MI107[19-11-1966]
Meditazione ai Religiosi e ai Novizi della Casa dell'Immacolata. Don Ottorino, nel clima successivo alla tragica morte dell’assistente Giorgio Pieropan, sottolinea l'importanza della croce nell'apostolato e nella vita della Congregazione, e invita alla totale disponibilità alla volontà del Signore e all’impegno per la ricerca di vocazioni. Il testo originale è registrato e la sua durata è di 31’. 1. IntroduzioneIl riferimento è al libro che don Ottorino stava usando per le meditazioni (RENÉ VOILLAME, Sulla traccia di Gesù, Milano 1966) e al passo sulla passione dal quale prende spunto per le sue riflessioni.
L’assistente Giorgio Pieropan era morto in un incidente stradale nei pressi di Este (PD) la sera del 12.11.1966 di ritorno da Roma dove aveva accompagnato i primi quattro missionari della Congregazione partiti per il Guatemala. L’assistente Girolamo Schiavo, che era al volante dell’auto, riportò varie ferite e fratture, ma senza gravi conseguenze.
La massima in latino significa: “Quello che non è eterno, è nulla”.
Don Ottorino si richiama al libro di Giobbe e cita a senso la risposta del patriarca alla moglie (Cfr. Giobbe 2,10).
MI107,1[19-11-1966]
1.Stiamo camminando sulla traccia di Gesù e stiamo avviandoci verso la sua passione. Abbiamo visto che lui, Gesù, ha cercato l'abiezione, e abbiamo visto che se noi non camminiamo per questa strada non siamo veri apostoli. Bisogna andare per questa strada per salvare gli uomini: anche noi siamo chiamati a salvare gli uomini prima con il sangue e poi distribuendo il sangue versato attraverso la parola e attraverso i sacramenti. Però la prima parte è il nostro sacrificio, la nostra immolazione. 2. La sofferenza è indispensabile per un apostolato efficace Abbiamo visto che l'abiezione può essere volontaria o accettata, cioè si può ricercare volontariamente ovvero accettare quelle che necessariamente incontriamo sul nostro cammino. La ricerca volontaria dell'abiezione non è di tutti. È facile lasciarsi ingannare, e ci vuole un padre spirituale bene accorto per non cadere nell'inganno del demonio perché è facile prendere abbagli. Per esempio, potrebbe capitare in questi giorni che dinanzi alla morte del nostro fratello Giorgio , ad un dato momento si senta illuminato dallo Spirito Santo e dica: "Bisogna che io 'parta' perché è inutile andare avanti in questo modo: ti vedo e non ti vedo, santo e non santo, dare e non dare. Ho capito: 'Quod aeternum non est, nihil est!' , perciò devo donarmi interamente al Signore, e allora 'parto'!". Fin qui va tutto bene, ma che cosa vuol dire questo “parto?”. "Vuol dire che bisogna fare penitenza, che bisogna fare...". Eh, piano piano! Può darsi che lo Spirito Santo guidi qualcuno anche a fare delle pazzie, ma le pazzie lo Spirito Santo le permette soltanto qualche volta, soltanto per far vedere agli uomini che anche con i matti si può salvare le anime, ma normalmente, normalmente, qui c'è una tentazione. Uno che vuol fare qualche cosa di strambo... può essere vittima di qualche tentazione. No, no! Basta accettare normalmente quell'abiezione che il Signore manda, essere disponibili nelle mani del Signore e accettare dalle sue mani vuoi tante pecore e tanti buoi, sia il letamaio, come Giobbe, il quale ha detto alla sua cara moglie: "Abbiamo ricevuto dalle mani del Signore le cose buone; perché non dobbiamo ricevere anche le altre? Perché non dobbiamo ricevere dalle mani di Dio anche le umiliazioni? Perché non dobbiamo vedere segnata da Dio anche la croce?”.GESÙ
sequela
APOSTOLO missione
CROCE sangue
CONSACRAZIONE immolazione
APOSTOLO salvezza delle anime
GRAZIA Sacramenti
CROCE
FORMAZIONE direzione spirituale
CROCE Demonio
ESEMPI amore
DIO Spirito Santo
CONSACRAZIONE radicalità
PENITENZA sacrificio
DIO stile di...
