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LA CONGREGAZIONE HA BISOGNO DI UOMINI CONSACRATI SENZA RISERVE

MI173 [03-05-1967]

3 Maggio 1967

Don Tullo Goffi è autore di parecchi scritti spirituali che per l’epoca erano un po’ d’avanguardia, però non è stato possibile determinare a quale di essi don Ottorino alluda in questa meditazione.

Cfr. Matteo 6,33.

Cfr. Matteo 6,25-34.

Probabilmente, visto il contesto, don Ottorino si riferisce alle idee del Goffi che non trova adatte per lo sviluppo armonico del carisma della Congregazione secondo la volontà di Dio.

MI173,1 [03-05-1967]

1 Voglio dirvi una parolina in aggiunta a quello che ho detto ieri mattina, una parolina molto breve.
Ieri sera mi sono messo a leggere un libro che mi avete sentito nominare qualche volta, il libro di don Goffi ; ora ha pubblicato una seconda edizione perché la prima ha suscitato tanto scalpore. Nella prefazione della seconda edizione dice di aver tolto alcune testimonianze che avevano suscitato scalpore. Io adesso non voglio pronunciare un giudizio definitivo perché non ho ancora terminato di leggerlo. Quando San Gaetano ha cominciato la sua famiglia religiosa, ha messo come norma che non si doveva neanche andare a domandare l’elemosina; non solo vivere il voto di povertà, comune a tutte le altre famiglie religiose, dove ognuno dei membri niente possiede, dove tutto viene dato dalla comunità, dove la stessa comunità deve essere povera perché si deve dare testimonianza di povertà e di distacco dalle cose, ma lui ha anche messo una norma specifica sullo stile di vita del clero e dei religiosi, appunto perché il male di quel tempo era l’esagerato attaccamento ai beni materiali. Per questo ha detto di non domandare neanche l’elemosina: “Quaerite ergo primum regnum Dei et justitiam ejus, et haec omnia adjicientur vobis” . Nel Vangelo c’è anche questo e noi lo crediamo: bisogna dare al mondo pagano di oggi questa testimonianza, dimostrare che il Signore, come non lascia mancare il cibo agli uccelli dell’aria e il vestito ai gigli del campo, così non ci lascerà mancare il pane. San Gaetano non poteva fare questo senza un’ispirazione del Cielo, perché è logico che è una scelta azzardata, non azzardata perché il Signore non provveda, ma perché, come certe penitenze straordinarie, non possono diventare ordinarie per tutti. Ma, in quel momento, il Signore ha chiesto a quella famiglia religiosa tale specifica testimonianza. Ora, su questa base, senza mettermi al posto di San Gaetano, Dio me ne guardi, ma restando a capo della nostra famiglia religiosa, e di questo Dio mi guardi perché altrimenti vado a cadere nel fosso, su questi principi personalmente non sono d’accordo; anche se psicologicamente, e teologicamente, potreste riuscire a dimostrameli validi anche per la nostra famiglia religiosa, io non sono di questo parere. Voi mi direte: “Don Ottorino non è aggiornato, don Ottorino certe cose non le capisce...”, come ha detto qualcuno anche qui dentro qualche volta. Allora io direi che restino con me coloro che non capiscono certe cose come me e gli altri vadano a... ma non costringano la Congregazione ad andare dove vogliono loro. Anche a San Gaetano, quando ha messo la disposizione di non domandare l’elemosina, qualcuno dei religiosi avrebbe potuto dire: “Questo benedetto Gaetano non capisce nulla, ha perso la testa, non capisce niente!”. Erano, liberissimi di andarsene coloro che non volevano restare con lui, però lui l’ha lasciata quella disposizione. Ha messo anche la disposizione di leggere tutto il Vangelo una volta al mese, e l’ha lasciata, e gli altri erano liberissimi di non leggerlo: “Andate in cerca di una famiglia religiosa dove non si legge il Vangelo”.

AUTOBIOGRAFIA

FAMIGLIA

CONGREGAZIONE Case della Congregazione

CONSACRAZIONE povertà

COMUNITÀ

CONSACRAZIONE religioso

MONDO

PAROLA DI DIO Vangelo

MONDO ateismo

APOSTOLO testimonianza

PROVVIDENZA

PENITENZA

CONGREGAZIONE fondatore

CONGREGAZIONE carisma

Ricordiamo che siamo nel 1967, nel clima della contestazione che nel 1968 scoppierà, a volte anche violenta, in tutto il mondo occidentale.

