Don Ottorino era solito dettare la meditazione una o due volte alla settimana, e sempre c’era qualche novizio o qualche religioso che faceva appunti di quanto lui diceva.
MI38,1 [18-11-1965]
1.Abbiamo meditato come gli apostoli devono essere pieni di Spirito, cioè santi. Abbiamo considerato che bisogna vedere con gli occhi di Dio, che bisogna amare con il cuore di Dio, trattare e agire con lo Spirito, con la sapienza di Dio e vivere in Dio e per Iddio. Ecco allora la meditazione di questa mattina. Se adesso scrivete mi fate vergognare, perché mi sono ricordato soltanto ora che questa mattina dovevo dettare la meditazione. Per guadagnare un po’ di tempo ho telefonato un quarto d'ora al Signore. E allora, pensandoci sopra, mi sono chiesto: "Di quante specie può essere la fede?". E ho pensato a questo tema. La nostra fede potrebbe essere una fede intellettuale, scientifica, scolastica, di chi crede perché ha studiato come voi la teologia, cioè una fede imparata sui banchi della scuola. E ce n'è più di uno che, se parli insieme, se tratti insieme, ti sa dare delle definizioni meravigliose della fede; fa anche delle dispute, scrive articoli e sa come si può difendere la fede. Sa inoltre portare argomenti su qualunque verità della fede: è un erudito nel vero senso della parola, è preparato bene, sa trattare della fede. Voi dite: "Ah, dunque è questa la fede!". C'è questa prima fede che non ha niente a che fare con quell'altra. Si dice: "C'è la coda e dietro c'è l'asinello"; ma a questo proposito non è vero perché a volte c'è solo la coda, c'è solo quella. Nel mondo troverete tanti uomini che hanno questa fede, una fede studiata, una fede conosciuta attraverso i libri, una fede molto bene difesa; stavo dicendo una fede profonda, ma non è profonda, è solamente molto difesa. Allora sanno trattare della Santissima Trinità, sanno trattare il mistero dell'Eucaristia, sanno difendere tutti i punti del credo, e anche le virgole del credo e guai se per caso dici qualcosa di meno esatto perché vieni accusato di eresia. Se, ad esempio, poni una fibbia da una parte invece che dall’altra, subito ti dicono: "Oh, offendi il Corpo di Cristo, il Cristo che è presente... l'altare che è Cristo". Sono tutte cose bellissime, che sottoscrivo in pieno, che non sono eresie in sé. L'eresia è il fatto che colui che le dice non ci crede; quella è un'eresia, anche se le cose dette sono meravigliose. Il problema consiste nel fatto che mancano di un sostegno adeguato, perché se avessero una vera fede sotto tale base sarebbero una cosa meravigliosa.PREGHIERA telefonate a Dio
VIRTÙ
fede
DOTI UMANE intelligenza
DOTI UMANE studio
MONDO
Don Matteo Pinton, sacerdote novello, e Giorgio Girolimetto, dopo il corso liceale, avevano iniziato da poco a frequentare la facoltà di filosofia della Pontificia Università Gregoriana di Roma.
Dalla registrazione si intuisce che don Ottorino mima il modo di comportarsi in chiesa e durante la Santa Messa di alcuni professori di teologia a Roma. Evidentemente don Ottorino esagera l’esempio per dare valore al tema che sta trattando.
Il riferimento è all’offerta che i fedeli facevano al sacerdote per la celebrazione di una Santa Messa.
MI38,2 [18-11-1965]
2.Voi direte: "Don Ottorino, è possibile che uno che conosce profondamente la Sacra Scrittura, che conosce profondamente i Padri, che conosce profondamente tante cose, non abbia la vera fede?". Questa conoscenza non è fede, anche se è un prete che dice di averla, perché anche il demonio conosceva tante cose, anche Giuda conosceva tante cose. Anzi il demonio conosce più cose di noi. Figlioli miei, se io insisto su queste verità è perché il primo incontro che io ho avuto con il cosiddetto mondo cattolico è stato un momento di quasi scoraggiamento. Avete sentito anche le impressioni di Don Matteo e di Girolimetto quando sono andati a Roma: un senso di scoraggiamento. Quando, per esempio, ho visto professori di teologia venire in chiesa, a Roma, e ho notato come entravano e come si comportavano : bla, bla, bla, bla, bla, bla..., e via con la borsa sotto il braccio, senza fermarsi neppure un minuto prima e un minuto dopo la celebrazione. La loro Messa è durata da quando hanno indossato i paramenti in sacrestia a quando li hanno tolti, senza un minuto di preparazione e senza un minuto di ringraziamento Ma siccome hanno studiato teologia, quella è una Messa da cinquecento lire; per cinquecento lire bisogna dire anche la Messa!DOTI UMANE cultura
SACERDOZIO prete
CROCE Demonio
PECCATO mediocrità
EUCARISTIA S.Messa
Don Ottorino nomina don Luigi Furlato e l’assistente Vinicio Picco che qualche volta l’avevano accompagnato a Roma.
