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L’APOSTOLO È SCELTO DA DIO PER PORTARE LA SUA PAROLA

MO140 [31-01-1967]

31 Gennaio 1967

MO140,1 [31-01-1967]

1... Era giusto ricordare l'onomastico dei nostri cari Giovanni. Lui e poi gli altri Giovanni che sono stati ricordati da don Venanzio in chiesa, ma era giusto anche unirci dolcemente ai nostri cari partenti che stamattina, con don Luigi Mecenero loro hanno detto Messa... Avrà dormito stanotte? Punti interrogativi ai quali ci risponderà domani sera il nostro caro Venco, il quale ci dirà: "... gnanca sarà ocio, stanotte!".
Fratelli, partiamo! Voi continuate la vostra operazione e noi continuiamo la nostra. Penso che il maestro dei novizi... Noi continuiamo... Voi vi aspettavate la meditazione su San Giovanni Bosco, ma può darsi che a un certo punto venga fuori in sbaglio da qualche parte... Continuiamo con la nostra meditazione su San Paolo, versicolo quarto, capo secondo.

MO140,2 [31-01-1967]

2 "Come ci è stato affidato da Dio che ce ne ha giudicati degni, predichiamo il Vangelo non per piacere agli uomini, ma a Dio che scruta i nostri cuori". Colui al quale Dio affida la predicazione del Vangelo, ha una dignità eccelsa, come un sacerdote nelle cui mani Dio ripone il sacro. Nessuno può arrogarsi quella dignità; la predicazione presuppone l'incarico da parte di Dio".
Ora, guardando la bella e meravigliosa figura di San Giovanni Bosco, io penso che qui, forse questa mattina o in altro momento, ci sarebbe da fermarci un po' a considerare il piccolo Giovannino quando che in sogno, all'età di nove anni, ha visto tutti quei caproni, eccetera eccetera, e ha insistito con il Signore che gli ha detto: "A te l'incarico di trasformarli in agnelli!" e questo piccolo, scoraggiato e spaventato: "Come faccio?". "Con l'aiuto di colei che tua mamma ti ha insegnato a salutare tre volte al giorno: con quell'aiuto ci riuscirai!". Ora, vedete, qualche cosa di simile è capitato per ciascuno di noi. Questo povero contadinello, insomma, umanamente parlando intelligente, intelligente, buono, tutto quel che volete, un po' anche birichino, un po' monelluccio, però, però, che proporzione c'è tra l'intelligenza e la volontà di San Giovanni, Giovannino Bosco, e la predicazione e la salvezza delle anime? Risponde mons. Fanton: “Non c'è proporzione”; tanto come bere un bicchiere d'acqua e la salvezza di un'anima, cioè l'innesto di un'anima nel Cristo. Capito? Non c'è proporzione. Eppure il Signore nella sua bontà, nella sua infinita bontà, sceglie uomini, pensate, sceglie uomini, sceglie il sacrificio dell'uomo e la parola dell'uomo, il sangue e il verbo dell'uomo, la parola dell'uomo per salvare gli altri uomini. È Lui che disse a uno: "Vieni con me, seguimi e va’!". Ma è una cosa meravigliosa, sapete, questo Dio che ha a disposizione milioni e miliardi di angeli, vuole servirsi degli uomini, e vuole servirsi di tutta la parte umana anche, degli uomini! Quando io penso ai nostri cari predicatori serali che vanno in giro per le parrocchie a pescare le vocazioni, ed è Dio che lo vuole, e Dio le ha preparate queste vocazioni; questi giovanotti son là pronti che aspettano, ma ci vuole tutta l'azione umana di un sacerdote o di un assistente, di un cinematografaro... e piano e piano e piano, perché quella piccola semente abbia da svilupparsi. Dio, Creatore e Signore, che con la sua parola potrebbe muovere il mondo, vuole servirsi dell'uomo e di tutta la parte umana dell'uomo, per sviluppare quella semente...

