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L’UOMO DI DIO

MI127[29-12-1966]

Meditazione ai Religiosi e ai Novizi della Casa dell’Immacolata durante le vacanze natalizie ad Asiago (VI). Don Ottorino tenta di illustrare come dovrebbe essere l’uomo di Dio: semplice e normale, ripieno di Dio e del suo Spirito, centrato in lui e disponibile alla sua volontà. Il testo originale è registrato e la sua durata è di 27’. 1. Introduzione

Il riferimento è alla meditazione del 27.12.1966, sempre durante il periodo delle vacanze natalizie ad Asiago (VI).

La lettera di mamma Clorinda, alla quale don Ottorino fa riferimento, è pubblicata a pag.14 del volume 1° delle lettere.

L’episodio del Battesimo di Cornelio occupa tutto il capitolo 10° degli Atti degli Apostoli.

Non si capisce con chiarezza se don Ottorino alluda a qualche gruppetto che usciva in escusione andando verso l’alta montagna, o se parla di ascensione in senso figurato: in un caso o l’altro resta valida la necessità dell’apertura allo Spirito.

MI127,1[29-12-1966]

1.Questa mattina incominciamo un tema che è meraviglioso ma difficile a trattarsi, tanto difficile a trattarsi: è più facile intuirlo che spiegarlo.
Abbiamo parlato dell’uomo, e parlando dell’uomo abbiamo visto che è impossibile dare delle linee. A forza di discorsi e discorsi, ne abbiamo ricavato qualcosa, ma riusciamo a intuire più che descrivere; ci pare di capire come deve essere l’uomo che si presenta bene nella società. Potete immaginarvi se possiamo descrivere l’uomo di Dio! Mia mamma, quando sono stato ordinato suddiacono, mi ha mandato una lettera dove diceva: “Vorrei essere capace di tessere un tappeto di gigli per metterlo in terra dove ti prostrerai, nel momento in cui ti getterai a terra prima dell’ordinazione”. Ci vorrebbe qualcosa del genere, qualcosa di straordinario, una grazia straordinaria del Signore. Bisognerebbe proprio che qui capitasse quello che è capitato a San Pietro, quando si è messo a parlare con Cornelio, a Cesarea. Pietro si è messo in mezzo, ha cominciato a parlare, e lo Spirito Santo ha perso la pazienza: visto che Pietro non era capace di parlare in modo appropriato, è sceso in campo lui e ha invaso tutti; togliete che ha perso la pazienza, ma ha agito in questa maniera. San Pietro ha cominciato con un discorsetto che non era proprio splendido, con quattro parole alla buona, per cui a un dato momento lo Spirito Santo è entrato, è disceso sui pagani e tutti hanno capito, tutti hanno capito. Il Signore si serve dei suoi uomini i quali cominciano il discorso, ma dopo lo continua lui; non si capisce perché non lo cominci lui stesso... vuole che lo comincino gli uomini, il discorso, e dopo lo continua lui. Perciò io sono qui quest’oggi per cominciare il discorso, ma dopo lo continuerà lo Spirito Santo, specialmente per quelli che vanno in alto: stiamo attenti perché lo Spirito Santo deve continuare il discorso; e per quelli che restano in basso, siamo sempre a mille metri lo stesso, e in qualche modo il Signore continuerà il discorso! 2. L’uomo di Dio si riconosce dalla presenza di Dio in lui

AUTOBIOGRAFIA famiglia

APOSTOLO uomo di Dio

DIO

GRAZIA

DIO Spirito Santo

DIO stile di...

“Tresette” e “cava camicia” sono giochi a carte molto diffusi nel Veneto: il primo è più tecnico, il secondo più semplice e popolare.

Padre Pietro Uccelli, superiore della Casa di formazione che i Saveriani avevano a Vicenza in Borgo Trento; don Giovanni Calabria, sacerdote veronese fondatore dei Poveri Servi e delle Povere Serve della Divina Provvidenza; don Mario Venturini, fondatore della Congregazione di Gesù Sacerdote a Trento.

