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L’APOSTOLO È UOMO DI PAROLA

MI61[06-04-1966]

Meditazione ai Religiosi e ai Novizi della Casa dell’Immacolata. È un breve frammento di meditazione, nel quale don Ottorino, ricollegandosi con gli impegni apostolici presi durante il 1° viaggio in America Latina, invita alla prudenza prima di assumere un impegno, ma allo stesso tempo ricorda che l’apostolo è fedele alla parola data. Il testo originale è registrato e la sua durata è di 4’.

La frase iniziale, completamente isolata dalla parte precedente che risulta incomprensibile, pur avendo senso in se stessa, riceve luce e significato dal testo che segue.

Il riferimento è a don Pietro Martinello, che don Ottorino aveva già scelto per la prima Comunità della Congregazione nel Chaco (Argentina).

Nel testo registrato don Ottorino riporta il detto in latino.

Il riferimento è a don Vittorio Venturin, che sarebbe stato consacrato sacerdote il 2.4.1967, e quindi non era ancora pronto per partire per l’esperienza missionaria senza un minimo di pratica sacerdotale.

MI61,1[06-04-1966]

1.Siate prudenti perché questo contatto umano può rovinare più di quello che voi immaginate.
Perciò vi dico che un domani, nella vita apostolica, dovete essere prudenti prima di lanciarvi. Tante volte ve l’ho già raccomandato: bisogna pregare e chiedere consiglio. Ma quando avete espresso un giudizio o detto qualche cosa, sia come una cosa scritta. Quando si accende un interruttore, la corrente è partita; quando si accende il fuoco di un missile, il missile è partito. Per questo, figlioli, non dovete fermarvi dinanzi alla prima salita, qualunque essa sia. Non soffermiamoci adesso su un caso particolare, ma ve lo dico per la vita apostolica. Portiamo un esempio. Tu, don Pietro, ti trovi nel Chaco: sii prudente prima di impegnarti in qualcosa. Non dovete compromettervi con i tempi. Prima discutete il problema in casa dove si può cambiare il parere dieci volte e poi conservate la decisione in famiglia, ma quando vi siete impegnati pubblicamente dovete essere di parola fino alla fine, a meno che non capiti qualcosa che giustifichi l’inadempimento. È errato? Ripeto che in famiglia, come facciamo qui fra noi, si può discutere e il giorno seguente cambiare anche parere. “È proprio dell’uomo prudente cambiare il parere”. Se, a un dato momento, tu hai deciso qualcosa e un Confratello ti illumina un altro aspetto del problema, è logico dire: “Veramente hai ragione tu”. Questo è un modo di agire in famiglia, dove si parla e ci si consiglia. Ma quando si decide di agire, se non appaiono motivi tali che giustifichino un ripensamento, bisogna essere uomini di parola e fare quello che si è detto. Un altro esempio. Abbiamo promesso di inviare tre sacerdoti e tre assistenti nel Chaco. Non possiamo, quindi, inviare due sacerdoti e tre assistenti; anche se dovessimo tardare due mesi, ne mandiamo due intanto, e fra un paio di mesi mandiamo padre Venturin il quale ha bisogno di aspettare altri due mesi prima di partire per consolidare le sue “ossa sacerdotali”... per lo meno deve prima essere consacrato! Se un domani è necessario aspettare un mese si deve aspettare un mese, perché non si sa quello che può succedere. Ma se abbiamo promesso tre devono essere tre, non vuol dire che li mandiamo immediatamente; nel frattempo ne mandiamo due, senza modificare l’impegno preso, ma allo stesso tempo scriviamo una lettera al vescovo: “Eccellenza, ci sta succedendo questo e questo... Abbiamo promesso tre sacerdoti; lei ha nulla in contrario se facciamo in questo modo?”. Insomma, bisogna agire da uomini! Questo comportamento vale sia nel campo spirituale che in quello materiale. A questo proposito, nel campo spirituale a volte si è fedeli, meno invece in quello materiale. Non scoraggiatevi, poi, dinanzi alle difficoltà. Colgo l’occasione per ripeterlo: non scoraggiatevi dinanzi alle difficoltà che troverete nel vostro operare. Nel mondo si vedono troppe case incomplete: quando avete deciso di gettare le fondamenta, impegnatevi a completare la costruzione; per il permesso di abitabilità provvederete dopo presso l’Ufficio Igiene, ma intanto completate la costruzione. Completate le opere!

DOTI UMANE coerenza

APOSTOLO

ESEMPI apostolo

COMUNITÀ

corresponsabilità

Il riferimento è all’assistente Giuseppe Filippi, che all’epoca faceva parte della Comunità della Casa dell’Immacolata.

Il riferimento è all’assistente Giuseppe Filippi, che all’epoca faceva parte della Comunità della Casa dell’Immacolata.

MI61,2[06-04-1966]

2.Vi faccio queste raccomandazioni perché evitiate di trovare chi vi possa criticare e mettere in ridicolo: consigliatevi, e non siate testardi. Non dovete agire per capriccio o per superbia; nemmeno per sogno! Dovete essere prudenti, ma quando avete dato la parola dovete essere fedeli. Se vi chiudono la porta, entrate per il buco della serratura; se vi chiudono anche quello, passate per il buco del secchiaio... una apertura per entrare la troverete sempre, come la trovano anche i topi per entrare in casa, magari passando sotto terra.
Faccio queste raccomandazioni specialmente per coloro che saranno inviati nei luoghi di missione. Hai capito, caro don Pietro? Siate uomini, dimostratevi uomini! All’inizio siate lenti e cominciate adagio. Prima di pubblicare che alla sera ci sarà un teatro, assicuratevi che ci siano tutti gli attori, assicuratevi che siano abbastanza preparati per recitare; ma quando avete fatto l’avviso, non potete poi aggiungere una striscia: “Questa sera il teatro è sospeso perché Filippi è indisposto”. Avete capito? Se avete pubblicato l’avviso, il teatro deve essere fatto. Hai capito anche tu, Smiderle , che sei abituato con i ragazzini? Siamo d’accordo? La prima cosa, quindi, è la formazione della parte umana: dobbiamo essere uomini, tedeschi, testardi, ma uomini; uomini che pesano le motivazioni, chiedono consiglio, pregano, ma quando hanno preso una decisione la portano a compimento, nonostante le difficoltà che possono incontrare. Figlioli cari, voglio dirvi che nella vita apostolica bisogna essere pronti ad avere lo stesso entusiasmo nel secondo programma se il primo va male, nel terzo se vanno male il primo e il secondo, nel quarto se vanno male il primo, il secondo e il terzo. Senz’altro questo è faticoso! 7 aprile 1966

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