L’assistente Vinicio Picco, che all’epoca era consigliere generale, fin da giovane aveva lavorato nell’industria Marzotto di Valdagno, e quindi non era esperto di problemi agricoli.

MI173,2 [03-05-1967]

2 Il Signore dà alla nostra Congregazione l’ufficio di una testimonianza, e una testimonianza qualche volta deve andare anche all’esagerazione, come San Gaetano è andato all’esagerazione da una parte per essere segno per gli altri. Quando ci sono molte persone che parlano bisogna alzare la voce per farsi capire. Può darsi che siano necessarie forme un po’ forti per mostrare agli uomini di oggi che, anche se su certe cose hanno un po’ di ragione, però devono ricordarsi che non si può condannare questo, questo e questo... .
Ora io vi direi, figlioli, di mettervi in atteggiamento di discepoli, o meglio mettiamoci tutti dinanzi a Dio in atteggiamento di discepoli. Guardatevi dal pericolo enorme di essere voi i superiori della Congregazione: tutti dovete essere superiori, ma bisogna ascoltare la voce di Dio, non per realizzare quello che leggete in certe riviste di oggi, in certi libri di oggi, e dire: “Che bella cosa sarebbe questa nella Congregazione!”. Potrebbe succedere che, supponiamo, voi andiate a passeggiare e ognuno di voi veda delle belle piante: uno vede una pianta di salice, un altro una pianta di pesco, quell’altro un giunco, e ognuno ritorna a casa con un fascio di piante e pretende di piantarle nel giardino davanti alla Casa dell’Immacolata. Io vi dico: “Sì, è vero che il giunco va bene, che il pesco va bene, tutto quello che volete, però qui davanti lasciamo le viti perché abbiamo già piantato le viti!”. “Mah, sarebbe meglio!”. È inutile che vogliate piantare quello che volete voi! Qui abbiamo stabilito di piantare le viti, abbiamo fatto un bel vigneto, quindi restano le viti. Io non vi dico che i peschi non siano buoni, che i ciliegi siano cattivi, che i fichi... - a me piacciono i frutti del fico - ma qui abbiamo stabilito di piantare una vigna, è stata piantata e resta una vigna. Quello che voi leggete e quello che sentite dire può essere oggettivamente ottimo, ma è il Signore che ha piantato qui dentro una vigna, e se ha piantato una vigna vuole una vigna, non vuole qualcosa d’altro. Perciò la vostra preoccupazione non deve essere quella di fare quello che vi piace. Non si può, per esempio, curare una vigna come si cura una asparagiaia; è una cosa del tutto differente. Io non ha mai visto qualcuno che vada di qua e di là a potare gli asparagi; si taglieranno a livello del terreno, ma avete mai visto mettere i pali in una asparagiaia per sostenere i tralci, lo avete mai visto fare? Forse Vinicio l’avrà visto!

CONGREGAZIONE missione

APOSTOLO testimonianza

CREATO

VIRTÙ

fortezza

CONSACRAZIONE radicalità

FAMIGLIA papà

VIRTÙ

umiltà

CONGREGAZIONE superiore generale

COMUNITÀ

superiore

L’episodio dei trecento uomini di Gedeone è raccontato nel cap. 7 del libro dei Giudici.

Cfr. 1 Samuele 17,45.

Luciano Rizzi, che all’epoca frequentava il 3° anno del corso teologico, era assistente dei ragazzi delle medie o del ginnasio, che abitualmente venivano chiamati con il nome di seminario minore.

Nel testo registrato si ascolta a questo punto una risposta.

Nel testo registrato anche a questo punto si ascolta una risposta.

