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IL RINNOVAMENTO DELLA VITA RELIGIOSA: FEDELTÀ AL VANGELO E ALLA CHIESA

MI42 [16-12-1965]

16 dicembre 1965

PC n. 1.

Don Ottorino nomina Graziano, che potrebbe essere Graziano Battistella o Graziano Celadon, ambedue allievi dell’ultimo anno del corso teologico.

MI42,1 [16-12-1965]

1.Continuiamo la lettura del "Perfectae caritatis", nella speranza di trovare qualcosina che va bene per noi.
“Il rinnovamento della vita religiosa comporta il continuo ritorno alle fonti di ogni forma di vita cristiana e allo spirito primitivo degli istituti...”. L'ultima volta abbiamo trattato questo argomento e ci siamo soffermati sulle parole: "Cristo, vergine e povero, redense e santificò gli uomini con la sua obbedienza spinta fino alla morte di croce". E se guardate bene un po' tutte le costituzioni del Concilio e i decreti richiamano questi pensieri: bisogna ritornare al Vangelo, bisogna ritornare allo Spirito, bisogna ritornare a capire Cristo, a comprendere Cristo. Bisogna ritornare a capire, insomma, che Lui è venuto in mezzo agli uomini, ed è morto e ha sofferto e ha patito per salvare gli uomini. Chi si consacra a Dio deve capire questo: si consacra ad essere immolato per gli uomini. Se volete trionfi umani, se volete consolazioni umane, non è questa la strada. Se poi il Signore vi dà il centuplo su questa terra, questo non interessa; se poi il Signore vi dà delle consolazioni, va bene: doni di Dio! Ma uno che si consacra a Dio si consacra a Dio per essere immolato, e perciò il suo desiderio dovrebbe essere di una immolazione sempre più grande, e quante più umiliazioni trova, e quanto più annientamento del proprio io trova sul suo cammino, tanto più deve essere o dovrebbe essere contento il suo spirito, non certamente la sua carne perché quando si batte una mascella - vero, Graziano? - si dice: "Ahi!"; però lo spirito dovrebbe essere tanto più contento. Se non comprendiamo questo, non abbiamo capito niente. Se l'autorità non capisce che è servizio, non ha capito niente; se gli altri non hanno capito che sono per essere immolati, non hanno capito niente. Autorità e non autorità, superiore e fratelli di una nostra comunità siamo tutti a servizio di Dio, e quanto più uno è in alto, tanto più deve ricordarsi che è al servizio di Dio e al servizio dei fratelli. Disgraziata comunità, disgraziata Famiglia religiosa se a un dato momento subentrasse l’orgoglio: "Noi fratelli, noi sacerdoti possiamo governare...". Noi, noi, noi: disgraziata comunità! Fratelli miei, se vogliamo accontentare Lui, se vogliamo essere veramente gli amici di Lui, i continuatori della sua opera, dobbiamo capire queste cose.

GESÙ

redenzione

CHIESA Concilio

GESÙ

conoscenza

GESÙ

salvatore

CONSACRAZIONE immolazione

DOTI UMANE

VIRTÙ

umiltà

COMUNITÀ

superiore

COMUNITÀ

servizio reciproco

COMUNITÀ

S. E. mons. Camillo Faresin, nato a Maragnole (VI) il 22.5.1914, era prelato di Registro do Araguaia in Brasile e grande amico di don Ottorino, che spesso visitava nei suoi periodici rientri in Italia.

Don Ottorino nomina nello stesso esempio don Giovanni Galvan, allievo del 4° anno del corso teologico e già diacono, e l’assistente Vinicio Picco.

“Dall’essere al poter essere vale la conclusione”: è un famoso principio filosofico per indicare che dall’esistenza di una cosa si deduce necessariamente la sua possibilità di esistere.

