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L’APOSTOLO VEDE CON GLI OCCHI DI DIO E AMA CON IL CUORE DI DIO

MO35 [11-11-1965]

11 novembre 1965 Meditazione ai Rreligiosi e ai Novizi della Casa dell'Immacolata. Don Ottorino, prendendo spunto dall'espressione degli Atti degli Apostoli "...uomini di buona fama, pieni di Spirito Santo", illustra la necessità per l’uomo di Dio di guardare gli avvenimenti alla luce di Dio e di amare tutti con il cuore di Dio. Il testo originale è registrato e la sua durata è di 33’.

MO35,1 [11-11-1965]

1.Io ricordo di una storia di una certa antologia, da ragazzo, mi par di aver letto un episodio.
Un giorno un giovane si é sentito cambiar il cuore e al posto del proprio cuore - o gli occhi mi pare - gli han messo gli occhi da gatto. Vi ricordate bene, vedeva tutto come un gatto. E allora a un dato momento vedeva i topi e correva dietro ai topi; insomma, vedeva con gli occhi del gatto. Non so se l'avete mai sentito voi stà storia... A un altro han messo gli occhi del porcellino e allora vedeva tutto come vedeva un porcellino... Questa viene buona per la meditazione di questa mattina. Abbiamo considerato una parte dei requisiti necessari per il diacono, e per l'apostolo, per il sacerdote e cioè: la buona fama. Questa mattina ci resta un altro requisito: gli Apostoli hanno scelto uomini di buona fama, ma pieni di Spirito Santo. Che cosa vuol dire, fratelli miei, "pieni di Spirito Santo"? Pieni di Spirito Santo, vuol dire imbevuti di Spirito Santo in modo che a un dato momento non devono più essere capaci, questi uomini, che di vedere, pensare, sentire tutto sotto la luce dello Spirito Santo; quasi essere lo Spirito Santo nel modo di pensare e di agire. E allora ecco i punti della nostra meditazione. 1. Un uomo pieno di Spirito Santo...

MO35,2 [11-11-1965]

2.... deve vedere con gli occhi dello Spirito Santo, e cioè deve vedere le cose, le persone e gli avvenimenti con gli occhi dello Spirito Santo.
Voi capite che una stessa cosa può essere vista in modo diverso da varie persone. Se io prendo un ragazzo, se io prendo con me - per esempio – Azzolin, e vado via con lui e andiamo a fare una gita insieme; poniamo che venga assieme anche il maestro dei novizi, portiamo anche Daniele Galvan assieme. A un dato momento Azzolin vedrà le praterie: oh, che bello! Vede un cavallo: che bello che sarebbe correre con il cavallo, che bello sarebbe divertirsi, ma guarda che giornata passata a cavalcare!... Invece Galvan vede gli insetti: oh, che bellezza che sarebbe prendere questi coleotteri; vede soltanto che bai, baetti, che so io, vede le bellezze della natura da raccogliere e poi mettere nel suo museo. Invece don Luigi Furlato ogni castello vecchio che vede: oh, questo sarebbe l'ideale per fare il noviziato! Non vede altro che noviziato, non vede altro che luoghi di formazione; guarda che bello che sarebbe questo noviziato, con tutta questa acqua attorno, con questi pini, guarda che splendore che sarebbe! Oh, guarda questo é ancora più bello, questo con le torri, con le guglie, cose, poi, e avanti insomma. Ognuno insomma vede con i suoi occhi. Vedete: é facile guardare le cose del mondo con gli occhi delle nostre concupiscenze. E' facile vedere le persone, vedere le cose, vedere gli avvenimenti a seconda che ci torna da conto. Quando ero ragazzo, ricordo che il nostro professore, mons. Caliaro, ci diceva che le guerre si combinano nelle sale, nelle anticamere delle banche, nella borsa; le guerre si combinano là, di là passano le guerre quando c'è un interesse economico. Ora vedete, quanti uomini sopra la terra guardano tutto sotto questo interesse: piacere, o interesse; avere o essere. Cioè, guardano le cose in questo modo: a me piace! Seguono quello che piace, ovvero seguono quello che torna da conto avere quella cosa, né guadagno ad avere quella cosa. Ovvero, quella cosa mi dà onore, mi dà onore! Invece, vedete, lo Spirito Santo ha un altro modo di vedere, trascura queste cose qua; quella cosa mi piace, quella cosa mi dà utilità immediata, quella cosa mi dà onore. Anzi, molto spesso, proprio tutto il contrario a queste cose qui; lo Spirito Santo guarda con un altro sguardo queste cose. Questa cosa vale per la vita eterna. Non interessa se oggi é appariscente, anche un bel vaso, bello fin che volete che ha una certa bellezza, non importa: cosa vale? Quando uno va a comperare non guarda l'appariscenza, guarda il valore. Certi ebrei quando vanno a comprare oggetti preziosi non si fermano alle apparenze, ai colori, anzi tirano via i colori qualche volta per vedere che cosa c'è sotto, guardano il valore: "Cosa vale?... Boh, é bello si, ma cosa vuoi quando ci dai 10.000 lire a quella roba lì! Prendi un'altra cosa: bella!... ti do 3 milioni". Certi commercianti di opere antiche, di opere di valore che hanno l'occhio clinico: quello, quello vale! Tante volte tu vedi delle cose che erano state buttate via, messe là a fermare una porta... passa il competente: quella vale! quella vale!...