CROCE tentazioni
VIRTÙ
CONSACRAZIONE generosità
Don Ottorino rilegge una frase del testo di R. Voillaume a pag. 85.
MI107,2[19-11-1966]
2.Ecco l'anima che veramente cammina, che si mette totalmente a disposizione di Dio, che mette già in preventivo le ore nere, le ore della croce, le ore del tormento: il Signore che si nasconde; il corpo che non fila bene; l'ora in cui si vede tutto nero; il malessere, e poi le croci che vengono dal prossimo, dai superiori, che vengono dalla insufficienza dei superiori, che vengono un po', come vi ho detto più di una volta, anche dai superiori con i quali vi trovate. Mettete sempre in preventivo che sono uomini, che hanno la loro parte umana, e perciò anche loro possono sbagliare moltissime volte; però, mettete in preventivo che è il Signore che permette tutto questo per la nostra santificazione, perché possiamo versare sangue per la salvezza degli uomini. Ora, partiamo da questo punto: l'abiezione ricercata la lasciamo nelle mani dello Spirito Santo, nelle mani del padre spirituale, e andiamo piano a questo proposito; però l'abiezione accettata è "conditio sine qua non" per poter fare vero apostolato, altrimenti facciamo soltanto un fuoco di paglia. L’ultima volta dicevamo: “Questo desiderio è inseparabile da un vero amore di Gesù”. Se tu dici di voler bene a Gesù e non sei contento quando soffri, non si tratta di un vero amore. Attenti perché "contento" non vuol dire che il dolore sia divenuto una caramella. Questo è importante, perché mi trovo spesso con anime che stanno salendo verso Nostro Signore, ma veramente salendo verso Nostro Signore, e si accusano: "Non sono ancora pronto ad accettare il dolore, cioè quando mi capita qualche cosa...". E allora chiedi: “Sai dire di sì al Signore?", e ti rispondono: “Certo che dico di sì, ma sento che...".CROCE
COMUNITÀ
superiore
APOSTOLO salvezza delle anime
DIO Spirito Santo
APOSTOLO
CREATO
GESÙ
amico
DIO contatto con
Il riferimento è all’assistente Vinicio Picco, membro all’epoca del consiglio generale.
Il riferimento è all’assistente Giovanni Sgarbossa, in attesa di partire per il Brasile.
Don Ottorino anche in questo caso (e secondo i confratelli più vicini a lui questo era capitato anche in altre circostanze) mette in risalto i 57 anni, mentre in realtà ne aveva soltanto 51, come quelli di una data fatidica: ebbe forse conoscenza della data della sua morte? È da notare che il papà di don Ottorino era morto sulla soglia dei 57 anni (11.1.1889 + 16.12.1945).
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3.In altre parole, tu vai in fondo e senti che le anime dicono questo: "Non sono ancora riuscito a fare in modo che quando mi capita una bastonata sulla testa sappia dire: come sto bene! che gusto!". Anima di Dio: è logico che dirai: "Che male mi fa, Signore; te la offro!". Resta sempre vero che il male è male, se no non è più croce. In altre parole, l'anima santa non può pretendere di fare diventare dolce il dolore, perché anche Gesù dinanzi alla croce ha detto: "Padre, se è possibile, passi questo calice". La natura umana, anche la più santa, tira sempre indietro, e quando hai accettato la croce e ti viene messa sulle spalle dirai: "Ahi, ahi, ahi! Che male! Non ne posso più!". Però l'accettazione è un'altra cosa: "Signore, dammi la grazia... dammi la forza per potere sostenere le varie croci, le varie