MI42,2 [16-12-1965]

2.La Chiesa, come diceva benissimo mons. Faresin , vuole mostrare con i Religiosi il cristianesimo integralmente vissuto. La Chiesa vuole apportare un argomento quasi apologetico davanti al mondo e dire: "Voi dite... tu mondo dici che il cristianesimo non può essere vissuto. Ebbene, guarda don Giovanni Galvan, il quale vive le beatitudini in forma totale; guarda quell'altro, il signor Vinicio, l'ingegnere, il cristianesimo integralmente vissuto! È possibile!". "Ab esse et posse valet illatio" , dicevano i filosofi di una volta. È possibile fare una torre alta 50 metri in piazza dei Signori? C'è, quindi è possibile! È così, voi filosofi? È possibile fare una macchina che vada? C'è, quindi è possibile!
Figlioli miei, i religiosi devono essere la testimonianza del cristianesimo vissuto. La Fiat 1100 quale carburante usa? "La benzina super! - dice don Luigi Furlato - Bisogna metterci la benzina super altrimenti si rovina". La sua macchina invece usa metà per sorte: va metà a benzina e metà a spinte e botte. Figlioli miei, mi raccomando: cerchiamo di vivere e di capire queste cose. Perciò, dopo avere posto questa premessa, dico che è necessario che le Famiglie religiose si esaminano un poco. È necessario infatti che ogni Famiglia religiosa, alla luce di questa premessa, cerchi di guardare a sé stessa.

CHIESA

MONDO

CHIESA cristianesimo

CONSACRAZIONE religioso

Non è facile determinare il Giuseppe qui nominato perché erano ben quattro i Religiosi e i Novizi presenti con tale nome: Filippi studente universitario, Giacobbo allievo del corso teologico, Biasio e Santolin nell’anno del noviziato.

Don Ottorino ama spesso scherzare con gli esempi e le battute, e in questo caso nomina Zeno Daniele che stava facendo l’anno di noviziato dopo il corso propedeutico alla teologia.

L’allusione è a Papa Giovanni XXIII.

MI42,3 [16-12-1965]

3.“Il rinnovamento della vita religiosa comporta il continuo ritorno alle fonti di ogni forma di vita cristiana e allo spirito primitivo degli istituti...”.
Qual'è il ritorno alle fonti, Giuseppe , di ogni vita cristiana e allo spirito primitivo degli istituti? Per noi non occorre che facciamo un ritorno allo spirito primitivo perché, forse, riforme di questo genere non occorre per adesso; caso mai sarano opportune quando faranno qualche altro concilio e ci sarà Zeno come padre conciliare. Per ora, più che parlare di riforme, dobbiamo stare attenti per vedere qual'è la volontà del Signore e parlarne. E vorrei dire che sono due le cose a cui dobbiamo stare attenti: anzitutto vedere qual'è la volontà del Signore e parlarne, cioè dare alla Congregazione lo spirito giusto che vuole il Signore. E poi, naturalmente, ripeto quello che vi ho detto tante altre volte: non potete andare in cerca del carisma e della spiritualità della Congregazione da un'altra parte. Quando insaccano il maiale nelle case, mandano il ragazzo a prendere lo stampo delle mortadelle in qualche parte e questi ritorna a casa con un sacco pieno di sassi. Voi non potete andare in cerca dello stampo del religioso della Pia Società San Gaetano ricercandolo sui libri o in un'altra parte. Lo stesso Concilio ci dice chiaramente: "Ritornare allo spirito primitivo degli istituti". Altrimenti avrebbe detto: "Sentite, cari, adesso lo spirito del Vangelo è sufficiente per tutti e basta. Poi ognuno mantiene lo spirito che è quello che diamo alle Famiglie religiose già determinato in una categoria unica per tutte". Invece state attenti perché anche se ogni Famiglia religiosa ha una vocazione collettiva, deve avere poi una forma sua propria. Questo spirito, figlioli miei, mi dispiace dirvelo, anche se ci fosse un Tommaso d'Aquino qui dentro, non lo può dare lui; lo potremo invece scoprire insieme, pregando insieme, cercando insieme. Perché? Per il semplice motivo che il Signore vuole da ogni Famiglia religiosa qualche cosa di speciale, e questo non è frutto di un concilio o di un sinodo, ma è frutto di un'ispirazione divina. Se non avete capito questo non avete capito niente della Famiglia religiosa. Quando insisto nel ripetere che la fisionomia propria del Religioso non può essere assolutamente individuale non intendo affermare che i Religiosi devono essere costruiti tutti alla stessa maniera. Anzi sulla strada ognuno ha la sua macchina: uno è un trattore e fa il trattore, un altro invece è un’auto fuori serie, però la strada non può essere tracciata da ciascuno. Di conseguenza ognuno correrà con la macchina che Dio gli ha dato, con la sua personalità, su quella strada. Ogni Famiglia religiosa è una strada, e su quella strada si deve cercare di correre; dopo verrà la riflessione, il continuo ritorno alle fonti, al Vangelo. Papa Giovanni insisteva sul ritorno al Vangelo.