MO35,3 [11-11-1965]

3.Così, vedete, anche nel campo spirituale dobbiamo abituarci a vedere con gli occhi dello Spirito Santo. Un uomo di Dio ripieno di Spirito Santo immediatamente guarda le cose sotto una altro prisma, le vede sotto un'altra luce, una luce diversa; cioè, le vede alla luce di Dio per cui le cose, le persone e gli avvenimenti li stima alla luce di Dio. Una cosa che é bella può essere anche bella, ma può essere brutta se questa ti muove al peccato. Una persona che é simpatica, può darsi che sia pericolosa. Un avvenimento che sembra una disgrazia, tu puoi giudicarla una grazia di Dio e benedire il Signore per quell'avvenimento.
Vedete, guardate che voi vi incontrerete nella vita con tante persone e anche con tante persone consacrate al Signore; ma vi incontrerete con poche persone che vedono cose, persone e avvenimenti alla luce di Dio. Guardate, ne troverete pochissime persone che vedono alla luce di Dio: ma, se volete essere veramente apostoli dovete vedere tutto alla luce di Dio. Viste alla luce di Dio, allora voi nel vostro cammino sceglierete quelle cose che sono necessarie per la vita eterna. E allora sentite un Ignazio che grida: "Che cosa vale per la vita eterna?". Voi direte: "Ma se noi consideriamo così, finiamo per morir di fame!". Mica vero! Perché, scusate, se uno non mangia non va mica alla vita eterna, va a finire all'inferno... D'altra parte, dobbiamo lavorare per il Signore, e più che lavoriamo per il Signore più rendiamo gloria al Signore, più dobbiamo essere contenti e più il Signore ci farà contenti nell'eternità. Ed é appunto questo che voi dovete insegnare domani agli uomini, é questa la materia del vostro insegnamento; é in questa materia che voi dovete essere laureati. Cioè, insegnare agli uomini a guardare nella luce di Dio tutti gli avvenimenti. Avete sentito p. Lombardi come insiste che il professore di storia deve vedere la storia alla luce di Dio. E voi dovete insegnare, voi in modo particolare assistenti, ai laici a vedere il mondo alla luce di Dio. E come potete voi insegnare agli uomini a vedere le cose alla luce di Dio se voi non le vedete alla luce di Dio? Del resto, di questa sapienza meravigliosa sono pieni i cuori della nostre buone mamme, quando ci dicevano: "Il Signore ha permesso, se il Signore ha permesso... Se il Signore ha voluto così... Accettiamo dalle mani del Signore". E dovete abituarvi...

MO35,4 [11-11-1965]

