Anche per questa meditazione don Ottorino legge ripetutamente alcune frasi tratte dal libro di F. FRANZI, Esercizi mariani per sacerdoti, Casale Monferrato 1960. Le citazioni, prese dalle pagg. 24-25, vengono sempre riportate con carattere corsivo, senza ulteriori richiami specifici.
Il riferimento è ad Angelo Brugnolo, che aveva emesso la professione religiosa nel 1961 e all’epoca frequentava il corso propedeutico alla teologia.
Leonzio Apostoli frequentava, all’epoca, il 1° anno del corso teologico.
Don Ottorino si riferisce evidentemente all’impegno pratico che aveva proposto la sera precedente a conclusione del fioretto mariano del mese di maggio.
Don Ottorino cucisce insieme alcuni versetti del cap. 12 del libro di Tobia e aggiunge inoltre la durata della preghiera che non è indicata nella Bibbia: v. 16 “...si prostrarono con la faccia in terra”; v. 22 “Allora andavano benedicendo e celebrando Dio, e lo ringraziavano per queste grandi opere, perché era loro apparso l’angelo di Dio”.
Don Giovanni Calabria (1873-1954), santo sacerdote veronese, al quale don Ottorino chiese consiglio prima di iniziare l’Opera, fondò la Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza e, in seguito, anche quella delle Povere Serve, abbracciando un campo molto vasto di apostolato.
MI15,1 [10-05-1965]
1.“Con la fede, la nostra intelligenza è fatta capace di una soprannaturale conoscenza di Dio e delle cose che riguardano Dio. Si apre infatti alla luce sovrumana di Dio quando, credendo, accoglie i misteri, benché non li possa né scrutare nella loro essenza, né esprimere adeguatamente con concetti e con parole umane”. Il nostro impegno è quello di spiegare la vela; spiegare la vela spetta a noi. Angelo , apri la vela, spiegala tutta, e allora lo Spirito Santo ci farà volare; allora la fede, e allora la speranza, e allora la carità saranno luminose; e allora i doni dello Spirito Santo, l'intelletto, la scienza, la fortezza e il timor di Dio, mio caro Leonzio , saranno presenti in noi. Però c'è una parte che tocca a noi, che non ci viene infusa. Per il fatto che sei battezzato hai la grazia; per il fatto che hai la grazia porti con te infusi i doni dello Spirito Santo e delle virtù infuse. Non dobbiamo, però, illuderci perché è necessario anche l'opera nostra. Io tiro fuori il microscopio, lo devo montare, devo preparare i vetrini, guardare, e solo allora potrò dire che riesco a scrutare i segreti delle cose perché ho lo strumento in mano. Ricordate che la fede è la stessa cosa! Devo compiere quelle azioni che sviluppano in me la fede: la preghiera, la lettura di libri buoni, la meditazione sul santo Vangelo, gli atti di fede, anzi ripetuti atti di fede: "Mio Dio, io credo, adoro, spero e ti amo". È necessario ripetere atti di fede e atti di umiltà, figlioli. Io vi ho dato come penitenza e come fioretto per quest’oggi l’impegno di baciare tre volte la terra: baciatela qualche volta la terra, baciatela con fede e con umiltà: "Signore, Signore, che cosa sono io? Chi sono io? Sono una povera creatura. Io ti adoro, Signore". Imitiamo l’esempio di Tobia e di suo figlio, i quali, quando l'angelo Raffaele scompare, stanno tre ore con la faccia per terra ad adorare e a ringraziare: faccia per terra per indicare la propria umiltà e il proprio niente. "Signore, io sono niente e miseria. - diceva il padre don Giovanni Calabria - Niente e miseria. Zero e miseria. Son niente, son niente!".VIRTÙ
fede
DIO scoperta di...
