Don Ottorino si serve, per questa meditazione e per la seguente, del libro di P. RICCARDO LOMBARDI, Per un postoncilio efficace, Ritiro ai Padri Conciliari dall’8 all’11 novembre 1965, Roma 1965.
Forse don Ottorino nota che qualcuno è preoccupato di fare appunti e allora raccomanda l’attenzione promettendo di consegnare poi per la lettura personale il libretto di cui si sta servendo.
Don Ottorino ripete le parole di padre Lombardi quasi per sottolinearne l’importanza e il peso.
MI48,1 [28-12-1965]
1.“Eminenze, Eccellenze, Venerabili Padri del Concilio”. Vi prego di stare attenti per non dimenticare: alla fine, se ne avete bisogno, vi passo il libro e lo leggete. Si tratta di un ritiro che ha fatto padre Lombardi dall’8 all’11 novembre di quest'anno ad alcuni cardinali e a centinaia di vescovi: è fatto a forma di meditazione e porta come titolo: "Per un postconcilio efficace". Salto alcune cosette iniziali per fare presto, e passo subito al tema della meditazione. “... a questo punto si pone il grande problema”. Dopo continuerò a leggere. P. Lombardi dice in sintesi: ora siamo qui e dobbiamo stare insieme, adesso sta per cominciare il vero Concilio. E poi accenna ai testi conciliari e dice: “... si pone il grande problema: che questo libro non rimanga un libro, e non abbiate con tanta fatica e tanto travaglio arricchito le biblioteche della Chiesa, mentre la vita della Chiesa continui più o meno come andava prima”. Ecco il tema della meditazione: “Penso che questo sia il grande problema del momento, anche dello stesso Concilio Ecumenico. E ho sentito una grande consolazione, un immenso incoraggiamento, quando questo pensiero è arrivato a tutti noi attraverso la parola dello stesso Vicario di Cristo: che questo Concilio, il quale ha scritto pagine stupende, col lavoro di quattro anni di tutti i Vescovi del mondo, ed è costato alla Chiesa il rimanere quattro anni quasi vedova dei suoi angeli nelle singole diocesi per tanti mesi, non termini rimanendo lì!”. Punto esclamativo! “Il mondo, come noi lo vediamo, è certamente un mondo non cristiano”. Padre Lombardi sta parlando ai vescovi, per cui non abbiate paura del suo linguaggio chiaro e forte. “Se dobbiamo credere alla morale e alla teologia che abbiamo studiato e che voi non avete corretto, il mondo sembra incamminato, in tanta parte, verso l'inferno”. Se crediamo alla morale e alla teologia che abbiamo studiato tutti quanti e che voialtri vescovi non avete cambiato. “Ora se ciò dovesse continuare, se dovessero davvero dannarsi tanti esseri umani, a che varrebbe tutto ciò che si è fatto con tanto travaglio nel tempo del Concilio? Venerabili Padri, sono sicuro che questo riecheggia profondamente nelle vostre anime. Non vi vengo a dire una cosa nuova. Sono certo che sto riecheggiando io quello che è il vostro affanno di ogni momento, il contenuto delle vostre preghiere più belle, più intime col Signore... E voi vi dividerete, ormai tra pochi giorni; tornati alle vostre sedi sarete circondati dalle stesse difficoltà di prima, con la responsabilità tremenda di far diventare questo libro, trasformazione del mondo”.CHIESA Vescovo
CHIESA Concilio
CHIESA
MONDO
NOVISSIMI inferno
Nel testo originale a questo punto don Ottorino annota che il ritiro è stato fatto in una sala, non in una cappella; nella prefazione del libro poi è precisato: “Il ritiro è stato tenuto nel salone di Via Nazionale 75, ed era possibile ascoltarlo contemporaneamente nelle lingue: inglese, francese, spagnola, tedesca e italiana. Lo hanno frequentato varie centinaia di presuli”.
