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MARIA ORIENTA TUTTA LA SUA VITA VERSO DIO

MO13 [07-05-1965]

7 maggio 1965 Meditazione ai Religiosi e ai Novizi della Casa dell'Immacolata. Don Ottorino, continuando il commento a qualche pagina del libro di p. Francesco Franzi: "Esercizi mariani per sacerdoti", illustra come Maria abbia indirizzato tutta se stessa e ogni momento della sua vita verso Dio. Il testo originale è registrato e la sua durata è di 32’.

MO13,1 [07-05-1965]

1.Continuando la meditazione di ieri mattina, abbiamo visto la Madonna che riconosce, cioè... una creatura quando riconosce quello che ha ricevuto, cerca di mettersi completamente in rotta - no da Roma a Vicenza! -, mettersi in rotta completamente nell'amore di Dio, cercando di fare la volontà del Signore. Abbiamo visto la Madonna che, capito quello che ha ricevuto - e essendo una creatura, ha ricevuto - e si é messa completamente a disposizione di Dio.
"La consapevolezza di Dio nella vita della Santissima Vergine si esprimeva nello spirito di religione, che suscitava e animava ogni sua attività". Quando un'anima – si diceva ieri mattina – non é offuscata dall'errore, dall'inganno, vi ricordate no? allora capisce e si getta, si tuffa nelle mani di Dio, si mette, - dicevamo le parole - ,subito in una incondizionata sudditanza e si orienta coscientemente, volutamente, lietamente con tutta la sua vita e nella sua attività verso Dio. Queste erano le parole press'a poco, no? Ora vediamo, la Madonna ha capito e si é messa come nessun'altra creatura, si é messa in questa rotta e ha manifestata esternamente questo nella virtù di religione. Ecco il punto dove dovevamo... tanto per riallacciarci un pochino, per chi non era presente. "La religione é la virtù che induce l'uomo a indirizzare se stesso e tutte le sue cose a Dio". Vinicio, sei religioso se tu indirizzi te stesso e tutte le tue cose a Dio. Te stesso prima di tutto e dopo anche le tue cose, le tue case prefabbricate, a Dio. Anche quando hai lavorato mezza giornata intera e sul più bello che hai lavorato ti salta tutto. Mi me sé capità proprio ieri. Abbiate compassione quando sarete preti, quando vedete qualcuno che si arrabbia – no col tira besteme - col se rabia.

MO13,2 [07-05-1965]

2Ieri dopo mezzogiorno go girà destra e sinistra per riuscire... l'assistente Mariano... beh, siccome che i ghe ciama l'assistente Mariano no... come l'assistente sposato. Mariano ghe toca andar via: el va dal dentista, i ghe cava el dente del giudizio, perciò el vien casa senza giudizio, no. Chissà quanto che ghe farà male! Mi ghinò vudo par otto giorni chela volta; po' lù con la paura ch'el ga, el ghi 'narà par 15. I xé andà dentro a tochi, non i gera boni... i sitava vegner fora, ma con i ferri, senza tochi de dente. Immaginarse ogni volta ch'el vedea questo, cosa che capitava, no. L'é andà co so moiere dal dentista, e i ghe ga cavà i denti a so moiere; el so picolo i lo gà curà, e lu i ghe ga cavà el dente del giudizio. Dunque, el ga lavorà, poareto una giornata per preparare i stampi delle mortadele, là, dele cornise; bisogna metarle sù, entro domàn bisogna meterle su, non ghe xé gnente da fare!, e ghe manca ancora come farle. Sicché dopo mezzogiorno, ieri non gera pronto gnente: mancava la materia prima. E allora, dài, telefona a destra, telefona a sinistra, finché ghemo trovà un pochetin la materia che paréa che 'ndasse ben. Infatti ghemo sagomà, messo sù el toco de nichelcromo, qualcosa de simile al nichelcromo; ghemo sagomà, tribolà a meterlo su, fato una proveta, provà aumentare un po' la potenza, taca la spina, diventa incandescente: schhh... e improvvisamente el xé scomparso. Tutto el nostro lavoro! Gera le otto e mezza. Sul più belo che credivino che tutto fosse a posto... ciò lì ghe sarìa stà un colpeto... no oche, ma de quele robe là insomma, de quele robe là. No contro el Signore, eh ma digo... qualche volta sta pora gente, poareti, che i lavora, i lavora, eh pazienza! Dopo cena se tacarà n'altra volta, a mezzanotte xé sta finìo. Adesso par ch'el vaga ben, se Filippi nol ghe mola corrente de pì. No, Filippi?... (interruzione).

