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L’UOMO DI DIO DEVE IMPREGNARE LA SUA VITA DELLO SPIRITO DI CRISTO

MI66[05-05-1966]

Meditazione ai Religiosi e ai Novizi della Casa dell’Immacolata. Don Ottorino, prendendo spunto dal n. 13 del decreto conciliare “Presbyterorum ordinis” sul ministero e la vita sacerdotale, sottolinea l’importanza per l’uomo di Dio di impregnare la propria vita dello spirito di Cristo, attraverso un ministero coerente ed instancabile, ma soprattutto attraverso la contemplazione della parola di Dio. Il testo originale è registrato e la sua durata è di 32’. 1. L’uomo di Dio vede tutto sotto la luce dello Spirito

Don Ottorino inizia la meditazione leggendo il primo capoverso del n. 13 del decreto conciliare “Presbyterorum ordinis” che porta come titolo: “L’esercizio della triplice funzione sacerdotale esige e favorisce la santità”. Le citazioni, senza ulteriore indicazione, vengono sempre riportate in corsivo.

Nell’esempio don Ottorino nomina don Luigi Furlato che era maestro dei novizi, don Pietro Martinello che era destinato ad integrare la prima Comunità nel Chaco Argentino, e don Vittorio Venturin che stava per essere consacrato suddiacono e che pure a suo tempo sarebbe stato inviato nel Chaco Argentino, e al quale aggiunge scherzosamente un titolo speciale per le sue spiccate qualità intellettuali.

Tarcisio Magrin frequentava all’epoca il 5° corso ginnasiale e l’anno seguente sarebbe entrato in noviziato.

Il riferimento è al cav. Libondi, impiegato presso il Comune di Vicenza, che aveva chiesto consiglio a don Ottorino per una difficile situazione personale e che in seguito divenne amico di famiglia. È da notare come anche in questo esempio don Ottorino non venga meno alla sua vena scherzosa.

MI66,1[05-05-1966]

1.“I Presbiteri raggiungeranno la santità nel loro modo proprio se nello Spirito di Cristo eserciteranno le proprie funzioni con impegno sincero e instancabile”.
Dunque i presbiteri raggiungeranno la santità nel loro modo proprio. Per cui un domani, tu don Luigi che sei prete, tu don Pietro che sei prete nel Chaco, tu don Vittorio che sei pure nel Chaco come vicepreside della facoltà, ti farai santo "se nello Spirito di Cristo eserciterai le tue funzioni con impegno sincero e instancabile". "... se nello Spirito di Cristo...". Attenti perché don Pietro non si improvvisa apostolo del Chaco: bisogna prepararsi pianino, pianino. Se tu Tarcisio , adesso in quinta ginnasio, non mediterai, non farai le tue opere nello Spirito di Cristo, non le potrai fare domani da prete. Tu devi cominciare dalla quinta ginnasio a vivere nello Spirito di Cristo, cioè a compiere, oggi, tutte le tue azioni nello Spirito di Cristo, perché, allora, un domani le compirai da prete o da diacono; e cioè, quelle azioni, le compirai impregnate dello Spirito di Dio. Un giovane avviato alla vita sacerdotale o alla vita religiosa, un apostolo domani, non può che vedere ogni azione sotto questo aspetto, sotto questo prisma che è Cristo. Se uno va in America Latina in cerca di pietre preziose, state sicuri che lui osserva quale è la zona propizia, quale è la terra più conveniente. Se voi, che siete esperti nella ricerca dei funghi, andate ad Asiago in cerca di funghi, e a un dato momento invece che funghi vedete dei rametti, dei pezzi di legname, e a voi la legna non interessa perché avete il fornello a gas, a meno che non vogliate fare il falò, a voi interessano solamente i funghi, e più ne trovate e più siete contenti. Andate per il bosco con una idea in testa: vedere i funghi, anche se poi potete raccogliere anche due o tre fragole o chiacchierare un pochino, ma la vostra tensione è cercare funghi, cercare funghi. Gli industriali, per esempio, vedono le cose solamente sotto l'aspetto economico, fino al punto che quei due parenti del dottor Libondi, cioè del cavalier Libondi, che hanno uno settanta e uno settantun anni, vorrebbero vendere in America e comperare qui perché, forse, rende di più, anche se hanno sufficienti mezzi per vivere e fra trent'anni certamente renderanno loro qualcosa alla terra. È logico e facile che la gente del mondo veda tutto sotto il punto di vista della convenienza.

