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LA MADONNA RICHIAMA L’UMANITÀ IN UN MOMENTO PARTICOLARMENTE DIFFICILE

MI18 [14-05-1965]

14 maggio 1965

Don Ottorino mette in bocca a mamma Clorinda un proverbio vicentino che invita a non mescolare le cose sacre con quelle profane. I fanti erano i domestici, che nella letteratura veneta erano spesso chiacchieroni e burloni.

MI18,1 [14-05-1965]

1.Le apparizioni della Madonna sono sempre un richiamo del Cielo alla realtà, alla penitenza, a soprannaturalizzare la nostra opera sopra la terra. La Madonna, in tutte le apparizioni, ha sempre parlato chiaro: ha detto che il Signore Gesù non è contento dell’umanità e dei suoi cristiani; ha detto che bisogna fare penitenza perché altrimenti tante anime vanno a finire all'inferno; ha detto che il Signore castiga la terra, se gli uomini non si convertiranno. In particolare a Fatima ha detto: "Il castigo sarà che il comunismo diffonderà i suoi errori sopra la terra. O fate penitenza e vi mettete a fare i buoni, o il Signore permetterà che il comunismo diffonda i suoi errori".
Ora a me sembra che quando il Cielo ha parlato non si può rimanere indifferenti. Quando è venuto un messaggio dal Cielo non si può prenderlo così alla leggera come si prende di solito una predica che si ascolta, fa un po' di impressione e ben presto non si ricorda più. La mia povera mamma mi diceva: "Quando le mamme dicono una cosa, i figli devono fare attenzione perché ciò che dicono non deve entrare da un orecchio e uscire dall'altro. Il Signore non ne sarebbe contento. E allora perché la parola non esca dall'orecchio bisogna tapparlo con una mano". Lei scherzava con me perché io ero un ragazzino, ma io rispondevo: "Allora io metto la mano qui sull'orecchio e non esce più! Eh, bisogna tenere le cose dentro!". Quando il Signore ha parlato agli uomini, essi non possono rimanere indifferenti alla voce di Dio. Mia madre mi diceva pure: "Scherza con i fanti, ma lascia stare i santi! Non scherzare con il Signore!". È troppo pericoloso infatti scherzare con il padrone di casa!

MARIA Fatima

PENITENZA

NOVISSIMI inferno

CONVERSIONE

MONDO comunismo

AUTOBIOGRAFIA famiglia

ESEMPI famiglia

Il riferimento è alla promessa di Pietro nell’ultima cena, raccontata da Mc 14, 29.

Don Ottorino cita a memoria alcuni passi di Mt 26, 36-45, con il latino della Volgata.

MI18,2 [14-05-1965]

2.Figlioli miei, la Madonna ci ha detto che il Signore non è contento degli uomini, che non è contento di noi. Perché? Perché siamo troppo preoccupati delle cose del mondo e siamo poco preoccupati delle cose del cielo.
Io vorrei chiedere a me e a voi: "Abbiamo preso sul serio il messaggio della Madonna di Fatima? Abbiamo preso sul serio il richiamo che ci è stato fatto dal Cielo?". Questa mattina, pensando alla meditazione, mi è venuta in mente la scena evangelica di Gesù nell'Orto con i tre Apostoli che dormivano. Ditemi un po': come giustifichiamo noi quel sonno degli Apostoli? Avevano ripetutamente detto di credere al Signore; avevano assistito alla scena della trasfigurazione con la quale il Signore aveva dato loro una testimonianza, a loro tre, abbastanza forte della sua divinità; avevano assistito a tanti miracoli; avevano protestato fede fino alla morte: "Se anche gli altri ti tradiranno, io no!" . Eppure, quando il Signore chiede il sacrificio che preghino un'ora: "Non potuistis vigilare mecum?", e va a chiamarli: "Iterum, atque iterum", cioè va a chiamarli di nuovo, "Oculi autem eorum erant gravati" Il Signore chiede a tre dei suoi la collaborazione, la collaborazione della preghiera per loro stessi e per il mondo intero, dicendo: "Pregate perché la carne è debole: Lo spirito è pronto ma la carne è debole: insomma pregate per voi!", e poi chiede preghiera per sé, per il mondo intero. E questi tre Apostoli, nonostante tutto, dormono! Sono talmente presi dalla stanchezza che non sanno fingere. Se in quel momento fosse intervenuto un interesse materiale, se, per esempio, avessero detto a Pietro: "Ti regalo un bastimento, un transatlantico, potrai andare a pescare...", il sonno sarebbe passato immediatamente. Fratelli, non vi pare che sia un po' il caso nostro? Quando le cose ci interessano perché c'è un benefattore, perché c'è un bene materiale, perché, insomma, c'è qualcosa che piace, allora non sentiamo mai la stanchezza, allora non sentiamo il sacrificio. Ma quando la cosa è un po' pesante, quando per seguire Cristo bisogna fare un po' di sacrificio, forse non vi pare che anche per noi potrebbe ripetersi il rimprovero del Divino Maestro: "Una hora non potuistis vigilare mecum?". Ho paura che noi, apostoli in questa ora tragica, mentre Gesù misticamente si trova ancora nell'Orto degli ulivi, in questo momento siamo un po' addormentati; non ci rendiamo conto della gravità del momento che stiamo attraversando. Gli Apostoli, forse, in quel momento non si rendevano conto dell'ora tragica del tradimento. Forse neanche noi ce ne rendiamo conto!

