LE APPARIZIONI DI FATIMA: INVITO ALLA PREGHIERA E ALLA MORTIFICAZIONE
MO262 [04-02-1969]
4 febbraio 1969
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1. Sia lodato Gesù Cristo!Questa mattina cominciamo i nostri incontri parlando di Fatima, e cioè delle apparizioni della Madonna ai tre pastorelli.Prima di tutto, voi sapete che se uno non crede a queste apparizioni non è un eretico. Intanto mettiamo le cose in chiaro. Dico male, lei don Matteo che ha studiato filosofia? Dico male? Però, però son tanti i miracoli che sono accaduti... il grande miracolo, poi, voi ben conoscete. Poi la Chiesa si è già pronunciata dicendo che sono attendibili; poi i Pontefici, ultimo Paolo VI che è andato perfino per la chiusura del cinquantenario delle apparizioni, per cui direi insomma che, ti pare, don Giuseppe, possiamo credere insomma che la Madonna sia apparsa lì. E se abbiamo tutti i motivi per credere che sia la Madonna che è apparsa lì, allora dobbiamo anche un pochino vedere per che cosa che è apparsa, che cosa che ha chiesto, che cosa che ha chiesto al mondo e che cosa ha chiesto a noi in modo particolare.Guardate, negli incontri che faremo settimanalmente su questo tema, non ho intenzione di fare la storia, tutta la storia, ma di prendere alcuni punti di meditazione, perché più o meno la storia la conoscete, e caso mai voglio stuzzicarvi un pochino a prendere in mano il libro e leggervela. Il testo, però, che abbiamo in mano qui di Thomas, e poi cos'è, qui c'è un Walsh, non so se è inglese, comunque... è un inglese che lo ha scritto. Questo testo, guardate, è proprio, vorrei dire, arido, storico. Lui nella sua prefazione dice chiaramente che ha intenzione soltanto di far conoscere la Madonna, farla... Sarà ben lieto, vero, se alla fine qualcuno amerà di più la Madonna. Ma ha scelto un criterio proprio storico: è andato sul posto, lo ha scritto nel '46, ha interrogato persone, è rimasto là, ha voluto... ha preso in mano i libri, cioè che... scritti dal Fonseca e da altri, tutti gli interrogatori fatti pubblicamente, cioè proprio ufficialmente e privatamente, c'è un sacerdote che è andato per conto suo. Tutto quello che ha... ha messo a confronto l'uno e l'altro in modo da cavare un po' la verità, insomma, e ha messo scheletricamente la verità. Perciò non è un libro di devozione, dove ci sono dei bei... di informazione... No, tà, tà, tà! Proprio un succedersi di fatti.Noi prendiamo in mano alcuni di questi fatti come che ce li presenta, e partiamo con la nostra meditazione.
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2. Cominciamo addirittura da pagina 66; dunque vedete saltiamo 66 pagine su un colpo solo. Nelle 66 pagine cosa fa l'autore? Non fa altro che presentarci il paese, l'ambientazione, che... Privatamente potreste leggerle: sono bellissime! Poi, quando tu hai letto questo, hai un po' una fotografia, quasi un documentario un po' dell'ambiente, dell'ambiente... lì, parte storica, anche parte geografica un pochino; sembra quasi che tu sia in mezzo a loro.Quello che è importante, che è stato descritto qui, ci ha descritto i tre pastorelli: niente di straordinario. La Madonna non è andata da questi tre pastorelli perché fossero diversi da tutti gli altri: erano ragazzi come tutti gli altri, disponibili se volete, ma erano ragazzi come tutti gli altri. Basti ricordare... Voi direte: "Ma recitavano la corona". Sì, perché in casa a quel tempo la recitavano tutti, perché avevano l'abitudine di recitarla, ma però avevano il trucco di recitarla in fretta: "Ave Maria... Santa Maria...", la dicevano così per fare più presto, no? E avevano proprio il trucco di dirla... La mamma avrà domandato: "Avete detto la corona oggi?". "Sì, mamma". E continuavano a giocare, a giocare, e a un dato momento: "Ave Maria... Santa Maria...", "Chista come chilla"... si fa presto ad arrivare in fondo, no? Perciò niente di straordinario... Ragazzi, buoni figlioli, buoni figlioletti che naturalmente erano disponibili, disponibili.Però, attenti, un particolare che ho osservato e qui è stato notato bene, è questo: che loro... Lucia ha fatto amicizia con i due cuginetti; beh, è naturale che un cugino faccia amicizia con i cugini, no, quando sono press'a poco della stessa età. E avevano trovato la gioia di mettersi lì fermi... vicino al pozzo, lì il loro pozzo, e lì a contemplare la natura, a chiacchierare fra loro; Lucia raccontava le storie. Beh, adesso direte: "Ma... ragazzi