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IL DEMONIO È PRESENTE PER CONTRASTARE IL BENE

MI156 [29-03-1967]

29 Marzo 1967

Don Ottorino inizia la meditazione con un saluto scherzoso, riferendosi alle brevi vacanze pasquali in famiglia. Nomina Lorenzo Centomo, che all’epoca frequentava il 3° anno del corso liceale.

Latino maccheronico: “Non vogliamo che rimaniate imboscati, senza far nulla!”. Don Ottorino si riferisce evidentemente ai molteplici lavori manuali che abbondavano nella Casa dell’Immacolata, specialmente quando non c’era l’impegno della scuola.

Leonzio Apostoli frequentava all’epoca il 3° anno del corso teologico ed era uno dei responsabili nel settore delle attività lavorative.

MI156,1 [29-03-1967]

1 Fratelli, bentornati dalle sante vacanze! Spero che abbiate fatto i buoni e siate andati a Messa. Lorenzo, almeno a Pasqua sei andato a Messa?
E adesso, figlioli, bisogna incominciare la seconda parte dell’anno scolastico, che si concluderà, speriamo, come l’estate scorsa in alta montagna; non sappiamo dove, come e quando; lo sa lo Spirito Santo. Quello che sappiamo è che questa settimana è una settimana di santo lavoro. “Nolumus vos imboscati” . Vi raccomandiamo: nessun imboscato! Se qualcuno non ha lavoro si presenti all’ ufficio collocamento: là c’è Leonzio , insieme con altri. Adesso durante la meditazione non stiamo a tirar fuori queste cose, ma ognuno deve dare il suo contributo. Vi ho chiamati tutti perché, se non altro, ci saranno da pulire i gabinetti, ci sarà da mettere in ordine la casa, ci saranno le pulizie da fare, eccetera; altrimenti datevi da fare a scoprire nuovi lavori.

COMUNITÀ

conduzione comunitaria

COMUNITÀ

corresponsabilità

Don Ottorino si riferisce al testo che usava in quel periodo per le meditazioni: HEINZ SCHÜRMANN, Prima lettera ai Tessalonicesi, Città Nuova editrice Roma 1965. Le citazioni, che vengono sempre riportate in corsivo senza ulteriori richiami, sono prese dalle pagg. 58-59.

1ª Tessalonicesi 2,18.

1ª Tessalonicesi 2,17-18.

Raffaele Testolin aveva emesso la professione religiosa il giorno 5 marzo.

Santa Caterina e Castelvecchio sono due località montane di villeggiatura del vicentino.

Il riferimento è a S. E. monsignor Costantino Luna, vescovo di Zacapa in Guatemala.

Si trattava di una preghiera di invocazione all’arcangelo Michele perché proteggesse la Chiesa.

Don Ottorino scherza: ‘Va all’inferno, Geltrude’ è la storpiatura, fatta dai chierichetti e dai fedeli che non conoscevano il latino, della frase finale della preghiera di esorcismo voluta da Leone XIII e recitata alla fine della Messa che invece dice “... et in infernum detrudet...”.

MI156,2 [29-03-1967]

