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LA VITALITÀ DELLA CHIESA

MI95[02-09-1966]

Meditazione ai Religiosi e ai Novizi della Casa dell'Immacolata. Don Ottorino, prendendo spunto da un recente discorso del Papa Paolo VI, sottolinea come la rinuncia, l'abnegazione e la croce siano la vera fonte della vitalità della Chiesa. Il testo originale è registrato e la sua durata è di 32’. 1. Prima premessa: i tre momenti della meditazione

Il testo registrato è un po’ lacunoso all’inizio, per cui la meditazione sembra iniziare in maniera quasi improvvisa.

Cfr. Luca 17,11-19.

MI95,1[02-09-1966]

1.La meditazione potrebbe diventare uno studio, una cosa superficiale, anche bella, se volete, ma devo farla insieme con Lui. Quando io la faccio da solo, mi metto lì con il libro e immediatamente mi trovo in contatto con Lui: la prima parte la dedico a mettermi alla presenza del Signore.
Anche nell'esame di coscienza della sera, come dice lo stesso invito iniziale, dobbiamo metterci alla presenza di Dio e ringraziarlo. Facciamo l'esame di coscienza ringraziando il Signore; mettiamoci alla presenza di Dio e diciamo: "Signore, adesso sono qui". Ringraziamo il Signore per tutto quello che ci ha fatto; non facciamo come i lebbrosi che sono fuggiti via dopo essere stati guariti. Diciamo: "Grazie, Signore, quanto mi hai voluto bene quest'oggi!". Poi gli chiediamo perdono esaminando quello che abbiamo fatto: "Signore, sì, grazie... però... ecco...". Dunque sono fondamentali la presenza di Dio e il ringraziamento... "Signore, quante volte ti ho disgustato quest'oggi!". È regola di buona creanza. Si batte alla porta, si entra: "Buon giorno: sono venuto"; non si comincia a discorrere, così, di colpo. Ieri sono andato dal notaio Todescato. Per prima cosa, entrando, ho detto: "Buon giorno, dottor Todescato. Come va la famiglia?". All’inizio si parla per alcuni minuti, e poi si coglie il momento opportuno per dire: "Sono venuto a disturbarla per...". Ma prima parli di lui, ti interessi di lui: "Come va? Qua... là...", e dopo si entra nell'argomento. Così si fa con Dio. Perciò durante la meditazione: 1) Presenza di Dio. 2) Trattazione dell'argomento. 3) Colloquio con Dio. "Senti, Signore, ho capito: questa è la realtà. Adesso aiutami ad agire d’ora innanzi così”. Supponiamo che abbia capito le regole stradali: “Ho capito che bisogna avere più prudenza... Adesso, Signore, bisogna avere più prudenza... Ho capito!". In montagna mi capita il raffreddore perché non ho messo cinque coperte, ed è inutile che indossi la maglia adesso: "Prometto, sarò più prudente, starò attento!". Avete capito il pensiero? Allora incominciamo. Mettiamoci alla presenza del Signore. Quando dico di mettersi alla presenza del Signore io vi consiglierei di pensare, tanto perché non resti una cosa astratta: Padre, eterno; Figlio, eterno; Spirito Santo, eterno. Padre che genera il Figlio, Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio, e dite: "Padre, credo in te e ti amo; Figlio, credo in te e ti amo; Spirito Santo, entra in me e fa’ che anch'io entri in questa corrente di amore". 2. Seconda premessa: importanza della parola del Papa

PREGHIERA meditazione

ESEMPI meditazione

GESÙ

unione con...

DIO presenza di...

PECCATO esame di coscienza

DIO riconoscenza a...

PAROLA DI DIO Vangelo

AUTOBIOGRAFIA

PREGHIERA incontro cosciente e personale con Dio

VIRTÙ

impegno

VIRTÙ

prudenza

DIO Padre

DIO Figlio

DIO Spirito Santo

PREGHIERE Spirito Santo

Questo modo di descrivere il Papa è tipico della grande santa, dottore della Chiesa, Caterina da Siena.

Mons. Ciffo era un sacerdote vicentino, amico di don Ottorino e parroco, all’epoca, a Rosà (VI).

