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L’UOMO DI DIO COMPIE LA SUA VOLONTÀ CON SERENITÀ E CORAGGIO

MI68[26-05-1966]

Meditazione ai Religiosi e ai Novizi della Casa dell'Immacolata. Don Ottorino, dopo un breve accenno ai suoi sentimenti nella ricorrenza del 26° anniversario della sua ordinazione sacerdotale, prende spunto da qualche brano del libro di Leo Trese “Il sacerdote oggi”, per sottolineare come l’adesione alla volontà di Dio è forza nelle difficoltà e fonte di gioia nel servizio. Il testo originale è registrato e la sua durata è di 30’. 1. Introduzione: la celebrazione del 26° anniversario dell’ordinazione sacerdotale

Nel testo registrato si ascolta don Luigi Furlato, maestro dei novizi, che per indicare le difficoltà incontrate nell’organizzare la festa di famiglia per l’anniversario sacerdotale di don Ottorino esclama: “Si è trovato davanti qualche roccia”. Don Ottorino allora scherza un po’ a partire da questa frase.

Don Ottorino venne ordinato sacerdote il 26 maggio 1940 a quasi venticinque anni di età, essendo nato il 9 agosto 1915.

Don Ottorino si esprime così per dire che aveva completato la lettura della vita di San Luigi Gonzaga che stava leggendo in quel periodo.

Don Ottorino aveva ricevuto una medaglia d’oro da parte del Comune di Vicenza e una medaglia d’argento da parte del Ministero della Pubblica Istruzione per la sua attività di educatore a beneficio dei giovani poveri e con difficili problemi familiari.

Don Ottorino aveva ricevuto una medaglia d’oro da parte del Comune di Vicenza e una medaglia d’argento da parte del Ministero della Pubblica Istruzione per la sua attività di educatore a beneficio dei giovani poveri e con difficili problemi familiari.

Don Ottorino ironizza su se stesso.

MI68,1[26-05-1966]

1.Prima di cominciare voglio ringraziarvi tanto, in modo particolare il maestro dei novizi che è stato l'organizzatore, per questo omaggio in occasione dell’anniversario della mia ordinazione sacerdotale. Dove sono le rocce? In montagna... È stato il maestro dei novizi a trovarsi davanti alle rocce oppure don Ottorino?
Comunque don Ottorino mi incarica di ringraziarvi tanto, specialmente per le preghiere che, confido, sono state innalzate: don Ottorino confida che siano state innalzate. Ricordatevi, e lo proverete anche voi, che ogni anno che passa, specialmente quando gli anni di sacerdozio superano quelli precedenti (ventisei e ventisei fanno cinquantadue : se vivrò ancora, gli anni di sacerdozio supereranno gli altri che li hanno preceduti), vi accorgerete di una cosa: che ogni festa celebrata per questo motivo è come aprire la porta di uno che sta in pigiama e dice: “Aspetta, chiudi la porta, per carità!", perché, figlioli miei, ventisei anni di sacerdozio offrono motivi per un esame di coscienza. Ieri sera ho fatto morire San Luigi Gonzaga, poverino, e sono rimasto a lungo a pensare a lui. “Quelli erano uomini - mi sono detto - che alla fine della vita potevano dire: “Consummatum est; ho fatto sempre la volontà del Signore!”. Figlioli: a un dato momento, medaglia d'oro e medaglia d'argento a parte, si sente il bisogno soltanto di chi prega, soltanto di chi aiuta a riparare, a riparare non solo i peccati, ma anche le omissioni. Non vi rendete conto, figlioli, che in questi ventisei anni di sacerdozio, a prescindere dalla mia santità personale di cui devo rendere ragione al Signore, non vi rendete conto che, forse, un Domenico Savio non ha trovato un San Giovanni Bosco, o che un Giovanni Bosco non ha trovato un Cafasso, come avrebbe dovuto trovare? Vi siete mai chiesto se, qualora vicino a don Bosco non ci fosse stato un Cafasso, avremmo avuto un San Giovanni Bosco e un San Giuseppe Cottolengo? Potrebbe darsi di sì, potrebbe darsi di no. Se vicino a un Domenico Savio non ci fosse stato un don Bosco, ma un don Roana (poveretto, io ho tutta la stima per don Roana, e può darsi che un giorno si dica che era un santo, che quello che fa lo fa veramente per umiltà: non posso giudicare male il mio fratello!), figlioli miei, forse non avremmo il piccolo santo. Se vicino ai santi che conosciamo non ci fosse stata un'anima di Dio, sarebbero santi? Ecco, lo sapremo forse in Paradiso, se il Signore vorrà dircelo, ma la realtà è questa: se qualcuno di voi è solo un po' meno santo, anche solo un po', per causa mia, è una cosa tremenda di cui devo rendere conto. Se, per esempio, qualcuno ha deciso di lasciare la casa e avrebbe potuto, forse, salvare la sua vocazione (se c'era, per carità, perché se non c'è...), se qualcuno che è qui potrebbe essere un passo più avanti nella via della santità e non lo è, e questo si dovesse mettere a merito di don Ottorino, io ne devo rendere conto.

