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L’APOSTOLO DEVE VIVERE DI FEDE

MO38 [18-11-1965]

18 novembre 1965 Meditazione ai Religiosi e ai Novizi della Casa dell'Immacolata. Don Ottorino, confidando anche molte esperienze della propria vita spirituale, insiste sulla necessità di una fede adulta e viva nella vita dell'apostolo. Il testo originale è registrato e la sua durata è di 30’.

MO38,1 [18-11-1965]

1.Semo rivà, cioè siamo arrivati a vedere come gli apostoli devono essere pieni di spirito, santi. Abbiamo visto che bisogna vedere con gli occhi di Dio, che bisogna amare col cuore di Dio... trattare, agire con lo spirito, con la sapienza di Dio e vivere in Dio e per Iddio.
In altre parole... ecco la meditazione di questa mattina... Sentite, adesso me fé vergognare se scrivì, parché me sé vignù in mente stamattina che ghe gera da fare meditazion; per guadagnare un pochino gò telefonà un quarto d'ora più in là!... E allora pensandoghe sora mentre stavo scorrendo de qua e de là, a gò dito: "Ben, de quante specie che possa essere la fede?". E gò pensà 'na roba de 'sto genere qua. La fede nostra, la podaria essere 'na fede intellettuale, xonti mi, scientifica, così, scolastica, ciapéla come cà volì; de uno che ghe crede... che gà studià come voialtri in teologia, una fede scolastica. E ghi n'è più de uno che se te parli insieme, se te tratti insieme, el te sà dare delle definizioni meravigliose della fede, el fa anche delle dispute, el scrive xò, scrive articoli, e sà el la difende in modo come se pol difendere la fede. Sa portare argomenti su qualunque verità della fede, insomma te vedi proprio, sà, uno che xé erudito nel vero senso della parola, preparato bene, che sà trattar della fede. Voialtri dixì: "Ah, dunque xè questa la fede... no?". Ecco, ghe xé dunque questa prima fede, che no la gà niente da fare con quell'altra. No xe miga dito: ghe xé la còa e ghe xé drio el mussetto: miga vero. Alle volte la còa, ghe xe solo che quella. Guardate che nel mondo troverete tanti uomini, tanti uomini che hanno questa fede, una fede studiata; una fede conosciuta attraverso i libri; una fede, anche sotto questo punto di vista, molto molto ben difesa. Stavo disendo fede profonda, ma no la xe mia profonda, no?, molto difesa. Allora sanno trattare della Santissima Trinità; sanno trattare il mistero dell'Eucaristia; sanno difendere tutti quanti i punti del Credo e anche le virgole del Credo, e guai se per caso te disi: no, l'è un'eresia! Se questa fibbia te la miti qua, invesse de metterla qua o de metterla qua, oh, offendi il Corpo di Cristo, il Cristo che..., l'altare che é Cristo, tutte cose bellissime, che sottoscrivo in pieno, e non é che siano eresie in sé. L'eresia é che quello che le dice non ci crede: quella é una eresia! Ma le cose dette sono meravigliose! E' perché non hanno un.... sotto, se avessero un .... sotto, sarebbe una cosa meravigliosa.

MO38,2 [18-11-1965]

2.Ora, vedete, voi direte: "Ma, don Ottorino, possibile, possibile che uno che conosce profondamente la Sacra Scrittura, che conosce profondamente i Padri, che conosce profondamente tante cose, tante cose, non abbia poi la vera fede?". Quell'altra non é fede, no, l'altra non é fede, anche se dice di averla un prete: sentite, anche il demonio conosceva tante cose, anche Giuda conosceva tante cose, no? Anche il demonio ne conosce delle cose, più di noi!
Figlioli miei, se, vedete, io insisto su queste cose qui é perché il primo incontro che io ho avuto con il mondo cattolico é stato un momento di quasi scoraggiamento. Avete sentito il... di don Matteo e di Girolimetto quando sono andati a Roma, no? un senso di scoraggiamento. Quando, per esempio, ho visto, vedevo professori, professori di teologia venire in chiesa così, a Roma, state attenti!, nella chiesa, così, entravano così. Blà blà blà... blà blà blà... e via! con la borsa soto el brasso: neanche un istante, un minuto prima, ma mezzo minuto prima, neanche mezzo minuto dopo! Da quando che i ga messo el bàgolo in sacrestia a quando che i ga tolto el bàgolo e via: la Messa, lì! tutto quanto!... ma siccome che i ga studià teologia... quella la xé Messa da sinquesento franchi, vero?... Par sinquesento franchi bisogna dire anca la Messa!

