MI67[17-05-1966]
Meditazione ai Religiosi e ai Novizi della Casa dell'Immacolata. Don Ottorino, prendendo spunto dal n.13 del documento Conciliare “Presbyterorum ordinis” sul ministero e la vita sacerdotale, sottolinea l’importanza per l’apostolo di vivere la parola di Dio, di avere una cultura illuminata dalla sete di Dio e delle anime, e di essere un autentico rappresentante del Signore. Il testo originale è registrato e la sua durata è di 32’. 1. IntroduzioneDon Ottorino, probabilmente, si riferisce all'assistente Vinicio Picco, che nella Casa dell'Immacolata aveva anche la mansione di infermiere.
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1.Bisogna leggere la parola di Dio e meditarla. Fratelli miei, chi non mangiasse né pane né carne, ma solo erba, erba, erba, per quanto buona essa sia come il trifoglio, a un dato momento, dottore , che cosa succederebbe? Finirebbe per fare bee... bee... Fratelli miei, ci sono alcuni cibi che sono indispensabili: la parola di Dio, il Verbo e il Verbo fatto carne, il “Verbum Dei” e il “Verbum caro”. Sono due cibi: bisogna mangiare la parola di Dio e la parola di Dio fatta carne. Guardate che la parola di Dio va mangiata e digerita, deve divenire vita vostra, vita nostra. Bisogna prendere in mano la Bibbia, il Vangelo, San Paolo. Bisogna chiedersi: Che cosa mi dice San Paolo? Che cosa mi dice il Signore attraverso il profeta? Che cosa vuole da me il Signore? Fratelli miei, se non leggiamo le cose di Dio meditandole e facendole nostre, se non le leggiamo per modellare la nostra vita secondo la parola di Dio, vale poco un domani conoscere tutta la legge; anzi, è un motivo di condanna maggiore. Figlioli, leggete la Sacra Scrittura! Vorrei che, a un dato momento, foste talmente desiderosi di leggere la parola di Dio che quasi quasi diventaste come un ubriacone che ha bevuto mezzo litro di vino, ne beve un altro mezzo litro, e dopo rimane per berne un altro poco. Bisogna veramente sentire la parola di Dio! Al mio posto tante volte si resta scoraggiati, vi dico la verità, pensando che queste cose io le capisco, ma poi non so come viverle e come farle vivere a voi. Questa notte ero stanco di rimanere a letto, perciò mi sono alzato, mi sono seduto sulla sedia a sdraio e ho cominciato a leggere. Mi sono domandato: che cosa devo fare per capire queste verità e per farle capire poi agli altri? E conversando con il Signore ho detto: “Signore, metti un altro al mio posto il quale le faccia capire”. Fratelli, quello che mi fa impressione, quello che stanotte mi faceva impressione era proprio questo, questo era il mio pensiero dominante: noi, nella nostra Congregazione, abbiamo il pensiero fisso della Sacra Scrittura? Il nostro primo amore è per la Scrittura, per Dio, per l'Eucaristia, o è questo il secondo o il terzo amore? Questo era il mio pensiero dominante di questa notte.PAROLA DI DIO Sacra Scrittura
PAROLA DI DIO Vangelo
ESEMPI parola di Dio
PREGHIERA meditazione
CONGREGAZIONE fondatore
FORMAZIONE
Si tratta dello spagnolo Filippo II.
Nel mese di settembre del 1589 Luigi fu mandato dal generale dei Gesuiti a Castiglione delle Stiviere presso la sua famiglia per rappacificare suo fratello Rodolfo (a cui Luigi aveva ceduto i suoi diritti di primogenitura sul marchesato di Castiglione quando era entrato nella Compagnia di Gesù) e il duca di Mantova che si contendevano la signoria del castello di Solferino. Il duca di Mantova rinunziò al dominio di Solferino e ci fu la pace. Luigi riuscì anche a sistemare la situazione coniugale del fratello Rodolfo che si era unito con una donna di umili condizioni creando difficoltà in seno alla famiglia.
