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DALLA PRIMAVERA ALL’AUTUNNO, DAI FIORI AI FRUTTI

MI347 [28-04-1971]

28 aprile 1971

MI347,1 [28-04-1971]

1

DALLA PRIMAVERA ALL’AUTUNNO, DAI FIORI AI FRUTTI1. Quanti giorni (tempo, pazienza).2. Quanti venti (trepidazione), siccità, temporali.3. Quanto lavoro, lavoro, lavoro. Nella mia vitaPrimavera: gioia, propositi, entusiasmo, amore (novizi), donazione a Dio e ai fratelli.Estate: Satana semina incomprensioni.Il mondo spira un vento che fa ghiacciare il fiore.Le passioni provocano: scoraggiamento, fuga dal sacrificio, tedio.Autunno: L’ora di Dio; si vive solo per Lui.Ci si comprende, ci si ama. «Vivo ego,iam non ego…». Nella vita della CongregazionePrimavera: Ora dell’entusiasmo, dello straordinario, dell’ammirazione umana.Estate: Satana semina incomprensioni.Il mondo scoraggia con la sua critica spietata e vorrebbe una Congregazione secondo il suo spirito.I religiosi sono portati allo scoraggiamento, alla perdita dell’ideale, ad un appiattimento pauroso con conseguenze mancanza di unione (tra loro) e di spirito di sacrificio.Autunno L’ora di Dio. Verrà.

CROCE Demonio

MONDO

PECCATO passioni

Don Ottorino era rientrato dal suo 5° viaggio in America Latina il 23 febbraio, e naturalmente aveva trovato le viti che si trovavano nella parte antistante la Casa dell’Immacolata completamente spoglie per il periodo invernale.

Nel testo registrato, nel quale il dialetto veneto è abbondante, a questo punto don Ottorino aggiunge: “Parliamo il nostro bel dialetto, vero Giuseppe?”, riferendosi forse a Giuseppe Biasio, che all’epoca frequentava l’ultimo anno del corso teologico.

Nel testo registrato don Ottorino nomina, in questa frase, Ugo Gandelli, che all’epoca stava completando gli studi come ragioniere.

La zona di Gambellara, fra il vicentino e il veronese, è tutta coltivata a vigneti e produce uva e vini di qualità, come pure quella di Valdobbiadene, nominata subito dopo, che però si trova nel trevigiano

Don Ottorino scherza sulla cattiva fama di un noto viticultore della regione, conosciuto come uno che commerciava vino fatto artificialmente, cioè con acqua dei pozzi artesiani e mescolandolo con il palo le polverine e i vari ingredienti.

Il riferimento è agli appunti della scheda autografa pubblicata prima del testo della meditazione. Le parole della scheda lette da don Ottorino vengono riportate sempre in corsivo, senza ulteriori richiami.

MI347,2 [28-04-1971]

2 Quando sono tornato dall'America ho provato un'amara delusione nel vedere le viti, poverette, senza i piccoli pampini, e pensare che a Buenos Aires andavo sotto le viti a raccogliere i grappoli d'uva, un'uva buonissima: arrivo a casa e vedo le viti spoglie spoglie, senza niente di verde attorno.
Qualche giorno fa ho aperto la finestra e mi sono accorto, anzi me n'ero già accorto qualche tempo prima, che le viti hanno i piccoli pampini nuovi. Dunque sta venendo avanti la primavera, e fra qualche settimana i pampini cominceranno già a fare un po' di ombra, ma prima di arrivare all'autunno, al tempo di mangiare i bei grappoli d'uva, chissà quante volte dovrà passare l'addetto con la pompa, il verderame, lo zolfo! Chissà quante trepidazioni! Beh, forse noi trepidiamo di meno, ma non è così per qualche nostro buon agricoltore nelle zone dove il raccolto dell'uva ha un'importanza prevalente, quando vede avvicinarsi certi temporali. Ricordo d'essere andato, alcuni anni fa, dalle parti di Sorio di Gambellara dopo un furioso temporale: un disastro! Pareva fossero passati i carri armati tedeschi o inglesi: viti sradicate, buttate in aria... uno spettacolo impressionante; faceva male al cuore vedere un disastro di quel genere e pensare a quei poveri contadini, anche perché neanche l'anno successivo avrebbero potuto fare un buon raccolto. Noi non trepidiamo così perché pensiamo: «Beh, in qualche modo, se non troveremo il vino qui da noi andremo ad acquistarlo a Valdobbiadene; se proprio non ce ne sarà neppure là, lo acquisteremo da Ernesto Zonin, che mi pare lo faccia con il palo, per cui finché c'è un pozzo artesiano non c'è da spaventarsi. Comunque, la produzione del vino resta, in ogni caso, molto legata al pozzo artesiano e, finché c'è quello, in qualche modo ce la caviamo».Però, tra la primavera e l'autunno, tra la fioritura e la maturazione avvengono in mezzo alcune cose che io ho segnato nella mia scheda. Per esempio, ci sono i venti e le siccità che possono mettere in pericolo il raccolto, e i temporali che potrebbero mandarlo tutto in malora. Quindi la primavera è la stagione che apre un po' il cuore e fa dire: «Guarda che bellezza: il frumento sta crescendo, le viti rinverdiscono, i peschi sono in fiore». Però, però, c'è in mezzo un lungo periodo, tanto tempo, tanti giorni, un periodo di tempo nel quale un ciclone o qualche cosa di avverso può buttar per aria tutto.C’è un certo parallelismo fra la vita delle nostre campagne e la vita di ciascuno di noi. Ed è giusto che ci fermiamo questa mattina a meditarlo.