Don Ottorino si riferisce alla conversione e alla vocazione di Saulo, raccontate in Atti 9,1-20; 22,1-16 e 26,12-18.
MI38,3 [18-11-1965]
3.È una pia illusione! Guardate che non dico una cosa esagerata perché qualcuno fa ancora peggio. Tu, don Luigi, hai mai visto queste cose? Tu, Vinicio, hai mai visto cose simili? Forse hai visto troppo poco, e poi non ti ho condotto in posti scandalosi, ti ho condotto solo dove c'era lo Spirito Santo a spasso... Quando poi cominciate a toccare qualche argomento come, ad esempio, il dovere della meditazione e del breviario, sanno trovare le scuse adeguate: "Il breviario non riesco sempre a dirlo tutto... Quando uno ha lavorato... Le leggi ecclesiastiche non obbligano con grave incomodo, e il breviario può essere un grave incomodo"; la corona poi: "Quando possum, quantum possum". E invece sanno discutere sulla fede in modo meraviglioso. Figlioli, non sono tutti così, per carità! Che non vi scandalizzi! Vi metto sul chi va là: ci può essere una fede di questo genere, dove uno crede di conoscere Dio perché ha studiato Dio. Lo studio delle cose di Dio vi porta a Dio se meditate studiando e studiate meditando. Se voi non unite insieme studio e meditazione, e meditazione e studio, lo studio vi farà sempre più superbi e vi porterà sempre più lontano dalla fede, dalla vera fede. Lo studio deve essere meditazione e la meditazione studio, perché siamo una cosa sola: bisogna congiungere insieme studio e meditazione, per cui non dovete solo studiare, ma studiare tanto e meditare tanto, allora sarete gli uomini della fede, allora sarete il prete che parlerà di Dio e che convertirà anime. Ma se a un dato momento studiate per accontentare la vostra superbia, per essere pronti, un domani, a rispondere per non fare brutta figura, il mondo che non cerca la fede dirà di voi: "Quello è un prete dotto!", mentre il mondo che cerca la fede si accorge che quella non è fede, ma semplice erudizione. Il mondo che cerca la fede conosce la fede. Non puoi imbrogliare un mercante di mucche dandogli un asino per una mucca. A Grassetto non puoi dare un cavallo bolso dicendo che è un buon cavallo. Le anime che vanno cercando la fede sono sempre mosse dallo Spirito Santo perché un'anima, se non è mossa dallo Spirito Santo, non va cercando la fede. E quando quest'anima, mossa dallo Spirito, va cercando la fede, lo Spirito Santo le dice: "Va’ là", come a san Paolo ha detto: "Va’ là che troverai chi ti parlerà: va’ in casa di Anania". Lo Spirito Santo indica sempre dove c'è la fede. State sicuri che lo Spirito Santo non vi manda ad attingere acqua nel deserto, e se una volta manda nel deserto è perché anche il deserto darà acqua, per un caso del tutto eccezionale. Dunque la prima specie della fede è la fede intellettuale, che non dobbiamo confondere con una fede vera.PECCATO scandalo
DOTI UMANE studio
VIZI superbia
APOSTOLO
MONDO
DIO Spirito Santo
Luigino Pinton frequentava all’epoca l’anno del noviziato.