MO38,3 [18-11-1965]

3.E' una pia illusione... quando voi cominciate..., guardate che non dico mica una cosa, eh?... Qualcuno invece un po' di più: tu, don Luigi, hai visto mai 'ste cose, tu, Vinicio, hai visto niente cose simili, forse hai visto troppo poco, e poi non ti ho condotto in posti... ti ho condotto dove c'era lo Spirito Santo a spasso!...
Quando poi cominciate qualche argomento, sà: il fatto della meditazione,... il breviario, sà: quando uno ha lavorato... le leggi ecclesiastiche non obbligano con grave incomodo: può essere un incomodo piuttosto grave, il breviario!... La corona, la corona: "Quandum possum, quantum possum...". Il breviario, non riesco sempre a dirlo tutto!... E poi, discussioni sulla fede, si discute sulla fede in modo... meraviglioso! Figlioli!... mica tutti così, per carità oh!, che non vi scandalizzi! Vi metto sul chi va là: ci può essere una fede de 'sto genere qua, dove che uno, uno crede di conoscere Dio perché ha studiato Dio. Ora, ricordatevi bene, lo studio delle cose di Dio vi porta a Dio se meditate studiando e studiate meditando. Se voi non unite insieme studio e meditazione, e meditazione e studio, lo studio vi farà sempre più superbi e vi porterà sempre più lontano dalla fede, dalla vera fede. Se lo studio é meditazione e la meditazione é studio, chiaro? perché siamo una cosa sola, noi! Bisogna congiungere insieme: non dovete solo studiare; vi dico "solo": studiate tanto meditando tanto! E allora... sarete gli uomini della fede. E allora sarete il prete che parlerete di Dio e che convertirete anime. Ma se a un dato momento studiate per accontentare la vostra superbia, per essere pronti un domani a rispondere per non far brutta figura domani, ebbene, il mondo che non cerca la fede dirà di voi: "Quello l'è un prete dotto!"; ma il mondo che non cerca la fede..., perché il mondo che cerca la fede si accorge che quella non é mica fede, quella é erudizione. Il mondo che cerca la fede, conosce la fede: un mercante de vacche no te poi mia imbroiarlo dandoghe un musso par na vaca! No ste mia scrivare 'ste robe qua!... A Grassetto no te poi mia darghe un cavalo bolso disendo che l'é un cavallo bon! ...se vede che ghe xé qualchedun più furbo de lu, ah? Guardate che le anime che vanno cercando la fede, sono sempre mosse dallo Spirito Santo, perché un'anima se non é mossa dallo Spirito Santo, non va cercando la fede! Le ragazze attuali le lo move, no? Voi sapete la teoria...! E quest'anima quando va, mossa dallo Spirito Santo, cercando la fede, lo Spirito Santo le dice: "Va' là!"; a Paolo el ga dito: "Va' là che te trovaré chi te parla, va' in casa de Anania", el ghe ga dito, no?, el ghe ga indicà. Lo Spirito Santo indica sempre dove ghe xé la fede. Sté sicuri che lo Spirito Santo nol ve manda ad attingere acqua nel deserto! E se una volta manda nel deserto, allora par che anca el deserto daga acqua, magari per un caso eccezionale! Xé vero? ...Sarà che anca el deserto darà acqua! Dunque, prima categoria della fede: gavemo una fede intellettuale, che non confondiamo con una gran fede o tanta conoscenza ...dell'ipotesi di Dio; questa é fede vera!