2 Oggi ci incontriamo con il diavolo, con Satana. Ho saltato alcuni punti perché altrimenti non arriviamo più in fondo. Ad un certo punto trovo: “Ma Satana ce lo impedì”.
Leggo anche la parte che viene prima, che è titolata: “La nostalgia di Paolo per la comunità e la missione di Timoteo”. “Quanto a noi, o fratelli, dolorosamente per breve tempo da voi strappati, col corpo, non col cuore, con premura e col più vivo desiderio cercammo di rivedervi. E perciò avevamo deciso di venire da voi, e più di una volta, almeno io Paolo. Ma Satana ce lo impedì”. Che cosa c’entra Satana, caro Raffaele , con il viaggio di San Paolo per andare a trovare i suoi amici? Sarebbe come se io scrivessi in America: “Ho desiderato ardentemente di venirvi a trovare. Speravo di venire in luglio, ma Satana ce lo impedì”. Sarebbe come dire a voi: “Ragazzi, speravamo di andare a Santa Caterina, ma Satana ce lo impedì, e siamo rimasti a Castelvecchio” . Figlioli, adesso leggiamo, adesso leggiamo, ma guardate che forse crediamo troppo poco al demonio, crediamo troppo poco al demonio. Ve l’ho detto tante volte: monsignor Luna vuol tanto bene alla Madonna e crede tanto in Dio, ma, purtroppo, deve credere anche all’esistenza del diavolo. Quando sono arrivato a Zacapa, la prima sera mi ha dato stola, aspersorio e rituale e mi ha chiesto: “Faccia una carità... faccia gli esorcismi contro il demonio che sta entrando... faccia gli esorcismi!”. La Chiesa nel suo rituale è piena di esorcismi. Comincia ad esorcizzare il bambino quando viene battezzato: “Va’ via di qui, brutto bestione; lascia il posto allo Spirito Santo, lasciagli il posto!”. Anche se qualcuno vorrebbe che non ci fossero gli esorcismi, intanto ci sono. Papa Leone XIII ha messo le tre Ave Maria e la preghiera alla fine della Messa perché avrebbe avuto una visione dove ha avuto cognizione dell’opera che il demonio sta compiendo sopra la terra in mezzo agli uomini, e allora ha imposto la preghiera: “Va’ all’inferno, Geltrude!” , che è un vero e proprio esorcismo contro il demonio, le sue insidie e le sue opere.

CROCE Demonio

CHIESA

CHIESA Papa

Cfr. Giobbe 1,6 - 2,7.

Cfr. Siracide 2,1; Ebrei 12, 3-6; 1 Pietro 4,12; Apocalisse 2,10.

Cfr. Matteo 4,1-11; Marco 1,12-13; Luca 4,1-13.

Vittorio Venturin era già diacono e sarebbe stato ordinato presbitero il 2 aprile.

MI156,3 [29-03-1967]

3 Il demonio ha cominciato a dichiarare guerra all’uomo non appena l’uomo è apparso sopra la terra; è stato lui l’iniziatore della nostra rovina, è stato colui che ha giurato a Dio di rovinare la sua opera. Il demonio sta lavorando con il permesso del Signore, come ha fatto con Giobbe : la Sacra Scrittura parla di Giobbe come uomo giusto, uomo timorato, uomo retto ed ‘era necessario che la tentazione lo provasse’ ! Ed è stato provato proprio dal demonio: il Signore ha permesso che il demonio lo tentasse e questi l’ha tentato fino al punto di portarlo sopra un letamaio. E il demonio ha tentato persino lui, Gesù .
Ora, figlioli, non bisogna che noi replichiamo: “Ab insidiis diaboli libera nos, Domine”? Non bisogna che ci dimentichiamo che abbiamo il demonio che ha congiurato contro di noi. Fratelli miei, se sapessimo che uno ha giurato di ammazzarci, staremmo tranquilli? Quando hanno telefonato ripetutamente alla mamma di Rodighiero alla quale sono arrivate due o tre telefonate di minaccia perché il figliolo aveva parlato, allora la polizia l’ha messa sotto protezione. Quando sono venuto a casa io da Roma c’erano quattordici poliziotti vestiti in borghese che si davano il turno a proteggerla: le stavano intorno, chi a potare, chi a vangare la terra dell’orto, per vedere chi si presentava. La donna non doveva muoversi di casa, ma doveva stare sempre lì e aspettare se arrivava qualcuno. C’è stata una minaccia, e subito quattordici poliziotti erano a custodire la casa! Figlioli, vi rendete conto di tutte le minacce che abbiamo noi da parte del demonio? Il demonio ha visto che don Vittorio sta per andare al sacerdozio e, naturalmente, cercherà di mettere tutti i pali possibili e immaginabili tra le ruote. Quando poi, Vittorio, sarai prete, il demonio ti farà vedere tutto nero, ti farà vedere tutto nero.

CROCE Demonio

CROCE tentazioni

Cfr. Luca 4,5-7.

Don Matteo Pinton all’epoca si trovava a Roma per studiare filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana.

Frazione del Comune di Valdagno, a circa 800 metri di altezza. Fu uno dei luoghi visitati, e poi ritenuto non adatto a causa della eccessiva vicinanza con il centro abitato, per la costruzione del villaggio montano che don Ottorino aveva intenzione di costruire nella zona pedemontana della provincia di Vicenza.