DIO Spirito Santo
VIRTÙ
speranza
CARITÀ
VIRTÙ
fortezza
GRAZIA
GRAZIA Battesimo
DOTI UMANE corrispondenza
ESEMPI fede
PREGHIERA
PREGHIERA pratiche di pietà
PENITENZA
PREGHIERE di umiltà
PREGHIERE Signore
VIRTÙ
Nel testo registrato don Ottorino aggiunge una espressione che a volte ripeteva scherzosamente: “Fede, Tacchin. Fede, Tacchin”. Il riferimento è ad un umile religioso laico, che si chiamava Luigi Tacchin, il quale era solito ripetere nei momenti di difficoltà e mentre svolgeva le mansioni più umili, quasi per incitarsi ad una fede più viva: “Fede, Tacchin. Porco, Gigi. Fede Tacchin”.
Luciano Franceschi, nato a Valdagno il 21.1.1931, era entrato nella Casa dell’Immacolata all’età di ventiquattro anni, dopo aver prestato servizio militare nel Corpo degli Alpini e aver fatto una esperienza di lavoro. Aveva emesso la professione religiosa il 22.9.1956 e quella perpetua il 31.12.1961. Dotato di una grande attitudine per le attività pratiche e di una notevole perspicacia, non si sentiva portato per i libri e per gli studi, preferendo dedicarsi con entusiasmo e gioia a tutti i lavori più umili che svolgeva con generosità e competenza. All’epoca faceva parte della Comunità dell’Istituto San Gaetano di Vicenza ed era addetto alla manutenzione generale. Morì il 24.7.1999 in Brasile, dopo pochi mesi dal suo arrivo in missione.
MI15,2 [10-05-1965]
2.“Sono proprio una povera creatura, che ha avuto il coraggio di alzare la testa verso di te e di ribellarsi. Signore, ecco che cosa sono io. Credo, Signore, alla tua bontà. Ti ringrazio dei tuoi doni. Ti domando perdono della mia miseria”. Questa voce dovrebbe uscire da voi centinaia di volte durante la giornata: al mattino appena vi alzate, appena potete; alla sera prima di andare a letto, e anche se non potete baciare la terra fisicamente, perché ci sono i confratelli vicini, perché non avete una stanza da soli o che so io, lo dovete fare spiritualmente. Quando andate in chiesa a fare una visitina ripetete: "Mio Dio...", ma con la faccia a terra; prima occorre un atto di umiltà e poi viene la fede, e poi la fede! Figlioli, in Paradiso ci toccherà di vedere tanto e tanto in alto, molto più in alto di noi, delle anime semplici, come l'assistente Luciano , anime che non sanno di filosofia e di teologia, che conoscono solo gli alpini, magari il fiasco degli alpini. Giorni fa lo trovai con un pesce in mano, come uno di quelli che mangiamo anche noi. Non ricordo se fosse mezzogiorno o sera; mi pare sera, verso le sette perché disse che sarebbe andato a mangiare alle otto e mezza o nove a causa di alcuni lavori che doveva terminare: era là, con un pesce in mano che mangiava, alla buona, con le mani sporche di olio, e mi disse quasi scusandosi: “Devo prendere un po’ di forza perché mi rimane ancora da lavorare”. Luciano compie il suo lavoro per amor di Dio perché lo fa solo per il Signore, lo fa per risparmiare per la casa. Si vede che è un uomo pieno di fede e di Dio. Quante di queste anime, anche nel mondo, che non hanno studiato e, forse, ignoranti dinanzi al mondo, hanno una fede robusta e sincera. Perché? Perché la domandano; perché sono umili, sono umili.PREGHIERE di umiltà
PREGHIERA
VIRTÙ
fede
VIRTÙ
umiltà
NOVISSIMI paradiso
VIRTÙ
semplicità
ESEMPI umiltà
Don Marcello Rossetto, che era passato all’Istituto dal seminario diocesano dopo il corso ginnasiale, ed era stato il primo sacerdote ad essere consacrato il 29.6.1951, si trovava all’epoca a Crotone come responsabile della Comunità.
Don Venanzio Gasparoni stava completando all’epoca il corso teologico e sarebbe stato consacrato sacerdote il 26 maggio di quell’anno.