4.Perciò, tirando un po' al pratico, tutte le cose che avete a vostra disposizione: "Il Signore ha piacere che tenga questo libro? Il Signore ha piacere che tenga questa maglia? Che tenga questo oggetto? Questa borsa? ecc. Il Signore ha piacere?". Perché non basta soltanto ottenere il permesso del superiore, non basta soltanto che la mamma me la regali, no, no! Il Signore é contento? Ha piacere di questo il Signore? Il Signore ha piacere che io voglia bene a quel mio compagno? Il Signore ha piacere che pensi continuamente a quel mio compagno? Che io abbia delle preferenze con quel mio compagno? Che io agisca a quel modo? Che il mio sguardo si fissi spesso in quelle cose? Il Signore ha piacere?
E quando mi capita qualche cosa in casa, così, qualche piccolo avvenimento che può essere un insuccesso scolastico, può essere una difficoltà coi ragazzi; sono capace io di accettare anche l'insuccesso dalle mani del Signore mettendoci tutta la mia buona volontà, però perché le cose abbiano da andare meglio e per riparare; io devo mettercela tutta perché le cose vadano bene; però, sono capace di accettare anche la sconfitta? Nel gioco ce la metterò tutta per vincere la partita, senza però sciogliermi in sudore, senza consumarmi. Ma sono disposto ad accettare la sconfitta con gioia, con serenità come voluta da Dio, non soltanto permessa, ma proprio voluta da Dio per il trionfo del mio compagno? Ecco, bisogna che ci abituiamo. Guardate che a prima vista sembra una cosa difficile vedere alla luce di Dio tutto quanto, poi vi accorgerete che non é una cosa difficile. Vi accorgerete, a un dato momento, che é una cosa necessaria e vi domanderete più tardi: ma come facevo quando non facevo così? Vi accorgerete che é molto più facile vedere le cose alla luce di Dio che non vederle con un occhio umano; perché le cose viste alla luce di Dio portano gioia nell'intimo dell'anima. Perciò ogni cosa che tu vedi ti innalza, ti fa pensare al Paradiso; ogni cosa che tu vedi ti solleva. Tu vedi uno grande, grande come Reghellin, pensi alla grandezza di Dio: "Ah, il Signore quanto é grande!". Vedi uno piccolo, piccolo, come questi qui davanti, e pensi: "Ah, il Signore vuole che noi siamo più umili". Trovi il motivo per allietarti dappertutto! Sentirai la gioia di essere di Dio, di vivere per Iddio. Ma per arrivare a questo bisogna salire piano piano, bisogna a un dato momento triturare il proprio io, triturare noi stessi, dire: No! Sono di Dio, non sono delle creature, sono del Signore e perciò io voglio vedere nel nome del Signore tutte quante le cose. 2. Amare col cuore di Dio.

MO35,5 [11-11-1965]

5.Dunque, primo: vedere con gli occhi di Dio. Secondo: amare col cuore di Dio.
Cosa volete, figlioli, abbiamo un cuore, il Signore ce l'ha dato; é una cosa bellissima ed é una cosa pericolosissima. Essere in aria con un aereo, trovarsi là a 10.000 metri d'altezza, trovarsi sopra il mare, pensate un momentino, sostenuti soltanto da due motori - mica tanto grandi sapete - due buchi così, uno da una parte e uno dall'altra, e sopra 100 persone e una ventina di quintali di bagagli e poi tutto il peso dell'aereo: queste due ali e questi due motori; e tu sei là per aria, sostenuto da questi due. Se questi due a un dato momento facessero sciopero, tu dovresti atterrare, o meglio "innacquare"... dovresti andar là, parcheggiare in mezzo ai pesci. Figlioli, avete mai pensato voi, che noi siamo sospesi per aria, che c'è il nostro motore, il nostro cuore che ci sostiene? Su e giù... Quando il cuore va bene noi stiamo navigando a 10.000 metri d'altezza; quando il cuore va male noi atterriamo... Quando tu vai con l'aereo sopra una pianura, hai l'illusione che anche se capita un incidente in qualche modo insomma... un atterraggio di fortuna, perché dall'alto tu vedi queste praterie e a te sembra che ogni prateria sarebbe un campo di aviazione. Poi ti abbassi e vedi che tra pali, tra fossi, una cosa e l'altra sarebbe la stessa roba; ma vista dall'alto hai l'impressione che, beh, insomma, anche se capita...

MO35,6 [11-11-1965]

6.Quando vedi le spiagge del mare: beh, caso mai sulla spiaggia del mare in qualche modo si atterra. Ma quando vedi montagne, o vedi acqua, acqua, acqua "ovunque il guardo io giro", acqua, acqua, acqua io vedo... A un dato momento tu dici: figlioli miei, qui siamo in mano dei nostri motori! Se a un dato momento uno di questi motori prende il raffreddore... caput! Non c'è altro da fare! Figlioli, pensate una cosa: atterrare, atterrare, che cosa c'è in terra? Impurità, superbia, ingordigia, sopra la terra...
Mi accorgo che é tutt'altra cosa: sì, sì, é tutto vero quello che diceva lei, ma un conto é sentire parlare del fuoco, e un conto é metterci le mani dentro! Ecco, figlioli, quando sarete più vecchi e vi accorgerete di come é il mondo, allora vi accorgerete che cosa vuol dire atterrare nel mondo. Figlioli, un atterraggio nel mondo é un atterraggio in mezzo al mare o forse in mezzo alle rocce delle montagne. Ora, vedete il nostro cuore é il motore che ci deve sostenere in alto, e quando il motore non sostiene più, bisogna atterrare; necessariamente atterri perché non sostiene più, e quando atterri vuol dire: morte! Quando il cuore di un sacerdote, di un religioso cammina in alto, cioè vibra in alto e s'innalza su: 1000, 2000, 10000, 100000 metri, e vibra parla di Dio, allora spazia nell'infinito, allora é l'uomo di Dio. Ma quando l'uomo comincia a perder quota e quando il cuore non funziona più, allora trovi che nell'uomo di Dio entrano le bassezze della terra. E allora comincia a divenire bugiardo, impuro, avaro, egoista, e allora quello che prima lui condannava negli altri lui commette in un modo più vergognoso degli altri. La famosa "corruptio optimi pessima", é una verità perché se uno cade da un metro di altezza prende un colpo, ma se cade da 10000 metri d'altezza capite che il colpo é un pochino più forte.

