MI269 [04-03-1969]
4 marzo 1969MI269,1 [04-03-1969]
1. 1. Introduzione L’ultima volta ci siamo soffermati a considerare le penitenze che i pastorelli di Fatima incominciarono a fare per obbedire al comando della Madonna, che li aveva invitati a fare penitenza per la conversione dei peccatori. Adesso sarebbe interessante soffermarsi un pochino ad esaminare altre penitenze, per vedere fino a che punto, vorrei dire fino a quali eccessi, questi bambini sono arrivati per fare penitenza. Sarebbe per noi un esempio meraviglioso. Tuttavia, se mi spingo troppo avanti con il discorso, temo che mi renderei responsabile di altri eccessi che potreste compiere voi durante la Quaresima, cioè mi sentirei responsabile se qualcuno si mettesse per questa strada. E siccome io voglio che in questa casa ci sia un certo equilibrio, che si faccia penitenza, ma che non si arrivi proprio agli eccessi, allora, per quanto riguarda la penitenza, mi fermerei qui. Però la chiusura di questo capitolo mi porta a una riflessione, e vorrei leggere alcune righe.MARIA Fatima
PENITENZA
CONVERSIONE Quaresima
Anche per questa meditazione don Ottorino si serve del libro di W.T.WALSH, Madonna di Fatima, Editrice Ancora Nigrizia Milano 1965. Le citazioni, prese dalle pagine 98-111, vengono sempre riportate in corsivo, senza ulteriori richiami specifici.
MI269,2 [04-03-1969]
2. 2. Ogni missione divina scatena una reazione del maligno La mamma di Lucia non si dava pace; voleva assolutamente che la bambina confessasse di essere una bugiarda, di aver detto una bugia. Mentre il papà dei due fratellini aveva espresso il giudizio che abbiamo sentito e la loro mamma si barcamenava, la mamma di Lucia invece di barcamenarsi menava. Ed ecco la chiusura del capitolo. «Con minacce e promesse, con scappellotti e carezze fece l’impossibile per spezzare quella serena sicurezza con la quale Lucia ripeteva il suo racconto. “Se tu non dici che è stata una bugia - le disse la madre un giorno - ti chiudo in una stanza oscura, donde non vedrai mai più la luce del sole”». Voi direte: “Beh, i ragazzi di oggi si metterebbero a ridere!”. Ma una volta non ci si metteva a ridere quando i genitori dicevano queste cose, perché sapevamo che erano in grado di farle e le avrebbero fatte.MARIA Fatima
FAMIGLIA
ESEMPI vari
APOSTOLO uomo di Dio
CROCE Demonio
Don Ottorino nomina nel suo esempio Alberto Baron Toaldo, che all’epoca frequentava il 2° anno del corso teologico.
MI269,3 [04-03-1969]
3.Marciare in divisa militare in tempo di pace per il corso della città di Vicenza è abbastanza facile, ma compiere un’azione di guerra è diverso. L’abbiamo visto quando i nostri poveri soldati partivano e salutavano: “Partiamo, ma non sappiamo se torneremo”. La guerra è guerra! E se è guerra quella che combattono i soldati nel Vietnam o in altre parti del mondo, non è una guerra meno sanguinosa quella che dobbiamo combattere noi, soltanto che noi non sappiamo mai in quale angolo della nostra casa si nasconda il demonio. Perciò, se voi non capite questo, capite molto poco. Chi comincia ad essere veramente cristiano, comincia ad essere martire; chi vuole essere veramente apostolo, comincia ad essere martire. Del resto, provate a esaminare la vita dei santi, e un domani, quando sarete sacerdoti o diaconi, esaminate attentamente, nel campo del vostro lavoro apostolico, anima per anima: troverete che ad ogni azione succede una reazione, ad ogni azione apostolica, ad ogni azione verso la santità, segue naturalmente una reazione, perché si muove un vespaio, si crea un movimento. Non c’è niente da fare! Per un giovane che comincia a farsi santo cominciano le tentazioni, le difficoltà, le reazioni o interne o esterne. Questa è una legge, vorrei dire, fisica. Se tu, Alberto, vuoi farti santo e ti metti sul serio all’opera, allora avviene una di queste due cose: o una azione esterna da parte del demonio o interna, e tante volte, purtroppo, tutte e due. Come azione