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L’UOMO DI DIO DEVE TENDERE ALLA SANTITÀ

MI65[03-05-1966]

Meditazione ai Religiosi e ai Novizi della Casa dell'Immacolata. Don Ottorino, prendendo spunto dal n. 12 del 2° capitolo del decreto conciliare sul ministero e la vita dei presbiteri, parla della necessità per l’uomo di Dio di tendere alla santità attraverso il distacco dal mondo e la completa donazione al Signore. Il testo originale è registrato e la sua durata è di 32’. 1. Introduzione

Don Ottorino inizia la lettura del n. 12 del decreto conciliare “Presbyterorum ordinis” che porta come titolo “L’obbligo di tendere alla perfezione” e ne fa motivo di meditazione. Tutte le citazioni del testo conciliare vengono riportate in corsivo, senza ulteriori indicazioni.

Don Ottorino con linguaggio scherzoso dice di spiegare i termini per farsi comprendere anche dai più giovani fra i presenti.

Antonio Pernigotto era all’epoca postulante, dopo essere entrato nella Casa dell’Immacolata come vocazione adulta da una famiglia di contadini dediti particolarmente alla coltivazione della vite.

Anche Zeno Daniele, all’epoca novizio, era entrato nella Casa dell’Immacolata il 27.9.1964 come vocazione adulta dopo aver lavorato come impiegato amministrativo presso la famiglia Grassetto di Padova.

Ruggero Pinton era all’epoca novizio, dopo essere entrato nella Casa dell’Immacolata il 22.9.1965 come vocazione adulta al termine della scuola magistrale.

L'assistente Severino Stefani, che all’epoca frequentava i corsi del magistero ed era entrato nella Casa dell’Immacolata come vocazione adulta dalle colline di Priabona (VI), non aveva ricevuto l' Ordine Sacro né come presbitero né come diacono, e si stava preparando a partire con i primi missionari per la diocesi di Zacapa in Guatemala.

Don Ottorino aveva in mente la figura dell'assistente rivestito dell'Ordine sacro. La restaurazione del diaconato come ministero permanente nella Chiesa (Cfr. Lumen Gentium cap. 3° n. 29) permetteva la realizzazione dei desideri di don Ottorino.

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1.Riprendiamo la meditazione sul decreto conciliare dedicato alla vita dei presbiteri.
“Cristo, che il Padre santificò e consacrò inviandolo al mondo, “offerse se stesso in favor nostro per redimerci da ogni iniquità e rifarci un popolo non più immondo, che fosse oggetto di compiacenza e cercasse di compiere il bene”, così con la Passione entrò nella sua gloria; allo stesso modo i Presbiteri...”. Quando si dice presbiteri - parlo per l'infanzia, qui, abbandonata - non dovete dire: "Non tocca a me!”, perché si intende tutti coloro che desiderano essere consacrati al servizio di Dio. 2. L’uomo di Dio è chiamato a staccarsi dal mondo e a tendere alla santità “... consacrati con l'unzione dello Spirito Santo e inviati da Cristo, mortificano in se stessi le opere della carne e si dedicano interamente al servizio degli uomini e in tal modo possono progredire nella santità della quale sono stati dotati in Cristo, fino ad arrivare all'uomo perfetto”. Se prendo Antonio Pernigotto e gli chiedo: "A casa che mestiere facevi?", mi risponde: "L'agricoltore". Se prendo Zeno e gli chiedo: "Che mestiere facevi a casa?", mi risponde: “L'impiegato". Se prendo un prete o un assistente dei nostrie gli chiedo: “Che mestiere fai?”, dovrebbe rispondere: “Il santo!”.Si dovrebbe dire: "Ehi, quello è un santo!",e ci si dovrebbe meravigliare quando uno non è santo nella nostra Casa. Questo dovremmo dirlo in seminario, ma anche noi sappiamo quello che dobbiamo fare, quello che il Signore ci domanda: la meraviglia è quando c'è uno che non è santo, non quando c'è un santo in mezzo a noi. Se domani, Ruggero , ti vedessi fare miracoli, non mi meraviglierei che tu faccia miracoli, mi meraviglio che gli altri non li facciano. Perché se è necessario farli, dobbiamo essere capaci tutti di farli. C'è senza dubbio un'economia nei miracoli, ma se fosse necessario fare un miracolo dovremmo essere capaci di farlo. Attenti allora a queste parole perché sono parole del Concilio e dopo si devono tirare le conseguenze: “... i Presbiteri, consacrati con l'unzione dello Spirito Santo e inviati da Cristo...”. Noi siamo consacrati a Dio dallo Spirito Santo e inviati da Cristo. Perciò: come mai sono venuto a finire qui, su questa terra? Mi ha inviato Lui! Io sono stato consacrato prete e sono stato mandato qui, sono stato inviato qui. Tu, Severino , non dire: "Ma, non sono mica consacrato". Sei consacrato lo stesso! Non avere paura, perché a Zacapa, un giorno o l'altro, qualcuno verrà consacrato diacono e faremo vedere a tutti che c'è uno che attende !