MO140,3 [31-01-1967]

3 E quando tu, caro don Guido, sarai arrivato là al tuo San Vito, e riuscirai dopo lavoro e lavoro e lavoro di prendere un ragazzo e farlo venir dentro, gli altri diranno: "Che bravo don Guido!". No! Servo inutile! È stato bravo il Signore, perché l'aveva preparata quella vocazione! Ti risponderanno, sai, come hanno rimproverato quelli di Samaria alla Samaritana: "Oh! Credi che crediamo perché l'hai detto tu? Crediamo perché ci siamo incontrati noi, eh! Mica vero? L'abbiamo incontrato noi! Perché, per le tue belle parole, per il bel cinema, eccetera... Io la vocazione l'ho sempre avuta!", diranno "sempre sentita la voce del Signore!". "Ma se non ci fossimo stati noi!". Il Signore l'avrebbe condotto per un'altra parte! Servo inutile, servo inutile!
Figlioli, il mondo ha bisogno di essere salvo; miliardi di uomini attendono la salvezza, e la salvezza viene attraverso l'uomo; viene da Dio ma attraverso gli uomini, attraverso alcuni uomini prescelti da Dio e ricercati e scovati e strappati dal mondo e dagli altri uomini. Perché il Signore ha detto: "La messe è molta e gli operai sono pochi: pregate, pregate!". Dunque il Signore vuole che noi preghiamo e ci sacrifichiamo per scoprire quegli uomini che Lui ha destinati a salvare il mondo. Ma guardate, è una cosa così... Quando noi, per esempio, leggiamo... gli Atti degli Apostoli, San Paolo: primo momento... tutto miracoli, tutto miracoli; poi se ci mettiamo a leggerlo attentamente, leggerlo e rileggerlo, gli Atti degli Apostoli, sotto questo profilo: la parte umana, voi vedete che proprio c'è tutto l'uomo; Dio ti parla una volta a San Paolo, e poi anni e anni. "Eh! Paolo, ràngete caro!", rospo, ràngete, no? E preghiera e azione e discussioni e baruffe, perché dobbiamo arrivare là! Tutta la parte umana, tutta la parte umana!

MO140,4 [31-01-1967]

4 Fratelli miei, eccolo qui: noi siamo stati chiamati. Dio si è fidato di noi, ha scelto noi, e ci ha detto: "Io, guarda, in mezzo a tanti uomini ho scelto te, ho scelto te, perché? Perché tu mi abbia da aiutare a salvare l'umanità". Vi rendete conto, figlioli, cosa vuol dire questo? Nessuno potrebbe arrogarsi questo onore, questa dignità. Chissà quanti al tempo di Gesù avrebbero desiderato di essere Apostoli. Avete mai pensato voi, a quella volta che hanno cavato la sorte per quei due, eh, al posto di Giuda? La stomegada de quell'altro che no xe fatto vescovo, poarèto! Eppure, eppure, guardate fratelli miei, non c'è niente da fare: Dio sceglie!
Tu, Primo, sei primo, ma ce ne hai altri fratelli, no? Cosa volete fare? Non c'è niente da fare: Dio sceglie chi vuole! Il più insulso magari, come è per il caso mio; il più buono, come è il caso di... qualche altro... ecco, il più buono, nel caso de Toni: il più buono, il più santo! "Colui al quale Dio affida la predicazione del Vangelo, ha una dignità eccelsa...". E allora, figlioli miei, dobbiamo fermarci a meditare ste robe qui. ste robe qui si capiscono davanti al tabernacolo. ste robe qui si capiscono in stanza da soli, là, inginocchiati da soli; queste cose si possono capire, alcune insieme parlando in compagnia, ma queste cose specialmente si capiscono quando si prende in mano la Sacra Scrittura, e vedi il Signore che chiama uno per... ma ha chiamato anche me! Che differenza c'è fra questo... fra David, fra... uno, l'altro... e me? Che differenza c'è? Colui che ha chiamato è lo stesso, lo stesso Dio... Quando che vedo il cinema, per esempio là, “I dieci comandamenti, e senti Dio che parla là sopra... beh, è lo stesso Dio che ha chiamato Mosé, che ha scritto... le tavole, lo stesso Dio ha chiamato anche me! Non mi ha chiamato in massa, mi ha chiamato singolarmente: "Ottorino, vieni! Lascia la terra tua, il tuo fiume Tesina, vieni, ti farò pescatore di uomini". E ho abbandonato la rete, ho abbandonato la barca, e l'ho seguito. Vedete figlioli, proprio ieri sera, ieri sera, mi trovavo in un certo posto, e ho ricordato la mia vocazione missionaria. È venuta fuori perché è stato detto: "Guarda, don Ottorino voleva andare missionario, e non l'è nda lu, e adesso l'è drio a vendicarse, e mandare gli altri, e mandare gli altri!". Si ricordava quei tre che stanno partendo, e gli altri che sono partiti e quelli che partiranno.