MO13,3 [07-05-1965]

3.Figlioli miei, indirizzare tutto a Dio, anche quando se brusa la resistenza. Perché xé facile indirizzare a Dio: "Signore, ti ringrazio perché gò tante vacchette in stala. Ti ringrazio perché gò un maestro dei novizi ben pasciuto e rubicondo che el fa el bon putelo". Ma ringraziare anche quando che i te porta via i schei dal cassetin, vero Ferracin? No solo quando che nell'ora delle visite i te impiena le casse, ma anche quando che i vien vodarte le casse. Saper ringraziare il Signore anche quando le cose va storte.
Ebbene la virtù di religione é quella che induce l'uomo a indirizzare se stesso e tutte le sue cose, tutte, capissito?, tutte le sue cose al Signore. "Tale virtù suscita gli atti propri della religione, quali la preghiera..."; quando tu hai la virtù di religione, allora la virtù di religione suscita in te gli atti propri della religione, "...quali la preghiera, il culto, e anima del suo spirito tutta l'attività dell'uomo, anche quella di per sé profana, di modo che tutta la vita assume spirito e significato di preghiera e di culto".

MO13,4 [07-05-1965]

4.Capito? Quando hai la virtù di religione che induce l'uomo a indirizzare tutto se stesso e le sue cose al Signore, allora nasce naturalmente la preghiera, nasce il culto - e allora uno va a Messa, ascolta la Messa – e anima, questa virtù di religione, tutta la vita dell'uomo. Per cui tutto quanto, tutte le azioni; e xé el punto dove che gavemo da rivare: alla virtù di religione, alla virtù che prende in pieno.
Femo conto che Mariano sia un pandolo – no l'è mia un pandolo, eh - femo conto ch'el sia un pandolo e supponemo che don Luigi Furlato sia una scudela de vin grande, grande, grande: prendo el pandolo e lo metto dentro, e vien fora el pandolo tutto quanto rosso de vin... se nol ga el sangue blé, capito? Ecco, quando che hai la virtù di religione... immersi completamente in Dio! Per cui sei tutto a disposizione di Dio, completamente a disposizione di Dio.

MO13,5 [07-05-1965]