CONGREGAZIONE spiritualità

VOLONTÀ

di DIO

CONGREGAZIONE carisma

CONSACRAZIONE religioso

CHIESA Concilio

CONSACRAZIONE vita religiosa

COMUNITÀ

dialogo

COMUNITÀ

condivisione

COMUNITÀ

uniti nella diversità

Don Ottorino era solito ascoltare nella sua stanza, o dopo la siesta pomeridiana o alla sera prima di dormire, brani del Vangelo e del Nuovo Testamento che si era fatto registrare appositamente su nastri.

Don Ottorino nomina in forma scherzosa l’assistente Vinicio Picco, accennando ad un piatto tipico della cucina vicentina il cui ingrediente base è lo stoccafisso (merluzzo dissecato all’aria), dopo aver citato in latino un antico precetto medico che invita a mangiare adagio masticando bene il cibo.

MI42,4 [16-12-1965]

4.Le nostre Costituzioni parlano chiaro: bisogna essere improntati sullo spirito del Vangelo, con semplicità. Voi conoscete bene le Costituzioni. Il sacerdote deve essere semplice, povero, ripieno di Dio, predicare il Vangelo con l'esempio. Perciò è importante il ritorno alle fonti per essere talmente impregnati del Vangelo che ognuno di voi deve emanare il profumo del Vangelo.
Qui inoltre si afferma che un Religioso dovrebbe leggere ogni giorno la Sacra Scrittura, ogni giorno deve attingere alla Sacra Scrittura. Se volete, io vi dico, bruciate tutti i libri che avete, ma tenetevi la Sacra Scrittura e leggetela mezz'ora al giorno, e da qui a cent’anni avrete fatto delle opere meravigliose. Tenete anche gli altri libri, ma non dimenticate la Sacra Scrittura. Figlioli, bisogna essere innamorati della parola di Dio, e leggendo la parola di Dio ogni giorno troverete qualcosa di nuovo. Anche ieri sera io ho ascoltato un pezzettino del vangelo di san Luca e ho detto: "Questo brano l'ho sentito molte volte e non mi ha mai fatto tanta impressione come adesso!". A quarant’anni anni vi accorgerete che non avete capito niente, a cinquant’anni che non avete capito ancora niente, per cui speriamo di capire a settanta o a ottant’anni o quando saremo in Paradiso. Il Vangelo è un tesoro perché ci presenta il Cristo che viene in mezzo agli uomini, che parla agli uomini: Cristo Gesù che ci insegna la strada, che ci traccia la strada, che ci dice che cosa vuole da noi, che cosa dobbiamo fare! Che cose meravigliose! Bisogna, però, meditarla, mangiarla, masticarla la parola di Dio. "Prima digestio fit in ore", vi insegnavano una volta, cioè "La prima digestione si fa in bocca": se mandi giù senza masticare non fai assolutamente la digestione. Che ne dici tu, Vinicio, che ti intendi di baccalà? Bisogna masticarla e masticarla. Tutta la Sacra Scrittura deve essere letta riga per riga, meditata, resa viva, riletta ancora, e solo allora va giù. Bruumm! Leggendo affrettatamente si può conoscere per la scienza, ma non per la vita; le verità imparate diventeranno erudizione, ma non vita della tua vita. Basta una frase del Vangelo per trasformare un uomo! Prendete un pezzettino di germoglio per innestare, voi che ve ne intendete di innesti. Se invece prendete una pianta selvatica, un fico, una vite selvatica, e attorno ponete una catasta di fascine di germogli di vite di uva bianca, rossa, verde, celeste, di tutti i tipi di uva, dopo aspetterete invano che venga fuori uva da quella vite selvatica. Che ne dici tu, Mecenero, che ti intendi di agricoltura: può uscire uva? Invece basta un pezzettino piccolo, ma innestato dentro la pianta selvatica. Quando è innestato diventa occasione di vita, mentre anche se vi metti attorno tutte le viti di Sgaravatti non mangi un grano di uva; bisogna innestarglielo dentro, e per innestare bisogna tagliare e bisogna legare. Figlioli miei, la vita viene attraverso un taglio.