MI38,4 [18-11-1965]
4.La seconda categoria: coloro che hanno una fede abituale. Se voi esigete qualche altra distinzione, viene fuori poco a causa della mia impreparazione. Ad ogni modo fate le distinzioni che volete, la focaccia è sempre quella. È come mettere in un sacco galline, polli, galli e galletti: chiamali come vuoi, è sempre la stessa cosa. C'è un ragazzino, Luigino Pinton , al quale da bambino la mamma insegna a dire: "Mamma bella", e lui ripete: "Mamma bella, mamma bella", e lo abitua a qualche fioretto per la mamma bella... Si crea questa fede che è una fede abituale. Prende l'abitudine di pregare la Madonna, ha preso l'abitudine di andare in chiesa, l'abitudine di pregare Gesù, e continua con questa bella abitudine. Insomma, non vuol dire che non c'è la fede; la fede c'è, ma è la fede che hai presa dalle ginocchia delle mamma, che porti con te, che ti porta in chiesa e che, insomma, una volta preghi tanto, una volta preghi poco, ma, ma, ma è una fede che in quarta o quinta ginnasio potrebbe anche smorzarsi, divenire indifferenza, rimanere dimezzata, restare con le sole nozioni. Allora è necessario quello che dicevamo prima: la fede deve essere alimentata dal catechismo, da tanto catechismo. Se la fede non è alimentata da pensieri sodi, a un dato momento casca giù. Quando una vite comincia a crescere le mettono un palo vicino per sostenerla; quando una pianta di kaki comincia a portare i frutti la puntellano. Ora, quali sono i puntelli delle fede? Sono lo studio e la conoscenza dei libri santi, delle cose sante. Se la fede abituale non viene alimentata adeguatamente diventa una cosa abitudinaria, un'abitudine.VIRTÙ
fede
MARIA devozione a ...
PREGHIERA
FORMAZIONE
DOTI UMANE studio
MI38,5 [18-11-1965]
5. Ci sono due sistemi per alimentare questa fede: il primo è l’intervento diretto del Signore per certe anime, per le povere anime di campagna che sono state nell'impossibilità di studiare, per le nostre buone mamme, per le quali pensa il Signore ad istruirle. Lui stesso provvede a dare loro il minimo necessario, e allora queste anime cominciano ad avere un contatto personale e cosciente con Dio. La loro fede allora non si limita più nel "diciamo una corona e la Madonna è contenta!", ma cominciano ad avere un contatto personale con Dio. Un giorno ho chiesto a mia mamma: "Che cosa fai, mamma, la mattina, tutta la mattinata? Ieri mattina eri qui tu sola". "Ah, io me la passo". "Non ti stanchi mica?". "Ah, io converso con il Signore, discorro insieme con il Signore che è un piacere". Sono frasi di mia mamma: "Io discorro insieme con il Signore". "E che cosa racconti al Signore?". "Che cosa vuoi che gli racconti: quello che sto facendo, e così lo facciamo in compagnia. Racconto quello che sto facendo: sto facendo da mangiare e, così, cerco di farlo in compagnia, quasi che ci fosse una persona; discorro insieme con il Signore". Queste povere donnette, senza avere studiato tanta teologia, senza avere studiato tanti libri santi, sono arrivate a conversare familiarmente con il Signore. E poi mi aggiunse: "Non ho mai fatta meditazione. Che cosa vuoi; sono impacciata nel leggere! Io penso alla Madonna. Che cosa vuoi; non sono capace di leggere, mi metto là...". Ci sono delle anime che il Signore istruisce Lui personalmente. Non bisogna, però, pretendere di essere di quelle perché il Signore ti manda il pane miracolosamente quando tu non hai i campi e la possibilità di lavorare la terra. Ma se ti ha dato l'intelligenza e ti ha messo in un posto dove tu puoi istruirti, dove puoi alimentare la tua fede, tu hai il dovere di alimentare la tua fede attraverso lo studio, la lettura del santo vangelo e dei libri santi, la meditazione dei trattati, a seconda dell'età. Allora, piano piano la tua fede comincia a diventare pianta e, allora, insieme con l'abitudine, con la santa abitudine che hai appreso da piccolo, si forma la vera fede, virile, forte, ardente dell'uomo di Dio. Se ti restasse soltanto quella fede che è abitudine, ad un dato momento, tu non avrai la forza di resistere ai venti e alle tempeste. La vite, se non ha un palo, ad un dato momento, casca; la pianta di kaki, se non ha un palo, ad un dato momento, si spezza, si rompe. Se tu non alimenti la tua fede con verità sode, con catechismo, ad un dato momento basta un po' di vento ed essa vacilla, può vacillare. Quando la pianta della fede cresce in queste abitudini che si possono aumentare sempre di più e con questo cibo che alimenta l'intelligenza, allora tu comincerai ad avere la vera fede che è unione e contatto con Dio, e che è indispensabile per un apostolo.GESÙ
maestro
DIO sapienza di..
