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L’UOMO DI DIO RICERCA SEMPRE LA VOLONTÀ DIVINA

MI76[11-06-1966]

Meditazione ai Religiosi e ai Novizi della Casa dell'Immacolata. Don Ottorino, servendosi di qualche brano del libro di Leo Trese "Il sacerdote oggi", sottolinea la necessità di ricercare sempre la volontà di Dio, che si manifesta attraverso gli uomini e i superiori, anche se poveri e deboli. Il testo originale è registrato e la sua durata è di 31’. 1. Introduzione

Nel testo registrato don Ottorino cita il testo biblico di Sir 18, 23 in latino: "Ante orationens praepara animam tuam".

Don Ottorino forse equivoca nell’interpretazione della storia di Ester perché dal capitolo III è evidente che Aman aveva preso in odio lo zio di Ester, Mardocheo, e non la regina Ester, perché questi non lo onorava come lui pretendeva essendo il più alto dignitario della corte persiana.

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1.Stamattina, prima di procedere, ho una distrazione da presentarvi. Di solito le distrazioni bisogna toglierle dalla mente, altrimenti sono di disturbo durante la meditazione. Una antica massima ascetica dice: "Prima della preghiera prepara il tuo cuore".La distrazione è questa.
Nella Sacra Scrittura, nel libro di Ester, noi leggiamo che Ester è stata oggetto di invidia da parte di Aman. Il motivo è semplice: Ester aveva uno zio, Mardocheo, che le aveva fatto da padrino e l’aveva allevata come una figliola, e sarebbe stato felicissimo di vederla divenire regina. Nello stesso tempo, però, temeva - perché lui era un buon ebreo, mentre oggi si direbbe un buon cristiano - che questa creatura, che lui aveva educato nella fede in Dio, introdotta nella corte del re, sfarzosa e pagana, si perdesse. Lui temeva per questa sua creatura che considerava più che una figlia, e ogni giorno veniva alla corte del re per avere informazioni. Sennonché c'era il primo ministro Aman, uomo vanitoso, superbo, sdegnoso, pieno di se stesso. Ogni giorno Aman entrava dalla porta del grande palazzo e Mardocheo, che credeva in Dio, sentiva verso Aman non un senso di venerazione, ma di disprezzo. Perciò, quando passava Aman, mentre tutti si chinavano con la fronte fino a terra, lui non si chinava come gli altri. Aman, colpito nella sua superbia, cercò di conoscere chi fosse questo tale. Saputo che era un ebreo disse: "Non è abbastanza che io ammazzi lui solo; la mia vendetta non sarebbe appagata. Devo ammazzare tutti gli ebrei presenti nel regno". Questa fu la vendetta che Aman concepì nel suo animo. Lasciamo stare tutta la storia. Ricordiamo solo il particolare di quella sera famosa in cui il re non aveva sonno, chiamò il lettore e si fece leggere gli annali del regno e venne fuori la storia della congiura sventata da Mardocheo. Questi infatti, stando sempre alla porta del palazzo reale, un giorno aveva scoperto una congiura contro il re e l'aveva svelata. Allora il re domandò: "Che cosa abbiamo dato a quel tale che ha svelato la congiura?". Quel tale era proprio Mardocheo. "Niente", rispose il lettore. E subito dopo entrò Aman. Allora il re gli disse: "Aman, devo domandarti un consiglio. Che cosa deve fare il re alla persona che vuole onorare?". Aman, pensando che nel regno non ci fosse nessuna persona degna di onore all'infuori di lui, rispose: "Il re dovrebbe fare così: prendere il suo cavallo, con tutti i finimenti del re, farvi sedere sopra questo tale, fare in modo che il primo personaggio del regno tenga in mano le redini, a piedi costui e l'altro in sella, e giri per la città gridando: 'Così il re onora colui che vuole onorare!'". Il re concluse: "Hai detto molto bene. C'è un certo Mardocheo: lo prenderai, e siccome la prima persona del regno sei tu, lo farai sedere sul quel cavallo e lo condurrai per la città gridando: 'Così il re onora colui che vuole onorare!'. Mi raccomando: non omettere nulla di quello che hai detto!". Potete immaginare il veleno, la bile di quell'uomo, di Aman: doveva prendere proprio Mardocheo, quello che lui odiava e che voleva ammazzare, e condurlo in giro. 2. Gesù compie sempre la volontà del Padre, che ordinariamente si manifesta attraverso gli uomini

