Don Ottorino era appena rientrato in aereo da Crotone (CZ), la cui comunità religiosa, la prima della Congregazione fuori di Vicenza, era iniziata il 15 luglio dell’anno precedente.
Il riferimento è al libro biblico del profeta Giona.
MI3,1 [30-05-1964]
1.Tornando da Crotone , quando l'aereo si è alzato da Roma, è successo che improvvisamente ci siamo trovati in mezzo alle nuvole, in mezzo a forti correnti di vento. L'aereo si è alzato molto di più ed è apparsa la scritta: "Allacciare le cinghie". L'aereo ha cominciato un po' a ballare. Quando ho visto che il pilota scherzava e rideva con un suo amico, mi sono detto: "Dunque, non c'è pericolo!". Però ho pensato subito a Giona in quel momento; ho pensato alla sua avventura in nave e mi sono detto: "Se fossimo veramente in pericolo e se in questo momento si dovesse trarre la sorte per gettare giù uno, il salto sarebbe piuttosto alto! E se toccasse proprio a me?". Allora, fino a Forlì, ho cercato di pensare a me stesso e mi sono detto: “Non meriterei, forse, di essere gettato dalla nave?”. E mi sono chiesto se ho sempre fatto la volontà del Signore, ora per ora, giorno per giorno. Mi sono esaminato per vedere se mi sono sforzato realmente di predicare quello che voleva Dio, di dire ai confratelli quello che il Signore mi manifestava. Vedete, cari fratelli, questa sera io voglio raffigurare, come abbiamo detto tante altre volte, la nostra Famiglia Religiosa a un aereo, a una nave. E allora vogliamo fare un po' di esame di coscienza assieme e ci domandiamo: "La nave va veramente bene? E, se non va bene, forse è mia la causa per cui non va bene?". La risposta alla prima domanda ve la do io stesso.AUTOBIOGRAFIA viaggi
VOLONTÀ
di DIO
APOSTOLO predicazione
COMUNITÀ
corresponsabilità
COMUNITÀ
condivisione
CONGREGAZIONE
MI3,2 [30-05-1964]
2.Veramente la Congregazione, cioè questo piccolo gruppo di Religiosi che il Signore ha scelto e ai quali ha affidato una missione che deve poi continuare, questo gruppo di anime che oggi è un piccolo manipolo e che domani dovrà divenire un esercito, questo gruppo di eroi, di apostoli, hanno veramente il colore voluto da Dio? Io e voi abbiamo veramente quel colore spirituale che Dio desidera da me e da voi? In altre parole, stiamo navigando come Dio fin dall'eternità ha sognato, desiderato, voluto che navigasse questa Congregazione? La responsabilità è grande per noi: è grande per le anime che noi dovremo avvicinare, è grande per quelli che saranno domani i continuatori dell'opera nostra nella Congregazione. Se Ignazio di Loyola, se Francesco Saverio e i loro compagni non avessero corrisposto alla chiamata di Dio, voi capite chiaramente, cari fratelli, che sarebbe successo questo: non avremmo avuto nei Gesuiti quel timbro che Dio desiderava dalla Compagnia di Gesù. Ora, se io devo dire una parola da papà, mi pare che forse non siamo arrivati ancora a quella tonalità spirituale dove il Signore desidera che arrivino i membri della Pia Società. E cominciamo con un piccolo esame. a)CONGREGAZIONE missione
CONGREGAZIONE carisma
COMUNITÀ
corresponsabilità
APOSTOLO
APOSTOLO F.A.
L’espressione latina vuole indicare una condizione assolutamente indispensabile.