Antonio Zordan era uno dei Religiosi destinati ad aprire la prima Casa della Congregazione nel Chaco (Argentina).

MI156,4 [29-03-1967]

4 Il demonio ha visto che noi siamo radunati qui dentro per andare a salvare anime e perciò ci fa una lotta nell’intimo, una lotta nel cuore. Approfitta di tutto quello che c’è dentro di voi, della superbia, della tendenza al piacere, alla soddisfazione, al malcontento, approfitta di tutto, di tutto quello che c’è dentro di voi: dove il demonio può attaccarvi, lui lo sfrutta. Tu hai il desiderio del piacere? E allora ti insinua: “Se ti fai Religioso, guarda a quali piaceri rinunci!”, e allora ti fa tutti gli ingrandimenti possibili con gli ingranditori elettronici... “Ma guarda che cosa lasci, ma guarda!”. Leggiamo nel santo Vangelo: “Se ti inginocchi dinanzi a me, tutto è tuo, tutto è tuo” . Hai la tendenza a una ragazza? “Ma, guarda, guarda!”, e ti fa vedere quella ragazza grande come un campanile! Hai la tendenza alla soddisfazione della carne? E allora lui: “Ma, guarda... se non sei... Ma guarda, basterebbe così poco...”, e giù, giù, giù... Hai la tendenza alla superbia? E allora, ecco: “Non vedi che la vita religiosa è un annientamento della tua personalità? Non ti accorgi che...?”.
Figlioli, guardate che crediamo poco al demonio! Se vicino a te, caro Antonio Zordan, avessi uno che continuasse a parlare contro tutto quello che vedi... Per esempio, vai in refettorio, sei tu e lui insieme, supponendo che il diavolo sia don Matteo che non è qui, altrimenti le prenderei. Andate a mangiare e lui continua a dire: “Guarda che cosa ti preparano da mangiare oggi che è Pasqua... guarda che porcheria!”; cominci a bere: “Senti che vino schifoso!”; cominci a mangiare il pane: “Guarda che pane! Possibile che non ce ne sia di migliore? Guarda qua...!”. E questo continua oggi e domani e dopo domani. Poi don Ottorino dice: “Ragazzi, oggi dobbiamo andare a Castelvecchio a vedere, a cercare la terra...”, e subito ti suggerisce: “Sì, come se non ci fosse altro da fare! Noialtri andremo al Chaco al caldo e loro, qui, vanno al fresco...”. E poi giù, giù, giù e continuasse così, oggi, domani, posdomani: tan, tan, tan. Antonio, dimmi la verità, potresti dire dopo un mese: “No, non mi ha fatto nessuna influenza!”? È impossibile, è impossibile che tu non sia stato influenzato. Siamo d’accordo? Se tu un domani avessi vicino uno che vede tutto nero quello che dice e fa don Ottorino, tutto nero quello che viene fatto intorno, quello che è fatto dagli altri, ti dico che è impossibile che tu non possa essere influenzato: a un dato momento resti influenzato.

CROCE Demonio

CROCE tentazioni

ESEMPI tentazioni

L’assistente Giovanni Battista Zorzo è uno dei primi Religiosi e il più vecchio per età, e all’epoca si trovava nella Casa dell’Immacolata e faceva il servizio di sacrestano in cattedrale.

Cfr. Efesini 6, 10-12; Matteo 13, 24-30.

MI156,5 [29-03-1967]

