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571 Lettera del 16 novembre 1967 a don Pietro Martinello

Don PIETRO MARTINELLO, nato il 27.7.1940 a Cividale del Friuli (UD), entrò nella Casa dell’Immacolata il 2.10.1950 quando questa aveva ancora la sua sede presso l’Istituto San Gaetano. Emise la professione religiosa il 22.9.1956 e quella perpetua il 31.12.1961, e venne consacrato sacerdote il 28.6.1964. Dopo tre anni di permanenza presso la Casa dell’Immacolata come segretario di don Ottorino e qualche impegno pastorale festivo, fu destinato alla prima missione argentina come superiore e ivi rimase fino al 1974. Trascorse quindi due anni presso la Comunità di Monterotondo (RM) conseguendo la licenza in teologia pastorale presso la Pontificia Università Lateranense. Ritornò nel 1976 nel Chaco Argentino come delegato diocesano per la pastorale. Dal 1979 al 1985 svolse il servizio di Delegato per l’America Latina con sede nel seminario di Don Torcuato - Buenos Aires. Nel 1985 venne eletto nel Consiglio generale, con l’incarico di vicario e di segretario generale. Nel frattempo era stato nominato postulatore della causa di canonizzazione di don Ottorino, portando a termine il processo diocesano e passando poi, nel 1992, nella Comunità Don Paolo di Roma per la stesura della ‘positio’. Nello stesso periodo conseguì il dottorato in diritto canonico presso la Pontificia Università Lateranense e svolse l’ufficio di vicario giudiziale aggiunto presso il Tribunale Regionale del Lazio. Chiusa la Comunità Don Paolo di Roma, passò per un anno a quella di Montertondo (RM), e quindi a quella di Recoaro (VI) dedicandosi all’edizione integrale degli scritti e delle meditazioni di don Ottorino e al servizio pastorale. Attualmente risiede nella Casa Madre di Vicenza.

L571 [16-11-1967]

Don Ottorino riporta le buone impressioni della recente visita, e offre concrete e precise indicazioni per la futura sede della Scuola Politecnica Giovanni XXIII.
Si conserva la lettera originale: sono quattro fogli grandi, numerati, dei quali il primo con l’intestazione della Congregazione, dattiloscritti sulla facciata anteriore. La firma autografa è con il solo nome. In calce all’ultimo foglio è posto, a macchina, l’indirizzo del destinatario.

16 XI 1967

La lettera di don Pietro Martinello a don Ottorino è del 21.10.1967, e in essa sono elencate con chiarezza le varie possibilità per il terreno da destinare come sede definitiva della Scuola Politecnica Giovanni XXIII.

La sottolineatura per don Pietro De Marchi è dovuta al fatto che era già sacerdote diocesano di Vicenza, e all’epoca vice rettore del seminario vescovile.

Anche don Giuseppe Rodighiero era sacerdote diocesano, ma della diocesi di Padova; era stato vice rettore del Collegio vescovile di Thiene (VI) e poi si era laureato in lettere presso l’Università di Padova.

L571,1 [16-11-1967]

1 Carissimo Don Piero,
ho ricevuto e letto la tua lettera attentamente, e se ho tardato un poco a risponderti è perché ho voluto riflettere su quello che avevo già visto e soprattutto sentire il parere di Don Aldo e di altri. Ringraziandoti ancora per la buona accoglienza, ti riconfermo il felice esito del viaggio: ovunque ci sono "consolazioni spirituali" accompagnate dalle immancabili difficoltà. D’altra parte queste costituiscono la normale mercede degli apostoli. L’impressione sulla vostra comunità e sul lavoro intrapreso è ottima: non so cosa avreste potuto fare di più in così poco tempo! Una cosa molto importante che ho trovato nella comunità di Rio Hondo è la fedeltà e il modo di fare l’Impegno di Vita e le altre pratiche comuni settimanali. Don Gianni e Confratelli potrebbero darti utili consigli in proposito, avendo l’esperienza di un anno di lavoro. Qui a Vicenza cerchiamo tutti di fare del nostro meglio: quest’anno vorremmo ‘sfondare’ per le vocazioni, con un sistema rivoluzionario. Tu sai bene in quale modo ci potete aiutare: la croce portata per amore, l’impegno apostolico generoso, l’ansia quotidiana per le anime saranno il contributo più valido per l’affermazione qualitativa e quantitativa della nostra Famiglia. In Noviziato c’è già Don Pietro De Marchi ; in questi giorni è entrato un giovane di ventun anni, studente di ingegneria; a febbraio prossimo sembra certo anche l’ingresso di Don Giuseppe Rodighiero : ringraziamo il Signore.

AUTOBIOGRAFIA viaggi

CROCE difficoltà

COMUNITÀ

Impegno di Vita

APOSTOLO animazione vocazionale

CROCE

L571,2 [16-11-1967]

2 Riguardo all’importante problema della Scuola Professionale di Sáenz Peña, dopo aver pregato, riflettuto e udito il consiglio dei confratelli, credo che si debba agire necessariamente sulla linea risultante da queste considerazioni fondamentali:
1. Il fine della Congregazione è la ‘cura d’anime’ nelle parrocchie, in collaborazione col clero diocesano e sotto le direttive del Vescovo. Le Scuole professionali devono essere parrocchiali, cioè facenti parte dei mezzi con cui ci proponiamo di realizzare la vera comunità parrocchiale. 2. Non mettiamo in primo piano nel nostro lavoro apostolico le Scuole professionali perché a questo scopo, semmai, esistono grandissime Congregazioni Religiose che hanno il fine, gli uomini e i mezzi adeguati e specifici. 3. La collaborazione tra Sacerdote e Assistente - caratteristica della nostra Famiglia - si attua a ruolo parrocchiale perché solo in parrocchia, a contatto con vari problemi pastorali e conseguenti possibilità di azione, la figura del ‘Diacono’, cui miriamo, può essere valorizzata in pieno. A questo scopo dobbiamo tenere presenti gli orientamenti delle vocazioni attuali dei giovani che non sentono attrazione per un ideale apostolico da realizzare esclusivamente e principalmente in una scuola.