PREGHIERA incontro cosciente e personale con Dio
AUTOBIOGRAFIA famiglia
VIRTÙ
semplicità
ESEMPI preghiera
PREGHIERA contemplazione
FORMAZIONE
DOTI UMANE intelligenza
PREGHIERA meditazione
DOTI UMANE studio
San Giuseppe Cafasso e San Giuseppe Cottolengo sono due santi torinesi del 1800, grande formatore di sacerdoti il primo ed eminente apostolo della carità il secondo.
MI38,6 [18-11-1965]
6.Oggi il mondo è tanto freddo e ha bisogno di calore: voi dovete portare la carità nel mondo. Sarebbe come dire che dobbiamo portare la luce nel mondo, ma la luce non la porterete se non avrete una pila nascosta dentro di voi. Non potete pretendere di portare la luce se avete una pila senza batteria; inoltre ci vuole una batteria proporzionata perché avete una bella lampadina grossa, che senza una batteria altrettanto grossa non funziona. Ora, la carità che dovete avere, sarà quella che sconvolgerà il mondo. Vi accorgerete fuori di quello che il Signore vi ha dato qui dentro, vi accorgerete fuori della carità che vivete qui dentro. Sentite come don Matteo se ne accorge quando è fuori casa. E ve ne accorgerete anche voi quando sarete fuori e scriverete le stesse lettere di don Matteo. Questa carità sarà vera carità se dentro c'è una bella batteria caricata bene, cioè se c'è la fede vera: se no non è carità, è sentimento, e se è sentimento casca immediatamente. Se io ho una pila, e quando dico pila intendo e batteria e lampadina insieme, va bene; ma senza batteria interna, vado in giro e resto al buio. Sarebbe preferibile, forse, avere anche solo una candela. Figlioli miei, se voi avete una fede, "ma di quelle!", diceva il Cafasso o il Cottolengo , una fede "ma di quelle!", se voi avete una fede di questo tipo, la vostra carità, che è il simbolo della nostra Congregazione, che non è solo il simbolo, ma la vita della Congregazione, la forza della Congregazione, sarà la potenza del nostro apostolato. Questa sarà la grande novità della Congregazione e, pur essendo la carità una cosa antica, sarà la grande novità, sarà quella che moltiplicherà gli uomini qui dentro, in modo tale che voi stessi resterete strabiliati: "Ma come è possibile che siamo così numerosi, in così poco tempo!?". Ricordatevi che questa carità deve avere le radici nella fede, se no si rovescia. Avete visto qualche pianta che con un colpo di vento va per aria perché non ha radici proporzionatamente profonde e sode?CARITÀ
MONDO
GESÙ
luce
FORMAZIONE
ESEMPI fede
VIRTÙ
fede
PREGHIERA sentimentalismo
Don Ottorino aveva introdotto la “preghiera dell’angelo” nella Casa dell’Immacolata dopo la lettura delle apparizioni della Madonna a Fatima, dove si narrava anche l’apparizione ai tre pastorelli di un angelo che volle prepararli con una preghiera specifica.
Giovanni Magnaguagno frequentava all’epoca l’ultimo anno del corso liceale. Di seguito don Ottorino nomina anche Severino Stefani, allievo del magistero, e Giuseppe Azzolin, novizio, che forse all’epoca era ingessato.
