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L’APOSTOLO NON SEGUE LE SIMPATIE UMANE

MO141 [1-02-1967]

1 Febbraio 1967

MO141,1 [1-02-1967]

1 Avanti fratelli; si parte, si parte.
"Mai, infatti, come ben sapete, abbiamo avuto parole adulatorie...". "Paolo non nutre certo simpatie per i molti filosofi peripatetici di quei tempi, coi quali non vuole essere confuso in alcun modo. Chi annunzia la parola di Dio non può seguire le 'simpatie' della gente: deve dire la verità, la verità di Dio, 'opportunamente e inopportunamente'". Vorrei che sentissero queste parole certi pretini che i xe sempre preoccupati della loro biblioteca, de aver tutti i romanzetti ultimi, tutte le riviste ultime, ma di quelle certe, perché , sa, devono essere... sapere se un macaco ga dito adesso che... la luna xe dentro nel pozzo... bisogna savère, perché bisogna essere all'altezza dei tempi! Per essere all'altezza dei tempi bisogna savère tutte le scemenze che i dise quei altri! Sarìa come, nel campo della musica, che uno che non conosce, per esempio, le canzon ultime de San Remo, l'è un povero ignorante! Non è all'altezza, non e aggiornato... perché non conosce, vero, l'ultima canzone, non conosce. "Se io rido mi tirano le pietre, se non rido mi tirano le pietre, se lavoro mi tirano le pietre, se non lavoro mi tirano le pietre, se sono bello mi tirano le pietre, se sono brutto mi tirano le pietre...". No la go mia inventà mi, eh? Sono aggiornato, vedì, eh? Sabo sera, dopo el telegiornale, ghe xe San Remo: "Spetta, ciò, mai visto San Remo: almanco una volta ca lo veda!". E ieri el dixe... Vinicio a tòla: "Oh, xe carnevale, semo in carnevale!". "L'ho go visto el carnevale mi, caro, no te ghe visto sabo?", go dito. "La gera quaresima quella! - el ga dito - La gera quaresima!”.

MO141,2 [1-02-1967]

2 State attenti, figlioli miei, vedete, se fossi capace di farvi capire sta roba. L'uomo di Dio deve parlare la lingua di una nazione, ma non deve essere informato su tutte le stupidaggini... È giusto sapere, conoscere, ma è diverso il conoscere e l'essere preoccupato, quasi considerare un'ignoranza se non si sanno tutte le stupidaggini che dicono là, in quella nazione. Non so se ho reso il pensiero. Tu vai, per esempio, in Brasile: il conoscere il portoghese è necessario, il conoscere un pochino il modo di pensare, le maggiori correnti, là c'è una corrente che pensa così, dire due parole... è necessario. Ma conoscere in vista della conquista, no per dire: "Io devo conoscere se no mi stimano ignorante!". Se c'è un gruppo di persone che, sa, le se mette là, e i scrive un libro... de semenze, no? È giusto conoscere le sementi in vista della conquista, ma non in vista per paura che se...
Guai a voialtri, figlioli, se andate a leggere riviste e libri per paura di non essere all'altezza degli altri! Guardate che sarebbe il più grande disastro. Domani, che vi formaste cognizioni di questo e di quello, per essere all'altezza, per poter parlare... Guardate che c'è una superbia tremenda che umanizza il vostro lavoro e sclerotizza il vostro lavoro. Capisci, Ugo caro? Uno che prendesse in mano di tutto perché, sa, bisogna saperlo! Come si fa? Insomma, praticamente, strucca strucca, xe parchè se vol fare bella figura, se vol fare bella figura in mezzo a quei quattro bellimbusti, vero, che crede de avere la cultura in mano e non hanno niente in mano, soltanto sono magnetofoni, nastri che hanno raccolto di qua e di là, ma non hanno niente di proprio: un magnetofono non fa mai una predica sua! Dirà sempre quello che dicono gli altri, e tante volte con robe sovrapposte per cui no se capisce gnente! Figlioli miei, guardate, ecco qui San Paolo. "Paolo non nutre certo simpatie per i molti filosofi - e ce n'erano di in gamba, di buoni, c'era roba buona! - peripatetici di quei tempi, coi quali non vuole essere confuso in alcun modo". E invece mi pare che oggi, e guardate che se vi dico questo, vi accorgerete fra otto-dieci anni, quando sarete in mezzo e vedrete che don Ottorino forse ha ragione! "... coi quali non vuole essere confuso, non vuole essere confuso...". E invece, la maggioranza dei casi, io trovo gente che, "coi quali - si potrebbe mettere - non vuole essere da meno, non vuole essere da meno! Dico male? Coi quali non vuole essere da meno!". E invece questo qui, preoccupato di non essere confuso, gli altri preoccupati di non essere da meno, preoccupati di non essere differenti da questi tali, no? Guardate che non è il numero dei preti, non è il numero dei religiosi: è la qualità che salva, che salva oggi, sapete! Avessimo in Italia, invesse che cinquantamila preti, avessimo cinquantamila San Paolo: basterebbero per salvare il mondo e anche metterne in pension un pochi! Dico male, lei? Cinquantamila San Paolo! Ma ci vuole la coerenza; quando uno si dà al Signore, deve darsi al Signore e basta! E poi si serve di tutte queste cose, ma si dà al Signore!