MONDO

MARIA Fatima

PAROLA DI DIO Vangelo

PREGHIERA rosario

GESÙ

sequela

PREGHIERA

CONSACRAZIONE disponibilità

CROCE tentazioni

PENITENZA sacrificio

VIZI

PECCATO

GESÙ

maestro

GESÙ

L'assistente Vinicio Picco, prima di entrare in Congregazione, aveva lavorato molto nei gruppi giovanili che gravitavano attorno all'Azione Cattolica, e durante la campagna elettorale che seguì alla caduta del fascismo e della monarchia ebbe modo di scontrarsi spesso con gli avversari di fede marxista.

Don Ottorino ritiene gli Stati Uniti d’America come i difensori contro l’avanzata comunista nel mondo.

L’on. Luigi Longo successe nel 1964 a Palmiro Togliatti come segretario generale del partito comunista italiano.

È chiaro che don Ottorino considerava il comunismo come la negazione di Dio, e per questo considerava ogni sua crescita numerica nel mondo e in Italia come una vittoria del demonio e del male.

MI18,3 [14-05-1965]

3.Se ci mettessimo sul serio a pensare che cosa sta facendo il comunismo nel mondo e al suo enorme pericolo, credo che non potremmo dormire. Il comunismo non lo fermeremo con la nostra dialettica, anche se questa è necessaria e bisogna conoscerla. Bisogna studiare il marxismo, bisogna studiare, e voi avete il dovere sacrosanto di studiare quelle idee e di approfondirle; mancate a un vostro preciso dovere se non le approfondite. Però, ricordatevi che i comunisti non li convertite con la dialettica. Vinicio, tu che ci sei stato in mezzo, sei del mio parere? Vi ripeto che non li convertite con la dialettica: il comunismo si vince con il sangue. Cari miei, non c'è niente da fare: si converte con il sangue. E noi vediamo che stanno venendo avanti, stanno venendo avanti. Avete visto che ora si stanno affermando nell’isola di Cuba; avete visto che cosa sta succedendo in Vietnam: è un osso duro. Un domani si affermeranno anche in Africa, da una parte e dall’altra... e gli americani potranno tenere testa a tutto? Se un domani saltassero fuori altri focolai in America Latina, che è una polveriera, sarebbe un attimo perché scoppi l’ncendio.
E in Italia? C’è da preoccuparsi quando Longo alla televisione afferma: "Noi siamo il partito più forte". Possiamo immaginare che cosa succederebbe se, ad un dato momento, venisse dato l'ordine da Mosca di scendere nelle piazze, qui in Italia! Alcuni anni fa, con la questione delle elezioni, ci sono state delle dimostrazioni in piazza. Domani, ad un dato momento, se scendono nelle piazze, sono milioni e milioni. Ci rendiamo conto, amici miei, che il comunismo sta andando avanti in una forma impressionante? Umanamente parlando, e questo non è un pensiero mio, ma il pensiero un po' di tutti, umanamente parlando stiamo cadendo nelle braccia del comunismo. Umanamente parlando non c'è più niente da fare. Avete visto come è cresciuto anche nelle ultime elezioni; a Rimini, ad esempio, il comunismo ha fatto un balzo in avanti. Monsignor Fanton mi diceva ultimamente: "Si tratta di attendere cinque o dieci o quindici anni, ma se andiamo avanti così l'Italia va in mano matematicamente, senza alcun dubbio, al comunismo".

