1 Riassumendo il pensiero che abbiamo letto prima, Paolo trova la sua forza per passare tra le bastonate prese a Filippi e passare in terreno mica troppo sicuro a Tessalonica, la trova soltanto in quel Dio col quale continuamente vive. E qui, in un altro punto, mentre scrive ai Corinti, Paolo proprio accenna a un particolare che voglio sottolineare, che non ho sottolineato prima.Egli dice: "Gesù ci ha consolati in ogni tribolazione nostra, cosicché, grazie alla consolazione con cui noi stessi siamo da Dio consolati, possiamo consolare gli altri in ogni loro tribolazione".Non soltanto, dice, noi abbiamo avuto la forza in questa unione con Dio, stando uniti a Dio, non soltanto abbiamo avuto la forza di tener su il coraggio e di andare a piantare un'altra chiesa e dopo scappare da là e impiantarne 'naltra ancora, ma anca la forza de consolare gli altri! Noi, bastonati, consolavamo gli altri: "Ah, par ste robe qua, vuto che sia!".Mi sembra di vedere le nostre buone mamme, qualche volta, no? Piene di croci, piene di difficoltà, trattate male qualche volta... "Beh, cosa vorlo che sia... va là, par ste robe qua! Dai, dai, dai...". Avete mai visto le nostre buone mamme fare così? In mezzo alle difficoltà: "Ma sì... dai dai dai!". Le ciapa el toseto: “Cossa vuto! Dàme un baséto... dai, dai che no xe gnente, no, dai, via via via!". Ecco, mamme che sanno soffrire, apostoli che si sono incontrati col Signore, che vivono in unione col Signore, e che perciò sanno soffrire, sanno patire. E non solo sanno patire, ma dalla sofferenza ricavano consolazione, e questa consolazione è poi portata agli altri. Guardate che è tutto dire, eh, dalla sofferenza cavar consolazione! Eh, ciò, queste cose, sa, credo che el padre maestro le capisse: soltanto el maestro dei novizi, nessun altro! Soltanto chi è in contatto con Dio come il maestro dei novizi pol capire ste robe qua: noi poveri mortali non le possiamo capire! Solo l'unione intima con Dio ci può portare a questo punto.E allora facciamo un passo avanti. Vedete, ho voluto sottolineare questo, perché nella sofferenza, nei momenti di lotta, nei momenti di abbattimento, è impossibile stare in piedi se non abbiamo vera unione con Dio.
MO137,2 [27-01-1967]
2 Vedete, sentivo giorni fa uno che mi diceva: "Sa, diceva, i primi anni di sacerdozio, sa, è facile star su, ma dopo, ma dopo...". Secondo me è sbagliato questo! mons. Scalco... il giorno della mia ordinazione: "Cospetto, cospetto, vi auguro che possiate conservare il fervore di questa giornata!". "Eh no, go dito, monsignore, no sarìa mia contento! I sarìa disastri, è chiaro? I sarìa disastri!".Conservare il sentimento, transeat, interessa miga quelo, quello interessa mica, il fervore è una cosa, il sentimento è un'altra, no don Guido? Eh, el xe un altro mestiero! El sentimento, el ciucio passa e va, e che el ghe sia o nol ghe sia... ma il fervore, oh, la donazione! Perciò, perciò, ogni giorno di più, no, il primo giorno di sacerdozio! Il giorno della vostra consacrazione al Signore, sa ghì ciapà la strada giusta, sa ghì ciapà la strada giusta, vero Luciano?, el giorno che te te si offerto al Signore là dinanzi all'altare, se te ghe imbroccà la strada giusta, ogni giorno de più, ogni giorno de più te sé soffrire e patire e amare el Signore! Ciò, se te ghe imbroccà nda strada soltanto, vero... non avendo trovà la fidanzata, non avendo trovà nda toseta che andava par ti e te te si fatto frate, allora, allora el xe 'naltro mestiero, no, n'altro mestiero! Sa, vao dai Francescani e la me va storta, cerco nda morosa fora e non la trovo, e allora me fasso frate... Eh, no parlo mia del maestro dei novizi! Allora, allora no! Allora no! Ma se invece si va e ci si tuffa nelle mani del Signore, e si cerca il Signore, e solo il Signore, e altro non si cerca che il Signore, ma allora necessariamente, figlioli, si deve crescere di giorno in giono nella capacità di amare e di soffrire. Perciò tu troverai uno che, prete novello, porta un sacco da un quintale, dopo diese anni porta diesi quintali! Perché è cresciuto nell'amore e nella capacità di soffrire e di patire. E allora tu troverai che arrivà, a un dato momento, dopo dieci anni di sacerdozio: "Varda, a credevo che la fosse una croce, quella là, cossa vuto! Quelle robe là, quelle robe là, quelle robe là, no? Credevo che la fusse nda... Mamma mia, me perdevo de corajo una volta par quelle robette là, eh!”.“Spetta sposarte - dixeva la nonna - e aver sette-otto fioi: te vedarè che te passa le moche e no te te perdi no de corajo!”. Anche nel campo umano xe la stessa roba, no?