CHIESA Concilio

CONSACRAZIONE santità

APOSTOLO distacco

ESEMPI consacrazione

DIO Spirito Santo

Cfr. Giovanni 17,16.

Questo aneddoto fu raccontato dallo stesso San Giovanni Bosco ai suoi giovani. "In Morialdo - era la seconda domenica di ottobre - si festeggiava la Maternità di Maria SS.ma. Alcuni... altri erano spettatori o prendevano parte a giochi o a trastulli diversi... Uno solo vidi lungi da ogni spettacolo: un chierico... Gli chiesi: "Signor abate, desiderate vedere qualche spettacolo della nostra festa?"... "Mio caro amico, ripigliò, gli spettacoli dei preti sono le funzioni di chiesa... Colui che abbraccia lo stato ecclesiastico si vende al Signore...". Il chierico era Giuseppe Cafasso, che poi diverrà santo e grande formatore di sacerdoti.

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2.Comunque non importa: tu sei stato preso in mezzo alle bestie feroci, perché nelle montagne, di solito, ci sono le bestie feroci, e sei stato chiamato qui; tu ti sei offerto al Signore e sei arrivato qui. Arrivato qui, sei a disposizione di Cristo: eccolo qui! Sei stato inviato da Cristo, e da qui sarai inviato da Cristo. Dove? Forse nel Guatemala: ma da Cristo! È Cristo che ti ha chiamato qui, è Cristo che ti tiene qui, è Cristo che ti manda là!
“... consacrati con l’unzione dello Spirito Santo e inviati da Cristo, mortificano in se stessi le opere della carne e si dedicano interamente al servizio degli uomini”. Figlioli, qui vi voglio! "Vos de mundo non estis!" : voi non siete più del mondo! Perciò, nostra preoccupazione dovrebbe essere quella di mortificare le opere della carne e di dedicarci interamente al servizio di Dio. È ancora valida la frase che ha detto il Cafasso a San Giovanni Bosco quando, ragazzetto, era davanti alla chiesa di Castelnuovo d'Asti durante la festa del paese. Giovannino è andato a domandargli se voleva che gli facesse da guida tra i baracconi, ma il Cafasso gli disse: "Ricordati che per gli uomini di Chiesa gli spettacoli sono le funzioni di chiesa...!". Questa formula è ancora valida; e state attenti, maestri dei novizi, maestri dei chierici, assistenti, state attenti perché qui dentro, qui dentro, bisognerebbe frenare i giovani che vogliono fare penitenza, che vogliono veramente rinunciare al mondo. Dovreste intervenire dicendo: "Ma, andiamo; ci vuole un po’ di misura. Ma, don Ottorino, si fa troppa penitenza, penitenza, forse ci vorrebbe un po' di cinema una volta tanto! Don Ottorino, ci sembra che sia un po' troppo... troppo!". Dovremmo frenare i giovani qui dentro se capite che siete chiamati da Cristo, lo avete seguito e volete essere a sua disposizione.

APOSTOLO missione

APOSTOLO chiamata

APOSTOLO distacco

ESEMPI apostolo

FORMAZIONE noviziato

APOSTOLO F.A.

PENITENZA

GESÙ

sequela

Cfr. Galati 2,20.

Nel testo registrato don Ottorino scherza latinizzando parole del dialetto veneto.

