Le norme relative alla purificazione della donna dopo il parto sono contenute nel cap. 12 del Levitico.
Don Ottorino riflette in questo caso la mentalità moralistica di certa teologia manualistica che vedeva nell’atto sessuale, anche fra coniugi, e nel piacere da esso derivato, qualcosa che rendeva in qualche mondo imperfetti moralmente; pertanto, bisognava porre degli atti purificatori per ritornare nella santità cultuale.
MI142,1 [2-02-1967]
1 È conveniente che questa mattina ci soffermiamo a considerare la purificazione di Maria. Immaginiamoci la scena veramente intima che abbiamo letto nel Vangelo: la nostra buona mamma, la Madonna, va a portare Gesù Bambino e va per la sua purificazione. Due cose sono importanti per noi. Anzitutto la purificazione della Madonna. Avete visto tante volte nei vostri paesi che quando una mamma ha un bambino, prima di entrare in chiesa nuovamente, riceve una benedizione speciale. Chissà quante volte come chierichetti avrete assistito anche voi a questa cerimonia! Avrete accompagnato il sacerdote vicino alla porta della chiesa, mentre la nuova mamma era ad aspettare, e il sacerdote poi le ha dato la benedizione, le ha presentato il lato della stola e l’altra, prendendo la stola, è entrata in chiesa; poi sono andati davanti all’altare della Madonna, e anche all’altare della Madonna è stata data la benedizione. Una creatura che diviene mamma non fa peccato perché diviene mamma, anzi il Signore ha messo per questo il sacramento del Matrimonio, e i corretti rapporti matrimoniali sono realtà sante, ma il Signore fin dall’Antico Testamento ha voluto che si scontasse una certa qual pena; non c’è peccato, ma minore purezza, minore bontà, e allora occorreva una purificazione per poter rientrare nel tempio, e anche adesso si continua con la benedizione. Se le altre mamme sono diventate mamme per opera della carne e hanno accettato la soddisfazione prima e il sacrificio dopo, la purificazione verrebbe fatta per purificarsi della gioia avuta. Questo non era affatto necessario per la Madonna. Supponiamo che fosse necessario per le altre, ma non era necessario per la Madonna, perché la Madonna è diventata mamma restando vergine, continuando ad essere l’immacolata. Ecco l’insegnamento che abbiamo: la Madonna, non tenuta a questa prescrizione perché è la piena di grazia, perché non ha bisogno di essere lavata, va e adempie la legge. Figlioli miei, dovremmo imparare da questo particolare l’obbedienza a quelle che sono le disposizioni della Chiesa, a quelle che sono le disposizioni della Famiglia religiosa, cioè sapere che serviamo Dio nel compimento del nostro dovere quotidiano. Perché vogliamo discutere sulle norme della Chiesa, su una prescrizione o sull’altra? Facciamo, facciamo, perché sappiamo che facendo così diamo gloria a Dio. Poi, se c’è una cosa che vediamo sarebbe meglio cambiare, allora piano, piano, piano, cercheremo al momento giusto di intervenire.PAROLA DI DIO Vangelo
MARIA maternità
divina
MARIA Immacolata
FAMIGLIA matrimonio
MARIA verginità
di ...
MARIA obbedienza di ...
CHIESA
CONSACRAZIONE obbedienza
Nel testo registrato don Ottorino usa l’espressione latina “exempli gratia”.