MI95,2[02-09-1966]

2.Dobbiamo cercare la parola del Signore nella Sacra Scrittura e nella parola del Papa. Quest'anno, in modo particolare, seguite i discorsi del Papa; seguite un po' meno la politica ed altre cose, accontentandovi di dare un'occhiata ai titoli. Non c'è tempo per tutto, ma anche se ce ne fosse non varrebbe la pena di perderlo: si deve leggere quanto è sufficiente per rendersi conto. Quando succede un avvenimento e ne fanno la cronaca, voi vedete che è tutt'altra cosa che la verità; immaginate quanto distorte arrivino le notizie quando sono lontane! Ora è giusto avere un'informazione, ma mai sapremo esattamente la verità. Perciò vi dico che mi pare giusto avere un po' di informazione, vedere quello che sta succedendo nel mondo, ma quello che interessa è la parola del Papa. Il Santo Padre è illuminato dallo Spirito Santo; è lui che ha in mano la Chiesa; è lui il "dolce Cristo in terra" ; è lui che ha l'incarico da Dio di guidarci verso il Paradiso e che ha in mano il polso della situazione del mondo, dei bisogni del mondo. Per noi egli è il nostro maestro: noi sappiamo che se facciamo come dice il Papa andiamo in Paradiso e siamo a posto, se non facciamo quello che dice il Papa non siamo a posto. Ricordate quando lassù ad Asiago monsignor Ciffo ci ha fatto quella predica e ha riportato il discorso del Papa? Bene, siamo un po' sullo stesso tono: vuol dire che il Papa è tanto preoccupato di questo.
3. La vera fonte della vitalità della Chiesa

PAROLA DI DIO Sacra Scrittura

CHIESA Papa

SOCIETÀ

politica

SOCIETÀ

avvenimenti

MONDO

DOTI UMANE aggiornamento

DIO Spirito Santo

DIO

NOVISSIMI paradiso

PREGHIERE dialogo con Gesù

VIRTÙ

Don Ottorino inizia la lettura del discorso del Santo Padre Paolo VI nell’udienza generale di mercoledì 31 agosto 1966. Le citazioni vengono riportate in corsivo senza ulteriori richiami.

Il riferimento è a Tarcisio Magrin che aveva completato il corso ginnasiale e si stava preparando per iniziare l’anno di noviziato.

Girolamo Venco e Giorgio Girolimetto erano particolarmente amanti degli uccelli.

MI95,3[02-09-1966]

3.“Diletti figli e figlie.
La Chiesa vive, dicevamo. Ma subito una questione sorge spontanea: di che cosa vive la Chiesa?”. Se domandassi a Tarcisio : "Di che cosa vivi?", mi risponderebbe: "Di pane, di pagnotte, di polenta...". Se domando agli specialisti: "Di che cosa vivono i pesci rossi?", mi direbbero subito: "Di questo, di questo..."; se domandiamo a Venco o a Giorgio : "Di che cosa vivono i merli?". Ognuno che vive, vive di qualcosa: e questa benedetta Chiesa di che cosa vive? Qual è il carburante che fa andare avanti la Chiesa? “Qual è il segreto della sua vitalità? Spontanea e legittima la domanda. Forse voi stessi ve la siete posta: donde la Chiesa trae la sua energia? La sua sussistenza? La sua capacità di durare, nel tempo, di diffondersi nel mondo; anzi, di crescere, di rinnovarsi, di ringiovanire? Spontanea e legittima domanda, ma estremamente difficile”. Anche il Concilio ha fatto ringiovanire la Chiesa, ma da dove trae la forza per ringiovanire? È chiaro? “Osservare un essere vivente è facile a tutti; ma indovinare i principi della sua vita è cosa assai ardua, e in buona parte superiore alle nostre possibilità di conoscenza. Così è della Chiesa. È come un albero fiorente; ma quali sono le radici che rendono sempre vegeta e nuova la sua primavera? Figli carissimi! Vi proponiamo ad arte una simile curiosità. Cercate di corrispondervi! È questa la Nostra esortazione, che deve segnare la memoria di questa Udienza. E se cercate di dare qualche risposta, vedrete che questa non è semplice. Noi non pretendiamo affatto, in un colloquio così breve e familiare come questo, esporre organicamente la dottrina, che dà qualche ragione della vitalità della Chiesa. Ci basta presentarvi, come stimolo a miglior ricerca, qualche spunto. Per esempio: è la prosperità temporale la causa del benessere della Chiesa? La ricchezza?”. La Chiesa va avanti perché ci sono i soldi? “Oggi, chiunque voglia farsi un concetto autentico della Chiesa, risponde subito che no; anzi trova che l'abbondanza dei beni economici è in molti casi più dannosa che propizia alla Chiesa; pagine storiche lo documentano, parole evangeliche lo proclamano”. Se la Chiesa, quindi, è vegeta e vive; se adesso un Concilio la rinnova... sono i soldi il motivo? No, perché la storia dimostra che i soldi, anzi, hanno fatto retrocedere la Chiesa. Anche le Famiglie religiose, se diventano ricche, vanno in rovina. Le stesse parole del Vangelo non sono piantate sui soldi.

