Meditazioni italiano > 1961-65 > L’APOSTOLO VIVE CONTINUAMENTE IN CONTATTO CON GESÙ

L’APOSTOLO VIVE CONTINUAMENTE IN CONTATTO CON GESÙ

MI36 [12-11-1965]

12 novembre 1965

Don Ottorino parafrasa con molta libertà il passaggio evangelico di Gv 1,26-27.

Malcesine è una amena località sul lago di Garda, dove all’epoca si stava collocando alcune casette prefabbricate, costruite dai giovani della Casa dell’Immacolata, e delle quali Zeno Daniele, all’epoca ancora novizio, seguiva la parte amministrativa.

MI36,1 [12-11-1965]

1. Giovanni Battista potrebbe rimproverarci dicendo: “In mezzo a voi c’è uno che voi non conoscete: si trova in mezzo a voi, vive in mezzo a voi, mangia il pane insieme con voi, lavora accanto a voi, trascorre la giornata con voi. Io non sono degno neppure di allacciare i suoi sandali”.
Figlioli, in mezzo a noi c’è uno che né io né voi conosciamo. Porto un esempio. Io parto in auto e mi reco a Malcesine insieme con Zeno: faccio due ore di auto insieme con il mio compagno di viaggio e non gli rivolgo nemmeno una parola. Ebbene, figlioli: Dio è in mezzo a noi e noi non lo conosciamo; giorno e notte è con noi, dentro di noi e vicino a noi; noi siamo immersi in lui. Perdonate allora la brutta parola: se sarebbe un atteggiamento cretino andare a Malcesine senza rivolgere la parola al compagno di viaggio, ricordate bene che è molto più grave trascorrere le giornate senza rivolgerci al Signore. Molte volte ho già parlato della necessità di questo contatto personale con il Signore, e se Dio mi darà voce continuerò a ripeterlo finché sarete stanchi e vorrete scappare dalla Casa dell’Immacolata. Un tempo dicevo ai più vecchi che si trovano laggiù, che al mattino passava davanti alla nostra casa un uomo con un carrettino per vendere latte: vendeva latte, non olio emulsionabile. Se una sola volta avesse portato, al posto del latte, acqua mescolata con olio in modo che avesse il colore del latte, il giorno seguente le donne l’avrebbero aspettato con il manico della scopa o con un mestolo gridando: “Porta via questa porcheria!”, e lo avrebbero bastonato.

PAROLA DI DIO Vangelo

GESÙ

conoscenza

ESEMPI vari

PREGHIERA vita interiore

PREGHIERA incontro cosciente e personale con Dio

CONGREGAZIONE Case della Congregazione

Il riferimento è a Gaetano Scortegagna, che era cugino di don Ottorino e che all’epoca frequentava il 2° anno del corso teologico.

Nel 1965 la Congregazione era composta da sacerdoti e assistenti, perché il diaconato permanente non era ancora stato concesso.

L’allusione è al vino fatto con elementi chimici e non con l’uva.

MI36,2 [12-11-1965]

2.E voi, che avete tanta fretta per andare nell’America Latina e gridate: “Vado io! Vado io!”, come ad esempio Gaetano , avete la fede che dovete portare nel mondo? I vescovi chiedono preti e assistenti che siano portatori di fede e che credono veramente. Non chiedono prodotti sofisticati, non vogliono vino fatto con il “palo”, ma vino d’uva.
Figlioli miei, perdonate se insisto ancora su questo punto. Dobbiamo aver fede e credere che Dio è vicino a noi, che quando siete in camerata e viene spenta la luce Dio è accanto al vostro guanciale: parlategli! Quando durante la notte vi svegliate perché non riuscite a dormire o dovete andare ai servizi, Dio è vicino... salutatelo! Quando al mattino vi svegliate, il primo saluto deve essere per lui che è vicino al vostro letto. Quando state giocando in cortile, cadete e vi rompete una gamba, dovete dire: “Signore, sia fatta la tua volontà”. Quando vincete e siete felici per la vittoria, dite: “Grazie, Signore”. Non dimenticate che lui è sempre vicino. In mezzo a noi c’è uno che non conosciamo, e noi vogliamo andare ad annunciarlo per il mondo. Vi assicuro e ve lo dico dinanzi al Signore, come un papà con i suoi figli, che io ho paura di me stesso. Mi rendo conto che a cinquant’anni dovrei avere più fede, dovrei credere di più: dovrei sentire e toccare il Signore. Figlioli, se noi non siamo uomini di fede non facciamo niente. E questa fede bisogna viverla istante per istante: Dio ce la dà, ma domanda la nostra collaborazione.

