Anche per questa meditazione don Ottorino si serve del libro di p. MATTEO CRAWLEY – BOEVEY, “Gesù, Re d’amore”, XII edizione riveduta, Editrice Vita e Pensiero, Milano 1963. Le citazioni, prese dalle pagine 28-31, vengono sempre riportate in corsivo senza ulteriori richiami.
Il libro di p. Matteo segnala la citazione di Mt 26,73.
Nel testo registrato don Ottorino ripete l’espressione evangelica di Matteo dapprima in latino e poi in italiano.
MI375,1 [15-5-1972]
1 Nella sua «DIO rapporto personale
VIRTÙ
fede
Il libro di p. Matteo segnala in nota la citazione di Lc 17,5.
Don Zeno Daniele, prima di entrare nella Casa dell’Immacolata, aveva lavorato come segretario dell’ing. Eugenio Grassetto, noto imprenditore edile padovano.
Il prof. Marcello Peretti, ordinario di pedagogia presso l’università di Padova, era amico di don Ottorino, che spesso lo invitava per qualche conferenza ai giovani della Casa dell’Immacolata: il suo modo di presentarsi era alieno da ogni etichetta e libero, tanto che a volte appariva trasandato nel modo di vestire.
Il libro di p. Matteo pone in nota la citazione: Giovanni 8,12
Il riferimento è a una anziana e umile signorina che era stata ospitata con i benefattori in Casa San Giovanni.
Don Ottorino si riferisce all’esempio portato nella meditazione del giorno precedente.
MI375,2 [15-5-1972]
2 «Necessità della fede: "Signore, aumenta la mia fede!". La fede è la base della vita spirituale e dell'azione apostolica».Un'azione apostolica non può supporre la fede; la fede ci deve essere, perché senza di essa non si può avere né vita spirituale, né azione apostolica. C'è il pericolo di credere di avere la fede, mentre non la si ha, perché la fede non è soltanto un'adesione generica dell'intelligenza, la fede è vita. Comunque di questo ci parlerà ora il nostro caro padre Matteo.«Non si persuade se non si è persuasi: per convincere, bisogna essere convinti. E dove si trovano la convinzione e la persuasione? In colui, e in colui soltanto, che Gesù ispira; in colui, e in colui soltanto che conosce Gesù.. ».«In colui che conosce Gesù...»!VIRTÙ
fede
GESÙ
conoscenza
ESEMPI conoscenza di Gesù
GESÙ
unione con...
ESEMPI vari
VIRTÙ
sapienza
DIO sapienza di..
Nel testo registrato si ascoltano a questo punto alcune parole incomprensibili.
Don Ottorino allude alla tentazione di perdere tempo per cercare nel vocabolario la descrizione di certe parole, magari con una curiosità morbosa. Non esclude il dovere di informarsi, di studiare, di approfondire, ma disapprova un modo superficiale di trattare i vari temi.
Il riferimento è a Franco Faggian, che all'epoca stava studiando per gli esami di maturità.
MI375,3 [15-5-1972]
3 «Ragioniamo troppo, bisognerebbe avere meno testa!».Ciò non vuol dire che dobbiamo essere più ignoranti, ma filtrare, filtrare tutto nell'intimità del Cristo; dobbiamo studiare tanto, di più, ma in casa, alla presenza del Signore.Quando si era piccoli, tante volte si faceva la lezione in casa finché la mamma lavorava: lei cuciva e noi eravamo vicino a lei a far la lezione. Ogni tanto la mamma si alzava e diceva: «Guarda come scrivi male! Quella macchia d'inchiostro non sta bene». Allora - non so se è mai capitato a voi - si metteva la carta assorbente sopra la macchia perché non la vedesse, si cercava di cancellare per pulire un po' e dopo si mostrava la lezione. La mamma rimproverava se vedeva macchie. Ricordo che un giorno mio papà, accortosi che avevo fatto una macchia, mi stracciò il quaderno...Noi dobbiamo lavorare, e lavorare tanto tanto, ma alla presenza del Signore, e allora si lavora meglio perché si sente di essere controllati e il lavoro riesce bene. È diversa la cosa perché allora, se si cerca una parola nel vocabolario, non se ne cerca una di più; e quando viene qualche volta la tentazione di dire: «Beh, passiamo avanti», non si passa avanti perché lui dice che si deve fare, si deve studiare, si deve vedere, si deve approfondire. Sapeste come si studia diversamente - non è vero, Franco ? - alla presenza del Cristo! Certe cose non le faresti e ti fermeresti al momento giusto; per certe altre, invece, sentiresti il dovere di farle perché lui vuole che tu le faccia. Non ti accontenteresti del sei a scuola se puoi rendere sette perché lui vuole sette, e non ti accontenteresti del sette se puoi rendere otto perché lui vuole otto.«La sapienza più sublime è quella della fede. Si è tanto saggi e tanto sapienti, quando si crede!Ciò che è necessario in ogni tempo, ma soprattutto all'epoca nostra, non sono i savi e i sapienti secondo il mondo, i politici, i pensatori. Se la loro sapienza non viene da Dio, se non deriva dalla sua sapienza, se è solo frutto della loro esperienza e dei loro lavori, se la traggono da loro stessi, servirà a poco o a nulla».