MI48,2 [28-12-1965]
2.Il libretto che il Concilio ha dato a noi Religiosi deve essere "trasformazione dei Religiosi"; quello dato ai preti "trasformazione dei preti"; quello dato ai seminaristi "trasformazione dei seminari". Dunque, il libro si definisce "trasformazione del mondo". “In questo senso vorrebbe servire il nostro ritiro spirituale, austero, dove ciascuno mediti in segreto con Dio. Non abbiamo la gioia di avere qui il tabernacolo, ma lo avete insegnato voi che ognuno è tabernacolo di Dio. E allora in questo contatto intimo, profondo con Dio, vogliamo passare queste cinque sere, in cui speriamo di vedere aumentare sempre più il numero dei Vescovi di tutti i continenti, per meditare insieme circa il Postconcilio: il grande periodo della storia che ora viene e che, nelle parole dell'Esortazione Apostolica, appare non meno importante del Concilio stesso. In fondo i Concili vanno valutati piuttosto dal Postconcilio che dal Concilio stesso. Che cosa ha ottenuto quel Concilio? Un Concilio grandissimo, meraviglioso, che non cambiasse la situazione del mondo, sarebbe un Concilio fallito”. In questo impegno per la realizzazione del Concilio dobbiamo trovare anche la nostra parte. Se fossimo suore di clausura ci toccherebbe pregare, essere in convento e pregare; ma siccome la nostra Congregazione è contemplativa e attiva, siamo chiamati all'azione: anche noi siamo chiamati all'azione.CONSACRAZIONE religioso
CONVERSIONE
SACERDOZIO prete
CONGREGAZIONE missione
MI48,3 [28-12-1965]
3.Io continuo a leggere e poi voi mediterete per conto vostro. “Venerabili Padri, precisamente con tale spirito vorrei cominciare questa prima giornata di ritiro, con un esame oggettivo della situazione della Chiesa e del mondo. Non voglio essere pessimista, ma seriamente realista. Veramente ho paura, se ci vogliamo illudere da noi stessi; senza essere pessimisti, dobbiamo essere realisti. Qual'è la situazione della Chiesa e del mondo? E io credo, in verità, che ci sono molti aspetti per i quali possiamo essere profondamente soddisfatti...”. Dopo deve darti una coltellata alla schiena, ma prima ti dice l'aspetto positivo. Anche quando si fa una correzione c'è sempre l'aspetto positivo da sottolineare. “E io credo, in verità, che ci sono molti aspetti per i quali possiamo essere profondamente soddisfatti: è questo un realismo sano, sereno, oggettivo. La Chiesa dà oggi in molti settori uno spettacolo meraviglioso. Non ho paura di dire: in molti settori, lo spettacolo più bello che in quei settori abbia dato nella storia”. Padre Lombardi sottolinea molti settori e la storia. “Sapete a chi penso per primo? Sono sicuro, c'è anche qualcuno di loro tra voi: penso per primo alla Chiesa del silenzio. Questa Chiesa in catene, imbavagliata, incarcerata, questa Chiesa che continua ad offrire vocazioni al sacerdozio, con la prospettiva, forse, di essere un seminario di martiri. Questa Chiesa che ha dato al cielo il più grande numero di martiri che una generazione nella storia abbia dato finora al Signore. Non v'è dubbio: nessuna generazione nella storia ha dato a Dio tanti martiri, quanto la nostra generazione; soprattutto al di là della cortina di ferro. E questo splendore della Chiesa, Dio lo vede. Vede Pastori languire, morire in prigione; vede i preti impediti nel ministero sacerdotale; fedeli che per fare la comunione mettono a rischio la vita, forse le loro famiglie. Dio vede. E la meraviglia stupenda di questa generazione è che, non solo in quelle parti del mondo la Chiesa è disposta al martirio, ma via via che nuove terre vengono incluse in quella persecuzione, dappertutto la Chiesa è capace di rispondere con la stessa eco di martiri. Abbiamo veduto nazioni che non brillavano per vita cattolica; quando è arrivata la persecuzione, i martiri sono spuntati come spuntano i fiori a primavera. E credo che in qualunque nazione del mondo la Chiesa dovesse subire la persecuzione, oggi sarebbe capace di rispondere con il sangue degli eroi”.CHIESA
MONDO
SACERDOZIO
CROCE martirio
MI48,4 [28-12-1965]
