LE APPARIZIONI DI FATIMA: LA PRIMA APPARIZIONE DELLA VERGINE E IL SUO MESSAGGIO
MO264 [14-02-1969]
14 febbraio 1969
MO264,1 [14-02-1969]
1. Sia lodato Gesù Cristo!Se non vi dispiace, riprendiamo in mano questo, stamattina, anche per continuarlo un pochino, dato che è una settimana che non ci troviamo, causa la neve. State a sentire.Nei tre incontri, mi pare, che abbiamo fatto su questo testo, cioè su questo argomento, ci siamo soffermati a considerare la preparazione dei bambini. Cioè l'angelo che viene, invita i bambini a pregare; poi li trova a giocare vicino al pozzo e li invita di nuovo a pregare; e poi viene l'angelo con l'Eucaristia. Viene con l'Eucaristia e invita i fanciulli ad adorare la Santissima Trinità e ad adorare la Trinità attraverso il Cristo.Guardate la bontà del Signore. Quando il Signore vuole affidare una missione a qualche anima, il Signore comincia da lontano a preparare, comincia da lontano a purificare.Dicevamo in altre circostanze che una vocazione viene preparata ancora con la nonna. Vi ricordate? Che bisogna guardare la mamma, bisogna guardare il papà, bisogna guardare la famiglia per vedere la vocazione, per riconoscere la vocazione; e a un dato momento, abbiamo detto, non basta neanche guardare la mamma, vogliamo vedere la nonna, un pochino. Eh, ma dico, dobbiamo vedere un po' la grazia del Signore! Proprio il Signore, che quando vuole un fiore, si prepara il giardino. Quando il Signore vuole un Domenico Savio si prepara una mamma Margherita, quando il Signore vuole un Agostino si prepara una Santa Monica.Ora io direi, ecco, come conclusione un po' di questa prima parte, prima di passare proprio al vero messaggio, all'incontro dei fanciulli con la Madonna, direi questo: cerchiamo di vedere anche noi la mano di Dio vicino a noi. Non occorre vedere miracoli dappertutto, no, ma la provvidenza di Dio sì. Vedere la mano di Dio che ha preparato la nostra vocazione, che ha preparato il giardino per la nostra vocazione. Vedere la mano di Dio che segue... Come il Signore segue quei tre fanciulli per prepararli all'incontro con la "mamma", così il Signore segue questa Famiglia. E la segue in tanti modi, in tante forme: la segue quando manda un'ispirazione, quando manda una grazia, quando manda il diaconato. Ma, guardate, in modo particolare, ed era questo che volevo sottolineare, la segue quando passa lui, passa lui con il suo sangue, con la sua croce; non dobbiamo dimenticare questi passaggi insanguinati.
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2. Guardate che, quando andate in cortile e vedete ancora quella macchia di sangue del nostro caro Lino, non potete rimanere indifferenti. Guardate, il tempo passerà, il tempo passerà, sì, ma quel sangue versato ad Este e quello versato qui non deve essere dimenticato. Perché quel sangue va congiunto al sangue del Cristo, quel sangue chiama il nostro sangue, quel sangue che quotidianamente il Signore c'invita a versare per amore suo. A versare, non in una forma violenta, forse, come quello di Giorgio e quello di Lino, ma in una forma così, una forma così come diceva l'angelo ai piccoli quando Lucia chiedeva "che cosa dobbiamo fare per sacrificarci?": "Accettate tutto quello che il Signore permette, tutto quello che il Signore manda". Può essere un trionfo scolastico, può essere anche una delusione. Vero, Giovanni? Può essere un momento in cui tu sei accolto bene dai tuoi amici, e un altro momento in cui volontariamente o involontariamente i tuoi amici ti disgustano. Saper accettare tutto dalle mani di Dio. Non voler dare una spiegazione umana, un... che so io... mettere tutto sul piano umano.Vediamo un pochino qualche volta durante la giornata il passaggio del Signore: il Signore che permette, anche attraverso qualche volta la cattiveria degli uomini o gli sbagli degli uomini o la incapacità degli uomini, che possono essere anche i nostri superiori, vedere un