CHIESA

CHIESA Papa

CHIESA Concilio

Il riferimento è a Giorgio De Antoni, ancora novizio, o a Giorgio Pieropan, già religioso.

Il riferimento è alla Vespa 50 che don Matteo Pinton e Giorgio Girolimetto avevano a disposizione a Roma per recarsi all’Università Gregoriana, dove stavano frequentando la facoltà di filosofia..

MI95,4[02-09-1966]

4.“I mezzi temporali sono, sì, necessari alla vita della Chiesa; ma nella misura del pane per vivere...”.
Il pane è senz’altro necessario. Se tu, Tarcisio, mangi dieci quintali di pane, questa sera, forse, sei morto; ma se resti senza mangiare non sei capace neppure di stare in piedi. “... e sempre ordinati rigorosamente alla finalità della missione spirituale”. Perciò, Giorgio , i beni sono necessari in tanto quanto, come il pane, sono ordinati al fine. Anche per noi è importante avere il necessario, ma in ordine al fine, non per il capriccio: come il pane. Il pane non serve per essere posto sotto i tavolini o come mobile o come soprammobile ma in tanto e in quanto è necessario. Quanti chili di pane occorrono oggi? Quanti? Tanti! Anche i beni temporali vanno ordinati al fine. “E si può dire fortunatamente che ora questa è la mentalità e la prassi degli uomini di Chiesa”. Adesso ci si sta orientando verso questo. Questa è la mentalità e questa comincia ad essere anche la prassi di gran parte degli uomini di Chiesa, anche se vi può essere sempre l'eccezione. “Ringraziamo Dio; e facciamo credito al disinteresse economico, cioè alla povertà, che il Signore ci ha insegnata, per scoprirvi non già un impedimento alla vera prosperità della Chiesa, ma una fonte di forza spirituale, di libertà, di saggezza, di coraggio. Così potremmo ragionare della potenza temporale: non è da questa che la Chiesa deriva la sua linfa vitale. Così pure, sotto un certo aspetto, potremmo dire perfino della cultura profana: "La nostra fede - scrive San Paolo - non sia basata sull'umana sapienza, ma sulla forza di Dio” (1Cor 2,4-5). E allora? Allora bisogna osare d’oltrepassare le soglie del Vangelo, e di studiare da quali principi il Signore vuol trarre la fecondità dell'istituzione spirituale e sociale, ch’è la Chiesa da lui fondata”. Bisogna avere il coraggio di sfogliare il Vangelo e di vedere quali sono i principi fondamentali sui quali è fondata la Chiesa, sui quali Gesù l'ha fondata. In altre parole, quando fanno un aeroplano nuovo dicono: "A che cosa va? A carburante, a cherosene? A che cosa va? A benzina, a miscela?". Per cui se va a miscela non puoi mettergli dentro cherosene. Se il nostro caro Giorgio, quando va a Roma con il suo "cinquantino" gli mette dentro cherosene, non funziona: deve mettergli dentro miscela perché è stato costruito così. Ora, Gesù, fondatore della Chiesa, ha stabilito che per farla andare avanti ci vuole una certa miscela. Qual è questa miscela? Perché bisogna darle quella adeguata, altrimenti non funziona. Qual è questa miscela che mantiene la vita della Chiesa? Bisogna scoprirlo nel Vangelo, perché il costruttore è stato Gesù, il costruttore è stato lui, e l'ha progettata con quella miscela e senza quella miscela non può andare avanti. 4. La scuola di Cristo crocifisso

CHIESA

ESEMPI vari

PAROLA DI DIO Vangelo

GESÙ

GESÙ

Affermazione, opinione che per il suo contenuto o per il modo in cui viene espressa appare contraria al comune giudizio, alla logica comune ed è quindi ritenuta strana o non vera. Nella filosofia stoica, e quindi nell'uso comune: tesi che sembra contraddire all'esperienza comune ma che, sottoposta a rigoroso esame critico, si mostra valida.

