LA PROVVIDENZA

MI363 [22-12-1971]

22 Dicembre 1971

Don Ottorino richiama alcuni fatti concreti di aiuti straordinari, inaspettati e talvolta anche un po’ originali della provvidenza, avvenuti nei primi tempi dell’Opera e narrati con molto entusiasmo nel ritiro del Natale 1970.

Don Ottorino usa i termini «filosofia» e «teologia» in forma astratta, ma in realtà si rivolge ai giovani studenti di filosofia e di teologia presenti alla novena.

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1 Il tema fissato per questa sera è la provvidenza. Parlare della provvidenza è come se si dovesse parlare della propria mamma, è come se mi si domandasse: «Don Ottorino, ci parli della sua mamma». La cosa più semplice per me sarebbe quella di dire: «Mia mamma è mia mamma!». È chiaro? E con questo si sarebbe detto tutto.
La provvidenza? La provvidenza è la provvidenza, e la predica sarebbe già terminata. Tuttavia sforziamoci di dire una parola, che certamente confonderà più che illuminare.Provvidenza! Qualche volta si pensa ad essa come ad una mano misteriosa che porta una busta per pagare una cambiale in scadenza, o una rete metallica durante la notte, o alcune verghe di ferro al momento opportuno. Insomma si personifica la provvidenza in un aiuto materiale, in un Dio che aiuta materialmente. Io penso che questo rappresenti appena un piccolo aspetto della provvidenza, un suo lato molto ridotto.Vorrei azzardare una definizione della provvidenza. Se la filosofia e la teologia me lo concedono, direi che la provvidenza è la presenza di Dio nell'azione che l'uomo compie per ordine di Dio. Cioè, se l'uomo compie delle azioni dopo aver cercato la volontà del Signore, Dio è presente in lui, lo segue e lo accompagna.

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Don Ottorino inizia ora a raccontare la sua personale esperienza della presenza di Dio nella sua vita, cominciando dalle origini dell’Opera nel sottopalco del teatro parrocchiale di Araceli e risalendo poi agli anni del seminario.

Mons. Luigi Volpato (1891-1943), santo e saggio sacerdote, fu padre spirituale di don Ottorino durante gli anni del seminario e nei primi anni di sacerdozio.

Don Ottorino riassume in poche parole la difficile ricerca della volontà di Dio per iniziare l’Opera. In tutta la riflessione don Ottorino usa con abbondanza l’espressione «per caso» e il termine «casi», riferendosi chiaramente alle indicazioni offerte da Dio per la realizzazione del suo progetto.

Il riferimento è al vescovo mons. Rodolfi, che don Ottorino ebbe modo di conoscere da vicino durante il 1° anno del corso teologico quando venne inviato come animatore del seminarietto della cattedrale, e poi negli anni successivi: il vescovo instaurò un rapporto di stima e di affetto con il giovane chierico.

Padre Pietro Uccelli, saveriano, era stato missionario in Cina e all’epoca era il direttore della casa di formazione dei Padri Saveriani a Vicenza. Godeva fama di santità già allora e proverbiale era la sua fiducia nella divina provvidenza.

