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LA NECESSITÀ DI VALORIZZARE E DI ACCOGLIERE I MESSAGGI DI DIO

MI56[23-01-1966]

Meditazione ai Religiosi e ai Novizi della Casa dell'Immacolata. Don Ottorino, partendo dal ricordo della sua visita alle rovine di Cafarnao in Terra Santa, invita a comprendere e a valorizzare i messaggi trasmessi da Dio anche attraverso i miracoli della Provvidenza. Il testo originale è registrato e la sua durata è di 25’. 1. Introduzione

Il lago di Galilea, chiamato in ebraico Kinneret (=arpa, per la sua forma, da cui il nome di Genezaret), nel Nuovo Testamento viene chiamato in vari modi:- lago di Genezaret (Luca 5,1)- mare di Galilea (Matteo e Marco)- mare di Tiberiade (Giovanni 6,1; 21,1).

Potente insetticida al cloro, che venne usato in modo massiccio in tutto il mondo dal 1940 fino agli anni ottanta soprattutto per combattere la malaria. A causa dei dannosi effetti collaterali ne è stata sospesa la produzione.

Era il nome che don Ottorino aveva dato all' esternato per ricordare il grande vescovo di Vicenza che gli aveva dato fiducia all'inizio della sua Opera.

Don Ottorino si riferisce, evidentemente, ad un terreno accanto alla Casa dell’Immacolata dove la ruspa stava spianando e ordinando.

Si tratta dei frati minori francescani che a Cafarnao avevano avviato importanti scavi archeologici.

Dal 1963 la Congregazione aveva in Calabria, a Crotone, una Comunità in apostolato. Il territorio attorno alla città, per diversi chilometri, era, specialmente d'estate, arido e polveroso a causa dei terreni argillosi che, per mancanza di acqua, non venivano coltivati.

Cfr. Luca 4,14 - 30.

MI56,1[23-01-1966]

1.Mi ha colpito molto e molto il lago di Genezaret : era il lago del noviziato degli Apostoli, dove Gesù ha compiuto il noviziato dei suoi Apostoli. Su quelle rive,contemplando quelle acque, quelle colline, quei monti circostanti, Gesù si sarà fermato molte volte, e pensava, pensava. Gesù pensava e parlava.
Mentre si andava con il pullman da Tiberiade verso la riva, il pullman correva sulla strada asfaltata, e improvvisamente, passata Tiberiade, incomincia un luogo deserto: un luogo bellissimo. Se il lago di Tiberiade fosse qui in Italia supererebbe certamente il lago di Garda per il turismo. Vi assicuro che è più bello anche come servizi, con la differenza che lì è molto più caldo, anche se vicino al lago si sta bene; basterebbe fare un po' di cura col D.D.T. contro le mosche e tutto sarebbe a posto. Dunque, correndo con il pullman, ci si inoltra in una zona completamente deserta, mentre prima siamo passati per una zona che gli stessi Ebrei hanno reso feconda con l’irrigazione; poi, più avanti si incontra il Giordano, dove c'è una vegetazione meravigliosa. C'è un tratto completamente deserto, e deserto vuol dire che, ad eccezione di pochissime piante lungo la riva, non c’è neanche un po' d'erba: niente, niente. Improvvisamente la guida che ci accompagnava ci dice: “Qui siamo nel luogo dove si ergeva la città di Cafarnao". Sarebbe come dire che fra venti o trent'anni venissero qui delle persone a visitare e dicessero: “Qui sorgeva la Casa dell'Immacolata, qui sorgeva l'Istituto San Gaetano, qui sorgeva la scuola professionale Ferdinando Rodolfi ". Era simile al nostro terreno dove c'è la ruspa: zanzare, mosche, un po' di ciarpame, qualche sterpo e basta : Cafarnao appariva così! Poi si va avanti ancora e il pullman si ferma: c'è una casetta, che sembra quella di un distributore di benzina, e lì ci sono i frati ; e poi ruderi, quello che avete visto che ho filmato con la cinepresa: ruderi, ruderi, ruderi che sono i resti della sinagoga di Cafarnao, gli unici resti. Guardi in giro: forse i pesci sono usciti dal lago per mangiare qualche pietra perché non si vede neanche un sasso, niente, proprio niente: terra, terra, una brutta terra, una terraccia. Chi è stato in Calabria sa che cosa vuol dire certi posti dove si vede solo terra. Ebbene, proprio qui, si ergeva la sinagoga di Cafarnao. E allora, figlioli miei, siamo smontati dal pullman, abbiamo offerto il nostro corpo in pasto alle mosche, e ci siamo messi a pensare, a guardare e a pensare: proprio in queste zone Gesù compiva i suoi miracoli, e ne ha compiuti tanti. Tanto è vero, come abbiamo sentito dai nostri bravi predicatori giorni fa, che a un dato momento quelli del suo paese, Nazaret, gli hanno detto: “Ehi, fa’ anche nella tua patria quello che fai a Cafarnao! A Cafarnao fai miracoli; fai anche qui quello che sentiamo fai là! Prova farlo qui!". C’è stato un rifiuto nei suoi riguardi, e avrebbero voluto anche buttarlo giù da una rupe.