MI173,3 [03-05-1967]

3 Figlioli miei, ci vuole tanta umiltà, tanto spirito di attenzione alla voce del Signore. Perciò anche nella vita esterna non sono ammessi certi atteggiamenti di autorità: “Bisognerebbe fare così! Facciamo così! Che male c’è? Che male c’è?”. Anche nella disciplina certe piccole cose fatte di propria iniziativa, fatte senza preoccuparsi di ricercare quello che vuole il Signore, sono molto pericolose. Guardate che la strada che ci resta da compiere è lunga, sapete!
State attenti, figlioli, che non capiti come a Gedeone al quale il Signore ha detto: “Sono ancora troppi!”. Vi ricordate? E allora ha detto: “Sta’ attento: quelli che si fermano a bere prendendo soltanto un po’ d’acqua senza fermarsi, quelli li prendi con te”. State attenti che non mi arrivi un bel momento quest’ordine dal Signore, e che invece di essere novantuno, a un dato momento, quando sarà ora di rinnovare i voti, non ci ritroviamo in settanta, sessantacinque o settanta, che non ci troviamo dimezzati! E’ la qualità che occorre; occorre anche il numero, e potessimo essere in tanti, ma è la qualità che occorre! Ci vogliono uomini consacrati, che desiderano consumarsi come la lampada del Santissimo, che amano Nostro Signore, e che dicano: “A me non importa dove, come, in che modo, in che posto io mi dovrò consumare, purché io sia consumato solo per il Signore, solo per te!”. Con questi uomini sconvolgeremo il mondo. Abbiamo dinanzi a noi la rivoluzione comunista: sono milioni e milioni di uomini, ma non ci fanno paura se saremo così. Se saremo in migliaia e non saremo così, saremo una goccia d’acqua, saremo un granellino che verrà schiacciato da un compressore: passerà un compressore e questo granellino sarà schiacciato. Che cosa volete che siano cinque uomini nel Chaco, quattro in Guatemala, tre in Brasile? Ne avessimo anche mille o diecimila, dispersi nelle varie parti del mondo, che cosa volete che siano dinanzi al mostro comunista? Ricordatevi che il piccolo Davide con una fionda ha schiacciato Golia. Però, il piccolo Davide aveva la fionda e ha potuto dire: “Io vengo nel nome del Signore!”. Ora, se voi in ogni azione vi tuffate veramente nella volontà di Dio, cercandola anche nelle piccole azioni, vincerete come Davide. Per esempio, vorrei farvi una domanda, e scusate se vado un pochino fuori tema: ieri sera a che ora siete andati a letto? Qual’è l’orario? Se siete andati a letto un minuto dopo, con quale permesso l’avete fatto? Un minuto dopo, non due minuti dopo. Se siete andati a letto un minuto dopo senza alcun permesso, voi non potete dire che siete in contatto con Dio. Quando c’è una linea elettrica che va da qui a Milano, basta che sia tagliato un centimetro di filo perché non passi la corrente. Voi potete avere una bellissima linea, meravigliosa; tagliatene solo un centimetro, e non passa la corrente. È preferibile un cavo buttato per terra, una linea povera, ma che il filo sia attaccato. È preferibile uno stupido che ha poche doti e pochi talenti, ma è attaccato a quel filo. È preferibile se la linea è tirata bene, ma tra le due io preferisco quella tutta attaccata. Perciò, state attenti, figlioli. Se qualcuno dicesse: “Ieri sera sono andato a letto alle...”. È stabilito, per esempio, un orario per quelli del seminario minore: Rizzi , a che ora avete stabilito di andare a letto? Per le dieci e mezza? E tu sei andato a letto alle dieci e mezza? Tu non eri a posto, tu dovresti confessarti: ‘Ho disobbedito’, altrimenti non sei religioso! Se ogni volta che manchi non ti confessi: ‘Ho disobbedito tre, cinque volte...”, non sei religioso! Hai scelto questa vita perché è comoda, ti piace, si sta bene, qui c’è tutto, non si paga niente, si trova ogni comodità, si vive in comune, ci si vuole bene, quello che non c’è oggi ci sarà domani. Questa non è vita religiosa! La vita religiosa è immolazione, è una lampada che si consuma davanti all’altare.

FAMIGLIA papà

VIRTÙ

umiltà

VIZI superbia

CONGREGAZIONE Regola di Vita

VOLONTÀ

di DIO ricerca della...

PAROLA DI DIO Sacra Scrittura

CONSACRAZIONE voti

APOSTOLO vocazione

CONSACRAZIONE autenticità

CONSACRAZIONE immolazione

CONSACRAZIONE offerta totale

EUCARISTIA

MONDO

APOSTOLO F.A.

DIO amore a Dio

PREGHIERE di donazione

MONDO comunismo

CREATO

MISSIONI

DIO

VOLONTÀ

di DIO

CONSACRAZIONE generosità

ESEMPI puntualità

DIO rapporto personale

PECCATO mediocrità

PECCATO omissioni

DOTI UMANE

DOTI UMANE talenti

ESEMPI Volontà

di Dio

Cioè quando i seminaristi andavano a casa per qualche giorno o per le vacanze estive.

