Il riferimento è alla meditazione del 12 marzo, nella quale tutta l’introduzione è dedicata a questo argomento.
Zeno Daniele frequentava all’epoca il 2° anno del corso teologico.
A questo punto don Ottorino concede un momento di silenzio per facilitare il contatto personale con il Signore.
Il riferimento è a don Giuseppe Rodighiero, che da poco era entrato nella Casa dell’Immacolata proveniente dal clero diocesano di Padova.
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1.L’ultima volta che ci siamo trovati insieme attendevamo un appuntamento telefonico da Roma con monsignor Di Stefano. Questa mattina alle ore 9 c’è un altro appuntamento: il Santo Padre ci attende. Se fosse vero! Eppure, eppure, caro Zeno , qui si sono messi a ridermi alle spalle o in faccia perché ho detto che lunedì avevo un appuntamento telefonico con monsignor Di Stefano e che stamattina alle nove lo avevo con il Papa. Si sono messi a dire: “Il Papa ha telefonato a don Ottorino, il Papa... il Papa!”. Figlioli, vi rendete conto che cosa vuol dire telefonare al Signore, avere il Signore in mano e parlare con il Signore, avere un colloquio con il Signore, un incontro con il Signore? Manca la fede, miei cari! Bene, adesso un appuntamento lo avete: telefonate, se siete capaci di far funzionare il telefono. Don Giuseppe è invitato questa sera a cena dal vescovo di Padova. Beh, supponiamo, invece, che uno di voi sia invitato a cena dal Papa e che, per arrivare in tempo, debba scegliere fra la cena con il Papa e la comunione. Chi tra voi rinuncerebbe alla comunione per la cena del Papa? Eppure, nella comunione c’incontriamo non con il vicario, ma con il capo! Abbiamo noi questa fede nella comunione, nell’Eucaristia, nella Messa? E se l’abbiamo veramente, perché non avviciniamo il Signore qualche volta di più? Se avessimo la possibilità di andare in udienza privata dal Santo Padre con un certa libertà, penso che certamente non vi rinunceremmo. E allora perché rinunciamo all’udienza privata con il Signore? Perché tante volte, entrando in chiesa, non lo salutiamo? Perché facendo la genuflessione non vi pensiamo? Che cosa porteremo nel mondo un domani se non avremo fede?EUCARISTIA S.Messa
VIRTÙ
fede
PREGHIERA telefonate a Dio
EUCARISTIA comunione
Anche per questa meditazione don Ottorino si serve del libro di L.G. SUENENS, Teologia dell’apostolato della Legione di Maria, Coletti Editore Roma 1953. Le citazioni, prese dalle pagine 156-160, vengono sempre riportate in corsivo senza ulteriori richiami.
Nel testo originale don Ottorino a questo punto, nominando don Gaetano Scortegagna che stava completando il corso teologico, aggiunge: “Continuare ad espropriare, magari i libri, come abbiamo fatto ieri sera, questo processo continuo di purificazione, sai, don Gaetano, continua a portarti via tutto, anche la mutande”.