5."Pensiamo ad un settore di quest'attività religiosa di Maria".
E adesso vedemo la Madonna, no? Perché quando un'anima capisce questo, si mette a disposizione di Dio e nasce la virtù di religione. Vedemo la Madonna e vedemo se xé nate queste robe nella Madonna. "La preghiera, la sua preghiera! Ella usava le grandi preghiere rivelate: i salmi. Quale luce, quale sapore doveva trovarvi quell'anima immacolata!". "Il Signore é il mio pastore, non manco di nulla", no?, lo gà recità la Madonna: "...e mi conduce a pascolare", tutte quelle immagini meravigliose, ela le capiva pì de mi, no? Anche perché el latino nol ghe gera in mezo, sa, i parlava quela lingua là, chissà come che i ghe spiegava pulito... fatto si é che la Madonna, i salmi che recitiamo noi, li recitava anche la Madonna. Non so come che la gavessa recità el "Miserere", poareta ela... "Miserere mei Deus", "Lavami e sarò più bianca della neve". Nella sua umiltà chissà quante volte che la gavarà dito: "Lavami Signore, e sarò più bianca della neve...", ma più bianca de quelo che la gera! Sarìa stà male che la fusse stà bianca come la neve, perché la gera più bianca èla della neve, la sarìa stà sporca! "Quale luce, quale sapore doveva trovarvi quell'anima immacolata! Che esultanza, che potenza di preghiera, di culto saliva dal suo cuore!". Pensé la Madonna dopo, per esempio, l'Annunciazione: la Madonna che prega. La Madonna che prega prima e la Madonna che prega dopo. Quando, ...vito Azzolin, la Madonna pregava prima, non la saveva mia èla che la gera "immacolata", non la saveva mia che la gera "piena di grazia", e trovarsi improvvisamente lì a pregare. Pensé el Signore, quando ch'el vardava in terra e vedeva vegner fora questo profumo di incenso che saliva verso il cielo, la preghiera della Madonna. La preghiera dopo, della Madonna quando che porta Gesù nel cuore, quando che "et Verbum caro factum est", la Madonna che in quei nove mesi prega. Pensé che potenza quando che la Madonna si rivolge in alto. Pensemo il momento, per esempio, quando che é là un pochino, che San Giuseppe non sa ancora niente, e xé una preghiera piena un po' di amarezza, ma di fiducia, fiducia e amarezza: "Signore, Signore, penseghe ti! Signore, penseghe ti! Qua i me credarà un'adultera, chissà cosa che sarà... Signore, penseghe ti! penseghe ti!". La xé una preghiera! La le gà provà tutte, savìo, la Madonna! Proprio la preghiera, proprio il cuore di una mamma che si rivolge in su verso il Signore. "Dalla terra non era mai salita una voce di redenzione e di culto che potesse stare al pari"... (interruzione). Dalla terra non era mai salita una voce che andava in su... Pensé: dalla terra gera salìa al cielo la preghiera, il miserere di Davide, no? gera salìa la preghiera di tanti Profeti, di tanti Patriarchi, gera salìa la preghiera, per esempio, della buona Giuditta, gera salìe tante preghiere dei profeti, ma una preghiera come quela dela Madonna!, sia per la persona, sia per la grazia che ga la Madonna, per l'innocenza della Madonna... Ma come gavarala pregà la Madonna? Di certo non la gà mia pregà come che la pregarà adesso in paradiso, xé differente, no? E' sempre una creatura, ma anche la creatura, la creatura con quanto amore gala pregà la Madonna?

MO13,6 [07-05-1965]

6."Già risuonava, come una eco proveniente dal cuore della Madre, la 'Gloria Deo' che tra breve avrebbe elevato dal seno di Lei, in unione con Lei, il Verbo incarnato. Dal suo spirito di religione cogliamo alcune espressioni sicure, rivelate. Anzitutto il suo voto di verginità: esso esprime la sua volontà di essere 'sollicita quae Dei sunt, quomodo placeat Deo'".

MO13,7 [07-05-1965]

7.Cioè, in pratica, la Madonna ha fatto il suo voto di verginità per essere completamente nelle mani di Dio, per fare tutto quello che piace al Signore, per essere solo del Signore. Ecco il voto di castità come é unito al voto di povertà, é unito al voto di obbedienza che si riduce a uno, no?
Eh, scusate: quando uno ama il Signore, si tuffa nelle braccia del Signore, perciò... sa qualo xé che costa de pì dei voti? Sì, costa de più, se se vole vardare quelo de obbedienza, ma non i costa de più gnanca uno perché... solo quel che vole el Signore. Xé chiaro, xé un spartire – non so se il maestro sia d'accordo con me - ma é un dividere le varie parti che diamo al Signore, xé darghela così... ma, in fondo in fondo, mi dono al Signore, sono del Signore, mi metto a disposizione del Signore, e se sono a disposizione del Signore, lascia lì tutto per darmi al Signore; perciò il voto di povertà. E se sono a disposizione del Signore, per forza el me corpo, anima e volontà e tutto sono a disposizione del Signore. Bisogna capire sta roba qua. Ecco la Madonna che, prima roba della sua virtù di religione, sgorga oltre che la preghiera, sgorga la donazione, perché uno che veramente ama il Signore si dona, si offre. Ecco dunque: "Ogni voto é atto della virtù di religione", insegnerebbe il Padre Maestro, no? é un atto della virtù di religione, non é tutta la virtù di religione, é un atto...: "questo di Maria ne é purissima e perfettissima espressione".