GESÙ
unione con...
ESEMPI Gesù
unione con...
AUTOBIOGRAFIA famiglia
DIO passaggio di...
DIO scoperta di... VOLONTÀ
di DIO
DIO passaggio di...
DIO scoperta di...
Enrico Medi, famoso scienziato, noto in tutta Italia per la sua eccezionale capacità di presentare alla gente con un linguaggio semplice e piano i fenomeni scientifici più complessi, era un credente convinto e, accanto alla scienza, manifestava anche la sapienza cristiana con semplicità e profondità insieme.
Don Ottorino si rivolge per un’altra volta a Franco Faggian, che in quei giorni stava dando gli esami di maturità presso l’istituto magistrale
MI375,4 [15-5-1972]
4 Considerate, per esempio, un Medi : sapiente secondo il mondo, però con la sapienza di Dio. La sapienza del mondo, se non ha la sapienza di Dio, è come una buona polenta senza sale: un buon cibo, ma insipido; tutto è buono, vi manca solo il sale. Provate a mangiare polenta senza sale: non sarete capaci di mangiarla. Eppure, eppure ha tutti gli ingredienti, vi manca solo il sale. La sapienza del mondo, la tecnica moderna, gli scienziati, quanto gusterebbero di più, e quanto renderebbero, anche, di più se avessero Dio! Sentirebbero infatti il bisogno di progredire ulteriormente nelle loro ricerche, ma per scoprire il Signore, per poter dare gloria al Signore. Infatti, se la natura dà gloria a Dio, pensate quanta maggior gloria rendono al Signore le opere compiute dall'uomo, il re dell'universo, se fatte con amore!«Sapete che cosa ci vuole per risvegliare il mondo? Anime di fede, anime di Santi, luminose e semplici… Ci vogliono dei Curati d’Ars! Essi faranno per il bene della società più che non tutti i sapienti e tutti i geni».Del resto l'ha detto anche il Santo Padre: abbiamo bisogno di santi, abbiamo bisogno di santi!«Perché essi partecipano della luce di Dio, diffonderanno la luce di Dio, di Cristo Gesù, mentre fuori di Gesù non ci sono che tenebre e illusioni…Bisogna vivere di fede; non di una fede ordinaria, ma di una fede luminosa ed attiva».Dobbiamo avere quella fede che viene attinta vivendo insieme con il Signore. Ricordatevi che la fede non è frutto di tanti ragionamenti: è vivere insieme, vivere con lui, insieme con Cristo, e poi vivere la vita illuminati da questa fede.Come un buon papà di famiglia, il quale, quando è in casa con la sua famiglia, la moglie e i figlioli, vive la vita di famiglia. Lui lavora e fa, ma ha in mente la sua famiglia. Se vai a trovarlo e gli chiedi: «Come va?», ti risponde: «Eh, ho la moglie che da un po' di giorni non sta proprio bene... il ragazzo, che sta facendo gli esami... il più piccolo che da qualche giorno ha una tossetta che non mi piace affatto...». E naturale! Hai sentito, Franco? Parliamo di te che stai facendo gli esami. Stamattina, quando ti ho visto in chiesa, ho pensato: «Quel ragazzo ha gli esami da fare», e ieri sera: «Quel ragazzo ha gli esami da fare». Certo, è naturale! Se vivi la vita di famiglia... Un papà che vive la vita di famiglia sente i problemi della casa come suoi: gioie e dolori.Se io vivo in intimità con il Cristo e so incontrarmi con lui con semplicità, so trattare con lui non superficialmente, ma con vero amore e affetto; tutta la giornata è un riflesso del mio incontro con lui. Nella mia giornata porterò logicamente con me le mie miserie; e allora naturalmente mi pentirò, mi incontrerò con lui e gli dirò: «Signore, porta pazienza! Lo sai chi sono, conoscevi le mie miserie!».DIO sapienza di..