MI3,3 [30-05-1964]
3.Tante volte vi ho detto che dovremmo essere uomini di duemila anni fa e del duemila: è chiaro che dobbiamo essere del duemila, ma è altrettanto "conditio sine qua non" che dobbiamo essere di duemila anni fa. Fratelli, non dobbiamo confrontarci con il mondo di oggi. Questo sarebbe un errore, il nostro errore! Non possiamo prendere spunti da libri o da persone. Dobbiamo prendere in mano il Vangelo, dobbiamo prendere in mano Dio; in altre parole, metterci in contatto con Dio per sentire che cosa il Signore vuole da noi. Non possiamo andare a consultare biblioteche o rovesciare archivi, quello che senza volerlo voi, forse, state facendo. Dovete soltanto inginocchiarvi dinanzi all'altare e dire al Signore: "Loquere, Domine! Parla Signore, il tuo servo ti ascolta!”. Pesate le parole: il tuo servo, non il tuo padrone, non il tuo avversario; il tuo servo ti ascolta! “Signore, dimmi cosa vuoi da me e io lo farò; qualunque cosa Tu mi abbia da domandare, Signore, con il tuo aiuto, con la tua forza, la farò!".
APOSTOLO apostoli del Duemila
APOSTOLO apostoli di 2000 anni fa
DIO rapporto personale
EUCARISTIA adorazione
MONDO
PAROLA DI DIO Vangelo
PREGHIERA domanda
PREGHIERE a Gesù
VOLONTÀ
Don Ottorino accenna all’affermazione di Gesù alla conclusione del discorso della montagna (Mt 7,21) per far capire che non le parole, ma le opere manifestano il vero amore.
MI3,4 [30-05-1964]
4.La prima cosa che sentirete rivolgervi dal Signore sarà questa: "Cerca di amarmi con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze". Non è possibile che sia la voce di Dio se non sentite prima di tutto queste parole. Guardate che questo è il Cristianesimo. Io devo sentire dentro di me una voce che mi dice: "Ama, ama con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze". Ogni mattina noi lo recitiamo al Signore: "Mio Dio, io ti amo con tutto il cuore". Ogni mattina, dopo la santa comunione, lo dite, lo diciamo insieme: "Dammi, o Signore, il tuo amore e la tua grazia, e sono ricco abbastanza". Perciò, a parole, lo diciamo che amiamo il Signore; a parole, lo esprimiamo, lo sappiamo dire. Ma realmente, fratelli miei, abbiamo questa preoccupazione di amare il Signore, di amarlo sul serio? E qui mettiamo la mano sulla piaga! b)DIO amore a DIO
CHIESA cristianesimo
CONSACRAZIONE voti
EUCARISTIA comunione
ESEMPI carità
MI3,5 [30-05-1964]
5. Dio mi ama se faccio del bene a voi, se faccio a voi quello che posso fare. Io amo il Signore se faccio la volontà del Signore, se cerco di dire di sì al Signore, se, quando il Signore mi domanda qualche cosa, io sono pronto: "Signore, eccomi qui!". Se stabilisco tra me e il Signore questo rapporto: Dio è il mio papà, io sono suo figlio, io devo fare quello che vuole Lui!CONSACRAZIONE offerta totale
DIO paternità
di...
VOLONTÀ
di DIO
Il riferimento è alla formula scritta della professione religiosa.
MI3,6 [30-05-1964]
6.Fratelli miei, siamo sinceri: non abbiamo fede! Noi crediamo di avere la fede, siamo pronti a giurare di avere la fede, ma non abbiamo fede perché, se avessimo fede, la nostra vita sarebbe imperniata sulla fede e non sul ragionamento, e neppure sulle stupidaggini umane. I primi cristiani, a un dato momento, vendevano tutto e seguivano Cristo. Noi abbiamo abbandonato tutto, almeno sulla carta, abbiamo scritto su quel pezzo di carta: "Faccio voto di povertà, castità e obbedienza...", ma, forse, non siamo ancora arrivati a capire realmente che cosa significhi, quale grande grazia il Signore ci abbia fatto chiamandoci dietro a Lui e che cosa voglia dire essere interamente del Signore. Io sto constatando questo tra noi: forse non siamo capaci di vedere nelle piccole cose la volontà del Signore.VIRTÙ
fede
GESÙ
sequela
GRAZIA
CONSACRAZIONE voti
MI3,7 [30-05-1964]
7.Per esempio, nel Regolamento. Voi, quando andate in chiesa e vi trovate a tu per tu con Lui, gli domandate perdono: "Signore, durante lo studio sono stato cattivo, ho chiacchierato. Tu desideravi che facessi silenzio e invece ho parlato. Signore, dico che ti amo, ma poi vedi quanto cattivo sono!"? Un esempio concreto. Ieri sera ho trovato due di voi, alle undici e mezza, lì, ancora alzati. "Come mai?", ho chiesto. "Ci siamo distratti!", mi hanno risposto. È concepibile in una Famiglia Religiosa una cosa di questo genere? Se è stabilito che alle dieci e mezza bisogna essere a letto, come si può andare a letto alle dieci e trentun minuti?CONGREGAZIONE Regola di Vita
DIO rapporto personale
DOTI UMANE studio
ESEMPI volontà
di Dio
PECCATO mediocrità
VOLONTÀ
L’espressione, dispregiativa nei confronti dell’obbedienza, vuole indicare la spersonalizzazione e la rinuncia alle proprie idee per accettare supinamente la volontà del superiore.