MO137,3 [27-01-1967]
3 Perciò, ecco, a conclusione della meditazione ancora di prima, vi dico: cerchiamo questa intima unione col Signore, ma cerchiamola, cerchiamola di notte e di giorno, questo parlare con Lui, questo conversare con Lui! Primo amico deve essere Lui. Domandiamo a Lui prima di fare un'azione, preoccupiamoci se veramente stiamo facendo la sua volontà in ogni occasione.Guardate che una vita così è un paradiso; se non fate questo, vi dico, meglio che vi ritiriate e formiate una famiglia! Perché la vita religiosa, se non è vissuta così è una vita, un martirio per voi e per le anime e per tutti quelli che sono insieme con voi. Sì, caro Piero! Se voi la vivete così la vita religiosa è un paradiso... in mezzo alle sofferenze: “Ma sì, va là, cosa vuto che sia! El Signore, poareto, el ga sofferto de pì! Ma va là, el ga patìo de pì el Signore, ma va là, vuto che sia! Anca se... varda el Signore, poareto, Gesù poareto, cosa no galo sofferto in croxe: va là, cossa vuto... un pochetin, va là che vao mi, vo mi, vo mi!”. Giusto, no? Se c'è questo amore di Dio in mezzo! Ma se non c'è questo amore di Dio, cari... se vogliamo rendere una Comunità, umana, sentimentale: sarèmo baracca e burattini!
MO137,4 [27-01-1967]
4 Ed ora passiamo avanti."La nostra predicazione non muove da errore o da motivi indegni o da inganno".Qui c'è un commento. Caspiterina, prima ho cercato di dirvelo solo con parole mie, adesso dirvele con parole mie rovinerei tutto, sia per l'italiano, ma soprattutto per il contenuto. Perciò leggiamo: vediamo se poi verrà fuori qualche altra distrazione"Non è cosa facile presentare un messaggio per incarico di Dio".Andar far l'ambasciatore per Patatela là, Petatela, quello che xe in montagna: "Sa, me ga mandà Petatela a portare tre litri de latte!". Ben, insomma, xe anca abbastanza facile! Andare, per esempio, in Giappone a nome della santa Sede coma fa mons. Baggio, cambia subito tono, un pochettin, no?Se, per esempio, il rettore del seminario, quando Smiderle, don Luigi Smiderle domani va in seminario, el ghe dise: "Senta o senti, don Luigi, non so se dà del lei o del voi, del lei? Senta don Luigi, faccia un piacere, mi farebbe un piacere, una cortesia, avrei da prendere questo libro e portarlo a don Ottorino: potrebbe farmi questa cortesia?”. Oh... non trova difficoltà. Ma se i ghe disesse: "Senta, don Luigi, potrebbe per piacere prendere questo libro e portarlo a Sua Eccellenza mons. Fanton?". Bah, insomma! Portarlo a mons. Zinato: cambia subito tono! Parchè se mons. Zinato me varda su i oci, se mons. Zinato me domanda quanti anni che go, se mons. Zinato me domanda se fasso i pocìti ancora... te sé... cominsia subito a cambiare! Se i te disesse: "Prendere questo libro e portarlo a Roma al santo Uffizio!". Ciò, ciò, ciò, pian pian, eh! Bisogna far tre esami de coscienza! Essere messaggeri! Se poi il Papa mandasse a chiamare don Luigi: "Caro don Luigi, potresti per piacere andare in Giappone?". "Dove xelo el Giappone? Te disi... con che lingua se parla? E con chi vao e da chi vao? Dove me presento?". Eh, te capissi chiaro, no? Ora qui, è questa la storia: noi siamo messaggeri di Dio, no del vescovo, no del rettore del seminario, no del Papa: di Dio! Vinicio, ti rendi conto cosa che vuol dire? Siamo messaggeri di Dio!I nostri tre che partono: "Oh, i va missionari!". Che cosa vuol dire? Vanno in mezzo a quella gente inviati da Dio, vanno a parlare a quella gente in nome di Dio! Messaggeri di Dio! Mia scherzi, eh? Sa, rappresentare uno qualunque, transeat, ma rappresentare Dio, andare messaggeri di Dio! Messaggeri di Dio la xe nda roba... e ma se ghemo capii!Ora, "dov'è la prova che lo si annuncia veramente da parte di Dio, che esso viene veramente da Dio?"