MI15,3 [10-05-1965]
3:A volte confidano: "Che vuole che sia, caro? Sono una povera creatura!", e lo dicono sul serio, non per farsi vedere, ma perché hanno la convinzione di essere delle povere creature, di essere delle misere creature mentre fanno di tutto, anche per la famiglia. Qualche povera mamma confessa: "Chissà che responsabilità! Chissà che cosa mi darà il Signore quando sono morta!". Anche ieri, la mamma di don Marcello mi diceva: "Ho allevato dieci figli: ma cosa vuole, anch'io ho tante miserie. Qualche volta mi arrabbio; chissà che il Signore perdoni". Queste mamme hanno sempre paura di avere fatto poco, di avere fatto niente! Non ti sembra, don Venanzio , che è commovente sentire queste povere donne che si sono date da fare, che hanno quasi settant'anni, e hanno lavorato per allevare i figli? Ora in casa non ne è restato neppure uno; sono restati solo loro due vecchi: papà e mamma. Anzi c'è anche il fratello della mamma che è cieco e nessuno lo voleva e allora se lo sono portato a vivere a casa con loro. E adesso tocca a loro due vecchi alzarsi di notte per svegliarlo perché possa fare i suoi bisogni, e condurlo da una parte e dall’altra perché è un povero cieco. Proprio ora che hanno allevato dieci figli, tutti i figli hanno abbandonato la famiglia, anche l'ultimo, e hanno lasciato i vecchi, là, da soli, e loro, tanto per completare l'opera, hanno portato a casa un cieco e lo stanno allevando come un altro figlioletto. E questa povera donna confida: "Ah, il Paradiso! Mi arrabbio troppo. Eh, che cosa vuole, bisognerebbe essere più buoni: io non sono buona!".MONDO
VIRTÙ
umiltà
FAMIGLIA
ESEMPI famiglia
L’assistente Vinicio Picco era all’epoca consigliere generale e responsabile delle attività lavorative nella Casa dell’Immacolata.
MI15,4 [10-05-1965]
4.Figlioli, avremo delle vere sorprese in cielo. Una volta ritornavo in macchina da Milano, Vinicio , ti ricordi?, e a me sembrava di correre molto con la mia vecchia auto. Improvvisamente, mentre guidavo placido e tranquillo, sento una macchina che mi sorpassa come un lampo. Naturalmente mi è uscita una esclamazione poco bella, ma proprio perché mi ha fatto prendere paura; mi è uscita così spontanea perché me la sono vista sfilare come un siluro. Immagino che ricorderai l’espressione che mi è uscita contro quella macchina perché è passata così veloce ed improvvisa che mi ha spaventato. Allo stesso modo ci capiterà di vedere delle animette, che noi credevamo tali e alle quali forse neppure ci degnavamo di fare carità perché erano un po’ troppo miserabili, passarci davanti velocemente. Improvvisamente arriveremo alla portineria di San Pietro e vedremo migliaia di persone che attendono di entrare. Ad un tratto suoneranno una tromba per annunciare il passaggio di qualche persona importante. Ci domanderemo se è morto il Papa o qualche alta personalità, mentre osserveremo che devono fare spazio e che stanno rendendo gli onori militari: il picchetto armato fa il saluto a una di quelle vecchiette che passano inosservate su questa terra. E noi, con tutti i nostri titoli di monsignori, professori, dottori, siamo là, in coda, in paziente attesa per il nostro turno. E che Dio ce la mandi buona!AUTOBIOGRAFIA
ESEMPI umiltà
ESEMPI eternità
La Madonna avrebbe salvato dalla dannazione un uomo che conduceva una vita cattiva e che si era suicidato gettandosi da un ponte nel fiume, ottenendogli la grazia del pentimento prima che toccasse l’acqua, perché durante la sua vita, passando davanti a un'edicola campestre con una immagine della Madonna, metteva dei fiori freschi che raccoglieva nei campi come gli aveva insegnato la nonna quando era bambino. Questa rivelazione sarebbe stata fatta dal Santo Curato d'Ars alla moglie del suicida che si era rivolta a lui disperata per la triste fine del marito.
