1 Notizie dal Brasile: una lettera dal nostro caro don Lino... a don Ottorino e don Aldo.Quando si va in una missione, qualunque sia la missione, bisogna essere in grado di capire... questo lo dico anche a voi, capire la possibilità di resa, saper cogliere dalla sostanza l'essenza della cosa.Perché, per esempio, io posso andare in una campagna e vederla bella, messa bene, eccetera, e dire: "Ciò, varda che bella campagna!", e la compero per... so io... un milione al campo. Guardo un'altra, e vedo... e allora invece non la voglio comperare per un milione al campo. Ora, il bravo contadino, Toni me darà rajon, bisogna savere, capire la terra che ghe xe! Perché una può essere tenuta male e l'altra può essere tenuta bene, ma bisogna vardare la sostanza. Perché una può essere tenuta anche bene, ma essere terra quasi de montagna che rende poco... tegnù bene, con quattro piantine, messa bene... vero Toni? Dico male? Può essere l'altro... un terreno buonissimo che l'è tegnù male e che no te ghe darissi tre schèi a vedarlo, a vedarlo, ma uno che se ne intende vede che lavorandoghe sora tre quattro anni bene, qua vien fora un spettacolo, un giardin, vien fora. Gh'in compro... questo gh'in compra diese de quele là, uno de questi. Non so se avete capito il pensiero... Cioè, non accontent... la vernice di una macchina non vi dice cos'è la macchina. Un tornio per esempio, quando vien fora dall'officina, se non è stuccato e verniciato: "Bah, insomma...!". Se ti presentano magari un tornio che vale meno ma è verniciato, tu hai subito una bella impressione. Ora proprio voi dovreste abituarvi a captare un pochino quella che è la sostanza.
MO153,2 [5-03-1967]
2 Vedete, quando noi siamo andati in Brasile, per esempio... parlare del Brasile, ma questo lo dico anche del Chaco, per quelli che andranno al Chaco; al Chaco siamo andati... anche quando siamo andati a Crotone... a Crotone abbiamo visto la possibilità di una... di un avvenire, ma non è che si va là e siamo subito, sa, e stiamo già raccogliendo: bisogna sudarci sopra!Per esempio, in Brasile io ho visto questo... Io sono venuto a casa e ho detto: "Guardate che in Brasile le cose sono così... può divenire la Vicenza dell'America Latina!". Verrà certamente la Vicenza. Perché? Ciò, si ha il vantaggio grande che quella zona lì intanto climaticamente è ottima: quattordici-trenta gradi; ma è chiaro, relativamente al Brasile è ottima, ma quattordici-trenta gradi sono quattordici-trenta gradi! Per uno che parte d'inverno qua e va là, el xe un caldo da morire trenta gradi! Infatti, in un'altra lettera che scriveva... è stata scritta: "C'è un caldo enorme!"... sui cinquanta gradi al sole e trenta all'ombra, vero... Questo l'ho detto: dai quattordici ai trenta! Non è stato detto trent'uno, vi ho detto quattordici-trenta. Ma un conto è dirlo e un conto è adesso sentirlo quel calore, no? E bisogna anche abituarci. Ora, rispetto ad altre parti del Brasile... Mi aveva scritto una lettera Marzotto dicendo che sono andati a Resende perché c'era un caldo da morire a Rio, e sono andati a Resende perché, sa, per loro è andare ad Asiago andare a Resende! I signori di San Paolo vanno a Resende per... Capite? Ora, se uno forse viene dal Chaco e va a Resende: "Qua siete in Paradiso!". Ma uno che va a Resende la prima volta: "Ciò, ma qua, oh, oh! Come xela?". Del resto, il primo caldo che ci capita sulle spalle a noi a giugno cosa fa? Fa la stessa cosa, e dopo ci si abitua, un pochino. Perciò questo dovete mettervelo in testa.