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2 Andiamo un po' al concreto.
Una volta un prete, scelto da Dio, ha cominciato una certa opera sotto un palco. Dio, però, non ha scelto questo prete girando per il mondo, ma se lo è preparato. Non a caso, quand'era seminarista, questo prete si era prefisso di imparare un mestiere ogni estate durante le vacanze, e non a caso si è trovato in certe circostanze che lo hanno un po' preparato a questa missione. Arrivata l'ora di Dio, il Signore picchia, picchia... tam, tam... e comincia a fargli sentire degli impulsi, a mostrargli delle luci che si accendono. Un po' disorientato, il povero prete comincia a domandarsi: «Queste luci sono di Dio o dell'io o del demonio?». Ed eccolo, allora, stendere la mano...Avete mai visto - come raccontava ieri sera uno di voi - il ragazzino che si diverte a lasciare il suo portafoglio sulla strada, legato ad una sottile cordicella, e il vecchietto che va a prelevarlo, ma... pam, improvvisamente tirato dalla cordicella il portafoglio sparisce? Non ne avete mai sentite di queste cose? Forse le avrete fatte anche voi.Ebbene, questo povero prete stende la mano, raccoglie non un portafoglio, ma quella voce, e si presenta... A chi? A coloro che il Signore gli ha messo vicino come strumenti. Ed ecco, allora, la provvidenza di Dio, che sempre spinge piano piano alla realizzazione del suo piano, senza violentare, e attraverso il padre spirituale, che per caso era mons. Volpato, comincia a spingere avanti, facendosi, così, sempre più precisa la volontà del Signore. E poi, quasi per caso, il padre spirituale acconsente che si domandi al Signore un segno, e quasi per caso arriva don Giovanni Calabria che dice: «Il Signore vuole questo e questo». Ma andiamo un pochino più avanti.Ed ecco che questo prete deve presentarsi al suo vescovo, il quale, proprio per caso, gli vuole già bene e lo conosce da quattro anni mentre di solito i vescovi conoscono i loro preti dopo qualche anno dall'ordinazione; questo vescovo conosceva per caso questo prete quattro anni prima che fosse prete e anche gli voleva bene. E questo vescovo va a consigliarsi con il suo padre spirituale che per caso è padre Uccelli, che, manco farlo apposta, questo povero prete conosce da parecchi anni; ambedue, da parecchi anni, si vogliono bene.Il Signore, per guidare con la sua provvidenza, predispone ogni cosa, anche le più piccole pedine, in modo che la sua volontà sia chiara e precisa. Ecco perché ho detto che la provvidenza è la presenza di Dio nelle sue opere. Per cui anzitutto bisogna cercare la volontà di Dio, ma già in questo la provvidenza è presente per aiutare l'uomo, il povero uomo, a cercare la volontà di Dio, tanto che a un dato momento l'uomo può dire: «Sì, sono sicuro che il Signore vuole questo da me».

AUTOBIOGRAFIA

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ESEMPI provvidenza

VOLONTÀ

di DIO

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Don Ottorino spesso cita questa espressione del Manzoni, il cui romanzo I promessi sposi sono un inno meraviglioso alla provvidenza divina che guida la storia per il bene di tutti.

MI363,3 [22-12-1971]

3 Voi direte: «La provvidenza comincia a questo punto». No, la provvidenza è cominciata prima. Adesso questo povero uomo dà inizio al piano di Dio ed ha bisogno di aiuti spirituali, di consigli organizzativi e anche di mezzi materiali. Se noi parliamo con la gente della strada, è chiaro che cominciamo subito a spiegare che ci fu una persona che un giorno disse: «La casa la pago io: centomila lire», e che, poi, non essendo più sufficienti quei soldi, soggiunse: «Occorrono duecentomila lire per comprare anche il terreno? Le offro io». Sono queste le cose che fanno una certa impressione tra la gente. Però, guardate che questo è il minimo, è il minimo, perché la provvidenza non è solo questo: è qualcosa di più.
Infatti, se noi dovessimo fare la storia della nostra Congregazione, io rinuncerei a farla, perché è impossibile riuscire a descrivere la presenza di Dio anche nei più piccoli particolari, nelle più minute circostanze, vorrei dire specialmente nelle cose che ci pesavano, ci costavano, nelle quali sembrava che, umanamente parlando, non fosse presente la provvidenza di Dio.Nelle ore in cui sembrava dormire Dio era presente più che mai. Nelle ore nere della Congregazione Dio era presente più che mai: era lui che agiva, lui che purificava, lui che lavorava. Cosicché ad un dato momento si è fatta chiara la linea della Congregazione, la linea che si doveva percorrere, come quando, viaggiando su strada asfaltata, si avverte l'allarme di una spia rossa nel caso si fuoriesca di strada o si passi su una banchina un po' sdrucciolevole o si stia andando contro un paracarro, un platano o, peggio ancora, giù per un fosso. Così anche nella via della Congregazione.Se volessimo paragonare la nostra Famiglia religiosa ad un aereo, dovremmo vederla come un aereo già partito e che vola in alto, e che di tanto in tanto scende a terra per rifornirsi di carburante e poi riparte; di tanto in tanto, però, fa rifornimento per aria: è il Signore che interviene in modo straordinario, è la provvidenza di Dio che accompagna, così, per caso.Per caso arriva una persona mandata da Dio, per caso si incontra qualcuno, per caso rubano la bicicletta, per esempio, e intanto mettono a posto i debiti che ci sono. Ricordate bene la storia: per caso... così, per caso!Si potrebbe scrivere un libro su questi trent'anni per dimostrare che «i casi non sono casi», come diceva il Manzoni ; essi sono vere circostanze, create dalla provvidenza di Dio per accompagnarci sul nostro cammino.