PAROLA DI DIO Sacra Scrittura

Don Ottorino ama citare a memoria e in latino i testi biblici perché così li aveva appresi durante la sua formazione in seminario. In questo caso, però, non è esatta l’attribuzione del testo a San Paolo, perché appartiene alla 1 Pt 2,18 che dice così: "Servi, subditi estate in omni timore dominis, non tantum bonis et modestis, sed etiam dyscolis".

Anche qui la citazione di Mt 2,5 è in latino nel testo registrato.

Padre Giuseppe Piantoni, comboniano, lavorò per vari anni con padre Riccardo Lombardi S.J. nel Movimento per un Mondo Migliore specializzandosi nella predicazione. Tenne alcuni corsi di esercizi spirituali anche per i Religiosi della Casa dell’Immacolata, e fu sul punto di entrare nella Pia Società.

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2.Riflettendo sulla passione del Signore ho pensato proprio a qualcosa di simile. Quando Gesù è venuto sulla terra, il Padre suo gli ha dato un pezzo di carta: "Ecco, adesso tu vai là, e ricordati di non fare niente di diverso da tutto quello che è scritto qui. Ti raccomando: niente di diverso da tutto quello che è scritto qui".
Quando leggiamo il santo Vangelo - e non sto qui a citarvelo perché forse sarei capace di citarvi i vari punti, e se volete anche dall'Antico Testamento potremmo ricavare dei punti, come quello di Aman, che dimostrano questa stessa cosa - troviamo che Gesù è preoccupato soltanto di questo: di fare regolarmente tutto quello che il Padre gli ha prescritto dal Cielo; solo questo! "Padre, che cosa devo fare?". Egli mette se stesso a disposizione del Padre per fare quello che il Padre vuole. Come Aman parte ed è libero perché può camminare velocemente o camminare lentamente, può andare di qua o andare di là, però deve fare quello che il re gli ha comandato, tutto, tutto completamente, e solo, tutto e solo, anche Gesù, venendo sopra la terra, si è preoccupato di questo: di fare tutto e solo quello che il Padre gli aveva comandato. Figlioli, noi non capiremo niente, niente della passione del Signore, se anche noi non avremo la stessa preoccupazione, perché è tutta qui la santità: conoscere Cristo, amare Cristo e desiderare di seguire Cristo nel compiere la volontà di Colui che ha mandato Lui e che ha mandato me; imitare Cristo nel compimento della volontà del Padre. Il Padre si manifesta in mille modi. Basterebbe analizzare la vita del Cristo per capire che il Padre non sempre ha parlato dal Cielo: "Figlio, fa’ questo!"; ma ha manifestato la sua volontà anche attraverso gli uomini. "Etiam dyscolis", direbbe San Paolo "etiam dyscolis". Quando Erode combina quel bel delitto di uccidere gli innocenti e costringe il Bambino Gesù a scappare in Egitto, o quando l'imperatore di Roma vuol fare il censimento e costringe la Madonna a portare Gesù a Betlemme, penso che siano stati, almeno Erode, abbastanza discoli per fare cose di quel genere. Eppure, attraverso un superiore, non discolo, ma assassino come Erode, Dio Padre manifesta la sua volontà al Figlio suo e gli dice: "Adesso va’ a Betlemme. Va’ a Nazaret. Va in Egitto", e più tardi lo richiama: "Ho chiamato mio figlio dall’Egitto" . In quell’occasione lo chiamerà con un angelo, manifesterà con questo la sua volontà, ma prima aveva manifestato la sua volontà perché andasse in Egitto attraverso un delinquente! Padre Piantoni direbbe: "C'è la volontà di beneplacito".

