Lettere > 5.LETTERE a COMUNITÀ e RELIGIOSI della CONGREAZIONE > Destinatario: CASA DELL'IMMACOLATA > 383 Lettera ai giovani della Casa dell’Immacolata dell’8 maggio 1969.

383 Lettera ai giovani della Casa dell’Immacolata dell’8 maggio 1969.

L383[08/05/1969]

Don Ottorino, da Resende – RJ (Brasile) ove si trova in visita durante il suo 4° viaggio in America Latina insieme con don Girolamo Venco, manifesta il suo compiacimento per il lavoro apostolico dei Religiosi e sottolinea la necessità di essere uomini di Dio, disponibili fino alla passione. Si conserva la lettera originale: è un foglio piccolo di carta verde, scritto a mano con penna biro su ambedue le facciate. La firma autografa è con il solo nome. In calce vi sono le firme di don Girolamo e dei Religiosi presenti a Resende.

Resende, 8.V.69

L383,1[08/05/1969]

1 Carissimi confratelli Vi scrivo dal Brasile ove i nostri fratelli stanno lavorando intensamente per il Regno di Dio. Il Vescovo mi ha detto di essere soddisfatto sotto tutti i punti di vista ed essere sua intenzione di affidare a noi, entro qualche anno, tutta la città. La popolazione è entusiasta perché trova i nostri religiosi uomini pieni di spiritualità. Ovunque si nota un forte movimento religioso. A Paraiso domenica abbiamo avute più di 500 S. S. Comunioni. Ed era una domenica normale. Sono stato poi in una Cappella ove Don Lino ha amministrato 6 battesimi, assistito a tre matrimoni, celebrato la S. Messa a 600 persone e comunicato più di 90 persone. Alcune di queste persone avevano percorso a piedi 3 ore di cammino per arrivare. Tutti i fratelli, indistintamente, lavorano con tanto entusiasmo. Don Luigi tuona dalla Matrice ecc. Ognuno traffica generosamente i talenti ricevuti. Il demonio non dorme, ma la Madonna s'è mostrata ancora una volta la Mamma dei nostri religiosi e la Guida delle nostre comunità. Che cosa attende il Brasile? Attende uomini di Dio. Uomini che compiano con gioia la volontà del Signore in qualsiasi parte, senza rimpianti. Penso che se un religioso non è disponibile, come lo ha richiesto Don Bosco al piccolo Domenico Savio, sia impossibile affrontare il Brasile. Questa è una terra ove gli apostoli possono assistere al miracolo della Pentecoste, ma solo se prima sono disposti a bere goccia a goccia il calice della passione. Perdonate se ho sottolineato questa necessità, ma credo avrei mancato ad un mio dovere se non l'avessi fatto. Mentre vi ringrazio ad uno ad uno per l'affetto che mi portate e per le preghiere che innalzate a Dio per me, vi assicuro il mio continuo ricordo al Signore e vi porgo il più fraterno saluto.

Vostro Don Ottorino

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