si mettono a far questo!". Pensate che allora giornaletti non ce n'erano, 'Topolino' non c'era, televisione non c'era, altre cose non c'erano. Cosa volete che facessero i ragazzi?Basta che io torni indietro di quaranta cinquant’anni e... si stava là a giocar bottoni, e dopo finito di giocar bottoni si cominciava a dire: "Miii... go me nona che ga le scarpe più lunghe...", quell'altro... si, si raccontava... si arrivava un pochino nella cerchia delle nostre conoscenze.Perciò era anche naturale che questi ragazzi stessero lì fermi fra loro, a chiacchierare fra loro, a discutere fra loro, perché non c'erano le distrazioni che ci sono adesso. Quando è che trovi tre quattro ragazzetti così, adesso, che si fermino qua a chiacchierare fra loro? Ma se noi torniamo indietro quarant’anni, era una cosa naturale, che vedevi spesso dei ragazzi là, star là, così... chiacchierare, far le casette, far altre robe, si lavorava mezz'oretta a far 'na casetta, si chiacchierava: "Mi, me mama...". Ognuno contava qualche cosa.
MO262,3 [04-02-1969]
3. Bene, questi tre bambini che si trovano spesso vicino al pozzo lì, a chiacchierare, a giocare insieme tra loro, hanno incominciato a contemplare il cielo. Cosa importantissima. Io direi proprio che il Signore ha cominciato mettere dentro al loro cuore una grazia attuale: un po' il desiderio di guardare in alto. E allora... par di vedere Santa Teresina del Bambino Gesù che dice: "Papà, il mio nome è scritto, varda là, c'è un T là, il mio nome è scritto in cielo", no? E invece ecco là i bambini che cominciano a dire: "Guarda! In cielo ci sono le stelle, la luna", e loro guardavano attraverso la pianta del fico. Sa, dei fichi, figari, xe sempre stà una cosa interessante nella storia della religione, eee! E attraverso il fico, perché così, attraverso il fico, in mezzo alle rame vedevano un piccolo tratto di cielo e andavano meglio a contare le stelle, perché se nò tutte le stelle, è troppo grande, è difficile contarle... sono tante, no? E allora contavano proprio quel tratterello di cielo. E allora andavano dicendo: "Ecco, la luna è la lampada della Madonna, la sua lampada; le stelle sono le lampade degli angeli e il sole è la lampada del Signore". Francesco da uomo: "A me piace di più la lampada del Signore!". Le bambine naturalmente: "E no! La lampada della Madonna è più bella!", e allora baruffette, piccole, sa... "No! Più bella quella del Signore!". "No! Xe più bella quella della Madonna!". Semplicità!Andavano a passeggio... andavano là fuori con le pecore, a un dato momento Lucia comincia ad andare fuori con le pecore, e allora i piccoli vogliono andar fuori perché non hanno più la loro compagna di gioco, eccetera, vogliono andar fuori con le pecore anche loro... Ma la mamma non vuol lasciarli andare perché son troppo piccoli e dài, baruffa e ribaruffa, finché a un dato momento la mamma di Giacinta e Francesco permette che anche loro con le loro pecore abbiano ad andare insieme con Lucia. Così, mentre prima finché erano piccoli tutto quanto si aggirava intorno al pozzo: giocare lì, guardare le stelle alla sera, guardare la lampada del Signore durante il giorno, no, a un dato momento si trasporta la piccola scena, il piccolo gruppo si trasporta in Cova da Iria, e quello che facevano lì lo fanno là, mentre le pecore fanno, vero, un po' di distruzione a destra e a sinistra, come tutti i ragazzi, e a un dato momento vanno a mangiare in quello degli altri, a un dato momento mangiano la loro e allora baruffette. Sa, i vicini: "Piccoli, parar sù le piegore che le va a magnarme i pampani", no? Sa, robe che capitavano 'sti ani. Non so se è mai capitato a voialtri: andar fuori con la vaccherella e mettervi a giocare qualche cosa, la vaccherella va di qua e di là e i vicini cominciano a gridare. Ragazzi che vanno fuori...Hanno trovato poi lì su par... in mezzo ai monti una specie di piccola... mezza caverna, e quando che pioveva andavano là. Era chiaro? Le pecore si mettevano unite fra loro e incominciava a piovere un pochino, andavano lì in questa piccola... non era una vera caverna, era un po' una piccola incavatura nel monte, ma ci si riparava un pochino. Chiaro! Comincia a piovere, cerchi un posto d'andare a stare al coperto. E andavano lì, e lì giocavano e lì pregavano, naturalmente con le Ave Marie ridotte, i Padrenostri ridotti, e lì facevano la loro colazione. Perciò una vita semplice... una vita... niente di straordinario.