GESÙ

mistero pasquale

GESÙ

servo

VOLONTÀ

di DIO

DIO Padre

DIO stile di...

DIO piano di salvezza

GESÙ

sequela

GESÙ

imitazione

PAROLA DI DIO Vangelo

Ragazzo della parrocchia di Araceli di Vicenza che faceva parte del gruppo Aspiranti dell' Azione Cattolica. Colpito da grave malattia, don Ottorino lo preparò alla morte, avvenuta il 9 gennaio 1941, supplicandolo che una volta in Paradiso ottenesse dal Signore luce per la sua missione futura. Don Ottorino chiese come segno al Signore, per l'intercessione di Francesco, la conversione di una persona. Dopo i funerali di Francesco si presentò per confessarsi la persona della quale don Ottorino aveva chiesto la conversione.

L’espressione, abbastanza frequente in don Ottorino, significa che ogni azione perde il suo valore.

Quando don Ottorino cominciò la sua Opera era vescovo di Vicenza S. E. monsignor Ferdinando Rodolfi.

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3.Chiamatela come volete, a me non importa. L'interessante è questo: un cristiano, non dico un religioso, un cristiano dovrebbe dire: "Sono venuto sopra la terra per fare la volontà del Padre che è nei Cieli. Il mio cibo è fare la volontà del Padre". Un papà di famiglia dovrebbe dire: "Io sono qui per fare la volontà di Dio! Ho una moglie, ho dei figli, per fare la volontà di Dio". E dice la moglie: "Ho dieci figli perché voglio fare la volontà di Dio"; quel padre dice: "Adesso, invece di andare all'osteria, vado a casa perché ho dei doveri, per fare la volontà di Dio".
Io ho abbandonato da piccolo il mio paese per fare la volontà di Dio e sono entrato in seminario. Quando ho dato inizio all'Istituto è stato per fare la volontà di Dio e l'ho cercata attraverso Francesco Giuliari , prima con il mio padre spirituale, poi con don Calabria, ma solo per una cosa: fare la volontà di Dio, perché fuori della volontà di Dio casca il palco. Il Padre mi ha creato, mi ha messo sulla terra, rispetta la mia volontà, vuole la mia collaborazione, ma sempre nel compimento della sua volontà che mi viene espressa attraverso i libri santi, attraverso la Chiesa e il suo magistero, che mi viene espressa attraverso coloro "etiam dyscolis" che rappresentano Dio sopra la terra, cioè i miei superiori, e attraverso le circostanze. Se monsignor Rodolfi avesse detto: "No!", anche se avessi avuto mille miracoli non avrei cominciato; anche se fosse venuto lo Spirito Santo in persona a dirmi: "Comincia!", avrei detto: "Piano, io non sono sicuro che tu sia lo Spirito Santo. Va' dal vescovo, digli quello che hai detto a me, e che il vescovo mi dica di sì”, ma io non mi ribello all’autorità. Lo Spirito Santo mi ha insegnato ad essere obbediente. 3. L’obbedienza richiede la ricerca comunitaria della volontà di Dio, ma anche l’adesione al legittimo superiore

VOLONTÀ

di DIO

FAMIGLIA

AUTOBIOGRAFIA famiglia

AUTOBIOGRAFIA seminario

DIO creatore

CHIESA

CONGREGAZIONE fondatore

Vittorio Venturin stava terminando all’epoca il 3° anno del corso teologico.

Luigi Smiderle era compagno di corso di Vittorio Venturin.