MONDO comunismo

DOTI UMANE studio

CROCE sangue

SOCIETÀ

avvenimenti

Giovanni Magnaguagno frequentava all’epoca il corso liceale ed era particolarmente esuberante e sportivo, e forse per questo don Ottorino lo fa entrare nell’esempio.

Le parallele sono un attrezzo per la ginnastica.

L’espressione, tipica del gergo militare, significa: restare a poltrire a letto, sul pagliericcio.

Il riferimento è ad Antonio Bottegal che stava completando all’epoca il corso liceale.

MI18,4 [14-05-1965]

4.Ma non solo l'Italia, il mondo intero va in mano al comunismo. Perché? Perché loro hanno una forza che ha facile presa sulla gente. Infatti è facile dire a uno che vada con il fucile a prendersi da mangiare piuttosto di guadagnarselo con il lavoro, ad accusare il padrone che va in macchina...: loro hanno delle forze in mano che noi non abbiamo. È più facile dire a Magnaguagno : "Senti, invece di andare a scuola, puoi uscire dove ci sono le parallele... ". Lui chiederebbe subito: "Dove sono?". "Adesso le hanno portate via, ma le riporteranno tra poco; intanto tu fa a meno di andare a scuola!". È facile dire così, e Magnaguagno sentirebbe senza dubbio il suo uomo vecchio saltar fuori in quel momento. E poiché l'uomo vecchio l'abbiamo tutti, si tratta solo di trovarlo fuori, di stuzzicarlo: è facile, è facile far pagliaccia al mattino e venire a Messa in ritardo. È vero, Bottegal ? Sei venuto in ritardo? No? Non ti ho visto qui davanti. Eri in fondo? Va bene! È più facile venire in ritardo che non giungere all’ora esatta.

CROCE tentazioni

PECCATO

VIZI

“Con spade e bastoni” (Mt 26,47).

MI18,5 [14-05-1965]

5.Figlioli miei, io vorrei domandarvi se in questo momento in cui il comunismo sta facendo progressi straordinari come un rullo compressore che avanza, noi che potremmo paragonarci agli apostoli che Dio ha chiamato e ai quali il Signore ha affidato la missione di arginare questa ondata diabolica, ci rendiamo conto che potremo arginarlo soltanto con la preghiera e con la penitenza. Ce ne rendiamo conto? Sarà penitenza lo studio, sarà penitenza fare il proprio dovere... ma ci rendiamo conto che soltanto con la preghiera e con la penitenza noi riusciremo ad arginare questa ondata diabolica?
Ricordiamo i tre Apostoli che dormono nell’Orto degli ulivi mentre i comunisti di allora stavano radunandosi "cum gladiis et fustibus" per prendere il Signore. In questo momento è il mondo intero "cum gladiis et fustibus", che sta radunandosi per prendere il Signore e crocifiggerlo un'altra volta. E gli apostoli di oggi sono chiamati; e il Signore li chiama.

APOSTOLO chiamata

APOSTOLO missione

PREGHIERA

PENITENZA

CROCE Demonio

GESÙ

Via Crucis

Mt 26,41.

Mc 14,50.

Don Ottorino, scherzando, traduce la frase evangelica in latino maccheronico, ricorrendo al detto popolare “tagliare la corda” per significare “scappare”.

MI18,6 [14-05-1965]

6.Tra questi apostoli ci siamo anche noi: siamo chiamati proprio in quest'ora, in questo momento. La Congregazione è sorta in questo momento, e deve necessariamente essere inserita nell'ora presente, nella storia di questo momento. E il Signore ci dice ancora: "Vigilate et orate, perché lo spirito è pronto, ma la carne è debole" . Siamo pronti, figlioli, se domani dovesse giungere qui un'invasione di comunisti? Siamo pronti a perdonare chi ha ucciso nostro padre, nostra madre, e morire per loro? Siamo pronti a ripetere gli atti eroici dei primi fratelli cristiani, o siamo solo pronti a saltare sopra un pilastro e fare una filippica contro: "Vae! Guai a voi!", e alzare il braccio, o meglio ancora a fuggire come dice la frase evangelica: "Fugerunt... omnes fugerunt. Relicto eo, omnes fugerunt" , che tradotta in italiano significa: "Tagliaverunt corda" ?