L’episodio di Anania e Saffira è narrato in Atti 5,1-11.

MI173,4 [03-05-1967]

4 Per esempio, tanti giovani vanno giù in cucina a prendersi quello che vogliono e quando vogliono: qualcuno domanda il permesso? Nessuno vi farà mancare quello che è necessario, però ci vuole il permesso. Se tu vai in cucina, quel cibo, quella cosa che hai presa, l’hai presa contro Dio, l’hai rubata. Quella cosa che hai fatto non piace al Signore...
Supponiamo che tu debba essere in cortile, veniamo in cortile e tu non sei in cortile: tu sei fuori posto. “Ma io sono assistente!”. Non importa niente. Anche tu devi obbedire alla regola come gli altri, e dal momento che non eri in cortile sappi che non eri al tuo posto. Dio non è contento di te anche se i superiori non parlano, e tante volte vedono e tacciono per il motivo che dicevo ieri mattina, però Dio non è contento. Anche se ti illudi di essere il simpaticone, di essere l’amicone, anche se ti illudi di essere così, però Dio non è contento. Perché quando suona quella benedetta campana è la voce di Dio che ti chiama. “Ma queste sono cose del secolo scorso!”. No, figlioli, queste sono cose di ieri, di oggi e di domani. Perché? Perché a noi hanno insegnato in seminario che quando uscivamo dal seminario dovevamo farci un orario e offrirlo al Signore e di osservarlo come ricevuto dal Signore. L’orario ce lo facevamo noi, lo portavamo dinanzi al Signore e rendevamo conto al Signore della fedeltà a quell’orario e lo modificavamo secondo le necessità. Ora, con il Signore non si scherza: al Signore si dà tutto o non si dà niente, ma quando hai promesso di dare tutto, devi dare tutto. Anania e Saffira hanno detto a Pietro: “Ecco qui tutto...!”. Hanno mentito e Dio li ha castigati. Voi con la vostra professione religiosa avete detto a Dio: “Ecco qui tutto, ecco qui tutto...”. Non avete messo nessuna riserva: “Ecco qui tutto, Signore!”. Però, ogni più piccola riserva che voi fate è una menzogna e meriterebbe come minimo che Dio vi dicesse: “Muori, crepa perché mi hai mentito”. Se io ti avessi avvicinato, Luciano, prima di ieri sera e ti avessi detto: “Sei consacrato?”, mi avresti detto: “Scherziamo!”. Ieri sera, quando sei andato a letto un minuto dopo, non eri consacrato e perciò: “Muori!”, e allora bisognava prendere la carriola grande e portarti nell’orto, e dopo sotto un altro, e sotto un altro... Quanti ne sarebbero restati di quelli che sono qui dentro? Io no di sicuro; ma ho paura che anche qualcuno di voi non ci sarebbe.

VIRTÙ

umiltà

CONGREGAZIONE Regola di Vita

VIZI

PECCATO

CONGREGAZIONE assistente

VOLONTÀ

di DIO

CONSACRAZIONE obbedienza

COMUNITÀ

superiore

DOTI UMANE

CROCE sofferenze morali

DIO

FAMIGLIA papà

FORMAZIONE educazione

AUTOBIOGRAFIA seminario

CONSACRAZIONE fedeltà

CONSACRAZIONE offerta totale

La domenica sera, quando l’assistente Tarcisio Tessarollo che viveva all’Istituto San Gaetano arrivava con il latte della fattoria di Grumolo, molti giovani della Casa dell’Immacolata gli andavano incontro per conoscere i risultati sportivi della domenica. All’Istituto c’era la possibilità di vedere la televisione e di ascoltare la radio, mentre nella Casa dell’Immacolata don Ottorino pretendeva uno stile di vita più severo. Don Ottorino, nel suo richiamo, gioca con le parole fra il latte e l’interesse per lo sport.

Cfr. Giovanni 15,19.

Cfr. “I promessi sposi” di A. Manzoni, capp. IX e X.

Don Ottorino si riferisce a certe correnti teologiche che durante il Concilio Vaticano II insistevano sulla necessità di togliere il celibato ai sacerdoti.