SOCIETÀ
tecnica
VIRTÙ
fede
GESÙ
unione con...
FAMIGLIA
ESEMPI Gesù
unione con...
CONVERSIONE pentimento
PREGHIERE al Signore
Il libro di p. Matteo porta in nota la citazione evangelica: Matteo 11,27.
Il dialogo tra Gesù e l’apostolo Filippo è narrato da Gv 14,8-9.
Don Ottorino vuol dire che l’uomo da solo non può penetrare il mondo dello spirito, ma viene introdotto da Cristo e dallo Spirito Santo.
La Via Crucis era una delle pratiche devozionali più care a don Ottorino: la faceva il venerdì, e in certi periodi anche ogni giorno.
È chiaro il tono scherzoso nei riguardi di Francesco Ambrosi, da poco entrato nella Casa dell’Immacolata, di corporatura piuttosto robusta.
MI375,5 [15-5-1972]
5GESÙ
DIO Trinità
DIO Padre
DIO Spirito Santo
MARIA la nostra buona mamma
MARIA corredentrice
GESÙ
redenzione
È evidente il richiamo alla parabola del figliol prodigo che ha dilapidato ogni bene ricevuto dal padre: cfr. Lc 15,11-32.
La Casa dell’Immacolata è sempre stata legata con un rapporto privilegiato con il Carmelo Santa Maria Maddalena de’ Pazzi di Firenze, le cui monache pregano e seguono con interesse la vita della Congregazione.
L’espressione latina significa: «All’ultimo momento».
Il prof. Amidei era all’epoca il primario di oculistica dell’ospedale civile di Vicenza, e mons. Giuseppe Sette (1905-1977) era un grande amico di don Ottorino e un benefattore dell’Opera.
Don Ottorino cita la frase evangelica di Mt 5,16 in latino: «Ut videant opera vestra bona et glorificent Patrem vestrum».
MI375,6 [15-5-1972]
6 Amici miei, chi mi fa conoscere queste meravigliose bellezze? La comunione dei santi! Questo sentirmi legato agli altri... Se in famiglia, a un dato momento, capita che qualcuno subisce un incidente o si ammala, non importa: pagano gli altri fratelli. Quante volte i miei fratelli cristiani avranno pagato per me che ho mangiato fuori tutto! Quante volte sarò stato salvato forse da qualche suora ammalata, da qualche povera creatura, da qualche mamma! E magari, durante quella tentazione, ho avuto un momento di grazia per la comunione dei santi. Sbaglio, don Guido? La comunione dei santi! Santa Teresina del Bambin Gesù offriva le sue sofferenze per i missionari; ma ce ne sono, ce ne sono che offrono preghiere e sofferenze, come il Carmelo , le mamme e tante altre creature che offrono tutto per la Chiesa e per i missionari. Chissà quante volte io, sacerdote, sarò stato salvato «in extremis» magari proprio dalla goccia di sudore di un operaio o dal dolore di un'ammalata che offriva per i sacerdoti!Queste cose, che sono una realtà, io le scopro davanti all'altare, parlando con lui. La bellezza di un sacrificio, di una rinuncia, di una umiliazione, di una bocciatura, di un insuccesso agli esami, una delusione perché si pensava di prendere nove e invece si ottiene solo sette, deve essere accolta con gioia, quasi con piacere, non in una forma sensibile, ma spirituale. Non solo, ma dobbiamo anche gustare la salvezza di un'anima, provar la gioia di aver fatto qualche cosa per la sua salvezza; gustare, vedendo che si trasforma, si converte, passa dal peccato alla grazia.Quando passate nel giardino, potete camminare avanti e indietro e non fermarvi; se, però, cominciate a fermarvi e a osservare qualche pianta - non so se avete fatto caso a questo - qualche volta vi viene da dire: «Oh, guarda! Sono alcuni giorni che la osservo, e mi accorgo che cresce e si sviluppa di giorno in giorno». Bisognerebbe fermarsi un pochino e contemplare che cosa sta operando la grazia, per esempio, nei propri compagni. Quando il prof. Amidei lesse la lettera di Lorenzo scritta a Valerio disse a mons. Sette: «Non si sono accorti del giovane che avevano in casa? Come hanno fatto a non accorgersene?». Io domando, adesso che noi ammiriamo Lorenzo, cosa bellissima, non si discute: vi eravate accorti che Lorenzo era a quella altezza spirituale? Vi eravate accorti come il Signore stava portandolo in alto? Vi eravate