po' il Signore che permette, che permette la nostra sofferenza. Non so se sbaglio, ma guardate che è necessario sapete questo. Lo dico perché ho un sottofondo che mi preme qui nel cuore. Questi uomini di oggi, e uomini di Dio, uomini di Chiesa, che vorrebbero tutto razionalizzare, tutto, sa... non si sa perché... tutto, vorrebbero vedere il perfetto dappertutto. Quando poi è così difficile essere perfetti noi, non vi pare?E allora, ecco quello che... la lezione che ci lasciano questi tre fanciulli proprio in questo punto è questa: imparate ad accettare tutto dalle mani di Dio e a vedere Dio anche nelle piccole cose, vedere la mano di Dio. E non dimenticate quella lezione che il Signore vi ha dato: il sangue non deve essere versato inutilmente, ricordatevelo bene.Quando è morto Lino, se vi ricordate, io ho detto che ho fatto qualcosa, no, perché è un richiamo di Dio e bisogna fare un passo avanti. Guardate, io non vi invito a far voti, non v'invito a fare cose straordinarie, ma guardate che il Signore chiede conto di questa grazia, eh? Ricordatevi bene, vi chiede conto di questa grazia: dinanzi al giudizio di Dio voi dovete rendere conto di questo "transit Domini". Quel fratello disteso per terra dinanzi ai vostri occhi è un richiamo del cielo! Guardate che il Signore vi chiede conto; non dimenticatelo, per carità, perché al momento, alla resa dei conti, tornerà fuori quella partita.
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3. Ecco allora i tre fanciulli che, ormai ripieni di Dio, comunicati del corpo e del sangue di Cristo, ripieni del desiderio di soffrire, mortificarsi, di far piccoli sacrifici, di pregare, pregare per la conversione dei peccatori, sono pronti.È il 13 maggio 1917, i genitori di Francesco e Giacinta vanno al mercato a comperare, caro Renzo, due maialini. Era di domenica. I fanciulli, invece, vanno a Messa a Fatima, tornano a casa, fanno colazione e poi via col gregge, verso mezzogiorno. Anche i ragazzi di adesso, no, andrebbero, sì, sempre, sempre... Avete mai osservato? Questa fedeltà, questo spirito di sacrificio. Questi fanciulli via col gregge, via... Va bene, giocavano... ma... Guardate i ragazzi adesso se farebbero così. Spirito di sacrificio, fratelli...Comunque, verso mezzogiorno partono i due fanciulli e s'incontrano con Lucia che è già con le sue pecorelle ad attendere, e vanno in Cova d'Iria. E lì, dopo un po' che stavano giocando, stavano tirando i sassi come tutti i ragazzi di questo mondo... avevano recitata la corona, non si ricordano più se l'hanno recitata lunga o breve, perché ogni tanto, sa, si torna un pochino al desiderio di recitarla anche breve. A un dato momento un lampo, un colpo di luce. Loro istintivamente vanno in cerca di una pianta per mettersi al coperto. Ma, voi capite chiaro che non ci hanno pensato che c'era già il sole, c'era una luce che... come, un lampo con 'sta luce, col sole? Ma sono fanciulli: vedono un lampo, dietro al lampo di solito viene la pioggia, e sotto una pianta, no? Son lì, un altro lampo ancora. Cominciano ad avere un po' di paura. Cosa succede? E vanno giù, scappano un cento metri di distanza. In quel momento, sopra lì questo piccolo elce, vedono la Vergine Santa. S'incontrano con la mamma di Gesù. Cosa meravigliosa!Se pensiamo un pochino, fratelli, la Madonna che viene mandata da Dio sopra la terra per richiamare gli uomini. Non sono duemila anni fa, sono cinquant'anni fa; cosa sono cinquant'anni fa? Pochi anni fa: siamo ancora nel ciclo della storia, in questo ciclo stesso. Ora, era proprio il tempo in cui mio papà era in guerra, i vostri nonni, forse qualche papà anche di qualcuno di voi, comunque i vostri nonni sicuro erano là che combattevano al fronte. In questo momento il Signore guarda giù, ha compassione, manda la sua mamma, manda però a parlare a tre creature innocenti. Queste tre creature innocenti si trovano in contatto col soprannaturale.