MO141,3 [1-02-1967]

3 "Chi annunzia la parola di Dio non può seguire le simpatie della gente...".
Eh, ecco perché certe volte questo povero prete qui grida forte, forte, forte: perché, vedi, qualche volta, e siamo uomini sapete, si cerca un po' la simpatia della gente! Guardate che l'uomo di Dio non deve cercare la simpatia della gente! Anche qui vale quell'antico detto: "Piacere a Dio e non dispiacere agli uomini". La simpatia che io cerco è quella di Dio; cerco di non offendere gli uomini perché devo abitare in mezzo agli uomini, perché devo salvare gli uomini; ma io devo cercare una simpatia, quella, quella simpatia! Come un ragazzo che ha la sua fidanzata, che cerca quella simpatia, ma nello stesso tempo cerca di essere socievole, di comportarsi... no, in mezzo agli altri! Quella, quella, quello è il mio amore, quello è il mio Dio, a quello io ho dato il mio cuore! Perciò l'uomo di Dio non è preoccupato delle simpatie umane. Guardate che, vi ho detto tante volte, Dio ci ha chiamati, ma restiamo uomini, e restando uomini, abbiamo tutte le miserie degli uomini, e la miseria dell'uomo è sempre stata: l'uomo desidera il piacere, desidera le simpatie. È una cosa umana, figlioli, è una cosa umana! Sa, uno, per esempio, certamente si sente più contento se lo fanno monsignore che non se lo mettono in galera, no, se mettono un articolo sul giornale contro di lui o se il vescovo lo sospende "a divinis"... Voi capite chiaramente: l'uomo è uomo, la carne è carne, la natura è natura! Però guardate che la natura desidera la simpatia degli uomini, invece lo spirito deve cercare la simpatia di Dio.

MO141,4 [1-02-1967]