difficoltà". Hai delle prove? Puoi pregare: "Signore, se è possibile passi questo calice; però sia fatta la tua volontà, Signore". Piangerai dinanzi al tabernacolo: "Signore, non ne posso più... però, Signore, fa' quello che vuoi". E intanto griderai: "Ohi, ohi, ohi, che mal di pancia! Ohi, ohi, ohi, che mal di pancia! Signore, sia fatta la tua volontà... Se è possibile passi... Ahi, ahi, ahi, Signore, per le anime, per le anime! Ahi, ahi, ahi, Signore!". Questa è l'accettazione umana, figlioli. Restiamo uomini fino a due giorni dopo morti; dopo non so... È importante questo, perché ho trovato tante anime che arrivate a questo punto spirituale si scoraggiano. Perché? Giungono a dire: "Io non voglio bene al Signore; se volessi veramente bene al Signore dovrei amare la croce, desiderarla!". Ma via, sciocco! Desiderare la croce? Non è possibile scendere in refettorio e desiderare che il latte si andato acido, che a mezzogiorno le donne ti preparino in tavola la minestra senza sale, che il pane abbia la muffa... Chi dice cosi? È possibile accettare, avere un debole desiderio: "Beh, beh... chissà che mi capiti qualcosetta, ma non tutto, perché altrimenti sarebbe troppo... e se capiterà la accetterò... Però, se ti accontenterai solo del desiderio, ne sarò contento". Guardate che la santità è una cosa umana. Vinicio , che cosa ne dici? Tu che adesso sei consigliere, adesso che hai lo Spirito Santo: siamo fuori strada? Possiamo desiderare la croce, ma con semplicità. Questo desiderio di soffrire è inseparabile da un vero amore per Gesù. Per esempio, se venisse qui il Signore e domandasse: "Caro Giovanni , adesso tu vai in America. Dimmi un po': desideri soffrire o desideri che la vita sia senza sofferenza?", e lui rispondesse: "Signore, che cosa ho fatto di male che vuoi darmi anche sofferenze?", non starebbe bene. Se il Signore mi dicesse: "Caro don Ottorino, adesso hai ormai 57 anni e hai sofferto abbastanza. Sei contento che per il resto della tua vita non ci siano più sofferenze?", gli risponderei: "Signore, senti: le sardine senza sale e i funghi senza olio non si conservano. Cerca di essere misericordioso nei colpi, avendo compassione delle mie spalle vecchie, però... Abbi di me pietà, abbi di me pietà". Non accetterei un sacerdozio senza sofferenze perché non sarebbe vero sacerdozio. Ricordatevi bene: un apostolato senza sofferenza non sarebbe apostolato, perché l'apostolato è vero se si perde sangue. Sarebbe come dire a una donna che è cuoca per il solo fatto che distribuisce solo il cibo: una cuoca si sentirebbe offesa.CROCE
GESÙ
redenzione
GRAZIA
PREGHIERA
VOLONTÀ
di DIO
APOSTOLO salvezza delle anime
FORMAZIONE direzione spirituale
FORMAZIONE
CONSACRAZIONE santità
GESÙ
amico
PREGHIERA dialogo con Dio
SACERDOZIO
APOSTOLO testimonianza
CROCE sangue
Monsignor Mario Bigarella era, all’epoca, il responsabile a Genova dell' opera "Stella Maris" che seguiva spiritualmente i marittimi; apparteneva al clero vicentino ed era legato da profonda amicizia con don Ottorino.
Il riferimento è alla signorina Matilde Lassati, che all’epoca era la responsabile del personale di servizio della Casa dell’Immacolata.
In chimica il catalizzatore è una sostanza che accelera con la sua presenza la velocità di una reazione o addirittura la provoca; certe reazioni avvengono solo con la presenza del catalizzatore.