Santa Francesca Cabrini, nata il 15.7.1850 a S. Angelo Lodigiano e morta a Chicago negli U.S.A. il 22.12.1917, fondatrice delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, esercitò la sua opera soprattutto in mezzo agli immigrati italiani arrivati in America verso la fine del XIX e gli inizi del XX secolo. Fu sollecitata a questo impegno apostolico e caritativo dal Papa Leone XIII e dal vescovo di Piacenza monsignor Giovanni B. Scalabrini, fondatore a sua volta di una Congregazione maschile per la cura pastorale dei migranti, i Missionari di San Carlo, chiamati abitualmente Scalabriniani.

Don Rodrigo è un personaggio de I promessi sposi di A. Manzoni: un potente signorotto locale che si permetteva di imporre a tutti, con la violenza, i suoi capricciosi voleri. Nei capitoli 5° e 6° si racconta la visita di fra Cristoforo a don Rodrigo per chiedergli di non molestare più Lucia Mondella, promessa sposa del giovane Renzo Tramaglino.

MI127,2[29-12-1966]

2.L’uomo di Dio non è un sentimentalone; non dobbiamo confondere l’uomo di Dio con uno che è fanatico, che ha la mania religiosa. Bisogna mettere in chiaro questo: l’uomo di Dio non è uno che ha la mania religiosa... no, no, è tutto un’altra cosa. L’uomo di Dio è il più naturale degli uomini, è uno che si manifesta discretamente; non è sempre con la corona in mano, con il santino, con i bacini e affari del genere; non è uno che va ad accendere sette o otto candele alla mattina e sette o otto al pomeriggio. Si manifesta, perché il Signore ci ha creati uomini, ci ha creati uomini! Perciò l’uomo di Dio vive la vita comune: non è uno che non mangia mai, che non beve mai, che non tocca mai nulla. Io penso che anche nostro Signore Gesù Cristo avrà giocato con la Madonna e San Giuseppe qualche partita di “tresséte” o di “cava camisa”. Penso che la Madonna abbia levato più di una volta la camicia a Gesù Bambino. Che ve ne pare?
Ecco l’uomo di Dio! L’uomo di Dio è l’uomo che vive in forma semplice... non si distingue per cose esterne, ma si distingue per il profumo, non per gli stracci di vestiti che indossa, non per i gesti che compie; si distingue per un qualche cosa di soprannaturale che lo invade, che lo pervade, per cui è impossibile avvicinare, guardare, un uomo di Dio e non sentirne l’influsso. E se uno domanda: “Che cosa ha quell’uomo?”, è impossibile dire che cosa ha. Avvicinate padre Uccelli, don Giovanni Calabria, padre Venturini con il quale ho parlato insieme ripetutamente a Roma e anche a Vicenza; avvicinate Pio XII, Papa Giovanni XXIII... Che cosa c’è in Papa Giovanni? Niente di straordinario. Se uno non lo avvicinasse, potrebbe dire: “Bè, insomma... un bonaccione...!”. Ma comprendi che in lui c’è un qualche cosa che è inafferrabile, senti subito che sei dinanzi a un uomo di Dio...c’è una corrente che passa! Oggi il mondo ha bisogno di questi uomini, dinanzi ai quali non resta indifferente nessuno. Vi assicuro che dinanzi a un uomo di Dio non può rimanere indifferente nessuno, nessuno, nessuno: a un dato momento chi li avvicina esce cambiato! Ricordate che vi ho parlato di Francesca Cabrini , che volevano cacciare da quel posto, a New York? Il fatto me l’ha raccontato mons. Rettagliata, e la superiora dell’istituto dove era la Cabrini. L’arcivescovo di New York non la voleva. Questa piccola suoretta, insieme con un’altra suora, è andata dall’arcivescovo, il quale le disse: “No, non vogliamo altri italiani; ne abbiamo lo stesso, per carità. Via, via...!”. E lei con dolcezza: “Noi siamo venute dall’Italia per assistere gli italiani che sono in quella zona della città!”. E l’arcivescovo: “Macché, macché, macché: andate via! Assolutamente non vi vogliamo: tornate in Italia, tornate in Italia!”. E lei, con semplicità: “Oh, Eccellenza: noi intanto stiamo là, in mezzo ai nostri italiani, e andremo via quando ce lo comanderà colui che ci ha mandato qui, e cioè, il Papa Leone XIII ”. Stava per andare in India, e il Papa: “Vada in America, non in India: vada in America”. Il superiore generale è lui. “Vada in America perché là ne hanno più bisogno”, e lei è andata e ha cominciato con un gruppetto di ragazzi in una casetta... In quel posto c’era un signorotto che aveva una villa, una villa di quelle splendide, con parco e tutto, e a questo signorotto davano fastidio quei poveri bambini mocciosi là vicino, tanto che fece di tutto per liberarsene. Prima mandò a dire che non la voleva; poi si diede da fare finché ottenne lo sfratto, e naturalmente la Cabrini avrebbe dovuto andarsene. Lei si presentò in tribunale, ma non c’era niente da fare: le carte erano firmate e ormai tutto era fatto. Quel signore era onnipotente per posizione, e non c’era niente da fare: bisognava andare via! Quella era una zona residenziale, una zona esclusiva, non c’era niente da fare; gli italiani allora erano un po’ i servi. E allora lei fece quello che fanno gli uomini di Dio: andò in casa di don Rodrigo. Questo signore abitava in centro, ma ogni tanto veniva in quella sua villa e la Cabrini si presentò là. Che cosa sia o non sia avvenuto non si sa, ha detto la superiora; si sa solo che quando ritornò a casa portava un pezzo di carta dove si certificava che il signore le aveva regalato la villa, il parco e tutto il resto!