5 Che cosa dovresti fare, Antonio, per poterti liberare dal demonio, non da quello che hai dietro alle spalle, ma da quell’altro? Secondo te che cosa dovresti fare? Capire che è un demonio! Capire che è un demonio e perciò quando ti dice: “Guarda che cibo!”, tu devi rispondergli: “Vergognati, brutta faccia. Che cosa mangiavi quando eri a casa tua?”. Quando ti dice: “Ma guarda che vino!”, e tu: “Sì, e tu che cosa bevevi?”. Stavo per dire ‘pipì di cavallo’ perché avrà avuto un cavallino in casa. Bisogna rispondere così! Tu prova a rispondere per due o tre volte così e vedrai che quell’altro chiude la bocca; non dico di usare parole grosse, ma bisogna rispondere con molta determinazione.
Bisogna capire che è il demonio quando parla così dentro di noi, e sapendo che è il demonio dobbiamo sputargli in faccia, ma proprio cose grosse, proprio sterco di mucca! Scusatemi, ma con il demonio bisogna parlare così. State buoni, state buoni! Quando si insinua dentro di voi quella fine superbia, quando vi sembra che vi sia stato fatto un piccolo torto come, per esempio, se prendo uno in macchina con me l’altro insinua: “Ecco, vedi! Ah, proprio quello, sempre quello! Hai visto, vero? Hai visto?”, in quel momento due sono le cose: o tu cacci via il demonio o tu lo lasci entrare dentro di te. Se lo cacci via, non è detto che poi tu non possa presentarti da don Ottorino e dirgli: “Don Ottorino, per piacere, conduca via anche me... Non c’è un posticino anche per me in macchina, di dietro?”. Questo si può farlo con semplicità e si deve fare. Invece il demonio non fa dire questo, il demonio ti fa dire: “Guarda... vedi, vedi...”. Allora tu lo devi spingere via dicendogli: “Va’ a farti maledire! - non benedire, perché il diavolo non può andare a farsi benedire - Va’ via, brutto porco, lazzarone, vigliacco!”. Ditegliene finché volete, ma piano, perché la gente fuori non vi senta. Provate a cacciarlo via il demonio, ma l’importante è sapere intuire che si tratta del demonio. Figlioli, quando dentro di noi - non dentro di voi, dentro di noi: figlioli, siamo tutti uguali! - si insinua una cosa di questo genere, se non siete ciechi vi accorgerete che sono centinaia le volte che si insinua durante la giornata, centinaia di volte, anche nelle cose più sante, perché superbia, soddisfazione e piacere sono sempre lì, bisogna reagire con determinazione. Anche il cane gode quando gli fanno le carezze, e desidera che gli facciano più carezze ancora. Sere fa, a Quinto, ho visto che Battista faceva le carezze al cane e il cane gli saltava addosso e continuava a giocare perché anche il cane si diverte. Il demonio sa che siamo così e allora ti fa le carezze, e ti accarezza proprio in quelle cose che dovrebbero essere mortificate, e poi gode quando sei caduto: ti fa andare nel letamaio e gode. Figlioli, state attenti che noi ci illudiamo, crediamo troppo poco all’azione diabolica. Portiamo tutto su un piano umano, umanizziamo tutto. Guardate che stiamo in una campagna che non è una campagna umana: c’è una lotta tremenda, c’è Dio da una parte e c’è il demonio dall’altra, e noi siamo il campo di battaglia. E tante volte noi umanizziamo il lavoro apostolico, crediamo che il lavoro apostolico sia un lavoro, così, come andare a piantare le verze!

CROCE Demonio

CROCE tentazioni

VIRTÙ

fortezza

ESEMPI tentazioni

VIZI superbia

PECCATO passioni

Don Ottorino equivoca: in Luca 9,54-55 i due interlocutori di Gesù sono Giacomo e Giovanni e non Pietro. Il rimprovero a Pietro si trova in Matteo 16, 22-23 perché rifiuta di accettare la volontà del Padre e vuole spingere anche Gesù sulla via della disobbedienza.

Don Ottorino si riferisce alle stazioni della radio.

Cfr. Giudici 16,30. Don Ottorino scherza: ‘Polastrei’ sta per ‘Filistei’. I ‘polastrei’ erano i galletti giovani che venivano uccisi nelle campagne venete quando raggiungevano circa 1 kg e mezzo di peso ed erano quindi teneri e gustosi.