interna potrai sentire delle tentazioni contro la purezza quali non hai mai sentito in vita tua, o tentazioni di scoraggiamento, contro la fede, di disperazione, di esasperazione, come non hai mai provato. Se non è così, sta’ attento, perché allora le tentazioni verranno dall’esterno. Ormai ho circa cinquantaquattro anni e sono quasi ventinove anni che sono prete, ma negli anni di apostolato da chierico e da liceale in mezzo ai giovani e durante tutti gli anni di apostolato sacerdotale non ho mai visto una persona che abbia cominciato a salire e non ci sia stata una reazione del demonio, non ho mai visto un apostolo che abbia incominciato a lavorare in mezzo alle anime e non ci sia stata una reazione del demonio. E quanto più interamente si era donato, tanto più forte è stata la reazione, al punto che abbiamo visto Gesù ammazzato, gli Apostoli ammazzati.ESEMPI vari
APOSTOLO chi è
l’
apostolo
CONSACRAZIONE santità
CONSACRAZIONE offerta totale
CROCE Demonio
CROCE tentazioni
CROCE difficoltà
Alla prima apparizione di Lourdes il demonio incute paura a Bernardetta attraverso un rumore come di temporale che si abbatte tra gli alberi al di là del fiume Gave: la Madonna con un gesto della mano lo ferma e fa tornare la calma.
La benedizione papale ‘urbi et orbi’, ‘alla città e al mondo’, contiene una parola, ‘orbi’, legata a un proverbio popolare che dice: ‘Prendere botte da orbi’, cioè prendere molte botte. Infatti l’orbo, non vedendoci, mena con il bastone che porta sempre con sé per saggiare il cammino, fendenti a destra e a sinistra all’impazzata per colpire l’avversario che non vede.
Modo di dire scherzoso a chi si laureava in lettere: “Adesso sei professore di lettere e cartoline”. Il riferimento scherzoso è evidentemente a don Giuseppe Rodighiero, allora novizio, che si era laureato in lettere presso l’università di Padova.
Il riferimento è al diacono Livio Adessa, che era stato consacrato nella solenne celebrazione del 22.1.1969.
MI269,4 [04-03-1969]
4.Non sempre gli uomini di Dio saranno ammazzati così, non sempre vedremo esternamente lo spargimento del sangue, ma quello interno ci sarà sempre, sempre, sempre! Altrimenti a chi mi dicesse: “Vedi: io sono partito, ma non ho trovato questo”, risponderei: “Beh, mi dispiace: tu non sei di Cristo!”. Vi assicuro che se uno non trovasse ostacoli nel suo lavoro spirituale, o in altre parole il demonio sulla porta, sul suo cammino, non è un uomo di Dio, non sta lavorando per Dio, ma per se stesso. E allora è logico: il demonio non si mette sul suo cammino. Troverete talvolta qualche sacerdote tutto entusiasta: “Tutto bene! Tutto qua, tutto là...”; state attenti perché quello non lavora per Iddio, è difficile che lavori per Iddio! Bernardetta ha le apparizioni della Madonna, ma il demonio al si fa sentire al Gave e dopo iniziano botte a destra e a sinistra. E quando questi piccoli di Fatima hanno una missione da compiere, ecco il manico della scopa ”urbi et orbi”. Questa è la strada, non illudiamoci! Nonostante che i professori di cartoline possano dire altrimenti, questa è la verità. Anche se venisse un angelo del cielo a dirvi altrimenti, caro diacono Livio, questa è la verità. Sei d’accordo? Almeno noi vecchi siamo d’accordo!APOSTOLO uomo di Dio
CROCE sangue
CROCE
CROCE Demonio
Il riferimento è a Vittorino Gonnella, che all’epoca frequentava il 1° anno del corso liceale.
MI269,5 [04-03-1969]
5. 3. La 2ª apparizione della Madonna a Fatima Andiamo avanti e passiamo, tralasciando tutto il resto del racconto, alla seconda apparizione, cioè tralasciando quei particolari, perché siamo in sede di meditazione, che accompagnano i piccoli fino al luogo dell’apparizione. Passiamo addirittura al dialogo fra i bambini e la Madonna. È una paginetta; la leggiamo e poi, fraternamente, cerchiamo di commentarla.MARIA Fatima
NOVISSIMI paradiso
Nel testo originale don Ottorino aggiunge a questo punto: “Eh, questo Paradiso le fa gola un pochino!”.
