Meditazioni italiano > 1966 > L’UOMO DI DIO ALIMENTA LA PROPRIA FEDE

L’UOMO DI DIO ALIMENTA LA PROPRIA FEDE

MI75[10-06-1966]

Meditazione ai Religiosi e ai Novizi della Casa dell'Immacolata. Don Ottorino, prendendo lo spunto da una sola frase del libro di Leo Trese "Il sacerdote oggi", afferma la necessità di alimentare la fede con cibo sostanzioso e solido. Il testo originale è registrato e la sua durata è di 13’. 1. Introduzione

Don Ottorino inizia leggendo il capitolo XV, intitolato “La passione”, del libro di LEO TRESE, Il sacerdote oggi. Pensieri di un parroco americano, Morcelliana Brescia 1958, che abbraccia le pagine 117-126. Le citazioni vengono riportate in corsivo, senza ulteriori richiami.

Don Ottorino finge di rivolgersi a don Guido Massignan, direttore della Casa dell’Immacolata, sottolineando che il tema gli è particolarmente caro ed entusiasmante.

L’assistente Vinicio Picco era, all’epoca, consigliere generale e maestro di lavoro.

MI75,1[10-06-1966]

1.“Il nostro amore per Gesù Cristo...”.
Capisci, don Guido? Prega il Signore che mi tenga a freno i nervi perché altrimenti salto in piedi da un momento all'altro; ho fatto il proposito di non infiammarmi. “Il nostro amore per Gesù Cristo non sarà profondo, né forte e neppure duraturo se non sarà alimentato con la meditazione frequente sulla Passione di Cristo”. Faccio un po' di analisi logica e grammaticale. "Il nostro amore per Gesù". Significa anzitutto che è condizione indispensabile per un apostolo e per un cristiano amare Gesù. Purtroppo nel mondo ci sono pochi cristiani che amano Gesù, perché Gesù è fatto così: quando uno lo vuole amare, Lui vuole tutto o niente: "O mi dai tutto il tuo cuore o niente". Anche se uno è sposato o è nel mondo, deve dare tutto: Gesù è totalitario. Quando uno si avvicina a Lui e dice: "Desidero amarti ", il Signore domanda tutto, anche se questo tale ha la vocazione di essere un papà di famiglia. Il Signore dice chiaramente: "Sì, sì, va bene, però tutto deve essere orientato a me: moglie, figli, croci, soddisfazioni, tutto; tutto deve essere orientato a me". "Perché?". "Perché io sono il Signore". 2. La fede deve essere alimentata Perciò quando parliamo di amore per Gesù, bisogna mettere alla base la fede, e per avere fede abbiamo una condizione da porre, che voi conoscete meglio di me: la collaborazione con la grazia. Infatti la fede è una virtù teologale, è infusa con il Battesimo, però è sviluppata dagli individui con la grazia di Dio: attraverso la meditazione, la preghiera, l'istruzione. Quando un ragazzino piano piano incomincia a prendere coscienza di essere al mondo e dei doni che il Signore gli ha concessi, ha il dovere - qui non si tratta di consiglio, ma si tratta di dovere e dovere grave - di alimentare la propria fede. Si parlava giorni fa di galline e di polli, e uno è uscito con una storia. Mi pare sia stato l'assistente Vinicio , ma se non è stato lui è stato qualche altro. Costui è andato a trovare una donna che era un po' impressionata perché i suoi polli non crescevano: era preoccupata perché erano ormai parecchi giorni che i polli mangiavano, e infatti dava loro da mangiare, mangiavano, ma non crescevano, anzi deperivano in modo tremendo. Insomma, dopo sette o otto o dieci giorni o anche di più, è venuta a scoprire che il suo figlioletto mangiava tutto il becchime dei polli: il bambino mangiava semola, mangime e tutto il becchime dei polli. Lo ha portato dal medico che le ha detto: "Lasciamolo andare per la sua strada perché il bambino sente il bisogno di alimenti più sani, più naturali". Infatti il bambino andava a mangiare la semola, andava a mangiare il cibo dei polli.

APOSTOLO F.A.

GESÙ

amico

GESÙ

unione con...

CHIESA cristianesimo

CONSACRAZIONE radicalità

FAMIGLIA

VIRTÙ

fede

GRAZIA

La Sorbona è l'università di Parigi, considerata l'università più antica del mondo.

Evidentemente don Ottorino usa le parole "matematica... francese" per significare il contenuto del messaggio e il mezzo per trasmetterlo. Le stesse parole le usa anche in seguito, sviluppando l’esempio qui iniziato.

Monsignor Antonio Bizzotto era all’epoca prorettore del seminario di Vicenza.

Henri Dominique Lacordaire (1802-1861) fu un grande predicatore e apologista cattolico, dell'ordine dei Domenicani, famoso per le sue conferenze quaresimali a Notre-Dame di Parigi.

Don Ottorino si riferisce al Santo Curato d'Ars.

