Meditazioni italiano > 1969 > LE APPARIZIONI DI FATIMA: INVITO DELL’ANGELO ALLA PREGHIERA RIPARATRICE

LE APPARIZIONI DI FATIMA: INVITO DELL’ANGELO ALLA PREGHIERA RIPARATRICE

MI263 [07-02-1969]

7 febbraio 1969

Don Ottorino allude scherzosamente alla recente ordinazione dei primi sette diaconi permanenti, e nomina in particolare il diac. Vinicio Picco, consigliere generale, che era uno dei sette.

La citazione, riportata in corsivo come tutte le seguenti senza ulteriori richiami, è presa dalla pag. 72 del libro di W. T. WALSH, Madonna di Fatima, Editrice Ancora Nigrizia Milano 1965.

MI263,1 [07-02-1969]

1. Pensavo che, avendo a disposizione i diaconi, toccasse a loro dire una parola. Ho tentato di persuadere il diacono Vinicio, ma è andata storta e bisogna che i vecchi preti ritornino ancora al loro posto.
Questa mattina vorrei continuare una di quelle meditazioni che stavamo facendo con i più vecchi, e cioè quella sulle apparizioni della Madonna di Fatima. Essa riguarda un’apparizione dell’angelo e mi pare che possa intonarsi benissimo come meditazione del primo venerdì del mese. Per i più giovani mi riallaccio un istante alla meditazione precedente. Voi sapete che a Fatima è apparsa la nostra buona mamma, la Madonna. Prima che essa apparisse ai tre pastorelli, è apparso un angelo che li ha invitati a pregare recitando quella preghiera che noi diciamo spesso: “Mio Dio, io credo, adoro...”. Dopo qualche settimana l’angelo è riapparso mentre essi stavano giocando e li ha invitati a pregare: “Pregate, pregate molto, continuate a pregare, per riparare i peccati che vengono commessi, per salvare anime”. E siamo arrivati così alla terza apparizione dell’angelo. I tre fanciulli stavano custodendo il gregge, non molto distante dal posto dove più tardi apparirà la Madonna, quando improvvisamente ecco arrivare l’angelo. Permettetemi che vi legga il breve racconto e poi facciamo insieme, fraternamente, alcune riflessioni. «Essi si erano trattenuti a giocare di nuovo... mentre le pecore si spargevano per il pendio sottostante; e, dopo aver detto il loro Rosario come al solito, stavano recitando all’unisono: “Mio Dio, io credo, io adoro, io spero, io Vi amo! Vi domando perdono per coloro che non credono, non adorano, non sperano e non Vi amano”». Faccio subito un’osservazione a questo punto prima di procedere. È scritto: “Stavano recitando insieme...”, cioè stavano pregando e pregando insieme. Oggi abbiamo tanto bisogno del Signore, abbiamo tanto bisogno che il Signore ci illumini, che il Signore ci guidi. Quando viaggiamo in macchina e siamo di notte, abbiamo bisogno dei fari; se poi di notte c’è anche la nebbia, abbiamo bisogno anche dei fari antinebbia, ed è ancora faticoso guidare; è facile fare anche qualche tamponamento, come può essere capitato a qualcuno. Oggi noi dobbiamo camminare in un mondo dove c’è tanta nebbia e tanta oscurità, ed è per questo che bisogna che accendiamo i fari. Ed ecco allora l’angelo, venuto a nome della Madonna per dire ai fanciulli: “Bisogna pregare, bisogna pregare tanto!”. I tre fanciulli avevano una missione da compiere e dovevano prepararvisi. Anche noi abbiamo una missione da compiere in questo mondo nel quale c’è tanta oscurità; come i tre fanciulli, abbiamo un messaggio da portare. Quando sono andato a Crotone e stavo leggendo questo libro, mi pareva proprio di vedere nei nostri religiosi i tre pastorelli: otto religiosi, quattro assistenti e quattro sacerdoti, che in mezzo al popolo stavano praticamente ripetendo quello che i pastorelli hanno ripetuto a migliaia e migliaia di persone: “Bisogna fare penitenza! Bisogna credere in Dio! Bisogna prepararsi alla vita eterna! Bisogna santificare il lavoro!”. Questa missione dei tre pastorelli si ripete continuamente, in altra forma, ma si ripete; e voi siete congregati in questa casa per andare nel mondo a ripetere la stessa missione. E allora, figlioli, se volete veramente fare luce, portare luce, bisogna che anche voi facciate quello che hanno fatto i tre fanciulli: bisogna che preghiate, che preghiate molto e che preghiate insieme; che preghiate insieme con Cristo, ma anche insieme tra voi. È necessario che sentiate il bisogno di prepararvi con la preghiera. Guardate: la preparazione culturale è necessaria, lo studio è necessario... ma prima ci vuole la preghiera. Perché? Perché altrimenti sarebbe come pretendere di viaggiare in macchina senza benzina, correre senza motore: una bella carrozzeria, ma al posto del motore mettere, per esempio, una zucca... Eh, la macchina non va avanti, assolutamente, ci vuole un motore! E noi lo possiamo avere soltanto se preghiamo e preghiamo tanto, se ci sforziamo di avere con Cristo un contatto intimo e personale.