CONGREGAZIONE fondatore

SACERDOZIO prete

CONVERSIONE esame di coscienza

VOLONTÀ

di DIO

CONSACRAZIONE santità

Ruggero Pinton era entrato in Congregazione alla fine d’estate del 1965 e stava compiendo l’anno di noviziato. Don Ottorino scherza paragonando il giorno della sua entrata nella Casa dell’Immacolata al giorno della morte.

Don Ottorino scherza spesso e volentieri con don Luigi Furlato, sia per la sua preziosa missione di maestro dei novizi, sia per il suo carattere paziente e bonario che si prestava volentieri ad ogni scherzo.

Don Ottorino celia con l’assistente Vinicio Picco che era il più anziano dei presenti.

MI68,2[26-05-1966]

2.Prendiamo ad esempio Ruggero , che è arrivato nella Casa dell’Immacolata ormai da un anno. Fra pochi mesi sarebbe l'anniversario della sua morte, che è stata in agosto, mi pare il 15 agosto: celebreremo l'anniversario proprio quel giorno, perché sarebbe un anniversario da celebrare con drappi neri come primo anniversario della morte, e ti metteremo in tomba. Supponiamo che quest'anno sia meno santo di prima per causa mia...
Don Luigi mi guarda con compassione. Don Luigi, ridi? Aspetta di essere un pochino più avanti con gli anni e di dovere considerare un po' anche tu queste realtà, e vedremo se quando ti accorgerai che la vita sta partendo non dirai: “Oh, qui sto per consumare la mia gioventù!”, anche se tu sei ancora giovane. È come uno che ha molti soldi in tasca e dice: “Non c’è problema anche se ho speso un paio di lire in più”, ma quando deve contare i soldi che ha in tasca allora dice: “Piano, piano. Come ho spesi gli altri? Devo fare ancora tutto il viaggio!”. Non è vero, Vinicio, che tu ed io ci capiamo in queste cose? Che ne dici? Mi guardi con un senso di compassione, come per dire: “Io sono più giovane”. Perciò ricordate che gli anniversari, sia quello del venticinquesimo come quello della Messa, sono ricorrenze in cui bisogna fare l'esame di coscienza, mettersi dinanzi al Signore e dire: “Signore, sono stato, forse, un servo inutile? Un servo che ha rovinato i tuoi doni? Che cosa vuoi? Dimmi, Signore, che cosa devo fare”. Bisogna prenderlo per lo stomaco il Signore, con il proposito di fare almeno questo dal momento che non si è fatto qualcos'altro. 2. L’apostolo che cerca la volontà di Dio non soffre scoraggiamenti

CONSACRAZIONE santità

ESEMPI santità

Don Ottorino prende spunto per la meditazione da un libro che stava leggendo in quel periodo: LEO TRESE, Il sacerdote oggi. Pensieri di un parroco americano, Morcelliana Brescia1958. Le citazioni vengono sempre poste in corsivo, senza ulteriori richiami e indicazioni.

La citazione è tolta dal capitolo IX del libro di Leo Trese, che porta come titolo “L’obbedienza”.

Nel testo registrato don Ottorino, scherzosamente, aggiunge a questo punto: “Quella che è propria del maestro dei novizi”.

Nel testo registrato don Ottorino, scherzosamente, aggiunge a questo punto: “Quella che è propria del maestro dei novizi”.

Nel testo registrato don Ottorino, scherzosamente, aggiunge a questo punto: “Quella che è propria del maestro dei novizi”.

Il riferimento è forse a Mario Sgarbossa che era entrato come vocazione adulta e che stava facendo l’anno di noviziato.

Il riferimento è forse a Mario Sgarbossa che era entrato come vocazione adulta e che stava facendo l’anno di noviziato.