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4.Perché insisto su questo? Il motivo lo vedrete adesso. Andiamo avanti, andiamo a trovare Giuda, il nostro caro amico Giuda. Io insisto su questo, e sono anni che batto questo chiodo, perché fuori di questo non c'è altro. State attenti, però, perché il demonio è tremendo, il demonio è tremendo. Il demonio, perché non facciate la volontà di Dio e, naturalmente, perché andiate in rovina, vi farà pensare: "Volontà di Dio? Sì, sì, ma cosa vuoi che capisca quello stupido di assistente. Volontà di Dio? Ma cosa vuoi che capisca quel cretino, quell’imbecille; è uno di cinquant'anni, è di un altro secolo. Volontà di Dio? Sì, ma qua, ma là, ma questo, ma quest'altro". Il demonio, che è furbo, ci farà vedere la parte umana e dirà: "Vuoi che io obbedisca ad Erode, a quel porco di Erode (per dire le cose come stanno. Dico bugie?), a quel porcaio di Erode? Che io obbedisca ad Erode, a quel disgraziato? Ma scherziamo!".
Se nell'obbedienza non è implicito il peccato, quella è la volontà di Dio. Intendiamoci bene, volontà di Dio non vuol dire che non si possa discutere. Per esempio, supponiamo l'ipotesi che venga dato un ordine: "Oggi andiamo tutti a passeggio fino a Padova, a piedi, per fare un pellegrinaggio". E va bene. Però non è proibito che venga Venturin a dirmi: "Don Ottorino, domattina io ho un esame; se lei dice io sono disposto, ma le faccio presente che ho l'esame!". Oppure: "Dovrei andare ad Asiago con quelli del seminario. Senta, don Ottorino, io glielo dico...". Allora io risponderò: "Perbacco, hai ragione: me n'ero dimenticato". Fare questo è un dovere! C'è Smiderle che viene a dirmi: "Don Ottorino, lei sa che io ho male alle gambe, che ho le gambe deboli". "Hai ragione, hai le gambe coperte dalla veste". È chiaro! Si può anche dire: "Don Ottorino, lei ha detto di andare a Padova. Scusi sa, ma i ragazzi sono stanchi, è caldo... forse...". "Hai ragione. Allora, permetti un momento: senti Giuseppe, che non sia forse il caso...". Ad un dato momento posso dire: "La cosa accaduta è talmente grave che bisogna fare un atto di penitenza: facciamo per chi si sente". Questo è un parlare da fratello a fratello. Figlioli, è invece diabolico buttare una frase dietro la schiena, buttare una frase di condanna dell'obbedienza: quello è diabolico...! Se uno comincia a fare così, prima nell'interno e poi all'esterno, fa la fine di Giuda che adesso leggeremo, se abbiamo il tempo; la leggo in fretta, senza commenti.

VOLONTÀ

di DIO

CONSACRAZIONE obbedienza

CROCE Demonio

PECCATO

ESEMPI volontà

di Dio

ESEMPI obbedienza

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5.È chiarissimo: accettare non vuol dire che siete degli stupidi e che dovete ubbidire con gli occhi chiusi. No, no, per carità. L’obbedienza è una ricerca della volontà di Dio, per cui avete il dovere, non solo il diritto, ma il dovere fraterno di esprimere le difficoltà e anche di dare esuggerire dei consigli. Ma l'obbedienza religiosa e cristiana non è una votazione, per cui se si è in dieci, sei hanno diritto contro quattro. Capito? Questo non è ciò che vuole il Signore, ma che tutti e dieci cerchino la sua volontà: questa è la volontà del Signore. Il superiore che non fa questo, manca; però gli altri dovrebbero obbedire anche se l'altro manca, perché il Signore comanda anche per mezzo di un imbecille e di un delinquente. “Mysterium”!
Lo so che è un “mysterium”, lo so, perché per tanti anni ho obbedito e continuo ad obbedire anch'io a certe cose e a certi ordini che non mi sembrano convenienti. Ma quando non sono contrari alla morale, so che c'è la volontà di beneplacito di Dio e non si discute più. Staccarsi dal superiore significa staccarsi dalla corrente. È inutile che una ruota protesti: "Non voglio andare dove mi conduce l'autista"; staccati, e allora ti fermi. La macchina continuerà lo stesso il suo percorso: l'autista monterà la ruota di scorta. Poiché la macchina è di Dio, se a un dato momento tutte le ruote fanno sciopero, Dio mette le ali alla macchina ed essa vola per aria... Questa è la Congregazione religiosa! Perché sottolineo questo? Perché il nostro caro amico, quella faccia brutta e sporca del demonio, si insinua, talvolta, anche nelle Famiglie religiose, per cui si può arrivare anche a scherzare sull'obbedienza buttando qualche frasetta, come ho sentito ieri sera dai nostri cari assistenti che me le riferivano, dicendo: "Qualche volta, sa, la volontà di Dio...! Oh, la volontà di Dio! Si scherza, così, dicendo che è volontà di Dio". Si accorgono questi tali, che scherzano con questa parola, che stanno insultando Dio? Supponiamo che uno stupido, un cretino che si chiama don Ottorino, dia un ordine, faccia capire una cosa, anche insensata se volete, e uno dica: "Oh, volontà di Dio? Possibile che Dio sia così corto d'intelligenza da servirsi di quell'uomo...?". Questo tale bestemmia; spiritualmente parlando, bestemmia. E queste cose qui dentro non devono succedere. Perché? Perché questa Casa è sempre in contatto con Dio. 4. La volontà di Dio si manifesta anche attraverso strumenti umani poveri e deboli