MI156,6 [29-03-1967]

6 “... “Ma Satana ce lo impedì”. A Paolo sembra assolutamente secondario enumerare gli impedimenti terreni che gli hanno reso impossibile il ritorno a Tessalonica. Egli sa chi effettivamente fa di ostacolo”.
Ah, figlioli miei, è inutile che ve la prendiate tanto con gli uomini; è inutile prendersela tanto con gli avvenimenti: o è Dio che ci ha impedito il passo perché aveva i suoi motivi o è Satana che, con il permesso di Dio, vi ha impedito il passo. E allora esaminati, fermati un istante! Hai preso uno scappellotto? Fermati un istante! “Signore, mi hai dato questo scappellotto per farmi riflettere, perché andavo con la testa nel sacco?”. Oppure: “Ah, ho capito, è stato il demonio! Signore, aiutami!”; mi tiro su le maniche e: “Esorcizzo te, demonio, in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo! Ti maledico, va’ via, bestia, va’ via, ti maledico!”. Se non avete imparato a maledire il demonio, se non lo maledite spesso, vuol dire che gli siete amici. Se non sentite il bisogno di maledirlo spesso, vuol dire che non vi accorgete che lo avete in casa. Possibile, figlioli, che non vi accorgiate che il demonio è lì? È lì, malizioso, pettegolo, cancrenoso, bugiardo, assassino, mondano... e aggiungete i titoli che volete. Finché parlo lo vedo, in me e in voi, e vedo in me e in voi le manifestazioni di lui. Guardandovi, tante volte, mi viene da dire: “Questo è di Dio, questo è del demonio”. Il Signore ha detto: “Va’ via, Satana!”, come quella volta che San Pietro aveva detto: “Gesù, facciamo scendere il fuoco dal cielo?” . Quante volte dovrei dire anch’io: “Va’ via, Satana! Taci, Satana!”. Sapeste quante volte io e voi abbiamo parlato sotto suggerimento di Satana e non sotto suggerimento dello Spirito Santo! Sapeste quante volte abbiamo sbagliato stazione , quante volte abbiamo impiantato il filo del contatto in modo sbagliato, e siccome veniva dall’altro mondo abbiamo pensato che venisse da Dio! Sapeste quante volte lui ci inganna, come quando durante la guerra qualcuno dei nemici cercava di avere il codice cifrato e poi si metteva dentro, si infiltrava e dava ordini: era il nemico che dava ordini invece che i legittimi comandanti. Quante volte il demonio si infiltra nella nostra rete ed è lui che da ordini invece del Signore! “Et nos insensati, et nos imbecilles, et nos dormientes...” ci caschiamo dentro, come quella volta che Sansone riceveva ordini dal demonio, e a un dato momento “è morto Sansone con tutti i ‘polastrei’ ”!

CROCE Demonio

VIZI

ESEMPI demonio

Il riferimento è forse a Giampietro Fabris, che all’epoca frequentava il 3° anno del corso liceale.

Seguendo l’esempio dell’angelo della pace, apparso ai tre veggenti di Fatima nella primavera del 1916 come preparazione alle apparizioni della Vergine, Lucia, Giacinta e Francesco recitavano la preghiera alla SS. Trinità inginocchiati e con la fronte chinata fino a terra. Questo modo di pregare, a cui si aggiungeva anche il baciare la terra con spirito penitenziale e di umiltà, era divenuto consueto nella Casa dell’Immacolata negli anni sessanta per espresso desiderio di don Ottorino.

L’allusione è a don Luigi Furlato, maestro dei novizi.

Don Erasmo De Poli era all’epoca il direttore della Scuola F. Rodolfi per semiconvittori.

MI156,7 [29-03-1967]

