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L’ESEMPIO DELLA FAMIGLIA DI NAZARET

MI53[09-01-1966]

Meditazione ai Religiosi e ai Novizi della Casa dell'Immacolata. Don Ottorino prende motivo dall'esempio della Sacra Famiglia di Nazaret per indicarla come modello, per sottolineare che Dio ha affidato ad ognuno una missione da svolgere, e per ricordare l’impegno di formare tante piccole Nazaret per cambiare il mondo. Il testo originale è registrato e la sua durata è di 24’. 1. Introduzione

Il testo registrato è lacunoso all’inizio della meditazione.

Don Ottorino comincia l’esempio con linguaggio scherzoso, e sullo stesso tono poi continua fino alla fine.

Don Ottorino usa la parola “teatro” per indicare la rappresentazione teatrale.

Nane Canocia è un personaggio del teatro popolare veneto.

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1.... Sacra Famiglia.
Quest'oggi è festa delle nostre famiglie: festa della famiglia di Gesù e delle nostre famiglie. La Chiesa vuol fermare il suo sguardo sulla famiglia di Nazaret per proporla come modello alle nostre famiglie. Diamo allora uno sguardo a che cosa sarà del mondo di qui a miliardi e miliardi di anni, quando sarà terminata la terra, quando nessun uomo sarà più sopra la terra: che cosa ci sarà? Una grande famiglia, ma una grande famiglia fatta di miliardi e miliardi di uomini: il Paradiso. Questa grande famiglia da chi sarà composta? Da Dio anzitutto, e poi da noi perché ci saranno tutti gli uomini. Che bellezza il Paradiso! Che cosa vi pare? Pensate, pensate a una famiglia meravigliosa composta da fratelli, insieme con il fratello Gesù e con un padre solo: Dio. Tutti gli uomini, bianchi e neri, piccoli e grandi, ignoranti e sapienti, sono diretti al Paradiso, dove sono destinati a formare con Dio la grande famiglia che deve durare per tutta l'eternità. Noi dobbiamo andare in giro per il mondo a ricordare agli uomini questa grande verità. E allora il punto di arrivo è là: formare la grande famiglia dei figli di Dio, con Dio come padre, con Cristo come fratello nostro, e con tutti noi fratelli tra di noi. Adesso, intanto, finche siamo qui sulla terra, che cosa bisogna fare? Finché siamo qui in terra dobbiamo prepararci e fare le prove. Ieri sera, nella nostra sala da teatro numero uno, la prima sala da teatro a destra, non la seconda o la terza, la prima, stavano facendo le prove. Quali prove? Le prove del teatro , il grande teatro che i novizi faranno stasera: una cosa spaventosa, grandiosa, una cosa grandiosa. Vedrete, vedrete! È intitolato: “In tribunale". C'è un giudice, cioè il presidente del tribunale, che quando parla fa tremare la terra... Ieri sera, dunque, hanno fatto le prove per la rappresentazione che offriranno stasera. Che cosa hanno fatto nelle prove? Quello che era vestito da carabiniere ha fatto la parte del carabiniere; quello che faceva da avvocato difensore ha svolto il ruolo dell’avvocato difensore, che è una cosa diversa; uno poi faceva la parte di Canocia che sarebbe quello che ha rubato cinque peri, tre marci e due ammaccati, l'imputato che prenderà trent'anni di prigione e venti di galera. Allora, che cosa facevano ieri sera? Ognuno ieri sera faceva la sua parte, la parte che farà questa sera brillantemente.

FAMIGLIA

NOVISSIMI paradiso

DIO

GESÙ

APOSTOLO F.A.

GESÙ

Il “sacco di bene” è una misura tipica del linguaggio dei bambini, che don Ottorino ora fa proprio per sottolineare l’importanza di quello che sta dicendo.

Nel testo registrato si ascolta che uno dei presenti risponde: “Dio”, e allora don Ottorino aggiunge le sue parole di elogio.

Don Guido Massignan era il responsabile, all’epoca, della Casa dell’Immacolata.

Cfr. Luca 2,51 .

Forse don Ottorino allude al fatto che nella lettura del Vangelo del giorno il diacono non aveva letto le ultime parole del brano di San Luca.