APOSTOLO chi è

l’

apostolo

APOSTOLO uomo di Dio

DIO creatore

GESÙ

uomo

MARIA

ESEMPI santità

Cfr. Atti 3,1-6.

La Pontificia Università Gregoriana è il più prestigioso ateneo cattolico di Roma.

Giorgio Girolimetto stava appunto, in quell’epoca, studiando filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana.

MI127,3[29-12-1966]

3.Ecco l’uomo di Dio; l’uomo di Dio è un fenomeno. Non si può ragionare con ragionamenti umani: l’uomo di Dio da perseguitato, da colui che sta sotto passa sopra. È come nel caso di quell’uomo che è andato dal santo Curato d’Ars per discutere sulla Confessione e ne è uscito con la testa bassa dicendo: “Mea culpa, mea culpa...”. Ma, che cos’è questo? L’uomo di Dio è un uomo che è in contatto con il soprannaturale! Chi si aspettava che Pietro e Giovanni dicessero: “Alzati e cammina!”? Improvvisamente arriva una telefonata da Dio: “Ehi, Paolo... pum, pum pum...!”.
L’uomo di Dio è in mano di Dio, è in mano di Dio, è portato da Dio, parla in nome di Dio, agisce in nome di Dio. A un dato momento è Dio che parla; a un dato momento lui stesso sente di essere in mano di Dio, sente di essere niente e di essere qualcosa; sente di essere invaso dallo Spirito. Parla con semplicità, ma allo stesso tempo con potenza: parla in nome di quell’Altissimo che lo ha eletto. Ah, figlioli, questo è l’uomo di Dio che parla! Ma, io sto balbettando paroline, sto “bestemmiando”... Se vi sentite di essere questi uomini, che possono anche essere laureati alla Gregoriana , va benissimo, benissimo, ma ricordate che tanto valgono in quanto sono in mano di Dio. State bene attenti. Se in mezzo al cortile hai una Fiat 500 o una Fiat 1100 o una Maserati o una Ferrari o un elicottero o un apparecchio a reazione e un asino, un asino con un calessino, e non hai l’autista o il pilota, vai meglio con l’asino e il calessino. Ciò che interessa è avere il pilota che sa guidare, perché se metti la mia povera mamma a guidare la Fiat 1100, poverina, pur avendo tante buone qualità, non ha quella, mentre invece con l’asino saprebbe arrangiarsi anche mia mamma. È una bellissima cosa avere tante doti, essere laureati, avere tanti doni da parte di Dio. Chi non preferirebbe andare ad Asiago con una Fiat 1100 invece che con l’asino? È una bellissima cosa: sono tutti doni di Dio e bisogna trafficarli a qualunque costo! Però attenti, attenti: se questi tali non sono uomini di Dio, sono una Fiat 1100 senza autista, sono un apparecchio senza pilota! Allora meglio un asino che ha il suo vecchietto che lo guida, meglio quello! Mi sento più sicuro montato sopra un carretto dove c’è un vecchietto che guida l’asino, che non sopra un’automobile dove c’è il guidatore che non ha mai preso in mano l’automobile. Certamente l’automobile è migliore sai, Giorgio , l’automobile è migliore; però l’automobile deve avere l’autista e l’apparecchio deve avere il pilota! Se non siete uomini di Dio, potete avere quante doti volete. Io preferisco avere cinquanta Religiosi come il santo Curato d’Ars piuttosto che avere mille Religiosi con l’intelligenza di Tommaso d’ Aquino senza l’“esse” davanti. Con cinquanta Religiosi della tempra del santo Curato d’Ars sconvolgiamo il mondo, e con mille o centomila di quegli altri facciamo un’altra cosa... protestantesimo, o qualcosa di peggio! 3. L’uomo di Dio ha come centro d’interesse Dio solo