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4.Mi ricordo quando monsignor Bigarella è capitato all'ultimo momento e Giorgio, poverino, è andato a comperare del pesce già fritto; ricordo che ha comperato vari tipi di pesce e il dolce... insomma ha preparato un pranzetto con i fiocchi. Alla fine monsignor Bigarella ha detto: "Oh, che cose buone; che spettacolo di pranzo, veramente eccellente! Chi ha fatto il dolce? Quale donna ha fatto il dolce?". La Tilde ha risposto: "Non è di qui...", e infatti lo avevano acquistato fuori. "E il pesce! Anche il pesce è veramente buono!". Se monsignor Bigarella si fosse fermato qui alcuni giorni e avesse detto: "Voglio vedere come fate a prepararlo, voglio vedere come cucinate il pesce", sarebbe stato un imbarazzo non indifferente. Cari figlioli, succede la stessa cosa nel caso nostro. Per un po' di tempo possiamo distribuire le cose degli altri, possiamo dar loro il sangue di Cristo, ma a un dato momento bisogna dare anche il nostro sangue insieme con quello di Cristo. Perché - scusate la brutta parola se dico bestemmie; speriamo che non ci siano registratori in funzione, se no guai... Ci sono registratori là, in fondo? - il sangue di Cristo farà effetto, produrrà effetto nel campo apostolico, se sarà catalizzato dal nostro sangue. Non avete capito? Se tu, apostolo, vai in una parrocchia e ti sforzerai di lavorare per le anime e di versare il tuo sangue, il sangue di Gesù entra in azione, sarà catalizzato soltanto se - userò adesso una parola un po' profana - il tuo sangue cadrà insieme con quello di Gesù. Il tuo sangue sarà quasi quella piccola corrente elettrica che apre l'interruttore, il quale lancerà la corrente elettrica. Ecco, ci vuole questa piccola goccia di sangue! Che cos'è questa piccola goccia di sangue in confronto con il sangue di Gesù? Niente; da sola è niente, ma se è unita al sangue di Gesù è potenziata dalla grazia, e allora vale tanto. Però, anche se quella nostra goccia potenziata dalla grazia in confronto al sangue di Gesù è ancora niente, tuttavia quel piccolo sacrificio che tu fai - per quanto grande sia il nostro sacrificio è piccolo a confronto di quello di Gesù - sarà quello che permette l'apertura della grazia che si espanderà nelle anime. Perciò, andare in una parrocchia e non soffrire, andare in un Istituto e non soffrire, è come non andare a salvare anime: si distribuirà il sangue di Gesù, ma ci vuole prima il tuo per aprire il canale del sangue di Gesù. 3. La Congregazione deve essere pronta ad accettare le croci, e i suoi Religiosi disposti a fare solo la volontà del SignoreDOTI UMANE
CROCE sangue
APOSTOLO testimonianza
APOSTOLO missione
GESÙ
redenzione
GESÙ
unione con...
GRAZIA
GRAZIA Corpo Mistico
PASTORALE parrocchia
Il professor Mario Bolfe era insegnante di filosofia nel seminario vescovile ai tempi in cui il giovane Ottorino era seminarista.
Don Ottorino si riferisce alle prove di obbedienza e di sacrificio che sapeva chiedere ai suoi giovani per temprare il loro carattere ed educarli spiritualmente. Un esempio di questi biglietti autografi si trova alle pagg. 70-75 del volume III delle lettere.
La domanda retorica è rivolta a don Luigi Furlato, maestro dei novizi, testimone diretto, e a volte anche sulla propria pelle, delle prove che don Ottorino sapeva sapientemente proporre.
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5.Se tu ami veramente il Signore, devi desiderare di gettare questo sangue per aprire il canale della grazia di Dio per le anime. Questi discorsi sembrano duri, ma sono necessari, figlioli! Anzi, vi dico di più: credo che nella Congregazione siamo arrivati al momento - e ve lo dice il Signore con quello che è successo in questi giorni - che bisogna cominciare a fare anche qualche saggio. Qualche volta a scuola il professor Bolfe diceva: "Amici, adesso cominciamo un saggio, facciamo un piccolo assaggio per vedere come vanno le cose!". Credo che quest'anno o lo facciamo noi il saggio o ce lo fa fare il Signore. Guardate che qualche piccola manovra quest'anno bisogna farla per vedere se siamo disponibili nelle mani del Signore; se siamo capaci, per esempio, di fermare la mano a metà. Nei primi tempi dell'Istituto ho provato io a dare di questi saggi, magari mandandovi a Cima Dodici, farvi aprire una lettera, poi un'altra lettera, e arrivati ai piedi di Cima Dodici farvi tornare indietro: "E adesso tornate indietro!". Ne ho fatti saggi di questo genere! Allora eravamo agli inizi, c'era anche l'entusiasmo, forse era una cosa poetica. Vero, don Luigi; che te ne pare? Credo che il Signore quest'anno ha cominciato a dare dei saggi un po' pesanti: per esempio, ti trovi in chiesa a pregare e ti arriva una telefonata che devi andare a Este improvvisamente a raccogliere il sangue di un fratello. Sono fatti, non commedie; questi sono saggi un po' duri, sono saggi di maturità classica. Quest’anno il Signore potrebbe riservarci qualche saggio di questo genere o di qualche altro genere, o potrebbero arrivare anche dei saggi individuali...CONGREGAZIONE
VOLONTÀ
di DIO
DIO amore a Dio
CROCE sangue
GRAZIA
CONSACRAZIONE generosità
FORMAZIONE
DIO stile di...