4 Voi direte: "Ma, - ho sentito qualche volta questa frase qui correre nei corridoi - ma se ci sono tanti pericoli così adesso, se nel mondo c'è tanto del male, chissà come andremo a finire noi, - ti pare santa Giuliana? - chissà come andremo a finire noi!". No, non state a spaventarvi: se voi abbracciate il Cristo totalmente, anche se vi capita qualche capitombolo, nel senso che qualche volta vi dimentichiate, eccetera, se voi partite da questo momento col dire: "Signore, io mi dono tutto, no, mi dono tutto!", non state aver paura! Il Signore vi dà una mano!
Cioè, in altre parole, io dicevo nella mia Comunione: "Signore, fammi la grazia di morire piuttosto che diventare un "buon prete"!”. Se io avessi detto: "Signore, fammi la grazia di morire piuttosto che diventare, diventare, vero... un... eccetera, cioè dammi la grazia di diventare un buon prete, avrei sbagliato perché, vedete, dopo non si diventa magari gnanca boni preti, ma bisogna mirare al massimo, alla donazione completa. Voi dovete mirare, in questo tempo, in questo momento qui, dire: "Signore, io voglio diventare un santo, cioè voglio donarmi interamente a Te, in altre parole, io voglio fare cento su cento la tua volontà. Io parto con l'intenzione di donarmi cento su cento, e voglio, desidero darmi cento su cento a Te!". Poi succede che per strada ci sarà una giornata in cui date neanche il trenta per cento al Signore: "Oh, mamma mia, che testa ca son! Signore, te domando perdono!". Ecco fatto! Ci vuole che in partenza, ci vuole una donazione al cento per cento, e lo sforzo anche; poi ci sono dei... la traiettoria qualche volta la tira in zo, no? Ora, per vostra consolazione, posso dirvi che tutti quelli che ho incontrato sul mio cammino, che hanno avuto l'intenzione e lo sforzo di dare cento per cento al Signore, anche se poi hanno dato appena il quaranta, il cinquanta per cento al Signore, cioè sono andati avanti con la corrente alternata, no, quelli almeno che ho conosciuto io, eh?, vi assicuro nessuno ha fatto fiasco! Perché ? Eh, Ugo se consola! Sì, caro, perché il Signore non abbandona quando che el vede uno che vol darse a lu: gnanca par sogno, no, el lo fa morir cinque minuti prima! E se potessi parlare, vi tirerei fuori dei casi che proprio dimostrerebbero matematicamente quello che ho detto. Quando uno vuol darsi interamente al Signore, anche se l'è debole, ma il Signore no lo abbandona neanche per sogno! Perciò, non abbiate paura della vostra debolezza, non abbiate paura della vostra... abbiate paura della vostra testa! Mariano el me varda! Quando uno si è dato, e desidera di darsi interamente al Signore, e si dà con umiltà conscio della propria debolezza, non state aver paura, non state aver... andate in mezzo al fuoco e il fuoco non vi brucerà! Esagero, don Guido, nel dire questo? Capite? Il maestro dei novizi è d'accordo? Avete capito? Perché? Perché è impossibile che il Signore vi abbandoni, no, è impossibile! E invece, quando che uno dice: "Mi sì me dago al Signore, però, però, ben, fin qua... Digo: mi santo? Massa fadiga, eh! Me contento de deventare un buon prete, me contento de deventare un bon assistente, me contento così, me contento così". Beh, può darsi che quello vada avanti dieci anni così. Quell'altro che, poareto: "Voio farme santo!", el va in altalena magari par diese anni, eh, e quell'altro: "Eh, eh, eh!”. Eppure mi son più sicuro de quello lì che va in altalena, che combina qualche spigasso, no, ma che... piuttosto de l'altro; perché questo si è donato tutto al Signore, anche se combina qualche pastisso, ma si è donato tutto al Signore, l'altro non si è donato tutto, e verrà il momento in cui potrebbe trovarsi improvvisamente, poi sa', un momento scoperto: pam! Kaputt! Capisci, Raffaele caro? Questa xe la realtà!

MO141,5 [1-02-1967]

5 Perciò, ecco Paolo che si dona interamente al Signore, che è preoccupato solo di piacere al Signore; non gli interessa di piacere agli uomini, non gli interessa di apparire! O, se è necessario, apparirà: non importa! Lui ha un messaggio: è questo messaggio che deve portare. Lui è l'uomo di Dio, e a lui interessa apparire uomo di Dio! Lui è il donato al Signore, e lui deve apparire come l'uomo donato al Signore!
"Perciò, la parola dell'apostolo è incontaminabile, come quella di Dio". Eh, la parola dell'apostolo è incontaminabile! Quante ore, caro Luciano, deve fare l'apostolo, l'apostolo? Ventiquattro ore! Quante ore deve parlare di Dio? Trentasei ore nella giornata! Eh, niente da fare! L'apostolo deve dare! E quando può parlare del suo Signore, deve parlare del suo Signore, vero? Ghìo mai osservà, voialtri, una cosa de sto genere qua? Che uno è amante del canto, appena che el pole el lancia un gorgheggio; ghìo mai sentìo? Qualcuno che xe amante del canto... qualche giornata te senti, appena che el pole, uuuuuuhhhh!, e zo quattro note, no? Xe un gusto sentirli cantare! Ebbene, l'apostolo è proprio così pieno di Dio, quando può cantare, canta; quando può parlare del suo Dio, parla del suo Dio; quando non può parlare del suo Dio, prega il suo Dio, ma canta dentro del suo cuore. Eh, figlioli miei, è così! Te me vardi? Come un canarino, no, che continua a cantare, continua a cantare, sente il bisogno naturale di parlare del suo Dio, se si è donato interamente a Dio. Ecco perché lui, sa, se può conquistare, se può conquistare anime, l'è pèso de... l'è pèso dei briganti che ga voja de schei, no? Disposto a qualunque sacrificio... Quella gente là, i dizeva ieri sera de uno che xe nda fora de preson alla sera, el xe scappà via, e alla mattina dopo el gaveva fatto un altro assalto alla banca, no, i diseva, no? Beh, l'uomo di Dio l'è pèso, l'è pèso! El va fora, e dopo du minuti l'è dentro 'n'altra volta nel stesso... Supponi, el va a parlare con Raffaele di Dio, e dopo el trova fora Luciano e el parla de Dio, fora el trova ancora 'n'altro... l'è pèso de un ladro, pèso de un ladro! Lo stesso de un imbriagon che va da un capitelo all'altro: fora da un capitelo de sant'Antonio e va da quello de santa Margherita... Maria Alacoq... Alacoque...

