L’APOSTOLO DONA ANCHE IL PROPRIO SANGUE PER LE ANIME
MO147 [23-02-1967]
23 Febbraio 1967
MO147,1 [23-02-1967]
1 State attenti: che bello, che bello se domani, andando in luogo di missione, i nostri missionari potessero dire: “Noi, non soltanto l’Evangelo, ma anche la nostra vita desidereremmo di dare per voi!”.Vedete, adesso, supponiamo i nostri fratelli, sono là a Monterotondo e hanno aperto una missione, sono circa cinquemila anime; pensatevi voi, fratelli in chiesa, sacerdote e diacono in chiesa, davanti al Signore: “Signore, guarda, ti voglio tanto bene, a queste anime e a tutte le anime che sono sopra la terra, ma tu mi hai dato queste, e perciò prima io devo lavorare per queste, no? Io offro la mia vita per tutte, soffro per tutte, ma il mio primo amore, cioè il mio lavoro, la mia missione di lavoro, prima è qui! È giusto, no? È qui, e perciò lavoro qui! Signore, guarda, io voglio dare loro il Vangelo; tu mi hai mandato qui per dare il Vangelo, perché queste tue cinquemila anime conoscano il Vangelo e vivano il Vangelo. Lo conoscano i bambini, lo conoscano i giovani, lo conoscano i vecchi. Io ho il dovere, o Signore, di farti conoscere, di farti amare, di farti servire: questa è la mia missione. Tu mi hai mandato qui a Monterotondo, mi hai mandato per questo: per farti conoscere, amare e servire. Non perché sia conosciuto io, non perché sia esaltato io, non perché la gente abbia da esaltare me, a me non importa. “Oportet me minui, illum autem crescere!”, no? Questo non interressa! Se perché Cristo sia conosciuto è necessario che sia schiacciato uno, che sia umiliato uno: non interessa il modo. Se tu vuoi che queste cinquemila anime ti amino attraverso un fiasco solenne della mia vita, a me non importa niente, Signore! Tu mi hai dato l’incarico di portare queste cinquemila anime a te, e vedi, Signore, guarda, scegli quella strada che vuoi: non voglio sceglierla io! Vuoi mettermi adesso a letto, vuoi mandarmi a finire in manicomio? E va bene! Vuoi mandarmi in sanatorio, e cioè tutta la mia vita passata in sanatorio? Vuoi mandarmi in carcere, umiliato, calunniato? Signore, guarda, io non scelgo: scegli tu! Dammi la forza però, eh! Intendiamoci bene: senza di te non posso far niente. Però, Signore, tu mi hai mandato qua, a qualunque costo io voglio salvare queste cinquemila anime, perché lo vuoi tu, Signore!”.Eccolo qui il segreto! Signore... Ecco Paolo cosa che dice: “... non soltanto l’evangelo di Dio, ma ancora la nostra vita, tanto ci eravate cari!”.Questa terza parte, cari, è quella del sangue, è quella del sangue: che la vien prima, la vien durante e la vien dopo quella, no? Le anime, figlioli, ricordatevelo, ricordatelo, vanno a sangue. Ghe xe i motori che va a benzina, che va a nafta e anche che va a sangue, va a sangue.To mama xe contenta, ieri te ghe dito, ma la ga pagà col sangue: quante lagrime, to mama, quanti momenti di amarezza. Una mamma che vede un figlio...E... niente da fare! La stessa trafila tì te la gavarè un domani: quando che te vedi un’anima così, te sarè ti la mamma, allora...