APOSTOLO uomo di Dio

CONSACRAZIONE santità

FORMAZIONE noviziato

DIO Spirito Santo

ESEMPI apostolo

SOCIETÀ

Marzotto era una famiglia di grandi industriali tessili, che ha iniziato dal nulla e ha realizzato imponenti stabilimenti a Valdagno (VI) e in altre località sia in Italia come all’estero.

Campagnolo è un altro grande industriale vicentino, specializzato nei cambi per le biciclette.

Zeno Daniele aveva lavorato, prima di entrare in Congregazione, come amministratore della famiglia Grassetto di Padova che gestiva una grande impresa di costruzioni.

Il riferimento è a un industriale vicentino, la cui famiglia aveva iniziato con una impresa edile a Recoaro (VI) che si era a poco a poco sviluppata, e che sarebbe divenuto benefattore della Congregazione sostenendo economicamente la prima Comunità del Guatemala, anche per il particolare legame con S. E. mons. Luna, suo concittadino.

MI66,2[05-05-1966]

2.Per esempio, Marzotto vedrà lana, vedrà mercati, vedrà stabilimenti: lana da comprare, macchine più moderne per produrre di più con minor spesa, il mercato; il suo occhio sarà centrato sulla lana, sugli stabilimenti, sul mercato. Campagnolo , che fa il cambio da bicicletta, vede biciclette, cambi, ruote, grandezza del cambio, tipo di cambio... La FIAT vede il mercato, la costruzione, il tipo di auto, il mercato internazionale, la concorrenza, modelli nuovi per sfondare contro la Volkswagen, contro la Renault. Questo è quello che fa la gente del mondo.
Noi, invece, chiamati da Dio a essere suoi collaboratori per la salvezza del mondo, dobbiamo vedere sotto la luce dello Spirito le cose e tutte le nostre azioni devono essere impregnate di questa luce, come tutte le azioni di Marzotto sono impregnate da un’altra luce. Io ho avvicinato tanti industriali: di notte e di giorno pensano al loro lavoro. Domandate a Zeno se Grassetto non pensava alle fabbriche, all’organizzazione... È inconcepibile che un industriale, se vuole che la sua industria vada avanti, non si immerga completamente nel suo lavoro. Adone Maltauro, per esempio, non ha neppure il tempo per la famiglia. È così ed è inevitabile: uno si tuffa proprio dentro. E se questo lo facciamo per interessi umani, non lo dobbiamo fare per Lui, per Cristo? Perciò, ecco l’importanza di questa parola: tutte le nostre azioni devono essere impregnate dello Spirito, e noi dobbiamo vedere le cose sotto questa luce. Se io sento di essere chiamato ad essere prete, allora devo sognare, ma proprio sognare, il giorno in cui potrò salire sul pulpito, in cui potrò entrare nel confessionale, in cui potrò salire l'altare e prendere in mano il pane e consacrarlo, in cui potrò andare al letto del moribondo, in cui potrò andare a catechizzare i poveri in giro per il mondo, dentro le stalle, sopra le montagne, dove ci sono anime, anime: portare Cristo alle anime! 2. L’uomo di Dio appartiene a Cristo e porta Dio agli uomini

ESEMPI apostolo

APOSTOLO chiamata

APOSTOLO salvezza delle anime

DIO Spirito Santo

GESÙ

imitazione

APOSTOLO missione

Don Ottorino sottolinea brevemente, con il suo fare scherzoso e serio allo stesso tempo, il valore della veste talare come segno di consacrazione a Dio, in un momento in cui i chierici cominciavano ad usare, lecitamente ed illecitamente, vestiti più laicali. È da notare, però, nel modo di discorrere di don Ottorino, la sua mentalità estremamente aperta a questo proposito, e la sua preoccupazione perché l’abito laicale non fosse indice del desiderio di nascondere l’identità sacerdotale.