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2.Purtroppo sono caduto in una tentazione e non sono capace di liberarmene. Portatemi via il libro, altrimenti ho paura che continuo ad andare avanti con questo. Abbiamo parlato dell’umiltà, dell’umiltà che genera forza. Adesso qui c’è un titolo che mi ha fatto cadere un’altra volta in tentazione. “La nostra crescita nel Cristo”. Cominciamo dall’inizio, anche se questo è rivolto ai Legionari di Maria. “Il costante lavoro di purificazione e di espropriazione non ha nulla di negativo : tende, invece, tutto quanto a favorire la nostra crescita progressiva in Cristo Gesù. Nato dalla divina Carità, non ha altro fine che di aumentarla. Sotto l’impulso dello Spirito, siamo trasformati “di splendore in splendore” ad imitazione dell’unico modello: Nostro Signore. In Lui, infatti, va a finire l’opera dello Spirito Santo per mezzo di Maria. Quale felice sorpresa sarà per il Legionario scoprire, un giorno, in se stesso questo lento lavorio della grazia compiutosi nel segreto!”. Quando un religioso, per amore di Cristo, incomincia a spogliarsi di tutto, rinuncia alle cose del mondo, rinuncia al proprio io, piano piano, piano piano, egli non se ne accorge, ma a un dato momento si sveglierà quasi da un letargo e si troverà improvvisamente nello Spirito Santo. “Quale felice sorpresa sarà per il Legionario scoprire, un giorno, in sè stesso questo lento lavorio della grazia compiutasi nel segreto!”. Perciò non dite: “Io non vedo niente, io non sono capace di pregare, provo difficoltà nella preghiera, nell’unione con Dio”. Non abbiate paura! Un bel giorno vi troverete portati dall’ ascensore sopra il tetto della casa. Vi chiederete: “Ma in che modo sono riuscito ad arrivare quassù?”. Di solito le scale dei grandi grattacieli non sono luminose; c’è un po’ di oscurità, ma se si entra in un ascensore, ci si chiude dentro e ci si trova subito al ventesimo piano. “Oh, guarda!”, si dice. In un attimo sei arrivato lassù, ma prima devi chiuderti dentro, devi scomparire. “Così che - come dice il Vangelo - avendo data l’anima sua per il bene dei fratelli, egli l’avrà ritrovata. La crescita di Gesù in lui, sino alla sua statura perfetta, sarà l’inestimabile premio della sua abnegazione apostolica. L’esperienza dimostra che il mezzo più sicuro di preservare e nutrire la fede è di annunciarla agli altri”. Il mezzo più sicuro per accrescere e per aumentare la fede è quello di annunciarla agli altri; cioè, se tu lavori apostolicamente e ce la metti tutta per annunciare la fede agli altri, fai crescere in te la tua fede, il tuo amore verso Dio. È quello che dicevamo in chiesa ieri sera. Non è vero, don Giuseppe? Si diceva tra noi: forse nella Casa dell’Immacolata e in tante altre case di formazione c’è il difetto che preparano all’apostolato di domani, senza dare la possibilità di poter lavorare come sarebbe necessario.CONSACRAZIONE distacco
DIO unione con...
CONVERSIONE
VIRTÙ
fede
FORMAZIONE case di formazione
Il riferimento, un po’ scherzoso, è a Ruggero Pinton che all’epoca frequentava il 2° anno del corso teologico.
I ‘capati’ erano gli uomini addetti a portare le statue e gli stendardi nelle processioni e vestivano la tunica e i distintivi propri dell’associazione.
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3.Per esempio, se un giovane rimanesse nella propria famiglia per il periodo in cui si prepara al sacerdozio, e supponiamo che sia il nostro angelico Ruggero , che cosa farebbe? Naturalmente, a mano a mano che cresce, deve preoccuparsi di andare a studiare; immaginiamo che debba venire a studiare qui a Vicenza in seminario, sede di una università teologica, e che torni ogni giorno in famiglia: che cosa succederebbe? Che lui farebbe già il prete a casa: prima in famiglia, poi in paese, poi coi ragazzini, poi con le suore del paese (farebbe un po’ il direttore spirituale della madre superiora), e poi con le figlie di Maria, poi con i ‘capati’ ... Insomma comincerebbe a fare un po’ di apostolato, comincerebbe a lavorare. C’è quel tale che è lontano da Dio, c’è quell’altro... il piccolo prete crescerebbe facendo il prete; prima ancora di essere consacrato prete comincerebbe a fare il prete. E così anche la sua fede, il suo amore per Dio, il suo spirito apostolico crescerebbero. Invece, messo qui nella nostra casa, dividerebbe il suo tempo tra studio, ricreazione, gioco al pallone e altri impegni. Credo che, fuori, tante stupidaggini, tante bagattelle scomparirebbero, perché non avrebbe neanche il tempo per pensarvi chi veramente ha il desiderio di prepararsi al sacerdozio. E allora, vedete, me lo pongo io questo problema: che cosa si può fare? Che cosa si deve fare?PASTORALE
FORMAZIONE
SACERDOZIO prete
Giovanni Orfano, Natalino Peserico e Livio Adessa frequentavano il 2° anno del corso teologico in seminario, non in vista del sacerdozio, ma del diaconato permanente.