MO13,8 [07-05-1965]

8.Perciò attenti: la Madonna ha capito di essere creatura, ha capito cosa il Signore ha fatto per Lei e si mette a disposizione, si dona con la preghiera e con la donazione di se stessa: "Ecce ancilla Domini". Dunque prima espressione: i voti; seconda: "Ecce ancilla Domini".
"E' un'altra rivelazione del suo spirito di religione". Son tutte rivelazioni che troviamo nella Scrittura del suo spirito di religione, per cui capiamo che veramente aveva lo spirito di religione, cioè che era veramente in mano di Dio. "Se sgorgò dal cuore della Vergine dopo il messaggio dell'Arcangelo, non maturò però soltanto allora: era il sentimento che sempre aveva colmato il suo cuore. quando il suo cuore si aprì non poté da esso sgorgare che questa dichiarazione semplice e assoluta di dipendenza, di sudditanza, di obbedienza. Maria in tali disposizioni, anzi di tali disposizioni, era vissuta sempre". Non vien fora improvvisamente nella Madonna quando che vien l'angelo dal paradiso a domandarghe se la vol essere la mamma di Gesù: "Ecco la serva del Signore...". Quasi, quasi prova a prenderla così: "Senti, el Signore lo sa: ecco qua, non son la so serva? non son tutta sua?". Mette solo quell'obiezione: "Ma, quomodo fiet istud? Ma come é possibile?". "Lo Spirito Santo vegnerà lu, metterà a posto lu, eccetera". "Va ben! Non son la serva? non son a disposizione di Dio?". Non é una cosa che nasce improvvisamente essere a disposizione del Signore. Ma dice, no, il testo qui, dice: "Quando il suo cuore si aprì non poté da esso sgorgare che questa dichiara zione semplice e assoluta di dipendenza, di sudditanza, di obbedienza".

MO13,9 [07-05-1965]

9.Quando la ga capìo cosa che i voleva, no, lassù, non poteva che sgorgare questa: "Ecco la serva del Signore! Non son sua?".
Vorria dire quasi, se ghe disesse a Matteo - lassé stare i paragoni...-: - Matteo, me feto un piasere? - Ma don Ottorino, basta che el parla! - Me feto un piasere andar fino a... - Ma scherselo, don Ottorino? - Te dispiase, don Matteo farme sto piasere? - Ma scherselo, el me diga. Ghe occorre altro, don Ottorino? Ecco, non te dirissi così? Se te lo disi con un poro omo, perché non dovemo dirlo col Signore? Ecco la Madonna, no? Il Signore ti domanda una cosa, ti domanda un sacrificio: "Signore, te occorre altro?". Se el te manda una croce, don Venanzio... "te occorre altro, Signore?. Scusa, te dispiase che te gapìa dà quela crose?. No, no per carità! Te occorre altro? Non son tuo? Non son tuo? non son tuo?". Anche la crose che se fa con sti festeggiamenti... pazienza! "Non son tuo?", se accetta dalle mani del Signore. Cosa che xé da ridare? (Don Luigi Furlato: el ga dito che sarìa ora!...). Sarìa ora? Infatti, non accettemo le concelebrazioni?... Volontà di Dio! Terzo, terzo... xé meraviglioso, no? La Madonna come che la risponde, dixe sì. Terzo. "Il Magnificat é un altro fiotto che trabocca dal suo cuore pieno. Non fa che ripetere in voce di esultanza e di culto 'l'Ecce ancilla Domini'".