MI3,8 [30-05-1964]
8.Allora è naturale che si senta il peso dell'obbedienza, che si dica che l'obbedienza è una cosa inconcepibile, che si arrivi persino a ripetere quello che il mondo con la sua logica continua a dire: l'obbedienza è dare il cervello all'ammasso! Queste frasi state dette qui nella Casa dell'Immacolata, e per questo mi sento spinto questa sera a dire quello che sto per dire. Quando un Religioso arriva a dire queste parole o qualche cosa di simile, o non ha capito niente di cristianesimo e di vita religiosa, ovvero in quel momento era fuori di sé; il che vuol dire, o che era ubriaco o aveva qualche rotella fuori posto! Se Nostro Signore Gesù Cristo, quando è venuto sulla terra, si è messo in mano alla Madonna, si è messo in mano a San Giuseppe, si è messo in mano agli uomini, persino ai suoi persecutori, facendo la volontà di Dio e lasciandosi condurre da una parte e dall'altra, da un editto e dalle circostanze, significa che ha messo il suo cervello all'ammasso?CONSACRAZIONE obbedienza
CONSACRAZIONE religioso
CONSACRAZIONE vita religiosa
CONGREGAZIONE Case della CONGREGAZIONE
CHIESA cristianesimo
COMUNITÀ
correzione fraterna
GESÙ
servo
MARIA maternità
divina
VOLONTÀ
di DIO
Don Ottorino si riferisce alla formula della consacrazione eucaristica, e cita le prime parole in latino.
MI3,9 [30-05-1964]
9.Fratelli miei, non abbiamo capito l'essenza della donazione, della immolazione. Dio mi ha creato libero; io faccio l'immolazione della mia libertà: "Padre, voglio mettermi nelle tue mani. Da questo momento io voglio fare tutto quello che vuoi Tu. Da questo momento io muoio, ma dalla mia morte nascerà un altro uomo, un figlio tuo, un Religioso tuo, un ministro tuo, un ufficiale tuo. Io agirò nel tuo nome!". L’obbedienza non è perdere la propria personalità, non è perdere qualche cosa di stessi: è aumentare! Quando io al mattino prendo in mano un pezzo di pane e dico: "Hoc est enim corpus meum" , io non perdo la mia personalità perché presto la mia persona al Cristo; io non perdo me stesso. In quel momento dico: "Hoc est enim", e presto me stesso a Lui.CONSACRAZIONE immolazione
CONSACRAZIONE religioso
CONSACRAZIONE obbedienza
DIO creatore
PREGHIERE
EUCARISTIA S.Messa
Il riferimento è a don Guido Massignan, che all’epoca era segretario generale della Congregazione e vice rettore della Casa dell’Immacolata.