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3.Ci scherziamo sopra, figlioli miei: io so che cosa vuol dire mortificazione, che così vuol dire crocifissione, ma dovrebbe essere un impegno che non vi impongo io, ma voi stessi, a un dato momento, avete capito che cosa vuol dire essere uomini di Dio e avete tagliato ogni legame completamente, e del mondo prendete soltanto quello che è utile e necessario per salvarlo.
Del mondo prendete tutto quello che è utile e necessario per salvarlo, non per soddisfare voi stessi. Perciò, un domani, usate anche l'aeroplano, tutto quello che volete, ma solo quello che è utile e necessario per salvare il mondo, non per soddisfare voi stessi: no! E allora, per riguardo a quello, non prendete neanche la bicicletta se è per soddisfare voi stessi; se è per salvare il mondo, anche un missile. Perciò io rinuncio a tutto quando si tratta di soddisfazione personale, mentre quando si tratta della salvezza del mondo, faccio uso anche dei mezzi moderni. Ma, attenti, attenti: è facilissimo fare un passo sbagliato. E, allora, se fate il passo sbagliato, non passa più la corrente. Succede come quando lavori, lavori, lavori per fare un bel circuito, ma la corrente non arriva. Come mai? C’è un filo staccato, un filo staccato, e la corrente non passa. Non arrivate alla santità se non arrivate a questa donazione totale fino a dire: "Io non sono più io... Vivo ego, jam non ego" ! Io sono di Cristo: dove mi vuole Cristo in questo istante? A mangiare una torta! Deo gratias, mangiamo la torta! Dove mi vuole il Cristo in questo momento? A bere un bicchiere di vino! Beviamo, nel nome del Signore! Dove mi vuole? In cortile a giocare! Giochiamo e rompiamo le scarpe! Dove mi vuole? A studiare! Studio! Dove mi vuole? A mangiare! Mangio! Minestra? Minestra! Ecco quello che deve realizzare il giovane che vuole darsi al Signore. Io non sono più mio: in questo momento, in questo istante io devo essere sempre a sua disposizione, devo cantare dalla mattina alla sera e dalla sera alla mattina le glorie di Cristo. 3. La santità è frutto dell’azione dello Spirito Santo

APOSTOLO uomo di Dio

APOSTOLO chiamata

MONDO

APOSTOLO distacco

APOSTOLO salvezza delle anime

ESEMPI apostolo

CONSACRAZIONE offerta totale

CONSACRAZIONE santità

VOLONTÀ

di DIO

GESÙ

Il prof. Enrico Medi fu un grande studioso italiano, con una profonda formazione religiosa.

La meditazione è dell’inizio del mese di maggio, e con giugno inizia l’estate che a Vicenza è particolarmente pesante. Don Ottorino, inoltre, soffriva molto il caldo, e dalla sua esperienza personale ricava i consigli anche per i suoi figli.

MI65,4[03-05-1966]

4.“Pertanto, esercitando il ministero dello Spirito e della giustizia, essi vengono consolidati nella vita dello spirito, a condizione però che siano docili agli insegnamenti dello Spirito di Cristo che li vivifica e li conduce”.
Bisogna essere docili, bisogna lasciarsi portare dallo Spirito! Il professore Medi , un laico, dice: "Lasciate parlare lo Spirito Santo, lasciate parlare il Signore, non parlate sempre voialtri: lasciate parlare il Signore. Mettetevi qualche momento un po' in ascolto!". Se andate al telefono e continuate a parlare voi: “Pronto? Bla, bla, bla...”, fate una pagliacciata; al telefono si parla e si ascolta. Si rischia di prendere il telefono, di fare tutta una predica e di mettere giù il telefono senza aver ascoltato l’altro interlocutore. Così accade quando vado in chiesa: "Padre nostro, bla, bla, bla...". "Dove sei stato?". "A telefonare!". È vero, ma lo hai fatto con un apparecchio solo: ascolta anche il Signore, imparate ad ascoltare il Signore! Adesso, per esempio, incomincia il caldo : si prende la corona del rosario, ci si ferma un momentino, si sta lì, si ascolta; anche alla sera, mentre si sta al fresco, si può ascoltare il Signore, mettersi in contatto con Lui e lasciare che dica qualcosa, che faccia toccare con mano le bellezze e anche le eventuali note stonate della giornata. Così, così, come un fratello. È così bello vedere due amici alla sera conversare insieme, due amici seduti alla sera su una panchina e conversare un po' insieme! E perché non dovrebbe essere bello conversare con l'amico Gesù? “... essi vengono consolidati nella vita dello spirito, a condizione però che siano docili agli insegnamenti dello Spirito di Cristo che li vivifica e li conduce”. Un domani vi troverete nelle varie parti del mondo dove Dio vi manderà, e allora crescerete secondo questa parola: "...vengono consolidati nella vita dello spirito...". Non abbiate paura: crescerete, crescerete, crescerete nello spirito, vi santificherete sempre di più. Il vostro diaconato o il sacerdozio crescerà di giorno in giorno. In che modo?