MO38,4 [18-11-1965]

4.Seconda, seconda categoria: coloro che hanno una fede abituale.
Guardate che... se voi esigete qualche altra distinzione, eccetera, tra l'altro non preparata, vien fora pochino; dopo, metì su che categoria ca vulì, la fugassa la vien sempre quela; xé come mettar su un saco, méttare in un saco galine, polastri e galli e galleti, ciàmali come che te vui, la xé sempre la stessa roba, no? C'è... un ragazzino, ecco là, Luigino, là, Pinton, fin da picolo, la mama ghe insegna a dire "Mamma bella", e lu "Mama bela... Mama bela"; e allora dopo, el fioreto par la Mama bela, e crea questa fede che é una fede abituale; prende l'abitudine di pregare la Madonna, ha preso l'abitudine di andare in chiesa, l'abitudine di pregare Gesù, e va avanti con questa bella abitudine che, insomma, non vuol mica dire che non c'è la fede, c'è la fede, ma é la fede un po', un po' che hai presa dalle ginocchia della mamma, che te la porti con te, che ti porta in chiesa e che, insomma, una volta preghi tanto, una volta preghi poco,... ma ma ma, é una fede che, 4^-5^ ginnasio, potrebbe anche smorzarsi, divenire indifferenza, rimanere dimezzata, ma... hai le nozioni! Torno a dire, allora, che é necessario quello che dicevamo prima, no? E' alimentata dal catechismo e da tanto catechismo. Se non é alimentata da pensieri sodi, so no, a un dato momento, a un dato momento, la fede, sà..., casca giù. Quando che una viséla cominsia a crescere, i ghe mette un palo vissìn, no?, par sostegnerla; quando una pianta scominsia portare i kaki, la puntelé. Ora, quali sono i puntelli della fede? Oh, signori miei: studio, conoscenza dei libri santi, delle cose sante! Ecco allora questa fede, questa fede abituale, se tu non la alimenti, diventa una cosa, lì, un'abitudine, un'abitudine!

MO38,5 [18-11-1965]

5.Ci sono due sistemi di alimentare questa fede: uno, fatto dal Signore, per certe anime, pòre anime de campagna, sono state nell'impossibilità di studiare, di fare, ...queste buone mamme, e allora pensa il Signore, pensa il Signore: le istruisce Lui. Il minimo necessario pensa Lui a darglielo. E allora queste anime cominciano avere contatto personale, cosciente con Dio. Nol xé più "...dixémo 'na corona e la Madona xé contenta!"; cominciano avere un contatto personale e cosciente con Dio.
"Cosa féto, mama... la mattina, tutta la mattinata? - go domandà a me mama – Ieri mattina te geri qua ti sola...!". "Ah, mi me la passo!". "No te te stufi mia?". "Ah, mi me la conto col Signore! Me la conto col Signore che xé un piassére, me la conto col Signore!". Frasi di mia mamma: "Mi me la conto col Signore!". "E cossa ghe contito al Signore?". "Cossa vuto ca ghe conta, quel ca son drio fare, quel ca son drio fare, e lo femo in compagnia! Conto quello ca son drio fare!... Son drio far da magnare e, sà, così, serco da farlo in compagnia, quasi che ghe fusse 'na persona, e me la conto col Signore!". Ecco, senza aver studià tanta teologia, senza aver studià tanti libri santi, le xé rivà a un grado, 'ste pore donette, no?..., che senza tante storie, le se la conta col Signore!. "No go mai fatto meditassiòn!... cossa vuto, son intrigà a lezare!... Mi penso alla Madonna; cossa vuto, no son bona de lezare, me metto là!...". Ora, ci sono delle anime che il Signore se le istruisce Lui. Non bisogna mica pretendere, noi, di essere quelli, perché il Signore ti manda il pane miracolosamente quando tu non hai i campi e la possibilità di lavorare la terra; ma se ti ha dato l'intelligenza, ti ha messo in un posto dove tu puoi istruirti , dove puoi alimentare la tua fede, tu hai il dovere di alimentare la tua fede, e allora, attraverso lo studio, la lettura del santo vangelo, meditata, dei libri santi, meditata, studio meditato, dei trattati a seconda dell'età; ecco, piano piano la tua fede comincia a diventare pianta, non più... E allora insieme con l'abitudine, santa abitudine che tu hai appreso da piccolo, viene la vera fede, virile, forte, ardente, dell'uomo di Dio. Perché se ti resta soltanto quella fede che é abitudine, a un dato momento tu non avrai la forza per resistere ai venti e alle tempeste. Quella viséla là, se non la ga un palo, arrivà a un dato momento, casca; quel kakàro là, se nol ga un palo, a un dato momento el se scavessa, se rompe. Ora, se tu non alimenti con verità sode, con catechismo, se tu non alimenti la tua fede, a un dato momento, basta un po' di vento e... vacilla, la tua fede può vacillare. Quando la pianta fede cresce in queste abitudini che si possono aumentare sempre di più, e con questo alimento che alimenta l'intelligenza, allora tu comincerai ad avere la vera fede, che é unione e contatto con Dio, che é indispensabile per un apostolo.