CONGREGAZIONE missione

PREGHIERA

MONDO comunismo

CARITÀ

perdono

CROCE martirio

Don Ottorino usa l’espressione latina “tamquam agnus”.

Il riferimento è a don Flavio Campi, entrato nella Congregazione dal clero secolare di Vicenza e in procinto di iniziare l’esperienza a Monterotondo (Roma), il quale godeva di una corporatura abbastanza robusta.

San Filippo Neri (Firenze 1515 - Roma 1595) fu l’apostolo della Roma del suo tempo e fondò la Congregazione dell’oratorio. Spirito umile e arguto, predicò e testimoniò il primato della carità, della gioia e della serena fiducia in Dio contro il rigorismo di molta parte della Controriforma. Don Ottorino lo cita alludendo ad un episodio famoso della sua vita, quando trasferì la sua Opera nella nuova sede della Vallicella in Roma.

MI18,7 [14-05-1965]

7.Le scene si ripetono. Domani potremo essere chiamati tutti, tutti, a testimoniare con il sangue la nostra fede. Non è da escludere che il Signore ci abbia chiamati qui per essere come Gesù che è venuto nel mondo per essere immolato come un agnello. Nessuna meraviglia che un domani la nostra sia una Congregazione di martiri, che il Signore ci abbia raccolti qui, ci abbia nutriti, ingrassati bene come don Flavio e ci abbia preparati al martirio. Manca sangue? Noi siamo i donatori di sangue! "Io vi voglio qui pronti a dare la vita". E con il vostro sangue avviene la redenzione di tante anime. Noi non conosciamo il futuro, ma sappiamo solo che il Signore ci ha chiamati qui, come fece San Filippo Neri quel giorno che aveva da cambiare di casa e mandò a chiamare cardinali e vescovi e da ultimo poi giunse anche lui; tutti furono convocati alla stessa ora e ad un vescovo affidò un armadio e a un cavaliere una sedia, ad un altro un’altra cosa, e da ultimo si mise lui a chiudere il corteo portando la sua gatta Così anche nostro Signore ha chiamato noi.

CROCE martirio

GESÙ

imitazione

GESÙ

Via Crucis

CONGREGAZIONE

CROCE sangue

APOSTOLO salvezza delle anime

CONGREGAZIONE missione

ESEMPI di Santi

ESEMPI umiltà

MARIA Fatima

VIRTÙ

umiltà

PREGHIERA

PENITENZA

Il riferimento è forse a don Gianni Rizzi, che poteva essere presente alla meditazione, anche se all’epoca si trovava all’Istituto San Gaetano come vicedirettore.

Don Ottorino prende in considerazione non la data dell’inizio del movimento comunista, ma quella delle apparizioni della Madonna di Fatima, dove parlò apertamente del pericolo dell’ideologia marxista. Risale al 24-25 ottobre la presa del potere da parte di Lenin, cioè la cosiddetta “rivoluzione d’ottobre”.

Don Ottorino riferisce l’incontro che aveva avuto con un padre domenicano, che era stato eletto per una diocesi del Pakistan.

Don Ottorino continua con l’esempio iniziato precedentemente, che era bene comprensibile ai presenti perché si riferiva al lavoro delle case prefabbricate.

Don Ottorino fa intervenire nell’esempio l’assistente Giuseppe Filippi, che era un po’ il tecnico in questo campo specifico, mentre in seguito nomina Antonio Bottegal, che pure era molto addentro nei problemi pratici.

Il riferimento è a don Venanzio Gasparoni.

Don Ottorino continua scherzando con l’esempio delle mucche e della stalla, dove un tempo ci si riuniva al caldo, anche se mancava la corrente elettrica.

MI18,8 [14-05-1965]