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2.Mi ha portato a questo la lettura della vita di San Luigi Gonzaga che sto facendo. Prima di andare a letto avevo letto qualcosa e questo non mi ha lasciato dormire. Pensavo infatti a quello che avevo letto di San Luigi quando ero giovane, e ricordavo che lo avevano fatto nascere santo. Invece in casa sua c’erano lotte di famiglia perché il fratello Rodolfo si era unito con una donna con un matrimonio segreto, cioè di coscienza, divenendo così pubblico peccatore. Poi c'era la questione dello zio che, invece di lasciare il castello a Rodolfo che era un poco di buono, l'aveva lasciato ad un altro nipote. E allora lotte: volevano farsi la guerra tra loro. La mamma di Luigi era partita ed era andata dall'imperatore a supplicarlo di mettersi in mezzo tra i due: insomma non erano stati capaci di risolvere nulla. “Rivolgiamoci a Luigi", avevano detto allora in famiglia. E interessarono alcuni cardinali perché ottenessero il permesso che Luigi tornasse a casa: era un giovanotto di ventuno, ventidue anni. Neanche l'imperatore era riuscito a mettere a posto le cose. Il superiore generale disse a Luigi: "Va'!". A Luigi dispiaceva lasciare il convento e la vita religiosa, e allora scrisse lettere prima della partenza e durante la sua assenza. Il giovane partì da Roma a cavallo, e quando si pose gli stivali gli sembrarono troppo belli. Lo accompagnavano due fratelli laici gesuiti, e allora Luigi disse ad uno di loro: "Mi sembrano troppo belli questi stivali". E il fratello gli rispose: "E allora vado a prenderne un altro paio nella stanza di sopra". Andò, li imbrattò un pochino: "Ecco, questi vanno bene?". Gliela fece in barba; gli diede gli stessi stivali un po' imbrattati, perché Luigi temeva di attirare troppo gli sguardi. Arrivarono a Ferrara e si fermarono in un alberghetto dove non volevano assegnare loro due stanze, dicendo: "Due, per voi preti!". Il fratello laico sapeva che era un Gonzaga e avrebbe potuto... Invece Luigi accettò di essere trattato così. Arrivarono a Mantova presso il duca, e lui corse da una parte e dall’altra, e passò ore in discussione. Il duca, che avrebbe voluto fare la guerra, disse: "Dinanzi ai santi non si può non cedere". E cedette, e accettò di incontrarsi con Rodolfo. Si preparò un pranzo e Luigi non partecipò: lui che aveva preparato tutto, aveva perso intere settimane, si era recato a Mantova, a Castiglione, aveva messo a posto le cose, all'ora del pranzo non partecipò. I santi! Arrivato a Castiglione si misero a suonare le campane e la gente accorse: ha dovuto fare una predica in chiesa anche se aveva solo ventun anni! Figlioli miei, che cosa aveva Luigi? Era pieno di Dio, era saturo di Dio. Quando andò a Milano, dopo avere accomodato tutto, si ritirò perché sentiva la necessità di stare con la sua Comunità. Aveva regolarizzato anche il matrimonio del fratello, e accomodate le cose ritornò alla vita religiosa. Questi uomini pieni di Dio! Figlioli, siamo pieni di Dio così? Mangiamo la parola di Dio? 2. L’apostolo, alimentato dalla parola di Dio, sa che solamente il Signore apre il cuore degli uominiESEMPI santi
APOSTOLO uomo di Dio
A questo punto don Ottorino legge un passo del n. 13 del documento conciliare le cui citazioni, senza ulteriori richiami, vengono sempre riportate in corsivo.
In Atti 18,3 si legge: “... e poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì nella loro casa e lavorava. Erano infatti di mestiere fabbricatori di tende”. Forse don Ottorino si lascia prendere dal suo entusiasmo ed equivoca l’attività svolta da San Paolo per il proprio mantenimento.
Don Ottorino ama giocare con le parole latine o latinizzate come “contemplata” e “studiata”, e lo fa di proposito per sottolineare l’importanza di quello che sta esponendo.