4.Questo è vero ed è posto in forma positiva. “E abbiamo altri aspetti meravigliosi. Ne cito alcuni quasi a caso. È stato detto, lo sapete, che la nostra generazione ha scoperto il sacramento del matrimonio. La tradizione ascetica di secoli presentava la perfezione cattolica quasi fosse necessariamente unita al celibato...”. L’idea di un tempo era che poteva farsi santo solamente chi si fa frate. “... il matrimonio pareva il cammino di chi aveva rinunziato alla perfezione cristiana. Voi lo sapete, e lo avete detto con vigore nel libro meraviglioso del Concilio, che il matrimonio può essere una scuola ascetica tanto grande; che attraverso la vita in questo sacramento, certissimamente, le anime possono arrivare alla santità, possono superare in santità singoli individui che si sono messi nello stato di perfezione”. Noi siamo chiamati alla vita sacerdotale, alla vita religiosa, e il Signore ci ha chiamati qui. È uno stato grande, migliore di quello matrimoniale, se volete, nel quale però ci si può fare santi ugualmente: il matrimonio è una cosa santa! I nostri santi genitori che vivono la loro vita come una missione, che sentono che la loro missione è essere papà ed essere mamma, e lo accettano come missione, e accettano i figli che il Signore manda loro e li educano e si sacrificano per educarli, formarli, mantenerli, e si sopportano, si aiutano, creano un tabernacolo nella loro casa. Oh, amici... “Quando uno avvicina i gruppi di sposi che stanno penetrando e vivendo l'ascetica del matrimonio, rimane attonito delle profondità che lo Spirito Santo ha riservato a questa generazione guidata dal vostro magistero; della luce che lo Spirito ha riservato a queste anime generose che, con tutte le difficoltà del mondo moderno, continuano a moltiplicare il popolo di Dio!FAMIGLIA matrimonio
CONSACRAZIONE vita religiosa
SACERDOZIO
CONSACRAZIONE santità
FAMIGLIA
Monsignor Fabiano Dalle Carbonare era un insegnante del Collegio vescovile di Thiene (VI) che all’epoca fungeva da seminario minore per la diocesi di Padova, mentre mons. Vincenzo Sebben, nominato subito dopo, era il rettore. Ambedue erano legati a don Ottorino e alla Congregazione da una amicizia sincera e profonda.
MI48,5 [28-12-1965]
5.E penso, in questa specie di florilegio di aspetti positivi della Chiesa, a tanti preti secolari, quelli che chiamavano secolari e voi adesso chiamate "diocesani", i quali certamente sono percorsi da un autentico soffio dello Spirito Santo che li invita a santità. Una povertà che emula, e qualche volta supera, la povertà dei religiosi; una devozione di obbedienza al Superiore che gareggia, e a volte supera, l'obbedienza dei religiosi”. Veramente ci sono sacerdoti che vivono la povertà, che sono poveri; a volte noi facciamo il voto di povertà e gli altri, che non lo fanno, lo vivono. Al Collegio vescovile di Thiene c’è il professor Dalle Carbonare che è così semplice che se uno gli dice a nome del vescovo: "Don Fabiano, deve andare cappellano in un piccolo paese della diocesi di Padova", lui vi andrebbe subito, e alla stessa maniera farebbe anche monsignor Sebben. Non vi è dubbio che tra le file del clero diocesano passa, nelle anime che corrispondono all'invito di Dio, un vero soffio di santità. “Tanti altri aspetti potrei citare. Potrei citare il Concilio stesso, la vitalità che il vostro Concilio ha rivelato: vitalità di idee, di aspirazioni sante, fermento di rinnovamento interiore, di rinnovamento esteriore, coraggio nell'affrontare situazioni difficili; cambiamenti duri, tanti!... Un Concilio davvero fremente di vitalità. E potrei citare, a corona di questo florilegio positivo, il Papa nel mondo pagano, il Papa in Terra Santa, il Papa all'O.N.U., per dire che certamente la Chiesa di oggi scrive alcune delle pagine più belle che la Chiesa di Cristo abbia scritto in venti secoli di storia. Però, Venerabili Padri, abbiamo detto che al nostro ritiro vogliamo dare un timbro di realismo. Temerei moltissimo se cominciassimo ad illuderci con grandi parole e credo che, con la medesima lealtà e realismo con cui abbiamo guardato il bello, dobbiamo guardare alcuni aspetti negativi della nostra generazione. Mi viene alla mente che già li conoscete, che forse è inutile dirli, che sono la fonte delle vostre lacrime. Ma siccome sulla base di questa diagnosi del mondo vogliamo edificare tutto il ritiro, ritengo necessario che questa sera, la base, il fondamento sia realistico anche in qualche aspetto negativo.CHIESA
CONSACRAZIONE povertà
CONSACRAZIONE obbedienza
ESEMPI santità
Giorgio potrebbe essere sia Giorgio Pieropan, che aveva già emesso la professione religiosa e frequentava allora l’ultimo anno di magistero, sia Giorgio De Antoni, che stava facendo l’anno del noviziato.