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2.Anche noi mentre siamo sulla terra dobbiamo fare la prova, la prova reale, una prova che riceverà anche una ricompensa come loro la prenderanno stasera, se fanno bene. Noi, però, prendiamo la paga anche quando facciamo le prove, ci pagano durante le prove; quando andiamo di là, inoltre, ci danno i soldi. In terra dobbiamo fare le prove, le prove generali del teatro che faremo per tutta l'eternità.
Quale sarà il teatro dell'eternità? Volersi bene, volersi bene! Prima parte: volersi bene; seconda parte: volersi bene; terza parte: volersi bene! Per quanto tempo? Per tutta l'eternità! Quanti sacchi di bene? Infiniti! Questo è il teatro dove dobbiamo arrivare: volerci bene per sempre; volerci bene, tanto, tanto, tanto, per tutta l'eternità! Ora, in terra, dobbiamo fare le prove. In Paradiso c'è un esemplare di questo? C'è sì o no? Chi è? Dio! Bravo, bravo, dieci con le lodi! In Paradiso abbiamo già un esemplare: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, che si vogliono veramente tanto bene, a tal punto che sono tre e sono uno solo. È una famiglia esemplare meravigliosa: in Paradiso c'è un esemplare meraviglioso. In terra poi hanno portato un altro esemplare: uno in Paradiso, che è dall'eternità; in terra, a Nazaret, un altro esemplare, composto da Gesù, Giuseppe e Maria. 2. Il modello della famiglia di Nazaret Dunque, a Nazaret c’è l'esemplare della famiglia, di una nostra comune famiglia, ed è composto da tre personaggi meravigliosi: San Giuseppe, la Madonna, Gesù. Il primo, il più importante è Gesù; il secondo è la Madonna; il terzo è San Giuseppe. Ma loro hanno capovolto i ruoli: capo famiglia è San Giuseppe; seconda è la Madonna che è stata umile; e Gesù è sotto, per cui comanda Giuseppe, in mezzo c’è la Madonna, e Gesù obbedisce. Che razza di criterio nei ruoli della Sacra Famiglia! Che cosa ne dite voi? È un guazzabuglio, un guazzabuglio, un vero guazzabuglio! È come se il più giovane fosse superiore generale; nel mezzo ci fosse don Guido , e sotto le intelligenze dei nostri teologi. Un bel giorno poi si rovescia l'ordine: don Guido resta in mezzo, io sotto e voi sopra; che guazzabuglio! Nella Sacra Famiglia Dio ha stabilito così: capo famiglia San Giuseppe; vicecapo famiglia la Madonna; truppa Gesù. San Giuseppe è l’ufficiale comandante; la Madonna è il sergente; Gesù è la truppa. Che cosa ha fatto San Giuseppe? Ha fatto la sua parte, da ufficiale comandante: qualche volta venivano ordini dall'Alto, e quando venivano dall'Alto cercavano lui. Qualche volta capitava che stava dormendo e veniva un angeletto: “Ehi, Giuseppe, partenza! Ordine superiore, il ministero della guerra comanda: partenza per l'Egitto". Era lui l'ufficiale. L'angelo non andava dire a Gesù: "Di' alla Madonna che dica a San Giuseppe che bisogna partire per l'Egitto"; no, andava da San Giuseppe, perché era lui il comandante in capo. Ma era il meno grande! Importa niente; San Giuseppe era l’ufficiale, il rappresentante di Dio nella Sacra Famiglia. Ma c'era Dio perché lì c’era Gesù. Importa niente, importa niente! Gesù era Dio, sì, eppure il rappresentante di Dio nella Sacra Famiglia era San Giuseppe. Perché? Perché Dio ha stabilito così. Meravigliosa realtà nella casetta di Nazaret: una armonia meravigliosa, non misurata con il metro umano, ma misurata soprannaturalmente. Dio ha stabilito quest'armonia, e lì si conservava l'armonia. Le ultime parole che erano scritte nel Vangelo , che voi non volevate sentire, e per questo le avete tagliate , sono queste: “Ed era loro sottomesso”. Nella casa di Nazaret c'era quell'armonia. Va bene! Che cosa vuole, allora, il Signore da noi? Il Signore vuole che noi imitiamo qui, in terra, la realtà che c'è in Paradiso: Padre, Figlio e Spirito Santo, e che imitiamo la famiglia che sta a Nazaret. 3. Ogni cristiano ha una missione da svolgere

NOVISSIMI eternità

NOVISSIMI paradiso

CARITÀ

DIO Trinità

FAMIGLIA

MARIA

GESÙ

DIO stile di...