DIACONATO diacono

MARIA Fatima

MARIA la nostra buona mamma

PREGHIERA preghiera dell’

Angelo

PREGHIERA

PENITENZA riparazione

MONDO ateismo

APOSTOLO missione

AUTOBIOGRAFIA viaggi

AUTOBIOGRAFIA

MISSIONI

PENITENZA

NOVISSIMI eternità

VIRTÙ

fede

SOCIETÀ

lavoro

CONGREGAZIONE appartenenza

CONGREGAZIONE Case della Congregazione

CONGREGAZIONE missione

GESÙ

unione con...

COMUNITÀ

L’allusione è alla risurrezione di Lazzaro, narrata da Gv 11,17-44.

Molti vescovi, specialmente dell’America Latina, ma anche di altre regioni del mondo, chiedevano con insistenza a don Ottorino di inviare nelle loro diocesi i religiosi della Congregazione.

MI263,2 [07-02-1969]

2. Sentite che cosa dice adesso l’angelo.
«Avevano appena detto questo, che videro la medesima luce cristallina venire veloce al di sopra della valle; ed ecco l’Angelo, bello, risplendente, abbagliante, sospeso nell’aria davanti a loro. Questa volta teneva in mano un calice, e con l’altra vi teneva sopra un’ostia. Lasciò queste cose sospese nell’aria, mentre si prostrava al suolo dicendo...». Che cosa meravigliosa! Prima l’angelo, adesso l’Eucaristia, poi la Madonna! Ah, sì! Bisogna pregare, bisogna nutrirsi dell’Eucaristia, allora si capiscono le cose di Dio, altrimenti le cose di Dio non si capiscono! Quest’angelo che viene con il calice e l’ostia, che lascia sospesi nell’aria il calice e l’ostia e si prostra prima a pregare. Ecco la lezione! «Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo». Ma come? Santissima Trinità? Ha lasciato là un calice e un’ostia, si prostra e dice: “Santissima Trinità...”. Eh, figlioli, quando noi adoriamo Gesù nel tabernacolo, Padre, Figlio e Spirito Santo sono lì insieme con Gesù! Noi sappiamo che nell’ostia c’è veramente Gesù, ma sappiamo anche che con Gesù c’è il Padre e lo Spirito Santo. È questa la prima lezione che ci viene. Quando noi ci prostriamo dinanzi all’Eucaristia, quando tra poco io alzerò la particola consacrata, quando fra qualche minuto voi riceverete la particola consacrata, voi riceverete la Santissima Trinità. È la Santissima Trinità che io adoro quando mi inginocchio, è la Santissima Trinità che entra dentro di voi e che vi trasforma: vi trasforma se prima avete pregato, vi trasforma se prima avrete creduto, vi trasforma se prima avete desiderato. Ma se voi non avete pregato, se voi non vi siete sforzati di credere, se voi non avete desiderato, la Santissima Trinità passa oltre. E allora bisogna ripetere come Sant’Agostino: “Temo il Signore che passa”. È da aver paura del Signore che passa! È una grazia che passa vicina e io l’afferro questa grazia. Quante volte Gesù è passato vicino agli abitanti della Palestina ed essi sono rimasti come erano! Gesù passa vicino a un morto e gli dice: “Alzati!”, e il morto risorge, ma risorge perché vicino ad esso c’è una sorella, ci sono due sorelle che hanno fede. “Credi tu che io possa fare questo?”, domanda Gesù. “Sì!”. E allora cerca di vederci, e allora parla, e allora cammina. Il Signore esige la fede, e se c’è un morto esige la fede del vivo che gli è vicino. Fratelli miei, ricordatevi: il primo passo è pregare, credere, e poi Dio agirà. Allora noi potremo essere gli araldi di Cristo, i suoi messaggeri dove siamo attesi. Tutte quelle richieste che abbiamo continuamente dalle varie parti sono richieste di Dio: è Dio che vi attende, è Dio che vi aspetta! Siete aspettati da migliaia di persone, è la Chiesa che aspetta che cresciate, è la Chiesa che aspetta che vi moltiplichiate, è la Chiesa che vuole darvi il mandato di andare a predicare il Vangelo! Ma ricordatevi: dovete prima averlo voi il Vangelo, dovete prima mangiarlo, dovete prima farlo vita della vostra vita. Questo sarà impossibile se non vi prostrerete dinanzi al Cristo e non lo adorerete nel Padre, Figlio e Spirito Santo.

EUCARISTIA

MARIA

PREGHIERA

DIO Trinità

EUCARISTIA tabernacolo

DIO Padre

DIO Figlio

DIO Spirito Santo

EUCARISTIA comunione

EUCARISTIA adorazione

VIRTÙ

fede

DIO passaggio di...