MO153,3 [5-03-1967]
3 Quando io sono andato, per esempio, là al Chaco, ho trovato un sacerdote di quarantacinque anni che era andato là da Roma, era andato lì, erano quindici giorni che non trovava pace, non ne poteva più, era abbattuto, avvilito, eccetera. Bisogna anche ambientarsi un pochino! Vedeva tutto nero: "Guarda che roba... guarda qua... guarda là...".Che cos'è che facciamo noi quando comincia il primo caldo a giugno? Passiamo delle giornate che non semo boni a far gnente, se se senta de qua, de là... Dopo do tre giorni se scominsia un pochetin ad animarse... e insomma il caldo, sì, lo sentiamo ma non è più quello di prima. Ecco, questo... È giusto, digo, Toni, sì o no? Sa, perché penso che anche ti, Zordan, a Crotone gavì trovà la stessa roba, no? A un dato momento ci si ambienta, no, ci si ambienta in quello... sia climaticamente che...Sul resto ho detto: "Guardate, c'è una commissione di laici ottima, ho visto delle persone ottime, no? Però dentro c'è, c'è una corrente che... sa, c'è Marzotto che è uno spettacolo, sa, quello è pieno di soldi e può fare, e ha promesso di fare. Ci sono i ricchi di Rio e di San Paolo che vengono lì, sapendoli girare un pochino... sapendo così...". Non vuol mica dire che andiamo là e abbiamo già un pacco così di milioni da una parte, e adesso basta sentarse a tavolino e spenderli! No, scusate, i benefattori ci sono, ma bisogna curarseli dopo, i benefattori, bisogna starci dietro, no, come abbiamo fatto in tutti questi ventisei anni qua. Il Signore ci ha aiutato, ma dobbiamo metterci anche la parte nostra, un pochino. Scusate, se ogni mattina domandiamo operai, se le cose vengono fuori da sole è inutile che mandiamo operai, è inutile che mandiamo preti e assistenti se già i fiori vengono fuori da soli! Invece no, vi mandiamo ad arare la terra, a gettare il concime, seminare e poi anche a raccogliere. Ma noi sappiamo che raccoglieranno gli altri, caso mai. Vi dico, è una terra fertile, dove si può... certamente si ripromettono dei frutti meravigliosi. Questo lavoro bisogna farlo.Ora attenti, no, vi dico perché possiate capire questa lettera qui.
MO153,4 [5-03-1967]
4 Perciò è chiaro che loro andando in Brasile han provato un po' di delusione; sa, si aspettavano... Comunque io ho detto, ho detto ripetutamente: "Guardate che là l'operaio prende pochissimo: oggi prende settantamila cruzeiros, ventimila ci vogliono per pagare l'affitto della casa, gli altri cinquantamila corrispondono a dodicimila e cinquecento lire: patiscono la fame insomma!". L'ho detto questo! Va ben? Ora, ho detto che Marzotto aiuterà, che faremo la scuola professionale, ma gli operai, la gente sono nella miseria, insomma. Vi ho detto anche che non ci sono le mutue, le previdenze, eccetera. Il medico devono arrangiarsi a pagarselo, le medicine devono pagarsele, non c'è nessuna pensione, non c'è niente per l'operaio: come eravamo qui una volta... La situazione è questa. Arriviamo là per aiutare questa povera gente, per dare una mano a questa povera gente. Mi pare che l'abbiamo ben detto. Ho detto: è un posto che dove ci si può certamente un domani lanciare e fare, ma questa è la situazione: "Misit vos evangelizare pauperibus", siamo mandati per evangelizzare i poveri, eccetera.Ora, mi hanno promesso di fare... laboratori, fare casa per i Religiosi, fare stanze, eccetera eccetera: questo è stato promesso. Il nostro programma era: prima che facessero almeno questo fabbricato, e poi si va. Avevamo fatto un programma chiaro e preciso, scritto: prima parte il fabbricato dei Religiosi; quando è fatto il fabbricato dei Religiosi, noi mandiamo i Religiosi, però non prendiamo in mano l'Istituto finché non sono stati fatti i laboratori. Intanto... una parrocchia, eccetera eccetera. Senonché, capita che improvvisamente la suora che era all'Istituto si ammala, restano sti ragazzi così da soli, mi scongiurano da là: "Faccia la carità, anticipi i tempi”. Il dottor Marzotto: “Faccia una carità, che vengano a prendere in mano questi ragazzi, non sappiamo cosa fare, eccetera". Possiamo noi metterci in urta e dire: “No quando sarà pronto noi veniamo”? Sembra quasi quasi che facciamo i signorini, che non ci fidiamo di loro. Quando che hanno detto... quando che hanno mandato ripetutamente il disegno per le correzioni, eccetera... sembra quasi... Abbiamo detto: “Pensate voi; a noi basta che ci sia questo e questo!”. A un dato momento si manca di fiducia un pochino... Poi si è messa in mezzo anche la stagione delle piogge, che quest'anno è stata tremenda; sappiamo già quanti morti che ci sono stati, e perciò hanno finora insomma l'impossibilità di fabbricare per causa del tempo; proprio sarebbe stato impossibile.