I Focolarini, fondati da Chiara Lubich a Trento, si erano molto sviluppati negli anni sessanta anche per il sistema di aggancio che usavano : la musica, lo spettacolo catechetico, le riunioni di grossi gruppi specialmente di giovani per trasmettere loro attraverso una nuova forma più appetibile il messaggio evangelico: cioè l’evangelizzazione non veniva più per trasmissione di concetti e di dogmi religiosi fatta dall’alto, ma attraverso la comunicazione della fede vissuta da ognuno, attraverso cioè le esperienze di vita di fede vissuta. A Loppiano, in Toscana, avevano posto un centro di formazione e di convivenza anche per sacerdoti e per religiosi.
Il riferimento è a don Marcello Toniolo, sacerdote diocesano, dotato di spiccate qualità per l’animazione giovanile e molto legato all’opera di Carlo Carretto.
La Congregazione religiosa fondata sulla spiritualità di Charles de Foucauld e nata dopo la sua morte è quella dei Piccoli Fratelli di Gesù. In essa, dopo aver dato le dimissioni da presidente dell’Azione Cattolica, era entrato Carlo Carretto che a Spello, nei pressi di Assisi, aveva formato una comunità che accoglieva chi voleva avere una forte esperienza di preghiera e di condivisione fraterna della fede.
Il riferimento è all’esperienza di Adriano Conocarpo e di Ugo Gandelli, che alla sera frequentavano il corso di ragioneria per ottenere un titolo statale.
Con linguaggio scherzoso don Ottorino porta l’esempio di Zeno Daniele, che prima di entrare in Congregazione lavorava come ragioniere presso la ditta Grassetto di Padova e allo stesso tempo si dedicava generosamente ad attività apostoliche.
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4.Ieri sera, ed ero mosso da queste parole che avevo letto, caro Giovanni, ti dicevo quelle cose, quella frase. Facevo una proposta al nostro caro Giovanni, cioè che i tre diaconi teologi, lui, Natalino e il nostro caro Livio , durante l’estate andassero a Loppiano presso i Focolarini e si fermassero quindici o venti giorni, anche un mese se sarà necessario, per captare il sistema che loro usano per la conquista. Noi non siamo Focolarini, ma siccome loro vogliono essere evangelici e anche noi vogliamo esserlo, ci sarà del bene che possiamo rubare loro. Il bene è di Dio. Se loro, per esempio, hanno dei metodi efficaci per avvicinare le anime, allora bisogna informarsi, studiarli e portare poi a casa le loro esperienze. Bisogna arrivare a poter dire: “Loro riescono in questo modo, in questa forma”. E poiché hanno un sistema diaconale - per loro fare in quel modo è proprio un sistema di conquista delle anime, così, in quella forma - è giusto che vadano dei diaconi ad esplorare un po’. Se un domani ci saranno altri luoghi che è bene esplorare, bisognerà mandare qualcuno pure là. Penserei che lo potrebbero fare durante quel periodo, cioè durante l’estate. Invece vorrei mandare un altro gruppetto, magari insieme con don Marcello , presso i Fratelli di Foucauld ad Assisi, dove c’è Carlo Carretto. Anche lì bisognerebbe andare per studiare; potrebbe andarci, per esempio, don Luigi, che è maestro dei novizi, e qualche altro per conoscere il loro metodo. Ti dispiacerebbe, don Luigi, andare ad Assisi, con qualche altro, a vedere, a renderti conto, a studiare insieme un po’ come quelli lavorano? Per noi è arrivata l’ora di andare a vedere, e poi di incominciare a fare qualche cosa anche qui. “Iam est hora de somno surgere!”: vedremo in che modo, vedremo in che forma. Va bene che i nostri ragionieri vadano a scuola alla sera, è una cosa bellissima perché bisogna studiare, ma dopo occorre fare qualcos’altro. A casa un bravo giovane si dedica a qualche attività. Domandate a Zeno : lui andava a lavorare di qua e di là, ma penso che un po’ di apostolato lo facesse, se non altro con la perpetua, ma trovava il tempo per fare apostolato. Siamo sinceri: quanti bravi giovani nel mondo, senza offendere nessuno, dopo aver lavorato tutta la giornata, trovano il tempo per dedicarsi all’Azione Cattolica, per recarsi ora qui ora là, insomma, per sacrificarsi! Non offendiamo Zeno dicendo questo, perché di buoni giovani, fuori nel mondo, ce ne sono e fanno così. Perché non lo facciamo anche noi, che dobbiamo consumare interamente la vita nell’apostolato? Non so se sbaglio. Comunque sono argomenti che tratteremo.DIACONATO diacono
DOTI UMANE vacanze
APOSTOLO missione
Il riferimento è a Raffaele Testolin, che all’epoca frequentava il 2° anno del corso liceale, e forse a Giovanni Orfano, già nominato precedentemente e anche nel paragrafo successivo.