accorti come quel fiore stava crescendo giorno per giorno? Ebbene, attorno a noi ci sono forse degli altri Lorenzo. Ma è proprio vivendo vicino a Gesù che noi scopriremo quello che il Signore sta facendo attorno a noi, «affinché vedano le vostre opere buone e rendono gloria al Padre vostro» , e ammireremo la bontà di Dio che sta facendo cose meravigliose in mezzo a noi, in mezzo ai fratelli.Amici miei, tutte queste realtà sono, in fondo, il mondo dello spirito, che è il vero mondo, il vero volto delle cose, perché tutto il resto del creato esiste in quanto deve portarci a quel punto. Dio ha creato l'universo, perché l'uomo possa per suo mezzo raggiungere la famiglia di Dio. Ma noi contempliamo queste cose soltanto se siamo lì con Cristo: è lui che ce le rivela, lui è la luce che accende la nostra intelligenza, che ci fa capire e comprendere queste meraviglie.GRAZIA Corpo Mistico
CROCE
PENITENZA sacrificio
APOSTOLO salvezza delle anime
PECCATOESEMPI grazia
GRAZIA
DIO amore di...
DIO cuore di...
DIO bontà
di...
NOVISSIMI eternità
Nome tradizionale del soldato che colpì con la lancia il fianco di Gesù quando era già morto sulla croce: cfr. Gv 19,34
Bruno Spagnolo è stato allievo dell’Istituto San Gaetano, dove divenne cieco per un incidente di gioco. Dopo un periodo di profonda ribellione, ritrovò la fede e la pace, formandosi una famiglia felice e svolgendo con competenza la sua professione presso l’ospedale civile di Vicenza.
Il riferimento è all’esperienza del “cursillo de cristiandad” che aiutò Bruno Spagnolo a maturare nella sua fede.
MI375,7 [15-5-1972]
7 «C'è bisogno di questa grande fede per penetrare nell'intimità del Cuore di Gesù, per trovare non un Gesù rimpicciolito, ridotto - permettetemi la parola - un Gesù in caricatura, ma per trovarlo nella piena bellezza dell'amore suo, nella "magnificenza del suo amore"».Quante volte noi abbiamo un Gesù in caricatura, conosciamo un Gesù in caricatura! Invece no: bisogna conoscere il Signore come è.«Bisogna penetrare più addentro della lancia di Longino per comprendere, attraverso questa luce, i tesori che egli riserva ai suoi intimi, ai suoi apostoli».Vi accorgerete o, meglio, ci accorgeremo, avvicinando Gesù nel modo che dicevamo prima, che egli continua a svelarci cose sempre nuove, che apre sempre cofanetti nuovi, e allora diremo: «Anche questo...! Anche questo...! Anche questo...!», scopriremo sempre cose nuove. La vita dei santi è, si può dire, una rivelazione continua.Un giorno, parlando di Spagnolo, il cieco, vi raccontavo un particolare della sua vita. Prima ancora che fosse corsillista, mi diceva: «Don Ottorino, io ho ringraziato il Signore tante volte proprio di essere cieco, perché essendo cieco ho scoperto il Signore. E se egli mi domandasse se voglio riavere la vista, gli direi di no per paura di perdere questa conoscenza del Signore, per paura che il mondo mi abbia, poi, da distrarre e farmi dimenticare Dio». Prima era un ragazzo vivace, piuttosto uno scavezzacollo, diremmo noi, eppure ha fatto dei passi meravigliosi attraverso questa disgrazia. Un giorno, dopo essere diventato corsillista, venne da me a confessarsi e alla fine mi disse: «Don Ottorino, devo confidarle una cosa: credevo di conoscere il Signore... Mamma mia, è una cosa meravigliosa! Ma com'è il Signore? Adesso... adesso lo conosco...». Insomma ha fatto un salto in avanti, il secondo più lungo del primo, per arrivare fino a quel punto. Allora gli ho detto: «Bruno, non credere d'essere arrivato fino in fondo...». «È impossibile - mi ha risposto - che si possa conoscerlo di più, credo sia impossibile!». «Fa’ la prova e vedrai. Tu resta sempre disponibile così nelle mani del Cristo e vedrai che ogni giorno della tua vita sarà un crescere nella luce, finché non si apriranno gli occhi, ma quelli veri, e lo vedrai; allora ti accorgerai che prima non avevi capito niente».GESÙ
Strumento con cui si può aumentare gradualmente la tensione elettrica.