Don Ottorino apparve in pubblico in giacca e cravatta per la prima volta in occasione del 1° viaggio in America Latina con don Aldo nel febbraio marzo del 1966. Da quel viaggio trasse molte fotografie, che chiama “pornografiche” perché in esse appare vestito in pantaloni e camicia, senza la veste talare.

Sant'Ignazio di Antiochia di Siria iniziò il suo episcopato verso l'anno 70 d.c. e morì martire a Roma nel 107-108 sotto l'imperatore Traiano. Famose e commoventi sono le lettere che inviò alle comunità cristiane durante il suo viaggio verso Roma.

MI66,3[05-05-1966]

3.Questo è nel mio desiderio, e perciò io devo sognare l'ora in cui potrò essere rivestito della veste sacerdotale per poter dimostrare che sono di Cristo, per arrivare dinanzi al mondo e dire: “Ecco, sono già di Cristo!”. È questo il vostro desiderio? È questa, per esempio, la stima che avete della divisa che portate?
Lasciate che sottolinei un fatto specifico. Ultimamente è sorta la questione dei pantaloni o non pantaloni, delle mutande e non mutande, della veste e non veste. Qualcuno ha criticato: ”Oh, i vescovi italiani vanno piano, sono esageratamente prudenti!". Io vi dico che sarei andato ancora più piano se fossi stato al posto dei vescovi italiani, sarei andato ancora più piano. Non perché non veda la necessità di andare col clergyman. Avete visto che non mi sono spaventato ad andare in America Latina, e che non ho sequestrato neppure certe fotografie pornografiche. Amici miei, quello che interessa è che ci sia un cuore sacerdotale, e dico questo anche per voi diaconi, un cuore sacerdotale che vede tutto nella luce di Cristo e che desidera, come Sant'Ignazio , essere macinato dai denti dei leoni. Desidero consumarmi per Cristo, non mi interessa niente del mondo! Adesso nel mondo è conveniente andare col clergyman? Andiamo col clergyman, per carità. Abbiamo bisogno di andare in tuta? Andiamo in tuta. L'essenziale è che io desidero essere di Cristo e che gli altri sappiano che sono di Cristo. E allora mi presento: sono di Cristo, e mi sento onorato di essere stimato spazzatura. Mi presento dinanzi a mille persone: "Sappiate, mettiamo le cose in chiaro, io sono sacerdote e mi sento gioioso di essere sacerdote di Cristo! Adesso, voi stimatemi come volete, disprezzatemi; a me non importa! Voglio chiarire che sono prete!". Entro in qualunque luogo: "Attenzione, gente, io sono sacerdote!", a meno che non ci sia una missione speciale da esplicare, e allora mi adatto, ma solo perché devo farlo.

APOSTOLO uomo di Dio

SACERDOZIO prete

SACERDOZIO veste

AUTOBIOGRAFIA viaggi

MONDO

GESÙ

sequela

Il riferimento è a Jean Guitton che fu invitato come laico al concilio Vaticano II e che ebbe per tutta la vita una forte amicizia con paolo VI.

Cfr. 1 Corinzi 2,2.

Don Ottorino riferisce un episodio attribuito a parecchi santi per indicare le preferenze del seguace di Cristo.

MI66,4[05-05-1966]

4.Figlioli miei, amate, amate di essere uomini di Dio; amatelo! Vi ho detto questo perché mi sembra che in questi ultimi tempi ci siano stati troppi crolli in giro per il mondo, crolli con la scusa di mimetizzarsi. "Sa, per poter fare di più, per poter fare di più, per essere come loro, come loro"; e purtroppo alcuni sono diventati anche troppo come loro! Desideravano di essere così, in mezzo a loro, in mezzo al mondo; sentivano dentro di sé: “Così mi piace, così mi piace, benissimo. Oh, perché non possiamo vestire anche noi come loro, come loro?".
Ricordate quello che abbiamo letto in uno scritto di quel perito conciliare francese : “Sì, sì, che i preti siano in mezzo a noi, che siano vicini a noi, ma non come noi, perché noi li vogliamo portatori dell'Assoluto, portatori dell'Assoluto!". Voi dovete essere portatori di Dio. Anche i ciechi e i sordi che vi avvicinano devono sentire la corrente di Dio. Un cieco o un sordo che vi avvicinasse deve sentire la corrente di Dio, come sentite il calore del ferro da stiro acceso se avvicinate la mano anche senza toccarlo. Così l'uomo di Dio deve proiettare Dio. Ma questo lo fa soltanto se Dio è il primo amico, se Lui è il primo desiderio: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me". Io vivo la mia vocazione: ho seguito Cristo, non i muri di San Gaetano, non le case prefabbricate, non le gioie degli impianti... Tutto questo non mi interessa! Se ci sono, rendo grazie a Dio, ma io ho seguito Cristo, "et hunc crucifixum". San Paolo dice: conosco uno solo e per di più crocifisso, e l'ho seguito, e desidero essere crocifisso con Lui, e cerco la crocifissione giorno per giorno, desidero quello che mi costa. "Quale corona scegli, sorella, quella di rose o quella di spine? In Paradiso avrai la stessa gloria!". "Tu quale hai?". "Quella di spine!". "Dammi quella di spine". Ecco l'apostolo, ecco l'apostolo! Cerca quello che pesa. Perché? Per le anime! Cerca di essere anche lui come il suo maestro e desidera apparire come il suo maestro.