MO140,5 [31-01-1967]

5 Ma, vedete, quando facevo seconda media, avevo fatto la seconda media, ero già convertito allora, era avvenuta la conversione, e mi ricordo, mi è capitato in mano quel famoso libretto: "Messis quidem multa, operaii autem pauci! Rogate ergo Domine...!". Avevo deciso di andare missionario: sono cose che se si esperimentano si capiscono, se no, scusate, non si possono capire. Avevo deciso di andare missionario. Perché? Perché qui ci son già tanti preti, e ci sono tante anime che non conoscono il Signore: bisogna far conoscere il Signore! Avevo deciso perché avevo sentito qualcosa dentro, la voce di quell'Uomo, sa, quell'Uomo che ha chiamato Samuele di notte, sa: "Samuele, Samuele!". Sentivo questa voce impellente che diceva: "Via, via, via!". E allora ho cominciato così.
Mi ricordo che andato a casa in vacanze, vado da don Bortolo Gasparotto... Mi perdonate queste confidenze un po' così, fraterne, no, mi perdonate... Mi ricordo che sono andato da don Bortolo; ho detto: "Mamma, vado a trovare don Bortolo!". Don Bortolo era arciprete, cioè era cappellano allora a sandrigo, poi è diventato arciprete a sandrigo. Ed era stato cappellano a Quinto, era quello che mi ha mandato in seminario, che ha mandato a Lourdes mia mamma. "Vado a trovare don Bortolo!". "Sì, sì!", ha detto mia mamma. E io andavo... da don Bortolo, siccome che lui aveva un fratello missionario nelle Missioni Comboniani, era il superiore di Thiene, lavorava in Africa, aveva lo spirito missionario: quello mi capiva! Ho detto: "Senta, senta, don Bortolo. Mi gavarìa intension de andare missionario!". E lu: "Ciò, ma col padre spirituale ghèto parlà? El padre spirituale galo ninte in contrario?". El me fa un poche de domande: "Eh, e to mamma?". "Sa, no go altri fradei... Ecco, mi vorria che el ghe lo dixesse lu a me mamma, che el la convinsesse a far sto sacrificio!". Capite cosa vuol dire? Rendetevi conto: da un anno che era stata guarita a Lourdes, da un anno, e io chiedevo a mia mamma il sacrificio di abbandonarla, che mi avesse lasciato abbandonarla, lasciarla a casa e via! Ora, ho detto: "Senta, don Bortolo: mi no go corajo dirghelo, no go la forza de dirghelo, sa... El fassa un piacere, el ghe lo diga lu". "Sì, mandela qua da mi!". Vado a casa alla sera: "E allora?". "Mamma, el ga dito don Bortolo che te saluda tanto, eccetera". "Come stalo?". "Bene!". Poareto... Mamma... Cappellano che la ga mandà a Lourdes, perciò... "Senti, - go dito - el me ga dito don Bortolo ca te diga nda roba". "Cossa?". "El gavarìa caro parlarte! Se te podissi andar fin a là!". Capite cosa vuol dire da Quinto a sandrigo? In bicicletta bisognava farla, le corriere... "Cossa vorlo? Cossa galo?". "No, el ga dito che sta roba qua el vol dirtela a ti... el vol dirtela a ti".

MO140,6 [31-01-1967]

