MI52[08-01-1966]
Meditazione ai Religiosi e ai Novizi della Casa dell'Immacolata. Don Ottorino, prendendo spunto dal libro "Per un postconcilio efficace" di p. Riccardo Lombardi, insiste sulla assoluta necessità per ogni singolo cristiano e, in particolare, per il Religioso, di essere apostolo e missionario sempre e dovunque. Il testo originale è registrato e la sua durata è di 28’. 1. Il vero spirito missionarioIl testo registrato è lacunoso all’inizio, per cui la meditazione comincia con una frase incompleta e senza alcun aggancio precedente.
La Sacra Congregazione di "Propaganda Fide", fondata nel 1622 da Gregorio XV, ha il compito di dirigere l'attività missionaria cattolica nel mondo; da essa dipendono anche i seminari per la preparazione dei missionari, e sono di sua competenza tutti gli affari ecclesiastici relativi ai territori di missione.
Il lanificio Rossi era un grosso complesso industriale tessile ai piedi di Monte Berico a Vicenza.
A questo punto, nel testo registrato, don Ottorino nomina Gaetano Scortegagna, suo cugino e allievo del 2° anno del corso teologico.
MI52,1[08-01-1966]
1.È assolutamente necessario lo spirito missionario, perché se il vescovo non ha spirito missionario la diocesi non va bene, e se il parroco ha spirito missionario la parrocchia può andare bene. Per noi oggi lo spirito missionario è qualche cosa che è stato bene descritto. Per il passato, invece, dire spirito missionario significava andare in missione, dipendere dalla Congregazione di "Propaganda Fide" , predicare il Vangelo ai moretti dell'Africa. Quando una volta si parlava di missioni si intendeva questo, e questo ci hanno insegnato quando io ero ragazzo e ci parlavano di spirito missionario. Anime di Dio, ha lo spirito missionario anche quell'operaio che va a lavorare al lanificio Rossi e si trova vicino a un altro operaio che non crede nel Cristo e tenta di costruire un ponte con lui. Importante è costruire un ponte tra la Chiesa e il mondo. C'è da qualche anno un opuscoletto che narra le confessioni di un socialista che avrebbe detto: "Ho ventotto anni e mi sono incontrato con il Cristo. Per il mio lavoro sono stato a contatto con tanti cristiani che vivevano da cristiani, da buoni cristiani; d'altra parte anch'io mi sono diportato bene, non ero un vizioso, un libertino, ma mi sono mostrato sempre una persona seria e onesta. Però nessuno di questi cristiani mi ha parlato del Cristo; avranno avuto un motivo. Ora, se io ho tardato fino ai ventotto anni ad incontrarmi con il Cristo, la colpa non è tutta mia: è anche mia, ma non tutta mia. Coloro che erano miei vicini di lavoro, che vedevano com'ero, che mi erano amici, con i quali uscivamo insieme, perché non me ne hanno parlato, perché non mi hanno svelato queste cose? Perché non me l'hanno svelato? Erano con me questi cristiani, vivevano a contatto con me, e io fino ai ventotto anni non ho conosciuto il Cristo; e non ho conosciuto il Cristo fino ai ventotto anni per causa di questi che erano vicini a me". Quanti di questi uomini che potrebbero cambiare completamente la loro vita, che potrebbero vivere veramente la nostra religione, un domani, al giudizio di Dio, diranno: "Io non l'ho conosciuta per causa vostra”.CHIESA Vescovo
MISSIONI vocazione missionaria
APOSTOLO F.A.
MONDO
ESEMPI apostolo
APOSTOLO
Il Vajont è un torrente del bellunese, affluente del fiume Piave, sbarrato da una diga alta 260 metri, che crea un grande invaso che il 9 ottobre 1963, a causa di una enorme frana staccatasi dal monte Toc, tracimò distruggendo Longarone e altri paesi. Ci furono circa 3000 morti.
Cfr. 1 Corinzi 13, 1-3.
