1 Con l'aiuto della Madonna ritorniamo al nostro caro San Paolo, e speriamo... "... mai uno scopo recondito di cupidigia, e Dio ce ne è testimone, mai cercammo la considerazione umana, vostra o altrui...".Lasciamo stare la cupidigia perché adesso forse non c'è l'occasione per noi, dato che siamo Religiosi, e la cupidigia è essere avari, piuttosto è facile essere prodighi, non saver cosa che costa el denaro, e consumarlo così... il pericolo per noi è questo, oggi... soltanto la fatica di domandare il permesso... Ma, ma, la seconda parte: "... mai cercammo la considerazione umana, vostra o altrui...", cioè, non cercare la considerazione degli uomini. Cercare... cosa volete, è chiaro che quando si fa una certa azione, si cerca l'approvazione di qualcuno: è umano, no, è umano. Se, per esempio, il nostro caro Luciano Bertelli dovesse fare una predica, e presente in chiesa ci fosse sua mamma, sa che c'è sua mamma che viene apposta per... poi con la sorella, il marito della sorella, i cognati eccetera eccetera, fino alla terza generazion, impiena la ciesa, vero! Pensate, se lui sa che sono presenti queste persone, cosa vuoi, vivadio, la predica la fa per i ragazzi, per i giovani, per gli amici, ma, ma... cosa volete, la persona principale è la mamma, no? Se poi fosse presente il vescovo... presente mons. Zinato in chiesa, cosa vuoi, senza volerlo, sa, "bisogna ca staga attento parchè ghe xe...".È quello che hanno provato i confratelli a Crotone, quando hanno fatto scuola di religione: prima persona era il maestro, no? Anche Vittoriano... poi quando che ha capito che i maestri di religione non capivano niente, non sapevano niente, dalle domande che facevano poi, e poi tutti i maestri, che... sulla pedagogia, quando hanno sentito, sentito insomma che i maestri ne sapevano meno di loro, e allora si sono sentiti maestri. Il primo momento è questo, no?Ora, vedete, non è da scoraggiarci: è umano, in quanto, anche se non ce ne accorgiamo, quando facciamo un'azione siamo preoccupati di piacere. Eh, niente da fare: è inutile che ve la caviate! Sarebbe come dire: "Mi no go mai fame, mi... no, te assicuro, mi magno...". Te sì un insulso, allora, no te capisci gnente, vero? Scusa, no xe mia lo stesso magnare rospi o magnare polastro, chiaro? Miga lo stesso! Ora, vedete, nelle azioni è umano, è umano cercare di piacere, sentire la gioia. Anche la stessa mamma, quando il papà va a mangiare, la xe contenta parchè i fioi i magna de gusto, vero?
MO145,2 [21-02-1967]
2 Ora, attenti, quello che bisogna stare attenti xe: sì cercare di piacere: sfruttiamo... questa natura umana, questa, vorrei dire, tendenza umana, e mettiamo una persona qui al primo banco, Nostro Signore. Ecco la santità. Non vi dico mica: soffochiamo la natura umana, o cambiamo la natura umana; lasciamola come il Signore ce l'ha data, o come è stata un po' corrotta; lasciamola com'è, mettiamo soltanto al primo banco il Signore. E perciò io cerco di piacere al Signore, il quale Signore vuole che io cerchi di piacere anche agli altri. Ma prima contento Lui e contentando Lui sono contenti anche gli altri. Altrimenti, attenti, guardate che, voi capite, che in pratica torniamo allo spirito della Congregazione: cercare di piacere a Dio, cercare di essere in relazione con Dio, di fare la volontà di Dio, di essere a contatto continuo con Dio. Altrimenti guardate che è facilissimo umanizzare il nostro lavoro, umanizzarlo; e cioè è facile che a un dato momento noi, senza accorgersi, si comincia un pochino alla volta, un pochino alla volta, si comincia nel nostro lavoro essere preoccupati di piacere alle creature; e Dio non voglia che queste creature siano di sesso diverso da quello dell'uomo, che allora, sai, che dopo, invece che essere... siano magari specificate con nome e cognome, e invesse che essere plurale magari sia una persona singolare! Sai, cosa vuoi, piano piano, piano piano, piano piano, incontrerai quella creatura che si chiama magari... mettemo... Elio, tò, che continua a dire: "Oh, che bella conferenza, oh che bella predica! Come che el ga parlà ben stassera! Oh qua, oh là! Ma varda, ma varda!". E cosa vuoi, dài oggi e dài domani...State buoni, figlioli! State buoni, state buoni!
