Meditazioni italiano > 1967 > L’APOSTOLO DEVE POSSEDERE UNA SODA PIETÀ MARIANA

L’APOSTOLO DEVE POSSEDERE UNA SODA PIETÀ MARIANA

MI189 [08-06-1967]

8 Giugno 1967

Anche per questa meditazione don Ottorino si serve dell’articolo di DOMENICO MONDRONE, Don Edoardo Poppe. Un modello insigne del clero d’oggi, in La civiltà cattolica del 15 aprile 1967, anno 118, quaderno 2804, pagg.127-141. Le citazioni, tratte dalle pagg. 137-139, vengono sempre riportate in corsivo senza ulteriori richiami.

Don Luigi Furlato era all’epoca il maestro dei novizi.

Don Ottorino scherza riferendosi ai momenti di fraternità passati insieme alla sera delle giornate afose, parlando della vita e dei progetti della Congregazione.

Don Ottorino, quando trovava in un libro o in una rivista qualche frase che era secondo il suo pensiero, o che dava voce a quello che aveva in testa e che non riusciva ad esprimere con frasi sue, si accaniva con la penna, sottolineando con una forza, a volte veramente veemente, le frasi che stava leggendo.

Leonzio Apostoli stava completando all’epoca il 3° anno teologico.

MI189,1 [08-06-1967]

1 Abbiamo visto ieri mattina il nostro caro don Edoardo che si pente di non avere approfittato sufficientemente del carattere ruvido del suo parroco: “Egli sì m’avrebbe santificato. Non ci sono per le nostre opere ausili più preziosi di coloro che le demoliscono”.
Per esempio, in noviziato non c’è ausilio più grande del maestro dei novizi. Non è vero? Adesso voi pensate male, non ti pare, don Luigi ? Don Poppe ha messo nei suoi scritti: “Non ci sono per le nostre opere ausili più preziosi di coloro che le demoliscono”, pertanto per il noviziato non c’è ausilio più grande del maestro dei novizi. Adesso don Poppe va a Moerzeke, ove “tra comunità ed ospiti, aveva solo una cinquantina di persone da accudire. Troppo poco per il suo zelo. Cominciò con raccogliere le insegnanti del villaggio, poi quelle del dintorno, per formarle con le sue conferenze all’arte di insegnare. Fu un successo”. Potete immaginarvi un uomo ripieno di zelo con solo una cinquantina di persone! Un’anima apostolica non sta ferma, trova sempre da fare, e allora sboccia: ha solo cinquanta persone, e va bene, comincia con le insegnanti del villaggio. Come incomincerà? Come farà? La sua passione è l’Eucaristia: comincerà a parlare dell’Eucaristia. La sua è una pedagogia eucaristica, perciò penso che avrà insegnato quella. “Spentosi il direttore dei ‘Filioli caritatis’, gruppo di giovani sacerdoti e di seminaristi che intendevano di attuare la santità sacerdotale, fu invitato ad occuparsene”. Invitare uno ad occuparsi di qualcosa, se questi è un uomo di Dio, vuol dire invitarlo a diventare padrone; è così. “Nel primo convegno tenuto dopo la guerra, nel 1919, si accorse che non si concludeva nulla. Chiese di dire due parole, e parlò, non molto, ma dicendo cose talmente fuse con la sua vita, che bastarono a rovesciare subito la situazione”. Eccolo in un convegno... domanda: “Potrei dire una parola?”, e dice due parole in modo tale, che, siccome rispondevano alla sua vita, ha rovesciato tutta la situazione. “Nessuno sospettò che proprio lì egli si era offerto vittima”. Insomma, in fondo in fondo, c’è sempre qualcosa di questo genere: un’anima che si offre. “Di lì a poco una crisi cardiaca di natura letale lo mise a letto a soffrire. Fu l’inizio “dell’apostolato, diceva egli, dello sdraio”, ma anche della sua seminagione più intensa. Alle sofferenze fisiche si aggiunsero acuite le torture dello spirito: angosce da annientarlo. Fu l’inizio di un cammino più alto. Dove non poté giungere con l’azione e la parola, arrivò con gli scritti. Divenuto punto di attrazione, si fece centro di propaganda per la santità sacerdotale specialmente con l’Eucaristia e la devozione a Maria”. Quattro anni di vita attiva e quattro anni ammalato: comincia con la malattia la seconda parte del suo apostolato, “l’apostolato dello sdraio”... quello che facciamo noi alla sera, dopo cena, con lo sdraio. Portate pazienza se leggo alcune righe dell’articolo: è per inquadrare, per capire alcune frasi che lui dirà e che ho sottolineato, forse anche un pochino troppo perché, forse, ho rovinato non solo questo fascicolo, ma anche sette o otto di quelli che verranno dopo. Ma, tanto per capire un po’, è giusto anche inquadrare un pochino le esperienze della vita. Non è vero, Leonzio caro? Per svegliarsi un pochino alla mattina bisogna mettere in mezzo alla lettura una chiacchieratina.