Cavazzale è un paese alla periferia di Vicenza, per il quale transita il treno diretto a Schio.
MI52,2[08-01-1966]
2.Per esempio, nel disastro del Vajont sono morte molte persone e si sono presentate dinanzi al giudizio di Dio. Ci sarà stato senza dubbio un buon cattolico che lavorava nello stesso stabilimento e nello stesso posto insieme con uno che non era credente e lì, forse con lo stato d'animo di confessarsi, quest’ultimo avrà detto dinanzi al Signore: "Signore, se non ti conosco la colpa è di questo qui che ha lavorato vicino a me per tanto tempo, e lui mangiava un pane e io morivo di fame, e lui non ha steso la sua mano per darmi un pezzo di pane". Noi non siamo capaci di capire, per esempio, che è come se io andassi a lavorare insieme con Bertelli, e mentre io ho davanti tanta grazia di Dio, tanta e proprio tanta, lui resta a guardarmi e non ha niente da mangiare. Per un senso di umanità dovrei dargli almeno una crosta di formaggio e la "crosta" del salame, almeno quella, e dirgli: “Prendi, altrimenti faccio fatica a portarla a casa, perché ne ho veramente tanta”. Questo lo facciamo a livello materiale; invece a livello spirituale i nostri cristiani non hanno coscienza di quello che devono fare. È una cosa tremenda! Si sono addormentati, non hanno coscienza del dovere grave che hanno di parlare di Cristo e di farlo conoscere a coloro che hanno vicino. Eppure siamo in una squadra, siamo a lavorare insieme in uno stabilimento; qui, ad esempio, sono sette, otto, dieci cristiani che fanno la comunione ogni giorno, che si alzano presto per andare a fare la comunione, che alla sera quando vanno a casa recitano anche la corona del rosario, che fanno opere di carità a destra e a sinistra. Che opere di carità! La prima opera di carità è far conoscere il Cristo perché Cristo ci vuole tutti cristiani. Questa è la volontà del Padre: che tutti i suoi figli divengano uno. Se invece questi cristiani non fanno questo, non fanno l'opera prima di carità. E allora anche se facessero miracoli, anche se parlassero tutte le lingue, anche se donassero ai poveri tutto quello che hanno, sarebbe niente, dice san Paolo. Manca quello che è l'essenza della carità: far conoscere a ognuno il dovere di collaborare per portare il Cristo nel mondo. Ecco lo spirito missionario che dobbiamo iniettare nel mondo! Questo, secondo me, è il nostro problema numero uno. Tutti noi dobbiamo cercare e trovare dinanzi al tabernacolo, e anche attraverso i nostri studi, la chiave di volta per poter iniettare nella Congregazione questo spirito. Penso che siamo d'accordo su questo, e questo spirito deve divenire un motore per noi. Dobbiamo anche tradurlo in qualche piccolo slogan o tradurlo in qualche piccolo trattino, in qualche cosa di concreto, ma anzitutto deve diventare vita della nostra vita. Per questo dobbiamo renderci conto e chiederci: “Che cosa abbiamo fatto finora? Siamo fuori strada?”. Effettivamente siamo fuori strada! Il cristianesimo è fuori strada: non la Chiesa, ma gli uomini di Chiesa sono fuori strada. O reimpostiamo un cristianesimo con questo spirito o siamo su un binario sbagliato, siamo su un binario che non è il binario giusto. È come se fossimo diretti a Milano e invece prendiamo il binario che va a Cavazzale: bellissima cosa, ma si va a finire a Schio, non si va a finire a Milano; sarà bello per te Cavazzale, ma quello non è il binario che va a Milano.NOVISSIMI giudizio
ESEMPI testimonianza
CHIESA cristianesimo
DIO Padre
VOLONTÀ
di DIO
PAROLA DI DIO
CARITÀ
CONGREGAZIONE missione
CONVERSIONE esame di coscienza
Organizzazione fra i laici cattolici, istituita per impulso di Pio XI, per fiancheggiare con l'apostolato in sempre più estesi campi d'azione (stampa, cultura, assistenza, attività presindacale e politica, ecc.) l'attività strettamente pastorale del clero. Sua caratteristica è sempre stata la stretta dipendenza dalla gerarchia ecclesiastica.