MO145,3 [21-02-1967]
3 Poniamo adesso che c'è l'assistente Filippi che va a San Paolo: sta' buono Filippi, se mi parlo a Filippi so che nol se offende mia, perché non è mai capitato questo; ma, supponemo, Filippi che va San Paolo e ghe xe nda signorina professoressa che: "Vero, ho visto che in chiesa... lei parla veramente bene; così va bene, così va bene!". Te poi immaginarte se dopo, la domenica prossima, avendo davanti la signorina, el parlarà... se el resta indifferente! E magari la xe gentile, buona, santa, magari, che la va in chiesa e la xe nda bona tosa, che la va a Messa e comunion ogni mattina: nda bona fiola! Poi: "Ma guardi, ma sa che ha fatto molto bene quelle tre paroline che ha detto in commento... veramente bene! Sa, non ci avevo mai pensato!". Dai oggi, dai domani, una parolina di lode oggi, una parolina fra quindici giorni, adesso dìme se Filippi... Sentì, signori miei: mi son omo, mi non saria bon restare indifferente, lo confesso. E penso che gnanca voialtri... Che dopo se vinca la battaglia xe un conto, no, ma che sia completamente indifferente, completamente indifferente... State buoni, dite che siete fatti de puina, vero, o de sasso!Ah, figlioli, per vincere queste battaglie, perché le troverete sapete, le troverete! Vi troverete in confessionale, quando andate a confessare, quella pia donna che dirà: "Ah, non ho mai trovato un padre come lei, ah, ah!”.Siamo andati lì, al coso... all'ACLI, siamo andati all'ACLI, e mentre aspettavamo l'amministratore che stava telefonando, c'era la signorina in ufficio, lì, e ha detto: "Guardi, dice, ringraziando il Signore... come, come... che impressione ha lei di Roma?". Credeva che fosse la prima volta che venivo a Roma. "Beh, insomma, c'è il buono e il male!". "Cosa vuole, in città a Roma... è difficile, sa, Roma! Guardi, io - dice - mi trovo in questa condizione. Guardi, ringraziando il Signore vado in chiesa a Messa alla domenica, faccio la comunione, eccetera, faccio anche qualche... ogni giorno faccio una visita in chiesa, ma la difficoltà enorme per Roma è che non si trova un prete, non si trovano preti per confessarsi: cioè, ci si confessa, ma il prete dà l'assoluzione e basta, ma per dire una parola, ma per avere un po' di direzione... un'assoluzione in fretta e basta! Non si trovano preti che abbiano pazienza, che abbiano un po' di tempo, che possano un pochino aiutare un'anima”.
MO145,4 [21-02-1967]
4 Lasciamo stare, e questa sia una lezione per tutti noi. Però, un momentino. Supponiamo che adesso uno di voi sia sacerdote, mettiamo... Giacobbo, sacerdote, e si incontra con quest'anima bella in confessionale, la quale dice: "Senta, io...". E allora lui comincia a dirigerla... E poi, a un dato momento: "Sa, non ho mai trovato un'anima come lei! Sapesse... in tutta Roma, in tutta Roma, in tutta Roma. Ah! Ah!". Figlioli miei, come si fa a stare indifferenti? Vero, Giacobetto? Cosa vuoi: "Omnia munda mundis", vero?Ora attenti, attenti sapete, attenti! Anche nel Chaco, caro don Piero, attenti, perché anche arrivati... per qualcuno che sembra orso, qualche volta, guardando dentro, l'è meno orso degli altri. State attenti, state attenti, perché io ho visto nella vita apostolica qualcuno che sembrava, fate conto, se voi prendete la natura di Caldini, per esempio, Caldini umanamente parlando è orso, no, perciò non siete capaci di concepire un Caldini... è il classico brooomm bromm... ahh!, el butta là così: siccome natura è natura, la sua è così! La natura è... no? Bene, ho visto nature così che, arrivate a trentacinque-quarant'anni, si sono lasciate prendere da queste cose qui!Ti fanno perdere la testa. Perché? Perché se non siamo preoccupati di piacere a Dio, naturalmente saremo preoccupati di piacere agli uomini. Perché mentre io parlo a voialtri, è impossibile che io non cerchi di piacere a qualcuno. Se facendo una torta mi riesce bene, è inutile che io dica: "Ma, io sono indifferente!". Se mi riesce bene sono contento di far bella figura: niente da fare! Giusto no? Se le cose vanno bene umanamente parlando, siete contenti; se vanno male, ti dispiace fare la brutta figura che fai. E questo, questo ditelo di don Ottorino, ditelo del Papa Paolo VI, ditelo di tutti gli uomini che sono sopra la terra. E se uno dice: "Ma, io resto indifferente!", disighe che l'è busiaro! Perché... quando le cose vanno bene, sei contento; quando ti capita una brutta figura, sì te l'offri al Signore, tutto quello che vuoi, sarebbe come dire uno che soffre con gioia per amor del Signore nol sente gnanca la sofferenza: ma quello l'è insulso! Se ciapo un sciafòn, me fa male! Anche Gesù nell'Orto: "Padre, se vuoi, passi questo calice!". Vol dire che ghe faséa male, no? La croce è sempre croce, la sofferenza è sempre sofferenza...