MI38,7 [18-11-1965]
7.Ora, come è possibile ottenere questa fede? È quello che io sto domandando al Signore. Vi ricordate quando facevamo la "preghiera dell'angelo" e ci mettevamo prostrati a terra e dicevamo: "Mio Dio, io credo...", e poi stavamo fermi in meditazione: "Credo, mio Dio: Padre, Figliolo e Spirito Santo; Padre che ci hai dato il Figlio che è nel tabernacolo; Spirito Santo che sei in me... Credo Signore, credo Signore". Attualmente, per prudenza, non la facciamo più insieme, però bisognerebbe che voi, anche se non fate la preghiera dell'angelo in forma completa, almeno diceste: "Io credo in Dio Padre onnipotente...". Ad ogni modo dite quel che volete, ma questo atto di fede lo dovete fare, perché senza esercizio non si può poi agire. Dice Magnaguagno Giovanni : "Senza esercizio non si può fare ginnastica, nè le corse campestri, nè altre cose. Una volta, quando io ero corridore, dicevano che bisogna allenarsi, che ci vuole allenamento". Severino, ci vuole allenamento per fare le corse? Non si può prendere, per esempio, Azzolin e dirgli: "Va’ a fare le corse", senza prima togliergli il gesso perché non si può correre ingessati. Figlioli miei, in tutte le cose di questo mondo ci vuole allenamento. Non affidano un aereo a uno se prima non è abituato, se non ha fatto il secondo pilota per parecchio tempo, e tanto meno se vi sono delle persone dentro: deve prima fare da secondo pilota per parecchio tempo, e poi gli danno l'apparecchio in mano. Figlioli miei, anche la fede ha bisogno di allenamento. Voi la studiate, ma dopo bisogna fare allenamento; bisogna trovare dei punti nella giornata durante i quali voi vi impegnate per fare atti di fede, durante i quali voi vi concentrate in voi stessi e professate a Dio la vostra fede.PREGHIERA preghiera dell’
Angelo
DIO Trinità
EUCARISTIA tabernacolo
VIRTÙ
fede
ESEMPI fede
MONDO
Il richiamo di don Ottorino è alla conversione dell’Innominato, stupendamente presentata da Alessandro Manzoni nel suo capolavoro “I promessi sposi”.
MI38,8 [18-11-1965]
8.Questi punti fissi, che voi dovete avere, vi porteranno, a un dato momento, ad avere la vostra giornata illuminata dalla fede. Qui ci vuole un po' di sforzo personale; non si può pretendere di andare in Paradiso in carrozza, e neanche pretendere che queste virtù vengano da sole: ci vuole uno sforzo! Voi direte: "E don Ottorino ha punti fissi?". Sì, ho parecchi punti fissi. Per esempio, prima della Comunione - non si può parlare, ma si può pensare - io mi metto in raccoglimento e dico mentalmente: "Mio Dio, io credo; credo, Signore, che sei qui presente, ti adoro, credo, Padre, Figliolo, Gesù Cristo, credo!". Cerco cioè di ravvivare la mia fede, di vederlo vivo, non sentimentalmente, ma vivo. E dico: "Credo, ti adoro, Signore, ti adoro; mi prostro dinanzi a te e ti ringrazio di tutto quello che mi hai dato; non tener conto delle mie miserie e adesso vieni in me e fai quello che vuoi!". E finché dico queste parole con il cuore, pronuncio: "Corpus Domini nostri Jesu Christi". Un altro punto fisso è quando alzo le mani subito dopo la consacrazione: "Mio Dio, mio Dio: Kyrie eleison, Christe eleison, Kyrie eleison. Dio dentro di me, ti adoro, Signore, con il cuore ti adoro... Kyrie, Signore, Padre pietà; Cristo pietà; Spirito pietà". E in quell’istante metto la Trinità insieme e prego interiormente: "Padre, offro Gesù Cristo... Padre, Spirito Santo: Kyrie eleison, Signore pietà! Che cosa sono io povera creatura che ti ho in mano e ti offro così: Signore pietà". Un altro punto fisso è il momento dell’atto penitenziale. La liturgia presenta la preghiera: "Credo, Signore, confesso a Dio onnipotente...", e mentre dico "confesso" rinnovo l'atto di fede dentro di me; la parola "Dio" mi ricorda: adorazione! È necessario che anche voi facciate vostri questi punti, e poi crescerete piano piano, piano piano. Quando? Il primo atto di fede si fa appena alzati: "Quando sarà, o mio Dio...", e mi fermo a meditare