MI173,5 [03-05-1967]

5 Non faccio la predica a voi, la faccio a me, la faccio a noi tutti. Dio non è contento così! Guardate che noi tradiamo Dio, tradiamo la causa di Dio! Noi siamo dei privilegiati perché Dio ci ha chiamato, Dio ci ha dato una grazia immensa a venire qui dentro. Figlioli, abbiamo una responsabilità, abbiamo un programma da realizzare, e alla base di questo programma c’è l’immolazione personale.
Per esempio, la ricerca di avere qualche cosa, di avere sempre di più, per cui ci si lamenta: “Ma che giornata! Ma qua, ma là...”, non è accettabile. Chi vi ha promesso: “Venite qui e vi divertirete più della gente del mondo. Venite qui e avrete cinema fin che volete. Venite qui e avrete televisione fin che volete. Venite qui e avrete radio fin che volete, avrete le informazioni di sport fin che volete...”? Per esempio, noto un esagerato attaccamento allo sport... “Ma non c’è niente di male!”. Lo so, lo so che non c’è niente di male, ma è tutto l’insieme che è male. La domenica sera, per esempio, arriva il latte, e si corre subito per prendere una ‘scodella di latte’; tu vedi subito un gruppo di giovani che vanno là per ‘attingere’, per avere una ‘scodella di latte’, per sapere, sapere... “Vos de mundo non estis...” . Qui dentro abbiamo il nostro ‘carmelo’, e questa necessità di mondo dimostra che siamo un pochino come la monaca di Monza. State attenti perché la monaca di Monza poi aveva l’amico; e noi cambiamo: siamo i monaci che abbiamo l’amica! Per forza Goffi continua a dire che è necessario “saper integrare l’affetto”, per forza! Se vogliamo vivere una vita così mediocre è necessaria una integrazione affettiva. Ma se anche un domani dovessero dire che per i sacerdoti diocesani è necessario quello, io dico: per noi no, perché intendiamo darci a Dio con tutto il cuore! Se a un dato momento rinunciassimo a una totale e completa dedizione a Dio, cioè a volare a dodicimila metri di quota come lui ci chiede, allora, volando più in basso è necessario avere delle integrazioni perché ci manca qualche cosa. Ma io vi dico: per noi no, perché Dio ci ha chiamati a volare a quella quota, alla quota dei supersonici. Non ci siamo arrivati? Stiamo salendo, ma guardate che qualcuno sta andando giù invece che andare su. So che non sono cose gravi, ma tante volte è peggiore quel piccolo bacillo di tisi che è dentro, che è fatto di piccole cose e non di cose grandi, ma che piano piano porta alla morte. Preferirei un peccato mortale a certi stati patologici che ci sono qui dentro. Preferirei che uno mi facesse una stupidaggine grande grande, persino una porcheria con una ragazza, perché almeno lo vedrei piangere e dire: “Che cosa ho fatto! Che cosa ho fatto!”; lo vedrei piangere, e da lì cominciare la via giusta.

PECCATO tradimento

DIO

APOSTOLO chiamata

FAMIGLIA papà

CONSACRAZIONE immolazione

APOSTOLO

ESEMPI vita religiosa

MONDO

DOTI UMANE sport

CONSACRAZIONE verginità

PECCATO mediocrità

Immagine che don Ottorino usa spesso per descrivere la Congregazione.

MI173,6 [03-05-1967]

6 Figlioli, avevo da dire solamente una parola prima della meditazione, ma ci sono certe mattine in cui lo Spirito Santo prende il sopravvento. Anche voi senza lo Spirito Santo non potete far niente. Perciò vi invito a fare quello che facevamo ai primi tempi dell’Istituto: abbassare la testa dinanzi a Dio e domandare al Signore che cosa vuole da noi. Domandatevi un pochino di più: “Il Signore è contento di me? Mi vuole proprio così il Signore? Sono come Dio mi vuole?”. E forse nell’intimo vi sentirete dire qualche cosa dal Signore, vi sentirete toccare quel tasto che, forse, voi non vorreste che fosse toccato perché è doloroso.
Figlioli, vi ripeto che questa benedetta nave è di Dio, porta gli uomini di Dio. La nave arriverà, arriverà di certo, ma non sono sicuro che io e voi arriveremo in porto.

FAMIGLIA papà

DIO stile di...

VIRTÙ

umiltà

VOLONTÀ

di DIO ricerca della...

PECCATO

DIO