Girolamo Venco era di struttura fisica prestante.

Fernando Murari stava facendo, all’epoca, l’anno del noviziato.

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3.In che modo? Cercando di recitare con impegno in terra la nostra parte.
Ho detto che ieri sera, nelle prove del teatro, il presidente del tribunale faceva il presidente, l'avvocato faceva l'avvocato, il pubblico ministero faceva il pubblico ministero, il carabiniere faceva il fedele carabiniere, e così tutti gli altri. In terra ogni individuo ha ricevuto una parte, non da recitare, ma una parte da realizzare veramente. Io, povero uomo, ho ricevuto la parte di superiore generale di una Congregazione religiosa, e anche se questo titolo mi dà prurito, mi disturba, devo tenermelo. Anche se io non voglio essere chiamato superiore generale, devo svolgere la mia missione altrimenti prendo le botte generali da nostro Signore. Avete capito? Il nome posso buttarlo via fin che voglio, ma la responsabilità non posso buttarla via, altrimenti prendo le sante botte generali, prima e dopo il passaggio del Mar Rosso, cioè prima di andare in Paradiso. La mia parte mi è stata assegnata dal Signore che mi ha detto: “Tu, caro figliolo, sarai un sempliciotto fin che vuoi, sarai un insulso, sarai quello che vuoi, però la tua parte è questa". Stasera, quando assisterete alla rappresentazione teatrale, vedrete il presidente del tribunale e potrete dire: "Perché hanno messo un presidente così sciocco?". Hanno messo un presidente con la vocetta da femminuccia, proprio fiacca fiacca. "Perché hanno messo un presidente così?". Che cosa importa! Se il Ministero di grazia e giustizia ha stabilito di mettere quella persona come presidente, non tocca a voi criticare il presidente. È inutile che voi diciate: “Noi vogliamo Venco come presidente del tribunale, perché è grande e grosso". Invece questa sera sarà presidente quello designato; Venco può fare quante sentenze vuole, ma quella valida, quella che salverà o metterà in galera Canocia, sarà pronunciata dalla voce melliflua del nostro caro Fernando che è presidente del tribunale. Non si misura il presidente dalla voce roboante o dalla grandezza. È stato investito lui, è stato investito lui, e la sua parte, magari con una vocetta femminea, piccina piccina, per cui forse dovrà scrivere la sentenza e la dovrà fare leggere da un altro, la deve compiere lui; è lui che dirà stasera: "Canocia deve andare in galera, Canocia deve essere ucciso”.

ESEMPI volontà

di Dio

CONGREGAZIONE fondatore

La Congregazione gestiva una scuola di avviamento al lavoro per allievi esterni accanto all'Istituto San Gaetano, l’Istituto Ferdinando Rodolfi, che nelle intenzioni di don Ottorino doveva essere per i giovani un "seminario" di preparazione al mondo del lavoro. A questo scopo c'era la presenza attiva dei Religiosi della Casa dell’Immacolata per l'animazione dei ragazzi.

Don Guido Massignan, oltre ad essere direttore della Casa dell’Immacolata, era all’epoca anche responsabile dell’Istituto Ferdinando Rodolfi per ragazzi esterni.

Giuseppe Giacobbo frequentava all’epoca il corso teologico e forse aveva qualche incarico di responsabilità su Confratelli più vecchi di lui.