Dio. "O Dio! - diceva l'Innominato - Dio, Dio, Dio! Chi è questo Dio?!". Vi ricordate? "Dio, Dio! Chi è questo Dio?". "Quando sarà, o mio Dio...". Al nome di Dio mi fermo un istante, magari con il pericolo, come è capitato a me stamattina, di fermarmi eccessivamente a considerare Dio, tanto che sono arrivato in ritardo. "Quando sarà, o mio Dio, che io aprirò questi miei occhi... Dunque, sono apparso sopra la terra mandato da Dio e dovrò rendere conto della mia vita. La mia vita dovrebbe essere un'adorazione continua e invece... Com'è la mia vita, Signore?". Io stavo pensando a tutto questo stamattina ed è giunta l'ora di scendere in chiesa e mi è venuto in mente dopo che c'era la meditazione da predicare. Amici miei, scusate se parlo così e tiro fuori queste mie esperienze personali; don Luigi mi perdonerà. Non vorrei tirare fuori cose personali, ma sono cose che mi sembrano così naturali, o che almeno dovrebbero essere così naturali. Nonostante questo, vedo che sono così meschino lo stesso, povero e misero lo stesso.NOVISSIMI paradiso
ESEMPI fede
EUCARISTIA comunione
PREGHIERE
EUCARISTIA S.Messa
DIO
AUTOBIOGRAFIA
EUCARISTIA adorazione
MI38,9 [18-11-1965]
9.Figlioli cari, se non abbiamo una fede così viva e presente continuamente, non facciamo niente nella vita apostolica. Anche ieri, per esempio, dovevo andare da una donna a domandare se ci dava in prestito dei soldi. Allora sono corso qui dal Signore, in chiesa, e ho detto: "Senti, Signore, non ho tanto tempo; che cosa vuoi fare? Signore, adesso io vado e 'in nomine tuo laxabo rete'. Non so che cosa rischierò: se sarà una vecchia, se sarà una giovane... Signore, vado nel tuo nome... Io vado a fare la tua volontà; se invece tu vuoi che io vada a fare un altro mestiere, sono pronto a fare quell'altro!". Rimasi a conversare con lui, e fra una cosa e l’altra passò un'oretta. Alla fine gli dissi: "Signore, adesso dimmi dove devo incominciare; suvvia, dove devo cominciare?". "Aspetta un pochino...!". "Fino a dove?...". Un apostolo non può non lavorare insieme con Lui. Non possiamo non lavorare insieme: mai, mai, mai! Anche nelle cose più indifferenti, anche adesso che sto parlando con voi, non posso non lavorare insieme con Lui perché altrimenti parlo di me. Anche quando ho tirato fuori le mie cose ho tirato fuori le sue cose. Il Signore mi ha detto: "Senti, tirale fuori lo stesso perché, già, sono cose mie. Che interessa a te?". Avete capito? Bisogna che ci abituiamo ad adorare sempre. Le nostre parole, quando parliamo agli altri, quando confessiamo, quando ci troviamo con le anime, devono essere una adorazione continua. Dobbiamo continuare ad adorare Dio mentre mi lavo alla mattina, adorare Dio mentre mi preparo alla Messa, e anche mentre mangio il caffelatte alla mattina. Come si fa a non adorare Dio? Ve l'ho detto tante volte: credete! Se, ad esempio, io sono solo ed entra uno dicendo: "Disturbo?", io rispondo: "No, no", ma dentro di me dico: "Sia fatta, Signore, la tua volontà"; quando invece sono solo parlo con il Signore. E allora qualcuno penserà: "Non vado più a trovare don Ottorino". Ma no, sei Dio anche tu; Dio, Uno e Trino; stavolta ci sei anche tu e parliamo insieme: siamo in tre, capito? Io mi sono sforzato di continuo per avere questa comunione con Dio, e nonostante questo sono un pagliaccio.APOSTOLO
AUTOBIOGRAFIA
PREGHIERE
FORMAZIONE lavoro
EUCARISTIA adorazione
PREGHIERA carmeli ambulanti
GRAZIA Confessione
EUCARISTIA S.Messa
VOLONTÀ
di DIO
DIO rapporto personale
DIO Trinità
Don Ottorino scherza alludendo ai santi stiliti che passavano la vita sopra una colonna, ma lo fa per sottolineare che fondamentale è la comunione con Dio in qualunque luogo e condizione.
È chiara l’allusione al discorso della fede fatto da San Paolo nella lettera ai Romani nei capitoli 3 e 4.
Girolamo Venco era un grande appassionato di uccelli: don Ottorino lo nomina nel suo esempio, come in seguito fa con don Erasmo De Poli e con Ruggero Pinton.