Forse il riferimento è a Renzo Dabionelli, che all’epoca frequentava il 2° anno del corso liceale.
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5.“Non si difende il cristianesimo circondandolo con una muraglia cinese, supposto che ciò sia ancora possibile ai nostri giorni. Ci si stupisce che tanti cristiani contemporanei non sappiano resistere alla bufera, e che basti un semplice cambiamento di ambiente per sradicare ogni pratica religiosa. Questi rinnegati di oggi li chiamavamo ieri ‘buoni cristiani. Parliamoci chiaro: si potevano veramente considerare come membri del Cristo? Può un cristiano limitarsi ‘a custodire la fede' come un tesoro nascosto sotterra? L’abbiamo ricevuta per ‘custodirla’ oppure per diffonderla? Che significa un vangelo che non viene più propagato come una buona novella, un messaggio che non è più trasmesso, un fuoco che non brucia e una lingua muta?”. Queste parole sono rivolte a cristiani, caro Raffaele, caro Giovannino ; proprio a cristiani. Noi religiosi, noi apostoli, non possiamo, non possiamo solo custodire la buona novella, non possiamo non parlare di Cristo, non possiamo non infiammare le anime che incontriamo. “Eppure, questo è il comportamento del ‘buon cattolico' che nasconde la lucerna sotto il moggio. Una vera caricatura della religione che professa!”. Andando in una parrocchia, a Resende o a Crotone in quella di San Francesco, incontrerete migliaia e migliaia di anime, e queste benedette migliaia di anime tante volte si dicono cristiane e cattoliche. Bene! Se queste anime non diventano apostoliche, ma nel vero senso della parola, non sono cattoliche: sono caricature di cattolici! E allora, ecco il compito specialmente del diacono: scaricarle di una cosa e ricaricarle di un’altra. Si può dire che i nostri cari diaconi sono come i carri officina, i quali si spostano e revisionano le macchine. I carri officina portano con sé tutto l’occorrente: vanno dove c’è una macchina ferma, smontano il motore, lo aggiustano e dopo rimettono in moto la macchina. In altre parole avvicinano i cadaveri delle macchine lungo la strada e le rimettono in moto. Capisci, Giovanni? Devi diventare un carro officina! “Agli inizi della Chiesa, non si scopriva il Signore senza camminare, senza correre verso il fratello, come Andrea verso Pietro, per dirgli: “Invenimus Messiam, abbiamo trovato il Messia!”. Agli inizi della Chiesa chi scopriva il Signore correva subito ad annunciarlo. Considerate la Samaritana: scopre il Signore, e che cosa fa come prima cosa? Non pensa di tenerlo tutto per sé ma corre subito in mezzo ai suoi dicendo: “Ho trovato uno! Che sia il Messia, per caso?”. Pone il punto interrogativo, ma va in cerca. Allora si sentiva il bisogno di andare ad annunciare il Cristo agli altri. Mi guardi, Renzo ? Sai perché non lo annunciamo agli altri? Perché abbiamo ancora da trovarlo: questa è la realtà! “Anche oggi, non è forse la reazione normale dell’incredulo che improvvisamente scopre la fede?”. Quando un incredulo scopre la fede diventa apostolo, e un convertito diventa subito apostolo perché ha trovato il Cristo. “Non si capacita, lui - e ne ha ragione! - che si possa seppellire un tale tesoro. Il suo movimento spontaneo sarà di gridare la sua scoperta. Reazione sana, questa: siamo noi, gli ‘abituati’, noi gli ‘insediati’ in una consuetudine imperdonabile”. Anche noi, noi chierici, noi sacerdoti, noi diaconi, noi assistenti, noi religiosi, possiamo essere questi insediati in una abitudine imperdonabile. Noi abbiamo scoperto il Signore e non ne parliamo mai in tutta la giornata, neanche con i nostri confratelli: è perché non lo abbiamo ancora scoperto, fratelli! Guardate che è facile andare a Messa ogni mattina, cibarsi di Cristo ogni mattina, dire anche il breviario ogni mattina o ogni giorno, e non avere ancora scoperto il Signore ed essere degli imperdonabili consuetudinari.CHIESA cristianesimo