MI269,6 [04-03-1969]
6.MARIA Fatima
Cfr. Tobia 6,2-5.
I ‘chiodi di garofano’, così chiamati popolarmente perché hanno l’aspetto di un piccolo chiodo con una grande capocchia, sono i fiori essiccati di una pianta delle mirtacee coltivata nel sud-est asiatico che vengono usati, per il loro forte aroma, in profumeria e in cucina come spezie.
MI269,7 [04-03-1969]
7. 4. L’importanza di affidarsi nelle mani di Dio La Madonna dice: “Voglio che veniate qui il 13 del mese prossimo. Ti dirò più tardi ciò che voglio”. Ecco, io vorrei rivelarvi un po’ i costumi del Cielo, cioè il modo di comportarsi in Paradiso. Quando il Signore ha mandato l’angelo ad annunciare alla Madonna che sarebbe divenuta la mamma di Gesù, non le ha rivelato tutto: le rivelazioni del Cielo avvengono a gradi. Ti mandano giù, per esempio, del materiale. Supponi che quest’oggi arrivi in casa, come dicevamo a suo tempo, un camion carico di travi di cemento lunghe dodici metri, ma manca il progetto della costruzione. Poi arriva a casa dell’altro materiale e dell’altro ancora. Insomma, ci si chiede: “Che cosa succede qua? Che si farà di tutto questo?”. Intanto il Signore ti fa fare dei lavori di costruzione, ti fa fare dei pezzi di casa, e infine arriva il disegno definitivo. Noi non dobbiamo pretendere di avere il disegno definitivo di quello che Dio esigerà da ciascuno di noi. Il Signore, come ha guidato - lo dicevamo giorni fa - Tobiolo, che quasi per caso ha preso il pesce e gli ha levato il cuore, eccetera, eccetera, così quasi per caso condurrà ognuno di noi a fare delle esperienze che serviranno, poi, nella vita apostolica per la realizzazione di quel piano che sembrerà casuale, ma è voluto dal Signore. Bisogna che noi entriamo in questo piano meraviglioso di Dio. Quando io ero ragazzo, per esempio, mi sono lasciato trascinare, durante l’estate. Perché? Nella vita di San Giovanni Bosco avevo letto che un giorno il santo aveva preso in mano il martello per insegnare a un ragazzo come battere la suola di una scarpa. Allora mi sono detto: “Guarda! Un domani, da prete, mi potrebbe servire sapere qualcosa di simile”. E mi sono messo in testa di imparare un mestiere ogni estate. La gente diceva: “Ma, quel giovane va sacerdote o va meccanico? Che cosa fa?”. A me veniva da ridere. Ma poi ho visto che da prete mi sono servite tutte quelle cose, non perché io dovessi fare il meccanico, ma almeno per sapere che un tornio non è una macchina tipografica, per conoscere almeno qual è la porta di chi vende chiodi, e non andare a finire dove vendono ‘chiodi di garofano’: chiodi sì, gli uni e gli altri, ma sono diversi gli uni dagli altri.MARIA Fatima
DIO stile di...
ESEMPI vari
APOSTOLO missione
AUTOBIOGRAFIA famiglia
Il riferimento è a Graziano Frison, che aveva lasciato gli studi universitari per entrare nella Congregazione e che all’epoca stava facendo l’anno di noviziato.