MI142,2 [2-02-1967]
2 Porto un esempio. Quando in terza media ci chiudevano in camerino, io sentivo che questo non andava bene, ma ho detto: “Offriamo al Signore; non devo andare a dirlo a miei compagni!”. E ringraziando Dio dalla terza media fino al quarto anno di teologia non ho mai detto a nessuno che quella cosa non mi andava, anche perché era inutile dirlo. A chi? A un mio amico che poi si sarebbe arrabbiato? Ma quando al quarto anno di teologia ho avuto confidenza con il rettore, monsignor Scalco, ho cominciato a dirglielo, perché allora era l’ora di dirglielo. Un domani uno di voi si trovaerà nelle condizioni di insegnamento o in certe condizioni in cui può usare l’autorità, o un domani verrà eletto Papa, allora farà come ha fatto Pio X. Nella Settimana Santa c’era un breviario lunghissimo, e ha detto: “Se divento Papa, la prima cosa che faccio è quella di accorciare il breviario della Settimana Santa!”. E quando è stato Papa lo ha accorciato perché voleva che i sacerdoti dedicassero il tempo per confessare; lo ha accorciato anche se è restato ancora uno dei più lunghi... potete immaginare, allora, come era lungo prima! Bisogna vedere, anzi sentire più che vedere, che quando facciamo l’obbedienza stiamo rendendo gloria a Dio, stiamo facendo una cosa che piace al Signore. Quando compiamo una determinata azione, cominciando con il segno di croce fatto bene, nel prendere l’acqua santa, nel fare tante piccole cose, io sto facendo una cosa che piace al Signore. Sto giocando in cortile quando è orario di gioco? Sto facendo una cosa che piace al Signore! Se c’è questo senso del soprannaturale quando si sta facendo quello che Dio vuole, Dio è contento. Bisogna, pertanto, sforzarsi in ogni momento della giornata di fare, istante per istante, quello che Dio vuole, ma farlo per amore suo, farlo con gioia, perché Dio è contento...AUTOBIOGRAFIA seminario
CHIESA Papa
CONSACRAZIONE obbedienza
CONSACRAZIONE fedeltà
DIO amore a Dio
PREGHIERA pratiche di pietà
Luciano Rizzi, che all’epoca frequentava il 3° anno del corso teologico, aveva passione per la cura del giardino e si applicava con competenza e con amore.
MI142,3 [2-02-1967]
3 Supponiamo che Luciano Rizzi vada nel giardino davanti casa e si metta a sistemarlo, e lavori una o due settimane insieme con sette o otto ragazzi; sistema tutto bene e finalmente è quasi tutto a posto. Io apro la finestra e guardo fuori, e lui, con un grido di gioia, mi dice: “Don Ottorino, sarà contento dei suoi ragazzi! Sarà contento dei suoi ragazzi!”. Più di una volta ho sentito da voi questa frase: “Sarà contento dei suoi ragazzi!”. Quando facevate una cosa bella, una cosa fatta bene, più volte ho sentito dire questa espressione; ma quando la facevate male, non l’avete detta. Agite sempre in modo da trovarvi nelle condizioni di poter dire: “Signore, sarai contento di questo ragazzo! Sarai contento di tuo fratello! Mi hai detto di giocare e sono andato a giocare”. Alla fine dello studio: “Sarai contento, Signore, di tuo fratello! Mi hai detto di studiare e ho studiato”. Alla fine del pranzo: “Sarai contento! Vedi che ho mangiato di gusto?”. Guardate le mamme... Il nostro amico di Marano ride... La mamma prepara da mangiare e dice: “Sono così contenta di vederti mangiare; è un gusto vederti mangiare!”. Hanno mai detto così le mamme: “Godo nel vederti mangiare, perché vedo che mangi di gusto”? Alla fine del pranzo Nostro Signore dirà: “Sono contento perché vedo che non hai mangiato come un maialino, vedo che hai mangiato come un cristiano. Hai gustato il cibo e hai ringraziato il Signore, hai alzato il tuo pensiero a Dio”. Era un cibo squisito quello che hai mangiato? E allora di’: “Grazie, Signore!”. Mangi di gusto un pezzettino di maiale? “Deo gratias, Signore, perché hai creato anche questo ‘ufficio recuperi’. - Il maialino è ‘l’ufficio recuperi’ degli avanzi, non è vero? - Grazie, Signore, grazie, Signore!”.VOLONTÀ
di DIO
DIO amore a Dio
CONSACRAZIONE perfezione
DIO riconoscenza a...