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4.Anche ognuno di noi ha ricevuto una parte da compiere. Per esempio all'Esternato : ci sono tanti ragazzi, tanti professori, tanti bidelli, tante persone, però il Signore ha messo uno, un altro sciocco come me, ha messo don Guido . È inutile che lui dica: “Ma, io sono...". Tutto quello che vuoi: fatti chiamare direttore dell'Esternato, fatti chiamare bidello dell'Esternato, fatti chiamare partito, quello che vuoi, fatti chiamare anche presidente del tribunale. La realtà è che tu sei responsabile e devi farlo.
Adesso, a mezzogiorno, andate a mangiare: la cuoca, chiamatela cuoca, chiamatela bidella, chiamatela spazzina, chiamatela quel che volete, deve fare da mangiare: chiamatela come volete, ma il suo compito è fare da mangiare. Ognuno di voi ha ricevuto da Dio un incarico: quella è la parte che deve recitare. Qualche assistente, per esempio, è più giovane di voi; parlo di Giacobbo che è più giovane, più semplice, meno santo di voi, tutto quello che volete, però è il rappresentante di Dio. Mi dispiace tanto, ma lui è il presidente del tribunale. Mi dispiace tanto, io non ne ho colpa. Quando sarai più vecchio tu e sarai suo superiore, allora sarai tu: adesso è lui. Che cosa ci vuoi fare! Tu devi fare la tua parte di Canocia e lui deve fare la parte di presidente. Che cosa volete, è così! Nella casetta di Nazaret ognuno faceva la sua parte, ma la faceva per amor di Dio e la faceva guardando il Cielo: cercava di farla, non interpretandola come voleva lui, ma come voleva Dio. Per esempio, torniamo alla commedia di stasera: il presidente del tribunale non può fare quello che vuole lui. Deve stare alle leggi, deve stare agli ordini, deve stare alle disposizioni di legge per dare la sentenza. E, allora, sentirete: “Visto l'articolo... visto l'articolo... sentito... sentito... visto di qua, visto di là: noi decretiamo". Cioè noi decretiamo, ma dopo aver visto,visto,visto. Anche voi dovete fare la vostra parte sopra la terra, e solo dopo avere sentito la volontà di Dio, visto il regolamento che dice di non studiare, visto il regolamento che si deve fare silenzio, viste le Costituzioni che dicono così, potete dire: “Io stabilisco così”. Solo allora è un "io stabilisco così" vero e proprio, in collegamento però con il Signore. Voi più grandi dovete capire queste cose, e voi più piccoli dovreste capire ancora meglio dei grandi, e cioè, io adesso sono piccolo e devo fare quello che faceva Gesù: il mio dovere. Dove lo trovo il mio dovere? Nell'obbedienza al mio assistente. Ma è più cattivo di me! Importa niente! Ma è una canaglia! Importa niente, importa niente! Io trovo, nella volontà dell'assistente, la volontà di Dio. Dove la trovo? Nel regolamento, nei miei doveri; lì trovo la volontà di Dio e faccio bene la mia parte. Quando diventerò più grande, farò la parte che il Signore vorrà da me. In questo modo, recitando bene ognuno la propria parte, in armonia con il Cielo come si faceva a Nazaret, noi che cosa facciamo? Cominciamo in terra a realizzare la famiglia dei figli di Dio; cominciamo qui, nella Casa dell'Immacolata, a fare un'altra famiglia di Nazaret. 4. Il nostro impegno è quello di formare tante piccole Nazaret

VOLONTÀ

di DIO

DIO amore a Dio

ESEMPI apostolo

GESÙ

In questo esempio, abbastanza scherzoso, don Ottorino nomina dapprima Giuseppe Giacobbo del corso teologico, poi Zeno Daniele novizio, quindi Paolo Crivellaro del corso teologico, infine Antonio Bottegal e Giovanni Magnaguagno dell’ultimo anno del corso liceale.