MO262,4 [04-02-1969]
4. Se vorremmo trovare qualche cosa, no, di straordinario... una grazia che il Signore aveva spinto, vero, nell'animo di questi fanciulli e che aveva cominciato un pochino a germogliare, era questo vedere nella natura il Signore, ricorrere spesso un pochino al Signore, leggere un pochino questo libro della natura. Su questo, questa pianta, di queste creature ecco che compare... Lasciamo stare che sembra che sia apparso qualche cosa, qualche segno un anno, un due tre anni prima, un anno due prima, una luce, un qualche cosa: era Lucia insieme con due amiche, eccetera. Lasciamo stare questo... Andiamo al concreto, quello che sono i fatti veri e propri. Un bel giorno son lì che stanno giocando, a un dato momento dicono: "Recitiamo la corona". E allora adesso leggo un pochino la paginetta e poi facciamo la nostra conclusione."Trascorsero un po' di tempo... Trascorso - dico - un po' di tempo, sentirono fame e consumarono la colazione; quindi si inginocchiarono a recitare il Rosario. Lucia non si ricorda se lo dicessero completamente oppure scheletrizzato: "Ave Maria... Padre Nostro...". Ma si ricorda che quando ebbero finito cessò di piovere - e perciò se pioveva erano andati in quella specie di grotta, no? - e il sole ritornò a sfolgoreggiare come prima, bruciante e chiaro, in un cielo sereno.Essa e gli altri presero a buttar sassi nella valle sottostante. - ecco i ragazzi, no?... tira sassi, tira sassi... - Ma, passati alcuni istanti, ecco levarsi improvvisamente un forte vento attraverso le cime dei pini, che ondeggiarono e gemettero in maniera mai vista.Impressionati, i fanciulli cessarono dal buttar sassi volgendosi attorno per vedere quale ne fosse la causa.Scorsero allora una luce lontana, oltre le cime degli alberi, che si spostava sopra la valle da est ad ovest e veniva verso di loro. E benché il chiarore stesso fosse qualcosa di diverso e del tutto nuovo, Lucia vi riconobbe la strana bianchezza di quel 'qualcuno avvolto in un lenzuolo' veduto da lei e dalle altre ragazze l'anno precedente.Sembrava che fosse tutto fatto di una radiazione più bianca della neve; e questa volta si avvicinò tanto che, quando arrivò sopra una roccia quadrangolare alla entrata della 'caverna', lo si poteva distinguere come la forma di 'un giovane trasparente' di quattordici o quindici anni di età, 'più brillante di un cristallo penetrato dai raggi del sole, così Lucia lo descrive, oppure 'come neve fatta cristallina e illuminata dal sole'.Ed ora potevano osservare che aveva lineamenti di un essere umano, bello oltre ogni descrizione. Stupefatti, rimasero a guardarlo senza parola. "Non abbiate paura", egli disse. "Io sono l'angelo della pace. Pregate con me".Guardate, in queste, adesso, meditazioni che precedono l'incontro con la Madonna, io vi direi: stiamo ad osservare come Dio prepara queste creaturine: tan, tan, tan, tan, finché viene la Madonna. E anche negli incontri con la Madonna: primo, secondo, terzo incontro, finché alla terza apparizione mostra l'inferno e dice, insomma quello che sentiremo. Adesso non voglio premettere prima, no? Ma, guardate Dio, e se noi l'osserviamo anche in noi, il nostro passato, in altra forma, vedrete che Dio ha sempre la stessa pedagogia: prepara, prepara le sue grazie, prepara con le difficoltà. Poi vedremo come, sa, per arrivare alla grazia della terza apparizione, il Signore ti manda di quelle crose, di quelle bastonà, no? Sempre uguale il Signore! Ah, don Piero, sempre uguale! E... bastona... ama bastonando, no, ama bastonando. Purifica perché si possano capire queste cose qui. Niente, perciò...