APOSTOLO uomo di Dio

APOSTOLO chi è

l’

apostolo

DIO

APOSTOLO profeta

ESEMPI umiltà

Cfr. Giovanni 15,19.

Il riferimento è a don Mario Baron Toaldo, che aveva il dono di una attenta ed acuta riflessione. Di seguito poi don Ottorino nomina Giorgio Girolimetto che studiava filosofia alla Gregoriana, Luciano Franceschi e Antonio Pernigotto che svolgevano i lavori più umili, quasi per contrapporre la teologia e la filosofia con il buon senso comune.

MI127,4[29-12-1966]

4.Figlioli, è essenziale, è essenziale trafficare i talenti; è un dovere! Ricordatevi, però, che a un dato momento è essenziale che si possa dire di voi: “Vos de mundo non estis”. “Quest’uomo vive nel mondo ma non è del mondo; è un uomo che vive di Dio, vive di fede”. “Il giusto vive di fede”. È un uomo che se la intende con Dio; che si è offerto a Dio e si è consacrato totalmente a Dio: l’unica preoccupazione, unico centro del suo interesse è Dio, solo Dio! Quando si sveglia di notte: “Dio, la mia missione... Sono nelle tue mani, Signore. Voglio fare quello che vuoi tu! Che io dorma, che non dorma, importa niente, Signore!”.
Ieri sera sono andato a letto e mi è venuto il mal di testa; dopo un’ora mi sono alzato a causa del mal di testa e ho detto: “Signore, manda vocazioni, vocazioni...!”. È duro mangiare questo pane! Alle cinque e un quarto mi sono alzato; non importa! Dopo mi è scoppiato il sangue dal naso; e va bene, avanti, avanti. Figlioli miei, bisogna che, a un dato momento, l’uomo di Dio viva di Dio, senta Dio. Quando don Calabria è venuto all’Istituto mi ha detto: “Don Ottorino, non lo senti? Non senti che Dio è qui presente? Ma, non lo senti? Qui c’è Dio, c’è Dio!”. Nella vostra stanza dovete sentire la presenza del Signore! Nel vostro cuore dovete sentire la presenza dell’Altissimo! Come si fa ad andare in montagna, e non sentire Dio che vi accompagna, Dio che vi parla attraverso la natura? Figlioli, siamo consacrati a Lui, interamente a Lui, e l’umanità ha bisogno di qualcuno che la richiami a mettere Dio al centro dell’interesse. L’umanità ha perso questo centro di interesse, e allora... Avete mai visto una macchina con le ruote scentrate... blum, blum, blum... avete mai visto una macchina così? L’umanità sta andando avanti così. Corrono, ma finché corrono le ruote: vanno alla malora... Brruuummmm, finché succede uno sconquasso! È chiaro, no? Se almeno si andasse piano! Ma l’umanità corre, corre di qua, corre di là, e intanto, ogni tanto, uno si impicca, quell’altro si uccide, quell’altro... Figlioli, un disastro! Perché? Perché non hanno messo Dio al centro. Perché siamo stati creati? Per conoscere, amare, servire Dio in questa vita e goderlo eternamente in Paradiso. Per il cristiano Dio è il punto di partenza, Dio è il punto di arrivo, Dio morto, risorto e glorioso che ci attende, seme della nostra risurrezione perché anche noi dobbiamo risorgere con lui. Perciò lo sguardo del cristiano è lo sguardo proteso verso il Cristo risorto; è una Pasqua perenne, è un’attesa: anch’io devo morire per risorgere! “Signore, purificami...! Purificami pure nella sofferenza perché voglio anch’io morire per risorgere!”. Teologicamente, don Mario , siamo a posto? Sì o no? Giorgio, siamo a posto filosoficamente? Luciano, no Luciano, Antonio: dov’è Antonio Pernigotto? Antonio, siamo d’accordo io e te? Bene, Deo gratias! La filosofia non ci arriva, la teologia neppure... speriamo che ci arrivi il buon senso!