PASTORALE parroco

CONSACRAZIONE santità

FORMAZIONE noviziato

ESEMPI di Santi

APOSTOLO F.A.

EUCARISTIA

PASTORALE

FORMAZIONE

APOSTOLO uomo di Dio

APOSTOLO testimonianza

PAROLA DI DIO

CROCE sofferenza

CONSACRAZIONE immolazione

APOSTOLO

CROCE sofferenze morali

SACERDOZIO

Cfr. Meditazione del 6.6.1967.

Si tratta della guerra dei ‘sei giorni’ in cui gli Israeliani ripresero il controllo di tutta la Palestina storica, quella del regno di Davide, estromettendo gli arabi-palestinesi che si rifugiarono soprattutto in Giordania e in Libano, i due stati arabi confinanti politicamente e militarmente più deboli, cominciando a creare quella resistenza di tipo terroristico che insanguina la regione da oltre trent’anni.

Il primo mistero gaudioso ricorda l’annunciazione nella casetta di Nazaret.

Secondo la tradizione è il luogo, a 8 Km da Gerusalemme, della visitazione di Maria a Santa Elisabetta che si medita nel 2° mistero gaudioso.

Non sappiamo a quali apparizioni mariane don Ottorino si riferisca, a meno che non si riferisca alle grandi apparizioni di Fatima di cinquant’anni prima.

Stupendo spunto mariologico di don Ottorino che riassume in modo fresco e popolare tutta la mariologia dei Padri e anche del Concilio Vaticano II che vede Maria inserita nella sequela del Figlio, in cammino con la Chiesa e interessata alla storia che Dio compie con gli uomini di buona volontà.

MI189,2 [08-06-1967]

2 “Aveva letto e meditato a lungo il ‘Trattato della vera devozione’ di San Luigi Grignion de Montfort. Sviluppando per suo conto l’aspetto della mediazione, quale mezzo di unione con Gesù, ottenne che la sua vita divenisse fervidamente, totalmente mariana. Qualunque cosa facesse, era sempre sotto l’influsso di Maria, stabilendo con lei contatti continui d’una pietà filiale, fatta di semplicità, di confidenza e di tenerezza”.
Permettete allora che mi soffermi un momentino su queste pargolette: “una pietà mariana”. Don Edoardo, in un punto che abbiamo già visto , ha detto che aveva trovato qualche giovane sacerdote o qualche suo vecchio compagno che affermava che la devozione alla Madonna era passata di moda. Ora mi permetto di dirvi quello che vi ho detto tante volte: può darsi benissimo che venga l’ora dell’aridità, per cui il recitare la corona vi costi sacrificio, il mettervi a contatto con la Madonna vi costi sacrificio, ma, per carità, non abbandonate la Madonna. Sarebbe come pretendere di entrare in una casa con la porta e le finestre chiuse. Non dobbiamo mettere la Madonna al posto di Dio, no, questo è chiaro, questo né Dio lo vuole, né la Madonna lo pensa, ma metterla al suo posto, e non sostituire la Madonna con qualcos’altro, per esempio, con la coroncina di Sant’Antonio. La Madonna ha la sua missione nella Chiesa, e dobbiamo lasciarla al suo posto. Come devozione non certo come adorazione, per carità, ma come devozione, è la prima che dobbiamo avere. Arrivati a una certa età, anche se non sentite il sentimento, è necessario un incontro personale con la Madonna. Per esempio, adesso c’è l’indizio che vogliono piantare una strage in Palestina ; penso che anche voi abbiate pregato in questi giorni perché il Signore mandi la pace. Come si fa a non rivolgersi alla mamma e dire: “Madonna, quella è la tua gente, sono i tuoi parenti, quella è la tua terra”? Per esempio, recitando il rosario, recitando i misteri gaudiosi cominci passando per Nazaret , e come fai a non pensare alla Madonna e non dire: “Madonna cara, tu vedi che adesso stanno venendo avanti con i carri armati proprio verso la tua terra”? Quando consideri Ain Karim , vicino a Gerusalemme, come fai a non sentirti un tutt’uno con il dolore di quella povera gente, e quando dico povera gente, dico la gente che soffre, la gente che patisce a causa della guerra; come fai a non rivolgerti alla Madonna, alla Madonna che appare per domandare pace, per domandare preghiere, che desidera la pace e vede la sua terra insanguinata? E quando tu guardi l’America Latina e vedi tanta povera gente che non conosce il Vangelo, come fai a non rivolgerti alla Madonna: “Mamma, sei la mamma della Chiesa, sei la mamma di Gesù, la mamma degli apostoli... guarda quella gente”? Mi pare che un apostolo non può guardare al campo del suo apostolato senza fare un consiglio di famiglia, e il consiglio di famiglia è fatto con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, e con la Madonna. Il consiglio di famiglia si fa completo, non si lascia da parte la mamma, perché è interessata anche lei.