MO153,5 [5-03-1967]
5 Ora, un Marzotto che vi promette, vi assicura, fatta la Società, eccetera, considerato tutto, io ho radunato don Luigi, don Lino, Giovanni, e ho detto: "Sentite, la situazione è questa: noi eravamo d'accordo così; se voi vi adattate andar lì, eccetera, così così, va bene? Guardate però che la canonica dovrebbe essere pronta, stando alle promesse del padre John, la canonica xe pronta... e ve a piazzarve caso mai nella canonica; però, se c'è bisogno dell'Istituto vi arrangerete lì, adattandovi un pochino, per un primo tempo”.È chiaro che don Luigi e gli altri sono andati là e don Luigi è stato un po' male perché non ha trovato la canonica finita, padre John era andato in ferie tre mesi in Spagna, ed è tornato e la canonica non era finita; naturalmente non ha trovato la macchina e allora dice al padre John: "Sa, dice, avevano promesso di dare una macchina...". E il padre John: "Ma io non ho promesso niente!". "Ma come? Ma qua, ma là...", e si è trovato senza macchina. Lì nell'Istituto c'è una Volkswagen vecchia che non va tanto bene e don Luigi dice che son dodici kilometri per andare al paese, eccetera, robe che piano piano vanno a posto, ecco...Ma questa, anche, lettera che adesso vi leggeremo, se porta un pochino di senso, non dico di pessimismo, però nota un pochino di difficoltà, io vi dico: "Non state aver paura, perché le difficoltà si devono trovare, altrimenti le opere di Dio non vanno avanti!". Primo. Secondo: per qualche mese bisogna che sentano le difficoltà, se no non sarebbero neanche uomini; perché si trovano in ambiente nuovo, temperatura... se no bisognava abituarsi prima.Mi diceva mons. Luna che per abituarsi in Guatemala ci vuole un anno e mezzo... dopo un anno e mezzo si capisce che non si aveva capito niente prima di venire dentro! Io non l'ho mica detto ai Religiosi, perché se no si spaventavano prima di andar via, no? Però dopo si abituano e si sono abituati tutti, ha detto! Ora, pazienza, no? Mentre lì in Brasile... al Chaco sarà fatica, cari figlioli, come in Guatemala, in Brasile invece si tratterà di qualche mese per poter abituarsi un pochino.
MO153,6 [5-03-1967]
6 Ora, finché si abituano al clima... poi la questione della difficoltà della lingua: sa, non poter... magari uno domanda quarei... Nell'altra lettera che mi ha scritto don Luigi, che è un po' riservata, l'altra lettera, diceva che alle donne ghe diséa de far de manco de nda roba e le buttava dentro quell'altra sulla minestra. Te sé, magari el ghe diséa: "Fe de manco de mettere dentro i pevaroni in tecia!", e magari le buttava dentro nda brancà! Non poder... sa, no poder aver una persona e poder dire: "Sa, fa’ de manco qua e fa’ de manco là..."... a un dato momento... Cosa? Sì, capì chiaramente la difficoltà, la difficoltà della lingua, la difficoltà dopo di usi e costumi, del cibo, poi; sa, abituati un pochino all'ambiente nostro...E qui io vi pregherei, proprio pregherei, è un esame di coscienza che ho fatto, sai, caro don Luigi e compagni, abituarvi un po' austeramente, abituarvi un po' austeramente. Guardate, ve l'ho detto, mi ricordo i miei amici che sono andati missionari, per abituarsi alla vita missionaria mangiavano le mosche, mangiavano le lumache per abituarsi... "Chissà cosa mi capiterà di fare! Chissà cosa mi capiterà!". Proprio per abituarsi alla vita missionaria. Figlioli, abituatevi a non diventare delle signorine, perché adesso purtroppo la disgrazia nostra è questa, in questi ultimi anni nella nostra nazione qua in Italia, insomma, abbiamo un po' di tutto, il mangiare c'è, e c'è un po' di tutto. Ma voi andate in nazioni logicamente dove dovete tornare indietro di cinquanta sessanta anni. Noi, quando eravamo giovani, eravamo abituati: polenta e scopetòn, polenta e fighi, eravamo, sa, abituati a mangiare così, non c'era altro! E se volemo andar missionari, bisogna andare ancora indrìo. Adesso, uno che è abituato al suo frigorifero, ad aver questo, aver quello in casa, sa, sa, la frutta, eccetera. Ma la frutta costa, ma qua, ma là! Ciò... figlioli miei, abituatevi a un po' di sacrificio! Lì, nel noviziato, non sempre feste, feste, dolci, caramelle. "Sa, xe rivà un poca de roba...". Fate carità, fate carità! Figlioli, state attenti che dopo vi trovate male, non siete abituati! Non datevi alla vita missionaria con... una abitudine sbagliata! Mettetela in preventivo piuttosto! Dico male, Giovannin?
MO153,7 [5-03-1967]
7 Procedamus!"Carissimi don Ottorino e don Aldo,...”.Mi pensava pezo... Ciò, nell'altra lettera che el me ga scritto Sgarbossa... ghe gera un bigliettin dentro... i ga buttà dentro el baccalà sulla minestra... sulla minestra... buttà via. Poi 'maginare, luri magnare sta roba! Missionari! Queste le xe le barzelette missionarie! Antonio Bottegal... no ghe gera un bigliettin dentro? A chi gerelo diretto? Ah, su quelo gera messo quella del baccalà! El gera de don Piero, gera scritto un bigliettin e gera messo del baccalà... Se i se mette a scrivere i fatti de cronaca così, tel pol imaginare cosa che xe vegnù fora... vien fora quella della torre di Babele che i domanda quarei e vien fora malta, vero? Mi me par de vedare don Luigi Mecenero che el va a domandare el frigorifero par andar dentro e i ghe porta el calorifero, vero?Te sé, adesso la xe la solita roba: studiare le lingue fioi, almanco le parole... la parola, se se capisse, no? Perciò, studiare lingue, studiare lingue, figlioli! Sa, a sinquant'anni se fa fadiga a imparare le parole... Voi che siete giovani, approfittate! E soprattutto bisognaria trovare il sistema de parlarla... Una difficoltà che ga trovà anca quei in Guatemala... fin che non se va là: "Eh, andemo là, dopo se impara... go sentìo dire che se impara là...". Ma xe diverso che vada una dona, un operaio in un stabilimento e che vada un prete o un assistente per metterse subito a parlare! Xe giusto, no? Cioè, so anca mi che un operaio va là e dopo poco tempo la impara... ma lu no l'è mia preoccupà: in fondo basta che i se capissa, no? Ma uno invesse che va, sa, per essere una persona pubblica... Co' se va, anche voialtri che ve in Guatemala... nel Chaco, si' persone pubbliche: no podì mia... perciò, sacrificare... parlarlo fra voialtri, trovare el modo andando avanti de fare un po' de conversazion, sì, un pochetin, qualche bestema... de quel che se pol dire... Stop!