DIO scoperta di...

GRAZIA grazie attuali

PAROLA DI DIO Vangelo

APOSTOLO ambasciatore di Dio

APOSTOLO predicazione

VOLONTÀ

di DIO

CONGREGAZIONE missione

MI263,3 [07-02-1969]

3. E l’angelo continua: «"... e Vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi ed indifferenze coi quali Egli stesso è offeso"».
Dunque, l’angelo adora la Santissima Trinità e poi le offre Gesù presente nell’Eucaristia per riparare tutti gli oltraggi che Gesù riceve con i sacrilegi, le indifferenze, le offese, nei vari tabernacoli del mondo. Ecco quello che dobbiamo fare noi: prostrarci dinanzi a Gesù eucaristico e offrirlo alla Santissima Trinità, riconoscere la presenza della Santissima Trinità in Gesù eucaristico, e offrire Gesù eucaristico alla Santissima Trinità in riparazione di tutti questi sacrilegi, di queste indifferenze, di questi oltraggi che Gesù riceve nei vari tabernacoli del mondo e, specialmente in questo momento, di certe profanazioni, di certe cose che vengono compiute, di certe Messe che vengono celebrate e che sono proprio una forma di profanazione dell’Eucaristia. Bisogna pure che qualcuno paghi, figlioli miei! Se Gesù viene schiaffeggiato, se Gesù viene oltraggiato, se viene ricevuto con indifferenza, bisogna pure che qualcuno ripari! Se viene rotto un vetro, bisogna pure che qualcuno ripari questo vetro; se salta una lampadina, bisogna pure che qualcuno la sostituisca! Nella casa di Dio Cristo è oltraggiato, il tabernacolo è stato aperto, il Santissimo è stato buttato per terra e pestato sotto i piedi: bisogna pure che qualcuno raccolga queste ostie sante e rimetta l’Eucaristia al suo posto d’onore. E i primi ad essere chiamati a questo siamo noi! Prima di andare a predicare nel mondo, siamo chiamati appunto a questo: a riparare, a riparare con il nostro amore, con la nostra fede, con i nostri piccoli sacrifici. Questa è la prima azione apostolica che dobbiamo compiere. Questo è ciò che chiede l’angelo santo ai pastorelli prima che si incontrino con la Madonna... per prepararsi all’incontro con la Madonna; e poi la Madonna, piano piano, li preparerà al messaggio che dovrà affidare loro. Vedete, è una lezione che Dio vuole impartire ai bambini ancora molto prima di affidare loro un messaggio. Se vogliamo anche noi ricevere e portare il messaggio, bisogna che prima impariamo questa lezione, che impariamo cioè a credere, ad adorare, a riparare.

PENITENZA riparazione

DIO Trinità

EUCARISTIA tabernacolo

MONDO

EUCARISTIA

APOSTOLO missione

APOSTOLO predicazione

VIRTÙ

fede

MI263,4 [07-02-1969]

4. E continua ancora il messaggero divino:
«“E per gli infiniti meriti del suo Sacro Cuore e del Cuore Immacolato di Maria, Vi chiedo la conversione dei poveri peccatori”». Riparare, dunque, riparare! Ma, poi, procedendo un passo più avanti leggiamo: “... per i meriti del Cuore Sacratissimo di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria chiedo la conversione dei peccatori”. Che passaggio meraviglioso, cari figlioli: adoro la Santissima Trinità, riparo gli oltraggi che l’Eucaristia riceve continuamente, prendo l’Eucaristia e la offro alla Santissima Trinità per riparare gli oltraggi che ricevono il Cuore di Gesù e il Cuore Immacolato di Maria! L’Eucaristia è il termine di amore, di riparazione, ed è la moneta per pagare alla Santissima Trinità tutto quello che di male c’è in me e nei miei fratelli. Questo, figlioli, è quello che noi vogliamo fare sempre, ma in modo particolare questa mattina, primo venerdì del mese. Il primo venerdì del mese ha appunto questo carattere di riparazione. E noi vogliamo che la Santa Messa, che celebreremo insieme fra qualche istante, abbia questa mattina proprio questo scopo, questo fine: vogliamo che la Santa Messa oggi sia una Messa piena di fede; vogliamo credere e dire: “Mio Dio, credo fermamente che qui sei presente tu, Padre, Figlio e Spirito Santo”. Vogliamo non soltanto credere, ma riparare, riparare tutte le offese che Gesù riceve in tutte le parti del mondo. Ma vogliamo, ancora, prendere questa Eucaristia e offrirla al Padre per riparare i nostri peccati e i peccati di tutti i nostri fratelli.

PECCATO peccatore

PENITENZA riparazione

GESÙ

MARIA

DIO Trinità

EUCARISTIA

EUCARISTIA S.Messa

VIRTÙ

fede

DIO Padre

DIO Figlio