La devozione riparatrice del Sacro Cuore di Gesù dei primi venerdì del mese fu richiesta esplicitamente da Gesù nella 2ª apparizione del Sacro Cuore a Santa Margherita Maria Alacoque nel giugno del 1674: Gesù prometteva la salvezza eterna a coloro che per nove primi venerdì del mese, consecutivamente, avessero fatto la S. Comunione con intenzione di riparare le offese fatte contro di Lui.
MI15,5 [10-05-1965]
5.E perché? Forse, perché quel dono infuso della fede che il Signore ci ha dato lo abbiamo seppellito sotto terra e l'abbiamo lasciato diventare arrugginito, e ci presentiamo lassù con una lampada che fa proprio pietà e misericordia perché non abbiamo alimentato sufficientemente la lampada della fede. Invece di diventare un fuoco, un incendio, la nostra fede è rimasta un fuocherello, misero, misero, misero, tanto che ci salveremo per misericordia della Madonna, per i nove primi venerdì del mese che forse abbiamo fatti, per la misericordia di Maria, per le preghiere delle nostre buone mamme che ci hanno raccomandato alla Madonna. La Madonna ha salvato anche quell'uomo che si trovava fra l'acqua e il ponte perché si era lanciato per suicidarsi. Forse, proprio per le preghiere di nostra madre o per la pratica dei primi venerdì del mese ci salveremo; forse per la misericordia di Dio non muore in noi la fede. Ma, figlioli, dobbiamo stare attenti perché il Signore non si accontenta di questo da noi.VIRTÙ
fede
ESEMPI fede
MARIA mediatrice
PECCATO omissioni
PREGHIERA pratiche di pietà
CARITÀ
In questa frase don Ottorino nomina, nella registrazione originale, Luigi, che potrebbe essere Luigi Smiderle o Luigi Tonello o Luigi De Franceschi, e Giuseppe Azzolin.
Si tratta di Alberto Baron Toaldo, che aveva emesso la professione religiosa nel 1963 e che, all’epoca, frequentava il 2° anno del corso liceale.
Nell’esempio, senza dubbio scherzoso ed esagerato, don Ottorino nomina don Venanzio Gasparoni e don Matteo Pinton, che, insieme con don Lino Dal Moro, sarebbero stati consacrati sacerdoti il 26 di quel mese e che avrebbero poi partecipato alle feste che si solevano organizzare in quel tempo nel paese d’origine per simili circostanze.
MI15,6 [10-05-1965]
6.Poi c'è anche un'altra virtù: la virtù della speranza, che non è solamente la speranza di essere promosso né quella di andare a fare un'altra gita. La speranza è qualcosa di diverso! “Con la speranza, la volontà è elevata a ricercare come "bonum", che è il suo oggetto proprio, Iddio stesso, Iddio posseduto e goduto.” Ecco la speranza, la virtù della speranza è tutta qui. Prendiamo, ad esempio, tre cose: questo candeliere, questa torta e Lui, Dio. Il bambino dice: "A me la torta!"; quell'altro: "No, a me questo candeliere per Natale!". Invece è Dio la realtà da scegliere; si tratta di sperare solo in Dio. Logicamente la speranza è unita alla carità. Io, in che cosa spero? Che cosa speri, caro Alberto ? La vita eterna e le grazie necessarie per raggiungerla. Questo è l’oggetto della speranza: la vita eterna e le grazie. È proibito sperare nel resto? No, io spero anche il resto, e le grazie necessarie per raggiungerla potrebbe essere anche una gita per distrarci un po’ se è fatta per amore di Dio. Per esempio, il rinfresco che farà don Venanzio il giorno del suo battesimo sacerdotale; la festa che faranno a don Matteo, al suo paese, con il suono delle campane e con la sfilata di tutte le mucche del paese, sfilata di tutto il bestiame per fare festa popolare, anche se prima c’è la festa religiosa e poi quella esterna: ecco il resto che si spera, cioé tutto quanto serve per la vita eterna. Speranza vuol dire cercare Dio e la strada per andare a Dio. Io spero di raggiungere il Paradiso e di avere dal Signore le grazie necessarie per raggiungere il Paradiso. E grazie necessarie sono anche i doni naturali che il Signore mi ha dato: i talenti. E con l'aiuto del Signore spero...VIRTÙ
speranza
ESEMPI speranza
CARITÀ
NOVISSIMI eternità
GRAZIA
DIO scoperta di...