La prima espressione evangelica è del cieco di Gerico risanato (Cfr. Mc 10,46-52 e Lc 18,35-43), la seconda invece è l’invocazione degli Apostoli in Lc 17,5, e l’ultima riecheggia la preghiera del padre del ragazzo epilettico in Mc 9,24.
L’allusione scherzosa di don Ottorino è a se stesso, che desidera per i suoi figli un cammino di santità molto più spedito del suo.
L’episodio di Mosè che discende dal monte Sinai con il volto luminoso è narrato in Es 34,29-35.
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8 Se noi viviamo a contatto delle anime, ci accorgeremo proprio di questo: chi si avvicina intimamente al Cristo, chi si sforza di vivere così, continuerà a ripetere: «Credevo di conoscerlo... adesso lo conosco!», perché lui si rivela sempre di più.Faccio un esempio. Noi qui abbiamo dei bravi elettricisti. Entriamo in questa stanza ove c'è una luce accesa. A un dato momento, per mezzo del survoltore , si aumenta la tensione di corrente e tutti esclamano: «Che bella luce, che spettacolo!». Poi diamo un altro aumento e tutti esclamano: «Toh! Ma guarda...». E cosi si aumenta, si aumenta, si aumenta, finché tutto diventa luce e diventiamo luce anche noi.Se entriamo in una sala dall'oscurità ci sembra una sala luminosissima, però è una luce modesta. Avete presente invece i riflettori del reparto cinema? A un dato momento c'è una luce tale che brucia. Bene, noi dobbiamo diventare fuoco; Cristo è così. Ricordatevi: per le anime semplici c'è un survoltore che continua, continua ad aumentare la tensione della corrente. Anche se qui la luce si spegne, lui continua ad andare avanti; parte sempre dallo stesso punto e avanti... perciò è una continua crescita. Però ci vuole questa disponibilità nelle mani del Signore.«Se è vero che servire Dio è regnare, oso aggiungere: val più che regnare, significa divenir conquistatori. Sì, conquistatori d'un mondo che bisogna portare convertito, trasformato, ai piedi del Re d'Amore».Quando un'anima è stata colpita dalla luce del Cristo, sente il bisogno, un vero bisogno naturale di manifestarlo. È impossibile per l'anima che si è veramente incontrata con il Cristo, non portar fuori qualcosa di sé, cioè non fare apostolato. Non so se dico bugie: è impossibile!«Sì, conquistatori d'un mondo che bisogna portare convertito, trasformato, ai piedi del Re d'Amore: conquistatori soprattutto del suo divin Cuore. Ecco una gloria molto più grande di quella d'un regno, ecco la gloria cui avete diritto voi, cari apostoli.Si riceve questa grazia nella misura in cui si progredisce nello spirito di fede, nel desiderio di vedere Dio, di non vedere che lui solo».Nella propria stanza, inginocchiati a terra, diciamo: «Signore, fa’ che io veda! Signore, fa’ che io veda! Signore, io voglio vivere nella tua fede; Gesù, credo in te».GESÙ
unione con...
ESEMPI conoscenza di Dio
CONSACRAZIONE disponibilità
APOSTOLO F.A.
PREGHIERE al Signore