MO35,7 [11-11-1965]

7.Naturalmente il Signore ha creato noi per le altezze, ci ha spinti in alto e ci ha detto: "Excelsior!, avanti, su, su, prendi quota!". Ma quel giorno che noi per nostra colpa perdiamo quota, necessariamente é la rovina, perché non é possibile un atterraggio di fortuna. Per gli uomini di Dio non é possibile un atterraggio di fortuna, avviene la catastrofe! Quando noi lasciamo libero il nostro cuore e il nostro cuore che é fatto per Iddio, cominciamo a spartirlo per le creature e attaccarci alle creature, vergognosamente attaccarci alle cose del mondo e amare quelle cose cui abbiamo rinunciato col voto di povertà, e amare il trionfo del nostro io cui abbiamo rinunciato col voto di obbedienza, e amare tante altre porcherie; figlioli, inevitabilmente é il momento della catastrofe.
E allora ecco quello che ci insegnano gli Apostoli: bisogna essere pieni di Spirito Santo! Un uomo pieno di Spirito Santo é un uomo che ha un cuore che ama tutte le cose nella luce di Dio. Noi amiamo gli uomini, sì! Siamo pronti a morire per gli uomini, sì: siano uomini, donne, bambini, vecchi, non me ne importa niente, per le anime! Vogliamo bene anche ai corpi, sì, perché sono nostri fratelli. Abbiamo un amore anche sensibile, sì, per carità; vogliamo bene però "in Domino", in Dio. E se oggi il Signore ci vuole a Vicenza; e se domani nell'America Latina; se posdomani in Africa o da una parte o dall'altra, a noi non interessa niente, anche se umanamente parlando possiamo affezionarci alle persone e sentire il dispiacere, perché siamo uomini. Anche Gesù ha pianto dinanzi alla tomba di Lazzaro, però il nostro cuore pur sentendo l'affetto umano perché certo siamo uomini e dobbiamo sentirlo, dobbiamo essere talmente legati a Dio per cui, per noi, é indifferente. Dove tu Signore ci vuoi: dove c'è un tabernacolo, dove c'è la possibilità di innalzare la nostra mente al Signore, dove c'è possibilità di pregare là noi siamo al nostro posto, siamo sempre in aria, in aria!... Vedete, figlioli, é necessario, sapete, che su questo punto ci fermiamo spesso a meditare che su questo punto, specialmente durante le nostre adorazioni, la nostra intima preghiera con Dio, che ci guardiamo spesso. Quando ad Amman é arrivato l'apparecchio da il Cairo, un Caravelle, immediatamente, appena arrivato, sono corsi i meccanici a guardare il motore... e poi hanno riempito le ali di kerosene... poi é passato il capitano... l'ordine di salita a noi, partenza! Ma non si scherza! Questo lo fanno gli uomini per amore della loro pellaccia, e non dobbiamo farlo noi per amore di Dio e delle anime nostre? Dobbiamo prendere le cose alla leggera?... Ora voi che vi accingete a partire dovete mettere a posto tutto prima, non potete aspettare e dire: "Metterò a posto tra 3-4 anni quando sarò prete, quando sarò assistente!". E' difficile uscire, figlioli, a 10000 metri d'altezza, ormai si é in volo.