DIO Spirito Santo

ESEMPI vari

PREGHIERA rosario

PREGHIERA dialogo con Dio

GESÙ

amico

APOSTOLO missione

“La cura del sole” era una delle frasi più usate da don Ottorino per indicare la necessità di passare del tempo in preghiera e in intimità con il Signore, di preferenza davanti al tabernacolo, per assumere il colore che Dio vuole da tutta la Congregazione e da ciascun membo di essa.

Nel testo registrato don Ottorino ripete una parola in latino maccheronico per fare eco e sottolineare le parole precedenti.

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5."... a condizione però che siano docili agli insegnamenti dello Spirito di Cristo che li vivifica e li conduce".
Se ti metti dinanzi al Signore e rimani alla "cura del sole", Lui ti vivifica, ti dà vita, ti rinnova la vita, ti aumenta la vita e ti conduce. Non deve essere il tuo capriccio che ti conduce, non devono essere disegni umani, non devono essere progetti di grandezze umane, no! È Lui che ti vivifica, che ti dà forza e ti conduce, che ti dirà dove devi andare. Coloro che agiscono così sono uomini onnipotenti per grazia: per natura, carogne, carogne, carogne; io e voi siamo carogne per la nostra natura corrotta e perciò preghiamo il Signore per la nostra natura corrotta, per le nostre miserie, ma per grazia siamo onnipotenti. “I Presbiteri, infatti, sono ordinati alla perfezione della vita in forza delle stesse sacre azioni che svolgono quotidianamente, come anche di tutto il loro ministero...”. In forza della vostra chiamata, della vostra consacrazione, in forza del ministero che dovete svolgere, voi dovete essere santi, noi dobbiamo essere santi! “... che esercitano in stretta unione con il Vescovo e tra di loro”. Il ministero non deve essere isolato, ma esercitato in unione con il vescovo, che rappresenta Dio nella diocesi, e tra di noi. Che bello deve essere questo ministero esercitato un domani in una parrocchia, come a Crotone, da tre assistenti e tre sacerdoti in unione fra loro, in unione con il vescovo, il vescovo con il Papa!

EUCARISTIA cura del sole

APOSTOLO uomo di Dio

CONSACRAZIONE santità

CHIESA autorità

COMUNITÀ

Estanzuela e Rio Hondo saranno le due prime parrocchie affidate ai nostri Religiosi in Guatemala dal vescovo di Zacapa, monsignor Costantino Luna.

Nel testo rregistrato don Ottorino dice le ultime parole in latino ripetendo il primo versetto del salmo 149.

Frase che il vescovo, mons.Luna, ripeteva spesso quando si incontrava con qualcuno. Di seguito don Ottorino immagina con vivacità e paterna ironia l’incontro del vescovo con i Religiosi della Comunità, fra i quali nomina Severino Stefani e don Gianni Rizzi che narrano le loro prime avventure apostoliche.

Don Ottorino racconta un fatto capitatogli durante il recente viaggio in America Latina.

Forse don Ottorino usa il termine “indiani” per indicare i nativi del luogo, perché la diocesi di Zacapa è abitata prevalentemente da ladini.

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6.Già mi par di vederli a Zacapa questi quattro, a Estanzuela o a Rio Hondo , insieme, intorno alla tavola, con alcuni frutti di stagione di quella terra a programmare e a cantare al Signore un cantico di lode. Ad un dato momento arriva anche monsignor Luna che chiede: "Oh, benedetti dalla Madonna! Che cosa state facendo, cari?". E Severino gli dirà: "Abbiamo mangiato un pollo, Eccellenza; si sieda qua anche lei!”E il vescovo si sederà un'oretta con loro e mentre mangiano il pollo chiederà: "Come è andata?". Severino risponde: "Ah, siamo andati a fare il nostro primo esperimento. Siamo arrivati e stava morendo una vecchia che era ancora da battezzare, e l'ho battezzata io!". "Hai detto la formula in modo giusto?". "Senza dubbio, perché ho detto: "Io ti battezzo nel nome di Sant'Antonio e di San Pietro". "E che nome gli hai messo?". "Severina". E continuano a conversare; don Gianni racconta una cosa, gli altri ne dicono un'altra, e cominciano a parlare di Dio. Dopo un paio d'ore si accorgono che devono ancora mangiare. Sciocchi! Mangiate e parlate: fate una cosa e anche l'altra, voi e il vescovo! È così bello, in unione con il vescovo, uniti fra voi, dando da mangiare anche all’asino perché altrimenti non tira, e anzi bisogna dargli da mangiare benino, che non è certamente peccato.
Ricordo che eravamo in macchina e tornavamo da Rio Hondo, e visto un mucchio di noci di cocco in mezzo alla strada, il vescovo ha detto all'autista: "Ehi, ehi, Cleto, ferma ferma, va’ a prendere un po' di cocchi". L'autista è sceso dalla macchina ed è andato a prendere alcune noci di cocco: mentre aspettavamo sono venuti quattro o cinque indiani attorno alla macchina e allora il vescovo ha dato una crocetta a uno di loro. Erano uomini di quaranta, quarantacinque anni, e cominciarono a dire: "Padre, ne dia una anche a me”, e tutti volevano una piccola croce. Ad un certo momento mons. Luna non ne aveva altre perché è arrivato nel frattempo un gruppo di gente. Allora disse: "Un'altra volta che passo facciamo la Messa, facciamo qua, facciamo là...". E loro: "Qui non arriva mai il sacerdote; non ce lo manda un sacerdote?". Tutti erano attorno alla macchina. Così si è comportato il vescovo: si è fermato a raccogliere le noci di cocco, ha dato le croci, ha detto una buona parola, e questi sono i nostri doveri di apostoli. “Ma la stessa santità dei presbiteri, a sua volta, contribuisce non poco al compimento efficace del loro ministero...”.