MI75,2[10-06-1966]

2.Figlioli miei, se noi non alimentiamo la fede con cibo ma di quello buono, ma pretendiamo di alimentarla con rivistine, con articoletti, questa non cresce. Sono bellissime cose, bellissime cose, ma sarebbe come se uno si preoccupasse di andare all'università per insegnare matematica senza neanche essere capace di fare l'addizione, o si preoccupasse di imparare il francese per andare alla Sorbona , come dicevamo un tempo, a fare il professore di matematica, cioè imparasse bene il francese perché è via di comunicazione, ma non fosse neanche capace di fare le moltiplicazioni. Ora, perché uno sia professore di matematica alla Sorbona, prima dev'essere un matematico, e poi deve anche conoscere bene la lingua perché se va a fare scuola, e per di più in una scuola di quel genere, deve possedere la lingua. Ora la mia preoccupazione purtroppo è di questo genere. Se vedete che noi di una certa età siamo preoccupati, e qualche volta gridiamo, è perché vediamo che la gioventù moderna - scusate la brutta parola - è molto preoccupata di imparare il francese, e in questo lodiamo, ma non è sufficiente. Se qualche volta ci mostriamo un po' sdegnati non è perché non desideriamo che impariate il francese, ma è perché ci fa schifo vedere uno che non sa la matematica - e domani deve andare alla Sorbona a insegnarla - e si preoccupa solo del francese.
Sono stato chiaro? Mi permetto di dire questo perché ho sentito aleggiare in casa qualche frase: "Don Ottorino non è all'altezza!". Pensate che in questi giorni in seminario, in una certa riunione, alcuni chierici hanno detto ad alcuni superiori: "Scusi sa, ma lei...". Uno di questi superiori è don Antonio Bizzotto ; vi prego di non fare pettegolezzi a scuola, perché altrimenti vi mando in seminario. I prefetti radunati da monsignor Bizzotto perché dicessero le loro opinioni, in un clima proprio conciliare, gli hanno detto: "Scusi, lei che dice queste cose sul modo di trattare i ragazzi, che competenza ha, che studi ha fatto?". Questa è stata la frase che è stata detta a monsignor Bizzotto in questi giorni: "Che competenza ha lei? Che studi di pedagogia ha fatto?". Io bacerei dove passa monsignor Bizzotto, anche se non ha fatto studi di pedagogia. Non vogliamo giudicare. Poiché però questa è la malattia di oggi e queste frasi le ho sentite ripetere - non così palesi, ma, ma, ma...- anche qui dentro, perché è la malattia del giorno, io vi dico che sono ben felice che si impari non soltanto il francese, ma anche tutta la letteratura francese, che conosciate tutte le opere francesi, in modo da avere una finezza da saper parlare almeno come Lacordaire . Ma state attenti che vicino a Lacordaire c'era un altro , e vi ricordate chi era.

VIRTÙ

fede

ESEMPI fede

FORMAZIONE

DOTI UMANE

Evidentemente don Ottorino porta all’esasperazione l’esempio fra il contenuto del messaggio e la forma di trasmissione del messaggio stesso, dando maggiore importanza al contenuto. Tale linguaggio è pienamente comprensibile nell’ottica di una riflessione per giovani formandi, che voleva entusiasmare per una comprensione sempre più profonda e più entusiasta del messaggio.

Don Ottorino si riferisce alla "Notte oscura" come momento del cammino spirituale trattato da San Giovanni della Croce, in cui si parla dell'alto grado di spiritualità a cui perviene l'anima sotto l'azione della grazia, e che precede il momento dell'unione mistica dell'anima con Dio per quanto è possibile qui in terra.

Il testo registrato si interrompe improvvisamente, per cui la maggior parte della meditazione è andata perduta.

MI75,3[10-06-1966]

3.Io sono preoccupato che impariate la materia che dovete insegnare, e contemporaneamente dovete imparare anche la lingua con la quale insegnare. Ma se c'è da scegliere, dico: "Prima imparate la materia e dopo la lingua". Sarebbe preferibile impararle insieme, per non perdere la testa, però l'interesse preminente non deve essere quello della lingua, ma quello della materia. È la materia che deve dominare, e non la lingua!
Se in questi periodi ho sempre gridato, e griderò finché avrò fiato perché altrimenti mancherei al mio dovere, è per questo motivo: perché il Signore vuole questo da noi, e se qualcuno non è d'accordo su questo scelga un altro Istituto. Qui non è come nell'esercito dove ti mandano a chiamare e bisogna che tu vada. Qui vogliamo formare il professore della Sorbona e che parli bene il francese; ma piuttosto che sia un po' meno matematico è preferibile che sappia un po' meno il francese, perché in qualche modo riuscirà a spiegarsi lo stesso, mentre se manca la matematica è un disastro. Non conoscere il francese è nescienza, non conoscere la matematica è ignoranza; la lingua è conveniente, utile, necessaria, ma se si fa qualche sbaglio si trova comprensione; se invece manca la conoscenza della matematica crolla tutto. 3. La fede a volte è assente Torniamo al tema della fede. Vedete che mi contengo e non mi accendo, perché se questa mattina mi lascio andare, salto fuori dalla finestra. Cos'è che manca? Qual'è il pericolo? Manca la fede! Quello che io denuncio alla base di tutto è la mancanza di fede! Non vi dico: "Fate cose strabilianti! Entrate nella notte oscura" . No! Vi dico: figlioli, la vita oggi porta naturalmente a vivere senza fede; il mondo di oggi è così, così, così, e porta anche le anime più belle, che sono partite con i più grandi propositi, a ragionare umanamente, a mettere tutto sul livello umano, tanto che in altre parole hanno spenta o semispenta la luce della fede. 11 giugno 1966

FORMAZIONE

CONGREGAZIONE missione

CONGREGAZIONE fondatore

VIRTÙ

fede

CONSACRAZIONE mediocrità