MARIA devozione a ...

CROCE aridità

PREGHIERA

PENITENZA sacrificio

VIRTÙ

MARIA la nostra buona mamma

MARIA mediatrice

SOCIETÀ

avvenimenti

PENITENZA

MARIA Fatima

MARIA madre della Chiesa

MARIA maternità

divina

PAROLA DI DIO Vangelo

APOSTOLO

DIO Padre

Con l’apertura delle missioni in America Latina, il problema delle vocazioni era diventato impellente per la Congregazione che aveva bisogno di uomini per incrementare lo slancio missionario.

Monsignor Vincenzo Sebben era il rettore del seminario minore vescovile di Padova a Thiene e sapeva bene che quando don Ottorino andava lì cercava anche di prendersi qualche ragazzo per portarselo alla Casa dell’Immacolata.

Mettere uno ‘in braghe de tela’ significa, in dialetto veneto, ‘lasciare uno senza niente’; le braghe de tela erano le mutande, l’ultimo indumento che veniva lasciato, per decenza, a tutti.

Non era ancora invalso l’uso, promosso da Paolo VI, di mandare sacerdoti dalle diocesi antiche, ricche di fede e di mezzi anche umani, alle Chiese giovani o missionarie scarse di clero e non ancora bene organizzate.

Modo di dire popolare per ‘puoi star sicuro che succederà’, ‘senz’altro’.

Era vescovo di Padova all’epoca S. E. monsignor Girolamo Bortignon, cappuccino; anche lui come tutti i cappuccini portava una fluente barba.

MI189,3 [08-06-1967]

3 Adesso, per esempio, c’è la questione delle vocazioni : non si può risolverla senza Maria. Per esempio questa sera sono invitato a cena, forse per sbaglio, a Thiene. Monsignor Sebben vuole che mi incontri con i ragazzi e mi ha detto: “Si prepari perché vorrei fare....”. Volevo dirgli: “Si prepari lei!”. Questa volta lo metto in ‘braghe de tela’ , dal momento che mi ha invitato ad andare lì e vuole che ci vada: “Bisogna che venga, faccia un piacere, deve ubbidirmi!”. “Per quale motivo devo venire? Basta che non mi dica di fare prediche!”. E allora ha detto: “No, no, si tratta di fare un incontro con i ragazzi mentre si mangia; voglio che si incontri con i ragazzi”.
E allora, stasera, gliele canto e dirò loro: “L’ultima volta che vi ho visto vi ho detto che ognuno di voi deve andare dove il Signore lo chiama. Il Signore ha un piano su voi e questo piano non è né mio, né del vescovo, né del rettore, né di nessun altro: è di Dio. Se Dio vi ha creato per essere padri di famiglia, non restate in seminario: dovete andare e diventare padri di famiglia, di trenta, quaranta, cinquanta figlioli. Se il Signore vi ha creati per essere sacerdoti della diocesi di Padova, guai a voi se andate in qualche luogo di missione o in qualche altra parte: no, no, preti nella diocesi di Padova. Ma se il Signore vi ha creati per essere di San Gaetano, guai a voi, guai al rettore, e guai a tutti gli altri, se non entrate in questa Congregazione”. Questa sera prendono tutto questo, ‘dritto come un fuso’ . Pietro, è giusto? Perciò, per una cosa di tal genere questa sera, io mi preparo a dire una parola, ma questa non può esserepreparata senza la presenza della Madonna. Stasera finché io parlerò, anche se ci fosse presente la barba del vescovo di Padova , io avrò vicino i ‘mustacchi’ dell’Eterno Padre, e avrò il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo e la Madonna. Lascialo pure gridare! ‘Primis inter pares’, va bene, ma lui, il vescovo, lì, non sarebbe il ‘pares’: prima vengono quegli altri, sono qualcosa più di lui, c’è un salto in su!