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3.“... essi leggono ed ascoltano ogni giorno questa stessa parola che devono insegnare agli altri: e se si sforzano anche di accoglierla in se stessi, allora diventano discepoli del Signore sempre più perfetti, secondo quanto dice l'apostolo Paolo a Timoteo: “Occupati di queste cose, dedicati ad esse interamente...”. L’esortazione di San Paolo è forte: occupati interamente di queste cose! Anche San Paolo costruiva sporte, faceva tante cose, ma era dedito interamente a quelle spirituali perché le sporte le faceva in quanto doveva guadagnarsi il pane e mangiare, e con quel pane occuparsi poi del ministero. “... affinché siano palesi a tutti i tuoi progressi. Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento, persevera in tali cose, poiché così facendo salverai te stesso e quelli che ti ascoltano”. Infatti, pensando a come possono trasmettere meglio agli altri ciò che hanno contemplato, assaporeranno più intimamente le "insondabili ricchezze di Cristo"...”. La Sacra Scrittura, figlioli! Dobbiamo assaporare la parola di Dio, leggere la parola di Dio, vivere dentro di noi la parola di Dio e poi "contemplata aliis tradere, contemplata aliis tradere", non "studiata". Potete esprimervi in latino, come volete: fondamentale è che io devo contemplare la verità con lo Spirito Santo, insieme con Dio, devo fare mie queste cose e poi "aliis tradere". Ma devo essere pieno di esse! Deve esserci in voi il desiderio di non essere del mondo, di mostrare dinanzi a tutti che non siete del mondo: da qui nasce l'amore alla veste sacerdotale, che è una divisa. L'assistente dovrebbe essere quasi dispiacente di non portare una divisa che lo separi interamente dal mondo; dovrebbe portare il vestito borghese unicamente per l'apostolato. Ah, figlioli miei, voi direte che voglio farvi diventare degli anacoreti, delle persone chiuse. No, no, no, occhi aperti. Anzi voglio che vi comportiate come quei lampeggiatori che sono fissati sulle macchine della polizia e hanno la luce che gira intorno sempre, sempre, sempre! Bisogna vedere tutto intorno e avere il periscopio alto in modo che si possa vedere. Ma, figlioli cari, prima viene questo, se no non facciamo niente! Quando voi dite: "Devo essere di duemila anni fa e del duemila", guardate che duemila anni fa vuol significare proprio questo, comporta questo: leggere, vivere, desiderare di trasmettere agli altri... "contemplata aliis tradere".PAROLA DI DIO Sacra Scrittura
PREGHIERA meditazione
PREGHIERA unione personale con Dio
DIO Spirito Santo
SACERDOZIO prete
CONGREGAZIONE assistente
ESEMPI apostolo
APOSTOLO apostoli del Duemila
APOSTOLO apostoli di 2000 anni fa
Don Ottorino si era già soffermato a parlare dell’importanza della parola di Dio nella vita dell’apostolo nella parte finale della meditazione del 5 maggio.
Il riferimento è all’episodio dell’acqua scaturita dalla roccia, narrato in Esodo 17,1-7.
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4.Procediamo perché, altrimenti, è un'altra meditazione che dobbiamo fare. “... e gusteranno più intimamente la multiforme sapienza di Dio. Non dimenticando mai che è il Signore ad aprire i cuori...”. Sta qui il segreto, e vi accorgerete che cosa vuol dire. Vi accorgerete che è il Signore che apre i cuori. Non li aprirete voi i cuori, non li aprirete voi, nemmeno riuscirete ad aprire il cuore di un bambino di sette o otto anni, piccolo, semplice, innocente. Se il Signore non interviene, voi avete solamente i tre pesci con diecimila persone da sfamare. Ve l'ho detto tante volte: convincetevi! Voi dovete mettercela tutta, per carità, ma quando ce l'avete messa tutta, ve l'ho detto e ve lo ripeto, è il Signore che salva. Supponiamo che andiate a studiare a Roma e otteniate alla Gregoriana la laurea in diritto, in Sacra Scrittura, in teologia, in tutto quello che volete; che arriviate a cinquant'anni pieni delle esperienze più diverse... che cosa siete? Una verga, un pezzo di legno, grosso quanto si voglia, ma sempre legno, che deve fare scaturire acqua dalla roccia. “Ma, allora, è meglio...". No, no: tu devi trafficare i tuoi talenti, perché anche questo fa parte del progetto di Dio. Infatti il Signore ha detto a Mosè: "Batti con la verga", non "Soffia!". Perciò devi trafficare i tuoi talenti, impegnare tutte le tue capacità, ma ricordandoti che sei una verga e non c'è proporzione tra l'acqua che fluisce dalla roccia e la tua azione. Convinciti che è Dio che agisce: è Dio, è Dio! E Dio non voglia che lo scopriate troppo tardi, quando non c'è più tempo.DIO presenza di...
DIO
DIO stile di...
ESEMPI apostolo
DIO logica di...