MI142,4 [2-02-1967]
4 Questo è il primo pensiero. La Madonna, andando al tempio per la purificazione, pur non essendovi tenuta, ma ossequiente alla legge, insegna che nell’obbedienza dobbiamo prima vedere la cosa che piace al Signore; poi, se c’è qualcosa da modificare, si parla, si dice, si fa... ma per prima cosa io so che, se obbedisco, faccio piacere al Signore. Che cosa m’interessa se l’obbedienza mi dice di andare a cavare i cavoli per portarli in cucina facendo dieci giri intorno alla casa? È chiaro che la prima cosa la capisco e la seconda non la capisco; ma che cosa m’interessa? Io so che è il Signore Dio che mi parla, magari attraverso un povero stupido di superiore o attraverso il regolamento; so che il Signore Dio mi assegna tanto l’una come l’altra, ed è contento se le faccio ambedue. Poi, se capisco che quella è una regola che non va, posso dire a chi è interessato: “Senta, io non so a che cosa servano i giri intorno alla casa, comunque io li faccio. Per carità, sono anni e anni che li faccio, ma, mi sembra, che i giri intorno alla casa siano inutili”. E magari lui se ne verrà fuori dicendo: “Sì, caro, vedi che intorno alla casa c’è un bel pezzo di corridoio pestato bene, e se non ci fosse quello... L’ordine di fare il giro della casa è stato dato per pestare il corridoio, per tenere su la casa, per tenere al sicuro le fondamenta”. Un domani può succedere una cosa così!MARIA obbedienza di ...
CONSACRAZIONE obbedienza
COMUNITÀ
superiore
ESEMPI obbedienza
Cfr. Atti 12, 11.
Monsignor Guido Franchetto (1890-1962) era un sacerdote molto stimato da don Ottorino - seguiva spiritualmente i sacerdoti in difficoltà che aiutava con la preghiera e il consiglio - e suo consigliere spirituale per molti anni. Fu per 25 anni cappellano delle Suore della Carità (Suore di Maria Bambina) presso “Casa Gerosa”, a Bassano del Grappa. Fu anche benefattore della Congregazione.
Giorgio Pieropan, morto il 12.11.1966 in un incidente d’auto, era addetto all’economato della Casa dell’Immacolata; pertanto, conosceva un po’ meglio degli altri giovani le difficoltà finanziarie in cui si dibatteva in quegli anni don Ottorino.
MI142,5 [2-02-1967]
5 Quante volte neppure chi comanda sa per quale motivo ha comandato certe cose, e vien fuori che è proprio per tenere su la casa che fanno camminare intorno ad essa: pesta, pesta, pesta, e le fondamenta si rinforzano. Vi accorgerete quante delle vostre azioni che sembrano insulse, se fatte per amor di Dio e fatte solo per obbedienza siano importanti. Quante volte gli Apostoli hanno dovuto dire: “Ah, nunc scio vere... ; adesso abbiamo capito, adesso abbiamo capito!”. Quante volte anche voi, caro Antonio Zordan, guardando indietro dovrete dire: “Ah, adesso comprendo perché il Signore ha permesso questo! Perché lo sciocco di don Ottorino ha fatto così! Adesso comprendo!”. E tante cose le capirete quando sarete più vecchi, e la maggioranza delle cose le capiremo in Paradiso. Figlioli, impariamo che la coscienza dell’obbedienza non sta nel risultato immediato, ma sta intrinsecamente nell’atto stesso, quell’atto di umiltà di accettare i giri intorno alla casa. È chiaro che il maestro dei novizi non ritornerà ai tempi passati di mandare a prendere l’acqua con la cesta. Però c’era una sapienza anche nel far fare una cosa illogica, non tanto per il fatto di andare a prendere l’acqua con la cesta, ma per dover dire anche davanti alla cosa illogica: “A me non interessa la logicità o la illogicità della cosa; io la faccio. A me interessa fare quello che Dio vuole. Mi domanda questo? Fiaccando la mia superbia e la mia logica, io la faccio, perché so che in questo modo rendo gloria a Dio, so che in questo modo faccio piacere al Signore”. Figlioli, più di una volta il Signore vi domanderà nella vita qualche cosa che non sembrerà logica. Per esempio, una cosa che il Signore domanda adesso a me da tanto tempo: pagare i debiti. Vi pare che questa sia una cosa logica? Mia mamma, per esempio, finché era in terra, aveva una preoccupazione: “Povero figliolo, ma come fai? Chissà quanti debiti, chissà quanti!”. Quando sono in terra sono tutti così! Monsignor Franchetto , tutta la gente che è morta e che mi voleva bene, tutti erano preoccupati per i soldi: quando vanno di là cambiano testa, cambiano testa... Anche lo stesso Giorgio , poverino, ve l’ho detto tante volte, la pensava così. Ma, giunti dall’altra parte, non capiscono più niente, hanno un altro modo di ragionare: ragionano in modo del tutto differente. Quando sono di qua: “Povero don Ottorino, come soffre!”; quando sono di là: niente... e se va bene, sono quelli che, magari, ti aiutano di più. Cosa volete fare, cari? Bisogna che ci adattiamo a questo modo di pensare.COMUNITÀ
superiore
CONSACRAZIONE obbedienza
DIO amore a Dio
VIRTÙ
umiltà
VIRTÙ
eroismo
VOLONTÀ
di DIO
VIZI superbia
Cfr. Esodo 13,2.