MO13,10 [07-05-1965]

10.Vardé che la santità xé una roba semplice, semplice.
Quella roba famosa che mons. Luna ga dito – non so se ve la ricordé bene - che el ga dito una sera qua che... (interruzione)... Cosa? Parla forte! No! El ga dito un'altra roba, el ga dito: "Mi, el ga dito, go confessà tanto nella me vita, el ga dito, ma credo pensandoghe ben, che tutte le questioni che go trovà in confessionale, me mama le garìa risolte istesso, non la garìa trovà nessuna difficoltà a risolverle. Ripensando ben, el ga dito, penso che me mama le garìa risolte tutte". Perché? Perché la gavéa la sapienza, no? la gavéa la sapienza. Ora, ricordeve che pì veci ca diventé più ve acorzarì che se riduse tutto a semplicità, ad unità, ad unum. Il famoso: ama Dio e fa' quello che vuoi, di sant'Agostino ve accorsarì che xé una realtà. Ma naturalmente xé un: ama Dio, capire cosa che vol dire amare Dio, perché non si può dire: ama Dio e fa' quello che vuoi, se non te ami. Se te ami Dio te si completamente a disposizione di Dio. E a disposizione di Dio, vero, te senti el bisogno di mettere te stesso e le tue azioni a disposizione di Dio, no? Eh, caro mio e allora te fe come papa Giovanni: "Beh, cosa dìxelo el Vangelo? cosa dixelo? Così... Allora fa' così". Te senti Dio presente che el te dixe: bisogna far così! Se te ghe un muro e bisogna passare là, non si discute, é chiaro? Ora ecco che la Madonna, quando che la fa el voto di verginità, quando la Madonna prega, quando la Madonna dice: "ecce ancilla Domini", quando la Madonna grida il "Magnificat", xé tutto quanto un'espressione di questa sua donazione: é una manifestazione esterna di una donazione.

MO13,11 [07-05-1965]

11.Attenti che la vita nostra spirituale non deve essere una cosa studiata, mi spiego? State attenti! Dunque devo fare così, adesso devo fare colà, quando parlo devo dire così, eccetera. Deve essere una cosa spontanea, naturale che sgorga non da... E' come la pedagogia, uno o é nato, capisce se el ga lo spirito di pedagogia e se nò el pol studiare fin ch'el vole, el fa de chele faloppe che le sé madornali. Se el pretende... guardate che gliel'ho detto anche a padre Mellinato - adesso non state mica dire che predico contro padre Mellinato, poareto...

MO13,12 [07-05-1965]

12.La psicologia xé robe bellissime e meravigliose -, ma se uno pretendesse per esempio un mamma pretendesse di educare i figlioli prendendo in mano tutti i trattati di pedagogia e seguendoli, e non assorbendo, le xé ottime, bellissime ma... non assorbendo comincia a far le categorie e quando invece de metterghe na s-ciantina de cuore, la scomissia a fare così, come che xé successo, ve go dito, ve go sa accennà, a un padre spirituale dei Comboniani, questo me lo ga dito padre Bertinazzo a mi, che el gera padre spirituale del liceo e el se gaveva fissà tutte le categorie, i caratteri, distribuire i tusi secondo qua, secondo là, secondo là scientificamente, e hanno perso decine e decine de vocassion, e ancora adesso ghin portemo le conseguenze in teologia. Cosa da matti! i xé stà 'sassinà, 'sassinà! Per anni e anni. Perché el se gavéa messo in testa de inquadrare scientificamente la cosa. Xé giusto savere quele robe, sarìa come quasi...
Dunque mi devo essere a disposizione di Dio, perciò adesso devo... No! Devi essere a disposizione di Dio. E perciò deve naturalmente da te sgorgare questo: in ricreazione, in tutte le tue azioni, nelle parole che dici, nei giudizi che fai delle persone, nel modo di... deve sgorgare, deve essere vita, non una roba studiata. E devi studiarla, tutto quello che vuoi, ma state attenti che deve essere vita.