APOSTOLO animazione vocazionale

MARIA mediatrice

AUTOBIOGRAFIA

APOSTOLO predicazione

FORMAZIONE

APOSTOLO vocazione

APOSTOLO chiamata

DIO

FAMIGLIA papà

FAMIGLIA figli

SACERDOZIO prete

CONGREGAZIONE appartenenza

PAROLA DI DIO

CHIESA Vescovo

DIO Padre

DIO Figlio

MI189,4 [08-06-1967]

4 Figlioli miei, mi pare che una vita apostolica senza la devozione alla Madonna, vissuta con semplicità filiale, sia impossibile. Voi direte: “Ma io non sono capace di avere devozione per la Madonna!”. E allora andate, correte ai ripari. Caro Primo, si corre ai ripari. Quando un giovane chierico, un giovane che si avvia al diaconato, non sente in nessun modo la devozione alla Madonna, deve correre ai ripari, perché ogni cosa bisogna conquistarla. E allora, come si fa?
Leggi qualche trattato sulla devozione alla Madonna; leggi attentamente, per esempio, le apparizioni di Lourdes, le apparizioni di Fatima, se ti è pesante il trattato, e poi da lì passa al trattato. E soprattutto mettiti a meditare: medita i misteri del rosario. Ne hai fin che vuoi! Pensa alla missione che la povera mamma nostra ha avuto nella vita di Gesù. Pensa alla Madonna che per nove mesi ha portato Gesù nel cuore, carne della sua carne. Vi rendete conto, figlioli, del “Et Verbum caro factum est”? Maria è stata l’ostensorio del Divino Amore per nove mesi. La Madonna prende il Bambino tra le braccia e lo nutre con il latte del suo seno; la Madonna insegna a camminare al suo Dio; la Madonna fa tutto al suo Bambino, lo educa, gli insegna i rapporti sociali; la Madonna lo porta prima in Egitto e dopo a Nazaret, e fa la serva al suo piccolo. Figlioli miei, bisogna che capiamo queste cose!

FAMIGLIA papà

APOSTOLO

MARIA devozione a ...

MARIA fiducia di..

MARIA amore di...

PREGHIERA meditazione, contemplazione

DIACONATO

MARIA Fatima

MARIA Lourdes

PREGHIERA

MARIA la nostra buona mamma

MARIA maternità

divina

Il riferimento è ad Adriano Conocarpo che stava completando all’epoca il 1° anno del magistero.

Modo di dire popolare: fare una cosa senza ricevere alcuna soddisfazione sensibile.

MI189,5 [08-06-1967]