AUTOBIOGRAFIA Terra Santa

GESÙ

maestro

GESÙ

Cfr. Luca 7, 1-10.

Nella registrazione originale don Ottorino erroneamente dice: ”... e avrai della gente che ti comanda”.

MI56,2[23-01-1966]

2.Ebbene, in questo luogo Gesù compiva tanti miracoli, e tra gli altri anche quello che è raccontato nel Vangelo di questa mattina, cioè la guarigione del servo di un centurione. Adesso si vede, ogni tanto, una macchina dell'O.N.U. che gira di qua e di là: sembra proprio di vedere i centurioni romani come allora. Gli eventi si ripetono: allora c'erano i Romani che tenevano a bada un po' tutto, mentre adesso ci sono le macchine dell’ONU, che portano scritto sulla targa la sigla UN. Queste macchine passano, e di tanto in tanto qualcuno smonta, si ferma, da un'occhiata; i soldati romani non andavano in automobile, ma forse si comportavano allo stesso modo. Il centurione romano comandava un presidio dove adesso c'è terra e solo terra; si presentò al Signore e disse: “Signore, ho un figlio molto ammalato e sta per morire!". Gesù gli rispose: “Verrò a guarirlo!”. E il centurione rispose: "No, per carità. Io non sono degno che tu entri in casa mia...”. Al Signore è piaciuta molto la risposta del centurione, tanto che ha voluto immortalarla nella liturgia: "O Signore, non sono degno che Tu entri nella mia casa, ma di' una sola parola e il mio fanciullo guarirà". E poi aggiunse: “Perché anch'io sono un uomo ed ho i miei superiori sopra di me e io obbedisco; ho anche quelli sotto di me che mi obbediscono, e dico a uno: va', e va, e a un altro: vieni e viene. Anche tu sei superiore, e avrai della gente che ti ubbidisce , perciò dà ordine ai tuoi angeli, senza disturbarti; tu, comanda, manda i tuoi angioletti e mio figlio guarirà”. Il Signore si volge alla gente commentando: “Non ho trovato tanta fede in Israele!”. E al centurione rispose: “Va', e sia fatto secondo la tua parola". Poi si rivolse ai discepoli e disse: "Verranno dall'Oriente e dall'Occidente, e avranno più fede di voi! ".
Figlioli, qui ci fermiamo. 2. I miracoli di Dio esigono la risposta dell’uomo

AUTOBIOGRAFIA Terra Santa

PAROLA DI DIO Vangelo

Cfr. Mc 1,29-31.

Cfr. tutto il lungo cap. 6 del Vangelo di San Giovanni.