VIRTÙ

fede

DIO presenza di...

VOLONTÀ

di DIO

MONDO

PREGHIERA incontro cosciente e personale con Dio

DIO amore a Dio

Luigi Smiderle era ancora chierico all’epoca e frequentava il 3° anno del corso teologico.

MI36,3 [12-11-1965]

3.Portiamo un altro esempio. Questa sera chiamo con me don Luigi Smiderle , soprannominato “pocetti”, e Gaetano. Li porto nella mia stanza dove c’è un tavolino: apriamo una bottiglia e ci mettiamo a chiacchierare fraternamente per due ore. Inizia la conversazione Gaetano rivolgendosi a Smiderle, il quale poi risponde. Io li ho invitati, ho versato loro il vino perché abbiano la possibilità di parlare, e per le due ore io resto come un palo ad ascoltare mentre gli altri due conversano tra di loro e non mi degnano né di uno sguardo né di una parola. E dopo due ore, quando hanno terminato la bottiglia, se ne vanno contenti salutandosi: “Ciao, Gaetano! Ciao, Luigi! Abbiamo trascorso insieme una bella serata”. Mi verrebbe la voglia di dir loro: “Insensati! Io vi ho invitato, vi ho offerto la bottiglia, sono stato ad ascoltarvi in silenzio per due ore: perché non abbiamo conversato insieme? perché non mi avete mai rivolto la parola? perché non mi avete detto almeno una volta: Don Ottorino, lei che cosa ne dice?”.
Quante volte, figlioli, durante un incontro o in una classe si discutono forse problemi di alta mistica o anche problemi apostolici, e lui, colui che ci ha invitato, è l’unico a non essere interpellato e al quale non viene rivolta la parola! Figlioli, questa seconda parte è il riflesso della prima: se io credo, quando sono solo, alla presenza del Signore e mi rivolgo a lui, è chiaro che lo sento vicino e presente anche quando siamo in due o tre. Se non lo sentite presente, cambiate mestiere! Non abbiate paura delle difficoltà e delle tentazioni, perché ci vuole il desiderio e la buona volontà per arrivare a questa unione con il Signore. Non dobbiamo spaventarci, ma quella è la meta dove dovete arrivare: sentire la presenza del Signore quando siete radunati insieme.

ESEMPI fraternità

ESEMPI vari

CROCE

DIO presenza di...

COMUNITÀ

unità

Il riferimento è all’episodio evangelico del pranzo di Gesù in casa del fariseo Simone, raccontato da Lc 7,36-50.

Nel testo registrato don Ottorino aggiunge: “Ha aspettato la fine del pranzo...”, precisazione che in realtà non è presente nel testo evangelico.

L’espressione era molto cara a don Ottorino, che l’aveva tratta da un libro di René Voillaume, fondatore dei Piccoli Fratelli di Gesù, che si ispirano alla spiritualità di Carlo De Foucauld.

MI36,4 [12-11-1965]

4.È necessario questo contatto personale con il Signore perché un domani sarete apostoli e avvicinerete le persone. Sarete invitati, per esempio, a pranzo “in casa di Simone” : voi sarete a pranzo, ma avrete sempre accanto il Signore e dovrete aspettare il momento propizio per parlare di lui. Dovrete agire con criterio, sapendo sfruttare il momento conveniente, come Gesù ha saputo aspettare in quell’occasione dicendo dapprima: “Simone, ho qualche cosa da dirti...”, e colpendo poi con battuta finale.
Figlioli miei, noi siamo gli uomini di Dio. Dobbiamo andare nel mondo a parlare di Dio, a portare Dio, ma prima è necessario avere una comunione di vita con lui: dobbiamo abituarci a sentirlo sempre accanto, nel riposo, nello studio, nelle conversazioni. Se sentiamo Dio con noi potremo andare nel mondo come “carmeli ambulanti”. “In mezzo a voi c’è uno che voi non conoscete”.

PREGHIERA incontro cosciente e personale con Dio

APOSTOLO

DOTI UMANE criterio

APOSTOLO uomo di Dio

VIRTÙ

sapienza

APOSTOLO ambasciatore di Dio

PREGHIERA carmeli ambulanti

MONDO