MO35,8 [11-11-1965]

8.Ecco la necessità qui, qui dentro con l'aiuto del vostro padre spirituale, con l'aiuto dei vostri superiori, con l'aiuto della mamma nostra la Madonna, in modo particolare con Lei; con la preghiera, con la mortificazione, con la penitenza... Dovete chiudere i fori, tutti i fori in modo che voi dovete sentirvi padroni del vostro cuore, signori del vostro cuore. Signori e padroni del cuore non significa non avere tentazioni; le tentazioni sono necessarie, sono permesse da Dio e quanto più andrete in alto, tanto più vi accorgerete che le tentazioni saranno potenti, potenti tante volte, vi faranno piangere tante volte. Ma non abbiate paura perché quanto più é forte l'esercito di Dio, tanto più l'esercito di Satana si accanisce. E troviamo dei santi contro i quali il demonio si accaniva anche in forma sensibile esterna, in forma interna sempre.
Don Giovanni Calabria negli ultimi due anni della sua vita, un disastro; non un disastro perché lui sia caduto, ma un disastro per le tentazioni: é stato anche 20-30 giorni senza celebrar la Messa: "Ma io non ci credo, non credo più a niente. Io ho rovinato tutto, ho imbrogliato tutti, non credo in Dio",... povero prete! Può capitare: delle tentazioni contro la purezza tremende, tentazioni contro la carità, tentazioni contro l'umiltà, tentazioni contro la fede, tutto può capitare: "estote parati!". Quanto più chiuderete quel tappo, tanto più forti saranno i venti contrari che verranno da satana. "Nolite timere!", Dio é con voi!

MO35,9 [11-11-1965]

9.Quando eravamo in alto e abbiamo affrontato una tempesta a un dato momento, il capitano aveva avvisato poco prima: "Guardate che adesso siamo in comunicazione con Roma - dopo un'ora dalla partenza - a Roma vien giù qualche goccia d'acqua soltanto, però il cielo é sereno, l'atterraggio sarà buono, si prevede un tempo buonissimo". Dopo neanche un'ora il capitano avvisa: "Stiamo attraversando una bufera, una tempesta tremenda: venti, lampi, tuoni, ecc.". E le donne: "Reverendo, ha paura lei?". Siccome io ero abituato a qualcosa di peggio con un altro apparecchio bimotore, mi sembrava di andare in tram e quell'altro in "vaca mora", perciò dico: "Per queste cose qui!". Però stavamo attraversando una bufera.
Questo capiterà nella vita. Leggete le vite dei santi, leggetele attentamente tra le righe e vi accorgerete che anche in alto ci sono bufere; anche in alto incontrerete necessariamente delle bufere. Ma un apparecchio che ha il motore che funziona bene non ha paura delle bufere, anche se traballa un pochino non ha paura. Quando dentro di voi c'è la Madonna, quando dentro di voi c'è lo Spirito Santo, quando voi vi siete chiusi completamente al mondo, non dovete aver paura delle bufere anche se dentro di voi sentirete proprio la punta di satana, e a un dato momento direte: ma come é possibile che ancora dopo anni e anni che cerco di santificarmi; anni e anni di sacerdozio; anni di vita religiosa possano ancora venire in mente queste cose? Ma come é possibile, ma da dove vengono fuori? Vengono fuori dal fondo che ognuno di noi ha; vengono fuori dalla nostra naturaccia. E il Signore ti permetterà quello, come ha permesso a san Paolo, affinché tu non abbia a insuperbirti; affinché tu sia sempre lì tremando, con un po' di paura, che non capiti una pistolata fuori posto e ti faccia partire. Il Signore, state attenti, permetterà questo; figlioli, io vi dico in nome di Dio, cercate di avere il cuore a posto e non spaventatevi delle tentazioni. Qualche volta trovi qualche giovane, anche qualche giovane sacerdote che si spaventa per le tentazioni: "Ma sapesse cosa penso...". Cosa vuoi, avrai le tentazioni che hanno tutti gli uomini di questo mondo, che sono impastati di terra... Non confondete le tentazioni.

MO35,10 [11-11-1965]

10.Sentite, in vita mia penso di non aver mai bestemmiato, no... Pensate voi per esempio che durante la Messa, non adesso ma per alcuni anni, quando alzavo la particola, così, mi veniva voglia di dire una bestemmia. Vi rendete conto? Mi sembrava che uno dicesse: "Dighe porco, dighe calcossa!". Ma vi rendete conto? Mi sentivo suggerire, come uno che mi suggerisse, non che io desiderassi dirla, come uno che me la faceva venire in mente, queste parole qua, che mi suggeriva: tam! dì così! Quando stavo lì offrendolo al Padre, sentivo risuonare una voce... Ma, anime di Dio, pensé che quando sento una bestemmia, e anche da ragazzo, mi venivano tutti i nervi e sarei corso a tirarghe el collo a colui che la pronunciava.
Ora, scusate, se a 18-20 anni uno può dire, uno come tutti, sentono le tentazioni della purezza; e chi é che si meraviglia? Quella é una cosa naturale, sentire l'attrattiva per una ragazza a quell'età qua, no?