Noto medicinale antidolorifico e antipiretico.

MI95,5[02-09-1966]

5.“Ci fermiamo ora soltanto ai principi morali, anzi ad uno solo di essi, ma fondamentale nel sistema della religione cristiana. E c'incontriamo subito in un notissimo paradosso”.
È un paradosso ! Un paradosso non si può spiegare perché è un paradosso: non si può spiegare con la ragione. Chi volesse fare della Chiesa una realtà secondo i criteri della ragione, è meglio che cambi mestiere perché non ha capito niente. “Cristo ha fondato la vita morale dei suoi seguaci sopra una base, che noi diremmo negativa: la rinuncia, l'abnegazione, il sacrificio, la croce”. Qualche volta si incontra qualcuno che inveisce contro tutto e contro tutti. E allora cominci a farlo ragionare: "Sta’ attento! Se il Signore è morto in croce, anche tu devi soffrire un pochino. Non capisci che per la fede la tua parrocchia, dove sei cappellano, riceve molto di più dalla tua sofferenza che...". "Se si ragiona così, lo so anch'io! Ma, ma, ma...". Se si ragiona così? È così che bisogna ragionare; non ci sono altri modi di ragionare. Per esempio, supponiamo che tu abbia un mal di testa da cani. Che devi fare? Cercherai di trovarne le cause. Se è possibile, prenderai qualche rimedio, qualche cibalgina , qualcosa... Giustissimo! Però, però, se il Signore vuole che il tuo mal di testa duri fino alla fine del mondo dovrai dire: "Signore, sia fatta la tua volontà!". Così pure in tutte le difficoltà che troviamo nel nostro cammino. Non dobbiamo essere sciocchi. È giusto ricercare le cause, ma può darsi che noi dobbiamo essere disposti ad accettare tutte queste cose con amore, pensando che questa è la miscela stabilita da Dio per fare andare avanti la Chiesa. Perché Cristo ha fondato la sua Chiesa su una cosa negativa, cioè su queste parole: la rinuncia, l'abnegazione, il sacrificio, la croce. È inutile, quindi, che voi ve la prendiate con uno, con l'altro, con quest'altro: "Me la prendo con il vescovo; me la prendo...". È inutile, è inutile!

CHIESA

GESÙ

crocifisso

CROCE sofferenza

VIRTÙ

fede

PASTORALE parrocchia

ESEMPI critica

ESEMPI volontà

di Dio

CROCE difficoltà

DIO

PENITENZA sacrificio

Raffaele Testolin era, all’epoca, novizio, mentre don Luigi Furlato era il padre maestro.

Zeno Daniele era pure novizio insieme con Raffaele.

MI95,6[02-09-1966]

6.È giusto che io illumini il vescovo, è giusto che io illumini il superiore, è giusto che io illumini quell'altro... ma, ricordatevi che se non è questa la difficoltà da portare, sarà un'altra perché il Signore ha stabilito così. Se non fai il tuo pieno di miscela all'AGIP, lo farai alla ESSO; se non lo fai alla ESSO, lo farai alla SHELL, ma bisogna farlo perché altrimenti non vai avanti. Questo è il punto fondamentale che bisogna mettere a fuoco.
Se un novizio, ad esempio, non va d'accordo con il maestro dei novizi, deve fare di tutto, andare da don Ottorino, vedere se può mettersi d'accordo, però, alla fine deve ricordarsi che questo non lo esime dal fare rifornimento di miscela. Prendiamo come esempio Raffaele che non va d'accordo con don Luigi: non è assolutamente capace di mandarlo giù. Allora viene da me e mi dice: "Io con don Luigi non ce la faccio. È inutile: è impertinente, mi pesta di qua, mi pesta di là". Va bene, vediamo un po': vi può essere incomunicabilità di carattere, e vediamo quello che si può fare. Con questo, però, non si può liberare Raffaele dalla miscela perché deve averla. Per otto giorni, dopo aver messo un po' di olio, lui praticamente non fa rifornimento. Per cui dopo alcuni giorni ritorna e dice: "Con Zeno non ce la faccio neanche per sogno". Si cerca allora di mettere a posto i rapporti con Zeno. Dopo un po' di tempo... Insomma non va d'accordo con nessuno e allora se ne va, abbandona la Casa perché dice: "È inutile che resti qui", e se ne va. Ma anche nella vita di famiglia è la stessa cosa...

