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L’OBBEDIENZA È LA RICERCA AMOROSA DELLA VOLONTÀ DI DIO

MO139 [29-01-1967]

29 Gennaio 1967

MO139,1 [29-01-1967]

1 Fratelli miei, la vita religiosa è una oblazione volontaria. Io volontariamente mi sono offerto e consacrato, cioè mi sono messo volontariamente sotto l’obbedienza, per amore del Signore, e mi sono immolato per amore del Signore. Ora, già fuori, nel mondo, bisogna obbedire: il figlio deve obbedire al papà e alla mamma, bisogna obbedire all’autorità civile, bisogna obbedire domani ai comandi nell’ufficio e nel lavoro. Ma qui, nella vita religiosa, c’è un’obbedienza amorosa, c’è una catena amorosa...
Ora, vedete, anche domani una Comunità, piccola o grande che sia, se non c’è questa ondata di amore, questa, vorrei dire, soprannaturale obbedienza, guardate che ci manca una cosa grave, sapete. Questo sentire che state facendo... proprio la gioia intima: “Son drìo fare la volontà di Dio!”. “Ciò, don Piero, senti, gheto ninte in contrario: mi farìa na capatina, resto via mezza giornata; ghemo fatto questo, ghemo fatto quello... andremo via mi e Toni a fare un gireto zo a sant’Angela a trovare i padri Redentoristi, e se non te dispiace, a distenderse nda scianta...”. E lui dice: “Sì!”. Quel sì è una firma di Dio! Ma vi rendete conto, figlioli, che quell’azione che facevate prima, da soli, valeva x, e invece con quel sì, voi state facendo un’azione che porta merito, acquista merito immenso? Questa roba qui bisogna che la capiate, figlioli! Mica è la stessa cosa! Io tremo... Se non diventiamo come Dio ci vuole, proprio come Dio ci vuole, ci pensa... Io sono preoccupato che siate come Dio vi pensa, e guardate che Dio vi pensa così, e questo non vi è un’umiliazione, è una gioia, proprio è una gioia, è una ricerca amorosa della volontà del Signore. Ma c’è la ricerca della volontà del Signore... Allora sarà il superiore che dice: “Ciò, Toni, senti: a gò paura de aver... sì, sì, go fatto, ma gò sercà quelo che me piasea...”. “Ben, ben, va là...”. “Sto male parché gò sercà un po’ quello che me piasea...”. Se deve sentire proprio l’umiltà: uno che se umilia, uno che se umilia, e Dio che innalza, Dio che solleva. Figlioli miei, ecco quello che io cercherei qui dentro!