MI3,10 [30-05-1964]
10.Il Religioso ha prestato se stesso a Dio, e quando agisce, agisce nella sua grandezza, inserito nel Cristo! Figlioli miei, quanto meschini siamo allora quando ci perdiamo in bazzecole e umanizziamo la nostra vita! Come fa compassione, per esempio, constatare come diceva bene il nostro caro don Guido questa sera in chiesa: "Sa, ci si perde per il vestito, per la politica, per i capelli, per vere stupidaggini"!PECCATO mediocrità
MI3,11 [30-05-1964]
11.Come si sta male quando si dà un ordine, lo si ripete una o due volte, lo si fa ripetere poi per altra strada, e vedi che un giovane non obbedisce! Soffri, patisci, piangi dinanzi all'altare e dici: "Perché quel giovane non capisce?". Vedi, che non ha capito l’importanza di fare la volontà del Signore. Un altro poi si ferma a giudicare la persona che ha comandato, e dice: "Non è giusto, non dovrebbe fare così, non ci si prepara bene alla vita apostolica...". Purtroppo, non ha capito niente! Scusate se sono un po' duro nel dire queste cose. Il problema è che da tale atteggiamento nasce logicamente lo spirito di autosufficienza. c)APOSTOLO
COMUNITÀ
critica
COMUNITÀ
correzione fraterna
CROCE sofferenze morali
PECCATO mediocrità
VOLONTÀ
MI3,12 [30-05-1964]
12.E allora, ne nasce di conseguenza che non si frequenta la direzione spirituale, per esempio. Come è possibile che un giovane di diciassette, diciotto, venti, venticinque anni, si senta autosufficiente, e per mesi e mesi non segua il Direttore Spirituale? Qui dentro ci sono, e ci sono stati di questi giovani! "La direzione spirituale? So anch'io che cosa devo fare!". Come è possibile che tu ti senta sicuro? "Ma sì, sono sicuro!". Noi siamo forse cresciuti con una mentalità antiquata, ma anche a cinquant'anni sentiamo il bisogno di andare dal nostro Padre Spirituale, sentiamo il bisogno di consigliarci, di domandare, di sentire il suo parere: "Cosa ne dice, Padre? Cosa ne dici tu, confratello?". Anche se con matematica certezza sappiamo precedentemente quello che lui ci dirà, abbiamo paura di sbagliare anche una sola volta su cento. Per questo preferiamo sottometterci, per non fare la nostra volontà, ma quella di Dio. Fratelli miei, questi sono gli uomini che il Signore attende: con questi uomini si può sconvolgere il mondo, senza questi uomini la Congregazione è destinata a fallire, e a fallire molto presto! d)FORMAZIONE direzione spirituale
PASTORALE giovani
VIZI superbia
COMUNITÀ
condivisione
APOSTOLO
CONGREGAZIONE missione
VOLONTÀ
di DIO
Don Ottorino era appena rientrato da una visita alla Comunità di Crotone.
Don Ottorino usa nel suo linguaggio colorito il termine dialettale veneto “sigola”, che indica il rumore che fanno le foglie di granoturco quando, per il gran caldo o per la siccità, tendono ad accartocciarsi.
È un tipo di acciaio molto resistente.
Don Ottorino allude alla poesia di Giuseppe Giusti intitolata "Il re travicello".
MI3,13 [30-05-1964]
13.A me fa male il cuore vedere che il Signore, per portare un esempio legato con la meccanica, vorrebbe la Congregazione come una punta di diamante che deve perforare questo mondo attaccato alla materia e staccato da Dio, e non lo è. Si nota, anche giù a Crotone , da una parte all'altra, che la gente è sitibonda di Dio come un campo di granturco che desidera acqua. Qualche volta, d'estate, tu vedi che il granturco è talmente sitibondo di acqua che si accartoccia. La Congregazione ha avuto questa vocazione dal Signore: essere come l'acqua per un campo di granturco pieno di sete, essere come una punta di diamante, come una punta widia che deve perforare. Invece, fratelli miei, minacciamo, preparandoci alla vita consacrata e apostolica alla carlona, di divenire una punta stemperata, una delle tante punte che fanno un po' di rumore (come il "travicello" che piovve nell'acqua), un po' di frastuono e poi tutto è finito. Vorrei dire che uno dei motivi per cui si è arrivati un poco a questo punto, cioè ad essere travolti dalla mentalità del mondo - oggi nel mondo domina il desiderio del piacere, il desiderio della soddisfazione delle proprie esigenze, della libertà - è questo: manca lo spirito di sacrificio, manca il vero spirito evangelico.ESEMPI Congregazione
CREATO
CONSACRAZIONE vita religiosa
CONGREGAZIONE missione
MONDO
PECCATO
Imitazione di Cristo, Libro 2°, cap 12, n. 6 Nel testo registrato don Ottorino legge per due volte la stessa frase, quasi per sottolinearla con forza.