CHIESA Vescovo

COMUNITÀ

superiore

CROCE

ESEMPI critica

FORMAZIONE noviziato

CROCE difficoltà

COMUNITÀ

MI95,7[02-09-1966]

7.È inutile, cari figlioli! È giusto, se c'è qualcosa che va male, perché ci può essere sempre una incomprensione a un dato momento, metterci olio: questo si deve fare. Ma guardate che il rifornimento ci vuole. E se non è un dolore fisico - uno può darsi che abbia dei dolori alla schiena, dei dolori alle gambe -, è un dolore morale, interno: allora c'è uno che si spaventa, che si avvilisce o che ha tentazioni tremende o scrupoli o qualche cosa o ragioni esterne... ma guardate che il rifornimento ci vuole. Bisogna fare di tutto per superare i problemi, con serenità: se hai gli scrupoli devi cercare di vincerli... Però, ricordatevi, il rifornimento ci vuole! Ma rifornimento sempre su questi basi, su queste parole: rinuncia, abnegazione, sacrificio, croce. Se non ci sono queste realtà, non puoi fare rifornimento di acqua. Questa è la miscela stabilita da Gesù. Capito? Adesso, prenderla da un distributore o prenderla da un altro non importa niente, però, ricordati, che quando sei senza benzina il Signore provvede Lui il distributore e bisogna che tu la prenda se no il motore non va avanti. Figlioli, o abbiamo capito queste quattro parole, cioè che per andare avanti ci vuole miscela che si chiama rinuncia, abnegazione, sacrificio, croce, o non camminiamo. E tutto questo costa. Perché dirlo agli altri è facile; venire da voi a dirvi: "Offriti al Signore", è facile...
Quella volta che il dottor Campesato aveva i dolori alle gambe, in quei due o tre giorni in cui non era capace di muoversi diceva: "Non avrei mai pensato che fosse tanto doloroso! Ho curato tanti dolori; dicevo sempre ai pazienti: 'Oh, che cosa vuoi che sia!'. Non avrei mai pensato che i dolori fossero così!". Adesso ha provato. Dire agli altri è facile. Ecco perché anche nel campo della direzione spirituale valgono specialmente quei padri spirituali che hanno tribolato, hanno sofferto, hanno fatto fatica, hanno avuto tentazioni, difficoltà... perché hanno provato!

CROCE

CROCE sofferenze morali

CROCE tentazioni

VIRTÙ

fortezza

PENITENZA sacrificio

GESÙ

ESEMPI croce

Severino Stefani era, all’epoca, ancora allievo del corso del magistero, ma era già stato scelto per la prima missione in Guatemala.

Don Ottorino si riferisce al collegio vescovile di Thiene (VI), che fungeva come seminario minore per la diocesi di Padova.

Don Ottorino rivolge la domanda retorica a Zeno Daniele, ancora novizio, che proveniva dalla parrocchia di Villatora della diocesi di Padova e che poteva quindi essere al corrente della decisione.

Fernando Murari era, all’epoca, ancora novizio.

MI95,8[02-09-1966]