MO141,6 [1-02-1967]

6 "Il predicatore non può venire a compromessi, né lasciarsi persuadere a sottrarre nulla al messaggio affidatogli da Dio".
Sottrarre nulla! Quante volte, eh, può darsi che vi sia il pericolo che si sottragga qualche cosa al messaggio di Dio! 'Spetta che... no, no adesso dire sta roba qua perché là in fondo ghe xe la Veronica, sa, la xe benefattrice, la xe quella che ga risolto... i gabinetti della ciesa, e no vorria offenderla... perciò, ninte sta roba qua! 'Spetta... ghe xe el cavalier Grassetto in fondo là, e allora sta roba qua ninte! Sa, il messaggio di Dio filtrato, "ad usum Delphini", no? Messaggio di Dio filtrato! Dire: "'Spetta, 'spetta, va là, a parlare un pochetin massa, a farme vedare un pochetin massa santo, dinanzi a Bertelli quando che vo a cena a sera in compagnia; là, là, se sente de solito le barzellette, eccetera. Sa, dinanzi a quelle persone bisogna che staga su un tono piuttosto culturale, piuttosto che spirituale, perché là no i xe mia bituà a sentirme parlare spiritualmente!". Savìssi quante volte che vien fatte ste robe qua, che vien filtrato il messaggio di Dio perché ci si vergogna di parlare troppo di Dio quando si è dinanzi a delle persone con le quali si parla o quasi mai di Dio o niente di Dio! Guardate che sto leggendo, sapete, casi particolari, sto descrivendo preti, la gran parte! Qualche prete che non si è donato interamente al Signore, che alla sera va a cena in casa di un medico, de l'altro, de st'altro, e che al momento di predicare poi si... non parla di Dio, non parla... sì, parla, ma cambia predica immediatamente, cambia tono, tono culturale invece che tono spirituale. Perché? Perché là in quella casa non parla mai di cose spirituali! E allora si vergogna, si vergognerebbe di apparire troppo santo! Casi già capitati, casi che capitano, figlioli!

MO141,7 [1-02-1967]

7 "Il predicatore non può venire a compromessi, nè lasciarsi persuadere a sottrarre nulla al messaggio affidatogli da Dio".
Eh, ninte da fare caro, la verità xe verità. Anche se doman de sera te me parèci seòle a cena, caro Toni Zordan, ninte da fare: la verità xe verità, no? Il messaggio di Dio xe questo, me dispiase tanto, prima de portarvelo son nda a domandarghe al Signore: volìo andarvene? Ve! Ve a farve benedire! Vardè Gesù Cristo, vardè el Vangelo se el Signore se scondeva qualche volta per paura dei farisei, par tignerseli boni! Vardè se una volta solo Gesù sottraeva qualche cosa per convenienza! Guardate se una volta sola Gesù ha fatto sfoggio della sua cultura, e forse gh'in savèa più de qualche altro, no? Se una volta sola... Verità, pura verità, eccola là! "Paolo non indulge a deroghe di nessun genere per far piacere agli uomini... per far piacere agli uomini"! Tusi, ricordeve ste robe qua, savìo! Può darsi che mi mora, può darsi: i more tutti... ma ricordève de ste robe, séto Ruggero caro, ricordève. Non state piacere agli uomini! Un bel giorno ti te ve cappellano, supponemo, in un'altra parte, Ruggero: "Uh! Varda che bel biondin che l'è el novo cappellan!", adesso dise quella signorina, no? Eccola là... E allora? “L'è un pochettin massa poco fora, bisognaria che el vignesse qualche volta in osteria...". Piacere agli uomini, no? E Ruggero ci va! Figliolo mio, la verità, la verità è non piacere agli uomini, ma piacere a Dio, piacere a Dio! Biondin fin che te vui, ma cò te muri, caro, te deventi moro anca ti! Pensé qualche volta a Giorgio, pensé... che l'è Giorgio adesso! Ghio mai pensà qualche volta, quando che ve vien qualche tentazione, quando che ve vien voja de piacere agli uomini, per esempio, ve sìo mai messi davanti a Giorgio in questo momento, davanti alla cassa da morto? Robe de Medio Evo, dise gli altri! Ma sa ve là, no xe mia Medio Evo, adesso: semo in pieno secolo ventesimo! Provè andare davanti alla cassa da morto, e domandeghe a Giorgio cosa che l'è contento de aver fatto. "Cosa xe che te ga servìo?". El ve dirà: "I sacrifici che go fatto, quando che no gavea voja de andar tajar la carne e son nda a tajar la carne, quando che me son sforzà de far la volontà del Signore! Quello me ga servìo! Tutte le volte invece che a go fatto la mia volontà, quello, me dispiase, ma...!". "... nè per riguardo alla mentalità del tempo...".