MI56,3[23-01-1966]

3.Il Signore ha compiuto tanti miracoli a Cafarnao e nei luoghi circostanti, tanti e tanti miracoli. Ha guarito anche la suocera di Pietro, persino quello ha fatto; ha guarito la povera suocera perché avesse da preparare le frittelle agli Apostoli del Signore!
Figlioli miei, perché Gesù ha compiuto questi miracoli? Perché li ha compiuti? Gesù li ha compiuti perché voleva bene. Si presenta un lebbroso, lo ama e lo guarisce; si presenta un povero sordomuto, lo ama e lo guarisce; si presenta un centurione che ha un figlio ammalato, lo ama e lo guarisce. Gesù compie i miracoli per fare un'opera buona. Però Gesù è venuto dal Cielo per insegnare a noi la strada del Paradiso, per dire a noi che dobbiamo unirci in famiglia e poi vivere per tutta l'eternità nella famiglia dei figli di Dio. Il Signore è venuto a dire questo. Se si fosse presentato a Cafarnao e avesse cominciato a predicare, lo avrebbero creduto? Non gli avrebbero creduto! E, allora, va a Cafarnao, fa miracoli e suscita meraviglia: “Mah, chi è? Guarda, guarda, guarda: guarisce, risuscita i morti! Questo è uno in gamba! Dice una parola e un uomo si alza guarito; dice una parola e una povera vecchiotta, la suocera di Pietro piena di febbre, si alza guarita! Chi è costui? Che cosa vuole costui? Questi è un profeta, questi è un grande uomo di sicuro, questi è un inviato da Dio! E, allora, bisogna credere, bisogna credere!". Però, finché Gesù faceva i miracoli, tutti andavano da lui, tutti andavano a domandare qualche miracoletto; quando si trattava di credere, che cosa hanno fatto? Hanno creduto? No, no! Hanno accettato i miracoli, ma non hanno accolto la sua parola. Sarebbe come uno che accetta la paga anticipata, e poi non lavora. Ad esempio uno dice: “Se vai a prendermi un libro di sopra ti do tre caramelle, anzi te le do subito", e l’altro risponde: "Le caramelle le mangio, ma il libro vai a prendertelo!". Gli Ebrei si sono comportati così con Gesù: hanno accettato i miracoli, lo hanno ricercato quando moltiplicava le pagnottelle, però, quando si trattava poi di credere alla sua parola e di fare quello che lui diceva, niente da fare: non gli hanno creduto. Infatti, proprio a Cafarnao, quando Gesù ha annunciato l'Eucaristia dopo aver compiuto tanti miracoli (aveva compiuto poco prima quello strepitoso della moltiplicazione dei pani e aveva commosso la folla ), quando si trattava di annunciare una grande verità: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue...", tutti vanno via dicendo: “È matto, è matto, è matto!", tant'è vero che Gesù si rivolge agli Apostoli e dice: “Volete andarvene anche voi?" .

PAROLA DI DIO Vangelo

GESÙ

maestro

NOVISSIMI paradiso

ESEMPI vari

EUCARISTIA

Cfr. Giovanni 21,15-19.

Don Ottorino si riferisce al filmato che aveva fatto durante il pellegrinaggio in Terra Santa, nel quale evidentemente lui appariva insieme con don Aldo, che era stato proiettato nella Casa dell’Immacolata.

Evidentemente ora don Ottorino sta parlando della presenza di Dio nella storia della Congregazione.

MI56,4[23-01-1966]

4.Figlioli, la città di Cafarnao è stata maledetta da Dio e porta ancor oggi la sua maledizione, perché lì Gesù ha compiuto tanti suoi miracoli e gli altri non hanno creduto poi alla sua parola. Il Figlio di Dio è venuto, ha scelto Cafarnao come sua seconda patria, è vissuto lì tanto tempo con i suoi Apostoli, ha predicato lì il suo Vangelo: il Vangelo è partito da Cafarnao per andare poi in giro per il mondo intero. Le beatitudini, le beatitudini sono state pronunciate proprio a Cafarnao; dal monte delle beatitudini a Cafarnao c'è qualche centinaio di metri, non di più. Il posto del primato poi è a un centinaio di metri da dove c’era la sinagoga. Tutto è avvenuto lì vicino. Forse il monte delle beatitudini potrebbe essere un po' più in su, ma per gli studiosi era una collinetta lì vicino, di duecento metri d’altezza. Gesù quindi aveva il cuore in quei luoghi: lì aveva istituito i sacramenti, lì aveva parlato e aveva manifestato se stesso ai suoi Apostoli.
Figlioli miei, però, però, non l'hanno ascoltato ed è piombata la maledizione sopra la loro testa, a Cafarnao. E anche oggi si sente il peso della maledizione. Avete visto il Mar Morto? Avete visto due poveri preti, che camminavano sopra i sassi? Avete visto l’acqua brutta e sporca? Avrete osservato che quando si mette una mano in quell’acqua sembra che venga fuori una mano di sale. Sembra la bocca dell'Inferno l’acqua del Mar Morto: acqua sporca, acqua salata, e fa un'impressione tremenda essere sul Mar Morto. Bene, a Cafarnao si prova la stessa impressione, solo che là non c'è l'acqua salata. 3. I miracoli della provvidenza devono aiutarci a vedere Dio Figlioli miei, attenzione, attenzione: noi ci troviamo a Cafarnao nell’ora della manifestazione di Dio, nell'ora della grazia, nell'ora dei miracoli, nell'ora della manifestazione della potenza di Dio. Che cosa sarà tra venti o trent'anni? Dipende da adesso! Se noi, figlioli, accetteremo il passaggio di Dio e ascolteremo la sua parola, Cafarnao, la nostra Cafarnao, sarà più bella; se noi, invece, non accetteremo la parola di Dio, la nostra Cafarnao sarà un ammasso di sassi, di rovine, e su di essa peserà la maledizione di Dio.