MI68,3[26-05-1966]

3.Mi pare che la migliore meditazione che dobbiamo fare questa mattina sia proprio questa. La tolgo da un certo libretto di Trese: “Il sacerdote oggi. Pensieri di un parroco americano”.
L'autore parla anzitutto degli scoraggiamenti che possono essere di varia natura: quelli propri del maestro dei novizi, quelli propri di don Ottorino, quelli propri dei giovani. Dice che ci sono scoraggiamenti che provengono dallo spirito, dal fisico, eccetera eccetera. “Non mi riferisco a quelle crisi passeggere di impreciso abbattimento in cui ognuno può cadere di quando in quando; a quelle eventuali giornate di "umore nero” che tendono ad affliggere tutti, fuorché il più flemmatico o il più incurabile ottimista. Tali periodi transitori di malinconia sono più fisici che spirituali; sappiamo che domani le cose appariranno diverse e perciò continuiamo nelle nostre attività e aspettiamo che la malinconia gradatamente scompaia. Quando parlo di scoraggiamento non penso neppure alla “Notte oscura dell'anima” di San Giovanni della Croce o all'aridità spirituale sperimentata da anime molto avanti nella perfezione. Non posso parlare di questa perché sono ben lontano dall'averla raggiunta...”. L'autore si dilunga quindi a parlare di queste cose. Ecco il punto dove vi voglio portare. “Il prete obbediente, colui che ama Dio e cerca soltanto la sua volontà, non soffre scoraggiamento per nessuna di questa cose”. Figlioli, il segreto per vincere tutte le difficoltà nella vita apostolica, tutte le difficoltà, è questo: cercare la volontà di Dio. Vi assicuro che io lo sto sperimentando con tante anime con le quali ho certi contatti: quando si punta a questo, si vincono tutte le difficoltà. È come quando si tira la cavezza dell'asino: viene dietro tutto. Se tiri la cavezza le viene dietro anche l'asino. Alla stessa maniera se tu ti sforzi di fare la volontà di Dio, a un dato momento, essa non ti pesa più. Un domani, nella vita apostolica, saranno molte le difficoltà. Per esempio, don Luigi, ciò che può portare un po' di scoraggiamento e che bisogna vincere è la sensazione di non essere capaci di esprimere e di far capire quello che dovremmo essere. Un domani, nella vita apostolica o anche nella vita del mondo, può darsi che qualcuno, ad esempio Mario , dica: “Io non mi sento di fare i voti; torno fuori nel mondo”. Mario: è la stessa cosa; anche fuori nel mondo è la stessa cosa! E che cosa succede? Domani ti troverai nella vita apostolica e avrai, supponiamo, delle tentazioni, delle difficoltà di ordine morale, perché, può darsi, desideri di vedere la televisione ed è una tentazione tremenda per un sacerdote trovarsi solo ed avere il televisore in camera (per esempio, i sacerdoti americani l'hanno tutti; ma, anche qui da noi molti ce l’hanno): sei lì, accendi il televisore, vi rimani davanti per un paio d’ore; alla televisione c'è di tutto, c'è di tutto e tu sei lì, da solo, unicamente per vedere, non certo per altri motivi, ma per osservare che cosa vedono gli altri e anche per distrazione.

CROCE prove

CONSACRAZIONE

VOLONTÀ

di DIO ricerca della...

ESEMPI volontà

di Dio

APOSTOLO

MONDO

CROCE tentazioni

DOTI UMANE televisione

Il riferimento è a don Natalino Ledro, un sacerdote della diocesi di Vicenza, che ricorreva a don Ottorino per la direzione spirituale.

Si tratta della lettura breve del vespro dell'Ufficio Divino riformato da Paolo VI.

Il riferimento è a Girolamo Venco, che all’epoca frequentava il 2° anno del corso teologico.

Esclamazione dialettale, che sta per perbacco, caspita.

MI68,4[26-05-1966]