5 Il meditare spesso questi misteri ci porta a voler più bene alla Madonna e a voler più bene anche a Gesù, perché la Madonna ci fa amare Gesù. Non si può conoscere Maria senza conoscere Gesù, e non si può conoscere Gesù senza conoscere la Madonna: è impossibile! Se vai a Nazaret è impossibile non vedere la Madonna, e se vedi la Madonna è impossibile non vedere Gesù, perché sono sempre insieme. Figlioli, bisogna che ci abituiamo a ricordarci dei misteri di Dio fatto uomo.
Voi direte: “Oh, ma io vivo soltanto di Dio e in modo spirituale!”. Siamo uomini, cari, e qualche volta bisogna meditare sul Dio-uomo, ed è dal Dio-uomo che saliamo in su. Abbiamo anche i sensi, e perciò ci fa bene pensare che Dio si è fatto uomo, che è vissuto ed ha abitato fra noi, che ha camminato su questa terra, e ha sofferto il sonno e la fame, le incomprensioni da parte della gente, le umiliazioni “propter non homines” fino alla flagellazione e alla coronazione di spine e alla crocifissione, e che dopo è andato a preparare un posto per noi come ricompensa per averlo crocifisso. Caro maestro, ci vogliono meno speculazioni, meno speculazioni! Andiamo a meditare la realtà! E noi che cosa abbiamo fatto? Che cosa facciamo realmente, noi che diciamo che la carità costa fatica, che la carità costa sangue? Guardate che cosa hanno fatto loro per noi. Ecco perché dico che è necessario che la devozione alla Madonna entri nella nostra vita, così, senza tante sovrastrutture, con la semplicità di un bambino! Io ho preso un’abitudine: quando dico la Messa al mattino, prima della consacrazione do un’occhiatina di qua e un’occhiatina di là, e con il cuore dico: “Gesù, per carità. Madonna, non distaccarti”, e dopo prendo coraggio e dico: “Hoc est...”. Non dico queste parole ad alta voce perché non posso dirle, e neppure mi fermo: basta uno sguardo, ci guardiamo in faccia. Se non ho quattro occhi che guardano il calice non dico: “Hoc est enim...”, neppure per sogno! Se occorre mi volto indietro e dico al chierichetto che vada a chiamare Gesù e Maria. Non si possono fare le nostre cose, le grandi cose che il Signore vuole da noi senza la presenza di Gesù e di Maria. Per esempio, come fate voi a dare una assoluzione se non avete quattro occhi che vi guardano, l’occhio di Dio e l’occhio della Madonna? Come fate in certi momenti della vita a risolvere certi problemi, quando non avete quattro occhi che vi consigliano? Adriano mi guarda. “Tutto sentimento!”. No, caro, no! Qualche volta fare questo è come ‘succhiare ferri’ , perché una devozione può essere anche fatta di puro sentimento, ma questa è una devozione fatta anche di sangue, se occorre. Vi ho detto altre volte che recitare la corona a me pesa di più che non mangiare un gelato d’inverno.

PREGHIERA meditazione, contemplazione

MARIA fiducia di..

MARIA amore di...

MARIA devozione a ...

GESÙ

conoscenza

PREGHIERA rosario

GESÙ

incarnazione

GESÙ

uomo

CREATO

GESÙ

Via Crucis

GESÙ

servo

CARITÀ

Il riferimento è a Marco Pinton che all’epoca stava completando il 1° anno del corso liceale.

Inizio della supplica alla Madonna attribuita a San Bernardo.

MI189,6 [08-06-1967]

6 La devozione alla Madonna deve essere una devozione “fatta di semplicità”, caro Marco . Dobbiamo imitare il rapporto filiale di San Bernardo con Maria: “Ave, Maria... Ave, Bernardo”. Anche tu devi dire: “Madonna, ti raccomando. Domattina devo fare il compito a scuola, rispondere all’interrogazione. Non far fare a tuo Figlio una brutta figura: siccome io rappresento il tuo Figliolo, se rispondo male fai fare una brutta figura a tuo Figlio”. Devi fare una conferenza: “Madonna, ti raccomando. Non far fare brutta figura al tuo Figliolo”.
“... fatta di confidenza”. Voi potete strappare qualunque miracolo alla Madonna. Lasciate che questa mattina vi dica una brutta parola. Nel vostro apostolato vi incontrerete con tanti peccatori. Se un bel giorno verrete a dirmi: “Mi è morto uno che non ha voluto saperne dei sacramenti”, - può darsi che vi chiamino che quel tale era già morto o era in coma e non c’è niente da fare, ma se arrivate in tempo e quello rifiuta i sacramenti - vi farò una domanda: “Senti, avevi pregato la Madonna? Hai pregato sul serio la Madonna? Hai avuto fede, confidenza nella Madonna?”. Io penso che sia impossibile che uno che è veramente devoto della Madonna possa avere questa sconfitta e cioè che si trovi con uno che rifiuti i sacramenti all’ultimo momento. Può darsi che vi sia un caso particolare, ma io penso che vale sempre la preghiera: “Ricordate, o piissima Vergine, che non si è mai inteso dire che alcuno...”. Quante volte la dite e quante migliaia di volte l’avete detta finora? E allora, o dite balle o dite la verità.