MI269,8 [04-03-1969]
8.Amici miei, bisogna che noi entriamo in questo piano della provvidenza che ci dice: “Intanto fa’ questo!”. La Madonna dice a questa benedetta figliola: “Senti. Tu, intanto, vieni qui il mese venturo; poi ti dirò che cosa devi fare. Intanto fa’ questo, entra nel mio ingranaggio, entra nella volontà di Dio”. Che cosa domanda a voi il Signore? Non domanda che andiate in giro a dire: “Domani e posdomani io devo fare così, perché domani avverrà un’altra apparizione”. No! Ti dice: “Intanto fa’ questo!”. E cos’è questo? Fa’ il tuo dovere, studia, prega, unisciti a Dio, vivi la carità. “Ma...”. Lascia stare, fidati di Dio! Bisogna che noi entriamo con semplicità nel piano di Dio, perché mentre stiamo preparando la cattedrale di Fatima non corriamo il rischio di mancare all’appuntamento dove Dio ci aspetta. Se i tre bambini fossero andati da un ingegnere per farsi fare il progetto della cattedrale o del santuario, non avrebbero obbedito alla Madonna, la quale non chiedeva questo in quel momento: chiedeva loro di soffrire, di patire, di pregare e di essere fedeli all’appuntamento del mese successivo. Graziano, oggi tu sei in noviziato: che cosa ti chiede il Signore? Il tuo dovere fatto bene, il tuo sorriso, la tua gioia, la tua serenità, la tua disponibilità, in modo che se tra un mese venisse la Madonna e ti dicesse: “Parti e va’ in America”, tu possa partire e andare in America con questa semplicità. Bisogna che noi capiamo che quello che Dio vuole dai suoi uomini è proprio questa disponibilità, questa fedeltà nella giornata, nel compimento del proprio dovere quotidiano, il domandarsi continuamente: “Che cosa devo fare oggi? Che cosa vuole Dio da me in questa giornata, in questo momento?”. E tutto ciò non significa tagliare le ali per l’avvenire: no! Vuol dire essere a disposizione di Dio per qualsiasi cosa.DIO logica di...
MARIA Fatima
VOLONTÀ
di DIO
VIRTÙ
semplicità
FORMAZIONE noviziato
Cfr. Lc 1,38.
Il riferimento è a don Pietro De Marchi, che all’epoca stava preparandosi per la difficile e dolorosa missione all’Isolotto di Firenze.
MI269,9 [04-03-1969]
9.“Ecce ancilla Domini”: ecco la serva del Signore. Noi dobbiamo essere sempre nell’atteggiamento della Madonna che dice: “Eccomi qui, Signore! Ecco la tua serva!”. E quando veniamo in chiesa, durante i cinque minuti dinanzi a Dio dobbiamo ripetere la frase della Madonna: “Eccomi, Signore, sono qui a tua disposizione”. In modo particolare lo dobbiamo fare nella Messa: “Eccomi qui, purificato, Signore”. Infatti abbiamo detto che ogni mattina dobbiamo mettere i nostri peccati sopra l’altare, dobbiamo metterci a disposizione, essere pronti a venire crocifissi come Gesù, ogni mattina. Dobbiamo non soltanto rivivere la passione del Signore, non soltanto sentire la presenza del Signore, ma anche uniformarci al suo spirito, che è dedizione completa nelle mani del Padre per la nostra immolazione e per la salvezza delle anime. Abbiamo detto in precedenza che cominciare una missione apostolica vuol dire cominciare una crocifissione. Non c’è niente da fare! E allora noi, in ogni nostra giornata, dobbiamo essere a disposizione di Dio per la nostra crocifissione. Non so se esagero; don Pietro, esagero? Gli uomini che sono in questa condizione, siano essi piccoli e miseri quanto volete, sono gli uomini che salvano il mondo. Amici, non mi fa paura un peccatore, uno che ne commette anche di grosse, - per carità, non fatele, eh! - ma soltanto colui che non è o non si è messo così docilmente a disposizione di Dio. Perché allora questo tale si colloca alla periferia, fa una cosa umana, si mette a costruire come se fosse una società per la protezione dei cani o qualcosa del genere. Ricordatevi bene che l’opera è di Dio, la missione è di Dio, e non può essere fatta con un sistema umano. Soltanto con uomini che si sono messi in questa forma e in questo modo a totale disposizione di Dio, che vedono Dio anche nelle piccole cose quotidiane e che in queste sanno, ma proprio sanno vedere la volontà di Dio, solo con questi si fa qualche cosa.MARIA obbedienza di ...
EUCARISTIA S.Messa
GESÙ
sequela
CONSACRAZIONE immolazione
CONSACRAZIONE disponibilità
CONSACRAZIONE offerta totale
APOSTOLO missione
APOSTOLO salvezza delle anime
PECCATO peccatore
Il diacono Vinicio Picco era all’epoca consigliere generale.