Imitazione di Cristo, Libro 2°, cap 12, n. 6
MI3,14 [30-05-1964]
CONGREGAZIONE Case della CONGREGAZIONE
CONSACRAZIONE offerta totale
Il riferimento è a Mt 7,6 quando Gesù nel discorso della montagna dice: “Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci...”.
Imitazione di Cristo, Libro 2°, cap 12, n. 6.
MI3,15 [30-05-1964]
15.Sicché se io non mi assoggetto, per amore di Cristo, a soffrire le avversità, assolutamente non posso comprendere le cose celesti. Se voi, quindi, non accettate di soffrire per amore di Cristo, mai comprenderete le cose celesti. Allora è inutile che io vi parli dell'amore di Dio, che vi parli della necessità di fare la volontà di Dio. Bisognerebbe ripetere una frase un po' troppo forte del santo Vangelo: "Non licet proicere margaritas...". Questo è Cristianesimo! e)GESÙ
imitazione
CROCE
DIO amore di...
CHIESA cristianesimo
VOLONTÀ
di DIO
Imitazione di Cristo, Libro 2°, cap 12, n. 6.
MI3,16 [30-05-1964]
16.Se tu dovessi scegliere, dovresti scegliere l'umiliazione; se tu dovessi scegliere, dovresti scegliere la malattia; se tu dovessi scegliere, dovresti scegliere di patire per salvare. Tale dovrebbe essere la tua scelta se dipendesse da te. I santi hanno salvato così! E non contenti di patire quello che il Signore mandava, andavano in cerca di altri patimenti: si flagellavano, digiunavano, dormivano sulle tavole... ricercavano la sofferenza. Evidentemente, o sono matti loro o siamo fuori strada noi! "Poiché il merito nostro e il profitto del nostro stato non consiste nelle molte dolcezze e consolazioni, bensì piuttosto nel sopportare grandi traversie e pene. Se per la salvezza degli uomini ci fosse stato qualcosa di meglio e di più utile della sofferenza, Cristo certamente ce lo avrebbe indicato con la parola e con l'esempio".VIRTÙ
umiltà
PENITENZA
CROCE malattia
CONSACRAZIONE santo
Il riferimento è agli allievi della Casa dell’Immacolata che frequentavano i primi anni della scuola media.
Il riferimento è sempre all’episodio biblico di Giona, colpevole della tormenta che minacciava la nave nella quale stava viaggiando.
Il richiamo è a don Pietro Martinello, che il mese seguente sarebbe stato consacrato sacerdote.
MI3,17 [30-05-1964]
17.Il Signore, invece, non ha trovato altro di più utile che la sofferenza, e ai suoi Apostoli ha annunciato chiaramente che avrebbero dovuto soffrire, che avrebbero dovuto patire. Fratelli miei: perché nella nostra Famiglia Religiosa dobbiamo avere sempre delle donnicciole che vanno avanti bene finché il Signore dà qualcosa di dolce, che vanno avanti bene finché c'è una temperatura media? Se comincia il fresco si dice: "Sono stanco!"; se comincia il caldo si sbuffa: "Non ne posso più!"; se cominciano le difficoltà della scuola, se cominciano le tentazioni un po' più forti in primavera ci si lamenta: "Ah, non mi sento più di continuare...". Fratelli miei, fratelli miei! Quello che manca allora, qui, è la capacità di soffrire. Beati coloro che sono cresciuti da piccoli in mezzo alle bufere. Quante volte noi, passando in rassegna i piccoli , diciamo di qualcuno che è rimasto orfano o che ha passato i primi anni in mezzo a sofferenze: "Qui c'è da sperare perché si è abituato a patire!". Ma quanto più bello sarebbe constatare che uno, anche se non è stato abituato a soffrire da piccolo, abbia imparato a patire per amore di Uno che è morto per lui! Può darsi che il Giona sia don Ottorino, caro don Piero , e allora vi prego, se sono io colui che impedisce il volo, di pregare il Signore perché mi butti giù dall'apparecchio. Ve lo dico sul serio, ve lo dico sinceramente, da papà. Può darsi che sia proprio chi vi parla colui che impedisce questo volo.COMUNITÀ
CROCE sofferenza
GESÙ
redenzione
VIZI
Sant' Ignazio, detto anche Teoforo, vescovo di Antiochia di Siria, martire a Roma probabilmente nel 107 d.c. sotto l'imperatore Traiano.