MO153,8 [5-03-1967]
8 'Quinto'... discese all'Inferno!Beh, riguardo a Quinto, ho sentito dire che il dottor Fanton ha radunato tutti gli operai della fabbrica e ha detto: "Guardate che, siccome l'Istituto San Gaetano adesso è impegnato con le missioni, è impegnato con tante cose e non può proseguire. Allora l'Istituto San Gaetano si è ritirato e perciò si è venduto tutto quanto lo stabilimento di Quinto alla Dalli Cani, quella signorina uomo che ha qui alle Alte impiantato uno stabilimento di fonderie, eccetera". Ora, questo l'ho sentito dire, che il dottor Fanton ha fatto questo. Mi giunge notizia poi dalla direzione generale della Pia Società San Gaetano che corrisponde a verità: l'Istituto San Gaetano ha un compromesso con la Dalli Cani. Ecco, e adesso, Tarcisio, cosa vuol dire un compromesso? Lo sai? Attenti, quando che... Approfittiamo per spiegare che cos'è un compromesso.La Dalli Cani, abbiamo contrattato noi per vendere lo stabilimento a ela. Lei entra in possesso il giorno dodici di questo mese. Adesso, fino al giorno dodici è ancora nostro, no? Una carta bollata, e lo stabilimento, entro il dodici, lei entra in possesso, e entro il dodici facciamo l'atto ufficiale. Per esempio, la proprietà del terreno e della casa è della Pia Società; lei ha fatto una carta bollata con la Pia Società dove io mi impegno entro il dodici di andare dal notaio insieme con loro e fare l'atto di vendita, cioè mi impegno di andare dal notaio e cedere a loro la roba. Loro mi hanno dato cinque milioni di caparra, e in questo pezzo di carta è messo che io ho ricevuto cinque milioni di caparra, perciò io non posso più ritirarmi indietro, io devo andare dal notaio a firmare. Però, se io... potrei tirarmi indietro dopo aver ritirato la caparra, no? Cioè io dico: "No, non mi sento più...". E allora devo dare indietro i cinque milioni più altri cinque. Loro potrebbero tirarsi indietro o perdendo la caparra. Ma siccome che è caparra e inizio di pagamento, perciò non si può tirarsi indietro. Capito? Se fosse solo caparra si raddoppia, o si perde o si raddoppia, se è caparra e inizio di pagamento non si può più se no bisogna fare una causa. Comunque, no si ritira indietro no, no me tiro indrìo, no! Mettì el core in pace. Va ben?È chiaro, è chiaro che allora questo non è già venduto, è fatto un compromesso di vendita, cioè praticamente un impegno di vendita; però, col fatto che si è fatto sta cosa qua, si può dire che... è già venduta insomma, perché tra gente seria... non si tratta altro che di perfezionare l'atto, si direbbe, no, perfezionare l'atto.
MO153,9 [5-03-1967]
9 Scusate se ho tirato fuori i termini, ma credo che valga la pena proprio di aver tirato fuori questi termini, voialtri qua, o Zeno o qualcuno che xe abituà fora... Mejo approfittare dell'occasione per spiegarli, in modo che rendiamo un pochino... È sbagliato? No, dico, quando salta fuori così... caso mai voi sentite dire parole di questo genere qua, alzate la mano e spieghiamo, perché, capite che domani vi trovate in un mondo che... "Vero, fèmo un compromesso...". "Cossa vol dire?". Siccome non si può, a scuola... son cose che capitano solo nella vita, dare tutto... Giuseppe, sai se qualche... no, se capita fuori qualche volta, spiega qualche parola così, magari planimetria cosa vuol dire, estratto di mappa... non so... Guardate che son cose necessarie... no, son cose che, vivadio, un domani vi troverete in mezzo perché, per qualunque roba... Adesso non si può dire: facciamo delle lezioni su quelle robe lì, piuttosto càpita una roba de sto genere, e tu Giuseppe ti capiterà spesso, capiterà così: "Tusi, savìo cosa che la xe sta roba qua, savìo cosa vol dire sta roba?". Così, da boni fradei, dirlo, così! Questo perché dobbiamo domani, insomma, quel linguaggio che è abbastanza comune fuori, lo impariamo anche noi, ecco! Tutto serve! Mi par giusto, no?Quinto: beh, mi par che basti, insomma, di Quinto. Capite, chiaro che non possiamo mettere in piazza tutti i particolari, vero? Voi direte: "Qua semo in famiglia!". Sì, mi pare insomma... ringraziando il Signore si è chiuso bene, siamo stati contenti, e si è chiuso con vera fraternità col dottor Fanton e tutti quanti, e questa è la cosa più bella che ci possa essere, in modo che son rimasti tutti quanti contenti. La ditta Dalli Cani ha assunto tutti gli impiegati e tutti gli operai, perciò... e ha promesso di incrementare, sicché in fondo il paese non può lamentarsi, perché sarà incrementato lo stabilimento, perché si buttano dentro milioni per macchine, eccetera. L'unico che resta fuori è il dott. Fanton. Chiaro? Se cambia direzione cambia direzione... Hanno persino anche ripreso l'ing. Bernes come consulente...