Nel 69, rifacendosi alla rivoluzione culturale lanciata da Mao Tse Tung in Cina per rafforzare la sua leadership, una frangia di comunisti italiani si schierò su questa linea dura di contrapposizione a tutto ciò che non era secondo il ‘verbo’ di Mao scritto nel famoso ‘libretto rosso’, specie di bibbia dei rivoluzionari maoisti cinesi, provocando incidenti in varie città d’Italia.
Evidentemente il riferimento è a Ruggero Pinton, che all’epoca frequentava il 3° anno del corso teologico.
Nel 452, vicino a Valeggio sul Mincio (VR), Papa Leone I, detto Magno, riuscì a far desistere il re degli Unni, Attila, dal proseguire nell’invasione dell’Italia.
Si tratta di Santa Chiara d’Assisi: durante una razzia di pirati saraceni che si erano spinti fino ad Assisi, Santa Chiara, reggendo l’ostensorio contenente la sacra particola, si portò sulle mura che circondavano il convento di San Damiano. A quella vista i saraceni furono presi da improvviso terrore che li spinse alla fuga e il convento delle Clarisse di Assisi non subì alcuna violenza.
MI269,10 [04-03-1969]
10.Io vado in studio e devo tradurre Cicerone? Bene, Dio mi comanda di tradurre Cicerone e io devo farlo perché Dio lo vuole. Io devo far pulizia? E va bene, io però devo farla bene perché è Dio che mi ha mandato a fare pulizia. Non m’importa affatto che ci sia l’assistente o no, che ci sia don Giuseppe che mi vede; non m’importa niente! So che Dio vuole questo da me in questo momento e che, se lo faccio bene, lui è contento, e se non lo faccio, io disobbedisco, io manco all’appuntamento. Amici miei, se le vostre azioni non partono da questa luce, mettete un S.O.S. perché è come se una macchina stesse correndo senza olio... da un momento all’altro potrebbero fondersi le bronzine. Dimenticate che ci siano dei superiori, dei capi; ricordatevi che c’è uno solo: Dio! Guardate che il demonio entra anche qui nella nostra casa, e vi entra con le sue scempiaggini, con le sue stupidaggini, con le sue piccinerie, con le sue balordaggini. Salvatevi dal demonio, figlioli, salvatevi! La realtà è una sola: siamo di Dio; è lui, è lui che ci guida, è lui che ci accompagna, è per lui che dobbiamo vivere. Tutto il resto vale niente. Di giorno e di notte dobbiamo essere a sua disposizione. Egli ci dice: “Vieni qui... il resto te lo dirò”. Se non vedete una disposizione dei superiori come una cosa che viene da Dio, non avete capito niente. Cambiate mestiere, andate a piantare cavoli che forse crescono meglio! Se non siete capaci di vedere la volontà di Dio attraverso le disposizioni dei superiori, ricordatevi che non avete capito niente, niente! Mi guardate? Non posso parlarvi diversamente. Con questo non intendo dire che i superiori sono duci. No, no! Io mi metto sotto i vostri piedi: il superiore è lui! Noi dobbiamo insieme, da buoni fratelli, cercare la volontà di Dio; dobbiamo avere tutti questa preoccupazione. Se un domani vedo in una Comunità un superiore che fa il duce, domando il permesso al Signore, estraggo la pistola e gli sparo; però se gli altri non gli obbediscono, ne tiro fuori due e sparo loro due volte. È inutile, Vinicio, che tu rida! Questi sono gli uomini di cui Dio si servirà per sconvolgere i maoisti. Ecco là ottocento maoisti che marciano e una schiera di poliziotti con lo scudo. Si presenta Ruggero: “Che cosa fate? Ritornate a casa vostra!”. È un povero sempliciotto? No, per carità, non è un sempliciotto, è uno capace di sconvolgere. Dio si serve di niente, ricordatevelo bene! Non è passato il tempo, figlioli, che un Papa ferma Attila; non è passato il tempo che una suora si mette alla finestrella con il Santissimo sconvolgendo e facendo scappare i nemici! Non è passato questo tempo, ma purtroppo ci sono invece degli uomini che non vogliono entrare in questa economia! Mi fissano, come per dire... Comunque ho detto che facciamo solo qualche breve commento. Procediamo e facciamo ancora un’altra osservazione.VOLONTÀ
di DIO
ESEMPI vari
CROCE Demonio
CONSACRAZIONE disponibilità
CONSACRAZIONE obbedienza
COMUNITÀ
superiore
COMUNITÀ
fraternità
Cfr. Lc 2,25-35.