APOSTOLO uomo di Dio

VIRTÙ

fede

CONSACRAZIONE offerta totale

APOSTOLO

VOLONTÀ

di DIO

PREGHIERA

CROCE sofferenza

DIO presenza di...

CREATO

CONSACRAZIONE radicalità

ESEMPI centralità

di Dio

DIO creatore

NOVISSIMI paradiso

DIO centralità

di...

GESÙ

mistero pasquale

CONVERSIONE

Cfr. Efesini 1,10.

Don Ottorino gioca sulle parole latine: “magister” vuol dire “tre volte di più”, per cui “magismilia” vorrebbe dire “mille volte di più”.

MI127,5[29-12-1966]

5.Figlioli miei, il mondo deve tendere là. Tutti gli uomini dovrebbero avere per centro Dio; vivere credendo, vivere con la speranza della vita futura e camminare nel regno dell’amore, della carità, camminare nella carità, camminare nella forza della carità, diretti verso la speranza della vita eterna. Questo devono fare tutti gli uomini: il papà di famiglia, quello che sente la sua vocazione alla famiglia, la mamma di famiglia, l’industriale, tutti, tutti, pur interessandosi delle cose della terra perché sono doni di Dio. “Instaurare omnia in Christo!” ... tutto nel Cristo!
Noi siamo chiamati da Dio a richiamare gli uomini a questa realtà; a restaurare tutto in Cristo, a mettere Cristo come centro di interesse; siamo chiamati a questo. Vi rendete conto della responsabilità che abbiamo, e allo stesso tempo della grazia che abbiamo? Se nel campo scientifico, scolastico, si dice “magister”, “magis-ter”, nel caso nostro si dovrebbe dire almeno “magis-milia”. Ecco perché voi mi sentite sempre gridare su certi punti: come posso spiegare alla gente una cosa che io non faccio, che non vivo? È una lettera morta, figlioli, è una lettera morta! Non posso io dire agli altri quello che io non vivo, quello che io non faccio. Io devo prima essere in contatto con questo Dio, devo averlo io, Dio, al centro di interesse, devo io vivere solo per il Signore, mostrandomi esternamente uomo: amabile e fratello.

DIO centralità

di...

VIRTÙ

CARITÀ

NOVISSIMI eternità

APOSTOLO chi è

l’

apostolo

Il riferimento è all’episodio evangelico della tassa per il tempio, raccontato da Mt, 17,24-27.

MI127,6[29-12-1966]