MI107,6[19-11-1966]
6.In seminario, quando cominciava la processione dei saggi, dicevamo: "È arrivata la stagione dei saggi, del saggio cattolico”. State attenti che quest'anno non sia l'anno del saggio cattolico! Perché? Perché il Signore vuole lanciarci in alto, lanciarci molto in alto. Me lo fa supporre il discorso che il Santo Padre ha fatto qualche giorno fa ai Gesuiti. Leggetelo bene, perché non è il caso che ci fermiamo a leggerlo adesso mentre siamo impegnati con la meditazione, e vi accorgerete che il Papa ha lodato i Gesuiti perché nella revisione delle Costituzioni sono tornati a 400 anni fa e ha detto: "Avevo paura che una corrente infiltrata in mezzo a voi avesse da dominare, una corrente preoccupata del rispetto della personalità, preoccupata dell'attività esterna, per cui l'obbedienza dovrebbe essere molto ragionata e molto discussa, la preghiera un po' limitata, l'esame di coscienza un po' limitato perché c'è l'attività, c'è da lavorare, c'è da fare. Avevo paura che dominasse quella corrente. Ringraziando Dio avete capito e siete tornati alle fonti. Ebbene, la Chiesa vi affida la difesa della fede, la Chiesa vi prende, dà fiducia piena a voi, Compagnia di Gesù, e non sarete una Congregazione, ma sarete la Congregazione sulla quale si fonda, si appoggia la Chiesa in questo momento per la difesa della verità". Leggete questo discorso: è forte, è molto forte; è il Papa che parla! Figlioli, ricordatevi che noi siamo sullo stesso cammino: i Gesuiti lavorano nella cultura, nelle università, in certi campi specifici; noi lavoriamo in mezzo al popolo. Mettetevi sulla stessa linea dei Gesuiti: non ci chiameremo Gesuiti, ma mettetevi sulla stessa linea. Firmate tutto quello che il Papa ha detto ai Gesuiti, però ricordatevi che la nostra missione è in mezzo al popolo. La nostra non è la Congregazione degli intellettuali, perché non siamo chiamati ad essere i professori delle università: deve essere la Congregazione dei santi, dei santificatori, degli uomini che si avvicinano al popolo, che si avvicinano ai lavoratori, e che insegnano ai lavoratori e al popolo a salire, a salire verso Dio, a spiritualizzare il lavoro. Tocca ai Gesuiti spiritualizzare l'intelletto; tocca a noi, si potrebbe dire, spiritualizzare la materia, la casa, l'officina, lo stabilimento, la campagna: dove c'è un uomo che ha in mano una macchina dobbiamo entrare noi, avvicinarci noi e portare lo spirito di Dio.VOLONTÀ
di DIO
CHIESA Papa
CONGREGAZIONE
CONGREGAZIONE carisma
Il riferimento è all’episodio dell’asina di Balaan, raccontata in Num 22, 22-35.
Il riferimento è a Santa Maria Bertilla Boscardin, povera ragazza di campagna e umile infermiera all’interno della Congregazione.
Proprio in quei giorni, il 16 novembre, si era tenuta nella sala del quadro del convento di Monte Berico la chiusura del processo informativo diocesano sulla fama di santità di Fra Gioacchino Maria Stevan dei Servi di Maria (Nove di Bassano 18.11.1921 + Vicenza 28.4.1949). La sala del quadro è l'antico refettorio del convento di Monte Berico: per la parete nord della sala Paolo Veronese dipinse una cena di San Gregorio Magno che riceve come ospite Gesù sotto le spoglie di un povero; il quadro, considerato uno dei capolavori dell'artista veneto, copre quasi per intero tutta la parete.