MO145,5 [21-02-1967]
5 Ecco, guardate fratelli miei, state attenti a quella benedetta ambizione, a sto benedetto desiderio umano di piacere agli uomini! Perciò, nelle conversazioni, perciò... quando parlate anche... supponiamo in refettorio, in cortile, coi compagni, cogli amici, non cercate voi stessi. Anche se raccontate qualche cosa che riguarda voi, parlate con semplicità come Papa Giovanni che raccontava così, con semplicità se volete, fatelo pure, per carità, ma preoccupatevi di farlo sempre alla presenza di Dio. Ecco il grande segreto, fratelli miei, per non cadere lì: è di avere sempre Dio presente. "Scrutans corda et renes Deus", il quale scruta nell’intimo e ti può dire: “Sì, sì... mentre, per esempio, ecco là, quella signorina fuori o quel signore ti fa gli elogi, sì, sì, sì... - dice il Signore - perché ti fa gli elogi perché non sa per chi hai lavorato tu! Ma io solo posso farti gli elogi!". Ah, cambiano tante cose, fratelli miei, quando ci si mette alla luce di Dio! Quando per esempio si ricevono lodi e rimproveri alla presenza di Dio, cambia colore tanta roba, tanta roba cambia colore, e le azioni si fanno alla luce di Dio, e tutto si riceve alla luce di Dio.Per esempio, per esempio, quante volte vi capiterà la umiliazione di ricevere delle lodi che voi sentite di non meritare, come una medaglia d'oro, per esempio... La umiliazione, proprio la umiliazione di ricevere una lode, una medaglia, proprio una umiliazione, e la devi ricevere perché, sa, il Signore ti ha messo lì... "Ma senti, no, Signore, no!”. "Ricevi e tasi sempre!". E va ben, pazienza! E in quei casi lì dovete ricordarvi una cosa: quando si ricevono quelle cose lì, si ricevono sempre per procura. Quando, per esempio, supponiamo, c'è uno in America e una ragazza qua che chiedono il matrimonio per procura, poi quello che ha fatto per procura nol pol mia portarse a casa la femena, no? E no! El ga fatto qualcosa per procura, lui ha rappresentato quell'altro, no? Xe mia giusto? Perciò, è per procura... Sicché, quando ricevete lodi, ricordatevi, le ricevete per procura: sì, son del Signore... è stato Lui che ha fatto!Sarebbe come adesso, supponiamo, un momentino, ringraziando il Signore si sta arrivando verso il diaconato, eccetera. "Ah, lei, don Ottorino, sapeva...". Ma non capite mica che bastava soltanto un anello di tutta questa catena che non fosse riuscito, che colpa ne avrei io, a farci tribolare di più per mettere... Scusa, il Signore ci ha voluto portare una roba così... Ma, uno che è stato in mezzo, che ha visto insomma questo lavorìo di Dio, che sa quante volte il Signore ha dovuto a me... "reformata... - com'è là... - mirabiliter reformasti", no, riformare tutti spigassi che avevo fatto per strada, e che ga giustà Lu, ga taconà Lu, el ga messo a posto Lu qua e là; ma chi ga visto insomma la mano di Dio che ha accompagnato e ha taconato, no, nol ga corajo de dire: "Son sta mi!". Gnanca par sogno, gnanca par sogno! Anzi, ghe fa un certo che... è il momento di far portare l'umiliazione qualche volta di ricevere una lode per procura...Perciò le lodi che riceviamo, fratelli miei, le riceviamo per procura. Soltanto che, quando che riceviamo biasimi e riceviamo rimproveri non sono per procura, perché ghi n'avemo tante miserie da pagare che, se non le meritemo per lì, le meritemo per il resto, no? Capito? Le meritiamo per il resto! Perché sono tanti i debiti che abbiamo verso il Signore, sono tante le... E qui si tratta proprio di capire cosa siamo, cosa vuol dire avere peccato, cosa vuol dire avere offeso Dio, cosa vuol dire non avere corrisposto alla grazia del Signore!