APOSTOLO uomo di Dio

SACERDOZIO prete

SACERDOZIO veste

APOSTOLO chi è

l’

apostolo

DIO presenza di...

GESÙ

sequela

GESÙ

crocifisso

APOSTOLO salvezza delle anime

Don Ottorino soffriva particolarmente il caldo e notava che anche i giovani, con l’arrivo della primavera e dell’estate, perdevano entusiasmo e cedevano nell’impegno dello studio e della preghiera.

MI66,5[05-05-1966]

5.Figlioli, state attenti, perché anche in mezzo ai preti c'è uno spirito laicista, uno spirito mondano che è tremendo. State attenti, perché anche in mezzo ai preti c'è poca fede! C'è tanta abitudine, tanto mestiere. Voi più giovani non dovete scandalizzarvi: c'è tanto mestiere in giro per il mondo, e mi riferisco al mondo, non alla nostra Vicenza che è la sacrestia d'Italia. Non diventate dei mestieranti, per carità: vi scongiuro, in nome di Dio, non diventate dei mestieranti! Divenite uomini di Dio, ma solo uomini di Dio; il mondo ha bisogno di uomini di Dio; Cristo vuole uomini di Dio, la Chiesa desidera uomini di Dio!
“... eserciteranno le proprie funzioni con impegno sincero e instancabile ”. Se uno è unito a Cristo in quel modo è chiaro che esercita le sue "funzioni" in modo sincero e instancabile; se invece non è unito a Cristo fa la commedia, fa la commedia: sul palco fa da prete e fuori del palco fa qualcosa d'altro. Se è unito a Cristo, allora è sincero: fa la genuflessione bene quando c'è il popolo che lo vede e quando non c'è il popolo che lo vede, anzi, allora, ne fa tre per riparare quelle che ha fatto male; quando c'è il popolo che lo vede fa la carità, e quando non c'è il popolo che lo vede fa la carità tre volte di più. Sincerità, figlioli, sincerità! Coerenza con quello che predichiamo: coerenza con quello che predichiamo in confessionale a quella povera donna piena di croci: "Deve saper sopportare per amore di Dio!". Coerenza con quello che diciamo a quell'uomo intorno alla carità e alla bontà. Sincerità! Ed è "instancabile". E state attenti, riguardo alla sincerità, perché è facile fare i riformisti, e perciò giudicare. No, no, no "nolite judicare". Questo lo diciamo qui; io lo dico per me, e mentre sto parlando sto facendo la predica a me, sto condannando me stesso, non gli altri. Io sto mettendo voi all'erta perché non facciate altrettanto come me. Figlioli, bisogna essere uomini di Cristo, pieni di Cristo, vedere tutto sotto la luce di Cristo, camminare nel mondo alla luce di Cristo, di notte e di giorno sognare il trionfo di Cristo e, con sincerità e con instancabilità, continuare la nostra missione. Quanta gente piena d'entusiasmo c'è qui in inverno, dalle cinque alle sette di sera, o alla sera dopo cena, perché si sta bene e c'è un bel calduccio! Quanti apostoli ci sono, quante anime generose che sanno vincere le battaglie, che condannano gli altri! Li vedremo un giorno, in primavera, quando incomincia un po' il caldo, quando effettivamente la giornata qualche volta è pesante. Ho avvicinato tante anime in questi giorni e tutte erano stanche e avrebbero mandato a quel paese tutto e tutti. È logico che sia così, cominciando da me: chi non sente la stanchezza in primavera, chi non sente di essere senza entusiasmo in primavera? Beati voi se non lo siete! Ora spero di vedere come si comporteranno questi giovanotti, questi ragazzi, chierici, sacerdoti, questi apostoli in primavera!