MI107,7[19-11-1966]
7.Per questo dobbiamo essere consacrati come i Gesuiti, cioè disposti a fare solo la volontà di Dio. Che ci venga espressa dall'alto o dal basso, da uno stupido e da un cretino o da un personaggio che ha tutte le doti, non importa niente! Che il pezzo di carta sia una pergamena con caratteri d'oro o sia una carta da formaggio scritta con inchiostro un po' sporco, non importa niente! Quando c'è una firma a noi basta: è la volontà di Dio, è la volontà di Dio! Ed è questa ginnastica che è necessaria. La volontà di Dio ti viene espressa attraverso don Ottorino? E va bene! Siamo in cortile e stiamo giocando: l'ultimo degli assistenti, il più scemo, quello che non sa neanche giocare, quello che non sa neanche lavarsi gli occhi, ma è l'assistente, dice: "Amici, adesso basta giocare". Si potrebbe protestare: “Ma come? Abbiamo appena incominciato". Basta giocare: Dio ha parlato! Ha parlato anche attraverso un'asina ; quell’assistente sarà un po' più di un’asina! Dobbiamo sentire, figlioli, anche nell'incoerenza, anche nella cretineria di quell’assistente, se non ti ordina cose contro Dio, che Dio vuole quella cosa. Se non avessimo l'esempio del Vangelo sarebbe anche da domandarsi: "Ma... come...?". Osservate Gesù, osservate la Madonna che devono fuggire in Egitto. Trovate una logica in questi fatti: fuga in Egitto... morte degli innocenti... Non vedete che il Vangelo è tutto contro la logica del mondo? Non vedete che in questo momento il Signore sta sconvolgendo i progetti degli uomini...? Guardate le Suore Maestre di Santa Dorotea: chi diventa santa? Una maestra? Figurarsi...! Quell'altro... Chi è quel fratello portinaio? San Martino de Porres, dei Domenicani, dottori. Un santo portinaio! A Monte Berico hanno fatto un ateneo: una cosa bellissima! Adesso hanno chiuso il processo diocesano di beatificazione di un dottore in teologia? Di un povero fratello laico.CONSACRAZIONE obbedienza
VOLONTÀ
di DIO
GESÙ
MARIA
“Fa’ bene quello che fai!”: è un antico proverbio latino.
Grandiosa cattedrale gotica di Parigi, dedicata alla Madonna.
MI107,8[19-11-1966]
8.Non vedete che il Signore scherza? Non vi accorgete che il Signore sta scherzando! Che cos'è, figlioli, un granellino di sabbia visto da dodicimila metri di altezza? Guardate in giù: ma neanche un campanile si distingue da un granello di sabbia a quell'altezza! Se invece che a dodicimila metri di altezza andate su, all'altezza della luna... Ecco la differenza tra un granellino di sabbia e l'altro! Dio, Dio, Dio, figlioli... Dio, Dio, Dio! Ecco allora la vera santità: il vero santo è quell'uomo che si tuffa nella volontà di Dio... "Che cosa vuole da me il Signore in questo momento?". "Che tu studi!". E allora tu devi studiare, altrimenti non fai il tuo dovere, non fai la volontà di Dio. Io vi dico di studiare, anzi di impegnarvi ancora di più, ma allo stesso tempo vi dico: fate la volontà di Dio istante per istante. "Age quod agis”: in ogni istante Dio ti trovi a fare la sua volontà! In questo momento il Signore vuole che io studi: studio! In questo momento il Signore vuole che mi metta a lavorare: lavoro! In questo momento il Signore vuole che predichi: predico! In questo momento il Signore mi vuole sul pulpito di Nôtre-Dame : alzo il braccio e grido! In questo momento il Signore mi vuole a pulire le code dei maiali: vado e faccio con la stessa semplicità!DIO stile di...
CONSACRAZIONE santità
DIO
VOLONTÀ
Il Pellegrino è un luogo di ristoro di fronte al santuario di Monte Berico, nel quale facevano servizio all’epoca signorine di un Istituto Secolare.