MO38,6 [18-11-1965]

6.Vedete, oggi il mondo é tanto freddo e ha bisogno di caldo: voi dovete portare la carità nel mondo. Sarebbe come dire che dobbiamo portare nel mondo la luce, portando la carità, ma la luce non la porterete se non avrete una pila nascosta dentro di voi. Non potete pretendere voi di avere una pila ma senza batteria dentro, no? Perché avete una bella lampadina grossa, ma senza la pila grossa dentro: ci vuole una batteria proporzionata! Ora, la vostra carità che dovete avere, che sarà quella che sconvolgerà il mondo: vi accorgerete, la carità, la carità che vivete qui dentro. Sentite don Matteo come se ne accorge quando va fuori, quando é fuori, no? E ve ne accorgerete anche voi quando sarete fuori e scriverete le stesse lettere di don Matteo. Vi accorgerete, fuori, quello che il Signore ha dato qui dentro; vi accorgerete fuori!
Bene, questa carità, sarà vera carità se dentro c'è una bella pila caricata bene, cioè se c'è la fede vera, se no non é carità, é sentimento, e se é sentimento casca immediatamente, perché se io ho una pila, ho una pila, cioè una batteria, o meglio, una pila, quando dico pila intendo dire tutte e due insieme, ma senza batteria interna, e vado in giro, resta scuro, forse meio avere una candela, no?, resta scuro! Ora vedete, figlioli miei, se voi non avete una fede, "ma di quelle!", no?, disea il Cafasso... il Cottolengo, no?, una fede "ma di quelle", se voi non avete una di queste fedi qua, la vostra carità, che é il simbolo della nostra Congregazione, che é un po' il simbolo ma la vita della Congregazione, che é la forza della Congregazione, sarà la potenza del nostro apostolato; che sarà la grande novità della Congregazione, e pure essendo una cosa vecia, no?, roba vecia, sarà la grande novità, sarà quella che moltiplicherà gli uomini qua dentro in modo che , proprio, vi farà strabiliare anche voi stessi: "Ma come é possibile, in poco tempo così, ca semo così in tanti!?". Beh, ricordate che questa carità deve avere le radici nella fede, sennò si rovescia: gavì visto qualche pianta qua, un colpo de vento: paf! la va par aria, perché non aveva le radici proporzionatamente profonde e sode.

MO38,7 [18-11-1965]