ESEMPI vita religiosa

Fungeva da maestro di novizi in quel periodo don Guido Massignan, che era anche il responsabile generale della Casa dell’Immacolata.

Don Ottorino scherza sul numero dei novizi di quell’anno perché era particolarmente esiguo.

Il riferimento è a Gianni Sarzo, che prima di entrare nella Casa dell’Immacolata era infermiere presso l’ospedale civile di Cittadella (PD), e al diac. Vinicio Picco, che aveva lavorato negli stabilimenti Marzotto e poi presso l’Officina Costruzioni Meccaniche di Valdagno (VI).

Don Ottorino chiamava in tono scherzoso “signor segretario” Antonio Bottegal, allora studente dell’ultimo anno del corso teologico, che gli faceva da segretario personale. Allo stesso tempo Antonio lavorava nel reparto audiovisivi, per cui forse si trovava a Milano con don Ottorino per qualche acquisto.

Don Ottorino cita una frase forte di S. E. mons. Daniele Comboni, fondatore dei Padri Comboniani per l’Africa. Un altro motto che aveva fortemente colpito don Ottorino, che durante il corso ginnasiale desiderava farsi missionario comboniano, era: “O nigrizia o morte!”.

Il riferimento è ad un modo di dire popolare, sorto in tempi passati, quando i preti godevano la possibilità di mangiare carne spesso a differenza della gente che mangiava poveramente. Se la vocazione aveva queste motivazioni, sottolinea scherzando don Ottorino, si tratta di una “boccazione”.

Don Ottorino si rivolge a Dario Crestani, che allora frequentava il 2° anno del corso teologico.

Il riferimento è a Giovanni Battista Battilana, all’epoca ancora novizio.

MI347,3 [28-04-1971]

3 Primavera: ecco un giovane! Lo spunto me l'hanno suggerito, ieri mattina, i novizi che mi hanno gentilmente invitato a parlare loro in assenza del maestro. Ascoltavo le domande che mi facevano: domande piene di fuoco e di amore di Dio, piene di desiderio di santità. Non dico chi me le faceva perché sono in tanti, può essere stato l'uno o l'altro: non posso dire chi è stato. Quando domandano certe cose, è naturale dire dentro nel cuore: «Che primavera meravigliosa! Che alberi pieni di fiori, che piante stupende!». Sono una primavera promettente, promettente.
Effettivamente, quando uno lascia, per esempio, la sala operatoria per venir qui, come Gianni, o gli stabilimenti, come Vinicio, arriva con un certo entusiasmo, altrimenti non abbandonerebbe la vita precedente. In quelle occasioni, bisogna che lo ammettiate, c'è un certo entusiasmo che porta a propositi, anche a un amore, a una donazione totale a Dio e ai fratelli, un grande desiderio. A un dato momento uno entra e dice: «Ho il desiderio di donarmi interamente a Dio, ai fratelli, e di andare nelle missioni». Ci siamo trovati, per esempio, a Milano e un tecnico della Kodak ha domandato ad Antonio: «Andrebbe lei missionario?», e il signor segretario ha risposto: «Sono venuto qui apposta, proprio apposta». Nel cuore c'è un desiderio, essere missionario, veramente missionario, «passare il mare, salvare un'anima e poi morire». Non importa niente altro! La primavera è tutta così, la primavera è così. Io ho tanta stima di voi e non penso che qualcuno di voi dica: «Io entro nella Congregazione per far meno fatica, per passarmi un po' la vita». Una volta poteva esserci anche la «boccazione» al posto della vocazione, ma adesso, la «boccazione» si trova meglio fuori dei seminario, perché da mangiare e da bere e soldi ce ne sono anche fuori. Una volta, forse, in certi nostri paesi di campagna, era difficile campare e può darsi che qualche vocazione fosse un po’ forzata perché si diceva: «Beh, insomma, fatti prete, furbo: mangerai i capponi cotti nell'acqua». Adesso li mangiano anche gli altri i capponi cotti nell'acqua. Non è vero, Dario, tu che te ne intendi? Io penso che oggi, se uno si dona al Signore, se entra in una casa di formazione religiosa, lo fa per motivi soprannaturali, non per motivi umani. In lui può esserci questo entusiasmo, questa bellissima gioia primaverile. Nessuno se ne meraviglia, anzi dovrebbe essere così. Non è vero, Battista? Vedere una primavera «battistina» è una cosa meravigliosa.Però, però, nella vita del giovane incomincia a spuntare l'estate. E qui permettetemi che legga quello che ho scritto.