."Me, el dixe Vinicio che el va in Giappone, mi manda Sua santità il Papa di Roma a dire a Lei...". "Chi sìto ti, ciò?". "Io? Vinicio! No lo savì mia?". "Quelo che zuga el calcio in Italia?". "Scusate; tu vai a parlare a noi Giapponesi in nome del Papa?".Ma ti rendi conto che adesso questa gente va, per esempio, in mezzo là al Mato Grosso, in mezzo a sta gente, e si presenta in mezzo alla gente: "Sono venuto a parlarvi in nome di Dio!". Ma, ooohh! "Dov'è la prova che voi siete veramente inviati da Dio? Qual è la vostra...?". Perché San Paolo si è trovato in questa situazione, eh? Andiamo avanti...
MO137,5 [27-01-1967]
5 "Paolo, con la sua affermazione che il Vangelo gli è stato affidato da Dio, ci sta davanti del tutto indifeso. Gli si è chiesta spesso una 'prova': "Perché dovremmo credere che tu parli in nome di Dio?"".Parchè el fasea miracoli, tusi! "Il Vangelo mi è stato affidato da Dio!". "Oh, piano piano, dov'è la prova che tu dici, che tu parli in nome di Dio?". E lui avrebbe potuto dire: "Go risuscità i morti, ghe gera Ninin Pocìti che el gera cascà zo dalla finestra indormesà in sima alla finestra... no? L'è cascà zo e mi lo go tolto su e lo go tornà ancora in vita!" El podèa dire: "Go fatto questo!".Noi non possiamo dire neanche questo, perché go fatto tante volte la prova de pagare i debiti, ma non son mia stà bon... e anzi!"Per questo Paolo, Paolo, si preoccupa di accreditare la sua parola come Parola di Dio". C'è Paolo che capisce la preoccupazione degli uditori, giusta preoccupazione, no? Allora si preoccupa di mettere il sigillo alla sua parola, di accreditare la sua parola: è qui il bello! "... quale essa è veramente...". Dunque attenti, che qui forse abbiamo qualcosa da imparare tutti, incominciando da me."Per questo Paolo si preoccupa di accreditare la sua parola come Parola di Dio, quale essa è veramente, affinché la sua predicazione non si presa per dottrina di sapienza umana".Quando io mi presento con due braccialetti, uno, Soprana, per esempio, che se ne intende, dice: "Questo l'è de otton, e questo l'è de oro". Invece qua, Rizzi, che non se ne intende, el vede quello de otton: sa, l'è più bello, più lavorato: "Questo, el dise, el vale de più!". Soprana nol varda la forma esterna, el varda la sostanza, perché l'è uno che se ne intende.
MO137,6 [27-01-1967]
6 Supponi, un bel anello, una bella perla in cima, bella, grande, luccicante, e un altro anello, questo qua l'è de oro, una bella perla grande; questo qua un anello de ferro, una perla più piccoletta... È logico che ti, Toni Ferrari, quale sceglito? Quello grande d'oro, no? Oro... quello grande d'oro: che bello! nda robetta così! Soprana: "Questo vale diese milioni, questo vale sentosinquanta franchi", vero? Sta' bon, sta' bon, sta' bon, sta bon! Non digo sentosinquanta franchi: metteghene cinquecento, metteghene... centomila lira, no... ghe xe nda perletta, te sé come che i fa: i tira via l'oro e i lo butta via, che ghe interessa xe la perla che vale, no? Ma ghe vole chi che ga naso, che capisse... mi no de sicuro, vero, mi un fondo de pignatta me fa più impression, vero, o roba del genere...Ora, figlioli miei, figlioli miei, Paolo butta fuori delle parole; queste parole sono una perla: lui è preoccupato di far in modo che queste parole portino il timbro, vero, il sigillo di Dio, in modo che, in modo che gli uditori abbiano da sentire che quella è la parola di Dio. E allora lui lo dice, e lo ripete più di una volta. "Non con argomenti umani, non con la sapienza umana...", perché lui ne aveva anche già, no? Ma non è preoccupato, perché una volta, quando si è preparato il discorso bene, così, all’areopago, el ga fatto fiasco; ma lui è preoccupato di dare il timbro soprannaturale alla sua parola, non il timbro umano.