MO264,4 [14-02-1969]
4. Questa bianca signora ce la descrive Lucia."Il suo volto era bello oltre ogni possibile descrizione, non triste, non gioioso, ma serio forse un po' crucciato, benchè benigno; le sue mani giunte come in preghiera sul petto e rivolte in su, con una corona di Rosario pendente tra le dita della mano destra. Anche le vesti sembravano fatte solamente della medesima luce bianca; una tunica semplice raggiungeva i piedi, e sopra questa un manto le scendeva dal capo fino all'orlo della tunica, il suo orlo, di luce più viva, sembrava splendere come oro...I fanciulli rimasero, presi dal fascino, entro la radiazione luminosa che la circondava per un metro e mezzo di raggio".Ed ecco la Signora che parla: «"Non abbiate paura" - disse, con voce soave ed armoniosa da non poter essere dimenticata. "Io non vi farò del male!"».Eh! I piccoli ga paura subito, no? "Stè qua, non fasso niente! Stè boni, non ve fasso male, no!". La mamma, no? "Non abbiate paura, non vi farò del male", sai, Roberto... "non vi farò del male".«Di fatto essi si sentivano rincuorati, pervasi solo da una grande gioia. Subito Lucia si sente tanto padrona di sè da fare una domanda: 'Donde viene la Signoria vostra?'. La fanciulla usava il linguaggio della 'Serra': "De onde è Vossemecè?". - Vostra Signoria, da dove viento? - 'Io sono dal cielo'».Bello vedere 'sta fanciulla, no, che con tutta semplicità domanda: “Ma, ma, scusa...”. Era abituata già... tre volte aveva parlato con l'angelo, no, abituata un pochino... e poi sentiva che era un angelo speciale questo. Sì, infatti lo dicono poi ripetutamente, che l'angelo faceva un po' paura, ma questa non faceva paura. Questa dava subito confidenza. L'angelo dava un certo che, ma questa no. Eh, la mamma, no? E infatti ha subito confidenza, dice: "Ma da dove viene vostra Signoria?". E l'altra: "Dal cielo! Dal cielo!".Guardate la... Bisogna dire proprio che il Signore aveva preparato il cuore di questa piccola fanciulla, no? Immediatamente, subito comincia: "E che cosa vuole da me?". Cosa sito vegnù fare qua, fin dal cielo! Cosa sito vegnù fare ti qua?E la Signora: "Io vengo a chiedervi di venire qui per sei mesi di seguito, il giorno tredici e alla medesima ora. Poi vi dirò chi sono e quello che voglio. In seguito io verrò qui una settima volta".La fanciulla neanche risponde dicendo: "Sì, varda che veniamo, tre, sei volte, poi la settima volta, eccetera eccetera". Si era ricordata che veniva dal cielo e dice: "E verrò io in Paradi... in cielo?". "Sì, tu verrai". "E Giacinta?". "Pure essa verrà". "E Francisco?. "Anche. Ma egli dovrà dire molti Rosari".Più tardi quando che... Voi sapete che Lucia parlava con la Signora, no, parlava con la Signora e ascoltava; Giacinta sentiva, ma non parlava con la Signora; Francesco la vedeva la Signora, ma non parlava e non sentiva. Poi, finita l'apparizione, raccontavano tutto a Francesco, no? Quando, Francesco, quando ha sentito le parole della Signora, cioè quando Lucia, dopo finita l'apparizione, ha raccontato tutto, hanno fatto la loro promessa di non parlare con nessuno, questo e quello... Beh... cosa... quando che ha sentito che la Signora ha promesso il Paradiso anche a lui, però doveva dire molti rosari, lui ha risposto: "Uh! Madonna mia. Io dirò tutti i rosari che vuoi!"."Ahi, que Senhora... tao bonita. Ahi, que Senhora tao bonita!", disse Giacinta di nuovo.Mi par di vedere il ragazzo: "Cosa gala dito? Ah! Sì, sì, sì! Tutti i rosari che te vui! Ah, mi ghin digo fin che la vole rosari. La diga, fin che la vole", vero. Il ragazzino, subito... Bene!"Il cielo!". Sa, sta parola cielo aveva fatto impressione a Lucia. Viene dal cielo. "Cosa vuoi?". "Torna qua sei, sette volte". Va bene! E dopo "Ma allora vengo anch'io in cielo?". "Sì!", Giacinta in cielo, Francesco in cielo, dovrà dire molto rosari però prima. E ancora sta parola cielo fa impressione.