CONGREGAZIONE Costituzioni

VIRTÙ

semplicità

APOSTOLO testimonianza

SACERDOZIO prete

CONSACRAZIONE religioso

PAROLA DI DIO Sacra Scrittura

NOVISSIMI paradiso

PAROLA DI DIO Vangelo

PREGHIERA meditazione

MI42,5 [16-12-1965]

5.Bisogna tornare allo spirito primitivo, bisogna tornare alle fonti di ogni forma di vita... Tornare alle fonti vuol dire tornare alla vita, non tornare a una catasta di fascine di germogli. Mi fa schifo un religioso sacerdote che cita, cita, e non vive! Cosa interessa a me: cita, e poi? Cita meno e vivi, e la tua parola sarà una citazione meravigliosa, e vale più di tutte le citazioni del mondo. Cita te stesso; mostratevi voi, voi! Questa è la citazione.
Perciò leggete il Vangelo, e lo dovete leggere ogni giorno della vostra vita: Vangelo e Scrittura ogni giorno. San Girolamo raccomanda: "La tua testa si addormenti sul libro santo". Leggete una riga, leggete un pensiero e fatelo vostro e meditatelo cinque, dieci minuti, un quarto d'ora; addormentatevi con quel pensiero. La mattina dopo quel pensiero diventerà vita. Allora camminerete sulla strada di Dio, allora sarete gli uomini di Dio capaci di patire, di soffrire, di lavorare; non indietreggerete dinanzi alle difficoltà; portatori di spirito, portatori di Dio. La vita, ricordatevi, viene dalla vita. Da un salice secco non esce neppure un germoglio di luppolo; qualche fungo, forse, e magari avvelenato. “... e nello stesso tempo l'adattamento degli istituti stessi alle mutate condizioni dei tempi”.

CONGREGAZIONE spiritualità

CONSACRAZIONE religioso

DOTI UMANE cultura

PAROLA DI DIO Vangelo

PAROLA DI DIO Sacra Scrittura

PREGHIERA meditazione

APOSTOLO uomo di Dio

APOSTOLO ambasciatore di Dio

CROCE difficoltà

Il riferimento è a tanti incontri che don Ottorino realizzava con i più immediati collaboratori nella pace di Asiago (VI) ricercando insieme, in un intenso clima di preghiera, le linee portanti della spiritualità della Congregazione.

L’allusione scherzosa di don Ottorino è alla medaglia d’oro che il Comune di Vicenza gli aveva conferito in occasione del XXV anniversario di sacerdozio e che gli sarebbe stata solennemente consegnata dal sindaco dott. Giorgio Sala il 27 gennaio 1966.

MI42,6 [16-12-1965]

6.Il Concilio parla agli Istituti già esistenti e dice: state attenti, bisogna tornare alle fonti. Dio ha fatto ogni Istituto con una fisionomia, quella fisionomia scaturisce da Dio, dallo Spirito.
Quando lassù ad Asiago ci trovavamo in quattro o cinque o sei, non lo facevamo per discutere, ma per ascoltare Dio. Piegavamo la testa, cercavamo Dio, e quando non eravamo capaci di sentire la sua voce, correvamo in chiesa, accendevamo le candele, esponevamo il Santissimo, pregavamo e allora sentivamo Dio. Questa è la strada! I vecchi Istituti devono tornare indietro, per poter andare avanti. Infatti il Concilio invita a ritornare allo spirito iniziale dell'Istituzione, però adattandosi ai tempi. Noi che siamo ancora agli inizi dobbiamo guardare in avanti, correre con i tempi, anzi correre più avanti dei tempi, in modo che dove l'uomo arriva trovi già una croce impiantata: Cristo deve arrivare prima di lui. Quando gli uomini arriveranno sulla luna devono trovare uno di San Gaetano, con una cappella prefabbricata, pronto a celebrare la Messa. Attenti, però, che non trovino là un turista o uno scienziato che si vanta di essere arrivato per primo: devono trovare l'uomo di Dio in adorazione, che vive nello spirito del Vangelo e che è là ad aspettare anime, e non trionfi e medaglie. Questo lo dico per coloro che hanno soltanto in mente la medaglia d'oro giorno e notte.