Nell’esempio don Ottorino nomina Graziano Celadon, che era stato consacrato sacerdote il mese precedente, e Severino Stefani, che frequentava i corsi del magistero ed era rosso di capelli, e li immagina ad Estanzuela, una delle due prime parrocchie affidate alla Congregazione in Guatemala dal vescovo S. E. mons. Costantino Luna.
Tarcisio Magrin frequentava, all’epoca, l’ultimo anno del corso ginnasiale e stava per entrare in noviziato.
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5.Come fa un parroco senza queste convinzioni? Per esempio, un domani, il caro don Graziano Celadon andrà ad Estanzuela con Severino il rosso e troverete ventimila anime. Sono ventimila persone, ventimila casseforti, e ogni cassaforte ha un numero particolare, e se non conoscete quel numero, non l'aprite, non l'aprite. E quel numero lo conosce solo Dio e ve lo comunicherà solo Lui; se non vivete in contatto con Lui, non ve lo comunicherà. Se qualche anima si aprirà ugualmente, sarà per vostra confusione, perché il Signore vorrà mettervi sotto il naso il fatto che è Lui che agisce, e lo farà perché, forse, a casa c'è vostra mamma o qualche vostra parente che prega per voi o qualche amica della Pia Società San Gaetano che si immola il venerdì per voi. Tu mi guardi, Tarcisio : questa è la realtà. "Non dimenticando mai che è il Signore ad aprire i cuori, e che l'efficacia non proviene da essi ma dalla potenza di Dio". Questo è il Concilio, figlioli cari, e bisogna conoscere questo in ogni sua parte. “... all'atto stesso di predicare la parola si uniranno più intimamente con Cristo Maestro e saranno guidati dal suo Spirito”. Perciò tu, un domani, sarai uomo di Dio, unito a Dio, e nel momento in cui devi predicare devi unirti a Lui ancora di più, quasi quasi come quando fate il cinema: c'è la preaccensione e, quando è il momento del lancio, date un colpo di corrente ancora più potente. Come uomini di Dio dovete essere sempre incandescenti, ma nel momento in cui parlate alle anime di Dio dovete congiungervi a Lui fino a scomparire in Dio. Sono stonato! Questo è nulla in confronto di quello che vorrei dire, ma non ne sono capace, non ne sono capace. “Uniti così a Cristo, partecipano della carità di Dio, il cui mistero, nascosto nei secoli, è stato rivelato in Cristo”. Andate in cerca di questo mistero di Dio! Dio deve rivelarvi tante cose, ha tante cose da dirvi il Signore: andate in cerca di Lui! Andiamo avanti: di qui comincia la meditazione di questa mattina. 3. La cultura dell’apostoloESEMPI F.A.
APOSTOLO salvezza delle anime
GRAZIA
GRAZIA Corpo Mistico
APOSTOLO uomo di Dio
DIO unione con...
APOSTOLO F.A.
Ruggero Pinton, all’epoca ancora novizio, era figlio di contadini che possedevano anche alcune mucche, che Ruggero portava al pascolo.
Si tratta di don Matteo Pinton e di Giorgio Girolimetto inviati a studiare filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana. Continuando don Ottorino accenna anche a Stromboli, ma è solamente un nome strano per indicare che sarebbe stato disposto ad inviare studenti in qualsiasi parte per approfondire la propria preparazione culturale.