FORMAZIONE noviziato

CONGREGAZIONE appartenenza

CONSACRAZIONE offerta totale

MISSIONI vocazione missionaria

CONGREGAZIONE storia

FORMAZIONE

San Pio X usò l’espressione “terribile quotidiano” parlando ai sacerdoti per sottolineare la necessità della fedeltà gioiosa anche nel logorio della vita di ogni giorno, segnata dalla monotonia e da continue difficoltà.

Il martirio del diacono Stefano è narrato in Atti 7,55-60, mentre del diacono Filippo si parla in Atti 8,5-40.

MI347,4 [28-04-1971]

4 D'estate, cioè quando è già passato il primo entusiasmo, che è necessario e ci vuole, comincia il «duro quotidiano», direbbe San Pio X. E allora avviene l'incontro con Satana, il quale certamente si mette sul nostro cammino, sul cammino del giovane che sta iniziando la sua salita verso Dio, la sua donazione a lui. Dio ha chiamato questo giovane, il quale ha risposto con gioia e ha incominciato a correre verso di lui. Ed ecco che si incontra con uno che si chiama Satana, il quale fa di tutto per seminare incomprensioni, per rovinare la carità. Satana gli insinua: «Perché vai in seminario? Non fidarti, non fidarti del Signore: ti tradisce. Tutti quelli che lo hanno seguito hanno fatto una brutta fine. I primi sono andati tutti in malora: gli Apostoli che lo hanno seguito per primi sono tutti finiti male, e quelli che lo hanno seguito dopo, come Stefano... come Filippo... hanno subito la stessa sorte».
Alcuni giorni or sono una persona, che si è un po' aperta con me, mi diceva: «I preti... che vita disgraziata! Mi fanno compassione!». E continuò in questo tono.Così dice anche Satana: «Vuoi andar prete? Non vedi che i preti sono persone incomplete, delle persone fallite», e mette a fuoco tutto quello che non dovrebbe essere messo a fuoco. È come se in un quadro, invece di mettere in posizione centrale l'immagine più bella, si mettesse una visione sconcia. In ogni famiglia, in ogni casa c'è necessariamente sempre un letamaio perché le immondizie si buttano là. Se si conduce l'ospite a vedere il letamaio, potrebbe pensare: «Io non verrò certamente in questa casa». Ed è chiaro! Se tu, Giuseppe, quando arriva un giovane per visitare la Casa dell'Immacolata, gli dici: «Ah, vieni a visitare...», e lo conduci proprio in mezzo alle immondizie come prima visita, e come seconda visita gli apri le fognature e gli mostri quello che c'è dentro, potrebbe dire: «Qui siamo in un manicomio!». È chiaro! Sappiamo tutti che in ogni casa c'è qualcosa che raccoglie i rifiuti e nessuno si meraviglia che ci sia, ma bisogna mostrarla nel suo insieme, metterla in rapporto con il resto, vista cioè nell’insieme della casa.

APOSTOLO entusiasmo

APOSTOLO chiamata

CROCE Demonio

ESEMPI tentazioni

Nel testo registrato don Ottorino chiama la cantina con il nome di “prigioni” perché così veniva chiamato nella Casa dell’Immacolata per le inferriate che custodivano gli alimenti e le bevande.

L’espressione è della scheda autografa di don Ottorino, che con solennità la attribuisce ai “nostri antichi padri”.

Il riferimento è all’assistente Luciano Franceschi, della Comunità dell’Istituto San Gaetano, addetto all’orto della Casa dell’Immacolata.