MO137,7 [27-01-1967]
7 Perciò, figlioli miei, figlioli miei, dovete preoccuparvi anche voi che la vostra parola porti il timbro soprannaturale, che sia una vera gemma preziosa, che esce da Dio, che sia parola di Dio, che viene dallo Spirito santo! Ricordatevi, ve l'ho detto tante volte, no, il vescovo del Pakistan: parole del santo Curato d'Ars, in bocca al santo Curato d'Ars convertono, e in bocca dell'altro no; perché in bocca del santo Curato d'Ars sono parole di Dio, scaturiscono da Dio, non sono le parole messe là combinate che convertono le anime, è il calore che accompagna quelle parole, è l'amore di Dio e il fuoco di Dio che accompagna quelle parole. Siete d'accordo, signor Luciano?Perciò, ecco qui: "Per questo Paolo si preoccupa di accreditare la sua parola come parola di Dio quale essa è veramente, affinché la sua predicazione non sia presa per dottrina di sapienza umana...".Preoccupato che non abbiano da dire... e invece qualche volta sti cappellani... "Ah, che bravo, un capellan, un prete che parla così bene, che parla così bene, che tiene prediche così belle!". Un momento, un momento: guarda che predica bene il sacerdote quando fuori dalla porta: "Me ga fatto impression quel che ga dito quel prete stamattina, el me ga fatto impression: el ga rajon! Eh, sì, el ga rajon!". Vardè che questo l'è el segno se l'è parola di Dio o no! "El predica ben... el me fa vegner la pelle d'oca quel prete: miga scherzi, eh? Ciò, el dise de quelle robette! No bisogna miga scherzare, a pensarghe ben eh!".Dico male lei? State attenti, sapete, di non lasciarvi ingannare, perché gli uomini, gli uomini vi lodano quando non li pelè! Chiaro? Capite chiaro che, scusate, finché voialtri li adulate, fate la predichetta con belle parole... roboanti... eccetera. Se invesse mettì la mano dentro, dire: "Tusi, vardè che sì senza fede, vardè che preghè poco, vardè che... no stè illuderve, eccetera eccetera". Te capissi! Eh, xe più fasile dire bravo a quel che vien là a contarve la bella storietta!Andiamo avanti. Forse ghe n'è ancora per noi.
MO137,8 [27-01-1967]
8 "Ma egli non sta a moltiplicare le ragioni per dimostrare l'origine divina del suo messaggio; - nol tira fora un mucio de argomenti per dimostrare questo - da esperto pastore di anime - no l'è mia macaco San Paolo, no? - egli sa infatti come avvengono praticamente le cose, quando l'uomo si converte alla fede: la parola di Dio deve essere sperimentata come tale nel cuore". E allora lui cerca, bamm!, di raggiungere il cuore. "E l'esperienza interiore della parola di Dio, l'uomo la fa in due modi: attraverso l'intima forza insita nella parola stessa...".Cosa volete fare: l'uomo, l'uomo si converte quando la parola di Dio entra in lui, entra in lui. E lui, nel cuore, e lui, l'uomo, l'uomo, attenti, com'è che fa sentire che è parola di Dio? Attraverso una forza misteriosa che è dentro la parola, e attraverso la rettitudine di quello che parla, la semplicità, la testimonianza di quello che parla. Ecco, avete capito? Cioè, soprattutto due cose: la parola di Dio che... "Si sente che... insomma, cossa gàlo?". La parola di Dio...Mi parlavo con don Giovanni Calabria, una parola... Parlavo con padre Uccelli, parlavo con Pio XII: ghe gera un qualche cosa; gera diversa la parola di don Calabria, don Calabria parlava sempre in dialetto: "Ciò, senti, ciò, caro, preparate a soffrire séto, caro!". L'altro... dunque, Pio XII son sta' due volte a colloquio intimo con lui, ma non ho mai sentito una parola in dialetto veneto... Padre Uccelli, neanche parlava in dialetto, parlava con un'umiltà... eppure ci sentivi la parola di Dio, sentivi quasi, quasi come un fiume, sa, come quando che te bevi un bicier de Frascati, là, che el passava così; ma c'era qualcosa, c'era questa parola che sentivi che ha un denominatore comune, pure essendo diversa una dall'altra, ma poi