Il riferimento è a Atti 5,40-41.
Don Ottorino, con tale espressione colorita ed esagerata, vuole significare che gli uomini di Dio devono saper usare anche i mezzi più moderni per l’apostolato.
MI3,18 [30-05-1964]
18.Io so dove il Signore ci aspetta, io so cosa vorrebbe il Signore: vi vorrebbe impregnati dello spirito degli Apostoli, vi vorrebbe come quei cristiani che rinchiusi in attesa di essere uccisi per amore del Cristo cantavano gioiosi; vi vorrebbe come Ignazio che diceva: "Sono frumento e desidero di essere macinato dai denti dei leoni". Vi vorrebbe come gli Apostoli, gioiosi dopo di aver preso le bastonate ; vi vorrebbe come i missionari, i nostri cari fratelli che sono andati in Africa o in altra parte, contenti di patire, di soffrire pur di salvare le anime. Così vi vuole il Signore! Non posso, fratelli miei, dirvi cose diverse da queste; non posso dirvi che i membri della Congregazione devono essere diversi. Uomini impregnati di questo spirito, viventi per il Cristo, desiderosi di soffrire, ansiosi solo di fare la volontà del Padre, inseriti nel mondo moderno, capaci anche di mettersi a cavallo di un missile e di andare attraverso il globo: questi sono gli apostoli che convertiranno gli uomini d'oggi!APOSTOLO entusiasmo
APOSTOLO salvezza delle anime
CONGREGAZIONE missione
CROCE martirio
DOTI UMANE aggiornamento
MISSIONI
MONDO
VOLONTÀ
di DIO
Don Ottorino continua ad usare l’esempio portato precedentemente.
MI3,19 [30-05-1964]
19.Non si può togliere lo spirito evangelico! Bisogna che abbiamo assolutamente lo spirito evangelico e allo stesso tempo una preparazione adeguata per il mondo d'oggi. Invece noto la preoccupazione di essere preparati per il mondo d'oggi, sbagliando anche forma, perché, tra l'altro, voi credete di essere preparati per il mondo di oggi, come dite voi, e vi accorgerete domani che non lo siete affatto. Infatti la lingua che oggi parlano gli uomini non è quella che andate pensando voi, quella che sentite usare in mezzo ai vostri amici. Voi state parlando ancora della pila di Volta, mentre abbiamo già la televisione, e vi preoccupate di sapere come funziona la pila . Non vedete che fate compassione! Vi accorgerete domani che gli altri sono arrivati alla televisione e voi siete ancora alla pila; ma allora vi mancherà l'essenziale per comprarla. Scusate se questa sera sono un po' duro.APOSTOLO vita interiore
APOSTOLO apostoli del Duemila
Il riferimento è al magnetofono con cui i Religiosi stavano registrando la conferenza.