DIO Spirito Santo

AUTOBIOGRAFIA

PREGHIERA

EUCARISTIA adorazione

DIO presenza di...

CHIESA Concilio

APOSTOLO apostoli del Duemila

CONGREGAZIONE missione

MONDO progresso

APOSTOLO uomo di Dio

Il riferimento è a don Giovanni Galvan, diacono dell’ultimo anno del corso teologico.

Don Ottorino si riferisce alle due sculture in pietra che si trovavano nella portineria della Casa dell’Immacolata.

MI42,7 [16-12-1965]

7.“Questo rinnovamento, sotto l'influsso dello Spirito Santo e la guida della Chiesa, deve attuarsi secondo i seguenti principi”.
Questo adeguarsi ai tempi, questo rinnovamento sotto l'influsso dello Spirito Santo e la guida della Chiesa, questo adattarsi alle necessità del momento presente, come può essere realizzato se la Famiglia religiosa ha il suo spirito che viene solo da Dio e non è frutto di disquisizioni umane? Si ottiene con un lavoro che si fa insieme, con la collaborazione di tutti. Se, per esempio, io vedo don Giovanni impregnato dello spirito della Congregazione e dello spirito evangelico, perché questi sono i due requisiti: essere impregnato dello spirito evangelico e dello spirito della Congregazione, allora io lo chiamo e gli dico: "Senti, don Giovanni, adesso vediamo come possiamo inserirci nel mondo d'oggi". Tu sarai un consigliere, un realizzatore meraviglioso di quello che è l'inserimento della Congregazione nel mondo moderno, se hai queste due qualità: spirito evangelico (devi essere pieno di spirito evangelico in modo tale che ti esce il Vangelo per tutti i pori della testa e della pelle, per cui tu parli di Vangelo, respiri Vangelo, cammini con il Vangelo) e spirito della Congregazione (cioè lo spirito particolare che Dio ha dato a questa Congregazione); solo allora sei un consigliere, tu puoi alzare la voce, tu puoi collaborare bene. In caso contrario non puoi dire: "Ma, sarebbe necessario, sarebbe necessario, sarebbe utile...". No, tu sei una campana stonata, anche se bella e grande: che importa che pesi trenta quintali se è incrinata? Sarebbe preferibile una campanella piccola piccola, ma che possa suonare bene. Vengano avanti gli uomini nella Congregazione; consigliamoci insieme, ma siamo impregnati di Vangelo e dello spirito della Congregazione. Con questi uomini andremo sopra la luna: io sono qui ad aspettarli, questi uomini. Ma se sono privi di queste due qualità, mancano di un requisito fondamentale: lo Spirito Santo! E di uomini senza Spirito Santo non so che cosa farne; ne abbiamo due giù in portineria che fanno meno danno alla Congregazione che non altri: non mangiano...

DIO Spirito Santo

CHIESA

CONGREGAZIONE spiritualità

MONDO progresso

DOTI UMANE

PAROLA DI DIO Vangelo

Casa di spiritualità della diocesi, intitolata al vescovo S. E. mons. Carlo Zinato, in una villa di Costabissara (VI) ristrutturata e circondata da un meraviglioso parco.

S. E. mons. Antonio Mistrorigo, all’epoca vescovo di Treviso, proveniva dal clero vicentino ed era particolarmente esperto sul rinnovamento liturgico.

Mons. Giovanni Sartori era uno stretto collaboratore di S. E. mons. Carlo Zinato, vescovo di Vicenza.

MI42,8 [16-12-1965]