avevi la persona, la persona.Cossa che ghe gera in padre Uccelli, semplice, el gera lì piccoletto, vero; se qualcuno di voi l'avrà sentito parlare... forse l'avrete anche conosciuto; quando arrivava, ohhh!, se cavava el cappello: "Don Ottorino!". "El se lo metta su, padre, nol scherzarà mia!". "No, no, no, no! Come sta, come sta? E i so tusi, i so orfani? Ah, sa, un miracolo di Dio, un miracolo di Dio! Ah, lì sa, mi go visto la volontà del Signore, vedo in tutto el Signore...". Con semplicità... Dopo, andato via lui, te lo gavevi ancora davanti... lu andava par de là e ti te andavi par de qua, ma te lo gavevi sempre davanti per un pezzettino, sa, come quando di notte ti appare una stella... ecco, qualcosina...Pio XII, ancora, sta figura... eh, caro! L'uomo inzuppato nello Spirito santo! El vien fora rosso, come un tocco de pan inzuppà nel vin: el vien fora rosso!
MO137,9 [27-01-1967]
9 Dunque "... l'esperienza interiore della parola di Dio l'uomo la fa in due modi: attraverso l'intima forza insita nella parola stessa, e attraverso la sincerità dei predicatori. Paolo perciò si legittima mediante la rettitudine dei suoi motivi e la sincerità dei suoi metodi. I suoi motivi sono puri e scevri da ogni egoismo". Ah, caro, nol va mia in giro per interessi umani, nol va mia in giro per altri motivi! El riva al punto... che per guadagnarse da magnare... fasendo sporte e fasendo le tende, eccetera, no? "Non son a carico de nessun, mi!". Le case prefabbricate, le case prefabbricate... le tende prefabbricate!"La sua predicazione è semplice e diritta e senza secondi fini". Bianco al bianco, nero al nero... ecco, questa la xe la realtà! Ghì fatto ben, ghì fatto male. In questo ben, in questo male! La semplicità, no? Questa xe la semplicità de Paolo."Ora, quanto più una predicazione è disinteressata, tanto più persuade. Perché? Perché una tale sincerità, in ultima analisi, non è nel modo di agire degli uomini, ma è opera di Dio". Sì, è opera di Dio: solo Dio può fare che l'uomo faccia così.
MO137,10 [27-01-1967]
10 "Dove essa si verifica, là è visibile l'azione di Dio, là Dio si manifesta e rende testimonianza a se stesso".Vedete, questa parola di don Calabria che la dice così, e questa testimonianza, sono i due, no, sono i due mezzi per conoscere se la parola è di Dio. "Tu porti il suo messaggio, ma chi, chi mi dice che tu vieni da Dio?". Ecco, questa parola unta di Spirito santo, piena di Spirito santo, e questa persona che si impone.Bene, questa roba qua, uno non la può fare con la scienza umana. Avete capito? Non la... Voi potete consultar libri fin che volete, e uno che si metta a farla... come uno che si mette per imparare a fare esercizi di ginnastica: è impossibile che uno faccia una roba così... Con la scienza umana tu imparerai a dir meglio le parole in una forma... cioè, con la scienza umana... Guarda Pio XII faceva quei discorsi meravigliosi che faceva, no, e don Calabria invece li faceva con la sua semplicità, con la sua semplicità. Però il cardinal Montini andava spesso da don Calabria mandato da Pio XII per sentire qualche consiglio, vero! È andato, sì, spesso là, solo perché c'era sotto quella roba lì. E se don... e se Pio XII non avesse studiato, approfondito per dire le verità... avrebbe sbagliato e non sarebbe, e non avrebbe parlato con quell'unzione, non sarebbe passato Dio attraverso lui. Perché, perché lui aveva quei doni e doveva far così: la sua santità doveva arrivare lì! Ma ricordatevi bene, ricordatevi bene, che uno, per esempio, dicesse: "Adesso voglio, attraverso lo studio, attraverso i libri - che pure bisogna studiare, eh, ti che te ve al Rezzara... me raccomando: studiare, e tanto! - se uno dicesse: io adesso attraverso lo studio voglio raggiungere, vero, una forma di vita e un modo di parlare che sia testimonianza, vero...". No, no, no, no: con lo studio tu andrai