MO145,6 [21-02-1967]
6 Metterci dinanzi a Dio che è presente, che è... che malgrado le nostre miserie ci ha scelti, ci accompagna, ci ha dato una vocazione, si serve di noi, si serve di noi povere creature. Ma si servirà di noi finché saremo povere creature. Quando cesseremo di essere povere creature, di crederci povere creature, Dio non si servirà più di noi. È tremendo, sapete! Pensate ai nostri fratelli in America Latina in questo momento, sono entrati a Resende a portare Dio: bene, Dio si servirà di quei tre finché loro saranno convinti di essere povere creature; quel giorno che crederanno di essere qualche cosa, Dio non si servirà più di loro. E allora ecco qui, San Paolo che può dire proprio apertamente dinanzi a tutti: "... mai cercammo la considerazione umana, vostra o altrui...". Che bello se domani poteste scrivermi dai vari posti di missione: "Senta, don Ottorino. Tante miserie, ma possiamo dire in coscienza che abbiamo lavorato sempre dinanzi al Signore, sempre per il Signore, e mai abbiamo cercato, mai, -tenete presente questa parola mai - mai abbiamo cercato la gloria nostra, abbiamo cercato l'onore nostro: solo cercato l'onore di Dio!". Che brutta cosa, per esempio, uno che va a lavorare i campi e che va a casa alla sera con una sportà de roba... che brutto saria, no? Un fattore che se porta via la macchina piena, alla sera... O uno che va in stabilimento e si porta via cuscinetti a sfera, nda storia, l'altra: quello l'è un ladro! Ebbene, se portiamo via la gloria a Dio, se portiamo via, se rubiamo via per noi, siamo ladri, fratelli miei, siamo ladri!Toni Zordan, ti che te ghe esperienza apostolica, gònti torto o gònti rajon, caro? Come? Xe facile lavorare "in umanis"? Eh? E vedì che lu che el ga esperienza de più de mi... el pol parlare delle nostre missioni... Cosa? Xe vero o no? No, vardè, scusé se, vardè, io volevo trattare... ma go sentìo el bisogno de fermarme un momentino: vardè che xe facile, facile oggi, ma xe facilissimo domani sbrissiare. Parchè ancò sémo in un ambiente qua di famiglia, in fondo in fondo le xe piccole cose; ma domani cò ve fora, cò ve fora, cosa volìo... sì messi un po' sul piedistallo, no?
MO145,7 [21-02-1967]
7 Parchè, scusé, adesso mi go visto anche, anche a Monterotondo lì, cosa vuto... "Don Mario... signor Mario... don Mario... padre Flavio... don Graziano...!". Tutti quanti, vero, i lo cerca, tutti i lo vole, i va lì... Don Luigi, vero, no? Te vedi in ogni circostanza nda strepola de gente! Sa, sentirse... se sente qualche cosa... A un dato momento la gente cominsia a dire: "Ah, guai se no vegnevi qua voialtri! Ah, guai, guai, solo voialtri podevi portare sta roba qua, solo voialtri podevi!”. A un dato momento, sai, i te incensa, magari i te tira el turibolo sulla testa qualche volta, ma intanto i te incensa, i te incensa! A un dato momento xe facile metterse in ciesa, e magari metterse là davanti al Signore: "Signore, ti ringrazio perché non sono come... don Leonzio lassù, come don Giuseppe, o come don Ciccio... Ti ringrazio perché non sono come loro, mi, sempre con l'aiuto tuo, ma, insomma, son qualcossa...”.Ah, fioli cari! Fioli cari, attenti! Perché il miracolo delle noci podarìa registrarse ancora! A un dato momento el granaro, invesse de esser pien de nose, pol essere pien de foie smarse! Dopo de aver lavorà lavorà: "Evviva el lavoro!"... "Iam recepisti mercedem tuam!". Hai ricevuto la tua mercede! Mi? Sì signore! Sei andato a elemosinare quel sorriso, sei andato a elemosinare quel... sa... Hai lavorato per gli uomini, hai lavorato per te stesso, hai cercato la gloria umana, non hai cercato la mia gloria...