CONSACRAZIONE obbedienza

VOLONTÀ

di DIO

COMUNITÀ

superiore

DIO logica di...

DIO stile di...

CROCE Demonio

PECCATO

DIO contatto con

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6.Figlioli, Dio vi chiederà conto di tutto quello che vedete qui dentro.
Per esempio, domenica sera, dicevamo: "Siamo messi male con il denaro; non so come faremo con i quattro milioni da pagare". Martedì sera sono tornato con i cinque milioni in tasca. Avevamo ricevuto una cambiale da pagare da Milano di un milione, e quattro milioni dovevamo assolutamente pagarli entro il quindici. Sono tornato con i cinque milioni senza andarli a domandare a qualcuno. Ora, questo Dio che da venticinque anni manda il pezzo di pane, manda il necessario, al quale rivolgiamo tutte le nostre azioni, del quale vogliamo fare la volontà e solo la sua volontà, pensate proprio che se fosse necessario fermare il cuore di uno per mettere un altro al suo posto, non sarebbe capace di farlo? Se vuole dei superiori corti di mente, insulsi, forse non è perché vuole esercitare l'umiltà e la fede di chi obbedisce, l'umiltà di chi comanda, e dimostrare che attraverso poveri strumenti confonde i sapienti? Figlioli, se ha scelto povera gente, ieri e oggi, lo fa per confondere, lo fa per confondere! Ricordatevi che il Papa Pio XII mandava molto spesso monsignor Montini da quel povero prete di Verona che si chiamava don Calabria per chiedere consiglio. Scusate se dico questo, scusate se insisto su questa cosa e datemi del pazzo; ho appena fatto la comunione e ho riflettuto tutta la Messa per dire queste cose. Mai, mai, mai, Papa Pio XII, che un domani certamente venereremo come santo e dottore della Chiesa, si è domandato: "Don Giovanni Calabria è laureato o no? Ha letto o non ha letto quel libro? È al corrente? Ha letto quei romanzi? È psicologicamente preparato per dare consigli?". No, è andato in cerca dell'uomo di Dio, lui che era Papa! E a me don Giovanni ha detto: "Ricordati... ". Me l'ha detto un giorno, prendendomi quasi per lo stomaco, mentre era in macchina: "Ricordati di metterti nelle mani di Dio e di non lasciarti mettere la mano sopra da nessuno. Dio ha scelto te, povero, misero, tutto quello che vuoi, ma Dio ha scelto te e la linea devi darla tu, e tu devi rispondere a Dio".

VOLONTÀ

di DIO

PROVVIDENZA

VIRTÙ

umiltà

VIRTÙ

fede

CONSACRAZIONE obbedienza

ESEMPI santi

DIO stile di...

Don Ottorino, con la tempra del fondatore, si esprime con una decisione e una durezza insolita perché ha la certezza che Dio ha donato alla Congregazione un carisma e una spiritualità che esigono assoluta fedeltà.