MISSIONI vita missionaria

ESEMPI vita missionaria

ESEMPI unità

COMUNITÀ

unità

nella carità

Don Ottorino usa una terminologia prettamente scolastica per trasmettere il suo pensiero: “Ex opere operato” significa che la validità dell’azione sacra deriva da Cristo stesso autore della grazia, mentre “ex opere operantis” significa che l’effetto è legato anche alla grazia e alla santità del ministro che opera.

Don Ottorino si riferisce al film degli anni cinquanta “Lo spretato” che racconta le vicissitudini di un sacerdote che aveva lasciato il ministero.

Don Ottorino chiama così familiarmente San Giovanni Calabria perché all’epoca non era ancora stato innalzato agli onori degli altari e perché era a lui legato da sentimenti di filiale affetto.

MI65,7[03-05-1966]

7.Se ti fai santo con la tua santità edifichi la Chiesa, perché il tuo ministero, il frutto del tuo ministero è direttamente proporzionale alla tua santità.
È vero che ci sono azioni sacerdotali che hanno valore "ex opere operato", ma ricordatevi che ci sono azioni che hanno valore "ex opere operantis". È questione di efficacia! È vero che la Messa detta da un sacerdote in peccato mortale e quella detta dal Santo Curato d' Ars è la stessa Messa "ex opere operato", ma io preferisco farmi dire la Messa da uno come il Santo Curato d'Ars: la Messa, pur essendo la stessa Messa, acquista una particolare efficacia se è celebrata da un santo. È vero che la benedizione del sacerdote del film "Lo spretato" è come quella di don Giovanni Calabria, ma io vado da don Giovanni Calabria perché mi dia la benedizione, anche se ho fede che pure quell'altra è una benedizione di Dio. È come la questione delle mani sporche. Se, per esempio, viene uno a portarti un pezzo di pollo con le mani sporche di letame, io non lo mangio anche se vedo che è pollo. Se invece te lo presenta con un bel vassoio, preparato con un po' di prosciutto, con due o tre acciughe, lo preferisci e fai festa, anche se in cucina vi hanno messo sopra qualche... 4. Gli inizi di ogni Istituto sono segnati dal fervore e dalla santità

CONSACRAZIONE santità

APOSTOLO missione

SACERDOZIO prete

Don Ottorino smette di usare i testi del Concilio sui quali stava dettando la meditazione e prende lo spunto da un altro libro, che non si è riusciti a rintracciare, per proseguire la meditazione.

Don Ottorino inizia la lettura del testo che non si riesce ad individuare; le poche citazioni che fa vengono riportate in corsivo.

Congregazione dei Chierici regolari di San Paolo, fondata nel 1530 a Milano da Sant' Antonio Maria Zaccaria (Cremona 1502 -1539) e dai nobili milanesi Bartolomeo Ferrari e Giacomo Morigia per l'istruzione del clero secolare e del popolo. Ebbe la sua prima sede presso la chiesa di S.Barnaba a Milano, da cui il nome di Barnabiti dato ai membri della Congregazione.

Cappuccini: Frati dell'Ordine di San Francesco secondo la riforma iniziata nel 1525 da frate Matteo da Bascio. Sono il ramo dell'ordine più vicino alla spirito e alla lettera della regola di San Francesco. Si caratterizzarono fin dall'inizio per la strettissima povertà e lo spirito di preghiera molto vivo sia di giorno che di notte, per l'impegno nella predicazione popolare e per l'esercizio delle opere di carità.