MI142,6 [2-02-1967]
6 C’è un secondo aspetto: la presentazione di Gesù al tempio. Non so se qualche altra volta abbiate un po’ considerato il significato della presentazione e del riscatto. Il Signore aveva dato un ordine: “Tutti i primogeniti maschi sono miei!” . Perciò un buon contadino comprava una vaccherella, arrivava il momento del parto di un vitellino, nasceva il vitellino: “Mi dispiace; è suo del Signore!”. Era una delusione grande. Acquistava una capretta, nasceva un capretto: “È il primogenito, è del Signore!”. Nasceva una vitellina per prima, e dopo tre anni nasceva un vitellino: quello era del Signore! Guardate che è interessante, eh! Il Signore si riserva le primizie, una primizia solida. Dice: “Il Signore sono io: ego Dominus! Riconoscete che io sono il Signore. Perciò immolate, sacrificate il primogenito. Nasce un bambino, la mamma ha un bambino, il primo maschio? Quello è mio, me lo portate, me lo date, lo mettete sopra l’altare: è mio!”. Poi lo si riscatta, cioè la mamma va, lo presenta al tempio, il sacerdote lo riceve e la mamma non è più padrona del figlio perché l’ha offerto a Dio. Lo mette sopra l’altare, lo offre al Signore, poi lo riscatta. Compra un paio di colombini o un agnello o un paio di tortorelle e va a offrirli al sacerdote per riscattare il figlio. E allora, quell’agnellino, quelle tortorelle prendono il posto del bambino; il coltello dell’immolazione non va sopra il bambino, ma sopra le due tortorelle, però la mamma ha fatto l’atto della immolazione del figlio al Signore, l’atto del riconoscimento di proprietà: “Signore, questo bambino non è mio. Tu me l’hai dato e io te lo offro, te lo do; ecco, è tuo!”. Poi il Signore dice: “Bene, mi accontento di questo: prendi l’agnello e mettilo al posto di tuo figlio”. Non è successo qualcosa di simile anche con Abramo e Isacco? Il Signore dice: “Porta tuo figlio sul Moria e immolalo!”, e Abramo lo porta sul monte, lo mette sopra la legna, alza il braccio e fa per ammazzarlo: “Basta! Sono contento di questo”. Toglie il figliolo dall’altare... c’è un caprone lì accanto e Abramo lo prende e lo mette sopra l’altare al posto di Isacco, e avviene l’immolazione: c’è stata la sostituzione, però c’è stata anche l’offerta.PAROLA DI DIO Sacra Scrittura
CONSACRAZIONE
Raffaele Testolin era all’epoca nell’anno di noviziato.
Ugo Gandelli, vocazione adulta, era nativo di Lodi in Lombardia e all’epoca era ancora novizio.