Don Ottorino sembra interpellare ancora Giuseppe Biasio, che si dedicava con passione e competenza alla cura del giardino, e quindi si intendeva di questi pericoli del tempo.

MI347,5 [28-04-1971]

5 Amici miei, il demonio mette in evidenza le miserie dei fratelli. Poiché ogni fratello ha il suo piccolo letamaio, - scusate la parola, ma lo abbiamo tutti - il demonio mette in evidenza quello dicendo: «Guarda... guarda... guarda...». È chiaro che, se nelle case della città vai a visitare solo i gabinetti, dentro di te pensi: «Insomma... Vicenza è fatta solo di gabinetti!». E invece no, eh! Devono esserci in ogni casa, ma ci sarà anche il salotto, anche la cucina, anche un buon forno, anche una cantina. Amici, guardate che Satana cerca di rompere specialmente la carità, facendo vedere il lato più negativo del fratello.
Sempre durante l’estate, che è un periodo lungo perché ci vuole molto tempo per arrivare dalla primavera all'autunno, c'è anche il mondo che interferisce, quel mondo che tante volte è un po' l'espressione di Satana e dal quale, come hanno scritto i nostri antichi padri, «spira un vento, che fa ghiacciare il fiore». Che cosa succede in primavera? Si aprono i fiori, e se spunta una notte fredda fredda, allora i contadini, come Luciano , dicono: «Ancora due o tre notti così e tutto va in malora», cioè cascano i fiori e la stagione è perduta. Quante volte è capitato ai contadini del veronese che, ad un colpetto di freddo, hanno avuto rovinata la stagione! Non è vero, Giuseppe che te ne intendi... non è così? Rovinata la stagione. Può capitare benissimo che il mondo, nei modi che gli sono caratteristici - qui siete tutti persone intelligenti ed è, quindi, inutile che insista - metta in ridicolo quella che è la vita religiosa, la vita sacerdotale, la vita apostolica ed esalti, invece, il sacerdote laico, il sacerdote orizzontale e che, con la sua arietta sottile e avvelenata, agghiacci una vocazione, faccia cadere il fiore, la gioia della primavera e, naturalmente, tolga anche la gioia del frutto autunnale. Il mondo, per conto mio, specialmente oggi, semina tali rovine in mezzo ai religiosi e alle anime consacrate appunto perché non è così evidente come il demonio. Forse il demonio qualche volta si presenta in una forma più villana con le sue tentazioni impure, con certe tentazioni forti. Il mondo invece si presenta a noi in maniera più subbola, dicendoci: «Voi dovete essere così per essere graditi in mezzo a noi. Dovreste essere come noi, dovreste essere così». Non mi dilungo, perché è solo uno schema di meditazione.

CROCE Demonio

COMUNITÀ

confratelli

COMUNITÀ

fraternità

CARITÀ

MONDO

Noto proverbio veneto, di facile ed immediata comprensione.

Si intende un ministero meno impegnato e radicale, accondiscendente ai gusti del mondo.

Nel testo registrato don Ottorino afferma erroneamente, anche se subito si corregge, che gli ozi di Capua avevano infiacchito l’esercito romano, e nomina Giampietro Fabris, che all’epoca frequentava il corso teologico.

Nel testo registrato don Ottorino cita in latino l’espressione di Apoc 3,15: “Nec calidus, nec frigidus”.

Cfr. 1ª Corinti 2,2.

MI347,6 [28-04-1971]