MO264,5 [14-02-1969]
5. "Lucia improvvisamente si ricordò di due ragazze che erano morte da poco. Erano amiche della famiglia e frequentavano la casa per imparare a tessere dalla sorella Maria".Sa, quando che vanno in casa: una che fa la sarta, quell'altra è lì... tesseva e andavano a imparare a tessere. E allora comincia Lucia: "Vero, dice, la Maria Das Neves si trova ora in cielo?" domandò. "Sì, essa è in cielo". "E... - coraggio - e l'Amelia?". "Essa starà in purgatorio fino alla fine del mondo!".Tusi! Purgatorio, fino alla fine del mondo! Poi... Mi fermo un momentino... Sta fanciulla: "Vero, vero?". "Che hai?". "Sì, sì, in Paradiso". "E l'altra?". "In purgatorio fino alla fine del mondo!". Ma, ci crediamo noi che niente d'inquinato va in Paradiso?Se il nostro caro Lino fosse adesso all'ospedale con la spina dorsale rotta e fosse là in mezzo ai dolori e continuasse di giorno e di notte, eccetera eccetera, sarebbe uno strazio per tutti, vero? E questo rimanesse due, tre mesi, cinque, sei mesi... “Oh! poveretto! È stata una grazia, una liberazion, perché ormai nol ghin podeva più! Gera de quei dolori de giorno e de notte... che strazi per tutti”, no?Qualche volta nelle famiglie, quando cè qualcuno che ha un tumore o che soffre forte, dicono: "Xe stà una grazia che el Signore se lo gapia tolto... una grazia, perché ormai poveretto nol ghin podeva più", no?Bene! Pensate voi alle sofferenze più tremende che possa passare un ammalato sopra la terra, e mettetele in confronto con le sofferenze del Purgatorio. E cioè, un luogo dove si va a soffrire per purificarsi. Certo, c'è la speranza, la certezza del Paradiso, perciò tutta la consolazione, vero. Però, però, è come uno che va a farsi l'operazione dei calcoli, vero, Zeno, e dise: "Certezza della guarigione", ma intanto se soffre, vero. Intanto, ee... Scusa. Son sicuro che fa tre, quattro giorni non sento più niente, ma intanto, intanto te senti.Ora, pensiamo che il nostro caro Giorgio potrebbe essere ancora in Purgatorio, per esempio? Pensiamo noi... Dopo un mese, noi ridiamo come prima, cantiamo come prima, scherziamo come prima. Pensiamo noi che mio papà, per esempio, potrebbe essere ancora in Purgatorio? Pensate voi, ti caro Vinicio, che tuo papà potrebbe essere ancora in Purgatorio? E allora, scusate un momentino, abbiamo la carità cristiana, dico cristiana, di aiutare queste povere anime che sono in Purgatorio? E abbiamo la carità cristiana verso noi stessi di cercare di evitare un pochino il Purgatorio, facendo un po' di penitenza, un po' di sacrificio, pensando che un piccolo sacrificio in terra può scontarci degli anni di Purgatorio? Vedete, peccato è peccato, e quando noi offendiamo Dio anche con un peccato veniale, guardate che... "Oh, per quella piccola cosa! Quella piccola mancanza di carità! Per quella piccola parola! In fondo che cosa è? È una piccola stupidaggine!".