8.Questo rinnovamento deve avvenire sotto l'influsso dello Spirito Santo e della guida della Chiesa che deve essere accettata con umiltà.
Per esempio, consideriamo adesso un particolare piuttosto secondario. Quando noi sacerdoti siamo stati chiamati a Villa San Carlo per prepararci un pochino al rinnovamento liturgico, mons. Mistrorigo ha detto riguardo alla comunione: "Si può fare la comunione tanto in piedi come in ginocchio; però forse sarebbe meglio in piedi per questi e questi motivi...". Il nostro vescovo, però, non ha piacere che la si faccia in piedi, ma ha piacere che venga fatta in ginocchio. Il Santo Padre a San Pietro vuole che si faccia in ginocchio. Il nostro vescovo, inoltre, è andato all'ufficio competente a Roma per chiedere quali disposizioni si dovessero dare e gli hanno risposto: "Eccellenza, in genere la comunione è fatta da alcuni in ginocchio, da altri invece in piedi". "E allora date disposizioni!". "Non vogliamo dare disposizioni per questo semplice motivo: se diamo disposizioni generali ci sono delle parrocchie che la fanno in piedi e preferiscono farla in piedi". E allora mons. Sartori ha proposto: "Eccellenza, dia disposizioni chiare perché sembra che sia sempre io quello che vuole andare contro. Eccellenza, a Roma c'è il Papa e allora sentiamo se ci sono disposizioni generali per l'Italia per non finire in una varietà infinita di modalità". Siamo in una diocesi come Vicenza e siamo in una cosa libera, nella quale non si tratta di dire se è peccato o non è peccato: io, personalmente, se dovessi scegliere, sceglierei che la comunione si faccia in piedi, io la farei molto meglio in piedi per mille e un motivo. Io non voglio discutere sul gusto di uno o sul gusto di un altro. La nostra obbedienza è a mons. Zinato: so che il suo desiderio è che la comunione sia fatta in ginocchio, e anche se io sono libero, fossi parroco o cappellano, mi sembra di andare contro il Signore se vado contro il suo desiderio perché il principio è che l’amore deve stare al di sopra di tutto. Voi direte invece che in caso di dubbio c’è libertà di scelta. Sono d’accordo, ma preferisco restare nella carità e nella comunione. Voi direte ancora che questa non è libertà. No, anime di Dio, non sono d’accordo perché se vogliamo fare sempre quello che desideriamo e che l’autorità non esiga mai un po’ di rinuncia del proprio io, allora non c’è veramente alcun spirito di obbedienza.

DIO Spirito Santo

VIRTÙ

umiltà

SACERDOZIO

EUCARISTIA comunione

CHIESA Vescovo

CHIESA Papa

PASTORALE parrocchia

CONSACRAZIONE obbedienza

PASTORALE parroco

CARITÀ

La Congregazione aveva iniziato il servizio pastorale a Crotone già da due anni, chiamata dal vescovo S. E. mons. Pietro Raimondi, pastore dal cuore grande e comprensivo, ma allo stesso tempo legato alla tradizione e poco aperto alle innovazioni.

Don Ottorino porta l’esempio della vecchia jeep, residuato della 1ª guerra mondiale che aveva spesso noie meccaniche, che aveva acquistata specialmente per le necessità della casa alpina ad Asiago (VI).

MI42,9 [16-12-1965]

9.La Chiesa è composta da uomini, e coloro che svolgono il servizio dell’autorità sono uomini. È impossibile che l'autorità possa comandare sempre il più perfetto o quello che voi credete il più perfetto, perché tante volte siamo noi che crediamo sia perfetto.
Anche a proposito della questione se sia preferibile fare la comunione in piedi o in ginocchio non mi pongo a discutere, ma mi interessa capire che cosa piacerebbe al Signore. Se mi domandassero: "Tu, don Ottorino, cosa preferisci?". Io sinceramente direi: "In piedi". Però, dal momento che il vescovo desidera che sia fatta in ginocchio e non si prende la responsabilità di andare contro l’opinione comune, anche se poi ci sarà un mucchio di preti che gli vanno contro afermando che Vicenza è sempre più indietro delle altre diocesi e sapendo che anche il Santo Padre è per la comunione in ginocchio, io, per conto mio, personalmente, se fossi un cappellano o parroco inviterei a comportarsi in ossequio a quello che è il desiderio della Chiesa. Se un domani nelle parrocchie non sarete un po’ delicati e attenti anche in queste scelte, ad un dato momento, avrete anche sul piano umano una forma di vivere che è insopportabile. È necessario andare d'accordo, volersi bene, essere contenti, e allora ti lascia fare qualcos'altro a proposito di altre scelte. Questo rinnovamento, quindi, va fatto sotto l'influsso dello Spirito Santo e la guida della Chiesa. Un puledro giovane ha l'impressione che le redini frenino e lui allora tira. Ora la Congregazione è giovane e può trovare delle difficoltà; invece di trovare vescovi aperti e favorevoli, può incontrare difficoltà. Se questo è motivo di penitenza, è anche motivo di sacrificio che fa acquistare meriti. Per esempio, a Crotone i nostri fratelli hanno trovato difficoltà enormi perché il vescovo ha una mentalità antiquata, del secolo scorso o dell’altro ancora prima di Garibaldi. Vi dico questo perché le nostre esperienze sono fatte in Italia del Nord, dove le parrocchie sono organizzate ed avanzate perché hanno una tradizione cristiana alle spalle. Ora, come devono comportarsi i nostri Religiosi con il vescovo di Crotone? Con tanta carità, con tanta bontà, volendogli bene. In questo modo il vescovo di Crotone vuole bene ai nostri, e si è stabilito un contatto fraterno riuscendo in un paio d'anni ad ottenere quello che non avrebbero ottenuto neanche in decenni. Che colpa ha lui se non ha mai visto le diocesi dell'Italia settentrionale? E allora portiamolo a visitarla. Infatti è venuto, ha visto le parrocchie ed ha esclamato: "Che belle sono queste parrocchie così organizzate!", perché lui si è trovato ad avere una massa di gente che non era preparata come qui. Per preparare il terreno nelle nostre zone sono occorsi centinaia d'anni di servizio dei nostri buoni preti che hanno lavorato e lavorato. Lui invece si è trovato a lavorare con preti che erano così e così, e con tutto un insieme particolare di situazioni. Perciò, adesso, noi andiamo là e dobbiamo cambiare la testa a tutti. Abbiamo da fare con uomini, abbiamo da fare con uomini! Noi sappiamo avere pazienza anche con la jeep perché è vecchia e alla quale non si possono cambiare né i pistoni né il motore; dobbiamo avere pazienza anche con gli uomini.

