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DIARIO dell’ultimo viaggio in America Latina

DT 1972

DIARIO DELL’ULTIMO VIAGGIO IN AMERICA LATINA

14 marzo – 29 aprile 1972

INTRODUZIONE CRITICA

Don Ottorino realizzò il sesto ed ultimo viaggio in America Latina nel 1972, pochi mesi prima della sua morte. Viaggiò accompagnato da don Aldo, con la finalità di visitare le Comunità del Brasile e dell’Argentina. Il viaggio si protrasse dal 14 marzo al 29 aprile: dapprima con una permanenza in Brasile, poi con una visita in Argentina, e infine con una nuova e prolungata tappa in Brasile.Il diario porta una sola data: “15-III-4-IV-72", e si riferisce quindi solamente alla prima permanenza in Brasile, senza altri riferimenti alla visita in Argentina e alla seconda sosta in Brasile: forse la situazione incontrata in Brasile lo preoccupò tanto che non diede importanza agli altri momenti del viaggio.Il diario è composto prevalentemente di annotazioni relative alla vita della Comunità religiosa, che in quel periodo stava attraversando un momento non del tutto felice. I Religiosi nominati sono i sacerdoti don Lino Dal Moro, don Luciano Gallinaro, don Luigi Mecenero, i diaconi Giuseppe Filippi e Gianfranco Orfano, e gli assistenti Gianni Sgarbossa e Pietro Simonetto. Il testo originale è scritto a mano, con una penna biro azzurra, su un quaderno brasiliano a righe, dalla caratteristica copertina verde con scritte del Ministero dell’Istruzione e il testo dell’inno nazionale, per un totale di 11 pagine. Il testo stampato riproduce fedelmente l’originale, rispettando anche le sottolineature e le espressioni meno corrette, ma facilmente comprensibili. Le uniche variazioni apportate sono per correggere gli errori ortografici e la punteggiatura.

L’espressione “Comunità impegnata in lavori diversissimi” è tutta sottolineata nell’originale, forse perché forte fu l’impatto che don Ottorino ne ricevette all’inizio della visita.

TIAGO era un giovane cresciuto nel Patronato stesso con l’idea di dedicarsi completamente ad esso, che svolgeva un servizio di asistenza ai ragazzi ivi accolti. Il suo vero nome era Mario, ma il p. Azambusa, sacerdote diocesano che per primo aveva assunto l’incarico dell’assistenza spirituale del Patronato, aveva pensato di preparare 12 giovani a totale servizio dello stesso dando ad ognuno il nome di uno dei 12 Apostoli: Tiago è in portoghese l’abbreviazione di Giacomo.

Il riferimento è alla presenza delle Spigolatrici della Chiesa, Istituto Secolare di Prato, che dal maggio 1970 svolgevano attività apostolica a Paraiso e vivevano nell’edificio destinato ad essere la casa parrocchiale.

Il riferimento è al vescovo di Volta Redonda, S.E. dom Waldyr Calheiros de Novaes, dal quale dipendeva anche Resende. S. E. dom WALDYR CALHEIROS DE NOVAES, nato a Murici (Brasile)il 29.7.1923 e ordinato sacerdote il 25.7.1948, era stato consacrato vescovo in giovane età, il 1.5.1964, e inviato come ausiliare a Rio de Janeiro. Dopo soli due anni, il 20.10.1966 venne destinato alla diocesi di Barra do Piraí - Volta Redonda, per cui non aveva ancora preso possesso della diocesi quando don Ottorino e don Aldo arrivarono a Resende per la prima volta. Poi accolse i Religiosi della Congregazione con entusiasmo, e fu sempre loro vicino con spiccata sensibilità paterna.

DT 1972,1

1. Resende,15-III-4-IV-72
Comunità impegnata in lavori diversissimi e non associabili, per cui tutti i singoli si sono creati il proprio lavoro. Alla sera andavano in parrocchia abbandonando a Tiago il Patronato (dalle 5.30 alle 9-10). Là S. Messa, cena, ecc. Cena con le signorine di Prato. La direttrice domina, critica. (“Sono cinque sei mesi che non scrivo a Prato; loro continuano a scrivere; che bisogno c’è, ecc.", e così altre frasi per niente utili e costruttive per i nostri religiosi. Tonalità uguale a Piero).Queste Signorine, specie la direttrice, vanno a tempo: un periodo sono con Don Luigi e contro Don Lino; ora con Don Lino contro Don Luigi e D. Luigi contro loro.Tutti ci tengono a passare la sera a Paraiso. Tutti sono d’accordo che è bene che le Signorine pranzino con loro. Si danno del tu e tra loro corre una fraterna cordialità. La Comunità religiosa non esiste.Don Luigi lo chiamano: ‘Ego sum via’. Devo notare che si adopera molto per il Patronato, per le pratiche giuridiche, ecc., ma, forse per le difficoltà incontrate, non si è donato alla comunità pagando in proprio.Non si sentono comunità.Don Lino e Don Luciano si sono maturati molto; lavorano con vero impegno; sono un po’ disorientati; manca il manico.Piero non si sente di rinnovare i SS. Voti. Sente la difficoltà di vivere in comunità; vuole impegnarsi come se fosse religioso almeno per due o tre anni. Si è molto migliorato. È l’unico che segue i giovani e mostra attivamente di amarli, anche se talvolta è un po’ duro. Don Lino desidera la sua presenza, che stima per ora insostituibile. Gianni è stato una tragedia per un incontro avuto in nave con una donna sposata che lo ha invitato a seguirla a Santos. Aveva deciso… Filippi si credeva sicuro di essere accolto dal Vescovo e di essere ordinato sacerdote entro 3-4 mesi. Il vescovo volle sentirmi. Dopo di aver parlato con Filippi del vero motivo, dovetti dire al Vescovo che Filippi, pure essendo buono, ecc., mancava di criterio. Il Vescovo si impressionò e si rimise al consiglio presbiterale. Tragedia con Filippi.Si venne con il Vescovo ad un compromesso: venga accolto per un anno di prova. Orfano. Può fare bene; ha bisogno di essere sostenuto e guidato, specialmente nei contatti con l’esterno. Per la tipografia, con l’aiuto di Don Lino, penso se la possa cavare. Ha trovato un ottimo giovane collaboratore tipografo.