8.Ora ripeto con poche parole perché altrimenti non si capisce niente di tutto il resto. A Fatima, lasciatemi che ripeta in due parole facendo in fretta perché don Gianni è intelligente e fa presto a capire, a Fatima la Madonna è apparsa a gente umile perché Dio si serve degli umili.
È questo il primo punto che abbiamo trattato ieri mattina. La Madonna poi ha consegnato un messaggio agli uomini. Il messaggio è la richiesta di penitenza e preghiera perché il mondo va male; in caso contrario arriverà come castigo il comunismo. Ma il comunismo sta avanzando, e lo possiamo constatare dal balzo in avanti che ha fatto dal 1917 quando era appena iniziato. Bisogna quindi tirare la conclusione che gli uomini non hanno fatto quello che la Madonna ha chiesto, perché se gli uomini avessero fatto quello che chiedeva la Madonna non si vedrebbero ora gli effetti del castigo. Ora, perché il Signore ci ha chiamati in questa Casa? Poiché la battaglia è una sola, cioè quella del male contro il bene; ci ha chiamati perché possiamo arginare il comunismo, arginare il male. E in che modo dobbiamo arginarlo? Prima di tutto con la preghiera e con il sacrificio, perché così ha chiesto la Madonna a Fatima, e poi con la predicazione. Quante volte ho detto nelle nostre meditazioni che siamo chiamati a celebrare la nostra Messa: la nostra Messa è il sacrificio! Mettiamocelo in testa: la nostra Messa è il sacrificio, è il sangue che doniamo giorno per giorno, istante per istante. La prima vocazione: l'immolazione di noi stessi. Mi fate ridere, mi fate compassione se credete che la nostra missione sia quella di andare in giro a predicare, a fare chissà che cosa: è quella di essere immolati per la salvezza delle anime. Sarà l’immolazione che darà valore alla vostra preghiera, anche se uscirà sgrammaticata: è meglio che esca bella, è meglio che esca fiorita, tutto quello che volete, ma la sostanza della conversione sarà nella donazione del nostro sangue. Voi ricordate quel vescovo domenicano del Pakistan, il quale aveva comprato il libro delle prediche del Santo Curato d'Ars pensando tra sé che la cultura della popolazione del Pakistan era sul livello di quella di Ars. "Ho acquistato le prediche - mi disse lui stesso - e mi sono messo a leggerle. In sostanza che cosa passava? Se faccio io queste prediche, la gente si mette a ridere. E allora ho capito una cosa: le prediche del Santo Curato d'Ars in bocca mia fanno ridere e in bocca del Santo Curato d'Ars facevano piangere. Perché? Perché c'era l'uomo”. Si può essere domenicani, si può essere tutto ciò che si vuole, però che dà valore è l'uomo! Se manca la base umana siete come un filo di nichelcromo senza corrente. Che interessa preoccuparsi che il filo sia grosso se manca la corrente! Sarebbe come uno che, facendo molto freddo, si preoccupasse di costruire una bella stufa, un bell'oggetto di terracotta, e si desse da fare attorno alla sua bellezza. "Lo mettiamo fine o grosso il filo di nichelcromo?". "Meglio grosso perché scalda di più! Infatti, più è grosso e più riscalda. È meglio che la temperatura sia alta perché oggi è bene avere 20 gradi, infatti 18 sono troppo pochi; 17, no... è meglio 20 o 22". "Facciamo il calcolo: 22 gradi", dice Filippi. "Ehi, Filippi, che filo di nichelcromo occorre per avere 22 gradi?". "Lungo così!". "Ma no! - salta fuori un altro - È meglio 23 perché...". E continuano le discussioni su 23 e su 22, sul filo più grosso e meno grosso... Tutte belle discussioni, ed entra Antonio e dice: "Ma senti, tutte belle cose... e la corrente elettrica c'è?". "No, non c'è!". A che servono allora tanti discorsi, quando sarebbe preferibile un piccolo braciere di braci! Sono tutte belle discussioni, ma prima di tutto, o almeno contemporaneamente, è importante che ci sia la corrente. Non pensate ora che voglia fare il panegirico di Sant’Antonio, ma dire che prima di tutto bisogna fare arrivare la corrente, o assicurarsi che nel momento che si acquista la stufa ci sia anche la corrente, altrimenti si fa ridere i sassi. Perché è meglio portare qui dentro una mucca con un po' di fieno e questa fa più caldo di una stufa moderna, bellissima, ma senza corrente elettrica. Don Venanzio mi guarda imbambolato, ma questa è la realtà. I nostri vecchi nonni andavano in stalla e stavano al caldo senza corrente elettrica e si adattavano. Se mancava la corrente, avevano le stufe naturali, ad aria compressa.

CONGREGAZIONE Case della CONGREGAZIONE

APOSTOLO predicazione

EUCARISTIA S.Messa

PENITENZA sacrificio

CROCE sangue

APOSTOLO vocazione

CONSACRAZIONE immolazione

APOSTOLO salvezza delle anime

PREGHIERA

PASTORALE

ESEMPI santità

ESEMPI Apostolo

ESEMPI F.A.