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6.“Nella loro qualità di ministri delle cose sacre...”. Ministri delle cose sacre! Fratelli miei, voi sentite che io batto spesso questo chiodo e forse vi scandalizzerete perché insisto contro la cultura, contro i libri o contro qualcosa di simile. Voi sentite che batto spesso contro queste cose. Non scandalizzatevi, perché - lo ripeto per l'ennesima volta - non batto contro la cultura, ma contro la malattia che c'è oggi nel mondo clericale, il quale pensa che sia la cultura a salvare le anime. Si arriva, per esempio, a stare cinque o sei mesi senza fare meditazione, ma ci si vergogna se non si ha letto questo o quel libro, se non si è al corrente di certe cose, se si facesse brutta figura nelle conversazioni in società: ci si vergogna! E magari si sta cinque o sei mesi senza fare la meditazione, senza fare la lettura spirituale, e con tanta semplicità si tralascia la sera la recita della corona e, tante volte, anche del breviario, perché non si ha tempo. E poi, naturalmente, bisogna essere informati, bisogna sapere per poter dire una parola, bisogna essere così. Se questi tali fossero andati a fare i bovari con la vaccherella mora, non è vero Ruggero , o avessero taciuto, avrebbero fatto meglio! Perciò, state buoni! Se insisto su questo è perché non posso presentare i particolari che non sono propri della nostra diocesi soltanto, ma sono ormai, vorrei dire, del mondo intero, perché ho girato il mondo e ho visto che c'è questa malattia. Se il Concilio insiste tanto su questo è perché i vescovi ne sono preoccupati: non è con le parole che si salva il mondo! I seminaristi e i preti di un tempo facevano digiuno. Però, se a questo si aggiungerà anche la cultura, Deo gratias! Guardate che la cultura - e insisto - ci vuole, e ve ne ho dato l'esempio inviando due confratelli a Roma a studiare, e ne invieremo degli altri, e anche a Stromboli se volete, ma ricordatevi che la cultura, se non è appoggiata e sostenuta dalla grazia di Dio e dall'uomo di Dio, produce Lutero. Invece, i talenti trafficati bene, se poggiano sulla base della santità, producono i Tommaso d'Acquino.DOTI UMANE scienze umane
APOSTOLO salvezza delle anime
SACERDOZIO prete
PREGHIERA meditazione
CHIESA Concilio
DOTI UMANE cultura
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7.Ecco, è solo questo che io voglio. Ma poiché c'è una corrente tremenda, tremenda, figlioli, così tremenda che, se potessi dirvi tutto, vi farei venire i cappelli bianchi, vi dico solo: fidatevi! Quando sarete più avanti con gli anni, direte: "Ha avuto un bel coraggio, don Ottorino, a tener duro; ma, ringraziamo il Signore". Oggi è diffusa l'impressione che siano gli uomini a salvare il mondo; invece è Dio che lo salva, e Dio è sempre stato tanto buono che si serve degli uomini, ma gli uomini Egli li vuole simili al Cristo, cioè crocifissi. Gli uomini salveranno il mondo se avranno capito il Cristo e cercato di imitare il Cristo crocifisso; allora saranno strumenti nelle mani di Dio, e Dio farà cose mirabili con questi poveri uomini. Finché non avremo uomini che siedono con il tavolino vicino all'altare e che si mettono là con il libro per studiare teologia e filosofia, finché non avremo uomini che guardano in viso il Cristo prima di tirare le conclusioni dopo aver posto la premessa minore e la maggiore, non salveremo il mondo. Anche quel regolamento famoso che abbiamo letto, o avete letto, di un seminario, se lo avete osservato bene, dice che lo studio della teologia deve essere insieme studio e meditazione. Figlioli miei, non si può disgiungere la preparazione di un sacerdote, di un apostolo, dalla meditazione. Tu devi studiare teologia avendo Cristo davanti a te e avendo le anime, che devi aiutare, alla tua destra e alla tua sinistra, e a Cristo devi dire: "Signore, adesso sono qui: che cosa devo fare, Signore?". Come un medico che ha un caso particolare all'ospedale, ad esempio il tifo, e studia tutti i libri che trattano il tifo perché deve salvare quell'uomo, così noi non dobbiamo studiare per il gusto di sapere, ma pensando che abbiamo dei pazienti che attendono: sono là che attendono e che stanno morendo. Che direste voi, per esempio, di un medico che avesse un caso particolare, supponiamo, di tifo e si mettesse a studiare altre cose per dilettarsi, per imparare per proprio conto, mentre ha un paziente che sta morendo di tifo? Diremmo, come minimo, che è un incosciente. 4. L’apostolo non è un magnetofono, ma il rappresentante di DioDIO bontà
di...
GESÙ
sequela
GESÙ
crocifisso
GESÙ
imitazione
APOSTOLO salvezza delle anime
PREGHIERA meditazione
FORMAZIONE
ESEMPI F.A.
Cfr. Esodo 34,29-35.
Il riferimento è a don Graziano Battistella, che svolgeva il servizio di sagrestano.
Daniele Zeno, anche se era ancora novizio, collaborava con don Ottorino nella parte commerciale delle case prefabbricate.
L’episodio di Balaam, della sua asina e dei suoi oracoli, occupano i capitoli 22-24 del libro dei Numeri.