7 “Egli sa chi effettivamente fa di ostacolo. E come un fulmine, questa frase breve e dura, inserita tra parole piene di affetto, illumina la gravità della situazione”.
San Paolo, che parla pieno di affetto, di carità, che parla di Spirito Santo, di Dio, improvvisamente inserisce questa dura espressione: “Ma Satana ce lo impedì”. In questi ventisei anni dell’Istituto quante volte anch’io avrei potuto dire: “Ma Satana ce lo impedì”. Stavamo per animare una vocazione: lavora, lavora, sul più bello: “Ma Satana ce lo impedì”. Per esempio, c’è Gabriele di Chiampo che non è ancora venuto qui: perché non è venuto finora? O perché non c’è la vocazione o perché Satana ce lo impedì; non c’è niente da fare! Se non c’è la vocazione: Deo gratias, Deo gratias che non sia venuto; ma se c’è la vocazione, è Satana che lo ha impedito. E allora viene da domandarci: con tutte le preghiere che abbiamo fatto, che cosa abbiamo fatto per cacciargli Satana? Secondo te, Giampietro , che cosa abbiamo fatto per cacciare Satana da Gabriele che è impedito da Satana ad entrare qui dentro? Bisogna buttarsi a terra, caro. Satana ha una paura tremenda di uno che abbassa la fronte per terra , che bacia la terra e dice: “Signore, Signore, io sono niente. C’è quel demonio che tormenta Gabriele; fa’ un piacere, Signore, salvalo!”. E, dopo, alzatevi e dite: “Diavolo, ti sputo in faccia. Brutto lazzarone, va’ via, lascialo in pace: ti maledico! Va’ in mezzo ai topi e alle rane, va’ dove vuoi, ma lascia in pace quel nostro fratello!”, e giù la fronte per terra. Satana ha paura dell’umiltà, però della vera umiltà. Ha più paura dell’umiltà che non della fraternità. Dico male? Tu, maestro , non è così? Don Erasmo , tu che sei stato in mezzo ai giovani, non è vero che il demonio ha paura dell’umile? Vi assicuro che il demonio trema dinanzi ad un atto di umiltà come uno che ha la febbre a quarantacinque gradi; dinanzi a un atto di umiltà il demonio trema. Il demonio trema quando vede un’anima umile che prega così: “Signore, io sono impotente dinanzi al demonio”. È come un bambino che, quando viene rincorso da un altro che lo vuole picchiare, corre tra le braccia della mamma, e la mamma è una donna forte come è il Signore con il demonio: basta un’occhiata e quell’altro incomincia a indietreggiare. Fratelli, su questa terra siamo in una tragedia tremenda, siamo in un caos tremendo. Vi rendete conto che nella nostra stanza, alla sera, c’è un altro mondo? C’è Dio che ci suggerisce - perché Dio non vuole violentare la nostra volontà: ci ha creati liberi! -, che trepida per noi; ci sono gli angeli custodi che ci sono vicini, e il demonio che ci suggerisce: “No, no! Non credere al Papa: dice bugie! Non credere; sono stupidaggini del secolo scorso; lascia stare, sono cose del medioevo...”. È la realtà, figlioli!

CROCE Demonio

APOSTOLO vocazione

VIRTÙ

umiltà

PREGHIERE di umiltà

ESEMPI tentazioni

Il riferimento è a Ruggero Pinton, che all’epoca frequentava il 1° anno del corso teologico.

Mons. Roberto Adda fu per molti anni cerimoniere vescovile, dapprima con S. E. mons. Rodolfi e poi con S. E. mons. Zinato.

MI156,8 [29-03-1967]

8 “Così, per un breve istante, possiamo gettare uno sguardo sul campo del lavoro apostolico e missionario: è un campo di battaglia in cui si agita la mischia tra Dio e Satana. Ebbene, quanto più uno nella sua attività pastorale opera in unione con Dio, tanto più egli dovrà imbattersi nell’avversario di Dio e riconoscerlo come nemico suo proprio”.
Quando uno si fa santo, subito si incontra con il demonio. Ricordate la storiella di quel santo che ha visto fuori della città un diavoletto che dormiva e attorno alla cella di un frate nel convento ha visto cento diavoli. “È un’ingiustizia!”, disse il santo. E il diavolo ha risposto: “Se in città qualcuno si sveglia di notte, la sentinella ci avverte e noi corriamo di colpo; ma quello non è ancora nostro, quello dobbiamo ancora farlo nostro”. Per questo quanto uno più lavora, quanto uno più si impegna, più pesante è la croce. Quante volte viene la croce proprio perché il demonio vede che uno lavora sul serio, supponiamo un domani a Crotone o in qualche altro posto, e allora il demonio suscita la croce, come faceva con San Paolo quando suscitava i Giudei, suscitava i pagani, suscitava tutti contro di lui. Capiterà, però, quello che è capitato sopra il monte Calvario: ha suscitato i nemici contro il Cristo, e Cristo morendo trionfa. Il demonio prende sempre la scornata finale, perché lui suscita la persecuzione, ma se quel tale che soffre sa sopportare la croce alla fine è lui il vincitore. Quanto più uno è vicino a Dio, quanto più uno è pieno di spirito apostolico, tanto più è tentato. Io non mi meraviglierei per niente, proprio per niente, se un domani venisse Ruggero da me a dirmi: “Don Ottorino, stanotte il demonio è venuto in forma visibile in stanza. È stato tremendo, don Ottorino! Ha buttato per aria le lenzuola, ha buttato per aria tutto. Ho cominciato ad avere paura. Credendo che fossero i miei compagni che mi stavano facendo uno scherzo, ho detto: ‘Ragazzi, state fermi, lasciatemi stare, suvvia lasciatemi in pace...’, ma non c’era nessuno. Dopo, a un dato momento, il materasso si è alzato e mi ha portato per aria e dopo giù, su e giù...”. Queste cose capitavano a monsignor Adda in seminario, quando io ero ancora chierico, e capitava più di una notte. Adesso che è morto si può dirlo. Monsignor Adda faceva un’ora di meditazione ogni mattina, si alzava alle tre e mezza, tre o tre e mezza ogni notte e faceva un’ora di meditazione, recitava il suo mattutino e dopo andava a celebrare la Messa dalle suore; dopo veniva a casa e assisteva alla Messa di monsignor Rodolfi in cappellina, e poi un altro quarto d’ora di meditazione. Per anni ha sofferto vessazioni del demonio in forma inspiegabilissima... I santi, i santi!

