L480 [18-02-1969]
18 II 1969
La lettera di don Gianni Rizzi è del 22.1.1969.
L480,1 [18-02-1969]
1Carissimi Confratelli, ho ricevuto la lettera di D. Gianni, scritta a nome della Comunità in ricorrenza dell’Ordinazione dei sette Diaconi, e vi ringrazio di cuore per le espressioni fraterne in esse contenute. Qualche tempo prima ne ho ricevuta un’altra senza firma e non siamo stati in grado di poter stabilire da chi sia stata scritta. Dalle vostre lettere apprendo con vera soddisfazione spirituale il lavoro apostolico che state compiendo e ringrazio il Signore per tutto quello che Egli sta operando con voi. Le grazie di Dio dobbiamo sempre pagarle, ed anche per il Diaconato abbiamo versato la moneta richiesta dal Cielo. Voi conoscete tutte le gocce di sangue versate durante il tragitto e forse vi sarà giunta notizia dell’ultimo grande segno del passaggio divino. Il sabato 18 gennaio, mentre già pregustavamo la gioia delle ordinazioni dei sette Diaconi, mentre la stampa e la televisione erano in movimento, ecco passare Dio. Alle ore 14, Zuin Lino, del Seminario di Padova, (anni 25 - IV anno di teologia) che si trovava per un anno di attesa in mezzo a noi, nel cortile della Casa dell’Immacolata, mentre sta dondolandosi in un traliccio di ferro delle casette prefabbricate, cade e rimane morto in un lago di sangue, con la testa schiacciata dalla pesante putrella. Al lunedì 20, ore 16, c’è stato il funerale a Mestrino. Potete immaginare come siamo stati purificati per la festa del 22! Il Diaconato è stato un vero trionfo. La televisione ha mandato un regista da Roma e dieci operatori da Milano. Si sono fermati tre giorni a Vicenza ed hanno realizzato un servizio ben riuscito. La stampa si è sbizzarrita in tutti i modi. Lettere arrivano quasi ogni giorno da parte di giovani, che chiedono informazioni sul Diaconato e sulla vita religiosa. Però il sangue che ancora macchia l’asfalto ci tiene la testa bassa e ci fa riconoscere che tutto è solo di Dio. Non meravigliatevi perciò se anche il vostro cammino sarà segnato col sangue, che spesso non si vede all’esterno, ma è più prezioso e doloroso dell’altro. Ad uno ad uno vi penso e vi seguo con l’affetto e con la preghiera e, mentre vi ringrazio per la vostra fedeltà a Dio e alla Congregazione, porgo il più fraterno saluto. VostroDon Ottorino Arrivederci: Don Gianni, Don Ugo, Severino, Lino e te Don Leonzio (perdona se non ti ho ancora risposto...)
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