4.È umano, figlioli! Un prete non ha la moglie né ha i figli; si trova lì, un po' scoraggiato, accende il televisore per distrarsi un attimo, e questo attimo va avanti fino a mezzanotte. E dopo, tutto a un tratto, egli si accorge che ha ancora da dire compieta, da recitare il rosario, da fare la lettura spirituale, e dice: "Beh, pazienza!", e allora recita compieta per non fare peccato mortale, e il resto lo salta. Il giorno dopo ha un’altra tentazione: gli viene la voglia di arrabbiarsi perché uno gli risponde male, e tante altre cose. È tutta una vita con le solite difficoltà umane che ci sono.
Consideriamo invece uno che ha una sola preoccupazione: quella di fare la volontà del Signore, ma proprio la volontà del Signore, e in tutte le cose è preoccupato di quello che vuole il Signore. Che volete? È naturale che la sua vita diventi un'unione continua con Dio. Mi è venuto da ridere, ieri sera, dopo aver scherzato con don Natalino. Era venuto don Natalino, cappellano della Madonna della Pace, e avevo scherzato un pochino. Stavamo parlando della volontà del Signore, e gli dissi: “Vedi, poco fa ho pensato: adesso ho un quarto d'ora di tempo, perché poi devo uscire; ho un quarto d'ora di tempo, venti minuti al massimo, e allora mi prendo la sedia a sdraio e recito vespro e compieta. Mi metto là perché, dopo, tornerò a casa un po' tardi; forse mi resterà il tempo di dire una corona. Quando sei arrivato tu, te lo confesso con tanta semplicità, ero giunto al capitolo del vespro”. Umanamente parlando sarebbe ststo naturale dire: “Accidenti a quel prete che viene qui”. Egli non viene a farmi perdere tempo perché parliamo di cose spirituali e sante, ma, praticamente, mi porta via il quartino d'ora, i venti minuti che avrei a mia disposizione. Umanamente parlando! Quando ero seduto sulla sedia a sdraio, mi trovavo con Venco; non è vero, Girolamo? Dovevamo parlare di un altro argomento e gli avevo detto: “Attendi che finisca di dire il breviario”. In quel momento ho visto arrivare una macchina, e il primo moto naturale sarebbe stato quello di dire: “Orco , questo non ci voleva!”. Il secondo moto: “Signore, me l'hai fatta, eh? Signore, tu me l'hai fatta!”. E come quando don Ottorino fa uno scherzo a uno di voi e dite: “Eh, non può essere che don Ottorino a combinare queste cose!”. Alla stessa maniera si può dire: “Non può essere che il Signore che fa questo; che rompe tutti i piani non può essere che Lui; gli piace scherzare!”. Allora fai un sorriso a nostro Signore; lo guardi un pochino, lo guardi e ti metti a sorridere e gli dici: “Signore, me l'hai fatta”, e aggiungi: “Beh, mi fa piacere; desidero questo!”. Non bisogna mettersi a brontolare.

SACERDOZIO prete

PREGHIERA

CROCE prove

VOLONTÀ

di DIO

DIO unione con...

ESEMPI volontà

di Dio

Don Luigi Furlato, maestro dei novizi, aveva 32 anni all’epoca e aveva iniziato nel suo ruolo con la dispensa per difetto dell’età canonica.

Il riferimento è a Zeno Daniele, che era entrato nella Casa dell’Immacolata come vocazione adulta e che all’epoca stva facendo l’anno di noviziato.

MI68,5[26-05-1966]

5.Per questo ho detto: “Don Natalino, tu sei venuto. Non dubitare, sono contentissimo, lieto che tu sia venuto, perché penso... Ed ho piacere che tu sia venuto, ma godo soprattutto perché il Signore mi ha mostrato che questa è la sua volontà anche umanamente parlando!”.
Se noi, figlioli, fossimo preoccupati di cercare istante per istante la volontà del Signore anche nelle cose un po' tristi, un po' dure, un po' difficili, si farà fatica mandarle giù, per cui in un primo momento si dirà di no e si avanzeranno pretesti di vario genere, ma dopo bisogna ragionarne con il Signore, discuterne con Lui, e si dirà: “Signore, allegeriscimi di una parte!”. Non è vero, don Luigi? Si finisce che si manda giù. Vi sembra che sia male questo? Allora si capisce che il Signore vuole questo, anche perché non si monti in superbia, altrimenti il maestro dei novizi, giovane com'è , potrebbe incominciare subito ad entusiasmarsi, credere di essere chissà chi, e tutti i suoi novizi salirebbero in santità giorno dopo giorno. Il Signore, invece, tiene giù: tieni giù i maestri dei novizi, tiene giù don Ottorino, tiene giù tutti, fa fare brutti sogni a Zeno durante la notte, per cui stanotte ha sognato che io lo avevo mandato via dalla Casa dell'Immacolata e che lui mi aveva lanciato un sacco di parolacce, me ne aveva dette di ogni colore. Il Signore permette questo. Figlioli miei, se fossi capace di farvi capire questo! 3. Il fare la volontà di Dio dà all’anima tranquillità e forza Se voi, qui, incominciaste a mangiare questo pane, cioè ad avere il desiderio di fare istante per istante la volontà di Dio, arrivereste ad una tranquillità di spirito, a una tale potenza nel campo apostolico da non averne neanche l'idea. Perché, un domani, vi troverete in un luogo di missione e vi chiederete: “Devo andare là o rimanere qui?”, e allora direte: “Signore, che cosa devo fare?”. Ma, anche sbagliando, conserverete questa tranquillità e questa potenza.

VOLONTÀ

di DIO

CROCE

VIRTÙ

umiltà

Clementina Valeri era una grande amica e benefattrice della Congregazione.

L’allusione è forse a Mario Sgarbossa e a Giorgio De Antoni, ambedue novizi.