MO141,8 [1-02-1967]

8 Noi siamo extratemporali, fioi, “extra tempus”; el ga dito quell'altro: "Extra orbem". I ga fatto un monsignor uno, nda volta, e invesse che 'extra urbem' 'extra orbem', fora dell'orbe... Ecco, noialtri semo "extra Orbem", cari; non semo del tempo: "Vos de mundo non estis! Voi non siete del mondo!". Quando avrete cinquant'anni anche voialtri vedarì che non vale gnanca la pena parchè.. La politica: nda volta i te dise che la verità, l'unica verità la ga in mano i fascisti; dopo, via i fascisti, l'unica verità la ga in mano Hitler; via Hitler... dopo... cossa vuto! Adesso in Cina, un colpo xe Mao, un colpo xe... un colpo corre el can e un colpo corre el gatto: no se sa mai... un colpo uno, un colpo l'altro... Cossa volìo fare, figlioli? E sì che che la storia xe "magister, magistra vitae", no? Guardate che non dobbiamo perder la testa. Eccolo qua: "... né per riguardo alla mentalità del tempo...".
Noi abbiamo la mentalità di Dio, dobbiamo avere la mentalità di Dio che è sopra la mentalità del tempo; dobbiamo parlare il linguaggio dell'uomo, dobbiamo non opporci agli uomini, conoscere gli uomini, ma ragionare con la testa di Dio! Sai, Giorgio? Ragionare con la testa di Dio! Perciò mi butto sempre là, punto là: non lasciatevi prendere dalla mentalità del mondo, guardate che è facilissimo. A un dato momento te mandi un povero parroco lassù in montagna, là, in mezzo ai pastori, e dopo un poco di tempo te lo vedi pastore anca lu, e magari coi pastorelli! State attenti!

MO141,9 [1-02-1967]

9 "... né per riguardo all'indole e allo spirito delle razze e dei popoli, né per piacere ai ricchi né per piacere ai poveri...".
Per esempio, ecco il pericolo, domani per piacere ai ricchi, forse oggi no, può darsi anche questo, qualcuno, sa, per piacere ai ricchi, ci sono quattro-cinque ricchi con un certo tono, sa, si ragiona: e si capisce, e la gente capisce che te sì un servo, come al tempo del Parini, no?, i cappellani della casa... Sa, in parrocchia, ghe xe tre-quattro signorotti e allora tu... Ma oggi c'è anche un altro pericolo, per conto mio: quello di piacere, per piacere ai poveri cioè, che ci si mette dalla parte degli operai quasi mettendosi a capo di movimenti sindacali, di movimenti rivoluzionari. Per conto mio è sbagliato anche questo! Non tocca a noi, figlioli, non tocca a noi! Noi insegniamo la verità, noi lasciamo che si muovano gli altri, se volete suggeriamo, eccetera, consigliamo privatamente, ma non tocca a noi metterci dal pulpito, o metterci in sale nostre, e mettersi là a dire: "Ma qui... ma è giusto? Voi operai unitevi!". No, noi dobbiamo insegnare all'operaio che deve fare la volontà di Dio e deve fare... se avrà la sua famiglia e il suo lavoro, ma non metterci noi a fare il sociologo, non tocca a noi! Caso mai sarà un po' l'assistente che si metterà privatamente a muovere un pochino; e poi siano gli altri che si muovono. Noi siamo i padri: in una famiglia se si sta litigando siamo i padri per insegnare la strada del Paradiso, a tutti; noi siamo papà degli uni e degli altri! Questo non è per mettersi, per salvarsi dai ricchi; è perché non è nostro compito! Sbaglio, don Guido? Non è nostro compito, ricordatevelo! Ci sono dei preti che si sono messi oggi loro quasi a capo di movimenti sindacali, eccetera: quello non è il posto per il prete! "Allora sta povera gente!". No, scusa, istruisci i laici là, che si mettano in testa loro! Educa i laici, questo è compito dei laici! Con l'azion dei laici, tipo per esempio il professor Vicari o altri... portate avanti quelli, e gh'in sarà insomma! Che non si veda che il prete è il capo del movimento dei popolari, capo delle rivoluzioni, capo... Noi siamo gli uomini di Dio, di Dio; e dobbiamo all'Innominato, e ai bravi, e a don Abbondio e a tutti, insegnare la strada di Dio: ninte da fare! Perciò, dico, state attenti, state attenti! Il pericolo c'è: certo, se non si muove la gente... i poveri bisogna difenderli.. sa; perciò il prete si mette lu, sa, dal pulpito a gridare contro la... "... fabbrica, queste ingiustizie... voi siete stati trattati male...". Ma muovete altre pedine! Il prete potrà eventualmente privatamente andare dal datore di lavoro e dire: "Senta, el scusa, varda, da bon...", come ha fatto fra Cristoforo che è andato in casa di don Rodrigo: andrà a correggere quel cristiano, ma non mettersi lui, non mettersi lui a capo di un movimento! Zeno, sei d'accordo tu su questo o no? Zeno... no ti sì mia d'accordo? I lo dise, ma i no lo sente mia massa!