VIRTÙ

Don Ottorino allude al fatto che a circa duecento metri dalla Casa dell'Immacolata, all'incrocio di Via Mora con Viale Astichello, c'era un pino.

MI18,9 [14-05-1965]

9.Ecco la preoccupazione che dobbiamo avere anche noi. Voi direte che io sono un arretrato, che non comprendo niente; direte che sono un oscurantista e tutto quello che volete. No, figlioli: fate arrivare prima la corrente elettrica e dopo mettete tutte le stufe che volete o almeno contemporaneamente preparate le stufe. Io sono qui proprio per gridarvi in tutti i toni: "Guardate che se non fate arrivare la corrente elettrica, diventate ridicoli dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini!".
Se il mondo non è riuscito a fermare il comunismo è perché ci sono troppi apostoli che portano il fanale senza la lampadina. È meglio un asino con il carretto piuttosto che una Fiat 1100 senza motore o senza benzina, perché con l'asino almeno si va avanti. È preferibile se è una Fiat 1100, meglio ancora se è un aereo, purché però sia proporzionato, cioé che ci sia tutto, che non manchino i pezzi. Non si può partire con una macchina senza olio. In verità potrebbe anche partire, ma quando sei arrivato in fondo al pino hai fuso tutto. Fermati, guarda l'olio, e se hai l'olio parti, ma non pretendere di partire senza. "Eh, ma la macchina parte lo stesso, la macchina va; senta il motore". "Sì, sì lo sento che gira, ma so che manca l'olio e so che in fondo al pino...". "Oh, io non credevo che sarebbe fuso tutto". Ecco la storia di tanti apostoli: sentono che il motore va bene, che parte bene, ma dopo poco si fonde tutto, si brucia tutto.... "Ma, io non credevo...". Fidati un pochino, fidati! Guardate che anche gli Apostoli hanno dormito; ma dopo che cosa è capitato?

APOSTOLO uomo di Dio

ESEMPI santità

ESEMPI Apostolo

ESEMPI F.A.

Florindo Lucatello fu compagno di don Ottorino per tutti gli anni del seminario, e l’amicizia sorta in quel periodo continuò dopo l’ordinazione sacerdotale.

Mons. Federico Miotti, che fu per tanti anni padre spirituale di don Ottorino dopo la morte di mons. Luigi Volpato, era all’epoca insegnante di matematica in seminario.

MI18,10 [14-05-1965]

10.Io non so più che cosa dirvi. Vi dico solo che è necessaria la convinzione di diventare uomini di Dio, e questo lo possiamo fare solo con l’impegno personale. Non si tratta di dire: adesso facciamo un'ora di adorazione, stasera ci troviamo a pregare, facciamo tutti meditazione, facciamo questo... O lo facciamo individualmente o non facciamo niente, niente, niente!
Permettete un ricordo di terza liceo in seminario. Scusate questa debolezza da vecchi, poiché i ricordi sono uno dei segni che indicano la vecchiaia. Ricordo che quando sono ritornato in seminario per la terza liceo ho stretto amicizia con Florindo Lucatello, mio compagno di scuola. Era un buon figliolo, ma in liceo aveva passato durante l'estate qualche momento particolare. Era un buon seminarista, un po' allegro, gioioso, senza mai andare fuori di strada. L'unica cosa che gli si poteva imputare, perché allora era di scandalo, era di essere andato qualche volta senza giacca, mancanza che adesso si potrebbe fare anche in chiesa. Ricordo anche che aveva sparato al libro di matematica, anche se quello fu un merito, dopo gli esami di quinta ginnasio per la gioia di essersi liberato dalla matematica: aveva appeso con un chiodo su un ciliegio il libro di matematica e poi con un fucile da caccia gli ha sparato e quindi lo ha messo in fondo alla cassa. Quando è stato in liceo, mons. Miotti volle ripassare la matematica, e gli toccò tornare a scuola con il libro tutto traforato e pieno di buchi. Potete immaginare allora il chiasso che si fece; tutte cose da ragazzi giovani, niente di straordinario.

APOSTOLO uomo di Dio

PREGHIERA incontro cosciente e personale con Dio

AUTOBIOGRAFIA seminario

ESEMPI conversione

ESEMPI Apostolo

Era uso comune che i familiari dei seminaristi portassero generi alimentari ed altre cose utili ai loro figli, e la famiglia Lucatello godeva anche di una buona disponibilità economica.