MARIA devozione a ...

MARIA fiducia di..

MARIA amore di...

VIRTÙ

semplicità

PREGHIERA

PREGHIERE a Maria

MARIA

MARIA maternità

divina

MARIA mediatrice

APOSTOLO

PASTORALE peccatori

NOVISSIMI morte

GRAZIA Sacramenti

VIRTÙ

fede

Giuseppe Giacobbo stava completando all’epoca il 3° anno del corso teologico.

I capicellula erano i responsabili di una sezione locale del partito comunista che professava un ateismo militante soprattutto contro la Chiesa Cattolica.

Cfr. Num 20,1-13.

Cfr. Giovanni 2,5.

Zeno Daniele stava completando all’epoca il 1° anno del corso teologico.

L’affermazione rivela la grande intimità che don Ottorino aveva con la Madonna e la grande fede che aveva in lei in ordine alla salvezza. L’immagine del bimbo che si avvinghia così forte alla madre fino a strapparle la sottana, se occorre, per ottenere ciò che brama, è di una stupefacente freschezza popolare e insieme di profondi contenuti teologici.

Cfr. Genesi 32, 25-33.

MI189,7 [08-06-1967]

7 Volete che, se abbiamo bisogno di un milione e lo domandiamo alla Madonna, ci dica di no? Ci ha mai detto di no quando ne avevamo bisogno? Ci ha fatto tribolare, ma ci ha sempre detto di sì. Ci ha mai lasciato mancare il pane? Volete che se io domando un’anima alla Madonna, lei dica di no? Supponiamo che chieda l’anima di Giacobbo che adesso se ne va, butta via la veste e diventa un lazzarone e dopo pochi anni è in punto di morte, e mi mandano a chiamare... è là, capocellula , vado là: vuoi che all’ultimo momento la Madonna dica di no? Impossibile, figlioli! Si tratta di fede. Se dubitate, come ha dubitato Mosé battendo la roccia , allora non otterrete. Qui ci vuole certezza: la fede è certezza della grazia, è sicurezza nell’intervento di Dio come quando la Madonna ha detto ai servi: “Fate quello che lui vi dirà” ; quella sicurezza noi dobbiamo averla nei riguardi della Madonna. Non so se la Madonna vi concederà adesso i dieci milioni che vi occorrono, non so se la Madonna vi concederà in questo momento qualcos’altro, ma quando si tratta di un’anima, non c’è niente da fare! Gesù Cristo ha detto all’Eterno Padre: “Padre, voglio che siano uno... voglio”. E quando uno ha confidenza con la Madonna è proprio il caso di dirle: “Madonna, mi dispiace, ma voglio che Giacobbo si converta... voglio”. “Ma non se lo merita”. “Senti, mi dispiace fin che vuoi, ma tu sei mia mamma e sei la sua mamma, perciò io voglio. Dopo, se tu vuoi, pago io; metti pure la sua conversione sul mio conto, mandami croci, sofferenze fin che vuoi tu, pago io, però, il giovane, voglio convertirlo”.
Volete, ad esempio, che un domani, tu, Zeno , vieni chiamato presso un ammalato, un disgraziato che da anni non si confessa, e prima ti presenti all’altare della Madonna, dinanzi all’immagine della Madonna, e dici: “Madonna, guarda che voglio la salvezza di quell’anima”, e lei ti dica di no? Ma, allora, ti dico di buttare via la veste e di farti comunista. È impossibile che la Madonna dica di no, impossibile, quando si tratta di un’anima. “Ah, io avevo tanta fede, ho tanto pregato la Madonna, ho detto tante corone, ma non ho ottenuto la grazia che chiedevo!”. No, no, no! Non dire queste cose: se tu hai veramente fede nella Madonna, le tiri giù anche la ‘sottana’. “Non dirmi di no, Madonna, perché non ti mollo”. Come quella volta che Giacobbe e l’angelo hanno lottato tutta la notte , anche tu lotterai tutta la notte con la Madonna. Mi guardi, Vinicio? Le cose sono semplici: non occorrono tante storie.

MARIA mediatrice

MARIA fiducia di..

MARIA amore di...