8.“Ricordiamo tutti le sue tremende parole: "Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; chi invece perderà la propria vita per causa mia la salverà" (Mc 8,35; Gv 12,24). Chi di noi credesse rinnovare la vita della Chiesa sopprimendo le mortificazioni e le molestie, piccole o grandi, che le sono proprie, per esigenza morale o per costume ascetico riconosciuto, non interpreterebbe a dovere la legge fondamentale dello spirito evangelico, dal quale appunto la Chiesa riceve la sua vitalità".
Se tu, per esempio, pretendessi un domani di andare a Zacapa, caro Severino , e di salvare le anime, e mi scrivi che hai trovato croci, io ringrazio il Signore perché vuol dire che sei sulla strada giusta. "Caro don Ottorino, ringraziando il Signore ci sono delle anime che si convertono... però, però ci sono tante croci e tante difficoltà; c’è tanto da soffrire, tanto da patire!". Dovresti invece cominciare la lettera così: "Carissimo don Ottorino, ringraziando il Signore ci sono tante croci, tante difficoltà. Con l'aiuto di Dio cerchiamo, da buoni fratelli, di sopportare e, come conseguenza, qualche anima si converte". Questo è il discorso da fare! Capire queste cose vuol dire capire la via della santità; non capire questo vuol dire fare del cristianesimo una istituzione umana, basata sul ragionamento, sui calcoli umani, basata sulle statistiche. No! No! No! Il vescovo di Padova, per quanto ho sentito ieri, sta entrando in quest'ordine di idee in pieno. Ho sentito, ma non so se è vero anche se penso sia vero, che ha cambiato il rettore di Thiene, il rettore e sette professori del seminario e li ha mandati a fare i cappellani. Ha nominato poi come rettore un parroco che non è neanche laureato, ma è un'anima che ha capito queste verità. E i professori, che volevano formare i preti non secondo questo spirito, ma secondo lo spirito di qualcos'altro, secondo lo spirito matematico, li ha inviati tutti a fare i cappellani. È vero, Zeno? Posso dirlo? Ho sentito la notizia ieri, ma io lo sapevo già da prima. Naturalmente, ieri, quando ho sentito, ho chiesto, poiché non ero autorizzato a parlare e finché non veniva fuori la notizia ufficiale ero pregato di tacere, però adesso posso parlare. Ero pregato di tacere. Non si parla delle cose finché non viene fuori la notizia ufficiale. Signori miei, questo è lo spirito ed è il Papa che parla. Perciò se viene da me Fernando e mi dice: “Guardi che difficoltà!", io gli rispondo: "Deo gratis! Deo gratis!". Ve l'ho detto tante volte: vi auguro croci, tante croci...

CHIESA

APOSTOLO salvezza delle anime

CROCE

CONVERSIONE

CROCE difficoltà

COMUNITÀ

fraternità

DIO riconoscenza a...

CONSACRAZIONE santità

CHIESA cristianesimo

CHIESA Vescovo

ESEMPI Dio unione con...

ESEMPI Dio piacere a...

ESEMPI sacrificio

ESEMPI studio

Nel testo registrato don Ottorino ripete, durante la lettura del testo del Pontefice, le parole: “... l’alunno di Cristo... sofferenza paziente”.

MI95,9[02-09-1966]

9.“Questa non ricava incremento dalla ricerca d’un benessere avido di comodità e d’esteriorità, alimentato dall'edonismo e dall'egoismo, che spesso caratterizzano le abitudini agiate, frivole e gaudenti del mondo moderno; lo ricava piuttosto dalla pratica silenziosa e costante di quelle virtù che insieme mortificano e fortificano l'alunno di Cristo; dalla sofferenza paziente, dall'obbedienza fedele, dalla semplicità austera, dall'imitazione di Cristo, di Cristo crocifisso” (cfr. 1Cor 1,23).
È un autore conosciuto che scrive queste parole perché il Papa invita a confrontare con la I lettera ai Corinzi... Figlioli, o capiamo queste verità: la grandezza dell'umiliazione, la grandezza dell'obbedienza fatta per amore di Dio, dell'annientamento di noi stessi, e allora andiamo avanti con la benzina; in caso contrario non faremo niente. L'obbedienza è ancora buona. L'imitazione di Cristo è ancora buona Anche quella frase che è stata detta: "Tutte le volte che vado in mezzo agli uomini torno meno uomo" è vera. Ieri sono stato tre ore e mezza tra questa gente, questi avvocati, e ho notato solo interesse, solo preoccupazioni materiali, solo egoismo; in faccia ti dicono una cosa e dietro le spalle un'altra, per cui tu rientri in te stesso e dici: "No!", ed effettivamente torni meno uomo nel senso che resti nauseato dalla parte umana. 5. Tre esempi di vitalità ecclesiale

CHIESA Papa

VIRTÙ

umiltà

CONSACRAZIONE obbedienza

DIO amore a Dio

MI95,10[02-09-1966]