MO153,10 [5-03-1967]
10 Pasqua e Settimana santa.Riguardo alla Settimana santa, qui bisognerebbe decidere riguardo alle vacanze prima, in modo da dire come passiamo la Pasqua e la Settimana santa. Mi riprometto, siccome non ho mai affrontato in pieno il problema, mi riprometterei di fermarmi un pochino uno di questi giorni con calma, e di trattare il problema. Quello che non vorrei fare, scusate, non vorrei fare, è di andare su ad Asiago con tutta la massa dei Religiosi, anche perché a Pasqua le vacanze son poche, son poche per Asiago e finiremmo per non avere l'ambiente. State a sentire: affrontiamolo... Mi dispiace che manchino parecchi dei nostri fratelli, ma affrontiamo un po' il problema. Mi pare di avervi già accennato che siamo arrivati al punto che ci stà bene dividerci. Attenti, abbiamo fatto quella grande riunione durante l'estate là, come campeggio, poi a Natale, ma il numero comincia a esser troppo grande. Finché si era sto gruppetto di quindici venti trenta, quaranta anche, si poteva, ma quando che si comincia averne ottantanove novanta, ottanta, eccetera, a un dato momento si finisce per diventare degli anonimi, mi pare. In refettorio, per esempio, finché siamo una ventina si può anche discutere, ma a un dato momento diventa una caserma.
MO153,11 [5-03-1967]
11 Ora, siccome che ringraziando il Signore mi pare che ci siamo capiti su quel che è la linea della Congregazione, vedete anche il nostro caro don Lino che scrive: volontà del Signore... la volontà del Signore... e ci siamo capiti su questo punto, mi pare che convenga affrontare il problema. Già ve l'ho accennato, mi pare, in sede di meditazione stamattina quando abbiamo parlato di santa Caterina; io penserei di affrontarlo in questo modo se la nostra buona mamma, la Madonna, mi assiste e se, come mi pare, questa è la volontà del Cielo.Primo: far lavoro di gruppo, fissare a Monteviale almeno ogni quindici giorni un gruppo che vada su a Monteviale, che 'l fassa mezza giornata; vada lì, in modo che sia un lavoro di dieci, otto dieci dodici amici, non di più. Fermarsi lì per esempio a cenare la sera, passare un paio di orette, magari l'impegno di vita una volta ogni quindi giorni farlo insieme, cioè in modo che ci sia questo incontro di piccoli gruppi; perché domani bisogna vivere nella Comunità, in piccole Comunità, per abituarsi un pochino un domani a lavorare insieme, a trovare dei tempi liberi. Siccome c'è bisogno di un po'... quella considerarla come una distensione, quasi come un passeggio. Una volta c'era il passeggio ogni giorno, no, in seminario, eccetera. C'erano tutti i passeggi; cosa volete, oggi non si va più a passeggio là, come i signori che andavano a passeggio, ma una distensione... abbiamo bisogno di portarci fuori dall'ambiente.E allora, stabilire dei turni, dire: "Guarda...”, in modo che vengano esposti fuori. Dire: “Guarda...”, dividersi in gruppi e dire: “Ben, questa sera o pomeriggio vanno i tali... gli altri...”. Fare i gruppetti non tanto grandi, otto sette otto, non superare i dodici bisognaria, gnanca par sogno, salvo qualche eccezione; ma un gruppetto, intorno alla tavola, si sta lì, si ride e si scherza in compagnia, si discute qualche problema, sa, ci si abitua a vivere insieme così, a distendersi così. Vi pare sbagliato? Siete andati su qualche volta, no? Beh, adesso direi proprio fissare, fissare... Ieri sono andati su i novizi, per esempio, sono partiti ieri mattina a piedi, sono andati là, si son fatti da mangiare a mezzogiorno, sono venuti a casa ieri sera, e mi dicono che sono stati contenti, no? Giorni fa sono andati quelli di terza liceo... Centomo, sei andato, no? Siete stati contenti, no? Adesso, perché non càpiti che ci siano alcuni sì alcuni no, e quello mi dispiacerebbe, no, fissare già... in modo che tutti quanti... dopo uno dice: "Mah! - per esempio uno dice - Mah, mi preferisso stare a casa!". Sta' a casa! Io direi: fare di tutto per andare tutti, ma che non ci sia qualcheduno che possa dire: "Guarda, voialtri sì, noialtri niente!". Questa possibilità, mi pare, di essere in un ambientino così, risponde un pochino anche a una necessità di oggi. Cosa vi pare? Questo lo metterei come... durante l'anno avere un punto d'appoggio lì, ecco! Questo mi pare... Anche domani, per esempio, durante l'estate che si sta qua a lavorare in luglio: beh, su alla sera un gruppetto, 'demo su... allora tanti non si è, si può dire di andar su anche tutti, due tre macchine, stemo lì fino alle undese, fin che vien fresco un pochino, e dopo 'demo a casa a dormire... Insomma, siamo Religiosi sì, ma non siamo mica fuori dal mondo di oggi, un pochino. Vi ho detto 'di duemila anni fa', ma del 'duemila' anche! Adesso un pochino vi dico: muoviamoci fuori, andiamo fuori dal guscio, un pochino! Sbagliato, Ferrari?