Legatoria industriale, di importanza nazionale, di Vicenza.
Don Ottorino scherza con le parole, ma fa capire perfettamente che la presenza di cristiani in un ambiente operaio dovrebbe trasformarlo evangelicamente.
Mons. Giuseppe Badini era un dotto sacerdote, molto esperto in campo biblico, che don Ottorino aveva conosciuto a Roma e aveva invitato a predicare un corso di esercizi spirituali ai Religiosi della Congregazione.
A don Ottorino piaceva molto questa definizione del santo che aveva scoperto nella lettura di un libro.
A questo punto don Ottorino usa un linguaggio “militaresco” per sottolineare che la riforma della comunità cristiana non è un’idea di un esaltato, ma è richiesta dal Concilio stesso. Accenna infine al Sant’Ufficio, considerato abitualmente come il dicastero vaticano addetto a vigilare sull’ortodossia e a condannare gli errori.
MI52,3[08-01-1966]
3.Consideriamo, ad esempio l'Azione Cattolica : non direte che è Azione Cattolica. Il professor Paschetta, che è stato uno dei pionieri dell'Azione Cattolica, mi diceva a Roma: "Ah, caro don Ottorino, è diventata azione caotica, purtroppo, è diventata azione caotica". Se mettete sette, otto, dieci persone dell'Azione Cattolica dentro una fabbrica, dovrebbero sconvolgere la fabbrica. Considerate, per esempio, il complesso di Olivotto ove lavorano settecento ragazze; se tu esamini un po’ la situazione, troverai che moltissime sono dell'Azione Cattolica. E allora la fabbrica dovrebbe diventare un convento, un vero convento, non con la testa storta, ma con la testa dritta. Eppure, eppure, eppure chi ha un po' di conoscenza dell’ambiente delle fabbriche, degli stabilimenti, sa che non è così, anche se nelle nostre città sono tutti cattolici e dentro nelle fabbriche vi sono quelli dell'Azione Cattolica. Ci vorrebbe un poco di benzina e domandare il permesso al Padre Eterno, come ha detto quella volta monsignor Badini : fare un corso di esercizi e dopo domandare il permesso al Padre Eterno e con una mitragliatrice mandarli tutti in Paradiso, direttamente. Figlioli miei, siamo fuori strada, siamo fuori strada! Bisogna che voi mi aiutiate perché possiamo insieme trovare come fare. Tutti siamo d'accordo su queste idee, ma poi in pratica non facciamo nulla. Allora è come un parroco che va agli esercizi e fa i suoi propositi, ma ritorna a casa e dopo tre giorni continua come prima. Qui si tratta di fare una rivoluzione, di fare una rivoluzione! Se il santo è un ribelle all'ambiente , qui si tratta di essere ribelli all'ambiente dove siamo vissuti, alla mentalità alla quale siamo stati formati. Adesso abbiamo la grande fortuna che questa ribellione possiamo farla, anzi ci è ordinata dalla Chiesa. Possiamo farla a cavallo del Concilio, cioè a nome del Concilio, mentre prima bisognava farla a piedi e da soli. Adesso abbiamo la grande fortuna di farla a cavallo del Concilio, e possiamo farla in divisa militare, mentre prima dovevamo farla soltanto da imboscati. Se l'avessimo fatta prima ci avrebbero detto: "Poveri untorelli!"; forse avrebbero cominciato col mandarci al Sant' Uffizio . Però è una vera e propria rivoluzione. Bisogna tornare al principio, quando la vita cristiana non era così. 2. La comunità cristiana è una comunità missionariaCHIESA Movimenti ecclesiali
ESEMPI testimonianza
CONVERSIONE
CONGREGAZIONE missione
CHIESA Concilio
Anche per questa meditazione don Ottorino usa il libro di RICCARDO LOMBARDI, Per un postconcilio efficace, Ritiro ai Padri Conciliari dall’8 all’11 novembre 1965, Edizioni Mondo Migliore, Roma 1965. Le citazioni, prese dalle pagine 43, 45, sono sempre riportate in corsivo senza ulteriori richiami.