6 Altro pericolo durante l'estate, in questo cammino, sono le passioni.
«Le passioni provocano scoraggiamenti, fuga dal sacrificio e tedio».Ognuno ha le sue passioni. Una di esse è «l'arte del Michelasso: mangiare, bere e andare a spasso» per non fare fatica. Tutti conosciamo quell'arte: faticare il meno possibile, lavorare il meno possibile, sacrificarsi il meno possibile, passioni che ti portano al piacere e alla fuga dal sacrificio. E a un dato momento, durante l'estate, venendo meno l'entusiasmo iniziale, perché il demonio continua a deridere ogni scelta buona e il mondo non capisce quell'entusiasmo e continua a seminare, seminare, seminare, si finisce per adagiarsi. È sempre stato così, sapete!Ricordo che, durante le vacanze di seconda ginnasiale, un giovanotto, che avrà avuto ventitré o ventiquattro anni, mi insidiava continuamente con le sue proposte: «Sei così stupido da andare prete? Non puoi avere nemmeno una ragazza! Tutti i giovani ne hanno una... Puoi essere lo stesso un buon cristiano». E continuava a insidiarmi in modo tremendo. Quando in terza e in quarta ginnasiale tornavo a casa sentivo ripetermi: «Ecco una giovinezza rovinata! Vedi: non puoi metter su famiglia, non puoi avere figli...», e via dicendo. Amici miei, capite che non fa troppo piacere trovarsi con uno che, ogni tanto, quando ti incontra per la strada, continua a darti staffilate di quel genere. A un dato momento era inutile evitarlo per quanto facessi: ero l'unico seminarista in paese. E allora mi rinchiudevo in chiesa, ma erano tentazioni o, per lo meno, non erano parole di incoraggiamento.E questo mondo, più o meno velatamente, circonda sempre le anime consacrate. E allora un po' le tentazioni del demonio e un po' il mondo a un dato momento fanno venir la voglia di dire: «Ma sì... non sarebbe, forse, meglio... non è forse più bello un sacerdozio così?» , e si finisce per adagiarsi un poco, dimenticando che gli ozi di Capua rovinarono l'esercito di Annibale.State attenti! Qui è proprio importante sottolineare questo: è facile che venga lo scoraggiamento, cioè che non si provi più l'entusiasmo sensibile della primavera, - infatti questo entusiasmo sensibile può esserci e non esserci - e non provando questo entusiasmo, poiché costerebbe sacrificio seguire generosamente la vocazione, allora si va avanti alla buona, nella mediocrità, senza aver neanche la forza di dire: «Mi fermo»; si va avanti in una forma di indifferenza , privi dell'entusiasmo sentimentale che potrebbe anche non esserci, e tuttavia si dovrebbe andare avanti lo stesso. Infatti non credo che tu, Gianni, abbia abbandonato la tua casa per un sentimento, ma perché c'era uno che ti chiamava e tu lo hai seguito. Dice a proposito San Paolo: «Io conosco uno e questo crocifisso» : è lui che si segue. Mancando Cristo, essendo influenzati da Satana e dalle passioni, e privi di un entusiasmo spirituale, passiamo a un dato momento allo scoraggiamento e di qui a un certo tedio. Così si va avanti, si va avanti, ma senza un ideale che spinga ad una vita veramente apostolica.

PECCATO passioni

CROCE Demonio

AUTOBIOGRAFIA seminario

SACERDOZIO prete

VIZI scoraggiamento

CONSACRAZIONE mediocrità

PAROLA DI DIO Sacra Scrittura

Cfr. Gal 2,20.

MI347,7 [28-04-1971]

7 Se, invece, si sa resistere al demonio e alle passioni, e conservare la carica spirituale giovanile, nonostante ci sia tutto contro e i venti soffino contrari, allora si arriverà all'autunno, al tempo del raccolto. E al tempo del raccolto che cosa succede? Che si vive solo per il Signore e si riesce a trovare in mezzo ai fratelli la gioia e la pace, sapendo comprendere, compatire i fratelli, non esigendo, ma donando la carità, e ringraziando il Signore per quella parte che si riceve. Infatti se pretendi che sia tutto pronto in tavola e arrivato a casa, vedi che manca un pezzo di pane, cominci allora a brontolare; se, invece, pensando che non siano gli altri a doverti preparare da mangiare, ma tocchi a te preparare, entri in casa e trovi la tavola apparecchiata, anche se ti accorgi che manca qualcosa, non ti lamenti per questo, ma ringrazi per quello che hai trovato.
Se io capisco veramente l'amore di Dio e vivo per il Signore, comprendo anche quello che i fratelli fanno per me e finisco per compiere io stesso atti di amore verso i fratelli, e questo è l'unico modo perché essi poi, a loro volta, vengano conquistati dall'amore. È inutile che noi operiamo calcoli matematici per conoscere come vivere nelle Comunità, come fare... qual è il motivo per cui... o qualche altra cosa. Tutto questo dobbiamo cercarlo dentro di noi. Se noi ci sforziamo di vivere bene la nostra estate, - beh, io sono arrivato all'autunno ormai, e voi siete ancora nella primavera o alla prima estate - arrivati all'autunno, al momento della raccolta, certamente raccoglierete i vostri frutti, perché finirete per dire con San Paolo: «Io vivo, ma non sono io che vivo, è Cristo che vive in me».

PECCATO passioni

CROCE Demonio

COMUNITÀ

confratelli

DIO amore di...

DIO cuore di...

DIO bontà

di...