MI18,11 [14-05-1965]

11.Ricordo che all'inizio della terza liceo ci siamo trovati per caso: eravamo in fila per due, la prima sera....
"Oh, santarello! - mi ha detto - O mi converti tu o ti converto io quest'anno!". Io ho tirato dritto e lui continuava a prendermi in giro, a scherzare, a canzonarmi. Siamo andati avanti fino a dicembre. L'ultimo dell'anno gli dissi: "Ehi, fai l'ora di adorazione stanotte?". Mi rispose: "Immaginarsi! Non andiamo in cattedrale? Non c'è l'adorazione là? Dovrei farne anche stanotte?". "Era solo una domanda", gli dissi. E lui allora chiese a me: "Tu la fai?". "Sì!", risposi. E lui: "E a che ora la fai?". "Dalle undici a mezzanotte". "Beh...", mi disse, e incominciò a prendermi in giro. E tornando dalla cattedrale ha continuato a prendermi in giro scherzando per due ore. Quando è stata l'ora di andare a letto, entra nel mio camerino un momento e mi dice: "Ehi, senti, come fai a fare l'adorazione questa notte? Che cosa fai? Così, tanto per sapere, dimmi che cosa fai. Non è che la voglia fare anch'io, ma può darsi che mi venga voglia di farla. Così, per curiosità, che cosa fai tu?". E allora gli risposi di no. Appena mi vede il mattino seguente, perché allora ci chiudevano nei camerini la sera con la chiave e ci riaprivano al mattino, cioè appena venne aperta la porta, dopo qualche momento viene, batte, entra e mi porta tutti i rifornimenti che aveva. Vi assicuro che aveva rifornimenti in grande quantità. Mi dice: "Ehi, falle partire per le missioni queste cose". Infatti si raccoglieva tanta roba e poi la si donava alle missioni o alla S. Vincenzo. "Questa roba qui falla partire!". "Ehi, ma che cosa succede?" Mi rispose: "Ho fatto l'adorazione questa notte e ho capito tante cose che non avevo mai capito". Da quella volta ha cominciato a fare ore di adorazione, e mi toccava frenarlo, trattenerlo nel suo entusiasmo. Infatti era generoso nel fare penitenze e piccoli sacrifici: e posso dirlo perché è a onore e gloria di Dio.

EUCARISTIA adorazione

CONSACRAZIONE distacco

CONVERSIONE

Don Ottorino nomina nuovamente don Gianni Rizzi.

MI18,12 [14-05-1965]

12.Ripeto che il lavoro di un'anima è un lavoro individuale. Non potete pretendere che tutto sia a posto perché avete fatto la lettura spirituale insieme, perché avete fatto la meditazione insieme, perché avete detto la corona insieme, se poi non vi incontrate con Dio da soli, se non vi fermate la sera, il mattino, da soli, a discutere con Dio.
Non è sufficiente lo studio, cioè lo studio delle cose di Dio; anche quello ci vuole, ma non è quello che vi fa santi, anche se vi può aiutare. Portiamo un esempio molto semplice. Se voi prendete del carbone e accendete un fiammifero, il carbone non arde. Ma se voi accendete un bel fuoco e ci buttate il carbone sopra, quel carbone diventa incandescente. Lo studio delle cose di Dio, anche della teologia, vale, agli effetti apostolici, in quanto voi avete acceso il fuoco e ci buttate sopra il carbone. Ma se buttate il carbone soltanto non si accende, senza con questo negare che il carbone ha più calorie della legna, cioé che il carbone è carbone. Ma vi ripeto che per poter ardere il carbone ha bisogno di un fuoco acceso, altrimenti soffoca tutto. Così la teologia può far perdere la fede quando diventa una cosa razionale. È come il carbone buttato sopra un focherello piccolo piccolo che finisce, pur avendo tante calorie, tanta potenza, per spegnere tutto. Sei d'accordo, don Gianni ? Io sono il primo a dire che occorre tanto carbone, ma allo stesso tempo vi dico che dovete preparare il terreno per il carbone perché altrimenti non può ardere, cioé la teologia un sapere razionale, diventerà uno studio, ma non diventerà fuoco. Ecco la necessità dell’incontro intimo con il Signore, che non è sentimento: è fede, è fede, figlioli. Mettersi in contatto personale con Dio, non mettersi a dormire come gli Apostoli, perché così andiamo a finire tutti in mano al comunismo, e al momento della persecuzione, se dovesse venire, finiamo per tradire il Signore o, come minimo, facciamo come San Pietro, sperando che Dio ce la mandi buona lasciandoci il tempo poi per pentirci. L'Inferno può essere fatto per me e anche per voi, figlioli; la fine di Giuda potrebbe essere la mia o la vostra. Occorre dare un fondamento alla nostra fede; bisogna che diamo una vita, una vita all'anima nostra! Non può nascere un vivo da un morto. Da una mamma e da un papà morti non possono nascere dei figli. Figlioli, un domani voi sarete dei padri spirituali e dovrete dare la vita; ma la vita non si dà senza vita. Dovete averla dentro di voi questa vita, altrimenti siete il pezzettino di legno mezzo acceso e mezzo spento e pretendete accendere il carbone: questo è impossibile, figlioli, è impossibile!