Il riferimento è a Sant'Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù (1540). In circa 50 anni la Compagnia di Gesù annoverò molti santi: Francesco Saverio, Francesco Borgia, Pietro Canisio, Luigi Gonzaga, Roberto Bellarmino, Pietro Claver, Bernardino Realino e numerosi martiri : Paolo Miki e compagni in Giappone, i martiri di Aubenas in Francia e i martiri Campion, Southwell e compagni in Inghilterra.

MI65,8[03-05-1966]

8.Adesso facciamo un passo in avanti con un altro sussidio. Il punto di partenza è questo: il Signore vuole che coloro che sono consacrati a Lui siano staccati dal mondo, facciano il mestiere di essere santi, siano uniti con lo Spirito e completamente docili alla volontà del Signore.
Ora attenti perché non sono capace di andare avanti con questo libro: sono due tre sere che non sono capace di oltrepassare questo puntino; ad ogni modo adesso vediamo se spunta l'idea di passare avanti. Si tratta di San Luigi Gonzaga, il quale “Luigi si sforzava di ascendere sempre più in alto nella virtù, ed ecco che il Signore lo invita a una magnifica risoluzione: quella di abbracciare lo stato religioso. Fu davvero grande fortuna per Luigi l'avvicinare delle comunità veramente fervorose”. Dunque Luigi, San Luigi Gonzaga, è stato attratto alla vita religiosa vedendo delle Famiglie religiose fervorose... “E queste Famiglie di Barnabiti e Cappuccini erano nei primi tempi, tempi eroici della loro Istituzione e perciò anche più rigorosi nell'osservanza regolare”. È stato vicino, quindi, ai Religiosi Barnabiti e Cappuccini, molto fedeli nell’osservanza della regola. Non sono capace di proseguire per questo motivo: noi non siamo né Barnabiti né Cappuccini; non so come ci chiameranno un domani, quando saremo morti. Possono dire anche che siamo gli "zingari di San Gaetano", e non importa niente, ma quello che invece resta è questo: che anche noi siamo ai primi tempi della nostra Istituzione, perciò ai tempi eroici, o almeno dovrebbero essere i tempi eroici. Ora mi domando, lo domando a me anzitutto, se possiamo ripetere la frase che trovo qui: “L'acqua è più limpida e fresca in prossimità della sorgente!”. Al tempo di Sant'Ignazio i primi membri della Congregazione sono andati a finire sugli altari quasi tutti! Don Ziggiotti, quando era superiore generale dei Salesiani mi diceva che loro hanno una trentina di cause di beatificazione aperte che potrebbero mandare avanti e aggiungeva: "Sono ferme perché costano troppo...", ma potrebbero mandarle avanti perché sono bene impiantate. I primi sono quasi tutti santi. Allora io faccio una domanda a me, non a voi, perché l'aereo non è capace di andare avanti per causa mia, non per causa vostra. Potete dire di don Ottorino, e dopo domando a don Ottorino se può dirlo di voi, potete voi dire questo: "Barnabiti e Cappuccini erano nei primi tempi, tempi eroici della loro Istituzione, e perciò anche più rigorosi nell'osservanza regolare: l'acqua è più limpida e fresca in prossimità della sorgente!"?

CONSACRAZIONE santità

VOLONTÀ

di DIO

ESEMPI santità

CONGREGAZIONE carisma

Don Giuseppe Rodighiero, all’epoca ancora sacerdote della diocesi di Padova e studente di lettere presso l’Università, era già molto legato alla Congregazione nella quale sarebbe entrato ben presto.

Convoglio ferroviario, attrezzato anche con carrozze speciali per il trasporto di ammalati, per il trasporto di pellegrini al santuario mariano di Lourdes.

I Piccoli Fratelli del S.Cuore sono una Congregazione sorta da un progetto di Charles de Foucauld (Strasburgo 1858 - Tamanrasset - Algeria - 1916) dopo la sua uccisione da parte dei Tuareg. Charles de Foucauld, dopo una gioventù vissuta in modo dissipato, nel 1866 si converte ed entra nella Trappa. Ne esce nel 1897 e viene ordinato sacerdote (1901). Assillato dal desiderio della preghiera e della penitenza nella vita eremitica e dell'apostolato tra i più abbandonati, nel 1905 fissò la sua dimora nell'oasi di Tamanrasset in Algeria, dove venne ucciso.

Nell’esempio don Ottorino nomina le vocazioni adulte entrate nella Casa dell’Immacolata negli ultimi tempi: Mario Sgarbossa, Antonio Pernigotto, Zeno Daniele, Ruggero Pinton, don Giuseppe Rodighiero.