Don Ottorino allude, anche se con un accenno scherzoso, alle grandi esperienze mistiche, descritte da San Giovanni della Croce nelle su due opere principali "La salita del monte Carmelo" e "La notte oscura", dell'anima che raggiunge l'unione con Dio per mezzo del cammino di rinnegamento di sé che si effettua attraverso l'accettazione delle grandi prove purificatrici che Dio permette che accadano all'anima.

Il riferimento è, forse, a Piergiorgio Santagiuliana che all’epoca stava completando il corso ginnasiale.

Raffaele Testolin era novizio ed evidentemente si interessava di allevare conigli, come l’assistente Danilo Gasparotto che don Ottorino nomina subito dopo.

Evidentemente don Ottorino usa un linguaggio scherzoso e burlone.

MI68,6[26-05-1966]

6.Ieri mi trovavo con la signorina Valeri e altre persone che erano con lei. La signorina mi chiese: “Mi dica la verità: lei si trova mai in difficoltà, in momenti difficili?”. “Sì”, le ho risposto. “E come si comporta?”. “Cerco di fare la volontà del Signore e dopo provvede Lui. Per esempio, mi è capitato qualche volta di fare qualche spesa che il Signore non voleva pagare; alla fine il Signore si è arrangiato, magari attraverso la signorina Valeri. Il Signore si serve sempre di qualcuno. Se io mi sforzo di fare la volontà di Dio e faccio una spesa (infatti parlavamo di questioni materiali), e dopo il Signore non vuole pagarmela, che colpa ne ho io? Che il Signore parli più chiaro un'altra volta! Può darsi che sia io a capire male, ma scusate: se un padrone o una signora ha una domestica e le dice: “Comprami un po' di carne”, e questa per sbaglio viene a casa con un po' di formaggio, le farà qualche rimprovero, ma alla fine non mancherà di pagare il formaggio. Crede che il Signore sia peggiore di lei?”. Allora si sono messe a guardarsi tra di loro. “Questa è la realtà”, ho detto. Una di loro si è messa a piangere mentre stavamo parlando di queste cose: era la signorina Casarotto, e aveva i lacrimoni.
Figlioli, a un dato momento mi fa rabbia sentire che si dice: “Guarda come la pensa don Ottorino! Guarda come si comporta!”. E invece sono cose evangeliche! I primi cristiani vivevano così, sai, Mario: cioè secondo il Vangelo. Non c'è niente di straordinario quando ci comportiamo così; siamo al sillabario del cristianesimo, sai, Giorgio. Siamo al sillabario, non siamo arrivati alla “notte oscura”, a meno che non chiudiamo le finestre, alla “notte dei sensi”: io quelle cose non le capisco, ma queste sì, con tanta semplicità. Tutta la teologia è qui, cari figlioli: credere in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, credere che Dio è dentro di noi, credere nella transustanziazione, credere nelle due nature in una sola persona di Cristo, credere nella vita eterna e nella risurrezione della carne, credere nell'opera della grazia in noi. Figlioli cari, cerchiamo di fare quello che Dio vuole: questo è tutto il cristianesimo. Aggiungete pure quello che volete. C'è ancora dell'altro? Ci sarà qualche altra piccola parte. Capisci, Piergiorgio? Mi pare che il frutto del nostro lavoro dovrebbe essere questo: sforzarci di fare quello che Dio vuole, cercare istante per istante quello che Dio vuole. E gli altri lo capiscono. “Il prete obbediente, colui che ama Dio...” Che cosa costa l'obbedienza quando è vista così? È volontà di Dio, hai capito, Raffaele . Ieri sera ti dicevo che l'assistente Danilo, mentre eravamo a Quinto e c'era anche don Aldo, mi aveva suggerito: “Don Ottorino, avverta Raffaele che le uova si sono già schiuse e che ne sono usciti i conigli”. Infatti Raffaele aveva messo a covare le uova perché nascessero conigli. Poi ha aggiunto: “Ne ho una ventina già pronti e glieli posso dare”. Considerate pure Raffaele quando va a vedere i conigli che escono dal guscio, quando li prende in consegna: quella è volontà di Dio, ed è la stessa volontà di Dio che il maestro dei novizi fa quando si mette a confessare. Bisogna che vediamo che anche quella è volontà di Dio, con la differenza che da una parte ci sarà soddisfazione, dall'altra non ci sarà.

VOLONTÀ

di DIO

ESEMPI volontà

di Dio

PROVVIDENZA

VOLONTÀ

di DIO ricerca della...

DIO presenza di...

VIRTÙ

fede

CHIESA cristianesimo

CONSACRAZIONE obbedienza

Il riferimento è, forse, a Giuseppe Giacobbo e a Luciano Bertelli che stavano per affrontare gli esami del II anno del corso teologico.