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5. Aveva preparato un po' l'animo dei bambini a contemplare Dio nella natura, aveva mostrato un qualche cosa là... Ecco, adesso qui si presenta un giovane: "Sono l'angelo della pace", niente di straordinario, "sono l'angelo della pace". E attenti!"Ed inginocchiatosi - questo angelo - si prostrò con la fronte a toccare la terra, dicendo: 'Mio Dio, io credo, io adoro, io spero ed io Vi amo! Vi domando perdono per coloro che non credono, non adorano, non sperano e non Vi amano'.Tre volte egli pronunciò le stesse parole, mentre i fanciulli, come incantati, le ripetevano dopo di lui. Poi, alzandosi, continuò: "Pregate in questa maniera. I Cuori di Gesù e di Maria stanno attenti alla voce delle vostre suppliche". Dopo questo disparve, come se la luce del sole l'avesse disciolto".Perciò ga fatto... Prima lezione, no? Viene un angelo, un ambasciatore del cielo, si prostra, dà un esempio, dice come si deve pregare, le insegna la preghiera ai fanciulli: "Pregate. I Cuori di Gesù e di Maria stanno attenti alle vostre preghiere, stanno in ascolto. Perciò quando voi fate questo, pensate che stanno ascoltandovi".È già qualche cosa, non vi pare? Non comincia a dire cose grandiose. I bambini non possono capire tante cose; la lezione sarebbe stata un po' troppo lunga, troppo difficile, no? Però domanda questo: "Pregate! Perché guardate che, mentre voi state pregando, stanno ascoltandovi". Se imparassimo anche noi questa prima lezione, questa prima lezione! E cioè che, quando noi preghiamo, Gesù e Maria stanno ascoltandoci; che quando noi adoriamo, Gesù e Maria stanno ascoltandoci. Siamo, quando preghiamo, siamo in contatto diretto col cielo; che la nostra preghiera è veramente un colloquio con Dio, un dialogo con Dio. Se l'umanità imparasse a pregare, imparasse a mettersi in questo contatto intimo col Signore!Qui capite che ci si potrebbe fermare adesso questi dieci minuti per... proprio per dire come si dovrebbe pregare, ma ho... Questi dieci minuti vorrei tirar fuori la seconda apparizione dell'angelo; è meglio forse, per mettere ancora un po' di materiale... anche per darvi un po'... qualche... di materia da pensare durante la settimana.
MO262,6 [04-02-1969]
6 Adesso qui il nostro autore si dilunga un pochino a descrivere un po' l'impressione di questi bambini. Ciò, i ga visto 'sto angelo, no? Promettono di far silenzio, di non dirlo a nessuno, di pregare, e si mettono a pregare, e stanno delle ore intere là a pregare, prostrati a terra: "Mio Dio, io credo, adoro...". State attenti, voi capite chiaramente che loro avranno ripetuta questa preghiera non come qualche volta la ripetiamo noi. Noi ci sforziamo di dire: "Credo Padre, Figlio, Spirito Santo, eccetera". Poveretti, l'avranno ripetuta un po' materialmente, pensando che Gesù e Maria stavano là a guardarli, no? Perciò non possiamo pretendere che i bambini capissero un po'... la sostanza... L'avranno detta così come si dice una preghiera da un bambino, ma intanto la dicevano per ore intere, no?Però, dopo tre settimane..."Dopo una siffatta esperienza la loro vita in questo mondo non poteva più essere la stessa. E non finì qui perché l'angelo apparve loro ancora, non una, ma due volte.La seconda apparizione avvenne alcune settimane dopo la prima. Era uno di quei giorni più caldi di quella estate. Avevano condotto a casa le loro pecore a mezzogiorno per chiuderle durante le brucianti ore della siesta, e passavano il tempo giocando quietamente al pozzo, sotto l'ombra dei fichi, dietro la casa degli Abòbora, senza il più piccolo pensiero di ciò che stava per accadere. Quand'ecco, alzando gli occhi, videro l'angelo lì al loro fianco.'Cosa state facendo', egli domandò”.Ma sti piccoli, a mezzogiorno, cosa vuto che i gai da fare? Se venisse in cortile da voialtri adesso qua un angelo del Signore, al pomeriggio: 'Cosa state facendo.' 'Dar quattro calci al balon'. Tante storie, no? Xugare na sciantina.