Tutta la Casa dell’Immacolata è difesa dai rosari e dalle penitenze volontarie dei ragazzi che la videro sorgere. Il primo lotto della casa, a causa di errori dei calcoli di portata e dei materiali poveri usati, minacciò di afflosciarsi al suolo; si riuscì ad evitare il peggio inserendo nelle pareti portanti delle grosse colonne di solidi mattoni che ripristinarono la giusta portata dei muri maestri.
Don Zeno Daniele era iscritto all’album dei giornalisti italiani.
MI269,11 [04-03-1969]
11. 5. La Madonna porta GesùMARIA Fatima
MARIA mediatrice
MARIA devozione a ...
MARIA maternità
divina
MARIA madre della Congregazione
MARIA maestra, guida
CONGREGAZIONE storia
CROCE Demonio
NOVISSIMI paradiso
Il sale amaro o ‘sale inglese’, un preparato galenico che si trova in farmacia, era usato per depurare l’organismo. Oggi è un prodotto farmaceutico caduto in disuso, sostituito da prodotti più mirati ed efficaci.
MI269,12 [04-03-1969]
12.Amici, la storia della Congregazione potrebbe essere chiamata la storia della lotta tra il demonio e la Madonna. La Madonna ci ha difesi e portati fino a questo punto perché fossimo di Gesù, celebrassimo la Messa, vivessimo dell’Eucaristia e nello Spirito Santo; in altre parole, perché vivessimo con i piedi sulla terra e con la testa in Paradiso, come diceva Papa Giovanni. Se nell’economia di Dio è stabilito questo, noi non possiamo trovare la strada della Congregazione e quella nostra senza la Madonna, non possiamo trovare la strada della santità individuale e la strada della santità collettiva senza la Madonna. 6. Conclusione E allora siamo proprio arrivati al ‘punctum dolens’. Quando ho iniziato queste meditazioni - mi dispiace perché adesso ci vorrebbe un’altra mezz’oretta, ma mi riprometto di farlo, caso mai, prima o dopo Pasqua - con l’intenzione di studiare un po’ le meraviglie di Fatima, il mio programma era questo: ritrovarci con la Madonna perché ci insegnasse ad amare di più il Signore, a vivere di più la Messa, a vivere di più il breviario, la vita eucaristica, la vita di unione con il Signore. Figlioli, bisogna che ciascuno di noi faccia una piccola revisione della sua devozione verso la Madonna. State attenti perché c’è un pericolo enorme: che si ragioni troppo e si ami poco! Mettete da parte i sentimentalismi, ma guardate che c’è il pericolo che si ragioni troppo e si ami poco. Amare non vuol dire sentimentalismo, ma donare, dare qualcosa, saper rinunciare a qualche cosa per amore di Dio e per amore della mamma; vuol dire incontrarsi qualche volta per trattare i nostri affari intimi. Meno chiacchiere fra uomini e un po’ di più con Dio e con la nostra buona mamma, la Madonna! Meno commenti umani e più commenti soprannaturali, figlioli! Certe cose portate dinanzi alla mamma vengono poi viste con occhi diversi. A un dato momento anche le nostre mamme terrene ci dicono: “No, sai, non dire quelle cose! No, sai, non è bene che tu faccia quella o quell’altra azione”. Se ci fermassimo un po’ di più con la Madonna, perché ci osservi un pochino! Quante volte mia mamma mi osservava e mi diceva: “Hai i bruffoli; prendi un po’ di sale purgativo!”. Chissà quante volte la Madonna ci manderebbe a prendere un po’ di sale amaro per farci divenire più buoni!MARIA madre della Congregazione
CROCE Demonio
CONSACRAZIONE santità
MARIA Fatima
MARIA maestra, guida
MARIA devozione a ...
PREGHIERA
MARIA la nostra buona mamma