PREGHIERA

PREGHIERA unione personale con Dio

DOTI UMANE studio

CONSACRAZIONE santità

ESEMPI F.A.

VIRTÙ

fede

ESEMPI fede

ESEMPI Dio unione con...

PREGHIERA sentimentalismo

MONDO comunismo

CROCE persecuzioni

PECCATO

CONVERSIONE pentimento

NOVISSIMI inferno

APOSTOLO vita interiore

MI18,13 [14-05-1965]

13.Ora io vi invito ad un esame di coscienza.
La Madonna si è lamentata degli uomini, si è lamentata dell'umanità perché gli uomini non conoscono il Signore, non amano il Signore, non sono interessati sufficientemente alle cose del Cielo. E noi? Siamo veramente coscienti della nostra fede? Siamo veramente coscienti della presenza di Dio in noi? Crediamo che è Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, che abita in noi? Crediamo che Dio genera il Figlio dentro di noi? Sentiamo il Figlio che ama il Padre, il Padre che ama il Figlio e lo Spirito Santo che procede da ambedue, e che è tutto qui, dentro di noi? Siamo coscienti della nostra grandezza, della grazia che abbiamo del nostro inserimento in Cristo? Dobbiamo viverle queste realtà, ma viverle intimamente. Allora io non mi meraviglierei affatto se qualcuno andasse in estasi pensando a queste verità. Voi ridete, sorridete fin che volete. Vi ripeto che non mi meraviglierei se qualcuno meditando questa verità, ad un dato momento si sentisse preso anche dalla natura stessa. Non mi riferisco a quelle estasi famose, isteriche, che possono essere di qualche donnetta, ma intendo parlare di qualcosa di virile. Rendiamoci conto, figlioli, del soprannaturale nel quale viviamo, noi che siamo chiamati ad essere un domani i portatori di questo spirito.

MARIA

VIRTÙ

fede

DIO presenza di...

DIO Trinità

DIO Figlio

DIO Padre

DIO Spirito Santo

GRAZIA

Il riferimento è a Mariano Bregolato.

L’espressione vuole indicare un pieno fallimento.

MI18,14 [14-05-1965]

14.Perdonate se ripeto queste verità. Voi direte che don Ottorino dice sempre le stesse cose, che dette in un modo o in un altro sono sempre le stesse cose. È vero, ma quando si tratta di accendere il fuoco si prova, si soffia, si butta carta, si butta benzina fino a che il fuoco non arde. Ed io, non posso buttare un secchio d'acqua, ma devo continuare a gettare qualche fiammifero.
Ieri sera c'era Mariano che voleva accendersi una sigaretta: ha tirato fuori la scatola dei cerini, ma non ce n'era neppure uno. "Accidenti, neppure uno! - ha detto - Eh, ma in tasca ne ho un'altra scatola". Ha tirato fuori anche quella, l'ha aperta, e neppure in quella c’era un cerino. "Insomma - ha detto - proprio nulla". Alla fine da dovuto rimettere la sigaretta nel pacchetto. State attenti che alla fine della vita, dopo avere cercato e cercato e cercato fiammiferi, non vi tocchi fare la dolorosa fine di Mariano: rimettere dentro la sigaretta. Sarebbe un solenne fiasco.

APOSTOLO F.A.

ESEMPI F.A.

CROCE fallimento

NOVISSIMI morte