6.Qualcuno a Verona si era scandalizzato perché San Giovanni Bosco, un giorno che era andato a pranzo, aveva bevuto di gusto due o tre bicchieri di vino. Una signora, di quelle tali... Lo ricordate l’episodio? Io l’ho sentito narrare da una persona che non era presente, ma che lo aveva sentito raccontare da un’altra che era presente, per cui l’anello è abbastanza vicino: è stata una persona anziana di Verona che mi ha raccontato il fatto al quale era presente una sua parente. La signora ha detto: “Voglio vedere se veramente è un santo, e vedere anche se è mortificato...”. E San Giovanni Bosco che era San Giovanni Bosco, che era un santo, ha capito e ha detto fra sé: “Bevo un bicchiere di più apposta!”; lui aveva intuito la faccenda. E alla fine ha fatto capire a quella signora: “Signora, non era buono quel vino, quel vino veronese? Era veramente buono, no? Che le pare, signora!”. E lei: “Sì, sì, sì”. E allora San Giovanni Bosco ha detto pubblicamente: “Credo che si può farsi santi anche bevendo un bicchiere di vino. Non le sembra, signora? Nel Vangelo non ho mai trovato che il Signore dica di non bere un bicchierino di gusto quando se ne ha voglia, però ho trovato tante volte che il Signore ha gridato contro i farisei, ha gridato contro la...”. E le altre donne presenti, sebbene fossero femmine, hanno riso sotto i baffi, di gusto, perché sapevano che razza di farisea era quella tale... la quale mai donava soldi, ma in quella circostanza ne ha dati anche lei! Capito?
Figlioli miei, state attenti. Qualche volta noi pensiamo i santi come divinizzati, come fossero gente che viveva senza mangiare, che viveva senza dormire, che viveva senza scherzare... Io rinuncio a farmi santo se ci sono tutte queste cose! I santi erano uomini che vivevano come gli altri uomini: dormivano, mangiavano, se la godevano, scherzavano... però tutto nel nome del Signore, con il Signore, con il permesso del Signore, con il premesso prima e qualche volta con una tiratina d’orecchie dopo. Pazienza, cosa vuoi, dirai: “Ormai, l’ho fatto!”. Don Guido è uscito con le pellicole e si è trovato senza una bobina... e ha mollato tutto per aria e ha detto: “Eh, ormai l’ho fatto! Un’altra volta non lo faccio più, basta!”. Con il Signore bisogna fare così. Il Signore ha detto a San Pietro: “Che cosa hai fatto, che cosa hai fatto? Ti sembra che il padrone debba pagare?”. San Pietro ha detto: “Non lo faccio più! Ma, intanto, adesso che cosa devo fare?”. E Gesù: “Va’, prendi il pesce, levagli la moneta che ha in bocca e metti tutto apposto...”. Non fa così il Signore? “Non lo faccio più, non lo faccio più; - dice san Pietro - basta, basta, non lo faccio più...!”. 4. L’uomo di Dio si lascia guidare dallo Spirito Santo

ESEMPI santi

VOLONTÀ

di DIO

ESEMPI pentimento

GESÙ

maestro

In seguito si dirà che la lettera di risposta a quella inviata dalla sig.ra Borghi in Vaticano fu scritta dal segretario mons. Loris Capovilla e non da Papa Giovanni.

La signora Marta Borghi, moglie del direttore dell’INAIL di Vicenza, il comm. Ladislao Borghi, era una donna molto sensibile, dolcissima e profondamente religiosa. Don Ottorino aveva conosciuto il comm. Borghi, diventandogli subito amico, per motivi di lavoro. Infatti l’INAIL aveva anche il compito di collocare nei vari istituti i figli orfani dei lavoratori e di controllare che fossero mantenuti ed educati in modo adeguato.

MI127,7[29-12-1966]

7.Perciò, non pretendiamo un domani di essere senza difetti e senza miserie. No, no! Ciò che interessa è che vogliamo essere di Dio, che ci sforziamo essere di Dio, e se ci scappa una mancanza, se ci scappa qualcosa, forse è meglio perché non ci crediamo troppo santi, non crediamo di avere le ali e di essere noi che facciamo le cose di Dio, ci convinciamo che è Lui che fa, che è Lui che agisce.
Ma Dio vuole questi strumenti nelle sue mani, donati interamente, preoccupati di essere interamente suoi, totalmente suoi. Allora il Signore si serve di questi uomini. Come è capitato con Papa Giovanni che scrive alla signora Borghi. E termino senza cominciare! Quando la signora Borghi ha visto in una trasmissione televisiva Papa Giovanni che era andato a visitare i carcerati, i ragazzi o i carcerati, mi pare però i carcerati, l’aveva notato affaticato. Allora ha scritto a monsignor Capovilla dicendo: “Monsignore, è una cristiana che scrive... Noi vogliamo tanto bene al Santo Padre, e alla televisione l’abbiamo visto tanto affaticato, troppo... Ci sembrava tanto stanco... Faccia un piacere, lei che gli è vicino, a nome proprio di tutti i cristiani, faccia un piacere: cerchi di frenarlo un pochino! Cercate di frenarlo in modo che non faccia degli strapazzi e che possa restare molti anni di più con noi....”. Monsignor Capovilla ha risposto con una bella lettera autografa che ho letto anch’io: “Carissima signora, la ringrazio per i sensi di... Però, che cosa vuole: il Papa se li fa lui i suoi programmi; è impossibile farglieli. Non sappiamo neanche noi come mai possa resistere con tutto quello che fa. Quello che sappiamo per certo è questo: lo guida lo Spirito Santo, perché combina le cose così improvvisamente e così fatte che solo lo Spirito Santo può ispirargliele”. È una lettera spassosa, proprio interessante, nella quale dice che è lo Spirito Santo che ispira Papa Giovanni perché gli escono delle cose così improvvise: “Andiamo di qua... Svolta di qua... Svolta di là...!”. Monsignor Capovilla in due-tre facciate ha descritto proprio tutto questo... “Il Papa non chiede, ed è inutile che glielo diciamo noi, che facciamo noi: lui è preoccupato solo di fare quello che vuole lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo gli suggerisce e non c’è niente da fare: vuole quello e quello bisogna fare...”. Ecco l’uomo di Dio, l’uomo di Dio che riceve ordini dall’alto, ordini che improvvisamente giungono dall’alto.