7.Ora, questa fede, come se fa ad averla? E' questo che io sto domandando al Signore. Vi ricordate quando facevamo la preghiera dell'angelo e ci mettevamo prostrati a terra e dicevamo. "Mio Dio, io credo..." e poi stavamo fermi lì: credo, mio Dio, Padre, Figliolo e Spirito Santo, Padre che ci hai dato il Figlio che é nel tabernacolo, Spirito Santo che sei in me, credo Signore! credo Signore!... Bene, non la facciamo più insieme, però bisognerebbe che voi, se non "mio Dio, io credo...", quella dell'angelo, dite: "Io credo in Dio, Padre onnipotente...", dite quel che volete, ma questo atto di fede, lo dovrete fare!. Perché, guardate che, senza esercizio, non si può, non si può poi agire.
Dice Magnaguagno, no?, Giovanni: "Ciò, senza esercizio si può fare ginnastica, fare le cose senza esercizio, fare le corse campestri, le corse...?". Sonti mi..., sà, bisogna allenarsi, i disea, non so, 'sti ani quando che mi gera corridore, no?, i disea: "Allenarse, ghe vol allenamento!" no?, Severino? E allora, ghe vol allenamento par fare le corse, no? Sà, no se pole ciapare improvvisamente, là, Azzolin: "Va a far le corse!" ...almanco càvate el gesso, no xé vero?, come se fa a far le corse?!... Figlioli miei, in tutte le cose de 'sto mondo, ci vuole allenamento. Vedete che non danno in mano un apparecchio a uno se prima non é abituato, se non ha fatto il secondo pilota per parecchio tempo, non gli danno in mano un apparecchio se vi son delle persone dentro. Deve prima fare da secondo pilota per parecchio tempo e poi gli danno l'apparecchio in mano. Ora vedete, figlioli miei, anche la fede ha bisogno di allenamento. Voi la studiate, ma dopo bisogna fare allenamento, e questo allenamento, bisogna trovare dei punti della giornata, e qui ti volevo, dove voi aprite dentro, atti di fede, capito? Dove voi vi concentrate in voi stessi e professate a Dio la vostra fede.

MO38,8 [18-11-1965]

8.Questi punti fissi che voi dovete avere, questi vi porteranno, a un dato momento, che la vostra giornata sarà illuminata dalla fede. Ciò, qui ci vuole un po' di sforzo personale, non si può mica pretendere andare in Paradiso in carrozza, no?. E neanche buttare 'ste cose qua così, e che vengano da sole: ci vuole uno sforzo!
Per esempio, voi direte: "E don Ottorino ha punti fissi?". Sì, ne ho parecchi punti fissi... Per esempio, prima della Comunione, prima di..., non si può parlare perché... ma si può pensare, capìo?... si può pensare. Io mi metto lì, faccio: "Mio Dio, io credo, credo Signore che te sì qua, ti adoro, credo Padre, Figliolo Gesù Cristo, credo!". Cerco di ravvivare la mia fede, di vederlo vivo, non sentimentalmente vivo, vivo! "Credo..., ti adoro, Signore, qua, ti adoro; mi prostro dinanzi a te e ti ringrazio di tutto quello che mi hai dato: non tener conto delle mie miserie e adesso vieni in me e fai quello che vuoi!". "Corpus Domini nostri Jesu Christi...". Ma finché go dito ste parole qua col cuore, no?, digo: "Corpus Domini nostri Jesu Christi...". Quando, un altro punto fisso, quando ca alzo le man: "Mio Dio - go appena fatta la consacrazion, no? - mio Dio: Kyrie eléison, Christe eléison, Kyrie eléison, Dio dentro di me; ti adoro, Signore, col cuore io ti adoro; ...Kyrie, Signore, Padre pietà!, Cristo pietà, Spirito pietà, e metto la Trinità insieme, no?, in quell'istante lì; Padre: offro, offro Gesù Cristo, no?. ...Padre, Spiritus, Spirito Santo, Kyrie eléison, Signore pietà! Cosa sé ca son mi, povera creatura, ca te go in man qua, e te offro così: Signore, pietà!!! Un altro punto...: "Confiteor Deo onnipotenti...", quando incomincio il "Confiteor". Un altro punto fisso de quei che la liturgia presenta: "Credo, Signore, confesso a Dio onnipotente... e mentre digo "confesso" digo l'atto di fede dentro di me, confesso a Dio onnipotente, la parola "Dio" la me ricorda: adorazione!... Questi punti... bisogna che li fé voialtri... e dopo pian, pian, pian, pian! Quando? Primo: atto di fede "...quando sarà, o mio Dio"!. ...Dio: me fermo in Dio. "Oh, Dio! - disea l'Innominato - Dio! Dio! Chi é questo Dio?!". Ve ricordè, no?. "Dio! Dio! Chi é questo Dio?!". Ben, "...quando sarà o mio Dio"... Dio, Dio: mi fermo un istante, magari col pericolo, come stamattina, de fermarme..., de considerare Dio e me so ciapà in ritardo!... "Quando sarà, o mio Dio, che io aprirò questi miei occhi...". Dunque, sono apparso qua sopra la terra mandato da Dio, e dovrò... e dovrò rendere conto della mia vita. La mia vita dovrebbe essere un'adorazione continua, e invece, ...com'è la mia vita, Signore? ......Stavo pensando... xé vegnù ora de andare in chiesa, e me xé vegnù in mente dopo che ghe gera la meditazion da fare!... Amici miei, scusé se parlo così, e tiro fora 'ste robe qua. Don Luigi me perdonarà... non vorria mia tirar fora robe personali, ma... le xé robe che me par che le sia così naturali..., che le dovarìa essere così naturali...; nonostante questo vedo che son così meschin lo stesso, son povero e misero lo stesso!...