10.“Non facciamo qui una predica, né prolunghiamo questa riflessione; ma vogliamo accennare ad alcuni episodi, fra i tanti che vengono a nostra notizia, per documentare questo Nostro pensiero.
Il primo episodio lo leggiamo su "L'Osservatore Romano" del 25 agosto: un gruppo di studenti universitari di Padova ha rinunciato alle vacanze per costruire una casa destinata a due famiglie povere e numerose di un paesino della campagna padovana, le quali erano costrette ad alloggiare in dimore insufficienti e disagiate. Non è questo un bellissimo esempio di cristiana vitalità? Il secondo episodio...”. Un momento: questo è meraviglioso, è bello! Il pericolo può essere che subito diciamo: "Allora anche noi, l'anno prossimo, facciamo... Andiamo in America, facciamo questo e quello". Piano! Se questo desiderio è mosso dalle qualità che abbiamo considerato prima, cioè abnegazione e sacrificio, sono d’accordo; ma se alla base c’è solamente spirito di avventura, non sono per nulla d’accordo. Se le persone che mi fanno questa proposta sono creature che sanno soffrire nell'obbedienza, che sanno accettare il duro quotidiano per amore di Dio, le piccole cose per amore di Dio, possono essere inviate perché tireranno su un castello per i poveri, non solamente una casa. Ma se quei tali che parlano così non sono capaci di sopportare un piccolo affronto, una piccola ingiustizia, una piccola cosa, cioè non vivono quello spirito, allora quella è solo sociologia che non è cristiana. Ecco perché io grido contro certe aperture che sembrano meravigliose: sono bellissime, ottime, se fatte da uomini che vivono il cristianesimo integrale. Avete capito qual è il mio pensiero?

ESEMPI retta intenzione

VIRTÙ

retta intenzione

PENITENZA sacrificio

CROCE sofferenza

CONSACRAZIONE obbedienza

PASTORALE poveri

CHIESA cristianesimo

APOSTOLO attivismo

MI95,11[02-09-1966]

11.Sentiamo il secondo esempio:
“Il secondo esempio ce lo offre ancora "L'Osservatore", in data odierna: “Giunge a Roma la notizia che circa due mesi or sono è morto in un campo di lavori forzati del Kiangsi, nella Cina continentale, il sacerdote cinese Kiam Lau Mai-Chung, della diocesi di Swatow. Nato nel 1915, aveva ricevuto l'ordinazione sacerdotale nel 1944. Arrestato nel 1955, fu rinchiuso in un campo di lavori forzati, dove è morto dopo 11 anni di sofferenze cristianamente sopportate”. Questo potrebbe apparire un segno di morte e non di vita della Chiesa; ma non saranno proprio queste sofferenze e questo martirio il seme d'una futura ripresa del cattolicesimo in quell'immenso e a Noi sempre carissimo Paese?”. E il terzo. Ci è riferito da un viaggiatore reduce, da una visita all'ormai famoso lebbrosario di Padre Damiano, nell'isola Molokai, nell'Oceano Pacifico. Egli racconta d'aver potuto avvicinare, privilegio riservato ai sacerdoti, il reparto dei lebbrosi più deformi e ripugnanti, e d'aver così avvicinato un'umile e infelicissima creatura orribilmente corrosa dalla lebbra, che le ha divorato gli occhi trasformandoli in due sanguinanti e paurose caverne e le ha demolito le estremità, mani e piedi, inchiodandola da anni nell'immobilità e nella sofferenza, quanta ne può portare un organismo ancora superstite in così penose condizioni. Ebbene, la paziente povera lebbrosa, informata che parlava con un Sacerdote in viaggio per Roma, aveva la semplice e sublime audacia di mormorare questa meravigliosa confessione: sono contenta del mio stato, perché così io ho potuto conoscere Gesù Cristo ed essere cattolica. E si diceva lieta di mandare al Papa il suo devoto e filiale saluto e l'offerta del merito dei suoi patimenti. Che ne dite? Noi crediamo essere queste le forze che fanno viva e santa la Chiesa e che le conferiscono la gloria di rispecchiare Cristo Gesù”. Faccio una domanda e concludiamo, ma rispondete a Nostro Signore che è vicino a voi. Se si trattasse di scegliere fra queste tre sofferenze: tra costruire delle case per i poveri, stare nel campo di concentramento e morirvi se venissero avanti i cinesi, ci portassero via, e ci obbligassero per dieci o quindici anni di lavori forzati, trattandoci male fino alla morte, ovvero vivere come la lebbrosa cieca, senza mani e senza piedi, tutta una piaga, per la salvezza delle anime... quale delle tre io sceglierei? Dalla risposta dipende l'amore: non a me, al Signore! Non rispondete secondo i criteri umani, perché la natura umana sceglierebbe di andare a fare un campeggio. 29 settembre 1966

SOCIETÀ

avvenimenti

CHIESA cristianesimo

ESEMPI di santi

CONSACRAZIONE generosità

CROCE sofferenza

PECCATO esame di coscienza

CROCE