MO141,10 [1-02-1967]

10 Guardate che tanti preti non fanno più i preti per sta cosa qui! Anche perché, poi, su cinquanta operai ci sono quaranta che pensano in un modo, dieci che pensano in un altro, e insomma finisce per avere, per mettersi in gruppo di dieci-quindici-venti, lui, o cinquanta, lui... Ecco, per esempio, adesso che ci sono le famose elezioni, là, comunali... Perché il prete deve mettersi lui a capo del... Ma lascia stare! E tutte le altre anime non sono tue? Non hai cominciato a tagliarle fuori? Anche se sono pecorelle smarrite... loro non ti vedono più nell'aureola del prete, ti vedono come capo della Democrazia Cristiana, ti vedono come un po' il capo del partito, di un partito! Ma no! Tu sei il padre della parrocchia, e domani il liberale, domani il socialista, domani il comunista, devono vedere il padre, e quel giorno che ritorneranno, e ritorneranno confessando che hanno sbagliato, devono vedere le braccia aperte... loro andranno dal prete e non dalla Democrazia Cristiana. Devono vedere il sacerdote di Dio, no il democratico cristiano, no il segretario del partito! Perciò il prete deve restare con la sua aureola di uomo di Dio, che dice bianco al bianco e nero al nero, da qualunque parte sia! Non so se sbaglio: guardate che penso che Paolo avrebbe fatto così. Conosco preti che fanno così: la Democrazia Cristiana va meglio, perché in questo modo insegnano a quelli della Democrazia Cristiana a essere più cristiani, e perciò meno, vero, cricche, meno parte umana, e anche danno meno il fianco all'avversario; insegnano a essere democratici, ma cristiani prima; ma il primo cristiano che sia il prete! No che nella casa del prete: "Ma sì, dai, perché, vidito, quello là, no... ti sindaco, no lu, parchè lu qua, parchè lu là...!". È carità cristiana questa? Che proprio un prete... E el xe un altro della Democrazia Cristiana, magari quello! E dopo: "Corpus Christi! Corpus Christi! Orate fratres!". E ti prete, in casa tua te ghe fatto mezza combriccola per far in modo che quello nol vada su, e l'è democristian anca quello! No, non è il posto per il prete, non è il posto! Vinicio, digo busie? Sapeste quanti preti che fanno, che fanno i politici, e invece che salvare le anime, rovinano la parrocchia! Ma proprio nel vero senso della parola, la rompono in due tre quattro pezzi: la porti tu dopo a confessarsi da loro?
"... nè per piacere ai poveri...", e con questo guardate che siamo mandati a "evangelizare pauperibus"; il Signore ci ha mandato a "evangelizare pauperibus", non a "organizzare pauperibus contadinibus!". "... né per incontrare il favore dei dotti...". Eh, xe passà el tempo, ah! Non posso mia! "... né degli indotti: né dei dotti né degli indotti. Questo rende degna di fede la parola annunziata". Andiamo!