MO264,6 [14-02-1969]
6. Amici miei, state attenti che amore vuole amore. Il Signore ha dato tutto il suo sangue per noi, ma richiede una corrispondenza da parte nostra, anche nelle piccole cose. Se forse nei secoli scorsi può darsi che ci sia stata un po' di esagerazione, dicendo che quella data suora, per esempio, è andata due anni in Purgatorio: era in guardaroba... perché dava due grembiuli alla settimana alla suora di cucina. Vi ricordate la storia, no? Una suora che era in guardaroba è morta, è apparsa alla superiora e le avrebbe detto: "Due anni di Purgatorio...". Perché? Perché dava alla suora di cucina, invece che un grembiule alla settimana, ne dava due: pensava che lo sporcava più delle altre. E diceva: "D'altra parte lo lavo io, lo pulisco io, mi sacrifico io". Ma... mancanza di obbedienza.Ora, per carità, adesso io non voglio giudicare, però state attenti che il Purgatorio c'è. E in Purgatorio, vero, è già una grazia non andare all'Inferno, ma se possiamo evitare il Purgatorio, star lì qualche decina di anni de Purgatorio, penso che varrebbe la pena, no? Ora perché, finché possiamo fare un po' di penitenza, non paghiamo col nostro sangue qui in terra i nostri peccati? Perché non aiutiamo queste povere anime che sono là che soffrono in Purgatorio? Sono anime alle quali dobbiamo riconoscenza; forse sono nostri benefattori che ci hanno mantenuto qui dentro o in seminario. Amici miei, bisogna pensare a queste cose qui.Guardate la nostra buona mamma, la Madonna, con tutta semplicità dice: "Quell'anima è in Paradiso, quell'altra resterà fino alla fine del mondo".Morisse don Piero, per esempio, con uno scontro de macchina e lo vedessi apparire: “Oh! Don Piero, cosa è successo?". "Son morto, son morto!". "Ma come? Se te go visto ieri?". "Sì! Son andà su per un platano in macchina... Son morto". "E dove sito". "In Purgatorio. Per grazia di Dio son in Purgatorio". "Ma perché te sì in Purgatorio?". "Perché son stà poco prudente, e el Signore el me ga mandà in Purgatorio perché naturalmente go privà tutte le anime che doveva salvare in avanti, le go privà della mia vita sacerdotale, e allora: Purgatorio!". "E quanto tempo te toca star là?". "Mah? El me ga dito fino alla fine del mondo. Speremo che el cambia un pochino, che vegna qualche amnistia, vero... perché, sa, anche in Purgatorio...". Amici miei, fino alla fine del mondo! State attenti, potete dire: "Purgatorio: storie! Inferno: storie! Paradiso: storie!". E allora, sentite, quella è la porta e andate a cantare le storie in giro! Ma guardate che, fino a prova contraria, in Paradiso non va gnente che non sia puro, purificato. Continuiamo.