MI142,7 [2-02-1967]
7 Ora, figlioli miei, state attenti! Non vi pare che anche noi siamo degli offerti? Non vi pare che un bel giorno, non perché siamo primogeniti, ma perché siamo stati eletti, scelti da Dio, dovremo essere immolati? E non vi pare che per noi non c’è stato nessun riscatto? Siamo rubati, siamo rubati! Il Signore avrebbe potuto non fermare la mano di Abramo e lasciare che il braccio cadesse a colpire Isacco. Il Signore avrebbe potuto dire agli uomini: “Quel bambino è mio: niente sostituzione... lo ammazzi e lo bruci dinanzi al Signore!”. Ebbene, adesso non c’è più il primogenito che viene offerto all’altare; le nostre mamme ci hanno offerti spiritualmente, ma non ufficialmente. Ma ci sono degli eletti, alcuni chiamati da Dio, e questi non vengono portati dalla mamma, ma spontaneamente devono dire di sì al Signore. Non vengono presi di peso, Raffaele , e portati sull’altare; non è che il Signore abbia detto alla tua mamma: “Signora, prenda quel bambino e lo porti sopra l’altare: quello è mio!”. No, no! Il Signore, rispettando la volontà di ciascuno, ha detto a Raffaele: “Vieni perché ti voglio mettere sopra l’altare!”. Perciò, mentre al tempo di Gesù i primogeniti venivano portati, adesso, caro Ugo , tu prendi il tuo biglietto del treno o monti sulla macchina e vieni da solo, per essere immolato, per farti immolare. Se io ti avessi domandato: “Ugo, che cosa sei venuto a fare a Vicenza?”, tu avresti dovuto rispondermi: “Ho sentito la voce del Signore che mi chiamava e sono venuto qui per farmi immolare, o meglio per immolarmi!”. È chiaro? Sono venuto volontariamente, spontaneamente, per immolarmi sopra l’altare, proprio per offrirmi vittima sopra l’altare. Perché? Perché il Signore mi ha chiamato e mi ha chiamato ad offrirmi per la salvezza di tutti gli uomini. Questa è la nostra vocazione: siamo venuti spontaneamente, chiamati da Dio, per l’immolazione.CONSACRAZIONE offerta totale
CONSACRAZIONE immolazione
APOSTOLO vocazione
APOSTOLO chi è
l’
apostolo
Cfr. Atti 5,1-11.
MI142,8 [2-02-1967]
8 Se capiamo questo, che cioè siamo stati chiamati per essere immolati, dobbiamo domandarci: “Noi siamo saliti sopra l’altare interi o siamo saliti a pezzi?”, cioè abbiamo messo tutti noi stessi sopra l’altare o abbiamo lasciato fuori qualcosa? Per esempio, sarebbe bambinesco, scusa Ugo se insisto con te, che tu fosti partito dal tuo paese e avessi detto: “Be’, be’, aspetta: vado ad immolarmi...”, e poi non doni tutto te stesso al Signore. Il Signore, quando ha chiamato Ugo, ha detto: “Si vis: se vuoi!”, ma ha chiamato tutto Ugo, non ne ha escluso neanche un’unghia, neanche quella del dito mignolo del piede: ha chiamato Ugo intero, e ha detto: “Io voglio tutto! Se vuoi, ma tutto, se no, niente!”. Che cosa sta succedendo oggi nel mondo? Tanti hanno detto: “Sì, vengo Signore!”, ma non si sono donati interamente. Questa è una bambinata, è una bambinata vera e propria! Se il Signore ti ha chiamato - se ti avesse portato tua mamma sopra l’altare, capisco che avresti potuto continuare a tirare le gambe dicendo: “Ma io qua, io no!”, e buttar fuori una gambetta -, ma se ti ha chiamato il Signore, e tu hai sentito la voce del Signore e sei venuto: perché vuoi fare come Anania e Saffira e nascondere un gruzzoletto da una parte? Buttati completamente sopra l’altare, buttati perché la tua offerta sia gradita al Signore; se no, minacci che la tua offerta non sia gradita al Signore. Hai fatto una fatica inutile a partire da casa tua per venire qui, e ti sei immolato inutilmente. Ora voi direte: “Questi discorsi sono fatti per i preti, per i frati...”