MI38,10 [18-11-1965]
10.Ora, fatemi un favore, cari figlioli: pensate a Dio. Questo non è sentimento, anzi in principio costa fatica. Vi dico che non è sentimento. Guardate che costa fatica staccarsi dalla materia per unirsi allo spirito, senza trascurare la materia, perché non è necessario dire: "Allora mi metto giù, mi metto in cima a una colonna e sto lì tutto il giorno e non penso altro che a Dio". No! Perché una volta non si vedeva niente, mentre adesso sopra passano gli aeroplani e si può vedere il mondo anche da sopra una colonna. Guardate che costa fatica perché noi dobbiamo essere in mezzo al mondo e dedicarci completamente alle opere esterne, per cui qualcuno potrebbe dire: "Come fanno quelli ad avere tempo per pregare? Che tempo hanno?". Alla stessa maniera, se parliamo delle cose dello spirito, uno potrebbe dire: "Ma come fa ad avere tempo per le cose materiali dal momento che parla sempre con Dio?". Ad un dato momento le due cose devono intrecciarsi. Ricordate che una volta parlavamo del tessuto, della tela? Portavamo l'esempio della tela, nella quale se tiriamo i fili della trama casca il palco, per forza! Bisogna che ad un dato momento la nostra fede prenda talmente la nostra vita per cui "mens de fide vivit". Mi pare che la frase sia così; che ne dite voi? "Ex fide vivit". Il giusto, l'uomo di Dio deve vivere di fede. Se domandi a Venco: "Che cosa dai da mangiare ai canarini?", ti risponde: "Mangiano lombrichi....". "E che cosa mangia quella capra... E che cosa mangia quell'uomo?". "Fede, fede". "E che cosa dà?". Latte e carità! Mangia fede, dà carità! Hai una capretta: le dai da mangiare erba e ti dà latte. Il nostro don Erasmo mangia fede e dà carità. E allora state sicuri che nel mondo portiamo qualcosa: la carità. Ma se non mangi fede, caro, da dove dovrebbe uscire la carità? Esce latte artificiale, latte in polvere, e il latte in polvere nessuno lo vuole, figlioli, neppure nella Pia Società San Gaetano. Ruggero, anima semplice, proprio tu che hai imparato a mungere la mucca nera, hai imparato con la mucca nera, come fai a scandalizzarti?PREGHIERA sentimentalismo
PREGHIERA
PREGHIERA carmeli ambulanti
ESEMPI fede
CARITÀ
Don Ottorino allude evidentemente a qualche fascicolo di spiritualità che stava preparando in quel periodo.
MI38,11 [18-11-1965]
11.Concludiamo perché il tempo è passato. Io avevo scritto, o meglio sto scrivendo, qualcosetta per quel nostro famoso libretto; ho tentato anche ieri sera, e prego che venga lo Spirito Santo che è un po' in ferie. Il pensiero è questo, anche se devo stenderlo meglio prima di darvelo. "Alla base della vita religiosa è necessaria una grande fede, ma una fede sincera, viva e ardente. Non basta essere convinti dell'esistenza di Dio e professare le verità della fede, ma bisogna rimanere continuamente prostrati davanti alla sua maestà, adorandolo con tutto il cuore, cioè i famosi "carmeli ambulanti". Tutte le azioni del religioso devono essere fatte alla presenza di Dio, con Lui e per Lui. Bisogna sentire che Dio si è fatto uomo per noi, che accettò la crocifissione e la morte per la nostra salvezza, e che la Madonna lo seguì fino al Calvario per amor nostro". In seguito scriveremo il resto. Se noialtri riusciremo, figlioli, a organizzare un gruppo di Religiosi pieni di questa fede e con il cuore pieno di carità, voi capite che cinquanta, sessanta, cento di questi si moltiplicheranno in un modo strepitoso; non come si moltiplicano i granelli di frumento, ma come si moltiplicano i bacilli nella materia. Ora voi vi moltiplicherete, non come i granelli di frumento, ma come i bacilli.DIO Spirito Santo
CONSACRAZIONE vita religiosa
DIO
PREGHIERA carmeli ambulanti
EUCARISTIA adorazione
CONSACRAZIONE religioso
DIO presenza di...
GESÙ
redenzione
MARIA corredentrice
CONGREGAZIONE spiritualità