GESÙ

incarnazione

PAROLA DI DIO Vangelo

AUTOBIOGRAFIA Terra Santa

GESÙ

maestro

GRAZIA

DIO passaggio di...

Cfr. Esodo 8,15.

Il riferimento è all’assistente Vinicio Picco, che proveniva da Valdagno (VI), dove viveva ancora la famiglia del fratello Sergio.

Grande industria tessile di Valdagno, che aveva creato anche una rete di negozi di distribuzione dei suoi prodotti, soprattutto di tessuti e confezioni.

MI56,5[23-01-1966]

5.A Cafarnao Gesù ha compiuti tanti miracoli e poi si è manifestato; anche nella nostra Casa, ha compiuto tanti miracoli, ha profuso tante grazie, tant'è vero che la gente che accosta l'Istituto, tutti quanti, anche i vescovi che sono venuti in questi ultimi tempi, esclamano, per dirla in parole molto brevi: “Digitus Dei est hic, qui c'è la mano di Dio!”.
È inutile che lo ripetiamo perché basta vedervi in faccia: nessuno di voi finora è morto di fame. Provvidenza di Dio! Ci siamo abituati, forse troppo, ai miracoli; ci siamo, forse, troppo abituati alla presenza del Signore, a Lui che viene quando manca il pane, quando c'è da fabbricare, quando c'è da fare qualcosa. Sia nelle grandi come nelle piccole cose dobbiamo saper vedere la mano del Signore. Ieri sera mi trovavo a Valdagno, in casa del venerabile assistente consigliere Vinicio , e il fratello, tanto per farvi vedere e toccare con mano, il fratello suo, che è impiegato nei magazzini di Marzotto , mi diceva: "Ha ancora materiale per le vesti sacerdotali?", perché l'anno scorso avevamo comperato da quei magazzini materiale per vesti da sacerdoti. Avevo grande bisogno di materiale, e allora ho pregato Vinicio di interessarsi, e Vinicio ha pregato suo fratello, suo fratello ha pregato... e proprio dopo un paio di giorni sono passate dallo stabilimento al magazzino alcune pezze di stoffa, trecento o quattrocento metri di stoffa, pezze che avevano mandato giù come fondo di magazzino. Per cui, invece che pagarle a prezzo pieno, le abbiamo pagate meno di un terzo di quello che valevano; proprio dopo due soli giorni! Il fratello di Vinicio aveva commentato: “Siete fortunati perché da molto tempo non giungeva questa stoffa; è venuta proprio in questi giorni ed immediatamente è stata messa via per voi". Ieri sera mi ha domandato: “Avete ancora di quella stoffa?”. Gli ho risposto: "Sì, sì, ne abbiamo ancora". E allora lui: “Da quella volta non è più venuta giù una pezza; non ce n'è più, e ci sono centinaia di persone che vengono a domandare stoffa per sacerdoti, e non ce n'è. Avete la Provvidenza con voi! L'avete chiesta, e dopo qualche giorno è venuta giù; poi invece non ne è venuto giù neanche un metro, e ora non ce n'è più”.