COMUNITÀ

A Grumolo delle Abbadesse (VI) l’Istituto possedeva una campagna, con casa colonica e stalla, ricevuta in donazione. Il lavoro era sostenuto da alcuni religiosi coadiuvati da contadini, ma nei momenti di maggior urgenza e di più intenso lavoro prestavano un aiuto anche i giovani della Casa dell’Immacolata.

MI347,8 [28-04-1971]

8 Vorrei aggiungere un'altra considerazione, e cioè che come per ciascun uomo ci sono una primavera, un'estate e un autunno, altrettanto ci sono per la Congregazione. Esaminatevi bene e vi accorgerete che per ogni uomo è proprio così: entusiasmo iniziale e momento della tempesta; ardore giovanile e lavoro, il duro lavoro della formazione, perché l'estate è dura e gli uomini lavorano durante l'estate; dopo, in inverno, incominciano a giocare alle carte nelle stalle… ma in estate lavorano, si alzano presto la mattina e si tengono sempre pronti: «Presto, andiamo... sta venendo il temporale... raccogliamo il fieno!», e a volte affrontano delle vere faticate, come accade anche a Grumolo. Ricordate che la vita è così, non nascondiamocelo, è proprio così. Se questo è vero per ciascuno di noi, lo è anche per la Congregazione: anche per essa ci sono la primavera, l'estate, l'autunno.
Infatti c'è stato un periodo particolare anche per la Congregazione. Questo rilievo è interessante perché come l'individuo non deve scoraggiarsi, se vengono i momenti dell'estate, quelli un po' duri del temporale, così tutti noi non dobbiamo scoraggiarci se la Congregazione dovesse passare momenti di vera e propria estate.C'è stato, dunque, nella Congregazione il primo momento: l'ora dell'entusiasmo, dello straordinario, dell'ammirazione umana: «Andiamo... Ah, com'è bello, com'è bello!». Poi, questo entusiasmo iniziale a un dato momento è sbollito, l'ammirazione umana pure. Sottolineo qualche aspetto particolare: quando arrivava in casa nostra un'offerta, la prima volta se ne parlava a lungo, si correva in chiesa a ringraziare il Signore. Se adesso comunico: «Ragazzi, sono arrivati da Firenze dodici milioni», in un primo momento si resta meravigliati, ma il giorno dopo, senza offendere nessuno, non lo si ricorda più: ci si è abituati allo straordinario.Anche gli Apostoli, trovandosi con il Signore, provarono in un primo momento l'entusiasmo: «Sapessi che cosa fa: fa prodigi, compie questo... quello...». A un dato momento si abituarono a vedere i miracoli e a dire con estrema facilità: «Signore, c'è qui uno... c'è qui un altro... guarisci questo... guarisci quello...». Ci si abitua, insomma, allo straordinario.Quando eravamo nel periodo della guerra dicevamo: «Ah, se verrà la pace... non mi lamenterò più del cibo, mai più ». Infatti durante la guerra si mangiava quello che si poteva avere, anche pane dentro il quale si scoprì che c’era polvere di pietra perché pesasse di più. Ma è inutile dire che cosa mangiavamo durante la guerra. Ed io sentivo tante volte la gente esclamare: «Quanto eravamo cattivi prima, quanto eravamo cattivi! Mai contenti, mai!». Abbiamo visto che cosa è successo dopo: se prima ce n'era uno di malcontento, dopo la guerra ce ne sono stati cento, mille, perché è venuto un certo benessere che non c’era prima.

FORMAZIONE

ESEMPI vari

CONGREGAZIONE spiritualità

PROVVIDENZA

PAROLA DI DIO Vangelo

AUTOBIOGRAFIA

Ogni giorno si andava da Vicenza a Grumolo delle Abbadesse (VI) a prelevare il latte per le necessità dell’Istituto San Gaetano e della Casa dell’Immacolata.

Durante il periodo bellico 1940-1945, per timore dei bombardamenti, un gruppo di ragazzi dell’Istituto San Gaetano vennero accolti presso il santuario della Madonna delle Grazie di Costabissara (VI) e un altro gruppo presso la villa della contessina Thiene alle Garziere di Santorso (VI).

Don Ottorino porta ad esempio Dario Crestani, allora studente del corso teologico, che amava a volte fare delle cavalcate solitarie con la bicicletta.