PROVVIDENZA

DIO piano di salvezza

PROVVIDENZA benefattori

CONGREGAZIONE storia

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CONGREGAZIONE spiritualità

Don Ottorino ricorda come il vescovo mons. Di Stefano venne a conoscenza della Congregazione e invitò don Ottorino a visitare la sua diocesi nel Chaco (Argentina). Il tramite fu don Ferruccio Frassetto, sacerdote padovano, insegnante presso il collegio vescovile di Thiene (VI), che conobbe don Ottorino e la Congregazione quando i giovani del 5° anno del corso ginnasiale cominciarono a frequentare il collegio per gli esami di ammissione al liceo.

Don Ottorino vuol dire che il Signore ha permesso che la Congregazione cedesse alla tentazione di aprire una missione nel Chaco (Argentina).

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4 È necessario che noi, durante questi anni in cui ci troviamo insieme nella Casa dell'Immacolata, ci rendiamo conto che Dio, nostro padre, ci segue istante per istante. Se volessimo esprimerci con un linguaggio tecnico, potremmo dire che Dio ha installato delle telecamere proprio accanto a noi, e che lui dal Paradiso ci segue e vede tutto quello che ci sta succedendo. Quando s'accorge che stiamo deviando ci trasmette degli impulsi, ci manda la persona adatta, ci dirige o con le ispirazioni o parlandoci direttamente nell'intimo del cuore, o per mezzo di qualcuno o, se è necessario, intervenendo anche con il miracolo. Ecco che cos'è la provvidenza di Dio: è andare avanti sicuri, con la certezza che non siamo soli, che un Padre non solo ci accompagna, ma ci è sempre presente e interviene con la sua onnipotenza.
Quanto è consolante, allora, questa certezza che Dio è con voi soprattutto un domani, quando partirete da questa casa per andare, mandati per caso, all'Isolotto di Firenze, nel Chaco, a Crotone o in qualche altra parte del mondo... così, casualmente!Sembrerebbe un caso, per esempio, l'apertura della missione nel Chaco.Mons. Di Stefano si trovava in una piazza a Verona e stava mangiando alcune castagne che aveva comprato, quando don Ferruccio lo vide, gli andò vicino e s'accorse che era un vescovo: restò meravigliato che un vescovo mangiasse le castagne in una pubblica piazza, e si mise a conversare con lui.«Di dov'è, eccellenza?».«Dei dintorni di Udine».«Potrebbe darmi un passaggio? Devo andare fino a casa». Sembrano casi... Strada facendo, il vescovo comincia a parlare del Chaco e della sua missione.«Allora - gli disse don Ferruccio - faccia una fermata a Vicenza».«No, non posso».«La faccia, per carità!».Mons. Di Stefano si era recato a Verona presso il seminario che prepara missionari per l'America Latina per chiedere dei preti, ma gli avevano risposto negativamente.«Senta, eccellenza, si fermi un momentino a Vicenza, all'Istituto San Gaetano: è un'Opera bellissima...».«Non posso, ho troppa fretta», ed ha finito, ma con fatica, per cedere e fermarsi qui da noi. In seguito ha commentato: «È stata la più bella fermata! Andavo in cerca di preti e non volevo fermarmi dove c'erano». E poi, così per caso, mi ha soggiunto: «Venga a visitare la mia missione; venga solo a vedere». E ci siamo cascati anche noi.Ah, guardando indietro, quante volte dovremmo dire che proprio la provvidenza paterna di Dio ci ha accompagnati nei piccoli e grandi casi, nelle piccole e grandi scelte!

CONGREGAZIONE Case della Congregazione

DIO Padre

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DIO passaggio di...

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CONGREGAZIONE Case della Congregazione

MISSIONI

PROVVIDENZA

La descrizione e l’applicazione della caldaia rotta si trova nello schema pubblicato in appendice alla riflessione precedente. L’immagine, così espressiva ed efficace, è nata da un reale guasto alla caldaia, che aveva causato non pochi disagi.

Il diac. Vinicio Picco doveva abitualmente intervenire quando in casa c’era qualche problema o qualche macchina da riparare.