MO153,12 [5-03-1967]
12 Ecco! Secondo: per l'estate. Per l'estate, mi pare di avervi accennato, no, ho accennato nella meditazione? Si pensava lì a santa Caterina. E allora vi dico come penserei. A me è venuta la tentazione di vendere Val Giardini... non state mica a guardarmi con gli occhi neri!State attenti: a Val Giardini siamo più di mille e cento, sui mille e cento metri circa, e c'è tanta umidità... qualcuno non resiste a Val Giardini; anche le signorine Meneghini han dovuto scappar via, eccetera, non ce la fanno, sentono i dolori; chi ha un po' di dolori, chi ha una certa età, segna immediatamente: "Qui c'è l'umidità". Ma non vuol mica dire che i giovani non la sentano: uno che non la sente, non vuol mica dire che non porti un danno! Se l'ambiente è umido, supponiamo va su uno che ha i dolori: "Ahi!", sente subito che lì non ci resiste, perché sente... appunto... non vuol mica dire che uno che non li ha mai sentiti finora non ne abbia avuto un danno. Avete capito? Perché può, vero, sentirli i dolori fra dieci anni e averseli presi a Val Giardini quando che aveva... quando che era dai quindici ai vent'anni. Se li prende e dopo li sente fra cinque sei anni. Dico male? Perché indebolisce una parte. Ora, lasciare, visto... Vi ricordate alla sera: era tutto bagnato, no? Dunque, lasciare la casa definitivamente lì, così, mi pare...Secondo. Bisognerebbe affrontare la spesa di alcuni bagni, alcuni gabinetti, cioè renderla... Quella andava bene dopo guerra subito, ma adesso bisognerebbe renderla un po' decorosa, non dico ricca, dico decorosa. Bisognerebbe affrontare la spesa dell'acqua, cioè ci vorrebbe una cisterna di mille ettolitri, messa giù vicino alla casa del Buon Pastore, in modo che si riempia nel periodo primaverile e lasciar la scorta per tutto l'estate; non si può mica continuare col camioncino indietro avanti, no?Ora, tutte queste spese fatte in un luogo che poi è umido e non è accessibile tutti i tempi dell'anno... Anche ieri siamo andati su, ma era impossibile andare di sopra là; siamo andati su a piedi ed è stato impossibile avvicinarsi al Buon Pastore, dopo là, perché c'è la neve alta e non si può andare vicino. Ora, noi abbiamo bisogno di un posto dove che, per esempio, abbiamo due tre giorni di vacanza, dieci quindici ragazzi giovani possano andar su, a far un ritiretto, qualcosa... Non si può mica avvicinare al luogo, no? Vi par mica giusto?