6 Adesso, ditemi, un ragazzo che ha fatto seconda media, alla notte se 'l sta bene pensando che il giorno dopo mia mamma sarebbe andata là e avrebbe preso una stilettata nel cuore! Provate pensare a una notte di quel genere lì, voialtri. Penso che la notte dell'Innominato pressappoco, eh! Il giorno seguente lei va, e io resto padrone di casa; e su per l'argine del Tesina, e zo pal Tesina... la lotta fra l'amore alle missioni e alle anime e l'amore della mamma: parchè ghe volevo ben a me mamma, savìo! E piangevo da solo, avevo il crocifisso in mano: due-tre ore, tre-quattro ore sotto là, a camminare drio al Tesina: "Signore! Fa’ tutto par ti!". Sentivo, sa, come... l'amore della mamma... "Signore, mi son disposto andar da qualunque parte e non vedare più me mamma: non importa niente! Signore: par Ti, Signore, par Ti! La messe è molta e gli operai sono pochi: là ci vogliono operai, là ci vogliono operai!". E continuavo a baciare il crocifisso...
Quando è venuta a casa mia mamma, io ero lì che facevo il cuoco perché dovevo preparare la minestra intanto, no? Arriva a casa la mamma, sento aprire la porta, mette giù la bicicletta, si siede e si mette a singhiozzare. Provate voi a sentir una mamma così! La dise: "Fiolo, ma parchè no te podivi andar prete lo stesso e star qua? Abbandonare to mamma, te vedi to papà, poareto, l'è sempre in giro - el gera all'estero a lavorare, in Francia a lavorare - e ti te vedi... e abbandonare to mamma, sola... Proprio el Signore che el voja sto sacrificio? Eccetera". E mi singhiozzando: "Mamma, ma non son mia mi, xe el Signore che el vole! Cosa posso fare mi! A soffro anca mi!". Trentanove e mezzo di febbre avevo! Al mattino seguente, - altra notte dell'Innominato, no? - al mattino seguente ero a letto con trentanove, trentotto e mezzo, trentanove di febbre anche al mattino seguente. Una buona donna, mia mamma era andata alla Messa ed era tornata insieme con una buona donna, questa buona donna... io dormivo sopra, sotto c'era la bottegheta, e stavano discorrendo tra loro: "La senta, Clorinda. La xe nda grazia de Dio, sala, avere un fiolo missionario!". "Ma sì, - me mamma piangeva - ma sì, la dise, capisso anca mi! Ma la capisse, mi ghe lo dago al Signore, se el Signore el lo vole, par carità... mi ghe digo de sì al Signore... ghe go dito de sì anca ieri, ghe lo go dito anca a don Bortolo, ma el dolore de una mamma no posso mia non sentirlo, no, el dolore, no, no posso mia non sentirlo!". E questa povera donna che viene di sopra, viene anche la donna di sopra: "Senti, Ottorino, varda, me costa la croce, son nda a fare la Comunion stamattina, go pregà, varda, ghe go dito de sì al Signore! Va pure, se te ghe da ndare, va pure! Me costa tanto, séto, me costa...", e la singhiozzava. "Mamma, me dispiase darte da soffrire, mamma, me dispiase, ma se xe volontà del Signore, se xe volontà del Signore...". E pianzivimo tutti dù, parchè ne dispiazeva a tutti dù, ma tutti dù gavivimo dito de sì al Signore! El Signore se ga accontentà de questo... e dopo savì la storia, vero... el se ga accontentà de questo!

MO140,7 [31-01-1967]

7 Però, figlioli miei, ricordatevi che è tremendo sentire che sei chiamato da Dio! Non sei tu... Vedete, quel giorno che Dio ci ha chiamati, non siamo più nostri, non siamo più nostri! Dio ti ha chiamato dalla tua terra, ti ha strappato fuori: "Tu mettiti nelle mie mani; la tua bocca è mia bocca, le tue mani sono mie mani, il tuo cuore è mio cuore, la tua testa è mia!". E perciò io devo pensare con Gesù, io devo parlare in nome di Gesù, io devo agire in nome di Gesù! Questo è quello che dobbiamo fare, figlioli! Ecco che cosa vuol dire essere chiamati, ecco la dignità della nostra vocazione: essere nelle mani di Gesù, essere suoi! Il Signore ti manderà a Resende: tu vai a Resende! Il Signore ti manderà a Grumolo: e tu vai a Grumolo! Ti manderà in Bassa Italia, ti manderà sulla luna: non importa, non importa, purché io sia nelle mani del Signore, purché io sia quel frumento nelle sue mani!
Il Signore vuole uomini così, figlioli, uomini che si sono gettati nelle mani di Dio, che possano dire veramente il "vivo ego, iam non ego!". A me non importa più niente del mondo, delle cose del mondo, i piaceri del mondo, gli onori del mondo: a me non interessa! Mi dici di andare nel mondo, di vestirmi come gli uomini del mondo per donargli Te? Ma ricordati, Signore, che a me interessa Te, non mi interesano le cose del mondo, non mi interessa più, ma... San Remo o... San Girolamo... importa niente! Ma... le cose... le canzonette e non le canzonette, ma il cinema o non cinema: non importa, non importa! A me interessa niente queste cose, Signore; a me interessa Te solo, crocifisso, e a me interessa portare Te in mezzo agli uomini, farti conoscere, Signore, farti amare da tutti, questo interessa a me, parlare in nome tuo: questa lingua è tua, questo mio corpo è tuo, io voglio parlare in nome tuo, Signore; se poi per parlare in mezzo agli uomini è necessario che io studi come sono fatte le monete antiche, per poter cominciare il dialogo, le studierò! Se è necessario che io conosca tutte le storie dello sport per parlare di Te, ma le studierò! Ma, non un minuto studiare la moneta, non un minuto studiare lo sport per me, perché mi piace oggi pensando a domani: no, Signore!”. È qui che ti voglio! Domani è necessario perdere un anno per studiare come sono fatte le code delle vacche, per poter entrare in mezzo ai pastori? Ma si studia un anno, ma per parlare di Cristo, figlioli! Come uno che studia una lingua per poter andare in mezzo a un popolo a parlare del Signore! Quello che è necessario è che siate uomini del Signore, solo del Signore; che sentiate di essere uomini del Signore! Scusate questa esplosione, ma... la colpa è di San Giovanni Bosco... Quando che entriamo lì, perdo la testa! Andiamo avanti, figlioli! Don Luigi, come se fa far ndar dentro sta roba qua? Don Guido... don Zeno... dixìme voialtri adesso... Mariano, come se fa? I me varda e i tase! I dise ca son mato! Quindi lezo solo...