MI65,9[03-05-1966]

9.Voi direte: "Sì che si può dirlo". Guardiamo allora se è proprio vero! Io vi do la fotografia del santo e dopo, alla fine, alzino le mani tutti quelli che possono dire di essere così. Solo allora sarò contento, se alla fine tutti quanti dicono: "Sì, sono una povera creatura, ma, con l'aiuto della grazia, si potrebbero scrivere sulla mia tomba scrivere queste parole". Allora sì, allora sì, possiamo andare avanti tranquilli. E, allora, non abbiamo paura perché se vicino alla Casa dell'Immacolata passa un Luigi Gonzaga: verrà qui e non andrà da un'altra parte! Dico Messa ogni mattina per le vocazioni.
Domani sera don Giuseppe Rodighiero verrà con un gruppo di giovani universitari; e chissà quanti altri verranno a vedere in seguito. L'altro ieri è tornato il "treno violetto” da Lourdes, e credo che sia stato don Lino Sette che ha trovato don Aldo e gli ha detto: "Ci sono stati dei grandi miracoli di conversione. Per esempio, c'è uno studente di medicina, da Padova, che ha deciso di farsi sacerdote, di donarsi interamente al Signore, e credo che quello verrà da voi perché gliene ho già parlato. Era unito ai Fratelli di Foucauld , ma finirà per venire da voi. Ad ogni modo siamo già d'accordo di trovarci un'altra volta". Per questo caso, Zeno, parleremo poi privatamente. Ci sono molte anime che stanno orientandosi verso di noi; queste anime che vengono qua, di solito, dicono che trovano qualcosa di particolare: "Che cosa c'è nella Casa dell'Immacolata? Che cosa c'è in mezzo a quei giovani? Si vede una serenità, una gioia...". Di solito dicono così, ma dopo di essere entrati, possono ancora dire così, dopo un mese, dopo due mesi? A questo dovrebbe rispondere, per esempio, Mario Sgarbossa, oppure Antonio; potrebbe dirlo Zeno; potrebbe dirlo Ruggero; potrebbe dirlo don Giuseppe. Tutti gli ultimi arrivati dovrebbero dire: "Sì, credevamo una cosa e invece abbiamo trovato una santità ancora più grande; ovvero, credevamo una cosa, però abbiamo trovato un po' di meno!". “Il santo è l'uomo di Dio".

CONSACRAZIONE castità

GRAZIA

CONGREGAZIONE Case della Congregazione

CONVERSIONE

CONGREGAZIONE carisma

Luciano Bertelli frequentava all’epoca il 2° anno del corso teologico e accompagnava da vicino il lavoro del maestro dei novizi.

Nel testo registrato, a questo punto, don Ottorino fa un riferimento al raccoglitore per francobolli da collezione che non inquadra molto con il tema.

MI65,10[03-05-1966]

10.Attento, Bertelli , perché faccio la tua descrizione. Il santo è l'uomo di Dio, l'uomo che si è dato tutto a Dio. Attenti a questa parola "tutto". Con il mio italiano sono giunto a capire che cosa vuol dire: il santo si è dato tutto a Dio e Dio si è dato tutto al santo! Qui non c’è niente da fare; devono solo cambiare la dedica. Il santo si è dato tutto a Dio e Dio si è dato tutto a lui. Se tu vuoi trovare tutto Dio, vai da uno che si è dato tutto a Dio, vai dal santo: troverai tutto Dio. Però, attenti: finche il santo, l'uomo non si dà tutto a Dio, non troverai Dio in lui, perché Dio entrerà in lui quando quell'uomo si è dato tutto.
Dio entrerà quando tutte le pecore sono fuori dall’ovile. Finchè da te non tirerai via tutto, nell'intenzione, nel desiderio, senza preoccuparti se c’è qualche miseria; se tu dunque non ti stacchi tutto intero da quello a cui tieni, anche dallo sport, ma tieni una mano, solo una mano, un occhio, volontariamente e non per debolezza, finche non ti liberi di tutto, di tutto, devi ricordare che Dio non entra, e perciò tu sei solo un uomo che starà andando, ma non è ancora entrato in Dio. “Lo Spirito di Dio abita nel santo in una maniera tutta propria. Questo Spirito traspare invisibile ma efficace dalle parole, dal tratto, dal contegno, dall'aspetto stesso del santo. La sua parola umile e modesta è di una persuasione che incatena l'animo e scioglie ogni difficoltà. Il suo consiglio rivela una autorevolezza che esclude ogni minimo dubbio. I suoi atti, anche se apparentemente irragionevoli, conciliano la più benigna e favorevole interpretazione. Il suo aspetto pare avvolto in un'aureola di luce divina che avvince e conquide. Il santo opera nel mondo, ma ben si capisce che la sua atmosfera non è quella del mondo”. Il santo, quindi, vive e opera nel mondo, e si capisce che non ha la testa nelle nuvole, ma che opera nel mondo.