MI363,5 [22-12-1971]

5 Però, è necessario che noi, durante il nostro cammino, ci sentiamo sotto la luce di questa presenza di Dio, che un domani non diffidiamo di lui, neanche se dovessimo precipitare improvvisamente dentro l'acqua e sentire che essa comincia a travolgerci e ad entrare in bocca: «Ecco, mi annego!»; anche allora dovremmo dire: «Mi fido».
Ricordo d'avere portato, un giorno, un paragone un po' ardito. Ho detto: «Se voi, mandati dall'obbedienza, viaggiaste in autostrada diretti a Torino, e lungo il percorso non trovaste nessun distributore di benzina e a un dato momento, o perché siete stati distratti o per altro motivo, vi trovaste senza benzina, non abbiate paura. Scesi dalla macchina per dare un'occhiatina nel serbatoio e constatato che è vuoto, vedreste spuntare improvvisamente dal suolo, accanto a voi, una pompa che vi riempirebbe il serbatoio. Infatti è impossibile che si lavori per il Signore, per amore suo, che ci si fidi di lui e lui non intervenga.Questo non avviene solo per le cose materiali, com'è la benzina, ma in modo particolare per quelle spirituali. Forse le cose materiali colpiscono un po' di più perché sono appariscenti, ma se dovessimo considerare qui, in ginocchio davanti all'altare, certi particolari spirituali, certe cose spirituali, che avvengono così, per caso, allora resteremmo veramente colpiti.Per esempio, sabato sera, quando ci trovavamo lassù a Bosco e stavamo parlando della carità e dell'umiltà, chi mai pensava alla caldaia? Io non avevo preparato nei miei appunti il paragone della caldaia, anzi, fino a quel momento, se mi avessero parlato della caldaia rotta, avrei detto: «Una disgrazia... poveretti, a Vicenza sono al freddo...». Dopo, mentre stavamo parlando insieme è balzato fuori il paragone della caldaia con un elemento rotto. Il paragone l’abbiamo applicato ad una Comunità che non può camminare bene se un suo elemento è rotto. E, prima di andarmene a letto, ho detto: «Signore, ti ringrazio che hai permesso che si rompesse la caldaia!». Non so se Vinicio sarebbe stato d'accordo con me, comunque ho detto: «Signore, ti ringrazio!», perché anche la caldaia scoppiata è stata una benedizione di Dio.Quante volte nella vita noi imprechiamo, forse, contro qualche elemento o qualche caldaia o altra cosa! Alla fine, però, dobbiamo ammettere: «Anche lì c'è stata la provvidenza di Dio, c'è stata la presenza di Dio». Credo che a noi manchi tante volte la semplicità nel guardare Dio, nell'ascoltare Dio, proprio nel seguire e sentire Dio.

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VIRTÙ

fiducia

PROVVIDENZA

COMUNITÀ

PREGHIERE al Signore

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DIO passaggio di...

Il riferimento è a una frase di don Pietro De Marchi prima di partire dalla Casa dell’Immacolata per l’Isolotto di Firenze.

Il dramma di Giuseppe e di Maria è narrato da Mt 1,18-25.

Il miracolo della risurrezione di Lazzaro e il dialogo di Marta e di Maria con Gesù sono narrati in forma molto dettagliata da Gv 11,1-44

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6 Ieri sera vi dicevo: «Dobbiamo camminare cuore a cuore con Dio». Ora vi ripeto quello che ha detto il nostro caro don Pietro nel partire per Firenze: «Andiamo tranquilli, andiamo sicuri, perché sappiamo che Dio è con noi». Io ve lo dico: state bene attenti!
Spero che il Signore, fra qualche anno, mi chiami in Paradiso: avrei il diritto di andarmene prima di voi perché sono più vecchio. Almeno di là, se non proprio in Paradiso... Fra qualche anno ci dovremo separare. Ebbene, conservate questo ricordo: fidatevi della provvidenza, fidatevi di Dio, fidatevi di Dio.Però non fidatevi di Dio quando avete il portafoglio pieno di soldi, un posto dove vi trovate bene, avete sicurezza umana. Così è facile fidarsi di Dio! Fidatevi di Dio quando vi troverete in situazioni estreme, come la Madonna quando fu per essere respinta occultamente da Giuseppe, senza sapere come potersela umanamente cavare. Ricordatevi che più d'una volta, nella vostra vita, il Signore vi metterà in circostanze in cui, umanamente parlando, dovrete dire: «Non so come fare; solo Dio, solo Dio potrà cavarmi fuori da questa situazione». Vi troverete più d'una volta così, perché il Signore vuol provarvi. Allora ricordatevi: proprio in quel momento, quando meno ve l'aspettate, arriverà Gesù e vi dirà, come alle sorelle di Lazzaro: «Abbiate fede! Io sono la risurrezione e la vita». «Già puzza», direte voi. E allora Gesù dirà: «Non abbiate paura. Lazzaro, vieni fuori!». Il miracolo di Lazzaro, cioè della risurrezione di un morto che già puzza, si avvererà sempre sul vostro cammino, purché abbiate la fede di Marta e di Maria.

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