Nome con cui comunemente si ricorda l’episodio di epidemia influenzale di forte intensità che nel 1957 colpì rapidamente e duramente intere nazioni e continenti provocando anche numerose vittime.
Il Movimento dei Focolari è iniziato a Trento durante la 2ª guerra mondiale per opera di Chiara Lubich e si è sviluppato rapidamente in tutto il mondo. Don Ottorino stesso aveva tratto dalla sua spiritualità alcune idee forti per la Congregazione.
MI52,4[08-01-1966]
4.Riprendiamo ora il testo di p. Lombardi. “... non è genuina comunità cristiana quella che non abbia carattere apostolico...” . Esaminiamo una comunità cristiana, ad esempio la parrocchia di Cavazzale: se la parrocchia di Cavazzale non ha carattere apostolico, che si percepisce dal modo di parlare e di agire, non c'è genuina comunità cristiana. Quante sono le genuine comunità cristiane nelle nostre parrocchie? E ricordate che le nostre sono tra le migliori parrocchie del mondo; non lo credevo neanch'io una volta, ma me ne sono accorto viaggiando e osservando. E se sono così le nostre, come saranno le altre! Figlioli, non sono genuine, non sono adeguate “per fermentare l’intera comunità umana”, perché bisogna riuscire a fermentare l'intera comunità umana. Mi disse un giorno padre Lombardi, la prima volta che mi sono incontrato con lui, otto o dieci anni fa, mentre eravamo a cena assieme ed eravamo rimasti noi due soli a discorrere fraternamente, quella frase che ho udito tante volte: "Pio XII mi diceva sempre in cui verrà il momento che gli uomini si incontreranno con Dio, e sarà una cosa come l'Asiatica”. Vi ricordate l'Asiatica: è passata improvvisamente, come una valanga. Gli uomini credono di essere contenti della tecnica, delle invenzioni e dei progressi, e si allontanano da Dio dicendo: "Non abbiamo più bisogno di Dio", e corrono, corrono, corrono, ma nel correre fanno una linea curva, per cui, senza accorgersi, si incontreranno con il Cristo. Allora diranno: “Lo abbiamo trovato, abbiamo trovato la felicità!" e non si accorgono che lo hanno abbandonato, sono scappati via da Lui e si ritrovano faccia a faccia con Lui. Scopriranno il Cristo. Sono passati parecchi anni da quell’incontro e ho pensato spesso a questa realtà. Padre Lombardi stesso continuava a ripetermi la frase quando andavo a visitarlo: "Gli uomini improvvisamente scopriranno Dio, e sarà come con l'Asiatica!". Analizzate, ad esempio, l’esperienza dei Focolarini : cominciano a parlare della carità e della fraternità, e scoprono Dio.PASTORALE parrocchia
APOSTOLO F.A.
ESEMPI Dio incontro con Dio
SOCIETÀ
DIO
Famosa espressione delle Confessioni di Sant’Agostino.
Don Ottorino rompe la tensione nominando Vinicio Picco e richiamandolo come se fosse rimasto stupito per le forti affermazioni precedenti.