Il riferimento è, forse, a Pietro Simonetto che all’epoca frequentava il corso del magistero.
MI48,6 [28-12-1965]
6.In primo luogo direi globalmente, guardando il mondo, che viviamo in una generazione indifferente al problema religioso, al problema di Dio, al problema dell'anima, al problema dell'eternità”. Non mi sembra superficiale l’analisi. Quando c'è l'indifferenza al problema di Dio, dell'anima, dell'eternità, è difficile costruire. È come cominciare a costruire quando hai una palude e bisogna gettare le fondazioni sulla palude. “Considerando globalmente questo mondo, nel quale si trovano i germi vitali che abbiamo affermato e sono veramente preziosi, siamo davanti ad una società senza spirito e senza Dio”. Caro Giorgio , questa è la gente che bisognerà convertire! “È curiosa la psicologia dell'uomo di oggi. È una psicologia piccola piccola. Siamo tanti, siamo cresciuti nel mondo moltissimo, e ognuno si è fatto il suo piccolo guscio, una sua piccola vita con delle speranze estremamente limitate; a seconda delle categorie sociali e delle condizioni dei popoli, la speranza sarà mangiare oggi, sarà avere la radio, magari la televisione, sarà avere un'automobile, forse; sarà avere un frigidaire per conservare la carne fresca. Ma veramente siamo una umanità meschina, estremamente ristretta nei desideri particolari. E chi si mette nell'atmosfera di oggi come la vive la gente, senza illudersi del calduccio di casa nostra dove ci troviamo insieme fra noi, si trova in un'aria opaca, pesante, senza spirito e senza speranza. La filosofia di oggi non ha Dio. L’arte di oggi non ha Dio. L'economia di oggi non ha morale: è la scienza del guadagno”. State buoni e non ridete di queste affermazioni: sono affermazioni serie perché anche i cattolici peccano. Per esempio, se a loro una cosa costa cento e la vendono a quattro o cinquecento, non importa niente. È questione morale che non si deve guadagnare eccessivamente, praticare l'usura, e invece si prende, si guadagna... È morale questo modo di fare? Tu, Pietro , dimmi che non si dovrebbe guadagnare più del dieci per cento: ma neppure parlarne, bisogna guadagnare il cento per cento! La morale è la scienza del guadagno! “Che cosa dire della politica, della moda, del divertimento, della stampa del mondo? Io direi che, più che gli individui, la comunità è senza Dio: la comunità. L'uomo di oggi è un piccolo uomo, molto piccolo... Direi che non abbiamo nessun grande uomo; nessuno può essere un grande uomo nel mondo di oggi. Siamo troppi. Piccoli uomini in una bassa atmosfera senza ideali. Ed è triste vedere questo anche nella gioventù e vedere questo nella gioventù più matura, che almeno in teoria dovrebbe essere più matura, quella universitaria. Abbiamo un fenomeno ampio come il mondo, di una gioventù priva di grandi ideali e moltissime volte è corrotta. Frequentano le nostre università tanti studenti del mondo pagano e rimangono profondamente scandalizzati dalla mentalità dei nostri professori, dall'immoralità dei loro compagni”.NOVISSIMI eternità
DIO
MONDO
MONDO ateismo
PECCATO
MI48,7 [28-12-1965]