PECCATO tradimento

FAMIGLIA papà

VIRTÙ

fede

VIRTÙ

fiducia

PAROLA DI DIO Vangelo

CREATO

GESÙ

DIO Padre

ESEMPI Maria

APOSTOLO salvezza delle anime

PREGHIERE a Maria

MARIA la nostra buona mamma

CONVERSIONE

CROCE

GRAZIA Confessione

MONDO comunismo

VIRTÙ

Vezzeggiativo popolare del nome Maria.

Fratel Luigi Tacchini S.J. veniva spesso sentito mormorare tra sé e sé la seguente frase: “Fede, Tacchini, fede!”.

Michele Sartore stava completando all’epoca il 3° anno del corso liceale.

Ruggero Pinton stava completando all’epoca il 1° anno del corso teologico.

MI189,8 [08-06-1967]

8 Quindi con semplicità: credo che esiste Dio, credo che esiste la Madonna, conosco la potenza che la Madonna ha presso il cuore di Dio, so che il problema primo è la salvezza delle anime, sono qua, ho offerto la vita per la salvezza delle anime nonostante le miserie e le deficienze e perciò: “Ora, a te, o Madonna, chiedo una cosa. Non ti domando che tu mi faccia monsignore, non voglio che per me tu faccia niente; ti domando solo un’anima, quell’anima, Madonna. Mi dispiace, ma bisogna che me la dia. Quello della salvezza delle anime è un affare comune”. E siccome la Madonna è là che attende solamente che ci sia qualcuno un po’ villano, concede. Dopo il Signore domanderà alla Madonna: “Che cosa hai fatto, Marietta , che cosa hai fatto con quel giovane?”. “Che cosa vuoi; è stato don Luigi che ha insistito”. “Ma non vedi che è ancora pieno di peccati?”. “Che cosa vuoi, Signore...”. E così sono contenti tutte e due, perché hanno modo di scusarsi dinanzi alla giustizia dell’Eterno Padre.
Semplicità e fede, cari! “Fede, Tacchini!”. Semplicità, confidenza e tenerezza, tenerezza. Non confondete la tenerezza con il sentimento: non è tenerezza verso la mamma quella di colui che seguita a baciarla cinquantamila volte al giorno e dopo fa quello che vuole. Tenerezza può essere portare a casa un fiore perché sai che piace alla mamma, o le nespole... quella è tenerezza, non darle tanti bacetti e dopo quando lei ti dice: “Per piacere, porti a casa il pane?”, tu le rispondi: “Ma, io studente, venire a casa con la borsa del pane? Va’ tu a prenderlo!”. E questa la tenerezza? Dieci baci alla mattina e dopo che vada lei a prendersi il pane perché tu ti vergogni di tornare a casa con la borsa della spesa. Si ha tenerezza quando rispondi: “Oh, senz’altro, vado io a prenderti il pane!”. “Tu studente, tu seminarista, a fare quelle cose?”. “Non scherzerai! Vado io a prenderti il pane”. “Suvvia, andiamo, non è decoroso che tu vada dal fornaio, che vada là in mezzo alla gente!”. “Mamma, latte e pane vado a prenderli io”. Ecco la tenerezza: evitare sacrifici alla mamma. Perciò la tenerezza è quel fioretto che fai, quel sacrificio che fai; tenerezza è fare il tuo dovere quando non ne hai voglia, è dare una mano al tuo amico. Tenerezza, insomma, è quella carità che dimostri verso Dio e verso il prossimo, verso i fratelli: questa è tenerezza! Andiamo avanti. Avete qualcosa da domandare, Michele , a proposito di queste cose? Se volete, abbiamo ancora cinque minuti e possiamo aprire la discussione su questi temi. Sei d’accordo? Tu, Ruggero , sei d’accordo? Ci fermiamo a meditare per quattro o cinque minuti? Allora ci fermiamo per non passare ad un altro tema e facciamo un esame se veramente abbiamo questa devozione verso la Madonna... per convertire un peccatore, don Ottorino.

VIRTÙ

semplicità

VIRTÙ

fede

MARIA mediatrice

APOSTOLO salvezza delle anime

PREGHIERE a Maria

CONVERSIONE

VIRTÙ

DIO Padre

MARIA fiducia di..

MARIA amore di...

VIRTÙ

fiducia

FAMIGLIA mamma

PREGHIERA sentimentalismo

PENITENZA sacrificio

CARITÀ

CARITÀ

amore al prossimo