CHIESA

CHIESA Vescovo

PASTORALE

CHIESA Papa

VIRTÙ

umiltà

PASTORALE parrocchia

CARITÀ

DIO Spirito Santo

ESEMPI vari

PENITENZA

MISSIONI

VIRTÙ

Don Ottorino scherza con i nomi delle città facendo rima con la stessa desinenza: Filadelfia è una immensa metropoli degli Stati Uniti d’America, mentre Nomadelfia (città dove l’amore è legge) è una comunità di ragazzi adottati da mamme volontarie, iniziata durante la guerra (1945) da don Zeno Saltini a Fossoli (MO) e ricostruita poi nel 1961 presso Grosseto.

MI42,10 [16-12-1965]

10.Ricordatevi che vi incontrerete con gli uomini di Chiesa, non con la Chiesa ideale, e con gli uomini ci vuole tanta comprensione, tanta carità, e soprattutto non fare i prepotenti, perché quando facciamo i prepotenti perdiamo la battaglia. Ricordiamoci sempre che Gesù, quando si è incontrato con Erode, è fuggito in Egitto; non ha voluto fargli saltare la pancia, ma è scappato in Egitto. E ha vinto la battaglia scappando: l'ha vinta lui la battaglia, ma scappando.
Ora noi, innestandoci nella Chiesa, siamo portati dallo Spirito Santo, siamo guidati dallo Spirito Santo, ma sempre in pieno accordo con la gerarchia. Umanamente parlando vorrà dire che se in un posto non ti lasceranno realizzare assolutamente quello che il Signore vuole da te, sbatterai la polvere e andrai in un altro posto; questo è il grande vantaggio che noi abbiamo, mentre un prete diocesano è legato al territorio e deve restare nel posto. Noi possiamo sempre dire: "Cara diocesi di Filadelfia, ti saluto e andiamo a Nomadelfia"; lasciamo qua e andiamo là: noi abbiamo questo vantaggio che altri non hanno. Abbiamo inoltre il vantaggio, avendo una Congregazione alle spalle, di poter fare anche una certa pressione che un povero prete diocesano non può fare; ma questa deve essere fatta dai responsabili, non dall'individuo, perché con questo metodo non si ottiene niente. È proprio il caso di ripetere quello che diceva San Francesco di Sales che si ottiene più con un gocciolina di olio, con un pizzico di miele che non con un barile di aceto: una goccetta di miele ottiene molto di più, molto di più. Ecco, ci sarebbero tante altre cose, ma spero che mi darete la possibilità di dettare la meditazione qualche altra volta.

CHIESA

CARITÀ

VIRTÙ

umiltà

DIO Spirito Santo

VOLONTÀ

di DIO