GESÙ

PROVVIDENZA

DIO presenza di...

Nel testo registrato don Ottorino usa l’espressione dialettale: “Via le scarpele dai oci”, e aggiunge che sta parlando spagnolo per le affinità fra il dialetto veneto e lo spagnolo. Accenna poi a Buenos Aires, dove era prevista una tappa nel suo 1° viaggio in America Latina che avrebbe compiuto nelle settimane successive.

Nel testo registrato don Ottorino usa il termine rimbombante latino “opera omnia” per alludere alla stampa imminente del piccolo fascicolo di spiritualità, che sarebbe stato poi abitualmente chiamato “Libretto bianco”.

MI56,6[23-01-1966]

6.Voi direte: “Il caso!”. Sì, il caso; ma di questi casi è piena la storia di venticinque anni dell’Istituto, è piena la storia della nostra Congregazione. Che cos'è questo? È il passaggio del Signore! Bisogna vedere la mano di Dio, figlioli! Dobbiamo togliere le cispe dagli occhi, per parlare nel nostro dialetto spagnolo giacché dovrò parlare spagnolo fra pochi giorni a Buenos Aires dove devo andare. Dobbiamo togliere le cispe dagli occhi! Via gli occhiali, giù gli occhiali voi che siete con gli occhiali, giù gli occhiali! Bisogna vedere Dio che sta passando in mezzo a noi. Bisogna sentire il battito del suo cuore. È presente. Guardatelo, guardate con semplicità le cose e vedrete Dio, come ieri sera il fratello di Vinicio l'ha visto in questa piccola cosa, ma voi lo vedrete in tutti gli avvenimenti che ci accompagnano e che ci hanno accompagnato finora.
Però attenti! Gesù, a Cafarnao, ha compiuto i miracoli e poi ha parlato, e quando ha parlato, alcuni non hanno ascoltato. Dio per venticinque anni ha compiuto miracoli qui dentro, e poi ci ha parlato e ci ha detto tante cose, e i più grandi sanno che cosa il Signore ci ha detto. Oggi possiamo dire che abbiamo un corredo di idee che il Signore ci ha detto, che sono un punto di appoggio, una leva per poter sollevare il mondo. Abbiamo idee grandiose nelle nostre mani, idee che noi abbiamo trovato proprio corrispondenti in pieno alle costituzioni conciliari. Abbiamo trovato una linea di spiritualità per i Religiosi: i grandi già la conoscono, mentre i più giovani forse non la conoscono, ma fra qualche giorno, quando sarà stampato il libretto, allora potranno masticare queste cose, le potranno conoscere e rendersene conto. Ricordatevi, figlioli, che per noi è arrivato il momento in cui dobbiamo credere al Signore e compiere quello che il Signore vuole, altrimenti la nostra Cafarnao diventerà un ammasso di rovine. Dio è venuto, ci ha dato, si è manifestato, ci ha parlato: ora bisogna agire, ora bisogna fare, ora bisogna che gli apostoli che partiranno da questa Casa portino nelle varie parti della terra quello che il Signore qui ci ha rivelato. “Andate e predicate!”. Che cosa? Quello che avete visto, quello che avete toccato con mano. 4. La presenza consolatrice di Maria Figlioli, concludiamo.

CONGREGAZIONE storia

DIO presenza di...

DIO cuore di...

GESÙ

CONGREGAZIONE spiritualità

VIRTÙ

fede

VOLONTÀ

Frase spesso pronunciata da S.E. monsignor Costantino Luna, vescovo di Zacapa (Guatemala), ma di origini vicentine essendo nato a Recoaro (VI).

Don Ottorino scherza con le parole, richiamandosi all’esempio dei pidocchi di cui aveva parlato sopra.