Il riferimento è a Antonio Bottegal, che all’epoca frequentava l’ultimo anno del corso liceale.
Don Luciano Gallinaro era sacerdote novello da un mese appena e con il nuovo anno scolastico avrebbe assunto l’impegno di direttore dell’Istituto San Gaetano di Asiago (VI).
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8.Ebbene, oggi il mondo è pieno di tifo. Noi dobbiamo studiare tanto con Cristo davanti per salvare queste povere creature, ma non dobbiamo leggere sempre noi; qualche volta lasciamo che parli anche Lui, che ci dica qualche cosa. E allora otterremo uomini, ed è qui dove vi voglio condurre, che non saranno dei magnetofoni, ma che produrranno qualcosa di nuovo. Io ho paura degli uomini magnetofono perché essi, che hanno studiato una cosa e l’altra, non fanno che ripetere come pappagalli quello che hanno sentito dire e che, poi senza accorgersi, tante volte applicano a sproposito. Invece, no! Vogliamo uomini che sappiano inventare qualcosa di nuovo. San Paolo non era un uomo magnetofono, anche se ripeteva i testi dell'Antico Testamento: infatti chiamiamo il suo pensiero la teologia paolina. Gli uomini in contatto con Dio finiranno per dire "vetera et nova": ecco gli uomini che aspettiamo noi! Aspettiamo che scendano dal monte con le corna come Mosè, infuocati come Mosè ; che scendono dall'altare talmente infuocati da far restare il popolo esterrefatto davanti alla luce che emanano. Questo vogliamo! Non uomini che dicono Messa con le candele spente, non è vero, don Graziano, che si è accorto al momento del prefazio che erano spente? “Nella loro qualità di ministri delle cose sacre, e soprattutto nel Sacrificio della Messa, i Presbiteri agiscono in modo speciale a nome di Cristo...”. Mio caro Zeno , non siamo ambasciatori di case prefabbricate; siamo degli uomini che devono agire in nome di Cristo. Questa mattina io mi sono preoccupato di dirvi solo le cose che, né più né meno, esige Cristo. Voi ricordate che quando il profeta Balaam si recò da Balak l'angelo gli disse: "Non dire una parola di più, né una parola di meno di quanto io ti suggerirò". Non gli disse così? Il Signore glielo aveva detto prima, glielo aveva ripetuto anche lungo la strada: "Non devi dire né una parola di più, né una parola di meno". Noi ci siamo donati a Dio: Lui ci ha chiesto e noi ci siamo offerti. Però, attenti: siamo gli inviati di Cristo e non possiamo dire né possiamo fare quello che vogliamo noi. Hai capito, Antonio ? Tutto deve essere regolato da Lui. Se Lui ti dice: "Bevi una damigiana di vino", tu devi berne una damigiana. "E se poi scoppiassi?". Non importerebbe niente: scoppia! Se Lui ti dice: "Bevine due bicchieri a mezzogiorno e due alla sera, e un altro a metà fra mezzogiorno e sera", non deve essere un bicchiere e mezzo e neanche mezzo bicchiere, ma uno Don Luciano , se Lui ti dicesse: "Va' ad Asiago e di lì tirami fuori, entro sei mesi, tre collaboratori della Pia Società San Gaetano", devono essere tirati fuori tre collaboratori della Pia Società.APOSTOLO chi è
l’
apostolo
APOSTOLO salvezza delle anime
DIO contatto con
APOSTOLO F.A.
APOSTOLO ambasciatore di Dio
GESÙ
maestro
CONSACRAZIONE
VOLONTÀ
di DIO
Nel testo registrato don Ottorino aggiunge nel bel mezzo della citazione conciliare: “Questi benedetti figlioli della Casa dell’Immacolata”.
Fernando Murari aveva completato il corso ginnasiale e si trovava nell’anno di noviziato.