MI3,20 [30-05-1964]
20.Riprendendo quanto dicevo prima, può darsi che la colpa sia di chi vi parla. E allora, per piacere, pregate che se ci vuole uno buttato fuori, sia il responsabile e non siano gli altri. Al Signore l'ho detto tante volte. Non solamente l’ho pregato che mi dica: "Parti e va in Paradiso", ma anzi che mi dia pure le sofferenze che vuole, quello che vuole. Se ci vuole uno che paghi, sono pronto: il Signore mi darà la forza necessaria. Non posso dirvi che cosa ho detto al Signore perché c'è questo strumentaccio qui davanti e non voglio che resti registrato. Ma vi assicuro in coscienza che ho detto delle cose un po' pazzesche al Signore. E sono disposto ad accettarle purché io possa in qualche modo riparare se per caso, come può darsi che sia, sono la causa per cui non siamo arrivati a questo spirito. Ecco allora la mia preghiera: chi è riuscito a capire queste cose, abbia la bontà di aiutarmi. Questa sera non vorrei che vi gettaste nello scoraggiamento. No! Il vangelo ci presenta due peccatori, Giuda e Pietro: l'uno è andato ad impiccarsi, l'altro è uscito, s'è messo a piangere ed è rimasto il capo della Chiesa, ed è santo, e che santo!COMUNITÀ
superiore
COMUNITÀ
condivisione
CROCE sofferenza
GRAZIA
NOVISSIMI paradiso
PECCATO
PECCATO mediocrità
MI3,21 [30-05-1964]
21.Ora dobbiamo saper constatare con fraternità e dire con sincerità: "Io non sono vissuto finora col desiderio unico di amare il Signore e di fare la sua volontà, col desiderio intimo di soffrire; non ho accettato questo programma meraviglioso, non mi sono sforzato di viverlo!". Dire questo è sufficiente, mentre scoraggiarsi perché non si è fatto questo non è da cristiani! Siamo stati chiamati; siamo qua perché siamo stati chiamati. Cerchiamo di essere coerenti alla chiamata, cioè alla nostra vocazione, corrispondendo e cercando da questo momento di fare un passo in avanti. Noi abbiamo il dovere di continuare la missione grandiosa che Cristo ha svolto sopra la terra.VOLONTÀ
di DIO
DOTI UMANE coraggio
COMUNITÀ
corresponsabilità
Evidentemente don Ottorino aveva in mano qualche appunto o qualche libro che aveva letto in quel periodo.
MI3,22 [30-05-1964]
22.Ho qui due righe e permettete che ve le legga: "Gesù non cerca ciarlatani o cantastorie, ma immagini vive riproducenti la sua persona, che continuino la sua opera di lode, di testimonianza, di oblazione e di evangelizzazione". Noi dovremmo essere queste immagini: Cristo che passa a Crotone, Cristo che passa domani in Africa, in America Latina, in qualche altra parte; Cristo che continua a lodare, che continua a rendere testimonianza compiendo la volontà del Padre, che continua la sua oblazione con il sacrificio e l'evangelizzazione.DIO lode a...
GESÙ
sequela
MISSIONI
VOLONTÀ
di DIO
MI3,23 [30-05-1964]
23.Questo sarà possibile se ci getteremo tra le braccia della Madonna. Siamo alla fine del mese di maggio, siamo nell'anno che per la Congregazione vogliamo sia l'anno mariano: domandiamo alla Mamma che ci aiuti; chiediamo alla Madonna... Mia mamma a Lourdes ha chiesto la guarigione. Anch’io voglio chiedere alla Madonna, proprio questa sera, la trasformazione mia e vostra. Domani mattina celebrerò la Santa Messa perché la Madonna ci ottenga questa trasformazione, perché la Madonna ci ottenga lo Spirito Santo, quello Spirito Santo che ci dia la grazia di conoscere, di capire queste cose, di sentire queste cose, di vivere queste cose. È un dono assolutamente necessario! Domani avremo una riunione con il Consiglio generale, e con il Consiglio io riprenderò questo tema. A qualunque costo bisogna portare la Congregazione su questa linea, a rischio di fare un'epurazione, a rischio di domandare la sospensione dalla Santa Sede dei voti perpetui di tutti i presenti, incominciando da me. Questa è la linea voluta da Dio. E da essa, se questa notte non muoio, io non posso retrocedere. AMEN.MARIA madre della Congregazione
MARIA Lourdes
MARIA la nostra buona mamma
EUCARISTIA S.Messa
CONGREGAZIONE Consiglio
CONGREGAZIONE carisma