AUTOBIOGRAFIA viaggi

COMUNITÀ

critica

CONGREGAZIONE storia

MISSIONI

CONSACRAZIONE voti

CROCE difficoltà

PASTORALE giovani

CHIESA Vescovo

SOCIETÀ

FRANCISCO CORREA, che Don Ottorino nomina, era un giovane di Paraiso, molto impegnato spiritualmente e nell’animazione della gioventù.

DT 1972,2

2. Impressioni generali.
Assistenti. Atteggiamenti molto laici. A Paraiso ci sono alcuni giovani (Francisco, ecc.) che si prestano per le letture, le cerimonie, le processioni, ecc., che sono molto e molto più religiosi nell’atteggiamento di fede, di servizio, ecc.Comunità parrocchiale. Il vescovo darebbe volentieri S. Sebastiano se si ritirasse P. João, ma non prende posizione pure ammettendo che non fa niente.La comunità parrocchiale non può continuare con quella del Patronato. Quella del Patronato deve rimanere nel campo del proprio lavoro.Alcune pratiche insieme ecc.

PASTORALE giovani

PASTORALE parrocchia

DT 1972,3

3. Comunità del Patronato

1) Necessità di una famiglia religiosa o di personale stabile di servizio. Non si può continuare nella forma attuale.2) La S. Messa in comune. Le Lodi, ecc.3) Trattare insieme tutto: tipografia, falegnameria, ecc.4) Costruire il magazzino per il legname.Mauà Al più presto preparare un luogo per i loro incontri. Il caldo qui fino a Pasqua è stato fortissimo. Ci vogliono dei periodi di carica spirituale.Dubito molto che oggi siano fedeli alle loro pratiche quotidiane minime.Si alzano tardi, tornano tardi e sono buoni. Potrebbero passare come sacerdoti diocesani.Hanno fatto gli Esercizi S. ?Ritiri mensili?Ore di adorazione?Lettura spirituale?Impegno di vita? (no)Incontri fraterni?Ognuno si è preso le ferie per conto proprio.

COMUNITÀ

COMUNITÀ

conduzione comunitaria

DT 1972,4

4.Patronato
20 ragazzi interni.Previsti 40 esterni, di cui 20 fino a mezzodì in laboratorio e poi a casa (frequentano altre scuole al pomeriggio; sono previste per le altre scuole anche esercitazioni di lavoro). Altri venti sarebbero poveri; 13-14 anni; frequentanti come esterni le scuole elementari al mattino ed il laboratorio nel pomeriggio. Tra i falegnami, oltre un buon operaio, ci sono due o tre allievi che potrebbero un domani essere assunti come maestri: lavorano bene, sono attivi, abituati a lavorare come gli italiani.Per il lavoro non c’è pensiero. Continuano a venire, anche da S. Paolo, per portare ordini che non si possono accogliere. I giovani vengono volentieri a lavorare il legno e trovano facilmente occupazione. Ferro. Gianni si è specializzato in dondoli, in porta fiori, ecc. Le Signore vengono e chiedono lavori, ecc. Anche qui i giovani imparano a saldare; i saldatori sono molto richiesti. Tipografia. Guardano in punta di piedi. Non osano chiedere; sembra loro una cosa troppo grande. Stiamo scegliendo qualcuno dei migliori. Ci sono degli ottimi ragazzi.Come sento ripetermi nel cuore: “Mai nessuno mi ha voluto bene..."! Come sento il bisogno di cercare diaconi donati e realizzati nel lavoro gioioso della educazione dei giovani! Quanto è triste pensare che queste creature di Dio non trovino dei cuori che le amino nel nome di Dio!Come sarebbe bello sentirsi i delegati di Dio ad amare, ad istruire, a soccorrere, ecc.!

SOCIETÀ

scuola

SOCIETÀ

lavoro

DIACONATO

PASTORALE giovani

APOSTOLO missione