7.Se viene uno studente dall'Africa pensando: "Oh, l'Italia è un mondo tutto cristiano. Andiamo all'università di Padova a studiare...", sarebbe come un comunista che mandasse suo figlio a Mosca e trovasse studenti che sono tutto fuorché comunisti. “Credo sinceramente che, se vogliamo guardare la Chiesa di oggi con realismo, dobbiamo riconoscere uno stato generale di freddezza, di torpore. Padri: è stato detto in Concilio da uno di voi - io l'ho letto sull'Osservatore Romano - che pochi anni fa eravamo il 18% dell'umanità e nel 1965 siamo appena il 16% (veri cristiani?). È stato detto in Concilio e lo ha riportato l'Osservatore Romano. Cioè la Chiesa sta diventando ogni giorno più piccola; e se continuiamo di questo passo, alla fine del secolo si prevede che saremo il 7 o l'8% dell'umanità. Torneremo alle dimensioni del tempo delle Catacombe. E sapete la grande ragione? L'infecondità del Popolo di Dio. Davanti a popoli pagani che hanno fino a 50 bambini all'anno per ogni 1000 abitanti, abbiamo le grandi nazioni cattoliche con il 20, col 18, con il 15, con l'11 per 1000 all'anno. Ci avviamo verso la scomparsa dal mondo, se andiamo avanti così! Mi fa paura dirlo davanti ai Padri del Concilio, ma bisogna dirlo. Se continuiamo col ritmo di oggi, andiamo alla distruzione, alla scomparsa dal mondo, perché le nostre donne non vogliono i sacrifici della maternità e i nostri uomini il peso della paternità. Son cose terribili! E abbiamo parlato di movimento di santità nel clero. È indiscutibile. Ma son sicuro che tocco alcune delle corde più dolorose del vostro cuore di Vescovi, se vi dico che c'è anche una terribile crisi nei sacerdoti: crisi che non tanto di rado finisce nell'apostasia. Apostasia morale, apostasia, qualche volta, anche intellettuale. Per riassumere questi lati negativi in una forma globale, dico che il mondo di oggi assiste alla lotta contro Dio, organizzata universalmente e satanicamente come mai nella storia. E le nazioni cattoliche si rivelano più deboli delle altre a resistere a questo attacco. Venerabili Padri, l'amore filiale di Patria mi impaccia nel fare un esempio. Abbiamo tutto l'Episcopato del mondo qui, per quattro sessioni del Concilio, da tre anni; abbiamo il Vicario di Cristo che prodiga qui la sua parola come un fiume di verità; e voi sapete che questa nazione aumenta regolarmente il suo cammino verso il comunismo. E il continente che costituisce oggi il boccone più appetitoso per il comunismo mondiale è l'unico continente cattolico che c'è sulla terra. Se vogliamo essere seriamente realisti e non pessimisti, accanto ad aspetti meravigliosi fino al trionfo del Papa nella sala dell'O.N.U. - episodio senza esempio nella storia dei secoli e che difficilmente potrà essere superato - dobbiamo riconoscere realisticamente uno stato di cose gravissimo”.MONDO comunismo
CHIESA
CHIESA Concilio
CHIESA Vescovo
MONDO
PECCATO
CHIESA Papa
A questo punto don Ottorino commenta con poche parole la povertà dell’accusa nella Confessione da parte di qualche sacerdote che non sente la responsabilità delle anime a lui affidate.
Il testo registrato si ferma a questo punto, lasciando incompleta la lettura del 2° punto e tralasciando del tutto quella del 3° punto, “Un movimento comunitario nella Chiesa”, che sarà ripreso nella meditazione seguente.