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5.Un domani voi dovete andare nel mondo e fare tante famiglie di Nazaret, che messe insieme fanno la famiglia di Dio.
Se io prendo una manata di neve, poi un'altra manata di neve, e un'altra manata di neve ancora, a forza di manate di neve si forma un mucchio di neve; ma se prendo una manata di neve, una manata di terra e una manata di formaggio, non si forma un mucchio di neve, ma ne risulta un miscuglio. Se vogliamo fare la famiglia di Dio in Paradiso, bisogna che facciamo tante singole famiglie di Dio qui, in terra, unite insieme fra loro. Per esempio, un domani andate in una parrocchia e fanno vescovo Giacobbo, sua eccellenza della Pia Società San Gaetano, vescovo di Padova. Lui che cosa deve fare? Deve dire: “Adesso io devo fare divenire la mia diocesi una Nazaret perché poi deve essere trapiantata in Paradiso e deve ingranarsi con la santa Nazaret a fare la famiglia di Dio”. Allora comincerà: anzitutto farà la piccola Nazaret nell'episcopio, con il segretario don Zeno e con il vicario generale, trovandosi insieme, volendosi bene, consigliandosi. Eccola la piccola Nazaret! Poi, formerà la seconda Nazaret, con i canonici in cattedrale: li invita a mangiare qualche volta insieme, a fare una gita in compagnia, finché nasce la piccola Nazaret. Quindi con il gruppo del seminario: altra piccola Nazaret; poi con i vicari foranei; poi con tutti i preti: piccola Nazaret; poi, spingendo i parroci. Io invece di incominciare così, incomincerei da sotto, comincerei dai parroci o meglio ancora dalle famiglie. Avete centocinquanta famiglie: le centocinquanta famiglie diventino piccole Nazaret. Poi, queste centocinquanta famiglie divenute piccole Nazaret, insieme che cosa fanno? Una Nazaret più grande. E poi, le parrocchie messe insieme, come fanno diventare tutta la diocesi? Una Nazaret! E se il tuo vicino di casa, il vescovo di Udine, monsignor Paolino , e poi Antonio, cioè monsignor Antonio Bottegal, vescovo di Venezia, fanno altrettanto, il Veneto diventa una grande Nazaret. E se poi Magnaguagno Papa fa altrettanto con il mondo intero, avremo la grande famiglia dei figli di Dio. Figlioli, il mare è fatto di tante gocce d'acqua: il mare non è fatto di cisterne d'acqua, ma di tante goccette d'acqua messe insieme. Così la grande famiglia di Dio in Paradiso è fatta da tante piccole gocce.

APOSTOLO missione

ESEMPI apostolo

NOVISSIMI paradiso

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6.Cominciamo in casa nostra a fare bene il nostro dovere e a unirci insieme. Sforziamoci: deve essere preoccupazione di tutti, assistenti, ragazzi, tutti! “Su, coraggio; su, coraggio; dobbiamo formare la famiglia di Dio; via queste cose, via..."; la prima preoccupazione è fare la famiglia di Dio.
E poi, dove saremo portati da Dio, dobbiamo fare tante famiglie di Dio, unite insieme nella parrocchia. Punto d'arrivo del parroco: “Io devo trasformare la mia parrocchia in una grande famiglia di Dio. Comincerò dalle famiglie, comincerò dalle associazioni, lotto per questo: io devo trasformare il mondo nella grande famiglia di Dio”. Figlioli miei, ricordatevi che Stalin e altri grandi uomini, in altro campo, sono riusciti a sconvolgere il mondo. Ricordatevi che noi abbiamo la grazia di Dio che loro non hanno, e se noi siamo fermi su questo punto, se piantiamo questo chiodo in testa, noi dobbiamo sconvolgere il mondo, e lo possiamo fare, senza tante arie, senza tante storie. Datemi un uomo che abbia un'idea che sia un chiodo, e vedrete che presto o tardi quel chiodo si pianterà e si rovescerà il mondo. Datemi un brav'uomo, un sacerdote e un diacono, e buttateli in una parrocchia; passerà un po' di tempo, ma a un dato momento la parrocchia sarà trasformata, a un dato momento quella parrocchia diventerà una piccola Nazaret. State sicuri, o presto o tardi anche le persone importanti cascheranno giù: o cascheranno giù o cambierà la parrocchia perché saranno asfissiati dalla carità. Uno non può resistere dove c'è la carità: o si converte o scappa via finché, a un dato momento, va a finire in una parrocchia dove casca. 5. Conclusione "Come è possibile tutto questo? - ha detto San Giovanni Bosco a quel signore incontrato nel sogno - Com'è possibile che io trasformi i lupi in agnelli?". La risposta fu: "Con l'aiuto di Colei che tua mamma ti ha insegnato a salutare tre volte al giorno". E allora io vi ho dato le idee e adesso per fare questo andate alla Madonna, fatevi spiegare da Lei, dite che vi ho mandato io e che noi ci comportiamo abbastanza bene. State sicuri che vi accoglierà molto bene e vi dirà come dovete fare. 9 gennaio 1966

COMUNITÀ

unità

nella carità

APOSTOLO F.A.

APOSTOLO uomo di Dio

PASTORALE parrocchia

CARITÀ