MI347,9 [28-04-1971]

9 Noi siamo fatti così: ci abituiamo alle cose, e quello che in un primo momento è un dono, una cosa straordinaria, diventa poi un'abitudine e un'esigenza.
Pensate che il sottoscritto come pure don Aldo andavamo a Grumolo a prelevare il latte con la bicicletta e un carrettino fissato alla parte posteriore di essa per caricarvi cinquanta o trenta litri di latte: partivamo da qui, arrivavamo a Grumolo e si veniva a casa trainando in bicicletta il carrettino del latte. Si andava, magari, anche a Padova in bicicletta, con il portapacchi, per fare le compere. Due volte la settimana si andava alle Garziere di Santorso per portare da mangiare ai ragazzi, con due portapacchi, uno anteriormente e l'altro posteriormente, carichi di vettovaglie. Quando abbiamo acquistato una macchina abbiamo esclamato: «Oh, mamma mia, che spettacolo! Si preme un pedale e si muove da sola. Che spettacolo!». Però, a un dato momento ci si abitua, ci si abitua. Chi, infatti, oggi andrebbe a Grumolo con un carrettino legato dietro alla bicicletta? Dario, ma per compiere un'impresa guerresca, militare! La primavera dell'Istituto San Gaetano ha portato questo momento di entusiasmo, momento dello straordinario; poi ci si è abituati ad esso.

CONGREGAZIONE storia

AUTOBIOGRAFIA

È evidente l’allusione all’episodio evangelico della moltiplicazione dei pani (cfr. Mt 14,13-21; Mc 6,31-44; Lc 9,10-17 e Gv 6,1-13), che don Ottorino vede prolungato nei fatti straordinari della Provvidenza che hanno sempre accompagnato la storia dell’Istituto.

Il riferimento è al ritiro di Natale 1970 pubblicato in Meditazioni, vol. XIV.

MI347,10 [28-04-1971]

10 Se durante il primo momento, quello dell'entusiasmo della Congregazione, fosse venuto il demonio a tentarci, si sentiva troppo la presenza di Dio perché non avessimo la forza di respingerlo. Ma poi ci si abitua, allora il demonio dice: «Lasciamo che si calmino. La prima volta che mangiano i pani moltiplicati dal Signore non si può mica toccarli, ma la seconda, la terza volta... eh, verrà il momento!». E il demonio è venuto: ha seminato anche qui le incomprensioni, ha messo gli occhiali scuri ai giovani da una parte e dall'altra. Ogni uomo, come dicevamo prima, ha il suo immondezzaio, e allora il demonio può spingere a osservare don Ottorino, don Aldo, i superiori o i fratelli maggiori, non nella loro parte migliore, ma dove ci sono i piedi sporchi o qualcosa del genere. E allora si sono viste cose che soltanto diabolicamente potevano sorgere in questi anni: piccole e grandi cose che non si capirebbero se non ci fosse l'intervento di Satana. Perché è chiaro: vengono ingrandite le prime e rimpiccolite le seconde, sottintese le une e messe a fuoco le altre.
Perciò se volessimo analizzare l'opera compiuta dal demonio in questi anni, si potrebbero spendere altre tre giornate come abbiamo fatto a Bosco nell'analisi dell'opera di Dio. Ricordate? Abbiamo sottolineato tutti i particolari interventi di Dio e siamo rimasti un po' tutti impressionati nel vedere le grazie che il Signore ci ha fatto. Credo, però, che se volessimo dedicare qualche giornata per sottolineare l'intervento di Satana, - è per spirito di carità che non lo faccio, perché dovrei dimostrare che qualcuno è stato abbindolato dal demonio, e allora questa non sarebbe carità cristiana - si potrebbe vedere qualche cosa che è forse più grande di quello che abbiamo visto: si vedrebbe proprio un intervento diretto di Dio. E come si è potuto rilevare l'intervento di Dio in un atto della sua provvidenza, così si potrebbe rilevare il suo intervento nel debellare l’opera di Satana. Qualche volta io mi fermo a contemplare tutto questo dinanzi al Signore. Vi ripeto: per amore della carità cristiana non si deve fare il nome di nessuno, e perciò io non lo farò pubblicamente, ma guardate che non si può dimenticare che vi è stata e continua a esservi in mezzo a noi l'opera di Satana.

CONGREGAZIONE storia

AUTOBIOGRAFIA

CONGREGAZIONE spiritualità

CROCE Demonio

DIO passaggio di...

DIO scoperta di...