L’episodio evangelico del pagamento della tassa per il tempio è narrato in Mt 17, 24-27.

Don Ottorino legge qualche passo del libro di LEO TRESE, Il sacerdote oggi. Pensieri di un parroco americano, Morcelliana Brescia 1958, al capitolo XV che ha come titolo "La Passione", alle pagine 117-119. Le citazioni vengono riportate in corsivo, anche in seguito, senza ulteriori richiami.

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7.Ora è inutile che andiate cercando linee a destra o a sinistra, che andiate cercando pascoli a destra o a sinistra: cercateli, se volete, ma andate via di qua, via di qua! Se volete rimanere questa è la strada: io sono il più misero, il più miserabile, sono il primo a dire che sono indegno, però questa è la strada, e la volontà di Dio la cercheremo insieme. Sono io il primo che ha paura di non fare la volontà di Dio; ma, se anche sbagliamo, Dio avallerà la nostra buona volontà e farà come con Pietro quella volta che gli fece avere la moneta attraverso il pesce. Chissà quante volte ho sbagliato nel fare spese, nel fare fabbriche... chissà quante volte! Ma Dio sapeva che io non volevo sbagliare, che ho domandato consiglio, che ho pregato; Dio lo sapeva e mai è stato così cattivo da dire: "No, hai fatto quello che hai voluto e i soldi non te li mando". I soldi sono sempre venuti.
5. Guida è l’esempio di un cedimento lento e progressivo Andiamo avanti, leggiamo. “Non vi è tratto nella narrazione della Passione che non offra ricchezza di argomenti di meditazione per un prete. Possiamo esaurire, per esempio, il terribile avvertimento che Giuda, il sacerdote caduto tanto in basso in tre soli anni, dà a noi tutti, mentre a grandi passi cammina nell'orto con la folla tumultuante alle calcagna? Osserviamolo, mentre si affretta con le monete d'argento che sinistramente gli tintinnano nella borsa appesa alla vita; osserviamolo e paragoniamolo all'uomo che era tre anni avanti quando Gesù, per primo, lo guardò e amò quel che vide: un'anima innocente e generosa, pronta a rispondere al dolce invito del Maestro: Vieni, e seguimi!”.

CONGREGAZIONE missione

CONGREGAZIONE fondatore

PROVVIDENZA

Nel testo registrato, a questo punto, don Ottorino aggiunge: "... della nostra entrata nella Casa dell’Immacolata, nel giorno in cui abbiamo fatto i voti".

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8.Tre anni prima Gesù aveva visto un'anima pronta e generosa e gli aveva detto: "Vieni, e seguimi!", l'aveva invitato: Giuda è stato generoso ed è andato.
“Giuda, nella sua rinuncia, fu eroico proprio allo stesso modo degli altri undici: anch'egli lasciò ogni cosa per seguire Cristo. Guardiamo indietro e vediamo in noi, nel giorno della nostra ordinazione, l'immagine di Giuda nel giorno della sua chiamata, quando volse le spalle alla barca e alle reti e partì dietro al Maestro”. Anche noi siamo entrati in noviziato, siamo entrati in questa Casa, abbiamo detto di sì al Signore. “Con le mani avvolte nelle bende di lino, nel nostro cuore vi era la stessa gioia inesprimibile, lo stesso zelo ardente, la stessa determinazione solenne che Giuda ebbe quando incominciò a camminare con Cristo. Ma Giuda aveva un punto debole. Non era ancora vizio il suo, ma debolezza, come di un tipo o dell'altro l'ha ogni uomo. Giuda, nato e cresciuto in povertà, cominciò ad eccitarsi quando si trovò a toccare e a vedere del denaro e dall'eccitamento del tatto all'amore del possesso il passo fu facile. Giuda si era dato tutto a Cristo, ma a poco a poco cominciò a riprendersi ciò che Gli aveva dato, (come può accadere ad un prete che gradualmente e con leggerezza cede ai piaceri del mondo, che pure non avevano posto nella sua prima visione del sacerdozio)”. E allora tu vedi un religioso che va a vedere la partita di calcio senza permesso; anche il prete ci va... "Che male c'è?". Senza permesso... "Che male c'è? Dovevi fare a meno di farti religioso, fare a meno di darti al Signore. Potevi stare fuori nel mondo e nessuno ti avrebbe detto niente, e allora potevi anche andare a vedere la partita. Hai seguito Cristo, ti sei dato a Cristo: sii generoso! Quando hai guardato alla tua donazione, in principio, hai detto: "Signore, vengo e mi abbandono". Però, piano piano, piano piano, piano piano... Ecco la morte di tanti religiosi, di tanti che sono morti e di qualcuno che è qui in mezzo a voi e che morirà. “Fu molto facile a Giuda assecondare la sua debolezza. Gesù non colpì mai le dita dell'Iscariota mentre egli le affondava furtivamente nella borsa comune; Gesù sembrò non accorgersene mai. Mai Gesù diede a vedere, con gesti o con parole, che Giuda non fosse buono al pari degli altri undici apostoli. E qui pensiamo al prete infiacchito che si compiace della sua progressiva debolezza perché Dio non dà alcun segno di dispiacere. La vita continua come sempre e questo prete, perciò, comincia a pensare che può avere il suo dolce e che può anche mangiarselo".