Il riferimento è ai due novizi Raffaele Testolin e Renzo Dabionelli che, alla fine del periodo del noviziato, dovevano superare gli scrutini per essere ammessi alla professione religiosa, come Fernando Murari nominato subito dopo.

Forse don Ottorino allude ad una scappatella di Antonio Donà, che frequentava il 2° anno del corso liceale.

Pietro Simonetto frequentava l’ultimo anno del magistero e lavorava come falegname, professione che aveva esercitato anche prima di entrare nella Casa dell’Immacolata.

Severino Stefani frequentava ancora i corsi del magistero, ma era già stato scelto per integrare il primo gruppo destinato al Guatemala.

Mariano Apostoli frequentava, all’epoca, l’ultimo anno del corso liceale.

MI68,7[26-05-1966]

7.È volontà di Dio quando tu, Giuseppe, vai a fare gli esami e fai anche una bella figura, mentre va a fare gli esami Luciano, che ha studiato più di te, e fa una brutta figura. È volontà di Dio! Che interessa? È volontà di Dio anche quella, e devi saperla accettare.
Supponiamo che Raffaele venga ammesso subito a emettere i voti e che Renzo debba aspettare altre sei mesi perché non è preparato bene: è volontà di Dio! Sarà volontà di Dio quando Fernando verrà mandato a casa per un paio d’anni di prova e farà un po' di vita militare per rafforzarsi le ossa. Si fa la volontà di Dio! Figlioli, bisogna prendere le cose così. Noi, invece, le umanizziamo troppo! Osservate, per esempio, quando il nostro caro Antonio è andato a vedere la partita di calcio. Volontà del Signore: bisogna prenderla con semplicità, bisogna accettare proprio tutto con semplicità. Anche il nostro caro Pietro Simonetto, per esempio, quando va in laboratorio e deve costruire telai e questo e quello, se tu ti presenti per chiedergli qualcosa ti risponde: “Sì, sì, sì”, e allora sospende tutto e accetta tutto volentieri. Invece c'è qualcun altro che risponde: “Va bene; vedremo...”, e soltanto in seguito digerisce la volontà del Signore. Invece Pietro accetta subito. Non è bello questo modo, Pietro? E così tutti gli altri... Bisogna saper vedere la volontà del Signore, qualche volta, anche in una seccatura. È facile vedere la volontà del Signore in qualcosa che asseconda il proprio desiderio, ma vederla qualche volta in una seccatura, quando gli altri vengono a troncare i tuoi piani, è molto più difficile. Per esempio, c'è il nostro caro Severino che tra poco deve partire per il Guatemala e improvvisamente il superiore gli dice: “Lascia perdere; il tuo Guatemala è Vicenza”. Tutto questo all'ultimo momento, dopo tutta la fatica fatta per affrontare gli esami di filosofia, per studiare lo spagnolo, sul più bello che ha imparato come si dice cane in spagnolo, e improvvisamente si sente dire: “Figliolo, stai preparandoti? Hai preparato tutto?”. “Sì, tutto, anche il passaporto”. “Lascia perdere: tu adesso resti qui a Vicenza, figliolo!”. Bisogna vedere anche in questo la volontà di Dio. Io provo, provo, ma... provate voialtri! La sostanza è che bisogna avere fede, caro Mariano : è tutto qui, sai: avere fede! Procediamo. 4. Il giudizio di Dio si fonda sulla corrispondenza alla sua volontà

VOLONTÀ

di DIO

CROCE

VIRTÙ

fede

MI68,8[26-05-1966]

8.“Egli sa che per Dio il successo o il fallimento, misurati umanamente, sono termini senza significato”.
Mi viene da ridere quando sento dire: “Dai frutti si conosce l'albero: tu vedi i frutti, quindi...”. Possono essere i frutti di un altro albero: il Signore è tanto buono! È come quando si trebbia il frumento. Avete mai visto? Quando si trebbia, prima si introducono nella trebbiatrice le spighe e poi ne escono i chicchi. “Oh, che bel frumento”, si esclama; attendi un momento, perché può darsi che il primo frumento sia di un'altra campagna. La trebbiatrice è andata là e ne ha trattenuto nel suo interno qualche quintale. Dico male? Svuotata del primo frumento, vedremo il nostro! Supponiamo che nel tritacarne tu metta della carne suina: “Oh, che bei salami!”, dici. Piano, perché può darsi che il tritacarne fosse pieno da prima, che il salame di prima sia di un altro maiale, di quel pezzo di carne che c'era lì dentro. Figlioli, state attenti, state attenti, perché le opere di Dio non si misurano con il metodo umano. Ecco il maestro dei novizi che forma bene i suoi novizi: “Oh, quello è un maestro!”. Contemporaneamente Zeno dirige un altro noviziato in Guatemala e di là non esce alcun frutto, o da laggiù a Crotone non esce nulla. Tutti accusano: "La colpa è...". No, state calmi, non si può saperlo. Di quelli di Crotone? No! Del maestro dei novizi? No! Sarete misurati non sul numero dei novizi che saranno usciti dalle vostre mani, ma da come avrete fatto la volontà di Dio. Per esempio, voi adesso potreste dire: “Dai frutti si conosce l'albero: guarda che santi figlioli ci sono! Tutto fatto da don Ottorino”. No, non dire questo. Io sarò giudicato dinanzi al Signore, se muoio questa mattina, su come ho fatto istante per istante la volontà del Signore: se l'ho fatta con amore, con carità, con generosità. E, se morirete voi, sarà la stessa cosa. Ecco la realtà.