MO140,8 [31-01-1967]

8 "Nessuno può arrogarsi quella dignità; la predicazione presuppone l'incarico da parte di Dio".
Io vi ho parlato poco fa e ho perso la testa: adesso mi pento di tutte le ciacole ca go dito... ma ricordatevi che "presuppone l'incarico di Dio"! Avevo l'incarico di Dio di dirvele quelle cose! Ve le ho dette perché Lui mi ha chiamato, perché Lui mi ha detto: "Parla!". Ricordate, la predicazione presuppone l'incarico di Dio: "Haec dicit Dominus", queste cose dice il Signore, queste cose il Signore domanda a me e a voi: che prendiate coscienza della vostra elezione, della vostra missione, della potenza della vostra missione se vi siete donati interamente a quel Dio che vi ha chiamato. Via la parte umana, via, via tutta la parte umana! Pure restando del duemila... Entrate in Dio, entrate in Cristo, diventate gli amici di Dio, gli amici di Cristo! E poi servitevi di tutte le cose umane, servitevi di tutto, di tutte le cose umane! Ma servitevi, non servite! "Dio dà il sacro a un uomo, con fiducia veramente divina". Eh, un bel rischio da parte del Signore, eh? Sarìa come che adesso ciapassimo una macchina da corsa e ghe la dassimo in man a don Ottorino: “Senti, caro, prendi e parti e va’ a Genova: aleh! Via! Macchina de quelle da centosettanta Kilometri all'ora...”. "... Con fiducia veramente divina". Marco caro, se nostro Signore ha chiamato te e dà a te l'incarico fra qualche anno di predicare, di andare in giro pel mondo, non pensi mica che fiducia che ha? Ma vi rendete conto voi di quarto anno, tu don Vittorio, che fra pochi mesi Dio ti manderà? Ma vi rendete conto voi del terzo anno che fra pochi mesi Dio vi lancerà, voi assistenti, che aspettate il diaconato, vi rendete conto che fra poco il Signore ve lo darà? E il mandato sarà: "Andate e predicate, predicate con l'esempio, con la croce e con la parola!". "Nella speranza... - dunque - ... Dio dà il sacro a un uomo, con fiducia veramente divina, nella speranza che questi lo trasmetta fedelmente - fedelmente -. Egli cerca, provando e soppesando, chi sia degno di tanto".

MO140,9 [31-01-1967]