APOSTOLO uomo di Dio

CONSACRAZIONE santità

CONSACRAZIONE offerta totale

DIO presenza di...

APOSTOLO distacco

Dante Alighieri, La divina commedia, Inferno, 3° canto, 9.

Gli gnocchi crudi vengono gettati nella pentola con l'acqua a bollore e sono cotti quando, dopo un po', salgono alla superficie dell'acqua che bolle.

Don Ottorino scherza con la parola “gnocco”, considerato nell’esempio come pasta da cuocere e da mangiare, e applicato poi a chi scioccamente si attacca a stupidaggini e non si dona totalmente a Dio.

Cfr. Matteo 9,9.

L’allusione è senza dubbio all’episodio del giovane ricco narrato dai tre Vangeli sinottici: Mt 19,16-22, Mc 10,17-22, Lc 18,18-23.

MI65,11[03-05-1966]

11.“Intraprende opere grandiose, eroiche, folli, si direbbe qualche volta, e riesce e vince e si impone. È lo Spirito con lui che agisce. Se alcuno ha prevenzioni, finirà per arrendersi all'evidenza dei risultati dicendo coi semplici: nessun uomo parla come costui, nessun uomo può fare tali cose se non fosse da Dio!
Il santo può avere dei difetti, delle debolezze, piccoli nei che servono a tenergli in basso la stima di se stesso e controbilanciare la venerazione di cui si vede circondato; manchevolezze che Dio gli lascia affinché si affondi sempre più nell'umiltà, per meritare così nuovi tesori di grazie e doni celesti”. Adesso non dovete scoraggiarvi se... perché siete santi tutti. Non è vero, Bertelli? “Il santo ha dei difetti? Forse sì, e per questo il Signore ci fa vedere che il santo è fatto con la medesima nostra creta e quindi lo possiamo e dobbiamo imitare!”. A me basterebbe che voi foste così. Per me ormai la corsa è perduta..."lasciate ogni speranza voi che entrate". Arrivati a una certa età è impossibile tornare indietro! Se, però, volete un testamento da amico, da don Ottorino, è questo: la definizione del santo è quella che ho detto all'inizio. L'eccezione non deve essere che uno di voi sia santo; l'eccezione dev'essere che uno disgraziatamente non sia santo! Perciò non dovete meravigliarvi se in mezzo a voi vi accorgete che uno è santo, che quell'altro è santo, che quell'altro ancora è santo. Non si meraviglia una donna se gli gnocchi vengono a galla quando si cucinano, si meraviglia se non vengono su, se fanno fatica a venir su, se si sono attaccati al fondo della pentola. E allora va a raschiare il fondo della pentola se uno si attacca, perché è naturale che gli gnocchi che vanno in pentola devono salire a galla. Allo stesso modo è naturale che qui dentro il Signore ha preparato una Casa per formare degli apostoli e lanciarli nel mondo, ed è così naturale che questi apostoli devono essere come li vuole il Concilio e come li vuole Cristo, per cui, la meraviglia dovrebbe essere che qualcuno non sia così, che qualche gnocco sia attaccato al fondo. Allora sarebbe doppiamente gnocco. Se è rimasto attaccato a qualcosa bisogna staccarlo, bisogna andare con il mestolo a staccarlo. Ogni tanto io ne stacco qualcuno o faccio qualcosa del genere. Figlioli, ricordatevi che occorre che vi arrangiate anche voialtri per staccarvi. 5. Conclusione Il Signore passa, il Signore vi ha rigenerati. Quando è passato vicino a uno ha detto: "Vieni e seguimi", e questi gli è andato dietro ed è diventato santo. Passati i miracoli ha ripetuto: "Vieni e seguimi", ma quello ha storto il naso ed è tornato indietro. Che cosa farete voi? Dinanzi a Dio che è passato, vi ha chiamato e vi ha dato tutte queste grazie, direte di sì o farete la fine di quello che è tornato indietro? A voi la risposta! 5 maggio 1966

CONSACRAZIONE santità

ESEMPI santità

APOSTOLO distacco