VOLONTÀ

di DIO

ESEMPI bontà

di Dio

NOVISSIMI giudizio

In questo esempio don Ottorino nomina Vittorio Venturin, che stava terminando il 3° anno del corso teologico, e don Gabriele Grolla, che era sacerdote novello. Accenna in seguito alle figlie di Maria e alle Piccolissime che erano assocciazioni femminili parrocchiali.

Antonio Pernigotto, prima di entrare in Congregazione, lavorava come agricoltore.

Il dialettale "pampano" riferito a persona ha il significato di sprovveduto, poco furbo.

MI68,9[26-05-1966]

9.Un domani sarete inviati in due come parroci: uno, Venturin, in una parrocchia di diecimila anime, e un altro, don Gabriele, in un'altra pure di diecimila anime. Dopo dieci anni fanno te, Venturin, monsignore, perché va tutto bene, è tutto un trionfo, mentre Gabriele viene richiamato dal vescovo: “Osserva il tuo compagno, il quale pur avendo anche gli occhiali, poveretto, dirigeva le associazioni cattoliche, e badava a questo e a quello. E tu? È un disastro! Quando sei arrivato come parroco dieci anni fa c'erano tante comunioni all'anno, c'erano tante “Figlie di Maria”, tante “Piccolissime”; ora i quadri sono scesi. Insomma non c'è niente da fare... Insomma, insomma, insomma...". E allora lui viene fatto monsignore, e tu, Gabriele, schiacciato. Nello stesso giorno, alla stessa ora, verso mezzanotte, suona la tromba e partite tutti e due per il regno di Dio: il nostro caro Vittorio entra per la porta del Paradiso e viene posto su un piccolo scranno e l'altro sale in alto. Che è successo? Che quest'ultimo ha fatto meglio la volontà del Signore, nel senso che in dieci anni non ha ricevuto nessuna ricompensa, non ha avuto altro che il sacrificio, ha tenuto duro, si è sforzato, e questo non è facile.
Tu, Antonio , ti intendi di viti: ieri è venuto un temporale, e un temporale di maggio è brutto. Pensate se fosse caduta una bella grandinata, di quelle secche, e avesse sfogliato tutte le viti davanti alla nostra casa e si vedessero gli stecchi: sarebbe un disastro per le viti. Supponiamo che l'anno prossimo venga un'altra grandinata, il successivo un'altra; per cinque anni continue grandinate. Mettetevi voi a coltivare le viti, a curarle, fare il fossetto, versarvi il liquame, tagliare i tralci, legarle... e fate per cinque anni così! Chiaro? Invece, in un'altra parte, un agricoltore è riuscito a coltivare un bel vigneto e dopo, quando è tempo, va a raccogliervi i grappoli. Passa la gente e dice: “Che bella uva! Ma chi è stato a curarla?”. “I tralci li ho innestati io!”. “Ma come sono stati innestati bene: non ho mai visto un'uva così bella!”. L'uomo si lecca tutto, si fa tutto bello e prova soddisfazione: questo ha la soddisfazione dell'uva, mentre l'altro povero sfortunato coltiva pampini secchi. Il Signore non conta i grappoli d'uva: guarda come l'individuo ha coltivato, istante per istante, i pampini. Se Antonio è un “pampano” perché è riuscito a coltivare meglio i pampini ha più merito di quell'altro che ha ottenuto i grappoli d'uva. È tutto un altro modo di concepire le cose, figlioli.