MO262,7 [04-02-1969]
7“Pregate! Pregate molto!".A tre bambini che stanno giocando... Si direbbe: "Ma sto angelo, xelo della pace o xelo della guerra? È della bontà o del...”. Scusate, volevo dire crudeltà, ma non è un po' troppo grossa. A tre bambini! Erano tutta la mattina fuori con le pecore, son lì, nell'immediato pomeriggio, d'estate, a dire: "Cosa steo faxendo adesso? Preghè, preghè!". Ma, amici, un bel coraggio ghe vole no? Bisogna vegner dal cielo per dir queste robe qua.Però, amici miei, che rimprovero per me, per voi! Guardate che io l'ho letta e riletta cinque sei volte 'sti giorni sta roba qui, e mi ha fatto un'impressione tremenda! Che rimprovero per noi! Cioè, vedete, per noi è facile questo, che prendiamo la vita qua... È una vita che si vive sopra la terra, con alcune preghiere. Noi abbiamo pagato il nostro contributo, abbiamo dette le nostre preghiere e siamo a posto. Guardate che c'è questo pericolo: che facciamo della nostra vita una vita così, una vita umanizzata con alcune preghiere. Come quando si fa una torta, si mette un po' di zucchero e tutto è a posto. E invece no! Deve essere uno zucchero, la preghiera, che trasforma tutta la torta, tutta la nostra vita; che prende tutta la nostra vita: pregate sempre! Non una vita con alcune preghiere. Dev'essere una vita di preghiera, specialmente la nostra di apostoli, figlioli miei. Guardate che questa missione, che questi bambini hanno ricevuto dal cielo, l'abbiamo ricevuta anche noi. Sono stati chiamati da mezzo agli altri bambini per dire qualche cosa all'umanità. Anche noi siamo stati chiamati da mezzo agli altri uomini per dire qualche cosa all'umanità; e se gli altri uomini possono stare seduti vicino al pozzo a giocare, noi non lo possiamo più. Noi dobbiamo pregare, noi dobbiamo discutere sulle cose nostre, dobbiamo leggere le cose nostre, dobbiamo cercar d'imbeverci dello Spirito di Dio.Guardate, figlioli, che bisogna assolutamente che cambiamo un pochino qualche cosa. Io sento il bisogno di cambiare qualcosa in me, ma dovete, dovete anche voi fare qualche cosa. Perché guardate che Dio passa in tanti modi, anche con la morte di Lino... è un passaggio di Dio. A loro è apparso un angelo, a noi è apparso l'angelo della morte. Ma guardate che sono richiami di Dio, sapete, sono richiami di Dio, e guai a noi se non ascoltiamo questi richiami di Dio!In questo momento che il mondo non sta più, vero, trovando la strada, dove c'è, vero, tanto materialismo, dove c'è tanta indifferenza religiosa, dove si è ridotta la religione, vero, per tanti, soltanto ad alcune pratiche esterne, guardate che il Signore vuole qualche cosa di più da noi. Non crediate di accontentare il Signore perché dite: "Io le pratiche di pietà le faccio tutte".