MONDO

SACERDOZIO prete

APOSTOLO uomo di Dio

GESÙ

unione con...

VIRTÙ

trasparenza, sincerità

CROCE

APOSTOLO testimonianza

COMUNITÀ

critica

APOSTOLO

S. E. monsignor Italo Di Stefano era il vescovo di Presidencia Roque Sáenz Peña nel Chaco (Argentina) dove il clima è abitualmente caldo e a volte anche torrido.

L’approsimativa espressione latina di don Ottorino significa: “E per di più abbondante”.

Con queste espressioni don Ottorino vuole sottolineare la rigidità della disciplina durante gli anni della sua formazione in seminario e la particolare pesantezza delle ore di studio alla domenica sera.

Il riferimento è ad Adriano Conocarpo, che aveva completato il corso ginnasiale e si trovava nell’anno del noviziato.

MI66,6[05-05-1966]

6.Essere generosi non significa non sentire il peso, perché quello si sente, ma cercare di essere fedeli nella sincerità e nell'instancabilità in quel momento duro e pesante.
Andando in America Latina ho visto in macchina monsignor Di Stefano in maniche di camicia e con l’anello in mano. Perché era in maniche di camicia? C'era caldo, "et quidem multo". Bisogna vedere se in quei luoghi c'è costanza nella meditazione, nelle pratiche di pietà, nell'entusiasmo, nella gioia, nonostante il caldo, nonostante le zanzare, nonostante qualche viaggetto notturno per andare a visitare un ammalato chissà dove, qualche moribondo. E alla mattina dopo il moribondo sta meglio mentre il povero prete che è andato a visitarlo sta morendo dalla peste! Figlioli, sarete preparati a quegli eroismi se oggi sarete pieni di Cristo, sinceri e instancabili nel compiere il vostro dovere nelle piccole cose. Io ho paura di chi fa un atto eroico una volta se poi non è fedele nelle piccole cose. Ci vuole dell'eroismo per restare nella sala di studio quando non si ha voglia di studiare, e non trovare un pretesto per andare fuori un quarto d'ora, più che partire a piedi e andare su ad Asiago. Se mentre vi trovate nella sala di studio ad un certo momento non avete voglia di studiare, si fa presto a trovare un pretesto, perché tutti avete incarichi da svolgere. Noi in seminario eravamo degli sciocchi nei vostri confronti perché non avevamo degli incarichi e ci toccava stare là durante gli anni del liceo, mentre durante il corso teologico già godevamo di maggiore libertà. E allora bisognava restare nella sala e non c’era niente da fare, e si attendeva che suonasse la campanella, e per consolarsi si facevano i teoremi di matematica. La domenica sera, poi, c'erano due ore di studio che resteranno nella storia per tutti i giorni a venire. Oggi invece voi fate presto a trovare un pretesto se non avete voglia di studiare. Chiedete il permesso all'assistente, o anche senza il permesso perché adesso siete anche emancipati, e andate a fare qualcos’altro, trovate il pretesto di andare a prendere, che so io, la coda del gatto che vi occorre. Figlioli, state attenti perché imbrogliate voi stessi, imbrogliate le anime, tradite Cristo, non arrivate preparati! Guardate che l'uomo di Dio non cerca il proprio comodo, ma cerca la propria crocifissione, e se deve scegliere tra una caramella e un chiodo sceglie il chiodo, perché il chiodo dà sangue e il sangue serve per le anime. Mi guardi, caro Adriano? È la realtà, e queste leggi non le ho inventate io! 3. L’apostolo di Dio si forma nella contemplazione della parola di Dio

CONSACRAZIONE generosità

CROCE

AUTOBIOGRAFIA viaggi

CONSACRAZIONE santità

CONSACRAZIONE fedeltà

CONSACRAZIONE offerta totale

VOLONTÀ

di DIO

AUTOBIOGRAFIA seminario

CONSACRAZIONE mediocrità

Cfr. 1 Cor 2,2.