in seminario a trovare i nostri fratelli che son là in questo momento che stanno studiando... benissimo: e ci vuole, e con lo studio studierai i libri santi, studierai il diritto, studierai liturgia, e ci vuole! Ma però, perché ci sia il timbro ci vuole quel che abbiamo detto prima, prima, caro! "Ante primum... ante omnia, vero, ante omnia...". Unione con Dio, cari, unione con Dio! Preghiera, adorazione, comunicazione con l'Altissimo: vado da Lui a domandare cosa devo dire, e vado da Lui a domandare se ho detto bene. Allora vien fuori l'uomo testimone, che parla in nome di Dio e che testimonia Dio! Altrimenti vien fuori l'uomo burlone, che fa commedie... commedie.Ci sarebbero altre cosette da dire, ma andiamo avanti."Dove essa si verifica, là è visibile l'azione di Dio...". Per forza: vedi Dio perché è stato Dio che ha preso quell'uomo, è stato Dio che... "Non star a preoccuparti di quello che devi dire: penso io!". Ha preso quell'uomo e te lo scaglia, te lo getta, te lo butta!"Il disinteresse e la sincerità d'intenzione e di azione dei missionari senza patria...".Questo disinteresse de sti uomini... Anche i nostri fratelli, là... Penso adesso... Pensate un pochino ai nostri cari quattro che sono andati in Zacapa: per che motivi sono andati? Forse umani? Forse per guadagnarsi soldi, per metterse via... per impiantare, fare una società de banane, eh, o qualcosa de simile? Sì, i magnarà qualche banana, poareti, che el Signore li benedissa, no, ma sono andati per interessi umani, per far carriera? No! Sono andati per morire, per consumarsi, pronti a consumarsi come una candela, per anime, per anime che non conoscevano neanche, per ste povere creature, solo per le anime, esclusivamente per le anime! Ah, questa la xe una testimonianza meravigliosa, no? Se loro sono uniti a Dio, ma questa è una testimonianza meravigliosa!
MO137,11 [27-01-1967]
11 Ora ecco "il disinteresse, la sincerità dei missionari senza patria, dei pastori d'anime oberati di lavoro...", sotto dalla mattina alla sera, anche i nostri cari assistenti che lavora all'Istituto, sotto dalla mattina alla sera: chi te lo fa fare? Solo Dio, solo Dio! Può essere drìo alla salata, no Luciano? Può essere in falegnameria, in tipografia, in meccanica: importa gnente! Ma però, lì, dalla mattina alla sera, sempre, sempre, sempre, questo lavoro lavoro lavoro, fatto per amore di Dio!"... dei testimoni perseguitata e disprezzati...". Non importa! Mi disprezzano, e io faccio del bene, e io benefico! Ah, abbiamo visto, per esempio, durante l'ultima guerra, quando... i fascisti, all'ultimo tempo erano come le mosche, un po' furiose, e allora, sa, facevano, colpivano, facevano... e poi, nel momento tragico, allora cercavano rifugio dai preti. Allora, in seminario, uno sconto in un camarin, uno in un altro, un paio li gavèmo tignù anca noialtri sconti un pochi de giorni, perché no i gabbia da coparli. Ah, questa, questa è la carità cristiana, no? Dove non se guarda in faccia, dove c'è l'uomo perseguitato, c'è chi soffre... Anche se dopo, domani i te perseguita... importa niente, importa niente: per amore di Dio. Questa è testimonianza!"... questi sono i miracoli silenziosi coi quali Dio attesta il Suo messaggio".
MO137,12 [27-01-1967]
12 Mi pare che la mezz'ora sia passata... Fratelli, volete essere testimoni, volete, volete essere creduti, non essere stimati degli impostori, dei ciarlatani? Caro Ugo, non essere stimati dei ciarlatani, come Vinicio che si presenta in Giappone messaggero del Papa, nunzio apostolico, e el va a finire, come minimo, in qualche casa de riposo, vero, come minimo! Ora volete non essere stimati così? C'è una strada sola: è quella della prima meditazione che abbiamo fatto: ricordarci che esiste Dio, e che è presente, e che, se vogliamo metterci in contatto con Lui, basta che apriamo la bocca o che apriamo il cuore.Amen.