Antonio Rossetto era il papà di don Marcello, e manteneva la numerosa famiglia con il lavoro dei campi e con la sua professione di ciabattino.
Si tratta di Giorgio Girolimetto che, all’epoca, frequentava il corso propedeutico alla teologia.
MI15,7 [10-05-1965]
7.Le nostre buone mamme così si esprimevano: "Sa, è fatica allevare i figli, ma con l'aiuto del Signore ci sono riuscita, meno male, ma solo con l'aiuto del Signore. Guai se il Signore non mi avesse aiutata; mai il Signore mi ha abbandonata – diceva la mamma di don Marcello -. Avevamo quattro campicelli e mezzo, e con quattro campicelli e mezzo abbiamo allevato tutti questi figli; quattro campicelli e mezzo, ma il Signore non ci ha mai abbandonati". Ecco la speranza cristiana! "Dopo arriva che don Marcello vuole andare in seminario e allora abbiamo detto: Come facciamo? Bisognava pensare a tutti i figlioli, guardare indietro a tutti gli altri della nidiata. Come facciamo con quattro campicelli e mezzo? 'Suvvia, Antonio , vedrai che il Signore ci aiuterà; non avere paura, perché il Signore ci aiuterà!'. Ma, capirà, lui faceva un po' di opposizione e ripeteva: 'Come facciamo?'. È un uomo leggermente zoppo, e lavora come ciabattino: Come facciamo? Un giorno, giunse a casa con vestiti e biancheria. 'Che cosa hai fatto?' gli chiesi. Mi rispose: 'Ho preso il necessario per il piccolo che va in seminario; insomma dobbiamo mandarlo!'". E così hanno mandato il figlio in seminario. Poi suo marito andò a trovare il ragazzo in seminario e di ritorno disse alla moglie: "Grazie, sai, per avermi fatto un po' di violenza per mandarlo: sono così contento, è una consolazione così grande. Il Signore ci aiuta senz'altro, non avere paura: avanti, avanti!". Anche lui era tutto contento e ripeteva: "Il Signore ci aiuta, il Signore ci aiuta!". Ecco la speranza, anche se non erano in grado di darne la definizione teologica. Com'è la definizione teologica? "Spes est virtus...". Com'è? Niente? Dilla tu, Giorgio : com'è? Non sapete neanche la definizione di Dante nella Divina Commedia? Niente! Ma che cosa avete studiato? E dopo vogliono studiare e sapere tante cose inutili: sono queste le verità che dovete sapere, e ci tengo che le sappiate. Sì, ci vogliono le definizioni teologiche, il catechismo, la Summa Teologica di San Tommaso; io non ho mai detto di no a questi studi, ma prima voglio che abbiate la virtù della speranza. È inutile che mi facciate delle belle disquisizioni sulla speranza e dopo non l'avete: prima bisogna possedere la speranza e dopo saper dare delle definizioni, saperla definire anche teologicamente, conoscere il trattato.ESEMPI famiglia
ESEMPI speranza
PROVVIDENZA
DIO bontà
di...
ESEMPI vocazione
DOTI UMANE studio
"Meraviglioso scambio! Il Creatore...fatto uomo...ci dona la sua divinità": è una antifona dei vespri della solennità del 1° gennaio, dedicata a Maria Santissima Madre di Dio.