MI48,8 [28-12-1965]
8.“Ora, davanti a voi (mi pare che l’esposizione sia interessante, non vi sembra?) che siete i responsabili (anche noi siamo i responsabili, perché è campo nostro e tutti abbiamo responsabilità) del Postconcilio, certamente non i responsabili di questo stato di cose, ma i responsabili per salvarci, vorrei tentare una spiegazione di questa situazione. Crederei che la spiegazione non sia tanto difficile. Penso che ve la sarete detta tra di voi molte volte, in questa incomparabile esperienza della Chiesa che avete fatta durante il Concilio; per parte mia, nella mia piccolezza, ho fatto questa esperienza con anni di predicazione in tutta la Chiesa e poi anche nel mondo pagano. Credo che la spiegazione, per chi conosce un po' la Chiesa di oggi, non sia tanto difficile. Venerabili Padri, la nostra religione è stata compresa ed è generalmente vissuta, da coloro che la vivono, prevalentemente come un fatto personale. Direi che la nostra religione, come viene compresa da molti e praticata da coloro che la praticano, è essenzialmente un rapporto verticale dell'uomo con Dio. Ci siamo fatti un'idea del cattolico praticante, cioè del cattolico che osserva l'essenziale, che ha misure piccole, ristrette, individualistiche”. In realtà la situazione è così: vado in chiesa e mi basta, sono a posto; vado a dire Messa e dopo torno a casa e ho finito. I cattolici hanno inteso così il cristianesimo. Più o meno i cattolici di oggi sono così. “Voi conoscete le coscienze degli uomini, ne sono sicuro. Prima di essere Vescovi siete stati a contatto col popolo, e anche ora da Vescovi sono sicuro che continuate a tenere i contatti con la coscienza degli uomini, anche se forse non confesserete tanto. Nella coscienza cattolica è stato sensibilizzato un doppio tasto: la pietà verso Dio e la castità. Non dico che tutti osservino questi due precetti, ma dico: il nostro insegnamento, la formazione che abbiamo data, si è concentrata in forma preponderante in queste due dimensioni”. Io sono stato in seminario dodici anni e posso confermare che la pietà verso Dio e la castità erano i punti forti della nostra formazione. “E quando il cattolico vuol dare conto della sua coscienza si esamina su queste due dimensioni. Padri, parlo con la libertà di un povero sacerdote, davanti a voi che siete i maestri. Ma mi fa pena, veramente pena, vedere sacerdoti che sono forse responsabili di 10.000 anime, di 20.000, e in cui la preoccupazione prevalente, quando parlano di se stessi e della loro coscienza, sono pensieri, tentazioni, dove forse non c'è nessuna malizia, mentre hanno assai meno sensibilità e non dicono quasi una parola sul modo con cui assolvono il loro compito di fronte alla comunità dei figli di Dio. Padri miei, può darsi che succeda perfino a qualcuno di voi. Che con la formazione che abbiamo avuto, il nostro tormento spirituale, ciò che ci occupa di più siano tentazioni che non hanno niente di peccato, mentre siamo relativamente indifferenti a quello che succede, parlando di voi, nei vostri sacerdoti; parlando di sacerdoti, nei loro fedeli. Siamo sensibili a questo. E la prima domanda del confessore al penitente è se vada alla Messa; e quando quel capitolo è finito, con tutte le sfumature immaginabili, gravi o leggere, si passa al capitolo della castità. Quando poi questo capitolo è finito, con tutte le sfumature di adulteri o di semplici pensieri, il confessore cattolico è praticamente soddisfatto e la confessione è finita. Abbiamo ridotto la nostra religione al fatto puramente personale dell'anima con Dio, che gli risponde di sé e del suo corpo. Abbiamo sviluppato pochissimo il senso, voi sì lo avete detto in Concilio, che noi siamo un popolo, che noi siamo "il" Popolo di Dio, e che non c'è perfezione cristiana isolata dalla nostra funzione nel Popolo di Dio. Il cattolico è pochissimo sensibile all'insieme della Chiesa. Vi faccio un esempio, e rispondete ciascuno di voi dentro la coscienza. Se stanotte gli Stati Uniti stabilissero di aiutare i Cubani a decidere liberamente di sé, potrebbero farlo in pochi giorni, forse in poche ore; ma l'opinione pubblica mondiale, suscitata dai comunisti, sarebbe così violenta che non lo possono fare”. Avete capito il pensiero? Gli Stati Uniti potrebbero aiutare i Cubani a liberarsi dal comunismo in poche ore, ma quello che succederebbe in tutto il mondo, perché i comunisti ribalterebbero il mondo, sarebbe una cosa così grande che non lo possono fare. “Avremmo subito, domani, le manifestazioni di protesta a Londra, a Parigi, a Rio de Janeiro, dove volete, dappertutto nel mondo...”.CHIESA
CHIESA Concilio
CHIESA cristianesimo
MONDO comunismo