In ambienti popolari al posto del caffè veniva usata una miscela di vegetali tostati di basso costo, come orzo o radici di cicoria. Con il termine moka don Ottorino intende caffè buono.

MI66,7[05-05-1966]

7.“Essendo ministri della parola di Dio, essi leggono ed ascoltano ogni giorno questa stessa parola che devono insegnare agli altri ”.
Noi dobbiamo predicare Cristo, noi dobbiamo predicare la parola di Dio, perciò ogni giorno dobbiamo leggere la parola di Dio. Sono tanti i modi di leggere: io posso prendere un cibo, metterlo in bocca e poi sputarlo fuori, e quello senz’altro non m'ingrassa e neppure mi dà la forza per camminare; il cibo bisogna digerirlo e allora dà forza. Così è anche per la parola di Dio! Non si può leggere la parola di Dio per dire di aver letto un quarto d'ora di Vangelo, un quarto d'ora di Bibbia, un quarto d'ora della vita di un santo. No, no. È preferibile leggere tre minuti solo, ma con una riflessione personale: quella parola Dio l'ha detta per te! San Paolo scrive: "Io conosco uno solo e questo crocifisso". Bisogna fermarci a meditare: e io come sono? Guardo il Signore: che differenza tra me e San Paolo! Eppure bisognerebbe che fossi così! Ecco come si deve leggere la parola di Dio. La parola di Dio va letta dinanzi a Dio e va poi meditata dinanzi al Signore per confrontare un po' la nostra vita con la sua parola. E questo va fatto ogni giorno; magari due o tre righe solo, ma ogni giorno! Noi dobbiamo vivere, altrimenti siamo come macchine che circolano senza olio, senza benzina: pazienza senza benzina, ma non senza olio, perché senza benzina ti fermi, mentre senza olio fondi il motore e rovini tutto. Attenti, figlioli: se non leggiamo la parola di Dio, se non viviamo la parola di Dio, se non amiamo la parola di Dio, siamo macchine che circolano senza olio e, a un dato momento, fondiamo tutto. Quando facciamo una gita siamo tanto preoccupati per il cibo e provvediamo perché non manchi nulla di quello che riteniamo necessario. Abbiamo una vita spirituale che vale più della vita fisica: salviamo questa vita spirituale, salviamo il dono grandissimo della vocazione, alimentandolo non con stupidaggini umane, scusate la parola, neppure con tanti scrittori pur validi, ma con la parola di Dio. Non siate ansiosi di conoscere mille cose, di conoscere cioè mille uomini che hanno parlato di Dio: conoscete Dio! Scusate se dico questo, ma noto che oggi c'è troppa smania di leggere per sapere, sapere, sapere. È inutile che andiate a leggere libri per vedere chi è don Ottorino; andate da don Ottorino e vivete insieme con lui, e allora saprete chi è. Tra il leggere la descrizione dell'America, anche se leggere serve, e andare in America, io preferisco andare a vederla. Leggere qualche cosa è giusto, ma andiamo a vedere, andiamo a vedere. Perciò non dedicatevi a mangiare tanti surrogati, perché dopo escono surrogati. Se metto nella macchinetta da caffè del surrogato, come radici di cicoria, mi esce un caffè di radici di cicoria; ma se metto dentro caffè, esce moka. Perciò abbeveratevi a fonti pure che si chiamano Sacra Bibbia, si chiamano Vangelo, si chiamano lettere degli Apostoli: digeritele, fatele diventare vita della vostra vita. “Ho paura di un uomo che conosce un libro solo!", diceva un uomo famoso. Conoscetelo, il Vangelo! Papa Giovanni ripeteva: "Il Vangelo dice così, il Signore dice così". Se anch’io potessi dire ai nostri giovani: "Il Signore dice così; San Paolo dice così; la verità è questa, bisogna fare così!". Datemi un uomo che conosca bene il Vangelo, che lo conosca bene per averlo studiato, ma che lo conosca perché lo sta vivendo: la prima citazione del Vangelo sia la sua vita coerente con il Vangelo! Mi guardate, cari? Ve lo dico perché è questo l'unico modo per vivere come uomini di Dio. Se non fate così è fatica stare in piedi.