MI56,7[23-01-1966]

7.Come riusciremo a fare questo? Con l’aiuto della nostra buona mamma, la Madonna. Qualche volta anch'io mi sono scoraggiato, umanamente parlando, e vedendo il progetto grande che aveva il Signore mi sono chiesto: “Come si può fare questo?”. Penso che anche quei poveri pescatori abbiano tremato davanti al comando di Gesù: “Andate e predicate in tutte le parti della terra". Si fa presto oggi andare perché si sale sopra un jet e in sette ore e mezza si giunse a New York, ma allora, con quelle barche che c'erano e che facevano acqua dappertutto, non era facile. San Paolo, ad esempio, quando è partito per essere condotto a Roma ha avuto un naufragio: è partito dalla Palestina, e senza naufragio non sarebbe arrivato a Roma, in catene. Oggi per noi è semplice ripetere: “Andate e predicate il Vangelo in tutte le parti della terra”; è vero che la terra di allora era più piccola, ma era sempre la terra.
Figlioli, non abbiate paura perché abbiamo la Madonna con noi, abbiamo la nostra buona mamma, la Madonna. Fra tre settimane, dico fra tre settimane che è come dire domani, mi troverò in Guatemala, mi incontrerò col nostro carissimo monsignor Luna, che spesso esclamava "Benedetti dalla Madonna " , e gli dirò: “Benedetto dalla Madonna, dove è venuto a finire, caro! Benedetto dalla Madonna, senti che caldo c'è qui!”. Ricordate quanta fiducia monsignor Luna aveva nella Madonna. Lui, vescovo di una diocesi di cinquecentomila anime, si è trovato con sei preti, solo sei preti, e quando si è incontrato con questi sei preti, non ha detto: “ Uh... Restate qui con me, sapete, per carità!", ma ha detto così: “Adesso sono vescovo. Dobbiamo volerci bene, tanto bene. La nostra mamma, la Madonna, sarà la mamma della diocesi, e in questo modo dobbiamo salvare tutta la diocesi. Però, attenti, attenti: io vi lascio liberi perché decidiate se volete restar qui o se volete andar via. Se rimanete, da questo momento è sospeso “a divinis” chi dovesse parlare male di un altro, anche con una parola sola. Dobbiamo impegnarci a volerci bene e non parlare mai male l'uno dell'altro, mai, neppure con una parolina. Se uno dovesse dire anche una sola parolina contro un altro è sospeso “a divinis", non può più dire Messa, non può neanche confessare, niente. Se accettate questo restate qui con me, se non accettate andate via". Due di quelli sono andati via, ed è rimasto con quattro preti e con mezzo milione di abitanti; però, fra questi quattro c'era la Madonna. Con la Madonna lui è partito, e con questi quattro preti disposti a volersi bene ha affrontato con serenità e con gioia il lavoro della diocesi. Piano piano, piano piano: sono arrivati ad essere in trenta, e di qui a qualche anno, quando arriverete voi, saranno forse trentasette, trentotto, quaranta, cinquanta... Non so quanti sarete. Voi siete come i pidocchi che quando vi impiantate non si sa quello che capita. È vero o no? Sicuro! Monsignor Luna ci ha detto così: “Don Ottorino, noi siamo poveri, io sono povero, però vi voglio bene e vi metterò in un posto propizio; cercheremo un posto dove si potranno ricavare vocazioni in modo che io, essendo povero e non potendo offrire soldi per aiutarvi, vi aiuto ad aumentare i membri della vostra Congregazione religiosa”. Cioè, in altre parole, ci metterà in un posto dove si potrà incubare bene la "colonia di pidocchi". Non si sa che cosa succederà. Quello che è certo, figlioli, è che con l'aiuto della Madonna monsignor Luna sta trasformando la diocesi di Zacapa, e con l'aiuto della Madonna noi potremo conservare la fede, l'amore, la carità che il Signore ci ha dato in questi anni; anzi, potremo sempre aumentarle. 5. Conclusione E, allora, mentre io in queste settimane sto preparandomi alla morte e all'andata in Guatemala (anche alla morte, non si sa mai, può capitare) e in altre nazioni dell’America, anche voi cercate in questa settimana di entrare più che è possibile nello spirito genuino della Congregazione con l'aiuto della Madonna e di fare il proposito, a costo della morte, di vivere questo spirito, affinché non le capiti la fine della povera Cafarnao. 26 gennaio 1966

MARIA la nostra buona mamma

PAROLA DI DIO Vangelo

AUTOBIOGRAFIA viaggi

CHIESA Vescovo

CARITÀ

PECCATO mormorazione

CONGREGAZIONE storia

MARIA maestra, guida