MI107,9[19-11-1966]
9.Noi non dobbiamo desiderare niente. Il nostro desiderio deve essere solo questo: "Signore, io voglio dare il sangue, la vita per te". Questa mattina nella comunione dicevo: "Signore, fa’ di me quello che vuoi". Ho cercato di pensare a tutte le disgrazie che avevo visto: gente senza braccia, gente scema, gente che si trascina, gente... e dicevo: "Se vuoi questo... Quello che vuoi, quello che vuoi! Anche tutti insieme purché io possa salvare anime, purché io possa lavorare, avere tanti preti, tanti assistenti, tutti santi, che vadano in giro per il mondo, che trasformino il mondo affinché gli uomini ti amino... e poi lascia fare, a me importa niente!". Bisogna che ci buttiamo nelle mani di Dio, e lasciare che faccia Lui, che faccia Lui! Quante volte ci siamo sentiti domandare: "Che cosa desidera?". E noi abbiamo risposto: “Faccia lei, faccia lei!". C'è tutto da guadagnare, sapete! Alcuni giorni fa siamo andati a Monte Berico e siamo rimasti lì un giorno per discutere i nostri problemi spirituali; ci siamo chiusi in una stanzetta dei padri di Monte Berico; poi siamo andati al Pellegrino a mangiare. Le signorine del Pellegrino ci hanno chiesto: "Che volete oggi per pranzo?". Noi abbiamo risposto: "Ah, quello che volete voi... Fate quello che volete...". Abbiamo mangiato meglio e speso meno... È così, sapete. Dite al Signore: "Fa’ quello che vuoi tu!". Mangerete meglio in Paradiso, e spenderete meno sulla terra. Però il Signore vuole spirito di donazione e di obbedienza, per cui dobbiamo domandarci in tutte le cose, anche nelle più piccole: "Sto facendo quello che vuole Dio o quello che voglio io?". Ci vuole poi lo spirito di unione con Dio con la preghiera e allora piano piano cresceremo. 4. La Congregazione deve impegnarsi nella ricerca delle vocazioni per crescere e moltiplicarsiCONSACRAZIONE offerta totale
APOSTOLO salvezza delle anime
NOVISSIMI paradiso
PREGHIERA unione personale con Dio
L’espressione è molto tipica di don Ottorino: i giovani che si avvicinavano alla Casa dell’Immacolata morivano, cioè restavano attratti dallo spirito e decidevano di consacrarsi al Signore.
Don Ottorino si era incontrato con il cardinale Agnelo Rossi, vescovo di San Paolo in Brasile, durante il suo secondo viaggio in Brasile, per invito e interessamento del nunzio apostolico S.E. mons. Sebastiano Baggio.
MI107,10[19-11-1966]
10.Io non mi rassegno che restiamo solamente qualche centinaio, non mi rassegno: è l'ora di moltiplicarsi, ma bisogna moltiplicarsi in fretta; ognuno di voi deve divenire un conquistatore di apostoli. Andiamo alla ricerca: si tratta soltanto di cercarli perché se vengono qui poi muoiono immediatamente. Bisogna andare alla ricerca degli apostoli perché il mondo ne ha bisogno. Quando mi sono trovato con il cardinale Rossi a San Paolo , gli ho detto: "Eminenza, l'assicuro che tornando in Italia non ci daremo pace, non ci daremo pace; lo grideremo a tutti i venti che qui ci sono anime che attendono; andremo in giro, glielo assicuro, con la stampa, con le parole, con tutto... Vogliamo cercare: ci sono anime generose e disponibili e bisogna avvicinarle...!". E allora voi volete sviluppare la vostra personalità? Fate bene, benissimo: sviluppatela in questo senso! In che modo? Dando sangue al Signore, schiacciando voi stessi, alzando le mani pregando e muovendovi per le vocazioni... Volete permessi speciali? Ve li do! Volete andare a piedi fino a Crotone in cerca di anime? Vi lascio, ma cercate vocazioni; cercatele! Ognuno deve domandarsi: "Che cosa ho fatto io per scoprire le vocazioni, per moltiplicare il bene?". Ognuno di voi deve domandarselo. Dovete sentire questo assillo perché qui siamo neanche un centinaio, ma questo centinaio deve diventare un migliaio e poi ancora di più, e ancora di più, ma presto! Non possiamo rassegnarci che questo avvenga tra venti o trent’anni: no! Presto, figlioli; dipende da noi! I comunisti si sono moltiplicati in fretta. Perché? Perché hanno usato quella parola che ci hanno rubato: comunismo! Noi abbiamo il vero comunismo e questo comunismo deve apparire a tante anime. Ci sono tante anime che lo sognano questo comunismo, che lo desiderano, che lo vorrebbero vivere e lo vanno cercando: dove lo troveranno? Alzate la bandiera! Andiamo a cercare! Voi mi direte: "Come fare, come fare?". Buttatevi in chiesa davanti al Signore; buttatevi in chiesa dinanzi a Dio e domandate a Lui! A ciascuno di voi Dio insegnerà una strada, e vi accorgerete che siete più intelligenti di quello che credevate di essere; vi accorgerete di avere una capacità di iniziativa dentro di voi che non avevate mai pensato di avere. Perché? Perché Dio vi insegnerà.CONGREGAZIONE
APOSTOLO animazione vocazionale
CROCE sangue
MONDO comunismo
APOSTOLO missione
PREGHIERA
DIO contatto con
Santa Maria Bertilla Boscardin delle Suore Maestre di Santa Dorotea di Vicenza.