. La meditazione io la faccio per me, voi la fate per voi, e perciò questa meditazione è fatta per me, ma anche per voi, se credete che ce ne sia bisogno anche per voi. Voi avete abbandonato la famiglia e vi siete portati spontaneamente verso l’altare e vi siete gettati sopra l’altare. Forse non avete lasciato fuori dall’altare una gamba, forse non avete lasciato fuori dall’altare un braccio, ma io vorrei che facessimo tutti un bell’esame di coscienza per vedere se proprio sopra l’altare abbiamo messo tutto, tutto: ricordatevi bene che altrimenti siamo ancora in una offerta umana. Mi pare anche che sarebbe un comportamento poco intelligente perché, pensando di aver dato tutto, non facciamo scattare la bilancia di Dio e la grazia di Dio perché manca un’unghia di un piede. Uno che non sacrifichi tutto, tutto, tutto... resta inutilmente ad aspettare!CONSACRAZIONE immolazione
CONSACRAZIONE radicalità
CONSACRAZIONE offerta totale
APOSTOLO vocazione
Reagente chimico, composto di vari sali minerali, che fa apparire il negativo della pellicola.
Renato Cepparo era un imprenditore milanese, titolare di un laboratorio cinematografico. Dette la sua assistenza tecnica durante i primi tentativi della Congregazione nel campo degli audiovisivi, divenendo amico e collaboratore di don Ottorino.
Il riferimento potrebbe essere a Luciano Bertelli o a Luciano Rizzi, che frequentavano ambedue il 3°anno del corso teologico.
MI142,9 [2-02-1967]
9 Sarebbe come uno che fa fare delle fotografie... Fate conto che vengano da Milano, in cattedrale, a fare le fotografie, a riprendere con la cinepresa; fanno questo, fanno quello... e poi, per non mettere un pizzico di sviluppo in più, per non spendere i soldi per un pizzico di sviluppo in più perché costa troppo, rovinano tutto; per non spendere, supponiamo, cento o duecento lire per un sale, per uno dei sali che è necessario, fanno lo stesso e rovinano tutto. Avete capito? Si parte da Milano, si viene qui con gli operatori, si fanno le riprese, e Cepparo , supponiamo che sia lui quello che gira, che sviluppa, che faccia tutto il lavoro, quando si tratta di sviluppare la pellicola nega agli operatori cento lire per un sale perché si spende troppo. Se si è già speso migliaia di lire per gli operatori, per il viaggio, per le pellicole, perché non si vuole spendere quei pochi soldi? “No, basta, basta! Ho speso anche troppo, basta!”, e allora, per cento lire si rovina il lavoro di cento o duecentomila lire; per cento o duecento lire si rovina il lavoro di duecentomila lire! Questo è pazzesco, non è vero? Pensate che Cepparo faccia una cosa di questo genere? Può essere solo uno sciocco che, nel campo umano, non spende le ultime cento lire e così perde il frutto di tutte le altre centinaia di migliaia di lire già spese! Ebbene, nel campo spirituale la maggioranza delle anime consacrate al Signore, per non dire molte di più della maggioranza, non raccolgono il frutto del loro lavoro, né personalmente, né nell’apostolato, per le ultime cento lire che non vogliono mettere dentro. Hanno speso milioni, hanno rinunciato a una famiglia, hanno rinunciato a una patria, hanno rinunciato a tante cose, e per le ultime cento lire trattenute non succede quello che dovrebbe succedere, cioè non si sviluppa la pellicola e si rovina tutto. Mi guardi, Luciano ? Quali sono queste cento lire? Sono quei piccoli idoli, ma piccoli, piccoli, che uno potrebbe conservare dentro di sé. Non intendo dire le mancanze, perché le mancanze rovinano un pezzo di pellicola, e pazienza! Una mancanza, un colpo di rabbia o anche un peccato, rovina un pezzo di pellicola, ma quei piccoli idoletti che ci possono essere rovinano tutta la pellicola.ESEMPI consacrazione
CONSACRAZIONE offerta totale
CONSACRAZIONE mediocrità
DIO idoli
Nel testo registrato si ascolta a questo punto una fragorosa risata, segno evidente che don Ottorino ha toccato un punto delicato anche per i giovani di quel tempo.
