamo a casa! Lo facciamo subito venire". E ha interessato quelli della Charitas, ha dato la sua macchina perché non avevano la macchina a disposizione, sono andati subito a prendere quella donna... è passato per l'ospedale lui a parlare col direttore di una clinica... pregando in nome di Cristo e in nome di Dio che prendessero questa creatura ... Va bene? Ha mandato i cristiani a prendere la creatura e portarla là... E lui ha fatto tutto, ma non ha voluto far vedere che era lui. E allora mi ha fatto questo, ha detto: "Quando io passo - dice - io non devo mai far vedere che sono il ministro della carità fatta agli altri. Cerco di tutto per arrivare, ma devono vedermi nella mia veste di sacerdote".A un dato momento don Aldo aveva detto: Ciò! - na strepola de boce, de bambini, no? - Mamma mia, se avessimo comprato un poche de caramelle par sti piccoli qua!". "No! - ha detto il vescovo mons. Di Stefano - Mai. Noi non devono vederci come quelli che ci portano... Mandiamole per gli altri le caramelle... Devono vederci per quello che siamo: i portatori dell'amore e della carità". Guardate, è grande, eh! Era fine! "Devono vederci... Le caramelle mandiamogliele, mandiamogliene tante... ma mandiamole per gli altri... Noi dobbiamo essere i portatori dell'amore e della carità".Ci vuole anche un bel spirito. Bisogna sapersi staccare da tutto, sapersi staccare da quello che è il gusto materiale, il ciucio materiale, della bella figura... D’altra parte noi siamo i salvatori di anime.Sia lodato Gesù Cristo!