MI52,5[08-01-1966]
5.Effettivamente dovrebbe diventare anche per noi un'ossessione trovare il modo per dire quello che pensiamo. Se noi riuscissimo a trovare il toccasana per dire quello che pensiamo, se noi fossimo capaci di esprimere quello che siamo, che cosa vuol dire essere cristiano, il dovere del cristiano, sarebbe un'infezione come con l'Asiatica; vi assicuro che sarebbe una infezione come con l'Asiatica. Infatti questa è una realtà che quando un cristiano l'ha capita, è messo dinanzi a un dilemma, a un aut-aut: o io continuo ad essere cristiano o non continuo ad essere cristiano; se continuo ad essere cristiano mi impegno a vivere da cristiano, se invece rinuncio al cristianesimo posso fare a meno di andare a Messa. Io avrei il coraggio di dire a una parrocchia di diecimila anime o di cinquemila anime: “Sentite, cari; per chi vuol essere cristiano, questo è il cristianesimo. Sapete che il vostro dovere è questo: essere cristiani! Il cristianesimo è questo, eccolo qua, non l'ho inventato io. Se volete il mio sangue per voi, ve lo do; se volete la mia vita per voi, ve la do; però il cristianesimo è questo, eccolo qua: è Gesù!".Se voi in una parrocchia di cinquemila anime formate dieci cristiani, ma veri cristiani, succederà come per i pidocchi: se mettete dieci pidocchi sotto la camicia, in poco tempo si moltiplicano; devono essere, però, pidocchi, non conigli, perché quelli scappano via, cioè pidocchi di quelli della pelle, e allora vedrete che razza di cose. I cristiani sono peggiori dei pidocchi, perché “il nostro cuore non trova pace finché non riposa nel Signore”. Quando gli uomini si incontreranno veramente con un cristiano cristiano, si incontrano con Cristo e trovano quello che è necessario per l'anima loro, trovano la gioia dell'anima. Ecco l'Asiatica! Mettete in uno stabilimento, in mezzo a trecento persone, cinquanta cristiani, veramente cristiani, vedrete che gli altri duecentocinquanta, dopo un po' di tempo, sono cristiani anche loro o non resistono più e vanno fuori asfissiati. Vinicio, mi guardi? Chi sa capisce, chi non sa non capisce. Quando un cristiano è veramente cristiano emana un profumo tale che innamora gli altri a seguirlo, e allora trovano il massimo della felicità che una creatura può trovare sopra la terra nel seguire integralmente il cristianesimo; non certo se emana un odore di mormorazione, di critiche, di porcherie.CONGREGAZIONE missione
APOSTOLO F.A.
ESEMPI F.A.
ESEMPI testimonianza
CHIESA cristianesimo
PECCATO
Quinto è il paese dell’infanzia di don Ottorino, dove si trasferì con la famiglia all’età di sei anni dalla nativa Anconetta (VI).
MI52,6[08-01-1966]
6.“Moltissime parti del vostro libro che chiamerei divino, perché ve lo ha dettato lo Spirito del Signore, riecheggiano questo concetto: il Popolo di Dio è sparso in tutti i continenti, ed ogni cellula è destinata dal Signore ad animare e santificare una cellula più larga di umanità. In modo che un giorno, come vide il profeta, tutti i popoli accorrano a Gerusalemme e dal mondo intero si elevi l'inno di gloria, attraverso il grande Liturgo Gesù. Sebbene, ripeto, una tentazione che direi estetica, porterebbe a fermarci ai tre caratteri che corrispondono ai tre grandi titoli di Gesù, io non posso tacere ancora questo: la comunità cristiana genuina si deve sentire investita essenzialmente, proprio pel suo carattere di comunità cristiana, da un soffio missionario verso l'intera comunità umana, dentro la quale essa vive. Sarà la comunità di una parrocchia; ci sono in quel territorio tanti che non sono figli di Dio; forse lo sono per il battesimo, ma non per la grazia. Così la comunità diocesana, quella