CONGREGAZIONE missione

CONGREGAZIONE

PASTORALE parrocchia

CHIESA Vescovo

SOCIETÀ

scuola

CONGREGAZIONE assistente

DIACONATO

APOSTOLO vocazione

Il titoletto ‘prima soluzione’ è sottolineato nel testo originale.

Il titoletto ‘seconda soluzione’ è sottolineato nel testo originale.

Il titoletto ‘terza soluzione’ è sottolineato nel testo originale.

L571,3 [16-11-1967]

3 Ora, esaminando le tre possibilità prospettate per la ‘Scuola Politenica Giovanni XXIII’, mi pare di dover rilevare quanto segue:
Prima soluzione : sul terreno all’entrata della città. Il grandioso progetto che è stato fatto non corrisponde alle nostre finalità e possibilità perché: a) assumerebbe delle proporzioni tali da impegnare tanto personale religioso specializzato (nell’insegnamento tecnico) che non abbiamo né prevediamo di avere; b) prevede un internato, sistema questo che abbiamo abbandonato e che va scomparendo in quanto non si dimostra educativo; c) come vera e propria ‘scuola professionale’ di quelle proporzioni, da un momento all’altro potrebbe cadere sotto il controllo dello Stato e anche venire assorbita. Va tenuto conto inoltre che: - allo stato attuale dello sviluppo della zona non c’è e non si prevede la possibilità di creare abbastanza presto una parrocchia efficiente; - si dovrebbe dar vita ad una comunità religiosa esclusivamente adibita a un lavoro che non è il nostro. Seconda soluzione : terreno a fianco della Cappella S.José. Anche a nostro avviso sarebbe la soluzione ideale; però non va sottovalutata la forte spesa da affrontare per un terreno che sarebbe appena sufficiente e che non permetterebbe di ricavare un campo da gioco parrocchiale. Terza soluzione : terreno di Aguero. A nostro avviso è la soluzione preferibile per questi motivi: a) perché il terreno verrebbe donato e questo sarebbe un valido argomento anche per l’opinione pubblica; b) perché il fondo, più ampio e abbastanza vicino alla chiesa, potrebbe servire molto bene anche per la vita parrocchiale, tanto per l’ambiente che per il campo da gioco: c) perché si creerebbe un’Opera che, in qualsiasi eventualità, potrebbe essere trasformata per altre necessità pastorali e organizzative della parrocchia.

CONGREGAZIONE

SOCIETÀ

scuola

Mons. Dante Sandrelli era, all’epoca, il vicario generale della diocesi.

L571,4 [16-11-1967]

4 Rinnovando perciò il nostro proposito di impegnarci, nei limiti delle nostre possibilità, ma con grande volontà, per un lavoro spirituale in profondità per il bene della parrocchia, della città e della diocesi, e per suscitare, scoprire e aiutare vocazioni sacerdotali e religiose, e considerando quanto sopra esposto, mi pare che la conclusione possa essere questa:
1) Farsi regalare il terreno di Aguero e dar vita alla Scuola professionale secondo un modesto progetto che permetta la realizzazione di quelle finalità di cui ho lungamente parlato anche con Mons. Vescovo e cioè: laboratori e aule per la scuola, ricreatorio e sede della vita organizzativa parrocchiale, casa di incontro per sacerdoti della diocesi con possibilità anche di ospitare alcuni giovani da seguire particolarmente in vista di vocazioni. 2) Tranquillizzare l’opinione pubblica, i sacerdoti e la Commissione spiegando con tattica e sincerità la cosa, mettendo in evidenza i vantaggi della nuova risoluzione soprattutto per l’economicità (il primo progetto richiedeva una spesa enorme), per la maggiore prossimità alla città, per una migliore valorizzazione dei Religiosi. 3) Eventualmente unire anche giuridicamente l’Opera alla parrocchia, e perciò sotto la responsabilità organizzativa dei Religiosi, ma sostenuta da Mons. Vescovo e affiancata dalla Commissione almeno fino a che non sarà completa e avviata. Ritengo che solo a queste condizioni possiamo assumerci la responsabilità dell’Opera; diversamente andremmo fuori delle nostre finalità, supereremmo i nostri mezzi e, forse, renderemmo un minore servizio alla diocesi. Tuttavia se Mons. Vescovo ritiene di non poter modificare il piano, noi lasciamo pienamente libera la Diocesi di affidare la nuova Scuola Politecnica a Istituzioni più qualificate e ci dedichiamo esclusivamente al lavoro pastorale nella parrocchia di San Giuseppe. Spero di essere stato chiaro; se lo ritieni mostra pure questa lettera a Mons. Vescovo. Dopo tutto credo che non sia tanto difficile convincere almeno i membri più rappresentativi della Commissione. Confido nel vostro ricordo al Signore e, come sempre, vi sono vicino col mio. Porgete i più cordiali saluti e ringraziamenti a Mons. Vescovo e a Mons. Sandrelli da parte mia, di Don Aldo e di tutta la Casa. A voi tutti un fraterno abbraccio.

Don Ottorino

PASTORALE parrocchia

CONGREGAZIONE

CHIESA Vescovo

CONGREGAZIONE missione