MO153,13 [5-03-1967]
13 Allora si pensava di trovare questo posto di cui vi ho già parlato l'anno scorso: santa Caterina. Però, questo ambiente che adesso stiamo studiando e ristudiando, io penserei, se si trovasse di vendere Val Giardini, affrontare allora santa Caterina, lì, che è un'altezza... è ottima, son poco più di settecento metri, ma siamo nella Valle del Pasubio, c'è tutto il Pasubio e la pianura di qua, per cui abbiamo il beneficio quasi dei mille metri, come freschezza, fresco, e in un quaranta minuti da Vicenza si va. Pensate alla bellezza di quaranta minuti, vuol dire che un sabato sera, per esempio, voialtri tre quattro di teologia, o altri quattro cinque... "Sentì, tusi, 'ndemo su stasera a santa Caterina, partemo alle quattro e mezza cinque, e vegnemo a casa doman de sera ora della conferenza delle sìe!”. Sa, se parte magari con due macchine, se va in una decina, se passa la giornata lì, se studia i nostri problemi, si tratta cosa si può fare. Se tu vai a Val Giardini è subito una roba diversa.Ora... però, bisognerebbe studiare il lavoro fatto in una forma un po' più moderna: non un Istituto, non un Istituto, non farìa con i prefabbricati un grande Istituto, un grande capannone. Far delle case: state attenti, è un'idea un po' pazzesca se volete, far delle case un po' rialzate, invece che fare due metri sotto, due metri e mezzo, no? Una scala per andar dentro, farle lunghe un quindici sedici metri, di fronte, in modo che ci siano i bagni, per esempio farle per diciotto venti persone, diciotto venti persone, non di più; e ci siano tre bagni e tre gabinetti con sei lavandini, che ci siano delle stanze un po' sufficienti, insomma... una scala interna, e sotto che ci sia un pezzo di garage, dividere supponiamo così... la parte sotto... un pezzettino per la sala, un pezzo per il garage e un pezzo per il cucinino. Ti resta, ti resterebbe così un piccolo cucinino... L'ho fatto perché? Per questo motivo: ho fatto una casa per le donne, che è la cucina, come all'ospedale si va a prendersi il mangiare per diciotto persone, e lì per lavare i piatti, lavarsi i piatti, arrangiarsi... di modo che se va a torse dalle donne sta toba, i secondi... Beh, scatolame, per esempio, scusa, noialtri preferimo magnar sardele e magnemo sardele... Te par, Toni? Può essere anche la pietanza un po' diversa qualche volta: rangève, co te ghe tolto la minestra... "Stasera tusi a preferimo magnar... ghemo trovà un pochi de funghi e preferimo cusinarseli; ghemo trovà... ghemo trovà, ghemo ciapà una lepre e... se la cusinemo!”. Può essere... no, stè boni, qualche volta può essere... basta che nol sia un conejo, vero, robà!
MO153,14 [5-03-1967]
14 Interessante è questo: creare l'ambiente famiglia, creare l'ambiente coi novizi, col gruppetto dei grandi, diciotto, al massimo diciotto sedici quindici sedici diciotto amici, se sta lì, se ga el proprio refettorio, se ga la propria abitazione, e se... se va a tore... l'unica cosa xe andar torse da mangiare, nella centrale del mangiare, e se podarà essere distanti cinquanta sessanta metri. Non creare il grande ammassamento, ma avere tutto un ambientino, ma ambientino poi che sòra può essere riscaldato, con doppio vetro, in modo che se volesse dire: "'Ndemo su d'inverno!", tempo de Natale, se va su, poniamo, no grandi masse: lì, un gruppo de qua e un gruppo de là... se pol passare... un gruppo sta con don Guido, un gruppo sta con l'altro... posso vegner mi, oppure... Ma te ghe tutta 'naltra cosa! Cosa ve pare? Xe sbaglià? Ecco... Cosa?Oh, la cappella, aver la cappella fuori, come quella de Crotone, far nda bella cappella come quella di Crotone che se possa sarare le porte e diventa nda sala. Volessimo fare una riunione, volessimo fare un po' de cinema, volessimo fare una conferenza, una riunione insieme tutti quanti amici insieme, ma non che sia... Partiemo dall'idea: con meditazion tutti insieme, tutti insieme... no, fèmo gruppi, fèmo gruppi! In modo che se... sa, oramai gavì una certa età, esigenze diverse di età, esigenze diverse di cultura... Sémo rivà a una base comune, e in questo siamo d'accordo; io, ringraziando il Signore, ho visto che questa c'è, adesso... creemo anca nda sciantina un pochino, non delle distinzioni, avete capito, ma la possibilità... parchè, sa, sémo in cinquanta, no pol mia parlare tutti cinquanta! Invesse xe belo, quando che xe insieme, se xe drìo mangiare, che possa parlare tutti, dir una parola, scambiarse una parola da amici, no? Ve par sbaglià questo qua? Se ghe xe qualcuno che ga qualcosa da dire, alzi la mano.Adesso, lassé stare i particolari, quelli li discuteremo e faremo, ma come linea di massima, linea di base... Allora supponiamo adesso, facendo una roba de sto genere qua, per esempio, cosa succede? Che si va via, per esempio, un gruppetto va via, ma il campo base è quello lì. Allora non occor più Val Giardini, campo base, e via; perché d'altra parte il campo base dovevamo farlo perché non ci stavamo nell'ambiente, dovevamo ammassarsi con i piccoli insieme con i grandi, si sentiva il bisogno di un posto da star calmi. Ma nello stesso tempo star calmi, sa, si sentirebbe il bisogno di star calmi ma messi nda scianta da cristiani. Allora, quei giorni che non si è fuori non si dorme nelle tende, si dorme un pochino nel proprio letto, si è messi da cristiani. Mi pare che questo sarebbe un elevare pochino... Cosa ne dite? C'è qualcuno che... Niente? Ci sono domande in proposito? Qua si tratta, sì, piccoli e grandi, ma se trattaria de studiare il modo, per esempio, i piccoli vada su in luglio, e magari i va a casa in vacanza in agosto; dopo, i piccoli se tratta... anche se, per esempio, ipotesi, fusse anche i piccoli e i grandi, darghe ai piccoli, supponiamo... sempre condizionato che se venda Val Giardini, eh? Ai piccoli darghe la possibilità, supponiamo... i ga bisogno de posto de più, delle mini-case, de quelle piccole, podemo tegner de scorta do tre de quelle, par mettere a dormire magari diese quindese tusi, che durante l'inverno te le butti sotto, nel refettorio, no? Da avere un punto di scorta... Dopo ghe sarìa già, ghèmo domandà un cortile par zugare el balon in modo de sgranchirse, qualche gioco... de balon, eccetera.