Il riferimento è all’assistente Giovanni Orfano, che all’epoca frequentava il corso teologico nel seminario vescovile.
Il riferimento è all’assistente Antonio Zordan, in attesa di partire per l’Argentina.
In quel periodo erano ospiti della Casa dell'Immacolata due Religiosi ugandesi, John Berchmans Kayondo e Massenzio Osinde, che partecipavano ai corsi di addestramento professionale presso l'Istituto San Gaetano per poi insegnare nel loro paese d'origine.
Popolarmente nel Veneto per "America" si intendono gli Stati Uniti d'America.
Salmo 130: è un salmo penitenziale e di speranza, usato nella liturgia dei defunti.
MI107,11[19-11-1966]
11.Quante volte leggendo la vita dei santi, dei poveri santi, cioè poveri dinanzi al mondo, troviamo una sapienza che i teologi non avrebbero espresso forse in un libro e loro l'hanno espressa in tre parole. Questi umili santi, tipo suor Bertilla , dicono una semplice frasetta, qualche volta teologicamente anche un po' stonata, ma essenzialmente precisa e perfetta. Che cos'è avvenuto? Lo Spirito Santo ha parlato, lo Spirito Santo è entrato in quest'anima e le ha mostrato delle cose che altri non vedevano. Ed è questo che il Signore farà con voi. Voi dovete salvare gli uomini, ma dovete salvare tutti gli uomini, portarli tutti a Cristo. Che bello sarebbe se potessimo fare in modo che entro qualche anno tutti gli uomini fossero una grande Casa dell'Immacolata! Pensate che festa ci sarebbe in Paradiso! Orfano , che ne pensi? Che bello sarebbe se tutti gli uomini, bianchi, rossi, gialli, neri, si amassero! Ero così contento, ieri pomeriggio, nel vedere il nostro caro Zordan che saliva le scale a braccetto con il giovane africano. Ieri sera, poi, ho visto un gruppetto insieme con questo giovane e ho detto: "Che bello sarebbe se un domani tutti gli uomini, neri e bianchi, anche se in America tirano loro qualche fucilata per la questione razziale, si sentissero affratellati così!". Il Signore vi ha chiamati qui perché vuole che trasformiate il mondo. Voi direte: "Ma, come facciamo noi...?". Non preoccupatevi: siete onnipotenti se vi agganciate a Dio! Non dite: "Siamo in pochi"; non dite: "Siamo bambini"; non dite: "Siamo cretini, siamo ignoranti"; non dite questo perché è Dio l’onnipotente! Abbiate fede nella vostra miseria, abbiate fede nella vostra pochezza; ma questa pochezza nelle mani di Dio trasformerà il mondo. Finché siete convinti di essere poca cosa, finché siete convinti di essere niente, siete potenti. Quel giorno che vi convincerete di essere qualche cosa, bisognerà recitare il "De profundis" , non per Giorgio, ma per la Congregazione. 20 novembre 1966DIO Spirito Santo
APOSTOLO salvezza delle anime
CARITÀ
amore al prossimo
APOSTOLO chi è
l’
apostolo
VIRTÙ
umiltà