FORMAZIONE noviziato

CONSACRAZIONE mediocrità

CONSACRAZIONE religioso

Durante la lettura di questo lungo passo di Leo Trese don Ottorino, nel testo registrato, sottolinea qualche parola, senza aggiungere nulla di specifico o di importante.

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9.Queste persone sono qui in mezzo, non tanto lontano; qui in mezzo, e cominciano a cedere piano piano piano. Il Signore non dà segno di dispiacere. Il Signore poteva prendere Giuda e rimproverarlo. No, il Signore lo lascia stare. Questo può accadere anche per noi: il Signore ti ha chiamato, ti ha dato le grazie, ti ha dato le possibilità. Attenti che la zizzania non vi invada!
“Dio diviene per lui un padre leggermente invecchiato che non farà mai osservazioni per la sua cattiva condotta, ed il povero prete, nella sua cecità non può vedere il nodo scorsoio del boia che pende alla fine della strada. Così Giuda pone le sua mani sulle braccia di Cristo e si china in avanti per baciarlo. Giuda non è turbato per il risultato del suo atto. Il Maestro è sfuggito ai suoi nemici molte volte, prima, e lo farà ancora. Giuda ha talmente soffocato la sua coscienza che ora nessun atto è cattivo, se gli effetti non sono cattivi; niente di realmente dannoso può derivare da questo suo insignificante modo di agire; non vi è realmente nulla di male in ciò che egli fa. Quindi egli bacia Gesù. E noi pensiamo al prete che potrebbe salire all'altare per dare un bacio più intimo di quello che diede Giuda, con le mani e le labbra indurite da peccati che egli considera peccati umani insignificanti, e solo perché l'ira di Dio non ha tuonato dal Cielo. Non è necessario che si tratti di peccati contro la purezza; basta che le sue labbra si siano coperte di vescichette per l'amarezza di parole irate o che si siano insozzate con chiacchiere gelose su un collega prete; basta che il suo cuore si sia indurito nel malanimo verso un fratello o si sia atrofizzato nel disprezzo ostinato verso un superiore. Alla storia di Giuda si possono applicare tutte le variazioni possibili, ma l'essenza è sempre la medesima. Lasciate che dia uno sguardo, un lungo sguardo anche a me stesso, a me nel giorno della mia ordinazione ed a me oggi; a me nel giorno della mia prima Messa ed a me nella Messa di oggi. Voglia il cielo che non prenda confidenza nelle mie cadute, solo perché Cristo non mi picchia sulle dita o perché Dio sembra non osservarmi nel mio cammino”. 12 giugno 1966

APOSTOLO chiamata

CONSACRAZIONE religioso