MO153,15 [5-03-1967]
15 Lì, proprio ghe xe tutta sta collina, spianandola vegnarìa fora proprio un villaggetto: l'è bello, eh? La xe una collina così, no? Dopo ghe xe la strada zo bassa, che domina Vicenza, cioè Vicenza... la pianura... Lì, spianando la parte in cima, vien fora un quattromila metri quadrati, in cima. Ti adesso pensa, mettendo ste casette, una voltà de qua, una voltà de là, e la so chiesa in mezzo... piante, eccetera, dovaria vegner fora un villaggio bellissimo, un bel villaggetto, no, che ga un po' de... de folclorismo che non dispiase miga! Più in zo della collina, in zo verso el Pasubio, ghe xe el monte così, che el sarìa ottimo un doman par sciare, eccetera... piano... e dopo su, e la strada.Ora, questa parte piana, go fatto... dito al parroco l'altro giorno se, per piacere, el pol starghe 'dosso par vendere, no? Parchè quei i xe talmente desiderosi che 'ndemo su là... che i se sforza a qualunque sacrificio, qualunque cosa... E l'è el direttore dell'ACLI: "El varda, l'è el mejo toco de terra de tutto el paese!", parchè l'è mejo come prà... I xe sinquemila metri quadrati, vero? Ora, el ga telefonà ieri mattina che l'è dispostissimo a darmelo: "Solo che sa, l'è un poco carèto el prezzo, perché el sa, - el ga dito - el varda, - el ga dito - el xe el mejo toco: bisognarìa che el me dasse sento franchi al metro!". Telefonando: "No go capìo ben la parola: quanto galo dito al metro?". "Almanco a cento lire al metro!", el ga dito. Tusi, in pratica ghe sarìa la strada che va verso el Novegno, strada verso el Novegno che vien su qua così, de qua ghe xe, che va in su el monte, e dopo ghe xe delle case, ghe xe el colle, zo e dopo ghe xe tutto quanto quel monte: come xe che i ghe ciama? Monte Enna.Dunque riassumo le cose che go dito: comprare la collina dopo, tutta la parte che xe de là della strada, ghe xe un bel piano, comprare in modo che... ghe lassémo in affitto al contadin, a noialtri no ne interessa mia, in modo che non possa nessun comprare e piantare le case adosso, e in più un tratto a basso. Capito? Nelle condizioni che vegna bloccà tutto, in modo che domani non accettaria nessuna condizione lì: "Prometemo, fèmo, dichiaremo...". No, ne la vendì; noialtri ve promettemo che ve la lassemo vent'anni senza affitto, nel tocco de terra tajeve l'erba, ma, quella xe nostra! Xe sbaglià o no? Xe tanto... un doman i te impianta una casa davanti... no sarissimo... ma invece bloccare in quella forma lì.Ciò, digo, mi me pararìa che la sarìa una roba bella mettere in questa forma un po' moderna, senza lussi, fare una robetta semplice... L'acqua c'è, l'acqua c'è: go già parlà, telefonà, i ga dito che acqua... parchè i ga dito che i sàra un po' l'acqua durante l'estate, no? E allora mi go parlà par telefono e i me ga dito: "El staga attento... el varda che ghe xe la cisterna sora el campanile, e lì, quasi metà la va persa; bastaria mettere a posto un pochin per sé, el ga dito, e dopo, che i sara xe i contadini lì, che i va luri a sarare, parchè... i la sara, el ga dito, parchè i ga paura che vada a bevare le vacche... Ora, se pol fare una conduttura diretta dalla vasca che xe lì vissìna, e basta: la vostra non la vien mai sarà, el ga dito! Seconda: ghe xe altre due fonti poco distanti che no le xe stà utilizzà!". Ora, se il sindaco mi assicura l'acqua e ne mette in condizioni de averla: basta... Basta che disì: “Noialtri volemo la conduttura diretta”, - parchè el sindaco ne gavea promesso l'anno scorso, pur c'andèmo, che el ne fa l'impianto gratuito dell'acqua... Va ben, sì, accetemo, però condusemola direttamente senza nessuna saracinesca in mano degli altri, solo che in mano nostra... El ga dito questo... bastava che ghe fusse el sindaco...Andiamo! Altre cose? No? Per la Pasqua, stabiliremo!