MO13,13 [07-05-1965]

13.La gente vuol vedere vita, vita, vuol vedere gente viva. E Dio vuole gente viva, che viva la realtà. A me non interessa niente che uno sia capace di descrivermi meravigliosamente la "1.100", descrivermi meravigliosamente le regolette stradali e dopo non abbia i riflessi pronti e nol xé bon guidare. Deve sapere, benissimo!, ma se ghe xé un po' de... piuttosto preferisso che el gappia un poca de ignoranza sul motore, che el gappia un po' de ignoranza sulla storia della "1.100", che nol sappia distinguere la "1.100" dalla "Flavia" o dalla "Aurelia", non interessa gnente!... Che el sia bon guidare e chel sappia un pochino le regole stradali, che nol vaga dosso su un coston, ch'el vaga vanti e el se copa o ch'el copa i altri, no? Ch'el sappia le regole stradali e ch'el sia bon tegner la macchina e ch'el gappia i riflessi pronti: co vien fora na bicicletta el ghe daga na frenada, e correre dove che se ga da correre, e frenare dove... Questo me interessa a mi! Dopo, meio! meio se co 'ndemo par strada el vede na "Flavia" el comincia un'ora a parlare della storia de come che la xé vegnù fora; dopo el ghin vede un'altra, un'altra ora ancora... Benissimo! benissimo! Tutto quel che volete, ma, ma hou... Sennò vien fora la storia del barcarolo de Venessia: "Seto Dante? seto qua?...". "Seto noare?" Ve ricordaré la storia, no?

MO13,14 [07-05-1965]

14.Ecco la Madonna, ecco la Madonna che savéa noare, che savéa noare su ste robe qua, e perciò era a disposizione di Dio e non poteva che venir fuori questo. Xé importante sta parola qua. Non poteva che venir fuori "L'Ecce ancilla Domini", quando l'angelo gà parlà: "Son la serva, eccola qua, sono a disposizione di Dio", non poteva che venir fuori il "Magnificat". Ci sarebbe da meravigliarsi se fosse venuto fuori qualcos'altro. Non poteva che venir fuori: "Signore, hai fatto cose grandi, lo riconosco, lo vedo anch'io. Colui che é potente ha preso una povera creatura, l'ha alzata su... Fecit mihi magna... E dopo sto' momento mi diranno beata. Ma varda che robe bele! Varda Signore, grande Signore, bon Signore, mio grande e bon Signore!", no? capisci?
"Così Maria si sentiva creatura di Dio. Così la creatura che vuol vivere la verità deve sentire i suoi rapporti con Dio"

MO13,15 [07-05-1965]