CROCE Demonio

CONSACRAZIONE santo

CROCE

CROCE persecuzioni

AUTOBIOGRAFIA seminario

Don Marcello Rossetto era all’epoca il superiore della Comunità di Crotone.

Don Guido Massignan era all’epoca il direttore della Casa dell’Immacolata.

Monsignor Francesco Snichelotto fu per vari anni vicario generale della diocesi di Vicenza sotto i vescovi Rodolfi e Zinato.

MI156,9 [29-03-1967]

9 Questo può capitare anche a qualcuno che non è santo. Sapete di quella volta in casa di don Marcello . È un fatto che già conoscete perché ve l’ho raccontato. Tu, don Guido , ti ricordi? A casa di don Marcello c’era una sorella che ogni tanto era tentata dal demonio. Va a casa don Marcello e dice: “Qui siete tutti matti, qui state facendo delle pagliacciate, siete tutti isterici”. Entra in casa e i cassetti si aprono da soli, fa per andarsi a lavare, per prendere in mano il catino e il catino parte per aria da solo e tutta l’acqua si rovescia in cima al letto. Ho mandato due giovani dell’Istituto e hanno detto loro di badare alla pentola dove stava cuocendo il pranzo. Ad un certo punto la pentola sparisce e la ritrovano in mezzo al campo e dentro la pentola hanno trovato sterco di asino. Succedevano, insomma, cose di questo genere. Un giorno la ragazzina va in chiesa, e appena arriva in chiesa, improvvisamente, le scarpe partono da sole e le trovano dietro l’altare. In sacrestia, alla presenza del parroco, comincia a gridare perché sente come dei morsi, e improvvisamente i vestiti si stracciano mettendo in mostra segni di morsi sulle braccia. Il parroco è venuto da me e mi ha detto: “Ah, non credevo...!”; poi mi ha raccontato che una sera è andato a casa loro e ha visto questa bambina: la tavola si è alzata improvvisamente e ha cominciato a sbattere di qua e di là. Ha detto: “Non credevo ai miei occhi, sono partito in bicicletta per scappare via, ma la bicicletta era come inchiodata e non sono stato capace che partisse. Ho avuto una fifa di quelle tremende. A un dato momento ho dato una maledizione contro Satana e la bicicletta è partita di colpo: ho corso come un matto. Non ci vado più in quella casa!”. Il parroco è venuto da me per vedere che cosa si poteva fare. Adesso vi ho raccontato un paio di fatterelli, ma succedevano fatti piuttosto grossi e cose anche strane: per esempio, si trovava l’asino legato per la coda e non con la cavezza, cioè legato dalla parte della coda. Era tutta una confusione, e in casa accadevano cose da matti: il mulo legato con la coda, la bicicletta che spariva, quell’altro che... e questa piccola bambina... Insomma, si è parlato con monsignor Snichelotto , e uno è andato a fare l’esorcismo, al quale era presente anche don Marcello, e con l’esorcismo tutto è cessato.