MO264,7 [14-02-1969]
7. Continua la Vergine santa: "Volete voi offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che gradirà di mandarvi, come atto di riparazione per i peccati, coi quali Egli è offeso, e chiedere la conversione dei peccatori?".Se in questo momento la nostra buona mamma si presentasse qui e dicesse: "Senti, Fernando, siccome lui è offeso tanto, - e credo che qui non occorre dire che è offeso tanto, no? Lo sapete anche voi e non stiamo a ridescriverlo - siccome è offeso tanto, vuoi, Fernando, offrirti a Dio per sopportare tutte le sofferenze che gradirà di mandarti, come atto di riparazione per i peccatori, coi quali egli è offeso e chiedere la conversione dei peccatori?". Cosa risponderesti? Se non rispondete di sì, cambiate casa. Perché il sacerdote e il diacono prima di essere predicatore è un sacrificato col Cristo. Siamo noi la continuazione del Cristo, perché dobbiamo essere la parola del Padre e la vittima.Dobbiamo continuare, non so se teologicamente, don Giuseppe, sono a posto, no? Ma dobbiamo continuare a fare il Gesù, e cioè, siamo la continuazione di lui. E dobbiamo parlare agli uomini in nome del Padre, il Verbo, no, parola di Dio, e dobbiamo pagare per gli uomini. Bisogna che uno paghi ed è venuto Gesù ed ha pagato; e bisogna continuare a pagare, e noi continuiamo a pagare e bisogna che paghiamo. Ora, quando il Signore, Marco, ti ha chiamato, ti ha chiamato a parlare in nome suo e a pagare per i fratelli. Perciò quando sentirò dire, e ve l'ho detto tante volte, che in un luogo di missione uno viene bastonato, uno viene ucciso, uno viene trattato male, e dopo aver lavorato con tutta la buona volontà, viene disconosciuto il suo lavoro, canteremo il “Te Deum”. E quando questo verrà fatto dal vescovo, canteremo il “Te Deum” a tre voci.
MO264,8 [14-02-1969]
8. Perché, vedete, è facile che vengano i comunisti, in Brasile per esempio, e ti uccidono don Luigi, ti uccidono un altro. "Oh! Che grazia!", cioè dico, sì, abbiamo i primi martiri brasiliani, là, eccetera, abbiamo... "Che grazia!", va ben! E se dopo invece di aver lavorato con tutto l'impegno... Adesso don Luigi Mecenero ieri mi ha scritto una lettera dove che dice che, con gioia, che il vescovo è contento e ha affidato loro la parrocchia centrale di Resende: quattordicimila anime, una cattedrale, una basilica, là... Me par de vedere don Luigi che... là... con mitra e pastorale, no? Quattro facciate di lettera traboccanti di gioia, proprio così... Benissimo, benissimo! Ma se a un bel momento andasse là il vescovo e dice: "Ah! Non son contento di voi. Ritiratevi tutti in Patronato, non vi do più la cura d'anime, eccetera”. Vorrei vedere che lettera.... Tutta la stima di don Luigi, sono sicuro che mi scriverebbe otto facciate: “Ma, però, però...”. Ricevere la croce dai nemici, beh, insomma è anche abbastanza facile, ma saper vedere la mano di Dio che ti cava sangue, quando questa mano di Dio si chiama magari la mano del vescovo o la mano delle anime pie. Eppure, fratelli, bisogna essere disposti.Infatti noi vedremo i tre fanciulli, che hanno detto di sì, come saranno pestati in avvenire, proprio dai genitori, dai sacerdoti, da... non importa niente da chi. Hanno accettato di dare il sangue. Non interessa che venga un becchino o venga un vescovo a cavartelo. Io ho accettato di dare il sangue per i fratelli, che venga uno o venga l'altro... Che cosa hai, Bottegal, da dire? Cosa hai detto? Cosa? Non importa niente: te lo caverà oggi mons. Dal Grande, e va ben, interessa niente, interessa niente! Essenziale è che io accetti dalle mani di Dio: questo è essenziale! Questo non vuol dire che poi non si possa dire: "Varda che te me fe male", che non si possa dire una parola, che non si debba agire. Però, saperla prendere dalle mani di Dio.Amici, questo è cristianesimo, sapete. E questa è la potenza del nostro, del nostro apostolato domani.Ecco i bambini cosa rispondono: "Sì, lo vogliamo!".Sa, dire un "Sì, lo vogliamo" in chiesa... "Volete voi, diaconi?", "Sì, lo vogliamo", per amore di Dio o senza amore di Dio. È vero? "Sì, lo vogliamo!". Sa, una paratina così ufficiale è abbastanza facile. Ma questo "Sì, lo vogliamo" quando che subito dopo vien tempeste..."Allora voi avrete assai da soffrire". Ecco la conclusione della Madonna."Sì, lo vogliamo". Dice il vescovo: "Per... sia ringraziato il Signore! Volete soffrire? Ecc...". "Sì, lo vogliamo!". "Ebbene, avrete da soffrire!". Non si è mica accontentata, caro Franco, la Madonna di dire: "Va bene, il Signore si accontenta della vostra...". No, no! Li ciapa sul serio."Ma la grazia di Dio sarà il vostro conforto".Ah! "Avrete da soffrire, però la grazia di Dio sarà il vostro conforto".Ci sono ancora due, tre minuti, voglio dirvi questa parte qui... Questo ve lo leggo come è scritto.