Nel testo originale c’è, a questo punto una frase non molto chiara nel suo significato.
S. (santità) U. (uomini) M. (mezzi) era la società che don Ottorino aeva creato nella Casa dell’Immacolata per impegnare i giovani a raggiungere la santità, le vocazioni e i mezzi economici.
MI142,10 [2-02-1967]
10 Porto un esempio pratico. Un giovane fa una grande fatica a mantenersi puro... lotta, tribola e cade: ebbene, quello si è mangiato un pezzo di pellicola, ha rovinato un pezzo di pellicola. Poi ricade: un altro pezzo di pellicola rovinata. Forse su cento metri di pellicola ce ne saranno almeno quaranta di buoni. Ha fatto di tutto, ha lottato, però non ha rovinato tutta la pellicola. Un altro, invece... Come facciamo a non toccare nessuno? Bisogna che cerchi un qualcosa, un difetto che non abbia nessuno. Supponiamo un difetto che nessuno ha qui dentro; l’attaccamento allo sport. Che cosa c’è da ridere? Ebbene, costui sente il desiderio di domandare il lunedì mattina o il sabato o la domenica sera chi abbia vinto al calcio, dato che il calcio è una cosa che non vi interessa; sente il bisogno di domandare... se trova uno che sa, che ha sentito i risultati, domanda, e sente proprio il bisogno di domandare. Si sentirebbe capace di fare qualunque altro sacrificio, ma quello non si sente capace di farlo. Quel tale ha un idoletto; quel tale ha dato tutto al Signore, ma non sarebbe capace di vincersi su quel punto. Se lui nel suo intimo dice: “Sì... però... sento che quella cosa non sarei capace di darla al Signore: in fondo che male c’è, che peccato c’è?”. Ecco, quello ha un idoletto, ha un idoletto dentro di sé che provoca lo stesso effetto della mancanza di un sale nello sviluppo della pellicola: ho negato quel dato sale per cui si è rovinata tutta la pellicola. Tu dici al Signore: “Sì, però... Ti dico di sì, ma non ti do quell’unghia; quella non mi sento di dartela. Mi metto sopra l’altare, però, attento quell’unghia, no, quella me la riservo!”. Ora, se volete che la società S.U.M. , santità, uomini e mezzi, vada avanti, ricordate che se uno solo della nostra Casa ha uno di questi idoletti blocca tutto. Ve lo ripeto: la società S.U.M. porterà il suo frutto e si svilupperà in modo grandioso soltanto quando tutti qui dentro si saranno liberati da questi idoletti. Giona era uno solo, ma mandava per aria tutta la barca. Ricordatevelo bene: basta anche uno solo, per cui è necessario che tutti si liberino. Ora, esaminando noi stessi, nell’intimo nostro, non dinanzi agli uomini, ma dinanzi a Dio, sappiamo vedere se c’è qualcuno di questi idoletti, qualcuno di questi piccoli fili. Di solito non sono cose gravi; se fossero cose gravi già sareste stati allontanati perché il padre spirituale vi avrebbe fatto andare via. Sono piccole cose, piccole cose, dove tu dici al Signore: “Tutto ti do, ma non questo! Ah, questa è una stupidaggine...”. Ricordatevi che l’uomo di Dio deve domandarsi spesso quello che vi ho detto tante volte: “Signore, sarei disposto in questo momento a spogliarmi delle mie vesti e con un sacco sopra le spalle andare lontano dove nessuno mi conosce, stare là da solo a predicare il tuo nome?”. Qualcuno risponderà: “Sì, Signore, purché tu mi dia una radio per poter sentire chi ha vinto la partita! Sì, Signore, purché...”.DOTI UMANE sport
ESEMPI consacrazione
DIO idoli
CONSACRAZIONE offerta totale
CONSACRAZIONE radicalità
SLOGANS fuoco apostolico
CONGREGAZIONE spiritualità
Il 13 maggio 1967 ricorreva il cinquantesimo anniversario delle apparizioni della Madonna a Fatima che avevano segnato per la Chiesa un momento di grande risveglio spirituale.