APOSTOLO salvezza delle anime
DIACONATO diacono
VIRTÙ
fede
GESÙ
centro
Charles Pierre Péguy, scrittore e filosofo francese (1873-1914). Da giovane, spinto dal desiderio di combattere il male che regnava nella società, aderì al partito socialista. Nel 1908, durante una malattia, toccato dalla grazia, comprese che la salvezza dell’umanità può venire solo dal Cristo. Da allora rappresentò fino alla sua morte una delle voci più eloquenti della confessione della fede cattolica in Francia.
È evidente l’allusione scherzosa a don Giuseppe Rodighiero, neo laureato in lettere antiche.
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6.“"I cattolici sono veramente insopportabili nella loro sicurezza mistica - esclamava Peguy, - Se credono che i santi siano stati dei pacifici signori, si sbagliano”. Ed è vero: ci siamo rassegnati a vedere le masse apostatare, ed abbiamo perfino elaborato una comoda filosofia di non-intervento. Esistono autori pronti ad attenuare o a contornare i testi del Vangelo che parlano di gridare la verità sui tetti, e ci vedono una mancanza di tatto, anzi qualcosa di più, una intollerabile intrusione nel dominio della libera coscienza”. Sono cose difficili; caso mai ve le farete spiegare da chi è laureto in lettere e cartoline. “Si arriva perfino a dire che l’unica predicazione adatta ai nostri tempi (così gelosi d’indipendenza e di autonomia) è quella dell’esempio, e dell’esempio più discreto. Ogni proselitismo è tacciato come di una ingerenza e un abuso. Ci si assicura che la missione della Chiesa non è di convertire il mondo, ma di rendere la vita cristiana possibile e desiderabile per ogni uomo, e ciò sotto lo specioso pretesto che l’ordine di ‘convertire’ gli uomini non si troverebbe tra le consegne missionarie del Cristo. Oh, gridiamolo ben alto: simili teorie sono una sfida alla verità! Nostro Signore ha fondato la sua predicazione sulla necessità di quel cambiamento radicale, di quella rinnovazione totale dell’anima che aveva già richiesto il Precursore con l’unica parola di penitenza: “Pentitevi, convertitevi””.. Ecco perché, se vogliamo trovare il Cristo, bisogna prima passare per il Giordano, abbassare la testa e pentirci: pentirci e convertirci! “Così avevano fatto i Profeti ispirati da Dio. Così han fatto gli Apostoli, per ordine espresso del Maestro”. Non potete trovare il Cristo con la testa in alto; il Cristo lo trovate con la testa bassa. “Andate, istruite tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo”. Chi oserebbe dire che il Battesimo non implica il rinnovamento interiore, tanto con la penitenza e la rinunzia a Satana, quanto con la totale adesione dell’anima a Dio? Quando San Pietro si rivolge alla folla, accorsa dopo la guarigione dello storpio, le intima ciò che sa essere il comando del Signore: “Convertitevi””. E noi dobbiamo avvicinare la gente e convertirla con le buone o con le cattive, ma non ucciderla. “Quando San Paolo parla alle genti di Listri che lo prendono per un dio, si schermisce con queste parole: “Noi siamo dei semplici mortali come voi; ma vi portiamo un messaggio che è di convertirvi al Dio vivente”. Questi fondatori della Chiesa avrebbero forse misconosciuto fino a questo punto le direttive del Maestro, e sarebbe stato necessario attendere venti secoli per scoprire che dobbiamo limitarci alla testimonianza discreta?VIRTÙ
umiltà
Nel testo registrato don Ottorino a questo punto aggiunge: “E qui c’è una frase che è tremenda”.