ESEMPI volontà

di Dio

VOLONTÀ

di DIO

MI68,10[26-05-1966]

10.Il Signore misura istante per istante il lavoro che fai e non quello che risulta alla fine, perché può esserci una grandinata, può esserci un insetto che rode tutto.
Se non comprendiamo questo, figlioli, non abbiamo compreso l'essenza del cristianesimo e non possiamo essere maestri in Israele. Perciò, attenti: “...va avanti l'uomo di coraggio, con serenità, ben sapendo che nel conto finale la somma dei suoi insuccessi sarà proprio uguale a quella dei successi di un altro uomo. Quanto poi alle tentazioni, l'uomo coraggioso dice a se stesso...” C'è chi dice: “Ma io ho tante tentazioni, io ho questo, ho quello...”. “Ebbene, alcune persone hanno il cancro, altre hanno l'artrite, io ho le tentazioni. Forse mi piacerebbe scambiare le croci, ma Dio ha calcolato ciò che è meglio per me ed io non mi lascerò abbattere”. Uno ha male al fegato: e va bene, ma quell’altro ha un tumore al cervello! “Io ho male al naso”. E sia, male al naso! “Io ho le tentazioni”. E va bene, accetta le tentazioni: sursum corda! La volontà del Signore, figliolo! Mi dispiace che il più bello resti ancora indietro; vorrà dire che l'anno venturo, quando sarà il ventisettesimo anniversario, faremo il resto. “L'obbedienza ha pure un'altra veste: la veste della soddisfazione. Colui che cerca soltanto la volontà di Dio è pienamente soddisfatto della sua sorte presente”. A una mamma, per esempio, le muore un figlio: “Mi dispiace, però non ho rimorsi, perché mi pare di avere fatto tutto quello che potevo fare”. Avete mai sentito una mamma dire così? “Sì, è vero; però, almeno in coscienza mi pare di aver fatto tutto. Ecco, almeno sono tranquilla in coscienza, perché mi pare di avere fatto tutto quello che potevo fare”.

VOLONTÀ

di DIO

CROCE

ESEMPI volontà

di Dio

Dall’esempio che ne segue non è facile determinare a che voglia alludere don Ottorino in questo caso concreto.

Le ultime parole, nel testo registrato, sono dette in un latino maccheronico sonoro e facile: “Ecce, adsum: pajassum sum”.

MI68,11[26-05-1966]

11.Chi fa la volontà di Dio è contento. Arriva a sera: successi, insuccessi, giornata di pioggia o di neve, non importa niente e dice: “Mi pare di aver fatto la volontà di Dio”.
Fra breve andremo in campeggio, e lo stiamo organizzando e cerchiamo di organizzarlo bene. Com'è bello dire: “Partiamo e sentiamo che Dio è contento. Non abbiamo niente da nascondere, niente, perché il Signore è contento e stiamo facendo la volontà del Signore!”. Si cammina alla presenza del Signore. Non dobbiamo dire: “Ehi, aspetta: mi sembra che...”. No, no, no! Anzi cercheremo di filmare con la cinepresa perché, poi, ci possano vedere tutti. Noi facciamo la volontà di Dio, perciò non ci importa nulla. In tutte le azioni, quando si fa la volontà di Dio, si ha questa soddisfazione. “Con la fiducia che la santità si raggiunge col fare straordinariamente bene le cose ordinarie, il prete che ha fatto della volontà di Dio l'unica misura del suo agire, non ha alcun desiderio presuntuoso di occasioni nelle quali mostrare i suoi talenti in campo più vasto”. Mario , se tu cerchi di fare la volontà di Dio non avrai la tentazione di dire: “Ah, se fossi rimasto in seminario sarei potuto diventare monsignore; invece qui mi sono tagliato le gambe. Poiché cresco fisicamente abbastanza bene, chissà che monsignore sarei potuto diventare! Se fossi rimasto a Cavazzale, potevo diventare sindaco del paese, invece mi sono tagliato le gambe. Adesso se vado a casa, dicono: “Un giovane che è stato in seminario non serve come sindaco di Cavazzale”. 5. Conclusione Figlioli miei, mi fermo qui. Ma vi prego perché in questo periodo di tempo prima di andare in montagna farà caldo, ci saranno giornate pesanti, giornate in cui non si avrà voglia di fare niente. Se è volontà di Dio che noi facciamo gli stupidi qualche giorno, faremo anche gli stupidi e gli sciocchi; però diciamo sempre, ma proprio con gioia: “Signore, io voglio fare la tua volontà!”. Questo è il periodo più pesante dell'anno perché ci sono gli esami, lo studio, la stanchezza, i primi caldi, questo e quello. Fate il piacere: la volontà di Dio istante per istante. Anche se trovate faticoso pregare, dite: “Signore, eccomi qua; voglio fare quello che vuoi tu. Se vuoi che io faccia il pagliaccio, che io sia messo a letto tutto il giorno, eccomi, sono un pagliaccio”. Amen. 29 maggio 1966

VOLONTÀ

di DIO

DIO presenza di...

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