9 "Sai che siano degni?", domanda la Chiesa; e l'altro: "Per quanto l'umana fragilità, eccetera, so che sono degni!". Ah, che busìa che ga dito quella volta mons. Scalco, quando che i me ga ordinà prete mi! El sarà ancora in Purgatorio, può darsi! Ma go paura che ghe xe qualche altro in Purgatorio. Te pare, don Guido? Quando che don Luigi Smiderle... 'Ndèlo Smiderle qua, nol ghe xe mia? A fare i pocìti l'è... e don Vittorio, sai, tra poco: "Sai che sia degno? Quanto è degno?". Sei degno! Dio cerca quei degni di parlare in nome di Dio; e parlerai sempre in nome di Dio o parlerai in nome tuo? Cercherai le parole Dio o quelle di qualche autore per copiarle solo? Eh, caro, te poi far de manco de tirar fora... Bernanos, Bernasu, Bernasotto, Bernasopra: no, no, no, no! Devi andare da Dio! "Signore, cosa devo dire io adesso?". “Questo devi dire!”. Puoi mica andar prendere un libro: "Son venuto a dirvi quello che dice il Signore!". Busiaro! Il Signore, quelle robe le ha dette... Sarebbe come dire: tu prendi un libro...
Portiamo un esempio, portiamo un esempio: San Giovanni Battista o prendiamo uno dei profeti, uno dei profeti. Il Signore lo chiama e gli dice: "Senti, adesso vai in mezzo al mio popolo a parlare in nome mio: due punti”; mentre che mette i due punti, il Signore, e sta per dire a quel profeta cosa deve dire in nome del Signore, il profeta corre via, va a prendere la Sacra Scrittura e prende in mano le parole di... Noè, e dice: "Il Signore dice che bisogna fare un'arca!". "Ma no, dice il Signore, quello l'ho detto a Noè, no, non a te!". Dico male? Non so se ho spiegato il pensiero. Chiaro? Può essere parola di Dio benissimo, ma il Signore a queste anime qua non ha detto di fare un'arca, ha detto qualcosa d'altro: tu devi dire quello che il Signore vuol dire alle anime adesso! Mettetevi in contatto con Dio, figlioli, per dire alle anime quello che Dio vuol dire, non quello che a voi piace di dire, perché fate bella figura dicendo quelle robe! Dico eresie? State attenti: ecco perché io grido contro i libri! Studiare, studiare, conoscere: sì! Ma quando si tratta di parlare in nome di Dio, bisogna pregare, pregare, pregare! Con tutta la conoscenza, dire però quel che si ha da dire. San Paolo diceva quello che doveva dire, citando la Sacra Scrittura... citando: perciò l'aveva studiata la Sacra Scrittura, la conosceva: storia, Scrittura, eccetera; però parlava in quel momento dicendo quello che Dio voleva dire in quel momento, citando e convalidando quello che diceva con tutta la cornice! Ci vuole, tutta questa cornice è necessaria, ci vuole, però dovete essere preoccupati di dire quello che Dio vuol dire in quel momento. Il resto: tutta cornice, anche le cose sacre, cornice! Ma per dire questo bisogna che entriate in questo ingranaggio! E Dio ha scelto voi! E quando Dio sceglie uno, si diceva: "Sai che sia degno?". Sai cosa vuol dire, don Luigi? Vuol dire questo: "Sai che questo uomo abbia messo la sua testa dentro la mia testa, il suo cuore nel mio cuore, le sue mani nelle mie mani, in modo che veramente questo uomo parla e agisce in nome mio? Sai che questo uomo sia morto in me, in Cristo?". Non importa se si chiama Tommaso d’Aquino o Vianney: importa niente! Essenziale è che uno e l'altro si sono immessi in Cristo: e allora Cristo fa Lui! Tusi, il tempo xe passà... Ma, signori, poche righe solo, senza commento, basta!

MO140,10 [31-01-1967]

10 "Paolo predica spinto dal profondo senso di responsabilità che ha davanti a Dio, il quale giudica i cuori".
Humm! Qua se podarìa far commenti: "... il quale giudica i cuori!". Eh! Vien da ti, don Vittorio, magari uno a confessarse, e Dio ti domanda: "Ghèto dito quel ca volea dir mi?". "Go dito delle belle parole, Signore!". "Gheto dito quello ca volea dirghe mi?". Parchè ti te lo mandi a lavarse el viso, e invesse el Signore volea che el se lavassa i piè! Ti te lo mandi a magnare, e invesse el Signore volea che l'andasse sul fiume a lavarse sette volte, come che ga fatto Eliseo quella volta, no, con quell'altro, Naaman Siro. "Assume la predicazione, conscio del suo dovere; è pronto a presentarsi al cospetto dell'eterno Giudice". "Signore, go fatto peccati, son qua pien de miserie, ma me son sforzà, go sbaglià qualche volta, ma me son sforzà de dire quel che te volevi Ti, de pensare quel che te volevi Ti, de amare quel che te amavi Ti! Signore, no me son sforzà?". Ecco l'apostolo che non ha paura domani davanti al Signore! "Ecco cosa sa: "Se cercassi di piacere agli uomini, non sarei servo di Cristo", dice Paolo ai Galati. No, l'uomo non può essere autonomo. Se non si fa servo di Dio diventa eteronomo: - varda el vocabolario - cade sotto ben altra servitù! Dunque, in modo particolare il predicatore deve essere 'servo di Dio', - servo di Dio! - se vuol portare il messaggio divino e non predicare se stesso". Anca qua ghe sarìa da fare 'naltra oretta de meditazion! "Il predicatore deve essere "servo di Dio se vuol portare il messaggio divino e non predicare ste stesso".