CROCE Demonio

Don Ottorino collega Satana al bandito Cimino che a Roma aveva assassinato durante una rapina i due fratelli Menegazzo, rappresentanti di preziosi, e la cui famiglia era di origine vicentina.

Il demonio ti conosce ‘dal profondo di te stesso’.

Pregiata ed antica qualità di vino rosso prodotto in Calabria, dove l’assistente Antonio Zordan aveva lavorato per alcuni anni.

Latino maccheronico: “Te la faccio, non temere, non temere!”.

MI156,10 [29-03-1967]

10 Il demonio c’è, figlioli, e queste sono manifestazioni esterne, ma io vorrei che voi capiste che si tratta del diavolo in ogni momento che siete tentati. Supponiamo che tu, Ruggero, venissi qui stamattina e mi dicessi: “Questa notte è capitato: è saltato per aria, eccetera, eccetera”, sappiamo che si tratta del demonio e ci ridiamo su, mentre qualcuno si prende una ‘fifatina’ tanto da avere paura di andare a letto stanotte. Se invece vai in stanza e senti una insinuazione: “Che vita sto facendo! Sì, bella, ma se io fossi andato cappellano quanto meglio sarebbe stato: adesso avrei avuto una casa e molta più libertà per fare una cosa o per farne un’altra...”. Ti rendi conto che si tratta dello stesso demonio che ti butta in aria le lenzuola e il materasso? Di questo demonio non ci rendiamo conto. Eppure, state attenti, perché abbiamo uno che vicino al nostro letto ci suggerisce cose dannose; se lo vedessimo chissà che paura prenderemmo, ma è questa la fede che dobbiamo avere, cioè questa coscienza; non voglio usare la parola fede perché è troppo grande, non voglio profanarla per quella brutta faccia. Chissà come se la prende il demonio quando sente che gli ho dato del lazzarone; io glielo ho detto perché senta.
Figlioli miei, abbiate paura del demonio, abbiate paura! Dovete avere paura e non avere paura: aver paura e contemporaneamente usare le armi perché avete le armi per vincerlo. Figlioli, dobbiamo stare attenti di non lasciarlo venire in casa perché, se gli apriamo la porta e lo lasciamo venire in casa, sono guai. Se entrano sette o otto Cimino alla notte, chi è che dorme, figlioli? Chiudiamo le porte e non diciamo: “Vieni qua, vieni qua. Dormi qua, resta qua e gioca una partita di carte!”; guardate che Cimino fa finta di giocare una partita a carte, ma osserva dove sono i gioielli, dov’è la cassaforte, dove c’è qualcosa da rubare, dov’è la stanza nella quale dormiamo. Cimino farebbe così e Satana fa così. Antonio Zordan, mi guardi? Credi di essere tu il primo ad andare nel Chaco? Non sai che prima del vescovo c’è il demonio che sta già preparandovi il posto lassù? Sta già preparandovi tutte le pillole che lui sa: lui ti conosce già “ab imis” , lui sa che ti piace il Cirò , e allora ti prepara il Cirò; lui sa che ti piacciono le ragazze e allora ti prepara una bella ragazza e le aggiunge qualcosa di piacevole; sa che ti piace questo e te lo prepara... ti prepara tutto. Lui sa che cosa ci piace, lui sa dov’è il nostro debole e sta preparando le armi. Tu sai che per prendere i topi ci vuole la trappola e il formaggio: lui prepara il formaggio, sa quale è l’esca giusta per noi. Ti dice: “Ti imbroglio, eh! Ti do una fregatura, ehhh! Ego te fregabo , noli timere, noli timere!”. Tu puoi rispondere: “Io sono forte”. Lui ti risponde: “Sta’ buono, sta’ buono. Ego te fregabo, noli timere!”. State attenti, figlioli, state attenti! “Bisogna dunque saper guardare in faccia la realtà: in e sotto ogni avvenimento terreno, ferve la lotta tra Dio e l’avversario”. Basta! Ci fermiamo qui perché adesso ci sarebbe un’altra pagina da meditare; sarà per un’altra volta.

CROCE Demonio

CROCE tentazioni

ESEMPI tentazioni

ESEMPI demonio

MISSIONI

PECCATO passioni

CREATO