nazionale, la comunità cattolica vivente in una fabbrica, quella vivente in un parlamento. È essenziale al concetto autentico di comunità cristiana sentirsi fermento dell'intera comunità umana”. Sarebbe così bello, adesso che vado in America, andare in mezzo alla gente e sentire esclamare: “Ah, cattolico!" - lo dico non perché sono sacerdote, e senza dare importanza all'aspetto umano - e in aereo sentire: “Ah, lei è un sacerdote cattolico! Ci dia la benedizione dato che è sacerdote cattolico". Sentire la gioia di essere cattolici! Immaginate, adesso che io vado in America, che incontri, ad esempio in Guatemala, una persona che mi chieda: "Italiano?”. “Sì, di Vicenza". "Vicenza? Di dove?". "Di Quinto ". "Ah, guarda chi ho visto!". Un cristiano dovrebbe fare così. I primi cristiani facevano così: "Cristiano?”. “Anche tu cristiano?”. “La Madonna è tua mamma? Gesù...". Sentiamo di essere cristiani e vantiamoci. Quando invece si è cristiani all'acqua di rose, si parla d'altro. Siamo poco cristiani, siamo poco cristiani! 3. Lo spirito missionario deve essere contagiosoSACERDOZIO prete
AUTOBIOGRAFIA viaggi
CHIESA cristianesimo
MI52,7[08-01-1966]
7.“Padri, a questo metro vi domanderei ancora una volta: abbiamo in molte parti del mondo, vitale, genuina, bella, splendida, la comunità cristiana? Certamente non sono io, sarebbe grottesco se fossi io, a dirvi qualche pericolo che può anche venire dal vostro Concilio se non stiamo attenti nel predicarne le sublimi pagine. Ma fate attenzione! Ho predicato da anni un po' in tutto il mondo; sono stato in tanti paesi cattolici, direi tutti; in quasi tutti i paesi protestanti e in parecchie nazioni pagane. Stiamo attenti che lo slancio missionario della Chiesa non venga in qualche modo, per cattive interpretazioni, ve lo propongo in ginocchio, rallentato da qualcuna delle vostre pagine più stupende. Voi mi capite. Ieri citai, con assoluta lealtà, la bellezza veramente divina delle vostre pagine sull'ecumenismo, di quelle verso le religioni non cristiane, verso gli ebrei, pagine che aprono il cuore alla confidenza. Ma stiamo attenti! Voi non avete rinnegato, anzi avete ribadito che fuori dalla Chiesa non c'è salvezza. E quella Chiesa, per un dovere che le ha imposto il Fondatore divino, deve predicare la propria necessità per la salvezza. Toccherà ai singoli giudicare la propria posizione personale, e noi non vogliamo entrare nelle coscienze a fare l'esame delle loro intenzioni. Questo il bello, lo stupendo delle vostre Costituzioni: in buona fede rimangono mussulmani, ebrei, protestanti; li ritroveremo nel cielo se osservano la legge di Dio come la conoscono. Ma fratelli, Padri, che il carattere della comunità cristiana essenzialmente missionaria, conquistatrice, convertitrice, perché non si tratta di lei ma di Dio, non si tratta dei suoi interessi ma di quelli di Dio, che questo non riesca in alcun modo offuscato. Mi dispiace dirlo, ma lo dico, perché mi tocca fare questa parte qui: ho sentito da missionari, nelle terre di missione, qualcuno che mi ha detto: “Ma perché io sono qui? A che serve il convertire?". La risposta gliel'ho data subito; voi avete dettato le pagine sante per rispondere anche a lui. Ma dobbiamo stare attenti e conservare nel Popolo di Dio quello che voi avete scritto in altre pagine: l'impegno tremendo e costante di convertire il mondo alla Chiesa...”. Alcuni altrimenti potrebbero dire: "Beh, beh! Stai in buona fede... Beh, beh... Puoi salvarti anche così". A un dato momento è molto comodo per i cristiani lasciare le anime nella santa ignoranza, anche nel nostro mondo.MI52,8[08-01-1966]