PAROLA DI DIO

PREGHIERA meditazione

ESEMPI apostolo

DOTI UMANE

ESEMPI parola di Dio

PAROLA DI DIO Sacra Scrittura

PAROLA DI DIO Vangelo

APOSTOLO uomo di Dio

Il riferimento è all’episodio del diacono Filippo con il ministro etiope, narrato da Atti 8,26-40.

Don Guido Massignan era all’epoca il responsabile della Casa dell’Immacolata.

MI66,8[05-05-1966]

8.Sono i nostri cari vescovi che ce lo dicono, è lo Spirito Santo che ce lo dice: "... essi leggono ed ascoltano ogni giorno questa parola...". E ogni giorno, se non sbaglio, vuol dire ventiquattro ore.
“Leggono ed ascoltano...", perciò bisogna anche saper ascoltare quello che si predica. “... ogni giorno questa stessa parola che devono insegnare agli altri": se volete dare il pane agli altri, dovete andare dal fornaio a prenderlo; se volete dare a loro Dio, dovete essere ministri della parola. Anche quando siete in treno seduti vicino a un altro, anche quando camminate per la strada, siete portatori della parola di Dio. Quante volte si tratterà come di Stefano, cioè come di Filippo che è stato preso dallo Spirito Santo e ha dovuto saltare in cima al cocchio! Quante volte capiterà anche a voi, caro don Guido , che sarete trascinati dallo Spirito Santo. Quante volte capiterà anche a voi di trovarvi accidentalmente insieme con uno, con l'altro, con quest'altro. Chi vi ha portato vicino a quella persona? Dio. Perché? Perché le trasmettiate la parola di Dio. E invece voi, forse, fate sfoggio della vostra erudizione, della vostra sapienza. Che disastro sarebbe, figlioli, che disastro sarebbe se un domani il Signore mandasse sul vostro cammino una persona e voi voleste fare sfoggio di essere qualcosa! Che compassione mi fate, che compassione mi fate! Dio ti ha messo vicino a quella persona perché tu abbia a parlare di Dio, a portarla a Dio, e nel giorno del giudizio ti domanderà conto: “Io avevo mandato sul tuo cammino quella persona perché tu potessi parlarle di Dio, ma senza tanti preamboli; piano piano, con delicatezza, ma entrando subito nel nodo della questione!”. È più facile, figlioli miei, è più facile andare ad un pranzo con delle persone e mettersi a parlare di Leopardi, a fare disquisizioni su di lui, a far vedere che siamo al corrente degli ultimi studi. Ma, se muori quella sera, il Signore ti domanderà: "Io ti ho mandato là come prete. Non dico che tu non potessi rispondere con una parolina ai temi letterari, ma dopo dovevi cominciare tu. Quello doveva essere il gradino, la pista di lancio. Io ti ho chiamato per essere tu il santificatore!". Considerate l’esempio del diacono Filippo: "Ehi, comprendi quello che stai leggendo?". "Come faccio a capire se nessuno non me lo spiega?". "Te lo spiego io!".

CHIESA Vescovo

ESEMPI parola di Dio

APOSTOLO profeta

DIO stile di...

APOSTOLO uomo

APOSTOLO testimonianza

Don Ottorino, probabilmente, si riferisce all'assistente Picco Vinicio, presente alla meditazione, che faceva parte del consiglio generale della Congregazione.

Nel testo registrato don Ottorino ripete due volte il termine “quiescere”.

Don Ottorino sintetizza con parole proprie l’inizio del discorso di San Paolo all’areopago di Atene, presentato in Atti 17,22-31.

La citazione latina “Trasmettere agli altri le verità dopo averle personalmente contemplate” è tratta dal rito dell’ordinazione sacerdotale, che la trae dalla Summa Theologica di San Tommaso, II - II, q.188, a.7.