Nella liturgia l’11 febbraio si celebra la memoria delle apparizioni di Maria Vergine Immacolata a Lourdes.
Mariano Apostoli, anche se nominato scherzosamente da don Ottorino con il titolo di “don”, all’epoca frequentava solamente l’anno propedeutico al corso teologico.
Don Ottorino allude a quelle manifestazioni penitenziali pubbliche che si svolgevano a volte in occasione delle missioni popolari parrocchiali solitamente guidate dai Passionisti, dai Cappuccini o da altri Religiosi.
MI142,11 [2-02-1967]
11 Ecco, allora, state attenti, state attenti! Io farei una proposta. Perché nella prossima Quaresima non potremmo prendere come lavoro di penitenza proprio questo punto? Siamo nell’anno della Madonna : la Madonna è mamma nostra, e le nostre buone mamme ci hanno insegnato ad amare la Madonna con piccoli fioretti e con piccoli sacrifici. Adesso ci prepareremo in modo particolare all’11 febbraio . I nostri cari amici del segretariato mariano faranno gli ultimi sei giorni - invece della novena facciamo sei giorni, perché loro sono in sei - una predichetta ogni sera, giacché si sono offerti loro e don Mariano Apostoli si è fatto promotore di questo movimento; dunque ogni sera ci sarà una predichetta fatta da loro in chiesa sulla Madonna di Lourdes. Ad ogni modo questi sono particolari che verranno, caso mai, trattati in altra sede, ma bisogna fare una bella preparazione. Per esempio, è stata fatta anche la proposta di far fare una “peregrinatio” con la Madonna per quei sei giorni: quattro giorni per i piccoli in quattro classi, e due giorni per i grandi, cioè una in noviziato e una per i grandi, in modo da riscaldare il cuore verso la Madonna, fino all’11 febbraio. È importante animare un po’ l’ambiente, cominciare a sentire, insomma, che è nostra mamma, incominciare a voler bene alla Madonna: è lei che ci aiuterà ad arrivare. Ma alla Madonna bisogna dare anche qualcosa; non basta dire: “Mamma, ti voglio bene, fammi santo!”, bensì dire: “Mamma, ti do tutto, aiutami a farmi santo!”. E allora io direi: perché nella Quaresima non potremmo cominciare a sacrificare gli idoli? Perché non potremmo lanciare lo slogan: “Morte agli idoli!”, o ne studiamo un altro. Prima di buttarlo fuori ci penseremo, e poi possiamo metterlo fuori nella casa in una forma un po’ folcloristica esternamente, come fanno certe volte nelle piazze, dove portano tutti i giornali proibiti, tutta la stampa proibita e fanno un bel falò : perché ognuno di noi non potrebbe tirare fuori quei piccoli idoletti che abbiamo in casa esaminandosi attentamente? Qualcuno potrebbe dirmi: “Chissà quanti ne ho io, e non me ne accorgo!”. E allora domanda al direttore spirituale, domanda al tuo superiore immediato che ti vive vicino, domanda al tuo amico, e vedrai che forse ti accorgerai di averne più di quelli che tu pensavi. Qualcuno credeva di non averne neanche uno e, magari, si accorge, che ne ha le tasche piene. Penso di non avervi offeso se ho detto questo: può darsi che in mezzo a voi non ci sia nessuno che abbia di questi idoletti, però, ricordatevi - e lo ripeto - che basta che uno solo ne abbia uno per fermare l’azione di tutta la Pia Società.CONVERSIONE Quaresima
PENITENZA
MARIA la nostra buona mamma
MARIA devozione a ...
MARIA Lourdes
DIO idoli
CONVERSIONE esame di coscienza
CONSACRAZIONE radicalità
FORMAZIONE direzione spirituale