L586 [19-12-1968]
19 XII 1968
Le lettere alle quali don Ottorino si riferisce sono del 5.12.1968, una diretta a don Ottorino e un’altra diretta a don Ottorino e allo stesso tempo al vescovo mons. Di Stefano.
L586,1 [19-12-1968]
1 Carissimo Don Pietro, le tue lettere hanno meravigliato un po’ tutti i membri del Consiglio generalizio, in quanto mostrano di appoggiare la soluzione della costruzione di una scuola, messa in primo piano, mentre il Capitolo generale ha dato linee ben precise e diverse per lo sviluppo del nostro apostolato. Abbiamo commesso un errore a Resende (Brasile), trascinati dalle circostanze; ora, a costo di qualsiasi sacrificio, dobbiamo evitarne uno maggiore. Quando un anno fa sono venuto in Argentina, dove voi eravate da appena due mesi, ho dichiarato apertamente a tutti, compresa la Commissione, che noi avremmo accettato una ‘parrocchia con la scuola’ e non ‘una scuola’. Tu conosci i programmi della Congregazione, gli uomini di cui possiamo disporre in un prossimo futuro e le difficoltà a cui certamente andremo incontro mettendo in primo piano una scuola professionale. Nei vari incontri avuti con Mons. Di Stefano, sia in Argentina come a Vicenza, ho chiarito la nostra posizione ed egli si è mostrato comprensivo. Ora, comprendendo la situazione particolare in cui egli è venuto a trovarsi, credo che gli si possono proporre le seguenti soluzioni:CONGREGAZIONE Consiglio
CONGREGAZIONE Capitolo
CONGREGAZIONE
AUTOBIOGRAFIA viaggi
SOCIETÀ
scuola
CHIESA Vescovo
L586,2 [19-12-1968]
2 a) Pregare il Vescovo e la Commissione di affidare la Scuola Politecnica Giovanni XXIII ad altra Congregazione specializzata in questo campo, liberando noi da un impegno superiore alle nostre forze e non del tutto conforme al nostro programma, e lasciandoci la possibilità di continuare il nostro apostolato nella parrocchia S. José con una eventuale piccola scuola professionale a carattere parrocchiale. b) Rinunciare alla parrocchia S. José e trasferire la comunità in altro luogo, da stabilirsi dal Vescovo e dalla Commissione, ove venga costruita la Scuola Politecnica Giovanni XXIII, ma in forma non grandiosa e sempre strettamente annessa a una parrocchia (la quale dev’essere in primo piano) con sufficiente lavoro apostolico. Una seconda comunità per ora è da escludere nel modo più assoluto. c) Restare in parrocchia S.José, collaborando all’impostazione della scuola, da costruire dove decide la Commissione (affinché non si dica - erroneamente, s’intende - che siamo venuti meno ai nostri impegni), ma a condizione che appena saranno scaduti i tre anni della convenzione provvisoria noi lasceremo il Chaco. Quest’ultima soluzione viene proposta per coloro che dicessero che noi avevamo promesso di assumere la direzione di una scuola che fosse in primo piano, mentre ciò non si può dimostrare, perché ci fu solo un malinteso iniziale, che venne pubblicamente chiarito prima della firma delle convenzioni. Credo sia inutile la venuta di uno di noi in Argentina, poiché voi stessi ora potete prendere una decisione definitiva, naturalmente dopo aver pregato e restando in comunione con il Vescovo, che in ogni circostanza si è mostrato veramente amico. Spero di essere stato abbastanza chiaro e quindi di avervi dato gli elementi per conoscere realmente la volontà di Dio e il bene della Congregazione, anche alla luce di quanto insieme si è stabilito nel Capitolo generale. Rinnovo a tutti gli auguri di buone feste natalizie e vi abbraccio con affetto.Sac. Ottorino Zanon
CHIESA Vescovo
SOCIETÀ
scuola
CONGREGAZIONE
PASTORALE parrocchia
VOLONTÀ
di DIO ricerca della...