MI66,9[05-05-1966]

9.Bisogna essere invadenti della forza dello Spirito: Dio vuole che siamo invadenti! Dico male, lei, consigliere ? È facile restare inoperosi aducendo la scusa della convenienza, della prudenza, perché intanto il prete entra lentamente.
Figlioli, Dio ci ha mandati a salvare, e dobbiamo mettere in preventivo anche quello che ha subito San Paolo nell'areopago quando ha detto: "Sono venuto qui... Siete molto devoti... Il Dio ignoto... sono venuto io a mostrarvi chi è questo Dio ignoto...". Alle sue parole sulla risurrezione dei morti dissero: "Ti sentiremo un'altra volta!", e lo hanno mandato via; qualcuno, però, ha creduto, qualcuno ha creduto! Anche se gli altri ti mandano via, può essere anche da un pranzo, buttato fuori al momento del dolce (meglio, così facciamo a meno di fare indigestione), non importa: siamo o non siamo uomini di Dio? Se vogliamo essere uomini del mondo, allora bisogna cambiare strada! Se vogliamo essere uomini di Dio, oggi, il Signore vuole che siamo così! E allora il nostro caro autore aggiunge: “... e se si sforzano anche di riceverla in stessi, allora diventano dei discepoli del Signore sempre più perfetti, secondo quanto dice l'Apostolo Paolo a Timoteo: "Occupati di queste cose, dedicati ad esse interamente, affinché siano palesi a tutti i tuoi progressi”...”. Tutti devono sapere chi sei e i progressi che fai nella vita dello spirito. Nessuno deve dimenticare se stesso; anche l'assistente deve apparire immediatamente come l'uomo di Dio: ricordatevi che se la Congregazione lascia l'assistente in veste borghese, non lo lascia perché si mimetizzi fra la gente. “..."Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento, persevera in tali cose, poiché così facendo salverai te stesso e quelli che ti ascoltano”. Infatti, pensando a come possono trasmettere meglio agli altri ciò che hanno contemplato, assaporeranno più intimamente “le insondabili ricchezze di Cristo”...”. Perciò è importante leggere, meditare, far proprie le parole di Dio e pensare al Signore, a come si deve trasmetterle agli altri. Per ogni conquista dello spirito che si fa, per ogni aumento di spirito si deve dire: "Signore, grazie, e dimmi un po' come potrei far capire alle anime questa verità". Ecco il lavoro dell'apostolo: assorbire e pregare, meditare e parlare; assorbire prima, contemplare e “aliis tradere... contemplata aliis tradere".

DIO Spirito Santo

APOSTOLO salvezza delle anime

DIO

PAROLA DI DIO Sacra Scrittura

APOSTOLO uomo di Dio

CONGREGAZIONE appartenenza

PREGHIERA meditazione

APOSTOLO chi è

l’

apostolo

MI66,10[05-05-1966]

10.“Infatti, pensando a come posso trasmettere meglio agli altri ciò che hanno contemplato, assaporeranno più intimamente "le insondabili ricchezze di Cristo" e la multiforme sapienza di Dio. Non dimenticando mai che è il Signore ad aprire i cuori, e che l'efficacia non proviene da essi ma dalla potenza di Dio”.
4. Conclusione Figlioli cari, non si può trasmettere agli altri le verità conosciute solamente con lo studio, ma ci vogliono cose meditate, cose vissute, cose contemplate. Questa mattina, alzandomi, ho pregato: "Signore, come devo dire queste verità ai ragazzi, verità che già conoscono? Come dobbiamo fare perché vadano dentro meglio? Signore, fa’ un piacere, arrangiati tu. Io non saprei come iniziare: arrangiati, Signore! Fa’ che capiscano queste cose!". Se voi capite queste verità avrete la potenza di un motore che parte e ti sfugge in avanti e ti dà, magari, un contraccolpo che ti rompe il braccio. Ecco, è così che dovete partire, e finché non avete capito queste cose, finché non le avete vissute queste cose, il motore non parte; è sempre un motore che va avanti a colpi, come quando le batterie sono scariche. La rivoluzione del mondo avverrà attraverso uomini che vivranno queste cose. Non c'è niente inventato da me, né da alcun altro: sono soltanto date da Dio a noi uomini e richiamate dal Concilio. Fratelli, avete capito? Amen. 17 maggio 1966

PREGHIERA

PREGHIERE al Signore

ESEMPI apostolo

CONSACRAZIONE santità