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708 Lettera alla signora Caterina Sartorelli

La signora CATERINA SARTORELLI, sposata in prime nozze con Francesco Dalla Vecchia, e in seconde nozze con l’ing. Sartorelli, era una benefattrice che aveva donato all’Istituto la villa di campagna a Quinto Vicentino (VI) con annesso un appezzamento di terreno.

L708 [22-03-1967]

Don Ottorino spiega le motivazioni della cessione dell’officina elettromeccanica che l’Istituto aveva avviato a Quinto Vicentino sul terreno donato dalla signora.
Si conserva la copia carbone della lettera originale: è un foglio grande, con l’intestazione e lo stemma della Congregazione, dattiloscritto su ambedue le facciate. La firma autografa è abbreviata.

22 marzo 1967

L708,1 [22-03-1967]

1 Gentile Signora,
mi deve perdonare se non mi sento la forza di venire personalmente a fare gli auguri per la S. Pasqua, come ero solito fare tutti gli anni. Sono già due volte che mi sento rimproverare una colpa che, a parere mio, non mi sembra di avere. Quando a Quinto abbiamo aperto l’officina mi è sembrato di fare una cosa a Lei gradevole e generalmente giudicata come un beneficio per tutto il paese. Credo che lo stesso indimenticabile Signor Francesco, dal Paradiso, abbia approvato il nostro agire. Ovunque gli Istituti per interni vanno morendo, tanto è vero che stiamo per chiudere anche ad Asiago. Ora uno stabilimento cristianamente concepito, che portasse un pò di benessere al paese e che tenesse lontani i giovani dalla città, mi sembrò un’opera degna di merito. Abbiamo incontrato un periodo terribile, quello della congiuntura economica e, nonostante tutto, abbiamo resistito, sempre in vista del bene del paese. Ora però, non potendo più oltre sostenere le spese, e non volendo far morire di inedia una fabbrica, che desideriamo invece resti come un ricordo ed un monumento per il paese, abbiamo trovato la ditta Dalli Cani che si è impegnata ad assumerla e ad incrementarla. Complessivamente, in tre anni e mezzo, l’Istituto San Gaetano ha rimesso più di quaranta milioni. Una parte di questo danaro è stata ricavata con la vendita della terra. Però al paese resta una fonte di benessere e la spinta per altre iniziative. Che cosa potevamo fare di più? Ed il palazzo? Non abbiamo nessuna intenzione di venderlo; in questi mesi stiamo studiando che cosa farne e non Le nascondo che proviamo una certa difficoltà nella decisione. Se Lei avesse qualche idea in proposito, creda che saremmo ben felici nell’assecondarla. Spero con la presente avere chiarita la cosa e trovata la Sua materna comprensione. Porgendo a Lei ed al caro Ingegnere i più fraterni auguri, cordialmente saluto.

Obbl.mo

Don Ottorino

CONGREGAZIONE Case della Congregazione