15.E qui ci sarebbe la seconda parte: come dobbiamo sentirci noi creature? Me ghìo seguìo abbastanza fin qua?, don Luigi, abbastanza chiaro? si o no? Ecco, come la Madonna si é sentita creatura. Adesso qui il tempo xé massa pochetto per fare el resto, no? ghìo pì caro ca lo femo o...? Lo femo? O che meditemo? Andemo vanti!
"L'eresia dei nostri giorni, ha scritto padre P. G. Faber, é che l'uomo non ricorda di essere creatura e non sa che cosa voglia dire avere un Creatore. Quanti ignorano Dio o se ne dimenticano affatto (anche tra i preti). Dio ci sarà, a noi però non interessa". Quanta gente a cui non interessa Dio, nel mondo di oggi, cui Dio non interessa, le cose eterne non interessano, e forse quanti anche tra noi, a cui Dio interessa poco, a cui Dio si interessa alcuni momenti della giornata. "Di qui l'indifferenza religiosa, l'autonomia morale, la laicità della vita individuale, famigliare, sociale; anzi la tenace difesa e propaganda dei diritti del laicismo". Gaetano, che ci possano essere tra i preti, religiosi, dei laici? Varda che i laici non xé mia come Natalino che i xé vestii in braghe... che ci possano essere? "Inter nos... sunt multi imbecilles et dormiunt multi". "Anche nel sacerdote questa accesa mentalità laicista può insidiosamente infiltrarsi ("et inter nos"). Si vuole ridurre Dio, i suoi diritti, la religione ad un settore chiuso della vita: il settore della pietà e del culto". Fuori di esso, si vuol parlare, pensare, vivere come i laici. Attenti, perché non ci si accorge, ma si casca dentro. "Alla scuola della Santissima Vergine invece riconosciamo anzitutto che vi é un carattere sacro in tutta la nostra vita, in ogni cosa creata. Ogni cosa, noi stessi siamo in continuo rapporto con Dio: In ipso vivimus, movemur et sumus. Sentiamo dunque Dio non come un estraneo, ma come il grande presente nella vita, nel creato, nella storia". Figlioli, meno estasi dinanzi ad articoli retorici che trovate nei libri, e più estasi dinanzi ad un uccellino là, de quei de Venco... no par quanto che i costa o come che i canta, ma sentire Dio, sentire Dio! Dinanzi ad un tordo... Là, sotto le pioppe, te te metti là a vardare gli oseletti, con le gambe par aria magari, vero Michele?, là sora le pioppe, con le gambe là su e se varda... Guardare le foglie e pensare all'azione clorofilliana, sta azione: varda ti che robe meravigliose che ga fatto el Signore! L'atmosfera piena de anidride carbonica, e varda ti, le piante le assorbe anidride carbonica e le butta fora ossigeno; sé vero che anca ele magna ossigeno, ma tutto considerato le ghin butta fora de pì de quel che le magna. Ma varda che meraviglia, no? El Signore che col verde così el mette a posto un pochino l'ossigeno di cui abbiamo bisogno e nello stesso tempo vardé che spettacolo: bisogna che gavemo del verde per gli occhi, per la vista, per riposare, e el Signore lo ga messo qua. Sentire Dio, sentire Dio!

MO13,16 [07-05-1965]

16.Questi sono i libri che dobbiamo leggere, ma sul serio. Guardate che ci può essere una libidine sciendi che può essere pericolosissima! El me varda el maestro, perché el seita domandarme libri... Interessa la libidine, invece, vivendi e videndi? Di veder Dio, quela sì, sentire il Grande Presente, il Grande Presente. Guardo il cielo e sentirLo presente; guardo l'insetto che é lì, sentirLo presente; vedo na formiga e penso a Dio: la ga creà, conosce tutto de quela formiga, anche i so antenati. Quanto piccoli ca semo noialtri, perché magari semo specializzà nel studiare na gamba della formiga, allora "mi son qualcossa". Conosce na gamba della formiga e relative, molto relative... Infatti i fisici del secolo scorso o dell'altro i gera tusiti de scola elementare confronto dei fisici de adesso, no? E quei de adesso i xé dei pori scemi in confronto del fisico che se ciama Dio. I xé da Cottolengo, da "boni figli", i fisici de adesso confronto Dio. Anche i laureati, eccetera, confronto de Dio i xé dei boni figli del Cottolengo, "buoni figlioli" da Cottolengo... Vien da domandare, fioli... credo che...
Concludiamo. Un serio esame di coscienza - signor maestro -, che ci anima nel senso religioso che portiamo nella vita: che posto facciamo a Dio nei nostri pensieri, nelle nostre deliberazioni, nei nostri giudizi, nelle nostre opere? Come possiamo accrescere e coltivare questo senso religioso, lo spirito di riconoscenza, di dipendenza, di obbedienza a Dio? Come può essere la nostra vita perché sia davvero "itinerarium ad Deum?". Farò mio il programma del beato Vincenzo Pallotti: "Non gli onori, ma Dio; non i piaceri, ma Dio; non le ricchezze, ma Dio! Dio solo, in tutto e sempre". O Madre, dammi lo spirito del tuo Magnificat e fammi vivere il tuo: "Ecce ancilla Domini". Andiamo!