Don Ottorino nomina ancora una volta Vinicio Picco, forse anche perché era più maturo per l’età e per l’esperienza.
L’espressione è molto tipica di don Ottorino, specialmente quando proponeva verità e ideali molto alti e gli sembrava che i giovani restassero stupiti e assorti.
2° Cor. 5,17.
MI15,8 [10-05-1965]
8.“Con la Carità, la volontà che già, per quanto è possibile "in statu viae", possiede Iddio, cerca in Lui solo la sua gloria, la sua soddisfazione, la sua pace, così da non sentire bisogno di altra cosa creata. Dio basta a renderla felice”. Qui ci sarebbero tante e tante cose da dire. Fede: io credo! Speranza: spero la vita eterna, raggiungere Dio e i mezzi per raggiungerla! La carità: per quanto è possibile, già posseggo Dio! È chiaro? Con la fede io credo in Dio e nella sua presenza nel mondo; con la speranza spero di raggiungerLo, cioè che il Signore mi mandi l’auto per raggiungerLo; con la carità, è Dio stesso che viene: è il telefono che funziona, è la televisione che funziona, c'è la televisione, c'è il telefono, c'è l'unione con Dio. Comincia già fin d’ora, per quanto è possibile a un povero viaggiatore, a un povero pellegrino che va verso l'eternità, l’unione con Dio. C'è già una mano di Dio: "Vieni, dai, ti do una mano!", e ti manda un aiuto. Ecco, ecco, comincia già, l’"admirabile commercium" tra la creatura e il Creatore, che mi dice: "Avanti, figliolo! Avanti, attento a non sbagliare il passo! Avanti, avanti! Andiamo, andiamo!". Tutte le azioni, con la carità, sono 'propter Deum', cioè dirette a Dio. Mi guardano e tacciono. Vinicio , che cosa ne dici? O sono io che sono esaltato o sono questi che stamattina hanno sonno, poverini. “A completare l'organismo nostro soprannaturale concorrono le Grazie attuali, che sono un soccorso e un concorso soprannaturale di Dio, perché noi possiamo operare soprannaturalmente, e le Grazie 'gratis datae’, che sono singolari uffici che Dio può affidarci in ordine alla S. Chiesa, al Corpo mistico di Cristo. Noi Sacerdoti abbiamo almeno la Grazia 'gratis data' della vocazione. Tale si presenta, alla luce della Rivelazione, la 'nova creatura' che siamo noi, per grazia di Dio, dotati di vita, di potenze, di attività, di sussidi divini. Mio Dio, ci pensassimo! Si direbbe che le pagine della Scrittura, in cui Dio ci rivela questa nuova nostra realtà, non ci interessino o siano un tessuto di fumo inconsistente, tanta è l'indifferenza con cui noi le ascoltiamo. Perché cresca la nostra fede, consideriamo queste realtà della Grazia nella loro più sublime realizzazione, in Maria SS.”.VIRTÙ
fede
CARITÀ
ESEMPI fede
ESEMPI speranza
PREGHIERA unione personale con Dio
PREGHIERA telefonate a Dio
DIO bontà
di...
GRAZIA
DIO amore a DIO
GRAZIA grazie attuali
CHIESA
MI15,9 [10-05-1965]
9.Domani mattina svilupperemo questa realtà e la considereremo in Maria Santissima. Adesso fermiamoci un momento e vediamo di fare almeno una telefonata al Signore, di restare un minuto davanti a Dio. Abbiamo fede, speranza e carità? Il Signore ci ha dato microscopio e telescopio; il Signore mi ha dato tutto. La vela l'abbiamo, la barca l'abbiamo: abbiamo aperto la vela? Se abbiamo poca fede, poca speranza e poca carità la colpa non è di Dio, perché Dio ce le ha date queste:virtù, è perché noi non le abbiamo sviluppate adeguatamente.PREGHIERA telefonate a Dio
VIRTÙ
fede
CARITÀ