Cfr. 1° Corinzi 2,2
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9.Figlioli, siamo i rappresentanti di Dio! “... il quale si è offerto come vittima per santificare gli uomini; sono pertanto invitati ad imitare ciò che trattano...”. Tu, Fernando , sei l'inviato di Cristo e ti presenti. Ebbene chi arriva: don Fernando o Gesù? Gesù e don Fernando sono un tutt'uno! Però, figliolo mio, tu devi imitare colui che rappresenti, e imitare vuol dire soffrire. L’espressione paolina "et hunc crucifixum" vuol dire desiderare di essere crocifissi, desiderare quello che pesa. Ed è quello che oggi non si vuol sentire. Ecco allora le lamentele: "Come si fa a trascorrere la domenica? Poverini, poverini, poverini!". Invece imitare vuol dire desiderare di soffrire, desiderare il peggio in tutte le azioni. "Preferisci andare ad Asiago a piedi o in macchina?". "Se è per far presto e parlare di Dio preferisco andare in macchina; per me, invece, a piedi". "Preferisci mangiare pollo o cipolla?". "Se è per la salvezza delle anime e per poter essere a loro disposizione preferisco pollo; se è per mio gusto preferisco cipolla". San Luigi, tanto per prendere un santo che ho sottomano, a Roma volevano condannarlo per le sue penitenze e gli avevano detto: "Il corpo non è tuo; tu devi coltivarlo per il Signore, perciò niente queste penitenze: mangia questo!". E Luigi accettò il sacrificio di mangiare pollo. Figlioli: mortificazione, mortificazione! “... sono pertanto invitati a imitare ciò che trattano, nel senso che, celebrando il mistero della morte del Signore, devono cercare di mortificare le proprie membra dai vizi e dalle concupiscenze. Nel mistero del Sacrificio Eucaristico, in cui i sacerdoti svolgono la loro funzione principale, viene esercitata ininterrottamente l'opera della nostra redenzione, e quindi se ne raccomanda caldamente la celebrazione quotidiana, la quale è sempre un atto di Cristo e della sua Chiesa, anche quando non è possibile che vi assistano i fedeli. Così i presbiteri, unendosi con l'atto di Cristo Sacerdote, si offrono ogni giorno totalmente a Dio, e nutrendosi del Corpo di Cristo partecipano nell’animo della carità di Colui che si dà come cibo ai fedeli ”. 5. ConclusioneAPOSTOLO chi è
l’
apostolo
GESÙ
unione con...
GESÙ
imitazione
CROCE
PENITENZA
APOSTOLO salvezza delle anime
ESEMPI santi
In questa seri incalzante di domande e risposte don Ottorino nomina Raffaele Testolin, che aveva già completato il corso ginnasiale e stava facendo l’anno di noviziato.
Il riferimento è al denaro che il sagrestano passava a raccogliere durante le celebrazioni liturgiche come pagamento per l’uso della sedia.
Con quest’ultima frase, collegata con la precedente per l’assonanza del nome Marta, e nella quale don Ottorino nomina Girolamo Venco, allievo del corso teologico, che l’aveva accompagnato come tecnico in casa dei signori Borghi, amici di famiglia, si interrompe bruscamente il testo registrato, e quindi anche la meditazione.
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10.Io rinuncio a capire queste cose e a farvele capire. Però bisogna che ammettiamo che siamo lontani dal compiere quello che il Signore aspetta da noi. Io dovrei essere affamato del libro di Dio, dovrei essere affamato di Cristo, di sofferenze, di umiliazioni per amore del Signore; affamato di anime, di anime! E, per salvare le anime, di croci, di croci, Signore! Questo dovete domandare, figlioli! "Che cosa desideri, Raffaele?". "Soffrire!". "Perché?". "Per salvare anime!". "Che cosa vuoi come divertimento?". "Dammi il libro di Dio perché lo possa leggere, possa meditare la parola di Dio!". Qualcuno potrebbe dire. "Siamo uomini e ci vorrà anche un po' di divertimento". Tutto quello che volete, però state attenti che non ci accontentiamo di dare al Signore soltanto qualche piccola cosa, come quando si va in chiesa e si paga la sedia e così si crede di essere a posto. È troppo poco! Il Signore vuole tutto, vuole tutto. Poi ci condurrà Lui qualche volta alle nozze di Cana a bere un buon bicchiere, ci condurrà Lui in casa di Lazzaro dove Marta ci preparerà un bel dolce. Venco, la signora di ieri sera aveva nome Marta; è la moglie del signor Borghi, che ieri sera ci ha preparato un bel dolce, buono, ottimo, perché siamo stati a casa sua a proiettare le riprese fatte in Terra Santa... 26 maggio 1966VOLONTÀ
di DIO
GESÙ
sequela
APOSTOLO chi è
l’
apostolo
PREGHIERA meditazione
PAROLA DI DIO
CONSACRAZIONE offerta totale