MO264,9 [14-02-1969]
9. "Nel pronunciare le parole 'a graça de Deus', la Signora aprì le sue mani bellissime e dalle palme vennero due fasci di luce così viva, che non solo investì i fanciulli col chiarore, ma sembrò penetrare il loro petto e raggiungere le parti più intime del cuore e delle anime loro, 'facendoci vedere noi stessi in Dio' - queste sono le parole di Lucia - ‘più chiaramente in quella luce che nel più terso degli specchi'. Un impulso irresistibile ci costrinse ad inginocchiarci e ci fece dire con fervore: 'O Santissima Trinità io vi adoro! Mio Dio, mio Dio, io vi amo nel Santissimo Sacramento'.La Signora aspettò che finissimo di dire; poi continuò: 'Dite il Rosario ogni giorno, per ottenere la pace per il mondo e la fine della guerra'.Immediatamente dopo, essa incominciò ad alzarsi serenamente e trasferirsi lontano verso est, finché disparve nell'immensità dello spazio".Non vi pare, amici miei, che per avere la forza di sopportare la croce bisogna avere la forza di mettersi dinanzi al Signore a contatto della Santissima Trinità? Guardate, la Madonna chiede ai bambini l'offerta di se stessi. Loro dicono di sì, e la Madonna dice: "Lo potrete con la grazia di Dio". Apre la mano, e li mette a contatto con la Santissima Trinità, con la luce di Dio. Immediatamente i fanciulli sentono il bisogno di inginocchiarsi dinanzi a Dio. Sono pronti a soffrire, hanno la forza per poter soffrire per amore del Signore.Ora io proprio vorrei concludere questo primo incontro con la Madonna con la rinnovazione della nostra offerta al Signore.Noi siamo qui perché vogliamo fare la volontà di Dio. Praticamente anche noi, anche noi abbiamo già detto di sì al Signore, anche noi abbiamo detto: "Signore, eccomi qua! Fa' di me quello che vuoi. Sì, lo voglio, Signore!". Però, io penso che noi avremo sempre la forza di dire di sì finché avremo la forza di fare la 'cura del sole' alla sera dinanzi al tabernacolo. Quando noi cesseremo di intrattenerci a tu per tu dinanzi alla Santissima Trinità alla sera, guardate che forse in quel momento mancherà a noi la forza di dire di sì.È troppo duro, sapete, crocifiggere la natura umana, rinnegare noi stessi, dare il nostro sangue goccia a goccia. È troppo duro! Solo se abbiamo la grazia di Dio, lo ha detto la Madonna: "Sì, con la grazia di Dio". E la grazia di Dio la dobbiamo attingere dall'alto e non dai ragionamenti, non dalle discussioni, non dalle conferenze. La grazia di Dio viene dall'alto. E la grazia di Dio noi la attingeremo dalla Santa Messa, nella preghiera, in questo incontro personale con il Signore.E allora chiediamo alla Madonna che ci tenga una mano sulla testa in modo che possiamo per tutti i giorni della nostra vita continuare sempre in questo incontro intimo, che ci darà quella grazia che ci è necessaria per fare in ogni istante quello che lui ha stabilito per noi.