MO38,9 [18-11-1965]

9.Fioi cari, vardé che se no ghemo 'na fede che ghe vegna fora continuamente così, non femo gnente nella vita apostolica!...
Anche ieri, per esempio, a doveo andare da 'na dona a domandare se la dà in prestito dei soldi ecc... ecc... E va ben, son corso qua dal Signore in ciesa: "Senti, Signore, tanto tempo no ghi n'ho, no?... tanto, cossa vuto fare..., senti Signore, adesso mi vao, "in nomine tuo laxabo retem", non so cosa che risciarò, se sarà 'na vecia, se sarà 'na giovane!... Senti, Signore, vò nel nome tuo... Varda che mi vò a fare la tua volontà, se te vui ca vada invesse a far 'naltro mestiere, ca fassa quell'altro!". Stemo parlando, e a un dato momento, tira tira a campà, campà, campà, un'oretta a darghe filo e corda: "Senti, Signore, adesso dime dove ca gò da tacare, dài: dove goi da tacare?". "Speta 'na scianta!... speta 'na scianta...". "Fin dove?". Te poi mia, no, un apostolo nol pol mia, no, non lavorare insieme. No podemo mia non lavorare insieme! Mai, digo, mai, mai! Anche nelle cose più indifferenti, anche adesso che son drio parlare con voialtri, non posso mia non lavorare insieme con Lu!... Se no, parlo, parlo de mi. Anca quando ca gò tirà fora le cose de mi, go tirà fora le cose de Lu! El ga dito: "Senti, tirale fora lo stesso parché xà... le xé cose mie, ...cosa t'interessa a ti?", el ga dito. Ghio capìo? Cioé, digo, bisogna che se abituemo ad adorare sempre, ad adorare sempre! Le nostre parole, co parlemo agli altri, quando confessemo, quando che se trovemo colle anime, deve essere una adorazione continua. Dovemo continuare ad adorare Dio, adorare Dio fin ca me lavo alla mattina, adorare Dio fin ca me preparo alla Messa, fin ca digo Messa, fin ca magno el caffelatte alla mattina... Ma come se fa a non adorare Dio?! Ve lo go dito tante volte, credì... Resto solo, vien dentro un altro: "Disturbo?". "No, no...", però dentro de mi digo: "Sia fatta, Signore la tua volontà!"; ma se son mi solo a parlo col Signore. E allora non vo più a trovare don Ottorino! Ma no, te sì Dio anca ti, Dio... Dio Uno e Trino, stavolta te ghe sì anca ti e parlemo insieme: a semo in tre, capìo? A un dato momento dovemo essere... Vardé, mi me son sforzà de continuo, e nonostante questo a son un pajasso.