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7.... A forza di parlare superficialmente di ‘testimonianza’ e di ‘presenza’, si arriva a dimenticare che, nel Nuovo Testamento, la testimonianza è prima di tutto la proclamazione verbale del Vangelo. Gesù ci manda verso i nostri contemporanei come l’Apostolo verso le genti “per aprire loro gli occhi e convertirli dalle tenebre alla luce... e che ricevano così la remissione dei peccati e l’eredità con i santificati (Atti 26,17). ... Come se il primo dovere del cristiano non fosse quello che deriva dal suo Battesimo e che lo rende responsabile della salvezza del suo prossimo! E prossimo non è solo la famiglia che lo circonda! La nostra epoca è caratterizzata dalla paura delle responsabilità. Vale a dire che è profondamente scristianizzata. Il laico battezzato deve comprendere che l’apostolato è un dovere normale, elementare, una cosa che va da sé e di cui non si discutono che le modalità”. Più avanti l’autore del libro insiste nel dire che un cristiano, il quale non fa per alcune ore la settimana un vero e proprio apostolato, dovrebbe cambiare nome perché così non è cristiano. Un cristiano deve fare apostolato, deve parlare del Cristo, deve portare il Cristo. In un altro passo, che abbiamo già visto, diceva che, in fondo, il cristianesimo nei primi tempi della Chiesa è astato propagato dai legionari, dagli schiavi, dai mercanti, perché chi scopriva il Cristo, come la Samaritana, sentiva il bisogno di portarlo in mezzo alla sua gente: un soldato in mezzo ai soldati... Ora è questo che noi dobbiamo fare. Ai nostri cristiani oggi manca la carica cristiana, c’è rispetto umano, per cui non sentono più il dovere di portare il Cristo nell’ambiente di lavoro. Perciò noi abbiamo, specialmente i diaconi, questa missione: riscaldare i cristiani in modo da far capire loro che devono vivere da cristiani e portare il cristianesimo in mezzo ai loro fratelli. Altrimenti, che cosa riusciranno a fare quattro o cinque preti e assistenti in mezzo a diecimila anime? D’altra parte è nel piano di Dio che un cristiano debba seminare cristiani. Nel sacerdozio, che è proprio dei cristiani, c’è proprio questo: essere missionari. Il pericolo enorme è che anche noi religiosi - e questo è tremendo! - dormiamo il sonno dei cristiani. Oggi, nel mondo, i cristiani dormono: tolta qualche eccezione, la massa dei cristiani dorme. Ed è facile che anche noi, figli del nostro tempo, dormiamo. E allora viene fuori il funzionario: andiamo in chiesa, facciamo la funzione, se c’è da confessare confessiamo, diciamo una bella parolina, e tutto è finito. Invece no! Dobbiamo essere i rivoluzionari per far diventare rivoluzionari i cristiani. È quello che il Signore vuole dalla nostra Congregazione religiosa. Ecco perché io vorrei che i nostri assistenti e i nostri preti vadano a vedere in giro: ce ne sono molti focolai rivoluzionari nel vero senso della parola! Per esempio, vi nominavo i Focolarini, i Fratelli di Foucauld: ce ne sono che lavorano sul serio! Se c’è qualche altro Movimento andiamo a visitarlo, ma soprattutto per imparare ad essere rivoluzionari, perché se non lo siamo noi, non potremo far diventare rivoluzionari gli altri. Così sia!CHIESA cristianesimo
DIACONATO diacono
DIO piano di salvezza
CONSACRAZIONE religioso
APOSTOLO chi è
l’
apostolo
CONGREGAZIONE missione