DIO Spirito Santo

CONSACRAZIONE radicalità

VIRTÙ

umiltà

DIO stile di...

APOSTOLO chi è

l’

apostolo

Nel testo registrato si ascolta a questo punto una fragorosa risata.

Mario Pellizzaro era all’epoca novizio, dopo aver completato il corso ginnasiale nella Casa dell’Immacolata.

Girolamo Venco frequentava all’epoca il 3° anno del corso teologico. Subito dopo don Ottorino nomina un certo Roberto e continua con l'esempio molto importante, ma in termini scherzosi.

È chiaro il riferimento alla notevole altezza di Girolamo Venco per cui soffre un incidente e... si spezza in due!

MI127,8[29-12-1966]

8.Supponiamo che nella giornata di oggi, nella quale si è programmato di andare in gita, arrivi un ordine dall’alto: “Ragazzi, oggi tutti con il cucchiaio a buttar via la neve davanti alla casa”.
Figlioli, state attenti, state attenti, state buoni, state buoni: adesso voi avete riso e avete fatto bene, avete riso e avete fatto bene. Però, state attenti, ad una cosa. Quando è venuto Mario Pellizzaro , è giunto anche lui quassù per divertirsi alcuni giorni: la prima volta che è uscito è scivolato un pochino e ha dovuto tornare giù e andare all’ospedale di Vicenza. Che cosa c’è di differente? Lo Spirito Santo gli ha mandato questa situazione da accettare dalle mani del Signore. Bisogna accettare quelle cose che il Signore ci manda: non si tratta di fare i noviziati con il turibolo al collo o altre storie. Supponiamo che adesso si parta per andare alle Melette, che Venco parta per andare alle Melette... o dove dovete andare. Fuori di casa Roberto si mette a piangere perché ha male, ha male alla punta del naso, e gli altri tornano indietro per consolarlo. Ecco la volontà del Signore; la volontà del Signore la si accetta così! Ovvero c’è Venco che si spacca in due... Bisogna saper prendere tutto dalle mani di Dio! Non vi sembra giusto? Bisogna saper prendere con serenità, con gioia la giornata bella e la giornata brutta... Si apre la finestra alla mattina: “Suvvia, Signore...”. Questa mattina ho aperto la finestra e ho detto: “Chissà che sia una bella giornata affinché i ragazzi, poverini, oggi possano muoversi”. Sono rimasto tutto contento perché il Signore ci ha dato una bella giornata. Ieri mattina l’ho aperta con la stessa speranza e ho visto che la giornata era brutta, e ho detto: “Signore, sia fatta la tua volontà: va bene, sia fatta la tua volontà!”. Certo, io desideravo che fosse una bella giornata come oggi, perché vi sareste divertiti, ma ero già pronto a dire: “Signore, sia fatta la tua volontà! Non come voglio io, ma come vuoi tu!”. È stata così, va bene, non si discute, non andiamo a discutere tanto. Questo quando viene dal tempo, quando viene da qualche circostanza... Insomma, l’uomo di Dio vive in contatto con il Signore continuamente. 5 Conclusione Mi fermo perché ho detto che stamattina vi lascio andare, ma, vi prego: cercate di meditare queste cose davanti al Signore, cercate di discutere fra voi di queste cose perché è di questi uomini che il mondo ha estremo bisogno. E così sia! 29 dicembre 1966

ESEMPI volontà

di Dio

FORMAZIONE

VOLONTÀ

di DIO

APOSTOLO chi è

l’

apostolo

APOSTOLO uomo di Dio

CONSACRAZIONE santità