MO38,10 [18-11-1965]

10.Ora, féme 'na carità, féme 'na carità, fioi cari! E questo non si ottiene soltanto... questo nol xé sentimento, parché vardé che 'l costa fadiga in principio, eh! Ve digo, sté attenti, parché: el xé sentimento! vardé che costa fadiga staccarse dalla materia per unirse allo spirito...! E senza trascurare la materia, perché: "Beh, allora me metto zo, me metto insìma a una colonna, e stago là e tutto el dì a penso altro che a Dio!". No!, parché una volta no te vedevi niente, adesso passa gli aeroplani par sora e te vidi el mondo anca par sora lo stesso, vero.
Perciò, perciò digo: vardé che costa fadiga; parché noialtri gavemo da essere in mezzo al mondo e dedicarse completamente alle opere esterne, per cui, qualcuno podarìa dire: "Ma come fai, quelli là, a aver tempo de pregare, che tempo gai?". Nello stesso tempo, vero, se parlemo delle robe dello spirito, uno podarìa dire: "Ma come falo a aver tempo per le cose materiali, ...ché el parla sempre de Dio?!". A un dato momento, vardé, che le do cose le deve intreciarse. Ve ricordé ca parlavimo del tessuto, na volta, no?, della tela, me pare la parlavimo, portavimo l'esempio della tela, ...che se tiravimo via i fili par cussì, casca el palco, no? e vien fora un ...! Par forza! Bisogna che, a un dato momento, la nostra fede deve prendere talmente la nostra vita, per cui... "mens de fide vivit"... me par che sia così la frase, come xéla voialtri là? "...ex fide vive...". Il giusto, l'uomo di Dio, l'apostolo deve vivere de fede. "Ciò, cosa ghe deto da magnare ti ai canarini?", te ghe domandi a Venco. "I magna bissùi, bàgoli, bàgoli, bàgoli...". Cosa magna quella càvara, quella... e cosa màgnelo quell'omo?". "Fede! fede!". E cosa dà? ...Latte, carità! Mangia fede, dà carità! Te ghé 'na cavaretta: te ghe dé da magnare erba e la te dà latte! El nostro... - no sté a scandalizzarve, don Erasmo,... sà, 'sti mestiereti qua i se scandalizza... - niente da fare: mangia fede e dà carità, dà carità. E allora sté sicuri che, che nel mondo portemo qualche cosa, qualche cosa: la carità. Ma se non mangi fede, caro, dove che dovarìa vegner fora carità, vien fora latte artificiale,... latte in polvere, e latte in polvare chi xé che lo vole, fioi? Capì anca voialtri; gnanca in Pia Società San Gaetano. Cosa volìo fare? No la vulì mia! No, Ruggero, anima semplice... Ruggero, proprio ti che te ghé imparà a monzare la vacheta mora!... te ghé imparà con la vacheta mora, no xé vero? e allora come feto a scandalizzarte... con santa semplicità, con santa semplicità!

MO38,11 [18-11-1965]

11.Concludendo, parché el tempo l'è passà: fé un piacere, tusi: vardé, mi gavea scritto, son drio a scrivere qualcosetta qua par quel nostro famoso libreto, go vardà anca ieri sera, chissà che vegna lo Spirito Santo..., l'è in ferie un po'!
Il pensiero pressapoco l'è questo, il pensiero; lo butto zo mejo e dopo ve lo dao: "Alla base della vita religiosa é necessaria una grande fede, ma una fede sincera, viva e ardente. Non basta essere convinti dell'esistenza di Dio e professare le verità della fede, ma bisogna rimanere continuamente prostrati davanti alla sua maestà, adorandolo con tutto il cuore, ...i famosi "carmeli ambulanti", no? Tutte le azioni del religioso devono essere fatte alla presenza di Dio, con Lui e per Lui. Bisogna sentire che Dio si é fatto uomo per noi, che accettò la crocifissione e la morte per la nostra salvezza, e che la Madonna lo seguì fino al Calvario per amor nostro... ecc..." ...scriveremo il resto! Se noialtri riusciremo, figlioli, a organizzare un gruppo di religiosi pieni di questa fede, e cuori pieni di carità, voi capite che cinquanta, sessanta, cento di questi, si moltiplicheranno in un modo strepitoso; non come si moltiplicano i granelli di frumento, ma come si moltiplicano i bacilli nella materia; sapete come si moltiplicano, ...beh! Ora voi vi moltiplicherete, non come i granelli di frumento: come