MO145,8 [21-02-1967]
8 Vedete, che se vogliamo lavorare, è una sola la strada: io e Lui, Lui e io! Eccoli là, e poi in mezzo agli uomini prendiamo chi che volete, ma io e Lui! Parlo con Lui e vado da Lui e converso con Lui e tratto con Lui e cerco di piacere a Lui, e poi, in mezzo agli uomini, brillanti, sereni, del duemila! A cavallo, in macchina, in aereo: quel che volete! Alla radio, alla televisione: fin che volete, su, su, ma con Lui e per Lui: "In Ipso et per Ipsum!". Sì, caro Rafael mio, questa è la strada! E questo lo dico anche dei cristiani. Ah, quante volte sti cristiani che lavorano per motivi umani, arriveranno in Paradiso e trovano niente là!Punto e andiamo avanti. Avete obiezioni da fare su ste robe? Qualcuno ha da domandare qualche cosa? Niente? Volevo fare dialogo, no? Ruggero? Un pochino familiarmente così... Ti, don Erasmo, cosa dìto? Sìo d'accordo su ste robe qua?Sa, in confessionale bisogna che te ghe credi a quello che i te dise loro. "A mi qualche volta me vegnaria di copàrme... eccetera, de qua, de là...”. Siccome, stè boni, siccome il nostro scopo xe la carità, el nostro emblema xe la carità, la bontà, e se ghemo bontà con tutti, immaginarse con una creatura così, poareta, se non se ga carità! E una paroleta bona la se dixe... "Ecco, solo lu el me dixe parole bone, solo lu el me capisse...". Una parola bona se ghe dixe, uno che ga capìo el dixe: "Senta, anima de Dio...”, e portarla subito un pochino a offrirghe al Signore... "Cosa crèdela, che la vita sia senza croci? Crèdela... che la vita...". Cò te scominzi a parlare de sto pan biscotto qua, subito, subito se va al concreto, cioè al Cristo! Ma questo te lo fe se te ghe Cristo presente. Se subito te vedi Cristo crocifisso vissin a ti e te dixi: "La senta, xe vero e mi capisco... però la se ricorda che la vita la xe fatta così... Queste xe... la scola più bella e più grande xe questa par ela! La varda ca semo cristiani e ela la xe qua inzenocià par confessarse, parchè semo cristiani, e la se ricorda che il Cristo lo vedemo sempre il crocefisso, lo vedemo così...". Se te scominzi a parlare così, no te te tacchi gnanca par sogno, no! Senti, xe ventisette anni ormai che son prete, no? Dunque... E allora, se ghe xe una creatura che vol salire, la continua e 'Deo gratias', e allora te continui a fare direzion spirituale; se invesse sta creatura la va cercando nel confessionale l'uomo, perché no la ga el moroso fora e la cerca un uomo per dentro lì, e allora quella no la vien pì. "Deo gratias!". Xe vero o no?Per forza, no, per forza! Anche questo... ma questo non solo nel confessionale ma anche fora dal confessionale, vero! Deve sentire, queste creature che vien un po' in cerca de sentimento, deve sentire l'uomo di Dio, non un uomo: l'uomo di Dio! E allora, se le cerca Dio le tornerà ancora da voialtri, ma se le cerca l'uomo, le ndarà a finire da qualche altra parte ma no da voialtri. È questo: bisogna che le senta l'odore di Dio, dell'uomo di Dio. Non il sentimentalone, la... la signorina, il signorino: devono sentire nella semplicità, nella signorilità e nell'austerità l'uomo di Dio. E allora se onestamente vanno cercando Dio, o presto o tardi tornano lì; se non vanno cercando Dio: "No, se volì, ve da 'naltra parte!". Xe questo... l'errore, sa, l'è lì, l'è lì: tutto qua! Ma questo si salva... per conto mio xe nda roba abbastanza facile, perché a prima vista..."Ma allora l'è un disastro, qua...". No, no: si tratta solo che ti te ghe da sforzarte per metterte in meditazione, per esempio, metterte un momentino davanti al tabernacolo a parlare col Signore e star lì un pochino col Signore: cioè creare tra ti e 'l Signore questo dialogo, questa unione, questa fraternità col Signore, per cui, quando che te parli con ste persone, el Signore: "Sta' tento, eh, sta' tento sta' tento - el dixe - al cuore!". "Signore, te ghe rajon: brrrum!". "Sta' tento, sta' tento!".La mamma: "Ottorino, sta' tento, eh? No toccare lì, no toccare lì!".