COMUNITÀ

CARITÀ

MI347,11 [28-04-1971]

11 Poi c'è il mondo. «Il mondo scoraggia con la sua critica spietata e vorrebbe una Congregazione secondo il suo spirito».
È già passata la mezz'ora programmata, altrimenti qui si potrebbe fare un bel commento.Il mondo, è logico, in questi ultimi tempi ha cercato di venire per farci da maestro, di introdursi indirettamente nelle nostre Comunità tentando di scoraggiare e, con la sua critica spietata, di trascinare la Congregazione dietro il suo spirito. Ha detto: «Così deve essere la Congregazione! Così dovete essere! Così dovete essere! Così dovete essere! Se volete venire in mezzo a noi, dovete essere così! ». E allora è facile dimenticare che è stato il Signore a chiamarci, che solo lui ha il diritto di dire: «Così dovete essere!». Noi siamo stati convocati da Dio e non dal mondo. E poi, scusate, sia detto tra noi, non può essere il nemico quello che indica le armi da usare contro di lui. È chiaro? Se io sono in guerra con i tedeschi, non saranno i tedeschi a consigliarmi il fucile che devo adoperare perché, evidentemente, essi diranno sempre: «Prendi quel fucile che spara a salve in modo che io possa ucciderti con un lancio di sasso». Il mondo, insomma, coscientemente o no, è pervaso da quello spirito che non è di Cristo, per cui non può farsi giudice delle armi che noi dobbiamo adoperare, armi sante, ma sempre armi, per vincere Satana che è con lui.«I religiosi portati allo scoraggiamento, alla perdita dell'ideale, ad un appiattimento pauroso, con conseguente mancanza di unione tra loro e di spirito di sacrificio».La conseguenza della lotta di Satana e del mondo, che si infiltra un po' dappertutto, porta naturalmente a questo. E noi, guardate, stiamo vivendo la nostra estate, e se alcuni si sono scoraggiati ed hanno lasciato questa Famiglia, il motivo è questo. Costoro, nella primavera della loro vocazione, sono venuti perché vedevano qui la realizzazione del loro ideale. E se a un dato momento hanno detto: «No, qui non c'è più l’ambiente ideale», perché hanno detto così? Naturalmente hanno addotto una scusa: «Qui non si vive secondo lo spirito del Signore». Dicano quello che vogliono, però se a un dato momento tutti i preti del mondo divenissero protestanti, non sarebbe questo un motivo perché diventi protestante anch'io, se tutti i cristiani bestemmiano contro Cristo, tu non bestemmiare. Se sei entrato a far parte di questa Congregazione, se hai preso conoscenza delle sue Costituzioni e del loro spirito, se hai detto: «Sì, mi piace questo spirito», per il fatto che esso non è vissuto qui dentro, vivilo tu e comincia tu a rinnovare la Congregazione con il tuo spirito di sacrificio e non con la critica, con la tua preghiera e non con la tua indifferenza, con il tuo amore verso le anime e non con il tuo disinteresse per esse. Dario, sbaglio forse? Mi pare che questa sia la realtà.

CONGREGAZIONE spiritualità

MONDO

CROCE Demonio

CONGREGAZIONE missione

ESEMPI demonio

COMUNITÀ

critica

CONGREGAZIONE appartenenza

CONGREGAZIONE Costituzioni

CONGREGAZIONE spiritualità

È don Ottorino stesso l’estensore della nota scritta, che legge ora a conclusione della meditazione.

MI347,12 [28-04-1971]

12 Io volevo arrivare a questo: dimostrare che, come in ogni vita c'è una primavera, un'estate e un autunno, così anche in ogni congregazione. Ed io ho osservato un po' da vicino la storia della congregazione dei Salesiani, di don Guanella, di don Calabria, di don Orione; me la sono studiata in questi ultimi anni veramente a fondo e ho constatato una primavera, un'estate con burrasche tremende e tremendi temporali, e poi un autunno, la stagione dei frutti.
Anche per noi ci deve essere uno sviluppo naturale. Noi stiamo vivendo la nostra estate e quindi le difficoltà inerenti ad essa. L'agricoltore, che se ne intende, le ha già messe in preventivo queste difficoltà, perciò ha fatto le sue assicurazioni contro la grandine e prega Dio che gli abbia da mandare un buon raccolto. Così anche noi: facciamo la nostra assicurazione contro la grandine e preghiamo Dio che ci assista.Ricordate che come per la natura e per l'individuo c'è un autunno, così anche per la Congregazione; non essendo essa opera di uomini, ma di Dio, ci sarà un autunno. Qui qualcuno ha scritto: «L'autunno che cos'è? L'ora di Dio!» e poi, tirata una lineetta, ha continuato: «Verrà», sottolineando due volte la parola.Sia lodato Gesù Cristo!

ESEMPI Congregazione

CONGREGAZIONE spiritualità