8.Qualcuno potrebbe anche dire: "Io me la intendo con il Signore; io in chiesa non ci vado perché il prete è peggiore degli altri. Se quello è in buona fede si salva, poverino...". “Solo coloro i quali sono in buona fede nell'errore, e si regolano secondo coscienza, con gli aiuti soprannaturali più o meno ristretti che hanno nella loro situazione, potranno salvarsi, senza conoscere la Chiesa, pure loro mediante la Chiesa. Resti fermo che la comunità cattolica deve sforzarsi di convertire: la comunità cattolica di una città degli Stati Uniti in mezzo a protestanti, della Francia in mezzo a non praticanti, del Pakistan in mezzo ai mussulmani, dell'Alto Volta o del Sud Africa in mezzo ai pagani. Padri, la nostra meditazione è finita. Abbiamo visto in quattro punti i quattro caratteri essenziali della comunità cristiana: comunità di fede, fede che si slancia alla dinamica della speranza; comunità di culto, che comprende la vita morale e non solo devozione; comunità di amore, quale fratellanza mutua e fraternità; comunità missionaria. A voi che siete i capi della comunità cristiana, cui il Santo Padre dà con l'ultima Esortazione Apostolica la tremenda responsabilità di far attuare il Concilio, a voi tocca esaminare se la comunità che voi dirigete realizzi, in proporzione degna del ventesimo secolo di storia della Chiesa, i caratteri tipici del Popolo di Dio. Non ci scoraggiamo, Padri. C'è Dio con voi. Dio vi ha riuniti per un Concilio che è il più grande della storia, Dio ci darà un Postconcilio proporzionato a questo Concilio. Ma, per favore, sentiamola questa responsabilità. Il Concilio non è finito, starei per dire che adesso comincia, che adesso si vedrà quello che è stato veramente il Concilio. Un Concilio che fallisce nel Postconcilio è un Concilio fallito. Senza scoraggiamento, perché Dio è con voi; esaminate questo Popolo di Dio, zona per zona. E se lo trovate fiacco nella fede, intorpidito nella dinamica della speranza, corrotto in quella vita morale che è il più genuino culto di Dio, freddo e senza amore come gli altri popoli, indifferente alla conversione del vicino di casa, tremate e pregate. Perché Dio ci conceda una Postconcilio degno del meraviglioso Concilio che fra pochi giorni suggellerete con la vostra firma e noi accetteremo in ginocchio”. 4. ConclusioneMI52,9[08-01-1966]
9.Fratelli buoni, fratelli santi, ai quali il Signore ha dato la grazia della vocazione in questa Pia Società, accettatelo come testamento di don Ottorino: gli Apostoli si sono chiusi nel Cenacolo e non sono usciti finché non è sceso su di loro lo Spirito Santo; state anche voi riuniti, se per caso io muoio andando in America Latina, chiudete le porte, murate le porte, finché non sia sceso lo Spirito Santo e vi faccia comprendere queste cose in modo che abbiate la forza di saltare in cima alla Basilica di Vicenza e mettervi a gridare a tutti i venti: “Cristiani, siamo fuori strada; bisogna che torniamo sulla strada giusta”. Dio vuole che abbiamo questo spirito. Se riusciamo a captare queste onde di Dio avremo una forza che potrà portare quello che diceva Pio XII, cioè la famosa coscienza cristiana nel mondo, in cui gli uomini si risveglieranno e troveranno Dio; in caso contrario saremo una Congregazione fiacca, che nasce morta, vecchia, borghese. Spero che non sia indispensabile nascere morti, nascere borghesi. I movimenti nella storia dei popoli sono stati tanti, ma mentre qualcuno ha attecchito, qualche altro ha cominciato e ha fatto cilecca. Quindi, anche una Congregazione può fare cilecca, non per causa dell'autore che è Dio, ma per causa di quelli che ha scelto. Amen. 9 gennaio 1966CONGREGAZIONE appartenenza
CONGREGAZIONE fondatore
CONGREGAZIONE carisma
DIO
CONGREGAZIONE