MO145,9 [21-02-1967]
9 E il Signore, si presenta una signorina... parlemo di questo stampo, vero, e si presenta lì, per esempio a don Luigi: "Sa, don Luigi... Oh, che bei fiori, oh, che bello qua, che bello là!", e te senti zà el cuore... Subito el Signore: "Don Luigi, tento!". Se te ghe... se te sì abituà avere el Signore presente, el te dà uno de quei scopelotti in quel momento lì, che el te sveja fora Lu, no? Ma deve essere presente! E anche se nol te viene al momento, appena che te ve in ciesa el dixe: "Ah, bravo don Luigi, eh! Tutte le meditazioni che te ghe fatto ai tusi, le belle predichette che te ghe fatto: ti si stà con la signorina mezza oretta, eh? Te go lassà là apposta, son stà sconto... per vedere quello che te fe: apposta!". "Varda, Signore, te ghe rajon; non lo farò più!". Dopo mezzogiorno, nel pomeriggio, capita 'n'altra volta! Ma intanto, ma intanto... Se c'è questa abitudine.Qualcuno fa el sorrisetto par sotto: "A mi no che non capita!". Eh, vedarì, vedarì fioi, che ve capita a tutti, più o meno, in una forma o nell'altra o ne st'altra la ve capita! Ma se voi vi abituate a parlare col Signore, cercate di piacere al Signore, non abbiate paura! Sembra la cosa più difficile ed la cosa più facile. Sembra la più difficile; quando voi vi siete incontrati col Cristo e vi siete innamorati con Cristo, è la cosa più facile! Per un giovane è una cosa difficile mantenersi puri, ma quando il giovane, serio, è sposato, è la cosa più facile! Deve pensare alla nova fameja! Domandèghe là, a Lorenzo, là, Tramaglino, no? El ga la so Lucia e basta: tante storie? El ga la Lucia...Ora, si tratta che noi ci incontriamo con Cristo: el varrà ben di più de nda femena, no? Con la differenza che quelo l'è sempre vissin e el te vede dentro al cuore; colla gente, sa, te poli imbrojare un pochetin de giorno e de notte, te poli imbroiare col pensiero, ma col Cristo, no, caro! Perché quello, se te te sì incontrà sul serio, el te segue de giorno e de notte, e non te poli imbrojarlo; ma nella stesso tempo l'è l'unico che te comprende, l'unico che te capisce, l'unico che sa sopportarte e che sa sorreggerte e sa darte una mano.
MO145,10 [21-02-1967]
10 Vardè, l'apostolato è una cosa meravigliosa, è una cosa difficile e una cosa facile, ma soltanto è facile e meravigliosa quando l'apostolo si è incontrato con Lui, quando è preoccupato di vivere con Lui. Se l'apostolo finisce per fare quattro pratiche di pietà incrosà, parchè bisogna farle, fatte su un pochetin alla bona, se a un dato momento, vorria dire, el diventa un funzionario, no... vardè che si umanizza, no? Bisogna ca ve fermè proprio davanti a Dio, bisogna... vardè, vorria dire che... come gavemo fatto tante volte la famosa cura del sole, fermarsi in chiesa, magari un minuto, no, non interessa tanto, ma mi parlo con Lu: ecco, parla con Lu! Mi stago lì e parlo col Signore!Abituarse al mattino co' ve alzè, magari do-tre momenti nella giornata: ma mi parlo con Lu! E sento che Lu me varda, Lu me segue, Lu me accompagna, e che lavoro par Lu! Quando l'apostolo xe in questo contatto, ma anca se el fa qualche spigasso digo, dopo el se alza, no stè aver paura: dopo el se alza! E qualche volta magari che el Signore permetta anche qualche mezzo spigasso parchè sta creatura magari la gera un pochetin superbeta e la credea de essere chissà cosa, la sbassa la fronte dinanzi al Signore! Mi no me spavento dei spigassi; me spavento soltanto della superbia, quando uno non vole metterse dinanzi al Signore, quando uno crede di esser lu, e allora casca el palco!Gratias agimus tibi, Domine, quia...