MO262,8 [04-02-1969]
8 Guardate... Qui ci vorrebbe un'ora sta mattina, ma intanto le accenno soltanto."Pregate, pregate molto. I Cuori di Gesù e di Maria hanno disegni di misericordia sopra di voi. Offrite costantemente all'Altissimo orazioni e sacrifici".Le stesse parole si potrebbero ripetere a ciascuno di voi: "Caro Alberto, prega, prega molto... Il Cuore di Gesù ha disegni... e di Maria, dunque, hanno disegni di misericordia su di te. Offri costantemente, - attenti alla parola - costantemente all'Altissimo orazioni e sacrifici".Guardate che voi, per il fatto che siete qui, o meglio noi per il fatto che siamo qui, siamo oggetti di un disegno particolare di Dio. Dio ha disegni di misericordia su di noi, cioè per il mondo, e se vogliamo rispondere a questo, bisogna che facciamo preghiere e sacrifici.Ecco Lucia che domanda semplicemente: "Ma come ci dobbiamo sacrificare?"."In tutto ciò che potete...".Guardate, guardate che affermazione, eh! 'Sta bambina che dice: "Ma com'è che dobbiamo sacrificarci?". "In tutto ciò che potete!".E guardate che questa parola qui è per tutti i membri della Pia Società San Gaetano, altrimenti, figlioli, io vi consiglio: cambiate casa! Se non riuscite a capire questa parola qui, vi consiglio: cambiate casa! Mi presto per tutte le dispense che volete, anche dal diaconato appena ricevuto. Guardate che il Signore ci domanda questo, in questo momento. Lo domanda a tutti gli uomini, ma in modo particolare a noi che siamo in una Famiglia religiosa, in questo momento.
MO262,9 [04-02-1969]
9 Che cosa... "Come ci dobbiamo sacrificare?"."In tutto ciò che potete; offrite un sacrificio al Signore in atto di riparazione per i peccati con i quali egli è offeso, e supplicate per la conversione dei peccatori. Attirerete così la pace sopra il vostro paese. Soprattutto accettate e sopportate con sottomissione le sofferenze che il Signore vi manderà".Altro che contestazione, che ribellione dinanzi a qualsiasi cosa che costa! Altro che discussione per tirar via tutto quello che è pesante! "Accettate dal Signore con sottomissione le sofferenze che il Signore vi manderà". Perciò, saper prendere dalle mani del Signore anche un'ingiustizia scolastica, anche un qualche cosa che turba i nostri piani; saper prendere dalle mani del Signore l'obbedienza...Per esempio, ieri sera in chiesa ho contato, a un dato momento c'erano ventinove giovani in chiesa. Dov'erano tutti gli altri? Stavano facendo la volontà del Signore gli altri? Avevano il permesso regolare per essere fuori di chiesa gli altri? E se non avevano il permesso regolare, non era una disobbedienza quella? Quella non era preghiera. "Ma io sono stato per questo, sono stato per quello...". Ma quella non era preghiera. Se durante lo studio non studi, quella non è preghiera, quella è un chiacchierare, quella è una disobbedienza, quello è un dispiacere che fai al Signore.Ah, amici miei, guardate che ci son tante piccole cose, sapete, che non piacciono al Signore, tante piccole cose nelle quali noi facciamo quello che ci piace invece che quello che piace al Signore, dove noi, credendo di fare il nostro dovere, facciamo il nostro capriccio! Guardate che non è questa la vita religiosa, non è questa la vita di santità! Se non sapete dare queste piccole cose, se nelle vostre confessioni non vi confessate anche perché arrivate un minuto in ritardo in chiesa o un minuto in ritardo in studio o perché avete perso cinque o dieci minuti di studio, se non avete questa delicatezza di coscienza io vi dico: ci credo poco alla vostra missione di domani. Perché voi siete chiamati a dare una testimonianza di santità. E penso che la Madonna ha fatto sempre il suo dovere bene e Gesù alla fine della sua vita "consummatum est", e penso che ha fatto la volontà del Padre sempre, e Maria l'ha fatta sempre, e noi la dobbiamo fare sempre.Farci una vita religiosa un po' così alla buona, fatta per conto nostro, interpretata a modo nostro, in altre parole una vita che non pesi, che non costi, cercando di evitare un po' tutto quello che è sacrificio col pretesto che la vita moderna richiede questo, guardate, fratelli miei, che non abbiamo capito niente del rapporto che esiste tra cielo e terra, e fra noi e Dio.